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View Full Version : Russia: Putin mette sotto controllo le Organizzazioni non Governative


Adric
23-12-2005, 19:29
Russia: Putin mette sotto controllo le Ong

Venerdì, 23 dicembre
Appunti Le proteste delle ong non hanno commosso Putin: da oggi su chi opera in Russia, magari a favore di orfani, poveri e malati privi di assistenza cala il monitoraggio costante e molto più stringente dell'appparato statale. Il timore del Cremlino, dichiarato anche sulla stampa russa, è che dietro all'attività di molte ong si nascondano finanziamenti a gruppi politici che potrebbero destabilizzare il quadro politico russo. Il precedente più vistoso è quello dell'Ucraina, dove la rivoluzione arancione venne spinta anche da attivisti di gruppi per diffusione della democrazia finanziati dagli Stati Uniti.

Risultato, una classe politica liberamente eletta dagli ucraini, che oggi pone a Mosca molti problemi: Kiev, scrive la Pravda, chiede l'inventario delle navi della marina russa ancorata nel mar Nero, Mosca aumenta agli ucraini il prezzo del gas. Ma cosa c'entra tutto questo con l'attività in Russia di ecologisti, medici, osservatori per la tutela dei diritti umani? Bush si è lamentato in un recente colloquio in Corea con Putin delle restrizioni previste dalla nuova legge, prende posizione anche il Congresso americano, protestano le ong. 'La Russia non accetta lezioni di democrazia dagli USA', dice chiaro la Pravda. Alle politiche del 2007, in fondo, manca poco più di un anno e il rischio di interferenze straniere non è gradito.
(canisciolti.info)

Adric
27-01-2006, 01:16
Russia: Il sasso spia aiuta Putin a bandire le ONG occidentali
Giovedì, 26 gennaio

Il ritrovamento del finto sasso contenente un trasmettitore utilizzato dallo spionaggio britannico in un parco di Mosca ha creato un'ondata di indignazione e di nazionalismo che il presidente Putin sta tentando di incanalare a suo favore. Il coinvolgimento di alcune ONG occidentali, covo di spie e base logistica per le operazioni segrete britanniche e filo-occidentali, è infatti servito a Putin e soci per motivare una decisione contrastata come quella ratificata nel dicembre 2005 di proibire i finanziamenti provenienti dall'estero alle organizziazioni caritatevoli o di difesa dei diritti umani che operano sul territorio russo. Il black out di queste organizzazioni, che senza finanziamenti esterni avranno vita breve, eliminerà le rimanenti voci dissidenti presenti in Russia e nelle ex repubbliche vicine al Cremlino, come denunciato dai governi occidentali.



La mossa di Putin, al di là delle conseguenze negative anche economiche che potrà probabilmente avere sulla popolazione e sul grado di libertà, è assolutamente comprensibile, e non è dovuta a una particolare cattiveria o al desiderio di impiantare nella fragile democrazia (o oligarchia) russa il germe della dittatura, ma a una semplice manovra di difesa.

Attraverso le ONG, spesso finanziate direttamente o indirettamente dal governo americano e dalle sue agenzie, USAID in testa (anche IWPR, institute for war and peace reporting, è finanziata dal congresso), l'occidente ha infatti minato i regimi in Ucraina e Georgia aprendo il campo alle rivoluzioni filo-occidentali che, se non sono state completamente pilotate da Washington, sono state quantomeno da esso finanziate, addestrate e sostenute.

Nel frattempo Putin non ha reso noto se le organizzazioni che hanno appoggiato lo spionaggio saranno bandite e quindi immediatamente espulse dalla Russia, ma tutto fa pensare che avranno vita breve. Questo ultimo evento, apparentemente quasi irrisorio ma capace di toccare nervi scoperti nell'orgoglio russo, riporta alla luce quel sistema delicato di tensioni, di contrappesi e di sospetti che caratterizza ancora oggi i rapporti fra la Russia e le sue innegabili mire da potenza regionale e quello che era il "blocco occidentale".

Il tutto, complicato da questioni economiche, come le vicende legate all'esportazione di combustibile dalla Russia all'Europa, da questioni strategiche ritornate in primo piano con la questione iraniana in cui la Russia è considerata la testa di ponte per rinforzare i negoziati sul nucleare, a questioni di influenza geopolitica su aree "intermedie" come Ucraina, Georgia, Kirghizistan, Uzbekistan, spesso utili strategicamente o economicamente a entrambi.
(A.F.)
(canisciolti.info)

Lucio Virzì
27-01-2006, 05:55
Sembra uno scenario che promette il ritorno della guerra fredda...