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View Full Version : La clonazione coreana? Un falso Ma da noi nessuno lo saprà


Ewigen
24-12-2005, 13:04
IMBARAZZO IN SUD COREA
Il governo finanziò il suo laboratorio con quaranta milioni di dollari Il cardinale Kim commenta: «Una vergogna per l’intero Paese»

Seul, truffa sulle staminali
Smascherato il professore

Il ricercatore Hwang ha falsificato i dati sulla clonazione di cellule embrionali
Le dimissioni dopo la scoperta dei vertici dell’Università

Da Seul

Da eroe nazionale a manipolatore: il pioniere della clonazione umana, il sud-coreano Hwang Woo-Suk, si è dimesso dopo che la commissione scientifica della Seul National University ha confermato che i dati sulla clonazione di cellule embrionali umane pubblicati sulla rivista americana Science «sono stati costruiti ad arte e non sono il risultato di semplici errori. È difficile per Hwang non assumersene la responsabilità. È un atto grave che danneggia le fondamenta della scienza », ha detto la direttrice della commissione, Roe Jung-hy. Immediate le dimissioni dello scienziato 53enne. «Lascio l'incarico di professore della Seul National University, chiedendo scusa per aver causato turbamento e delusione», ha detto Hwang, a cui il governo di Seul concesse circa 40 milioni di dollari in finanziamenti per la ricerca. Lo scienziato ha tuttavia difeso la tecnologia utilizzata per la controversa clonazione di embrioni umani: «È una realtà che appartiene alla Corea del Sud», ha sottolineato. Il governo sudcoreano si è detto «afflitto» per la rivelazione. Il viceministro per la Scienza e la Tecnologia, Choi Sung-sik, ha ammesso che è impossibile recuperare i fondi stanziati per il laboratorio di Hwang, ma ha annunciato che il suo dicastero intende interrompere ulteriori finanziamenti. Il cardinale Stephen Kim Sou-hwan - riporta AsiaNews - ha definito «una vergogna» che non permette alla Corea neppure di «sostenere lo sguardo del mondo», quanto accaduto. A conclusione dell'inchiesta, aperta in novembre quando furono sollevati dubbi etici sul lavoro di Hwang, la commissione ha stabilito che lo scienziato falsificò la ricerca pubblicata nel maggio del 2005, in modo da dimostrare di aver prodotto undici cellule madri di embrioni umani mentre in realtà ne aveva ottenute solo due. La commissione adesso dovrà stabilire se le due cellule appartengano davvero al paziente citato da Hwang nell'articolo di Science. Il gruppo di ricerca aveva annunciato nel febbraio 2004 di essere riuscito a clonare embrioni umani e di averne estratto cellule staminali. La "scoperta" di Hwang era stata salutata da molti come un passo avanti fondamentale nella biomedicina applicata, un evento insomma degno del premio Nobel. Perfino la Borsa di Seul, sull'onda dell'entusiasmo, aveva avuto un'impennata, e il governo sudcoreano in ottobre aveva finanziato l'apertura della prima Banca mondiale di cellule staminali. I problemi per Hwang erano iniziati a novembre, quando dovette ammettere di aver prelevato ovociti da due ricercatrici del laboratorio, a scopo di ricerca sulla clonazione delle cellule staminali embrionali. Già da alcune settimane numerosi esperti avevano espresso dubbi sul lavoro del pioniere delle staminali, famoso anche per la clonazione del primo cane, Snuppy. Hwang, dopo un breve periodo di ricovero per debilitazione dovuta allo stress lavorativo, era tornato al suo laboratorio il 12 dicembre e quattro giorni dopo aveva difeso le sue ricerche in una conferenza stampa teletrasmessa in diretta con milioni di sudcoreani. Davanti ai connazionali il ricercatore aveva assicurato che il suo team «ha creato davvero 11 cellule staminali clonate su misura e dispone della tecnologia per continuare a farlo. Non ci sono stati né falsi né frode». Delle cellule clonate ne restavano in vita cinque, e il veterinario assicurava che potevano essere sottoposte a verifica. «Risulterà allora chiaro - aveva sottolineato - che si tratta davvero di cellule con lo stesso Dna dei pazienti afflitti da malattie incurabili dai quali sono state prelevate». Ma ieri, è arrivata la doccia fredda. Il capo ricercatore dell'università di Seul Roe Jung-Hye ha rilevato che i dati forniti da Hwang era fabbricati intenzionalmente, non frutto di un errore casuale. Anche se il grado della sua responsabilità in tale frode non era stato ancora precisato. E dopo aver cercato di restare in bilico sull'orlo dell'abisso, l'eroe nazionale che amava dichiarare che «dalla mattina presto fino a tarda nott e vorrei soltanto fare ricerca, ogni giorno» è caduto nella polvere. (R.E.)



Un caso che nel nostro Paese aveva fatto molto clamore

La clonazione coreana? Un falso Ma da noi nessuno lo saprà

Com’è possibile che una rivista prestigiosa abbia pubblicato un lavoro di rilievo senza controlli?
Marina Corradi

Il dottor Hwang Woo-Suk a maggio era stato proiettato sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo: era riuscito a produrre delle cellule staminali embrionali, clonate a partire da cellule adulte di undici malati gravi. Cellule staminali "su misura" che avrebbero rapidamente permesso di curare pazienti affetti da diabete, da lesioni del midollo spinale, da immunodeficienze.
L'entusiasmo e la speranza erano rimbalzati ovunque, dai media amplificati - soprattutto in Italia, dove si era nell'imminenza del referendum. Tutto un argomentare sulla modernità avanzante, altrove, e sulle biotecnologie trionfatrici là dove non sono accalappiate dalla morsa clericale e oscurantista; e su quanto tutto questo sarebbe costato all'Italia, e su come saremmo rimasti indietro nell'industria del terzo millennio - costretti poi, quei brevetti, a comprarceli a caro prezzo dalla Corea del Sud, o da altri paesi lasciati liberi di conquistarsi il futuro. (E tutti, in tanto progressista entusiasmo, a metter fra le righe, come irrilevante, il fatto che quelle cellule prodigiose venivano da embrioni. Fabbricati su misura solo per curare i loro padri genetici).
E ora che il dottor Hwang Woo-Suk di Seul, indagato da una commissione di colleghi per certi dati che non tornavano nei suoi lavori, ha lasciato la cattedra universitaria e ha ammesso di avere falsificato la sua ricerca (nove delle undici linee di staminali sviluppate non sono mai esistite, si attendono gli esiti degli esami per verificare se almeno due clonazioni sono autentiche), ora si metterà in moto un'onda mediatica uguale e contraria per dire che le promesse di Seul non erano vere?
Pareva che in Corea avessero finalmente trovato il modo di liberare gli uomini dal male, sia pure al prezzo di sacrificarne alcuni - piccolissimi, però - e si magnificava l'alto tasso di efficienza del dottor Hwang Woo-Suk, solo 185 ovuli per 11 linee staminali, che produttività fantastica. Se ne scriveva come si fosse trovato una nuova fonte di energia per i motori a scoppio: con entusiasmo da nuova alba preindustriale. E noi, povera Italia, che saremmo rimasti indietro, e quanto ci sarebbe costato.
Ma la ricerca era in buona parte, se non del tutto, un falso. Ora la Corea del Sud rimpiange i 40 milioni di dollari investiti in quelle provette. Mentre sorgono altre domande: com'è possibile che una rivista del prestigio di "Science" abbia pubblicato un lavoro di tale rilievo, senza controllarlo? I prodigiosi "pezzi di ricambio" - umani - di Seul sono diventati verità mediatica prima di esserlo scientificamente. E lo rimarranno a lungo: le parole della televisione restano, anche se i professori si dimettono. Succede qualcosa di simile a quanto va accadendo con la Ru 486. Da noi sta arrivando, acclamata come l'aborto "semplice", mentre sul New England Medical Journal un docente della Harvard Medical School venti giorni fa ha segnalato due casi di tossicità mortale in otto mesi negli Usa, che vuol dire un tasso di mortalità di 1 su 100.000, contro lo 0,1 su 100.000 dell'aborto chirurgico. Ma da noi è tutta una corsa ad adottare la pillola dell'aborto "leggero" - l'onda delle parole va in questa direzione. E' la modernità, il progresso che preme. E non c'è tempo, nemmeno per capire.


(Avvenire)


:asd:

Ziosilvio
24-12-2005, 14:29
Ne parla anche Il Messaggero di oggi.

E non sarebbe la prima volta che una rivista importante pubblica un articolo controverso: si pensi al caso di Nature con il lavoro di Benveniste sulla memoria dell'acqua (http://en.wikipedia.org/wiki/Jacques_Benveniste).

jumpermax
24-12-2005, 14:53
Ne parla anche Il Messaggero di oggi.

E non sarebbe la prima volta che una rivista importante pubblica un articolo controverso: si pensi al caso di Nature con il lavoro di Benveniste sulla memoria dell'acqua (http://en.wikipedia.org/wiki/Jacques_Benveniste).
Beh è che in questo caso viene buono per le crociate. ;)
Notare poi con quanto sprezzo del ridicolo si vuol prendere come dato statistico attendibile 2 casi di mortalità su 100'000... a proposito ecco cosa invece non leggerete mai sull'avvenire, un'informazione non distorta a proprio uso e consumo
:read:


http://it.health.yahoo.net/p_news.asp?id=13858
La denuncia. L’interruzione di gravidanza mediante pillola abortiva può comportare un rischio di mortalità per complicazioni infettive più elevato di quello registrato in caso di aborto chirurgico. La denuncia arriva da uno studio pubblicato dal New England Journal of Medicine.



I casi clinici. Tra il 2003 ed il 2005 si sono registrati negli Usa 4 decessi per infezione uterina da Clostridium sordellii in seguito a interruzione di gravidanza mediante pillola abortiva. “Questi 4 casi dimostrano che esistono rischi di infezioni associate all’interruzione di gravidanza mediante pillola abortiva come ce ne sono nel caso degli aborti chirurgici”, spiega Marc Fisher degli US Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta. Il rischio di mortalità, puntualizza Fischer, è associato alla procedura abortiva nel suo complesso e non a effetti collaterali del farmaco.

Il batterio Clostridium sordellii vive in natura nell’intestino e nella vagina umani, ma non nell’utero. Le infezioni fatali sono assai rare. Come il batterio abbia raggiunto l’utero delle vittime rimane un mistero: non è stato ancora compreso se l’infezione sia in qualche modo associata con l’utilizzo di pillola abortiva e se sì come i due fattori possano essere legati. “Non è stata stabilita alcuna relazione causale tra la terapia e i decessi delle donne descritti nell’articolo pubblicato dal NEJM”, puntualizza Cynthia Summers, portavoce dell’azienda farmaceutica che produce e distribuisce la pillola abortiva negli Usa.



I commenti. “Queste morti hanno importanti implicazioni sia per l’assistenza individuale ai pazienti sia per la Sanità pubblica”, afferma Michael Greene, ex presidente del FDA Reproductive Health Drugs Advisory Committee. “Uno degli aspetti più disturbanti della vicenda è il seguente: tutte le donne erano giovani e sane, le procedure di aborto sono risultate condotte in modo impeccabile in tutti e 4 i casi, le donne non hanno avuto febbre e sono morte rapidamente dopo l’infezione”. Greene afferma in un editoriale sempre sul NEJM che il tasso di mortalità registrato nelle interruzioni di gravidanza mediante pillola abortiva è di 1 su 100.000, drasticamente più elevato dell’aborto chirurgico effettuato prima dell’ottava settimana. Ma si tratta comunque di numeri bassi, e i dubbi sulla validità statistica delle rivelazioni in merito sono molti: “Si tratta di rischi entrambi molto bassi. Tanto che non credo che si riesca neanche a distinguere tra l’uno e l’altro”, spiega David Grimes di Family Health International.


4 casi in tutto, su cui non si sa bene l'interazione tra farmaco ed azione del batterio. Ma già basta a chi ha interesse a strumentalizzare la vicenda per partire con la crociata... ;)

Banus
24-12-2005, 15:34
Avevo avuto notizia dei sospetti di falsificazione un po' ti tempo fa, qui:
http://sciencenow.sciencemag.org/cgi/content/full/2005/1206/1?rss=1
quando erano state notate alcune foto duplicate, che hanno portato alle indagini prima e alla scoperta della manipolazione dei dati poi.
Casi del genere non sono rari e spesso servono anni prima che siano smentiti, a causa della pressione sulle pubblicazioni (o pubblichi, o non hai finanziamenti) e alla difficoltà di replicare tutti i risultati pubblicati (e quindi spesso si va a fede). E' comunque positivo che siano segnalati e messi in evidenza.

Sulla mortalità dell'aborto, non mi tornano i numeri. Da molte fonti leggo una mortalità di circa 1/100.000 per l'aborto chirurgico e 1/10.000 per il parto: lo 0,1 su 100.000 mi pare eccessivamente ottimistico (forse proiezione basata sugli inteventi recenti, più sicuri?).
Sui problemi della pillola, leggo sulla CNN che in tutti i casi di infezione mortale la RU-486 non è stata usata nel modo consigliato (vale a dire è stata scelta l'applicazione in loco al posto dell'assunzione orale), quindi il problema non sarebbe nell'uso della pillola, ma nella procedura medica.
http://www.cnn.com/2005/HEALTH/07/20/abortion.pill.ap/
Eliminati questi casi la RU-486 sembra addirittura più sicura dell'aborto chirurgico (1 caso di morte su 500.000 in Europa):
http://www.religioustolerance.org/aboru486d.htm

Darkdragon
24-12-2005, 16:02
molto spesso alcuni scienziati danno notizie eclatanti per avere i fondi, magari senza avere ancora nulla in mano.
io ritengo che la cosa sia possibile, ma restando nei limiti, ha ottenuto milioni di dollari per un po d aria, questo mi pare eccessivo

Lorekon
25-12-2005, 10:53
è già successo un paio di volte, credo sempre su Nature...

a volte il sistema fallisce, succede...

il fatto è che il "panel" editoriale che legge gli articoli, i reviewer etc.. conoscono il nome dell'autore, e spesso già questo basta a far passare il lavoro (e NON DOVREBBE!). Ovviamente l'autore invece non conosce i reviewer (per evitare personalismi e vendette, i ricercatori sono dei bambini :D )

l'obiezione dei reviewer è "si ma io leggendo il lavoro capisco già che l'ha fatto" è sensata ma opinabile, io comunque sarei per non farglielo sapere, poi se indovinano pazienza, ma cmq non deve essere un metro di giudizio.


in ogni caso, se una roba è falsa, prima o poi salta fuori, gli esperimenti devono essere "almeno vagamente" ripetibili. Questo non vale solo per le scienze "esatte", ma anche per medicina e biologia: i fenomeni si ripetono.


spiace vedere tutta la vicenda strumentalizzata a fine anti-scientifico e oscurantista.