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View Full Version : Sì alla riforma dell'appello tra le proteste [Ciampi la rinvia alle Camere]


IpseDixit
12-01-2006, 17:40
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/01_Gennaio/12/appello.shtml

:rolleyes:

bluelake
12-01-2006, 18:04
ROMA - Con il via libera definitivo del Senato, diventa legge il provvedimento che prevede l'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento, per le quali l'accusa potrà ora soltanto ricorrere in Cassazione. Il ddl ha ottenuto il sostegno della sola maggioranza, giudizio nettamente contrario dell'opposizione. Decisamente inusuale l'intervento del senatore Dl Nando Dalla Chiesa che per spiegare il suo «no» ha pronunciato un discorso in metrica.

MARVULLI ATTACCA - «Sono sbigottito per una simile iniziativa legislativa che distrugge la funzione assegnata alla Suprema Corte di Cassazione». Usa parole forti il primo presidente della Cassazione, Nicola Marvulli, alla notizia del disco verde del Senato alle nuove norme che ampliano i motivi di ricorso a Piazza Cavour. «È stata approvata - sottolinea l'alto magistrato- una legge contraria a quanto disposto dallo stesso Parlamento il 14 maggio del 2005», quella sul processo civile in Cassazione. Nel settore civile ci si comporterà in un modo, nel settore penale in un altro.

LEGGE PECORELLA - Proposto su iniziativa del deputato Gaetano Pecorella, deputato di Forza Italia e presidente della Commissione Giustizia della Camera e difensore del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il provvedimento (numero 3.600) modifica il codice di procedura penale.

NUOVE NORME - Il codice viene cambiato in maniera che la pubblica accusa di un processo concluso col proscioglimento dell'imputato non possa più ricorrere in appello ma soltanto rivolgersi alla Cassazione, che non rientra nel merito del giudizio ma deve solo verificare la legittimità della procedura con le quali è stato formulato.

SCONTRO TRA I POLI - L'opposizione ha contestato il provvedimento definendolo l'ennesima norma «ad personam» che favorirebbe il premier coinvolto in diversi procedimenti giudiziari. Anche l'Associazione Nazionale magistrati ha criticato il provvedimento, ritenendo che avrà come conseguenza un abnorme incremento di ricorsi alla Cassazione. La maggioranza ha respinto le accuse sostenendo che la norma risponde invece alle indicazioni dell'Unione Europea.
12 gennaio 2006

Korn
12-01-2006, 18:23
alla grande, un altro passo per una giustizia più giusta :asd:

sander4
12-01-2006, 18:24
da repubblica.it

Passa la legge che prevede l'inappellabilità delle sentenze di assoluzione
Il primo presidente di Cassazione: "Distrutta la funzione della Corte"
Appello, sì alla riforma
Marvulli: "Sono sbigottito"
L'Anm: "La maggioranza ha fatto terra bruciata della giustizia penale"

Appello, sì alla riforma
Marvulli: "Sono sbigottito"
Nicola Marvulli

ROMA - La riforma dell'appello (la cosiddetta "legge Pecorella" che prevede l'inappellabilità delle sentenze di assoluzione) ha ottenuto stamane, quattro mesi dopo il sì della Camera, anche il voto definitivo da parte del Senato. Hanno votato a favore i senatori della Cdl, mentre l'opposizione ha votato contro, accusando la maggioranza di essere "servi del loro padrone". Appresa la notizia, il primo presidente della Cassazione, Nicola Marvulli, si è detto "sbigottito": "Una simile iniziativa legislativa distrugge la funzione assegnata alla Suprema Corte". Prevedibile la reazione dell'Associazione nazionale magistrati: la legge "è la coda velenosa di una legislatura nella quale la maggioranza di governo ha fatto praticamente terra bruciata della giustizia penale", afferma il vicesegretario, Nello Rossi.

Sull'impatto delle nuove regole, quando la legge sarà promulgata, Marvulli si augura "che ci sia particolare attenzione ai problemi organizzativi legati a questo disastroso evento", e parla di "una legge contraria a quanto disposto dallo stesso Parlamento il 14 maggio del 2005", quella sul processo civile in Cassazione. Di fatto, nel settore civile ci si comporterà in un modo, nel penale in un altro.

Già ieri, mentre l'aula del Senato (a stento, per mancanza del numero legale) procedeva all'esame del ddl, era giunta la notizia di un appello lanciato dal consiglio direttivo della rete delle Cassazioni europee, di cui anche l'Italia fa parte, appello più volte ricordato oggi, durante le dichiarazioni di voto, dai senatori dell'opposizione. "Con l'articolo 7 distruggete il giudizio di Cassazione perché c'è una scadenza specifica che è il 16 gennaio - ha detto il verde Zancan - procedendo in senso contrario a tutto l'andamento giurisprudenziale che vuole la restrizione del processo in Cassazione".

E' stato Roberto Manzione, senatore della Margherita, a dire in aula: "Sui giornali di oggi viene pubblicato un appello rivolto dalla rete dei presidenti delle Supreme Corti di Europa, votato all'unanimità e diretto al governo e al Parlamento italiani" ai quali si chiede "di fermarsi a riflettere su una riforma che provocherà danni terribili a tutta la funzione giudiziaria italiana".

La replica giunge dal sottosegretario alla Giustizia, Jole Santelli, che parla di "pregiudizi ad personam della sinistra", di "polemiche inutili, strumentali e pretestuose". "Ogni volta che questo governo interviene in materia di giustizia - afferma Santelli - la sinistra punta il dito contro Berlusconi e parla di legge ad personam. E' il loro giudizio che è sempre 'ad personam', e cioè pregiudizialmente sempre contro l'operato della maggioranza e del premier".

Per il sottosegretario,"l'accusa di aver violato la parità tra accusa e difesa è contro qualsiasi principio giuridico. Il codice di procedura penale è infatti lo strumento con cui lo Stato si autolimita nella sua autorità e nelle sue pretese punitive, e le norme processuali sono tutte volte a riequilibrare le garanzie del cittadino di fronte alla forza dello Stato. Il contrario è un'ipotesi risibile".

(12 gennaio 2006)


Marvulli: "Sono sbigottito"

Quoto. :muro:

Korn
13-01-2006, 11:31
da notare come riescano a far passare porcate quando la pubblica opinione è "distratta"

Tefnut
13-01-2006, 11:32
non avevov visto la discusisone..

comunque, quali sono le indicazione dell'Unione Europea?

Harvester
13-01-2006, 11:34
senza entrare nel merito (non mi occupo di diritto), non vedo il motivo per lamentarsi e sbattersi con la testa contro il muro....tanto il c-sx le eliminerà tutte ste leggi quando vincerà (e vincerà ;))......giusto? ;)

Korn
13-01-2006, 11:38
certo stravolgere le regole della giustizia ogni 3x2 fa bene ad un sistema già profondamente in crisi...

Harvester
13-01-2006, 11:44
5 mesi (o meno, non ricordo) e tutto tornerà come prima. niente cirami, niente legge biagi, risoluzione conflitto d'interessi, etc...o no?

-kurgan-
13-01-2006, 11:45
senza entrare nel merito (non mi occupo di diritto), non vedo il motivo per lamentarsi e sbattersi con la testa contro il muro....tanto il c-sx le eliminerà tutte ste leggi quando vincerà (e vincerà ;))......giusto? ;)

ma chi l'ha detto che vincerà?

evelon
13-01-2006, 11:47
Chi mi fà un riassunto ? :fagiano:

Cosa comporta in concreto questa norma ?
Io ho capito qualcosa...ma non può essere esatta :help:

Harvester
13-01-2006, 11:50
ma chi l'ha detto che vincerà?

solo un suicidio collettivo del c-sx può spostare verso la cdl l'ago della bilancia.

io ho già scommesso 20€ che vincerà la sinistra con degli amici. tu fa lo stesso ;)

matrizoo
13-01-2006, 12:13
5 mesi (o meno, non ricordo) e tutto tornerà come prima. niente cirami, niente legge biagi, risoluzione conflitto d'interessi, etc...o no?

ti quoto solo se sei sarcastico, perche' pure io sono curioso di vedere come va a finire, e se realmente la sinistra farà la sinistra oppure non farà un cazzo (come credo) per rimediare alle buffonate di questi 5 anni.
Perche' in questi 5 anni la sinistra NON ha fatto nessuna opposizione, si e' solo grattata, quasi da far pensare che non abbia nessuna voglia di governare il paese :O

Harvester
13-01-2006, 12:18
ti quoto solo se sei sarcastico, perche' pure io sono curioso di vedere come va a finire, e se realmente la sinistra farà la sinistra oppure non farà un cazzo (come credo) per rimediare alle buffonate di questi 5 anni.
Perche' in questi 5 anni la sinistra NON ha fatto nessuna opposizione, si e' solo grattata, quasi da far pensare che non abbia nessuna voglia di governare il paese :O

esattamente ciò che intendevo.

matrizoo
13-01-2006, 12:26
esattamente ciò che intendevo.

immaginavo ;)

jumpermax
16-01-2006, 09:44
ottimo commento di Jim Momo sulla questione...

http://jimmomo.blogspot.com/2006/01/e-difendibile-questo-processo-penale.html
E' difendibile questo processo penale, caro Grosso?
parere contrario di Carlo Federico Grosso alla legge sul modello anglosassone di Pecorella che vieta ai pubblici ministeri il ricorso in appello contro le sentenze di assoluzione di primo grado può apparire ragionevole. Dice:

«Prima della riforma, contro le sentenze di condanna di primo grado gli imputati potevano presentare appello, contro quelle di proscioglimento poteva presentare appello la pubblica accusa. Si realizzava in questo modo una situazione di perfetto equilibrio fra le parti del processo. La nuova legge altera questo equilibrio, poiché mentre l'imputato condannato, appellando, può ottenere che un secondo giudice di merito valuti i fatti, il pubblico ministero in caso di assoluzione dell'imputato non è più legittimato a chiedere una analoga seconda valutazione di merito, e può soltanto ricorrere in Cassazione per motivi di legittimità. La diseguaglianza fra le parti processuali diventa a questo punto, in materia di impugnazioni, di clamorosa evidenza».

Grosso dimentica che nella nostra costituzione vige la presunzione della non-colpevolezza e non della colpevolezza. Dunque mi sembra coerente che al condannato in primo grado si conceda un'occasione in più per provare la sua innocenza che non al pubblico ministero di provare una colpevolezza che non è riuscito a provare in primo grado. Ricordiamo che l'onere della prova spetta all'accusa, dunque un processo che finisce con l'assoluzione conferma un qualcosa che si presume: l'innocenza dell'imputato. Al contrario, poiché la condanna ribalta la presunzione iniziale, è ragionevole che sia sottoposta a ulteriore verifica di merito.

Dunque la diseguaglianza tra le parti che lamenta Grosso esiste fin dal principio, dalla presunzione d'innocenza. Se la teoria liberale è teoria dei limiti dei poteri dello Stato, si dovrà convenire che il diritto del cittadino a difendersi non può essere limitato, mentre quello dello Stato a perseguirlo sì, altrimenti la sproporzione dei poteri finirebbe prima o poi per giocare a sfavore del cittadino. Non sarebbe corretto permettere all'accusa di rifare un processo quando, avendo già manifestato i limiti della sua ipotesi accusatoria, è ormai a conoscenza della linea difensiva dell'imputato. Dal punto di vista logico, Tommaso Edoardo Frosini pone su il Riformista un quesito che non si può aggirare: «Come fa un pubblico ministero a motivare un appello se non riesce a dimostrare al giudice di primo grado la fondatezza della sua accusa?»

Continua Grosso:

«I pubblici ministeri (a differenza delle difese degli imputati) sono soliti impugnare soltanto le sentenze che giudicano palesemente errate».

In quest'affermazione c'è un evidente pregiudizio. Prima di tutto, se così fosse le statistiche mostrerebbero che tra le sentenze d'appello quelle che riformano la sentenza di primo grado da un'assoluzione a una condanna sono più di quelle che assolvono a partire da una condanna. E' così? Non ho modo di controllare ma a occhio e croce non credo. Si potrebbe quindi sospettare che sia esattamente il contrario di quanto afferma Grosso, cioè che l'abuso del ricorso in appello sia da addebitare ai pm. Ma non è questo il punto. Sarebbe infatti più che comprensibile se gli imputati tendessero ad abusare del ricorso in appello, essendo la loro libertà in gioco e non avendo nulla da perdere. Per contrastare questo fenomeno e scoraggiare i ricorsi si potrebbero introdurre rigidi limiti giuridici e misure di deterrenza, come per esempio in Gran Bretagna.

Di sicuro le aule giudiziarie sono piene di pubblici ministeri che ricorrono quanto più possono solo per crearsi una seconda opportunità e nascondere così gli errori commessi nella prima. Ricorrono spesso anche se la condanna non è stata accompagnata da una sentenza che ritengono sufficientemente pesante. Quasi che non darsi per vinti sia una questione di prestigio personale, nonostante la loro carriera formalmente non dipenda dai successi in aula. Responsabilità civile, separazione delle carriere e non automaticità degli avanzamenti, un processo davvero accusatorio, sarebbero potuti essere strumenti utili per responsabilizzare i procuratori da almeno due punti di vista: migliore preparazione del processo di primo grado; più attenta valutazione sull'opportunità del ricorso. Ma contro queste riforme si sono alzate le barricate.

Di quale «perfetto equilibrio» parla dunque Grosso? Da una parte abbiamo i procuratori, che dispongono di budget milionari, praticamente illimitati, di cui comunque (non essendoci alcuna responsabilità civile) non verranno mai chiamati a rispondere, dall'altra abbiamo cittadini il più delle volte, anche i più facoltosi, sprovvisti di paragonabili quantità di denaro, e che comunque pagano di tasca propria. A fronte di pochi privilegiati che come sostiene Grosso ricorrono all'infinito pur di giungere alla prescrizione quanti poveretti subiscono il ricorso da parte di accaniti pm? Poste queste condizioni chiediamoci: è più facile che il magistrato ricorra per semplice puntiglio (tanto che gli costa?) o che un condannato di fronte a una manciata di mesi dentro rinunci all'appello non essendo in grado di pagarne le spese? Chi è la parte svantaggiata? Non è che Grosso ragiona con il retropensiero volto ai Previti, sbattendosene dei Mario Rossi, o degli Abdul-Hakeem?

Basterebbe pensare al meccanismo perverso che si è ormai instaurato nel processo penale a farci riflettere sulla necessità di interromperlo in qualche modo. Ormai è come nella vecchia Coppa dei Campioni, ve la ricordate? Quella ad andata e ritorno. Nel processo sembra istituzionalizzato un doppio turno primo grado-appello, anziché due giudizi un unico giudizio in due tempi, nei calcistici 180 minuti. I giocatori giocano la partita di andata (il processo di primo grado) già pensando al ritorno (l'appello). Così spesso a un imputato può convenire perdere 1-0 fuori casa (il primo grado), puntando a una rivincita in casa (l'appello). I giudici non si preoccupano troppo di condanne dubbie e sentenze "aperte", che' tanto c'è il ritorno a riparare i torti, e i pm cercano di segnare più gol in casa. E' difendibile questo sistema, caro Grosso?

TXFW
16-01-2006, 16:51
Credo che il post di Jumpermax riporti piuttosto bene il mio pensiero, che comunque cerco di schematizzare.

Prima (ed e' sempre stata una vergogna).

- la magistratura indaga (e tutti, inquirente, giudicante, gip, giocano nella stessa squadra);
- quando l'accusa ritiene di essere pronta, e solo allora, si va al processo. Non si chiede alla difesa se e' pronta. Alla difesa si comunica la data e quella e';
- al processo, dove l'accusa e il giudice si cambiano nello stesso spogliatoio, e comunque ricordiamoci che l'accusa ha avuto il tempo di prepararsi e il processo e' cominciato solo quando era pronta, per qualche ragione l'accusa non riesce a convincere il giudice del fatto che l'imputato sia colpevole;
- l'accusa fa ricorso in appello, per vedere se invece il prossimo giudice (che gioca nella stessa squadra) si lascia convincere. Se neanche il secondo giudice si fa convincere, l'accusa puo' ancora fare ricorso in cassazione sperando di dimostrare che nel processo (preparato dall'accusa e condotto dal giudice che gioca nella stessa squadra) ci sono stati errori procedurali (dunque della sua stessa squadra), in modo da annullare tutto e ripartire da capo;
- durante tutte queste vicende l'imputato, se non e' ricco e puo' permettersi un avvocato con i contro-attributi, magari e' stato in galera.

In sostanza, con una regolamentazione che specifica che sei innocente fino a quando la sentenza non passa in giudicato ai tre livelli, in realta' sei colpevole fino a quando non sei assolto ai tre livelli. In effetti non ancora, perche' dopo l'annullamento della cassazione, salvo prescrizioni di lunghezza eterna, non e' stato dimostrato che sei innocente, ma solo che il processo non e' stato regolare, per cui la magistratura, a spese del contribuente, puo' decidere di cominciare da capo.

Oggi:

- con le stesse regole, quando l'accusa ritiene di essere pronta, quindi a suo giudizio, si va a processo;
- non dimostra che sono colpevole? Bene, allora sono innocente. E basta;
- resta loro la possibilita' di ricorrere in cassazione, per dimostrare che il processo, preparato e condotto da loro, non e' stato regolare. Gia' che non gli piace.

Per quello che riguarda i tempi di prescrizione minori, era ora.
Il tempo che passa tra quando sono accusato e quando si va a processo e si conclude (o si va in appello e in cassazione) non dipendono dall'accusato. L'accusato prende atto delle date in cui si terranno i processi e si presenta (se non e' in galera). Se il primo grado lo fanno dopo tre anni e l'appello dopo 5 non e' per scelta sua. Se io fossi accusato e imputato di qualcosa vorrei chiudere il discorso piu' in fretta possibile, altro che tempi biblici.

-kurgan-
16-01-2006, 17:21
solo un suicidio collettivo del c-sx può spostare verso la cdl l'ago della bilancia.

io ho già scommesso 20€ che vincerà la sinistra con degli amici. tu fa lo stesso ;)

non la penso allo stesso modo.. berlusconi ha vinto una volta, può vincere una seconda in tutta tranquillità.. gli italiani sono sempre gli stessi e le condizioni (legge elettorale, media, forse legge sulla par condicio) sono tutte a suo favore, più di prima.

Korn
16-01-2006, 17:38
Credo che il post di Jumpermax riporti piuttosto bene il mio pensiero, che comunque cerco di schematizzare.

Prima (ed e' sempre stata una vergogna).

- la magistratura indaga (e tutti, inquirente, giudicante, gip, giocano nella stessa squadra); ah si? a me pareva che il gip giudicasse l'operato dei pm
- quando l'accusa ritiene di essere pronta, e solo allora, si va al processo. Non si chiede alla difesa se e' pronta. Alla difesa si comunica la data e quella e';non è un tempo infinito come ben saprai, la difesa controbatte all'accusa al processo semmai...
- al processo, dove l'accusa e il giudice si cambiano nello stesso spogliatoio, e comunque ricordiamoci che l'accusa ha avuto il tempo di prepararsi e il processo e' cominciato solo quando era pronta, per qualche ragione l'accusa non riesce a convincere il giudice del fatto che l'imputato sia colpevole;
- l'accusa fa ricorso in appello, per vedere se invece il prossimo giudice (che gioca nella stessa squadra) si lascia convincere. Se neanche il secondo giudice si fa convincere, l'accusa puo' ancora fare ricorso in cassazione sperando di dimostrare che nel processo (preparato dall'accusa e condotto dal giudice che gioca nella stessa squadra) ci sono stati errori procedurali (dunque della sua stessa squadra), in modo da annullare tutto e ripartire da capo;
- durante tutte queste vicende l'imputato, se non e' ricco e puo' permettersi un avvocato con i contro-attributi, magari e' stato in galera.
sta cosa del giudice spogliatoi ecc ecc me la spieghi che non la capisco? sinceramente non vedo queste connivenze, secondo te un evenutale condannato non si può appellare? mi par di capire di no
In sostanza, con una regolamentazione che specifica che sei innocente fino a quando la sentenza non passa in giudicato ai tre livelli, in realta' sei colpevole fino a quando non sei assolto ai tre livelli. In effetti non ancora, perche' dopo l'annullamento della cassazione, salvo prescrizioni di lunghezza eterna, non e' stato dimostrato che sei innocente, ma solo che il processo non e' stato regolare, per cui la magistratura, a spese del contribuente, puo' decidere di cominciare da capo.

Oggi:

- con le stesse regole, quando l'accusa ritiene di essere pronta, quindi a suo giudizio, si va a processo;
- non dimostra che sono colpevole? Bene, allora sono innocente. E basta;
- resta loro la possibilita' di ricorrere in cassazione, per dimostrare che il processo, preparato e condotto da loro, non e' stato regolare. Gia' che non gli piace.

Per quello che riguarda i tempi di prescrizione minori, era ora.
Il tempo che passa tra quando sono accusato e quando si va a processo e si conclude (o si va in appello e in cassazione) non dipendono dall'accusato. L'accusato prende atto delle date in cui si terranno i processi e si presenta (se non e' in galera). Se il primo grado lo fanno dopo tre anni e l'appello dopo 5 non e' per scelta sua. Se io fossi accusato e imputato di qualcosa vorrei chiudere il discorso piu' in fretta possibile, altro che tempi biblici.ah be si vede nel numero dei processi e dal numero dei fascicoli iscritti in procura che una magistratura cilena no dico ma ci son TRE gradi di processo e stai a dire che possono fare il bello e il cattivo tempo? e non si risolvono le lungaggini dei processi diminuendo il tempo per il quale un persono può esser perseguita ... :muro: :muro:

TXFW
16-01-2006, 17:57
ah si? a me pareva che il gip giudicasse l'operato dei pm non è un tempo infinito come ben saprai, la difesa controbatte all'accusa al processo semmai... sta cosa del giudice spogliatoi ecc ecc me la spieghi che non la capisco? sinceramente non vedo queste connivenze, secondo te un evenutale condannato non si può appellare? mi par di capire di noah be si vede nel numero dei processi e dal numero dei fascicoli iscritti in procura che una magistratura cilena no dico ma ci son TRE gradi di processo e stai a dire che possono fare il bello e il cattivo tempo? e non si risolvono le lungaggini dei processi diminuendo il tempo per il quale un persono può esser perseguita ... :muro: :muro:Guarda, al di la' del fatto che mi da' parecchio fastidio essere trattato come un imbecille, scelgo di risponderti.

1. Sai che piacere che il gip giudica l'operato del pm, quando giocano per la stessa squadra, perche' gip, magistratura inquirente e magistratura giudicante non sono enti strettamente indipendenti tra loro e esiste la possibilita' di ritrovarsi a ruoli scambiati. Se questo non lo capisci e' un problema tuo, non mio.
2. Ovvio che la difesa controbatte l'accusa al processo, vorrei vedere che non potesse fare nemmeno quello, ma al processo si va quando l'accusa decide di essere pronta, non quando lo decide la difesa. Quindi, se l'accusa va al processo quando e' pronta (e magari la difesa no), non vedo per quale motivo l'accusa debba avere la possibilita' di ricorrere in appello se il processo non va come prevedeva. Ti ricordo, e' gia' stato ricordato, che esiste una cosa che si chiama presunzione di innocenza e che l'onere della prova e' a carico dell'accusa. Quindi la situazione e' che l'accusa, andata a processo ritenendo di essere pronta, non e' stata capace di provare la colpevolezza dell'imputato (gia' presunto innocente). Perche', avendo avuto la possibilita' di stabilire tempi e regole e non essendo riuscita nelle sue intenzioni, dovrebbe avere la possibilita' di riprovarci? Perche' e' scritto sopra: perche' tanto paga Pantalone.
3. Non ho scritto che l'imputato non si puo' appellare, ma siccome quella parte non e' cambiata e si sta parlando di cosa e' cambiato, non vedo perche' avrei dovuto citarlo. Lo credo bene che l'imputato si puo' appellare. Valgono il principio della presunzione di innocenza, della normativa garantista e il fatto che non ha scelto lui i tempi del suo processo. Direi che l'accusa ha gia' abbastanza vantaggi, senza negare anche l'appello alla difesa.
4. Invece si', si possono risolvere le lungaggini dei processi anche riducendo il periodo di tempo in cui un reato puo' essere perseguito, perche' cosi' magari invece di mettere in coda, tanto c'e' tempo e magari l'imputato e' in carcerazione preventiva, i processi di minore visibilita' a favore di quelli che portano la foto del magistrato sui giornali lavorerebbero in maniera piu' efficiente mettendo tutti gli imputati sullo stesso piano. Non esistono solo Berlusconi e Previti. Questo si applica ai tempi dei processi e ai risultati delle modifiche della normativa.
5. Tutte queste sono solo parole sprecate, perche' tanto c'e' gente che sragiona solo con la fede politica. Se la stessa modifica l'avesse fatta il governo D'Alema qualche anno fa, sarebbe stata sacrosanta e i magistrati, che si sarebbero opposti comunque, sarebbero una casta illiberale da contrastare.

Korn
16-01-2006, 19:26
Guarda, al di la' del fatto che mi da' parecchio fastidio essere trattato come un imbecille, scelgo di risponderti.

1. Sai che piacere che il gip giudica l'operato del pm, quando giocano per la stessa squadra, perche' gip, magistratura inquirente e magistratura giudicante non sono enti strettamente indipendenti tra loro e esiste la possibilita' di ritrovarsi a ruoli scambiati. Se questo non lo capisci e' un problema tuo, non mio.
e che vuol dire? che sono tutti amici e non si farebbero torti? temo che la tua distanza dall'italia ti faccia prendere dei discreti abbagli
2. Ovvio che la difesa controbatte l'accusa al processo, vorrei vedere che non potesse fare nemmeno quello, ma al processo si va quando l'accusa decide di essere pronta, non quando lo decide la difesa. ma che stai dicendo?!?!!? si deve andare a processo quando la difesa è pronta? pronta per cosa, per inquinare le prove? E' OVVIO che la le forze di polizia debbano concludere le indagini in TOTO e debbano raccogliere prove ed hanno 18 mesi MASSIMO per farlo altrimenti è tempo perso Quindi, se l'accusa va al processo quando e' pronta (e magari la difesa no), non vedo per quale motivo l'accusa debba avere la possibilita' di ricorrere in appello se il processo non va come prevedeva. Ti ricordo, e' gia' stato ricordato, che esiste una cosa che si chiama presunzione di innocenza e che l'onere della prova e' a carico dell'accusa. Quindi la situazione e' che l'accusa, andata a processo ritenendo di essere pronta, non e' stata capace di provare la colpevolezza dell'imputato (gia' presunto innocente). Perche', avendo avuto la possibilita' di stabilire tempi e regole e non essendo riuscita nelle sue intenzioni, dovrebbe avere la possibilita' di riprovarci? Perche' e' scritto sopra: perche' tanto paga Pantalone. boh
3. Non ho scritto che l'imputato non si puo' appellare, ma siccome quella parte non e' cambiata e si sta parlando di cosa e' cambiato, non vedo perche' avrei dovuto citarlo. Lo credo bene che l'imputato si puo' appellare. Valgono il principio della presunzione di innocenza, della normativa garantista e il fatto che non ha scelto lui i tempi del suo processo. Direi che l'accusa ha gia' abbastanza vantaggi, senza negare anche l'appello alla difesa.
4. Invece si', si possono risolvere le lungaggini dei processi anche riducendo il periodo di tempo in cui un reato puo' essere perseguito, perche' cosi' magari invece di mettere in coda, tanto c'e' tempo e magari l'imputato e' in carcerazione preventiva, i processi di minore visibilita' a favore di quelli che portano la foto del magistrato sui giornali lavorerebbero in maniera piu' efficiente mettendo tutti gli imputati sullo stesso piano. Non esistono solo Berlusconi e Previti. Questo si applica ai tempi dei processi e ai risultati delle modifiche della normativa. per quanto mi riguarda è una stortura clamorosa del giustizia considerando anche i motivi per i quali l'hanno fatta non per uno studio dei problemio che altro ma per salvare le chiappe a chi dici, inoltre i magistrati non mettono in "coda" perche vanno a pescare al mare coi giudicanti, vatti a vedere il carico di lavoro poi ne riparliamo.
5. Tutte queste sono solo parole sprecate, perche' tanto c'e' gente che sragiona solo con la fede politica. Se la stessa modifica l'avesse fatta il governo D'Alema qualche anno fa, sarebbe stata sacrosanta e i magistrati, che si sarebbero opposti comunque, sarebbero una casta illiberale da contrastare.ovviamente

CYRANO
16-01-2006, 19:33
Ma accusa e difesa non dovrebbero avere pari opportunità di fronte alla legge?
a me sembra invece che la difesa in sto modo sia palesemente avvantaggiata.



Ciaozzz

TXFW
16-01-2006, 19:45
Ma accusa e difesa non dovrebbero avere pari opportunità di fronte alla legge?
a me sembra invece che la difesa in sto modo sia palesemente avvantaggiata.Guarda, mi sembra che non sia chiara una cosa a molti utenti.

Non stiamo parlando di una ipotetica accusa e di una ipotetica difesa o di una partita di calcio.

Stiamo parlando di te, di me e di chiunque dovesse trovarsi ad avere a che fare con la magistratura per qualunque ragione. Non e' necessario essere colpevoli. Basta che qualcuno che ti assomiglia faccia qualcosa contro la legge, che qualche persona di buona volonta' denunci te e che tu per quel giorno non abbia un alibi. Succede.

Fa cosi' schifo che se non riescono a provare oltre ogni ragionevole dubbio che tu sei colpevole in primo grado (magari proprio perche' non lo sei) non ci possano riprovare?

A Korn non rispondo piu' finche' impara dove sta di casa il rispetto verso i suoi interlocutori.

Lucio Virzì
20-01-2006, 12:45
IMMENSO CIAMPI!

http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/politica/ciampicultu/inappell/inappell.html

Ciampi boccia legge inappellabilità
Il presidente la rinvia alle Camere

ROMA - Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha chiesto alle Camere - a norma dell'articolo 74, primo comma, della Costituzione - una nuova deliberazione in ordine alla legge: "Modifiche al Codice di Procedura Penale, in materia di inappellabilità delle sentenze di proscioglimento". Lo rende noto un comunicato del Quirinale. Secondo l'Associazione nazionale magistrati, "bisogna leggere le motivazioni del rinvio", ma "già ora si può dire che le preoccupazioni manifestate da noi, insieme alla gran parte della cultura giuridica, erano fondate". Il presidente dell'Anm, Ciro Riviezzo, commenta così la decisione di Carlo Azeglio Ciampi di rinviare alle Camere la legge sull'inappellabilità. "Vedremo - aggiunge Ciro Riviezzo, presidente del sindacato delle toghe - su quali aspetti della riforma il capo dello Stato ha puntato la sua attenzione".

L'auspicio del segretario Ds, Piero Fassino, è che "almeno per una volta il governo sia capace di ascoltare il Presidente della Repubblica". Il leader della Quercia commenta la decisione di Ciampi come "una buona notizia, visto che erano evidenti i profili di incostituzionalità di questa legge, che se fosse stata promulgata nel testo attuale, avrebbe ulteriormente dissestato l'amministrazione della giustizia, reso più lunghi e intensi i tempi dei processi e acuito ancora di più la crisi della giustizia".
(2006-01-20 12:29:39)

CONTINUA COSI'! Stop immediato a tutti i colpi di coda di questi politicanti da strapazzo!

LuVi

Harvester
20-01-2006, 13:01
IMMENSO CIAMPI!


beh, insomma, non è proprio altissimo :O

tatrat4d
20-01-2006, 13:05
CONTINUA COSI'! Stop immediato a tutti i colpi di coda di questi politicanti da strapazzo!

LuVi

personalmente trovavo molti (almeno due più grossi di questo) rilievi di incostituzionalità nella legge elettorale, facevo volentieri "a cambio" del rinvio :stordita:

Lucio Virzì
20-01-2006, 13:22
personalmente trovavo molti (almeno due più grossi di questo) rilievi di incostituzionalità nella legge elettorale, facevo volentieri "a cambio" del rinvio :stordita:

Chiaro, sa di contentino.

LuVi

von Clausewitz
20-01-2006, 13:33
non la penso allo stesso modo.. berlusconi ha vinto una volta, può vincere una seconda in tutta tranquillità.. gli italiani sono sempre gli stessi e le condizioni (legge elettorale, media, forse legge sulla par condicio) sono tutte a suo favore, più di prima.

hai dimenticato la cosa più importante:
5 anni di magri risultati di questo governo e di leggi dscutibili (per usare un eufemismo)

von Clausewitz
20-01-2006, 14:14
personalmente trovavo molti (almeno due più grossi di questo) rilievi di incostituzionalità nella legge elettorale, facevo volentieri "a cambio" del rinvio :stordita:


quella elettorale aveva il punto aperto del senato che a norma di costituzione deve essere eletto a base regionale
senonchè è stata "corretta" della serie se fate quella modifica non ve la rinvio, cosa impropria da parte di un presidente della repubblica, fermo restando che l'avrebbe potuta rimandare solo per questioni d'opportunità
ma non che mi aspetti molti soprassalti di coraggio da ciampi, in nome del bon ton istituzionale e di un'imparzialità dai contorni ipocriti, non ha avuto il coraggio di rinviare alle camere il famoso "lodo schifani" e ha dovuto aspettare che a "cassarla" fosse la corte costituzionale, anche se i profili d'incostituzionalità erano evidenti (come cavolo fa una legge ordinaria a derogare la costituzione? :confused: )
da ultimo come ennesimo e conclusivo atto di superlavoro a cui questo governo e questa maggioranza hanno costretto la corte costituzionale, la corte di cassazione e la presidenza della repubblica, rimane la faccenda dei poteri di grazia, e del conflitto d'attribuzione dovuto portare per irragionevolezza dell'odierno ministro della giustizia
atto complesso o sostanzialmente presidenziale?
credo proprio che la corte costituzionale lo definirà come atto sostanzialmente presidenziale senza poteri di veto del ministro guardasigilli
poco importa che la prassi e parte della dottrina sin qui abbiano parlato di atto complesso, la corte costituzionale può ben smentire la prassi e la dottrina contrari, nonchè l'inneffabile castelli :rolleyes: ;)
fermo restando che un presidente della repubblica con più attributi avrebbe rinviato perlomeno una legge su due di questo infame governo e di questa ancor più infame maggioranza :rolleyes:

tatrat4d
20-01-2006, 14:26
quella elettorale aveva il punto aperto del senato che a norma di costituzione deve essere eletto a base regionale
senonchè è stata "corretta" della serie se fate quella modifica non ve la rinvio, cosa impropria da parte di un presidente della repubblica,

mi riferivo alla questione A) del conteggio dei voti valdostani (si dice così? :stordita: ) sul computo delle coalizioni, rilevata per me in modo convincente dal prof. Ceccanti; B) alla differenza della soglia di sbarramento tra chi sta dentro e fuori le coalizioni. Poi ci sarebbe la questione sull'onere della raccolta delle firme di cui non vengono "caricati" alcuni concorrenti, ma questo punto non è certamente nulla di manifestamente anticostituzionale.

fermo restando che l'avrebbe potuta rimandare solo per questioni d'opportunità

non è questo che IMHO deve fare il PdR. Se il suo giudizio e quello del suo staff è stato di non rilevare puntualmente delle violazioni, bene ha fatto a controfirmare.

ma non che mi aspetti molti soprassalti di coraggio da ciampi, in nome del bon ton istituzionale e di un'imparzialità dai contorni ipocriti, non ha avuto il coraggio di rinviare alle camere il famoso "lodo schifani" e ha dovuto aspettare che a "cassarla" fosse la corte costituzionale, anche se i profili d'incostituzionalità erano evidenti (come cavolo fa una legge ordinaria a derogare la costituzione? :confused: )

hai ragione.

rimane la faccenda dei poteri di grazia, e del conflitto d'attribuzione dovuto portare per irragionevolezza dell'odierno ministro della giustizia
atto complesso o sostanzialmente presidenziale?

costretto insomma, imho è giusto coinvolgere la corte. La prassi va in un senso contrario alla dottrina prevalente, e di palese nel testo c'è onestamente poco.

credo proprio che la corte costituzionale lo definirà come atto sostanzialmente presidenziale senza poteri di veto del ministro guardasigilli
poco importa che la prassi e parte della dottrina sin qui abbiano parlato di atto complesso, la corte costituzionale può ben smentire la prassi e la dottrina contrari, nonchè l'inneffabile castelli :rolleyes: ;)

certamente (e probabilmente accadrà così). Personalmente sono su questo punto dalla parte di Castelli e della minoranza dei costituzionalisti, ma c'era un 3D qualche mese fa ;)

fermo restando che un presidente della repubblica con più attributi avrebbe rinviato perlomeno una legge su due di questo infame governo e di questa ancor più infame maggioranza :rolleyes:

non c'è nemmeno bisogno che ti dica che epiteti come questi li devi evitare.
Sinceramente mi sono stufato di riprenderti perchè non sai trattenerti dallo scrivere cose del tutto superflue al nocciolo dei tuoi post.

von Clausewitz
20-01-2006, 14:58
mi riferivo alla questione A) del conteggio dei voti valdostani (si dice così? :stordita: ) sul computo delle coalizioni, rilevata per me in modo convincente dal prof. Ceccanti; B) alla differenza della soglia di sbarramento tra chi sta dentro e fuori le coalizioni. Poi ci sarebbe la questione sull'onere della raccolta delle firme di cui non vengono "caricati" alcuni concorrenti, ma questo punto non è certamente nulla di manifestamente anticostituzionale.

non sono sufficientemente informato sul punto, ma visto che anche l'opposizione ha lasciato perdere, non dovevano essere punti così dirimenti



non è questo che IMHO deve fare il PdR. Se il suo giudizio e quello del suo staff è stato di non rilevare puntualmente delle violazioni, bene ha fatto a controfirmare.

allora secondo te ha fatto male ha rinviare la legge gasparri? :confused:
della serie visto che berlusconi ha la maggioranza faccia quel che gli pare, basta che non sia incostituzionale (aggiungo palesemente ), per il resto nessuno avrà da ridire sul suo operato
questa per te è la funzione di un presidente della repubblica rispetto a certi dettami costituzionali?
ma allora per questo bastava un semplice notaio che apponesse la firma



costretto insomma, imho è giusto coinvolgere la corte. La prassi va in un senso contrario alla dottrina prevalente, e di palese nel testo c'è onestamente poco.

l'ostracismo di castelli è stato irragionevole per quanto è stato irriducibile (non è stato ad ascoltare nemmeno bossi) e non lo dico da filosofri



certamente (e probabilmente accadrà così). Personalmente sono su questo punto dalla parte di Castelli e della minoranza dei costituzionalisti, ma c'era un 3D qualche mese fa ;)

come ho detto la corte costituzionale può ben smentire la prassi sin qui seguita, la dottrina, prevalente o meno, e soprattutto castelli :sofico:



non c'è nemmeno bisogno che ti dica che epiteti come questi li devi evitare.
Sinceramente mi sono stufato di riprenderti perchè non sai trattenerti dallo scrivere cose del tutto superflue al nocciolo dei tuoi post.

va bene, visto che le prendete sempre così male, non lo faccio più :stordita:

tatrat4d
20-01-2006, 15:03
allora secondo te ha fatto male ha rinviare la legge gasparri? :confused:
della serie visto che berlusconi ha la maggioranza faccia quel che gli pare, basta che non sia incostituzionale (aggiungo palesemente ), per il resto nessuno avrà da ridire sul suo operato
questa per te è la funzione di un presidente della repubblica rispetto a certi dettami costituzionali?
ma allora per questo bastava un semplice notaio che apponesse la firma


IMHO sì.

onesky
20-01-2006, 17:41
onde evitare disinformazione per chi legge questo thread, è bene leggere il messaggio di Ciampi di rinvio alle camere ed evidenziare i veri motivi che hanno fatto dichiarare al Presidente della Repubblica questa legge palesemente incostituzionale

Messaggio del Capo dello Stato di rinvio alle Camere della legge contenente modifiche al codice di procedura penale, in materia di inappellabilità delle sentenze di proscioglimento 20.1.2006

''Onorevoli Parlamentari, mi è stata sottoposta per la promulgazione la legge recante: "Modifiche al codice di procedura penale, in materia di inappellabilità delle sentenze di proscioglimento'', approvata dalla Camera dei Deputati il 21 settembre 2005 e dal Senato della Repubblica il 12 gennaio 2006. Dopo accurata disamina, ritengo di dover formulare alcune osservazioni di fondo, che attengono alla costituzionalità di disposizioni contenute nel testo a me inviato. L'articolo 7 della legge modifica l'articolo 606 del codice di procedura penale che disciplina i casi di ricorso per Cassazione, stabilendo che tra essi rientrano la ''mancata assunzione di una prova decisiva quando la parte ne ha fatto richiesta, sempre che la stessa fosse ammissibile' e la mancanza o la contraddittorietà ovvero la manifesta illogicità della motivazione della sentenza.

Le modificazioni apportate all'articolo 606 del codice di procedura penale, da un lato, sopprimono la condizione che la mancata assunzione di una prova decisiva sia rilevante come motivo di ricorso soltanto se adotta come controprova rispetto a fatti posti a carico o a discarico dal pubblico ministero o dall'imputato; dall'altro, fanno venir meno la condizione che la mancanza o la manifesta illogicità della motivazione debbano emergere esclusivamente dal testo del provvedimento impugnato.

Queste modificazioni generano un'evidente mutazione delle funzioni della Corte di Cassazione, da giudice di legittimità a giudice di merito, in palese contrasto con quanto stabilito dall'articolo 111 della Costituzione, che, al penultimo comma, dispone che ''contro le sentenze e contro i provvedimenti sulla libertà personale, pronunciati dagli organi giurisdizionali ordinari o speciali, è sempre ammesso ricorso per Cassazione per violazione di legge'.

Nei limiti indicati nella precedente formulazione dell'articolo 606 del codice di procedura penale, la valutazione della motivazione demandata dalla Corte di Cassazione atteneva al controllo della legalità della sentenza. Oggi, dalla seconda modificazione introdotta, inevitabilmente discende che la Corte di Cassazione debba procedere al controllo della legalità dell'intero processo, riconsiderandone ogni singolo atto.

Analoga mutazione si verifica per effetto della prima modificazione, nella parte in cui obbliga la Corte al controllo del fascicolo processuale in ogni caso di asserita decisività di qualsiasi prova non ammessa.

Tale mutazione diventerebbe ancora piu' gravida di conseguenze ove i due motivi di ricorso - vizi della motivazione e assunzione di prove - fossero congiuntamente dedotti.

Una Corte Suprema chiamata ad esercitare funzioni di merito di tale estensione perde la sua connotazione principale - ulteriormente esaltata dalla recente riforma dell'ordinamento giudiziario - di ''organo supremo della giustizia" che ''assicura l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge' (articolo 65 del vigente ordinamento giudiziario), il cui carattere insopprimibile è stato ribadito nella lettera inviata il 3 gennaio 2006 al Primo Presidente della Corte di Cassazione dal Presidente del Consiglio di Amministrazione della Rete dei Presidenti delle Corti Supreme giudiziarie dell'Unione Europea.

Il Primo Presidente della Corte di Cassazione ha chiaramente indicato che una delle conseguenze della modifica introdotta sarà l'impossibilità di continuare a utilizzare il meccanismo di selezione dei ricorsi stabilito dall'articolo 610, comma 1, del codice di procedura penale, che ha consentito negli ultimi anni ''una decisiva economia delle risorse, indirizzando verso la settima Sezione penale della Corte (cosidetta sezione ''filtro'', ndr.) il 45 per cento dei procedimenti pervenuti''. Questa circostanza, unita all'ampliamento dei motivi del ricorso per Cassazione, condurrà alla crescita in termini esponenziali del carico di lavoro della Corte e al progressivo accumulo di arretrato. Il rischio è che ne risulti compromesso ''il bene costituzionale dell'efficienza del processo, qual è enucleabile dai principi costituzionali che regolano l'esercizio della funzione giurisdizionale, e il canone fondamentale della razionalità delle norme processuali'' (cfr. la sentenza della Corte Costituzionale n.353 del 1996). Questo rischio va a recare un vulnus al precetto costituzionale del buon andamento dell'amministrazione - articolo 97 della Costituzione - applicabile, secondo la giurisprudenza della Corte Costituzionale, anche agli organi dell'amministrazione della giustizia (cfr. le sentenze della Corte Costituzionale n.86 del 1982 e n.18 del 1989). Tutto ciò è aggravato dalla norma transitoria (articolo 9 della legge) che, da un lato, prevede l'applicabilità anche ai procedimenti pendenti delle nuove disposizioni che ampliano i casi di ricorso per cassazione e, dall'altro, converte in ricorso per cassazione ''l'appello proposto prima della data di entrata in vigore della presente legge contro una sentenza di proscioglimento'.

Un altro problema, strettamente collegato ai precedenti e che si muove in direzione di un netto aggravamento della situazione già posta in evidenza, è quello che deriva dall'articolo 4 della legge, che modifica l'articolo 428 del codice di procedura penale, trasferendo dalla Corte d'Appello alla Corte di Cassazione l'impugnazione della sentenza di non luogo a procedere. Ne deriverà non soltanto un ulteriore aumento di lavoro per la Corte di Cassazione, ma anche, in caso di mancata conferma della sentenza di non luogo a procedere, una regressione del procedimento, che ne allungherà inevitabilmente i tempi di definizione.

È palese la violazione che il sistema sopra descritto determina, nel suo complesso, del principio della ragionevole durata del processo, espressamente consacrato nel secondo comma del già richiamato articolo 111 della Costituzione. Il sistema delle impugnazioni può essere ripensato alla luce dei criteri ispiratori del codice vigente dal 1989. Tuttavia il carattere disorganico e asistematico della riforma approvata è proprio cio' che sta alla base delle rilevate palesi incostituzionalità: una delle finalità della legge avrebbe dovuto essere quella della deflazione del carico di lavoro della giustizia penale, mentre, come si è più sopra posto in luce, la legge approvata provocherà invece un insostenibile aggravio di lavoro, con allungamento certo dei tempi del processo.

La funzione compensativa attribuita all'ampliamento delle ipotesi del ricorso per cassazione ha un effetto inflattivo superiore di gran lunga a quello deflattivo derivante dalla soppressione dell'appello delle sentenze di proscioglimento. Soppressione che, a causa della disorganicità della riforma, fa si che la stessa posizione delle parti nel processo venga ad assumere una condizione di disparità che supera quella compatibile con la diversità delle funzioni svolte dalla parti stesse nel processo. Le assimmetrie tra accusa e difesa costituzionalmente compatibili non devono mai travalicare i limiti fissati dal secondo comma dell'articolo 111 della Costituzione, a norma del quale: ''Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale'. Infine, non lo si dimentichi, è parte del processo anche la vittima del reato costituitasi parte civile, che vede compromessa dalla legge approvata la possibilità di far valere la sua pretesa risarcitoria all'interno del processo penale.

Un'ulteriore incongruenza della nuova legge sta nel fatto che il pubblico ministero totalmente soccombente non puo' proporre appello, mentre ciò gli è consentito quando la sua soccombenza sia solo parziale, avendo ottenuto una condanna diversa da quella richiesta. Infine, rispetto al principio che informa di sè la legge approvata, e cioè l'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento, esistono, nel testo, due norme che appaiono contraddittorie: - l'articolo 577 del codice di procedura penale continua a prevedere la impugnazione delle sentenze di proscioglimento per i reati di ingiuria e diffamazione, senza specificare se essa riguardi anche l'appello; - l'articolo 597, comma 1, lettera b) dello stesso codice, continua a individuare i poteri del giudice nel caso di appello riguardante una sentenza di proscioglimento, appello escluso dalle modificazione ora introdotte.

È altresi' necessario tener presente che l'articolo 36 del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, sulla competenza penale del giudice di pace, continua a consentire l'appello del pubblico ministero contro alcuni tipi di sentenze di proscioglimento. Per i motivi innanzi illustrati, chiedo alle Camere - a norma dell'articolo 74, primo comma, della Costituzione - una nuova deliberazione in ordine alla legge a me trasmessa il 13 gennaio 2006".

Fratello Cadfael
20-01-2006, 18:10
IMMENSO CIAMPI!


E voglio segnalare che raramente si trova una foto più azzeccata da accoppiare a una notizia rispetto a questa che ha messo oggi Repubblica nella versione web:


http://digilander.libero.it/Hank57/immagini/ansa_7424157_03270.jpg

Onisem
20-01-2006, 22:37
Ma Pecorella non è uno degli avvocati di Berlusconi? E dovrebbe riscrivere la giustizia... sono l'unico a trovare la cosa, come dire, "poco ortodossa"?

Lucio Virzì
20-01-2006, 22:51
Ma Pecorella non è uno degli avvocati di Berlusconi? E dovrebbe riscrivere la giustizia... sono l'unico a trovare la cosa, come dire, "poco ortodossa"?

Si, è un terzo avvocato, per gli altri leggi la mia signature :stordita:

Fratello Cadfael
21-01-2006, 12:51
Ma Pecorella non è uno degli avvocati di Berlusconi?
...
Un avvocato? Io pensavo fosse la posizione con cui ci voleva il presidente del consiglio.... :ciapet:

sid_yanar
21-01-2006, 13:21
Ma Pecorella non è uno degli avvocati di Berlusconi? E dovrebbe riscrivere la giustizia... sono l'unico a trovare la cosa, come dire, "poco ortodossa"?


fa parte del solito enorme conflitto di interessi. Diciamo che fa il doppio lavoro: quello di avvocato, che legittimamente persegue gli interessi del proprio assistito e quello di deputato, pagato con i soldi degli italiani e che invece persegue gli interessi illegittimi del proprio capo, magari scrivendo una leggina ad hoc. In un paese normale ciò sarebbe qualcosa di surreale ma nell'italietta berlusconiana oramai si tratta di una norma. Chi non è d'accordo poi, è un pericoloso comunista. :rolleyes:

Lucio Virzì
21-01-2006, 14:11
fa parte del solito enorme conflitto di interessi. Diciamo che fa il doppio lavoro: quello di avvocato, che legittimamente persegue gli interessi del proprio assistito e quello di deputato, pagato con i soldi degli italiani e che invece persegue gli interessi illegittimi del proprio capo, magari scrivendo una leggina ad hoc. In un paese normale ciò sarebbe qualcosa di surreale ma nell'italietta berlusconiana oramai si tratta di una norma. Chi non è d'accordo poi, è un pericoloso comunista. :rolleyes:

Per tacer di Dotti e Previti.... :rolleyes:
Mia signature.

LuVi