Harvester
06-01-2006, 18:22
A noi (comunisti)!
http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/politica/difedicanio/difedicanio/difedicanio.html
Protagonista della vicenda Antonio Filoni, consigliere comunale a Biella
Si era fatto fotografare a braccio teso con un collega di An di fede biancoceleste
Comunista e laziale difende Di Canio
Rifondazione lo caccia dal partito
<B>Comunista e laziale difende Di Canio<br>Rifondazione lo caccia dal partito</B>
Paolo Di Canio saluta i tifosi
TORINO - E' proprio vero che si possono cambiare donne, amici e convinzioni politiche, ma non la squadra del cuore e davanti ai sentimenti delle fede calcistica la ragione dell'ideologia può ben poco. La conferma arriva da Biella, dove Antonio Filoni, consigliere comunale nelle file di Rifondazione, è stato espulso dal suo partito per non aver condannato con la giusta enfasi il saluto romano di Paolo Di Canio. Prima ancora che comunista, Filoni è infatti laziale e ha preferito difendere le ragioni del suo capitano piuttosto che quelle del suo segretario.
Così, davanti alla crescente polemica per il ripetuto gesto fascista dell'attaccante biancoceleste, il politico biellese non ha saputo rimanere indifferente. Innanzitutto ha preso carta e penna e ha scritto alla stampa locale per difendere Di Canio, colpevole a suo parere solo di un eccesso di goliardia. Poi si è consultato con il collega di Alleanza nazionale in consiglio comunale Davide Zappalà, anche lui di fede laziale (il municipio di Biella sembra essere una succursale della Curva Nord, e anche questa è una notizia) e insieme hanno deciso di posare per una foto nella quale salutano romanamente l'obiettivo.
Anche questa nelle intenzioni di Filoni probabilmente doveva essere una goliardata, ma ha scelto un genere di umorismo che il partito di Bertinotti ha dimostrato di non apprezzare. Giusto il tempo di riunire gli organi disciplinari e dalla direzione locale del Prc è partita la lettera di espulsione.
A chiudere la storia, che ricorda le grottesche vicende di don Camillo e Peppone, è arrivato il roboante commento del deputato biellese di Alleanza Nazionale Sandro Delle Vedove. "La scure della 'giustizia' comunista si è abbattuta sul malcapitato consigliere comunale che, amareggiato, saputo il verdetto ha dichiarato di essere più comunista di quelli che l'hanno cacciato...Il 'politburo' casereccio ha deciso con determinazione stalinista che Filoni doveva essere espulso e così è stato".
(6 gennaio 2006)
:asd:
http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/politica/difedicanio/difedicanio/difedicanio.html
Protagonista della vicenda Antonio Filoni, consigliere comunale a Biella
Si era fatto fotografare a braccio teso con un collega di An di fede biancoceleste
Comunista e laziale difende Di Canio
Rifondazione lo caccia dal partito
<B>Comunista e laziale difende Di Canio<br>Rifondazione lo caccia dal partito</B>
Paolo Di Canio saluta i tifosi
TORINO - E' proprio vero che si possono cambiare donne, amici e convinzioni politiche, ma non la squadra del cuore e davanti ai sentimenti delle fede calcistica la ragione dell'ideologia può ben poco. La conferma arriva da Biella, dove Antonio Filoni, consigliere comunale nelle file di Rifondazione, è stato espulso dal suo partito per non aver condannato con la giusta enfasi il saluto romano di Paolo Di Canio. Prima ancora che comunista, Filoni è infatti laziale e ha preferito difendere le ragioni del suo capitano piuttosto che quelle del suo segretario.
Così, davanti alla crescente polemica per il ripetuto gesto fascista dell'attaccante biancoceleste, il politico biellese non ha saputo rimanere indifferente. Innanzitutto ha preso carta e penna e ha scritto alla stampa locale per difendere Di Canio, colpevole a suo parere solo di un eccesso di goliardia. Poi si è consultato con il collega di Alleanza nazionale in consiglio comunale Davide Zappalà, anche lui di fede laziale (il municipio di Biella sembra essere una succursale della Curva Nord, e anche questa è una notizia) e insieme hanno deciso di posare per una foto nella quale salutano romanamente l'obiettivo.
Anche questa nelle intenzioni di Filoni probabilmente doveva essere una goliardata, ma ha scelto un genere di umorismo che il partito di Bertinotti ha dimostrato di non apprezzare. Giusto il tempo di riunire gli organi disciplinari e dalla direzione locale del Prc è partita la lettera di espulsione.
A chiudere la storia, che ricorda le grottesche vicende di don Camillo e Peppone, è arrivato il roboante commento del deputato biellese di Alleanza Nazionale Sandro Delle Vedove. "La scure della 'giustizia' comunista si è abbattuta sul malcapitato consigliere comunale che, amareggiato, saputo il verdetto ha dichiarato di essere più comunista di quelli che l'hanno cacciato...Il 'politburo' casereccio ha deciso con determinazione stalinista che Filoni doveva essere espulso e così è stato".
(6 gennaio 2006)
:asd: