Adric
30-12-2005, 10:01
Il Wwf traccia un bilancio
Ambiente 2005 – Un anno di record negativi
Disastri naturali, temperature record e crescita senza controllo della Cina
Disastri naturali, temperature record e crescita senza controllo della Cina. La pubblicazione del primo rapporto che documenta gli effetti dell'azione antropica sull'ecosistema pianeta, l'entrata in vigore del protocollo di Kyoto e la rara scoperta di un mammifero terrestre nel Borneo. Questi alcuni degli eventi che hanno caratterizzato dal punto di vista ambientale il 2005. Il bilancio «verde» internazionale si chiude con un saldo negativo, le buone notizie infatti non bilanciano le cattive. In Italia i conti dell'anno si chiudono ancora più «profondamente» in rosso per la mancata strategia politica e per l'incremento delle emissioni di gas serra.
Il 2005 è stato ancora una volta un anno di numerosi disastri naturali di clamorose proporzioni i cui effetti sono stati resi ancora una volta più gravi a causa dell'intervento umano, tanto che ormai si è largamente diffusa a livello internazionale la terminologia di «disastri innaturali».
Iniziato con la conta degli oltre 200mila morti causati dallo tsunami nell'Oceano Indiano del 26 dicembre del 2004, si stima che le catastrofi dell'anno che sta per concludersi hanno provocato oltre 300mila vittime nel mondo.
I danni economici accertati a causa dei cataclismi avvenuti sono stati di circa 200 miliardi di dollari con incrementi importanti in rapporto agli ultimi anni.
Fra le catastrofi con gli effetti peggiori, c'è di sicuro l'uragano Katrina, che ha quasi distrutto New Orleans, provocando 1.200 morti e circa 100 miliardi di dollari di danni. Un potente uragano che ha causato gravi danni nella parte sud-est degli Stati Uniti e che verrà riconosciuto come tra i peggiori disastri naturali che abbiano sinora colpito gli Stati Uniti, sia in termini di vittime umane sia per i danni economici, certo il peggiore dal 1900, anno dell'uragano di Galveston, che uccise tra le 8.000 e le 12.000 persone.
L'intensificarsi nel 2005 degli uragani del Pacifico sono stati analizzati e studiati come tendenza degli ultimi 30 anni con indicazioni significative rispetto ad una loro connessione con l'incremento delle temperature della superficie del mare in quelle aree (vedasi le ricerche del noto climatologo ed esperto di uragani Kerry Emanuel del Massachusetts Institute of Technology – MIT).
Il 2005 ha inoltre registrato anche temperature record, le più elevate da quando esistono rilevazioni scientifiche negli ultimi 100 anni, secondo le analisi dell'autorevolissimo Goddard Institute for Space Studies della Nasa.
Anche l'ultima Conferenza delle Parti della Convenzione quadro sul clima tenutasi a Montreal ai primi di dicembre ha visto proseguire la pervicace opposizione degli Stati Uniti ad impegnarsi in riduzioni delle emissioni di gas serra.
Nel marzo di quest'anno la comunità scientifica internazionale ha reso noto il riassunto del più autorevole rapporto mai pubblicato sullo stato degli ecosistemi del pianeta, il «Millennium Ecosystem Assessment». Gli scienziati documentano chiaramente come negli ultimi 50 anni l'intervento umano ha profondamente modificato gli ecosistemi del pianeta ed i servizi che essi rendono all'economia umana e come nei prossimi 50 anni, se non cambieranno le politiche, la situazione potrebbe deteriorasi ulteriormente creando problemi ancor più gravi alla sopravvivenza di una popolazione umana che, nel 2050, potrebbe aver superato i 9 miliardi (rispetto agli attuali 6,47).
Inoltre, il grande Summit delle Nazioni Unite sugli obiettivi del Millennio (che nel settembre 2005 ha fatto il punto, cinque anni dopo la dichiarazione e gli impegni presi nel 2000 dai governi di tutto il pianeta per dimezzare la povertà ed avviare il mondo verso uno sviluppo sostenibile) ha dovuto prendere atto che pochissimo è stato fatto per raggiungere gli obiettivi prefissati. Più passa il tempo più peggiorano le situazioni e più difficile diventa la loro soluzione.
Un capitolo emblematico è quello della Cina: quest'anno produzione record, consumi record delle risorse naturali come acqua, territorio e materie prime. Tutti elementi scatenanti per incidenti e danni all'ambiente, come i numerosi incidenti nelle miniere di carbone o l'ultimo allarme benzene, scattato il 13 novembre scorso nel nord est della Cina, quando esplosioni in una fabbrica chimica avevano provocato il riversamento nel fiume Shonghua di oltre 100 tonnellate della sostanza. Dal Shonghua, affluente dell'Amur, la chiazza e' arrivata fino in Siberia.
Per l'Italia le cose non vanno meglio. Si continuano ad aumentare le emissioni di gas serra e abbiamo conquistato la maglia nera delle procedure d'infrazione a livello comunitario. Quest'anno per la prima volta si è arrivati a ben 70 procedure d'infrazione, 10 delle quali per non aver dato seguito alle richieste di chiarimento della Commissione. Due le condanne per violazione delle normative sui rifiuti e una multa di 700 milioni di euro per mancata applicazione del Protocollo di Kyoto.
(Fonte Wwf)
(29 Dicembre 2005)
(Villaggio Globale)
Ambiente 2005 – Un anno di record negativi
Disastri naturali, temperature record e crescita senza controllo della Cina
Disastri naturali, temperature record e crescita senza controllo della Cina. La pubblicazione del primo rapporto che documenta gli effetti dell'azione antropica sull'ecosistema pianeta, l'entrata in vigore del protocollo di Kyoto e la rara scoperta di un mammifero terrestre nel Borneo. Questi alcuni degli eventi che hanno caratterizzato dal punto di vista ambientale il 2005. Il bilancio «verde» internazionale si chiude con un saldo negativo, le buone notizie infatti non bilanciano le cattive. In Italia i conti dell'anno si chiudono ancora più «profondamente» in rosso per la mancata strategia politica e per l'incremento delle emissioni di gas serra.
Il 2005 è stato ancora una volta un anno di numerosi disastri naturali di clamorose proporzioni i cui effetti sono stati resi ancora una volta più gravi a causa dell'intervento umano, tanto che ormai si è largamente diffusa a livello internazionale la terminologia di «disastri innaturali».
Iniziato con la conta degli oltre 200mila morti causati dallo tsunami nell'Oceano Indiano del 26 dicembre del 2004, si stima che le catastrofi dell'anno che sta per concludersi hanno provocato oltre 300mila vittime nel mondo.
I danni economici accertati a causa dei cataclismi avvenuti sono stati di circa 200 miliardi di dollari con incrementi importanti in rapporto agli ultimi anni.
Fra le catastrofi con gli effetti peggiori, c'è di sicuro l'uragano Katrina, che ha quasi distrutto New Orleans, provocando 1.200 morti e circa 100 miliardi di dollari di danni. Un potente uragano che ha causato gravi danni nella parte sud-est degli Stati Uniti e che verrà riconosciuto come tra i peggiori disastri naturali che abbiano sinora colpito gli Stati Uniti, sia in termini di vittime umane sia per i danni economici, certo il peggiore dal 1900, anno dell'uragano di Galveston, che uccise tra le 8.000 e le 12.000 persone.
L'intensificarsi nel 2005 degli uragani del Pacifico sono stati analizzati e studiati come tendenza degli ultimi 30 anni con indicazioni significative rispetto ad una loro connessione con l'incremento delle temperature della superficie del mare in quelle aree (vedasi le ricerche del noto climatologo ed esperto di uragani Kerry Emanuel del Massachusetts Institute of Technology – MIT).
Il 2005 ha inoltre registrato anche temperature record, le più elevate da quando esistono rilevazioni scientifiche negli ultimi 100 anni, secondo le analisi dell'autorevolissimo Goddard Institute for Space Studies della Nasa.
Anche l'ultima Conferenza delle Parti della Convenzione quadro sul clima tenutasi a Montreal ai primi di dicembre ha visto proseguire la pervicace opposizione degli Stati Uniti ad impegnarsi in riduzioni delle emissioni di gas serra.
Nel marzo di quest'anno la comunità scientifica internazionale ha reso noto il riassunto del più autorevole rapporto mai pubblicato sullo stato degli ecosistemi del pianeta, il «Millennium Ecosystem Assessment». Gli scienziati documentano chiaramente come negli ultimi 50 anni l'intervento umano ha profondamente modificato gli ecosistemi del pianeta ed i servizi che essi rendono all'economia umana e come nei prossimi 50 anni, se non cambieranno le politiche, la situazione potrebbe deteriorasi ulteriormente creando problemi ancor più gravi alla sopravvivenza di una popolazione umana che, nel 2050, potrebbe aver superato i 9 miliardi (rispetto agli attuali 6,47).
Inoltre, il grande Summit delle Nazioni Unite sugli obiettivi del Millennio (che nel settembre 2005 ha fatto il punto, cinque anni dopo la dichiarazione e gli impegni presi nel 2000 dai governi di tutto il pianeta per dimezzare la povertà ed avviare il mondo verso uno sviluppo sostenibile) ha dovuto prendere atto che pochissimo è stato fatto per raggiungere gli obiettivi prefissati. Più passa il tempo più peggiorano le situazioni e più difficile diventa la loro soluzione.
Un capitolo emblematico è quello della Cina: quest'anno produzione record, consumi record delle risorse naturali come acqua, territorio e materie prime. Tutti elementi scatenanti per incidenti e danni all'ambiente, come i numerosi incidenti nelle miniere di carbone o l'ultimo allarme benzene, scattato il 13 novembre scorso nel nord est della Cina, quando esplosioni in una fabbrica chimica avevano provocato il riversamento nel fiume Shonghua di oltre 100 tonnellate della sostanza. Dal Shonghua, affluente dell'Amur, la chiazza e' arrivata fino in Siberia.
Per l'Italia le cose non vanno meglio. Si continuano ad aumentare le emissioni di gas serra e abbiamo conquistato la maglia nera delle procedure d'infrazione a livello comunitario. Quest'anno per la prima volta si è arrivati a ben 70 procedure d'infrazione, 10 delle quali per non aver dato seguito alle richieste di chiarimento della Commissione. Due le condanne per violazione delle normative sui rifiuti e una multa di 700 milioni di euro per mancata applicazione del Protocollo di Kyoto.
(Fonte Wwf)
(29 Dicembre 2005)
(Villaggio Globale)