Fratello Cadfael
05-01-2006, 16:22
Discorsetto di inizio anno
E’ bello quando i fan ti scrivono e-mail. Nel vecchio sito, molti volevano che abbandonassi il Flash in modo da permettergli di copiare i miei testi per spedirli agli amici. Io rispondevo sempre:
-Grazie del gentile interessamento, cercherò di rimediare.- Ma nella mia testa pensavo:-Succhiatemi il cazzo.-
Poi una di voi mi ha convinto altrimenti. Anche se non so nulla di computer, per fortuna ho un amico che è come Keanu Reeves in Matrix; ed eccomi qua.
Dopo due mesi di prova, un primo sommario dell’avventura: confusione, complimenti e critiche, tutte cose che non si possono mettere in lavatrice.
Come tutte le innovazioni di successo, internet ha raggiunto le proporzioni attuali lucrando su un bisogno ancora non soddisfatto dal mercato: quello di un modo più efficiente per inviare posta indesiderata e ricevere foto di minorenni prosperose che fanno sesso anale non protetto. ( Sul web incontri di tutto. Scrivi su Google: “sesso+gruppo+mucche morte incinte”, Google prontamente ti chiede:”specificare tipo di mucca.” )
Su questo blog ( nella chat, nelle lettere ) alcuni di voi ultimemente invocano un mio aiuto su decisioni politiche (movimenti di controinfo, lotte ecc.) ed elettorali ( chi votare? ). Addirittura c’è anche chi ha pensato di coinvolgermi per usare la mia notorietà come “testimonial” durante azioni sul territorio.
Io diffido della massa e del suo bisogno di un capogruppo, di un leader. Strano che accada sul web: la rete è orizzontale e interconnessa. Sono i partiti politici ad avere una struttura piramidale top-down. Per un cybernauta, la pretesa dei leader di ergersi a capo dovrebbe essere irritante. Figuriamoci fomentarla. Eppure.
La satira, per definizione, è contro il potere. Contro ogni potere. E’ una combinazione di ribellione e irriverenza e mancanza di rispetto per l’autorità.
Come si uccide la satira? Dandole potere. Per questo l’attenzione che i media riservano alla satira va temuta come una malattia incurabile. O come un elogio di Marcello Dell'Utri.
(Daria Bignardi:-Chi stima fra i giovani giornalisti?-
Dell'Utri:-Luca Sofri e Filippo Facci.-)
Un autore satirico deve saper resistere alla tentazione del potere. Certo, ogni battuta contiene una piccola verità, è questa che ci fa sorridere; ma se cominci a pensare che il tuo compito di autore satirico sia quello di “dire la verità”, hai già ceduto alla tentazione del potere.
A poco a poco, quasi senza accorgertene, ti dimentichi della satira e finisci per concentrarti sulla “denuncia”. Che fra l'altro è un giochino più facile ( la satira è un’arte, la denuncia la sanno fare tutti ) e dà soddisfazioni più grossolane.
Mammamaria, in chat, ha commentato:-Daniele non è un leader.- Alcuni hanno obiettato, altri convenuto. A nessuno è venuta in mente la terza ipotesi: che in realtà c’è chi non vuole esserlo, un leader.
E’ una lusinga ( quella del potere ) che identificai quando l’Espresso mise la mia foto in copertina all’epoca di Satyricon e a cui cerco di resistere il più possibile. ( Oggi mi ha cercato Conti del Corriere della Sera. Non risponderò. )
La satira è esercizio di libertà. La libertà è qualcosa che tu hai già, non sono altri a dartela. Per questo, nessuno può vantarsene (come fa sempre Berlusconi:-Nelle mie reti c’è la massima libertà!-). Per questo ha commesso un grosso errore chi è andato da Celentano a farsi dare il microfono.
La libertà al massimo possono togliertela. Foucault, il pensatore del potere, sottolineava come il potere si nutra proprio della libertà degli uomini.
A un leader viene riconosciuta di solito una eccellenza particolare, fra i cui connotati uno dei più importanti è l’assenza di contraddizioni. -E' senza macchia!-
La satira, che è libertà, è il contrario: la sua forza è proprio la contraddizione, il riconoscere che la natura umana è contraddittoria. E’ la lezione di Lenny Bruce: un autore satirico non è migliore dei suoi bersagli. Nessuno è senza macchia. Quando Bruce attaccava il card. Spellman, gli strali erano un tutt’uno col racconto della propria miseria umana, ne erano il sottotesto costante.
Come direbbe Foucalt, non esiste un fuori dal potere.
Ma anche se non siamo padroni di noi fino in fondo, possiamo cercare di resistere al dominio. Chi crede di essere migliore; e addita il malcostume altrui con piglio da Savonarola; e accetta investiture popolari ( la “democrazia dal basso”, massì ); e si fa leader; e lascia che l’establishment dell’informazione lo tratti come tale; chi accetta tutto questo ha già ceduto alla tentazione del potere.
Talia, dea della comicità, dopo un po’ lo abbandona. Alla lunga, il satiro potente finisce nella polvere, come tutti i potenti.
Il vostro compito? Aiutare me, e gli altri che potrebbero cascarci, a non cedere a questa lusinga. La satira dev'essere contro ogni potere, anche contro il potere della satira.
Il card. Spellman è morto, Lenny Bruce vive.
( Ho provato questo discorsetto per tre settimane davanti al mio cane. Per cui quando ho finito non applaudite. Venite qui ad annusarmi il pacco. )
fonte: http://www.danieleluttazzi.it/?q=node/242
E’ bello quando i fan ti scrivono e-mail. Nel vecchio sito, molti volevano che abbandonassi il Flash in modo da permettergli di copiare i miei testi per spedirli agli amici. Io rispondevo sempre:
-Grazie del gentile interessamento, cercherò di rimediare.- Ma nella mia testa pensavo:-Succhiatemi il cazzo.-
Poi una di voi mi ha convinto altrimenti. Anche se non so nulla di computer, per fortuna ho un amico che è come Keanu Reeves in Matrix; ed eccomi qua.
Dopo due mesi di prova, un primo sommario dell’avventura: confusione, complimenti e critiche, tutte cose che non si possono mettere in lavatrice.
Come tutte le innovazioni di successo, internet ha raggiunto le proporzioni attuali lucrando su un bisogno ancora non soddisfatto dal mercato: quello di un modo più efficiente per inviare posta indesiderata e ricevere foto di minorenni prosperose che fanno sesso anale non protetto. ( Sul web incontri di tutto. Scrivi su Google: “sesso+gruppo+mucche morte incinte”, Google prontamente ti chiede:”specificare tipo di mucca.” )
Su questo blog ( nella chat, nelle lettere ) alcuni di voi ultimemente invocano un mio aiuto su decisioni politiche (movimenti di controinfo, lotte ecc.) ed elettorali ( chi votare? ). Addirittura c’è anche chi ha pensato di coinvolgermi per usare la mia notorietà come “testimonial” durante azioni sul territorio.
Io diffido della massa e del suo bisogno di un capogruppo, di un leader. Strano che accada sul web: la rete è orizzontale e interconnessa. Sono i partiti politici ad avere una struttura piramidale top-down. Per un cybernauta, la pretesa dei leader di ergersi a capo dovrebbe essere irritante. Figuriamoci fomentarla. Eppure.
La satira, per definizione, è contro il potere. Contro ogni potere. E’ una combinazione di ribellione e irriverenza e mancanza di rispetto per l’autorità.
Come si uccide la satira? Dandole potere. Per questo l’attenzione che i media riservano alla satira va temuta come una malattia incurabile. O come un elogio di Marcello Dell'Utri.
(Daria Bignardi:-Chi stima fra i giovani giornalisti?-
Dell'Utri:-Luca Sofri e Filippo Facci.-)
Un autore satirico deve saper resistere alla tentazione del potere. Certo, ogni battuta contiene una piccola verità, è questa che ci fa sorridere; ma se cominci a pensare che il tuo compito di autore satirico sia quello di “dire la verità”, hai già ceduto alla tentazione del potere.
A poco a poco, quasi senza accorgertene, ti dimentichi della satira e finisci per concentrarti sulla “denuncia”. Che fra l'altro è un giochino più facile ( la satira è un’arte, la denuncia la sanno fare tutti ) e dà soddisfazioni più grossolane.
Mammamaria, in chat, ha commentato:-Daniele non è un leader.- Alcuni hanno obiettato, altri convenuto. A nessuno è venuta in mente la terza ipotesi: che in realtà c’è chi non vuole esserlo, un leader.
E’ una lusinga ( quella del potere ) che identificai quando l’Espresso mise la mia foto in copertina all’epoca di Satyricon e a cui cerco di resistere il più possibile. ( Oggi mi ha cercato Conti del Corriere della Sera. Non risponderò. )
La satira è esercizio di libertà. La libertà è qualcosa che tu hai già, non sono altri a dartela. Per questo, nessuno può vantarsene (come fa sempre Berlusconi:-Nelle mie reti c’è la massima libertà!-). Per questo ha commesso un grosso errore chi è andato da Celentano a farsi dare il microfono.
La libertà al massimo possono togliertela. Foucault, il pensatore del potere, sottolineava come il potere si nutra proprio della libertà degli uomini.
A un leader viene riconosciuta di solito una eccellenza particolare, fra i cui connotati uno dei più importanti è l’assenza di contraddizioni. -E' senza macchia!-
La satira, che è libertà, è il contrario: la sua forza è proprio la contraddizione, il riconoscere che la natura umana è contraddittoria. E’ la lezione di Lenny Bruce: un autore satirico non è migliore dei suoi bersagli. Nessuno è senza macchia. Quando Bruce attaccava il card. Spellman, gli strali erano un tutt’uno col racconto della propria miseria umana, ne erano il sottotesto costante.
Come direbbe Foucalt, non esiste un fuori dal potere.
Ma anche se non siamo padroni di noi fino in fondo, possiamo cercare di resistere al dominio. Chi crede di essere migliore; e addita il malcostume altrui con piglio da Savonarola; e accetta investiture popolari ( la “democrazia dal basso”, massì ); e si fa leader; e lascia che l’establishment dell’informazione lo tratti come tale; chi accetta tutto questo ha già ceduto alla tentazione del potere.
Talia, dea della comicità, dopo un po’ lo abbandona. Alla lunga, il satiro potente finisce nella polvere, come tutti i potenti.
Il vostro compito? Aiutare me, e gli altri che potrebbero cascarci, a non cedere a questa lusinga. La satira dev'essere contro ogni potere, anche contro il potere della satira.
Il card. Spellman è morto, Lenny Bruce vive.
( Ho provato questo discorsetto per tre settimane davanti al mio cane. Per cui quando ho finito non applaudite. Venite qui ad annusarmi il pacco. )
fonte: http://www.danieleluttazzi.it/?q=node/242