Lucio Virzì
21-12-2005, 06:46
http://www.anisn.it/scienza/evoluzione2005/images/wpe10f.gif
Bella gente.... :rolleyes:
http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/economia/banche24/tgalpagov/tgalpagov.html
Fiorani: rivelava a Ricucci i numeri intercettati
Interrogato ieri Spinelli, oggi tocca a Boni
"È il sottosegretario Valentino
la talpa dei telefoni controllati"
di MARCO MENSURATI e FERRUCCIO SANSA
<B>"È il sottosegretario Valentino<br>la talpa dei telefoni controllati"</B>
Giuseppe Valentino
MILANO - Era nel Governo la spia estiva dei furbetti. La rivelazione è di Gianpiero Fiorani: ad informarci che i nostri telefonini erano sotto controllo, ha detto in sostanza, fu Stefano Ricucci; ad informare Ricucci, ha aggiunto, fu Giuseppe Valentino, sottosegretario alla Giustizia di Alleanza Nazionale.
Dopo aver trascinato con sé, spingendolo definitivamente alle dimissioni, il numero uno di Bankitalia, Fiorani comincia dunque a raccontare chi c'era nella rete di protezione costruita negli anni sul cielo di Lodi, e dalle sue stesse parole appare finalmente chiaro cosa intendesse il giudice per le indagini preliminari Clementina Forleo quando, nel mandato di cattura spiccato una settimana fa, parlava di "protezioni interne ed esterne" alla banca, precisando subito dopo che queste erano "anche di altissimo livello".
La vicenda della talpa è ormai piuttosto nota. In una delle intercettazioni telefoniche che hanno ingolfato l'estate della finanza italiana l'allora Governatore di Bankitalia Fazio informa sua moglie "di aver appreso che Fiorani era intercettato". Chi glielo aveva detto? Come aveva fatto a scoprirlo? Da subito finanzieri e magistrati hanno cercato di risolvere questi enigmi. Che si sono fatti ancora più oscuri dopo gli interrogatori di fine agosto, quando Fiorani ha sostenuto di "non aver mai avuto notizie certe sulle intercettazioni, ma solamente sospetti". Certo, aveva parzialmente ammesso, "Ricucci mi regalò un telefonino svizzero da usare solamente per le comunicazioni tra lui e me... Io del resto ero preoccupato per l'inchiesta romana, ma nessuno mi aveva informato... "
La svolta arriva dopo l'arresto. Dopo poche ore di detenzione nel carcere di San Vittore Fiorani decide di ammettere anche questo aspetto. Poche parole, pesantissime: le notizie ce le aveva date Ricucci che era stato a sua volta informato da Giuseppe Valentino. Lo stesso sottosegretario che, nel corso dell'estate, si era fatto notare nella guerra all'uso delle intercettazioni da parte di Milano, uso che aveva definito "disinvolto"; sempre Valentino, nella stessa circostanza, propose di ricorrere a "soluzioni meno onerose" per queste attività investigative, che costerebbero ogni anno al ministero "750 miliardi di vecchie lire". Quel Valentino nei cui confronti la Procura distrettuale di Catanzaro nel novembre 2004 avrebbe compiuto indagini nell'ambito di un'inchiesta per presunti condizionamenti esercitati su magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Il reato ipotizzato era concorso in associazione per delinquere di tipo mafioso.
Se Fiorani abbia detto la verità o meno, spetta adesso agli inquirenti stabilirlo. La procura di Milano, ora impegnata in altre attività investigative, sembra comunque intenzionata a vederci chiaro, in questa storia. Come del resto in tutte le altre raccontate nel corso degli interrogatori sostenuti durante il week end.
Intanto i magistrati stanno raccogliendo riscontri alle dichiarazioni rilasciate da Gianpiero Fiorani in vista di nuovi interrogatori dell'ex numero uno di Lodi, di Gianfranco Boni e Fabio Massimo Conti, in carcere da martedì scorso. Ieri è stato ascoltato Silvano Spinelli, l'uomo che gestiva i conti vip. E i pm milanesi forse già oggi interrogheranno Gianfranco Boni, mentre potrebbero sentire Fiorani verso il week end. Per quanto riguarda Antonio Fazio che l'altro ieri si è dimesso, al momento indagato per insider trading, a quanto sembra la procura non ha urgenza di sentirlo.
Intanto la Guardia di Finanza ha compiuto sequestri ieri a Lodi presso Popolare Italiana: un conto corrente su cui erano depositati un milione e mezzo di euro e che stava per essere svuotato. Il conto appartiene a un cliente privilegiato e indagato dagli inquirenti milanesi, Luigi Pacchiarini, che ha cercato di prelevare 1,3 milioni. In banca, però, si è trovato davanti gli uomini della Finanza.
(21 dicembre 2005)
Bella gente.... :rolleyes:
http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/economia/banche24/tgalpagov/tgalpagov.html
Fiorani: rivelava a Ricucci i numeri intercettati
Interrogato ieri Spinelli, oggi tocca a Boni
"È il sottosegretario Valentino
la talpa dei telefoni controllati"
di MARCO MENSURATI e FERRUCCIO SANSA
<B>"È il sottosegretario Valentino<br>la talpa dei telefoni controllati"</B>
Giuseppe Valentino
MILANO - Era nel Governo la spia estiva dei furbetti. La rivelazione è di Gianpiero Fiorani: ad informarci che i nostri telefonini erano sotto controllo, ha detto in sostanza, fu Stefano Ricucci; ad informare Ricucci, ha aggiunto, fu Giuseppe Valentino, sottosegretario alla Giustizia di Alleanza Nazionale.
Dopo aver trascinato con sé, spingendolo definitivamente alle dimissioni, il numero uno di Bankitalia, Fiorani comincia dunque a raccontare chi c'era nella rete di protezione costruita negli anni sul cielo di Lodi, e dalle sue stesse parole appare finalmente chiaro cosa intendesse il giudice per le indagini preliminari Clementina Forleo quando, nel mandato di cattura spiccato una settimana fa, parlava di "protezioni interne ed esterne" alla banca, precisando subito dopo che queste erano "anche di altissimo livello".
La vicenda della talpa è ormai piuttosto nota. In una delle intercettazioni telefoniche che hanno ingolfato l'estate della finanza italiana l'allora Governatore di Bankitalia Fazio informa sua moglie "di aver appreso che Fiorani era intercettato". Chi glielo aveva detto? Come aveva fatto a scoprirlo? Da subito finanzieri e magistrati hanno cercato di risolvere questi enigmi. Che si sono fatti ancora più oscuri dopo gli interrogatori di fine agosto, quando Fiorani ha sostenuto di "non aver mai avuto notizie certe sulle intercettazioni, ma solamente sospetti". Certo, aveva parzialmente ammesso, "Ricucci mi regalò un telefonino svizzero da usare solamente per le comunicazioni tra lui e me... Io del resto ero preoccupato per l'inchiesta romana, ma nessuno mi aveva informato... "
La svolta arriva dopo l'arresto. Dopo poche ore di detenzione nel carcere di San Vittore Fiorani decide di ammettere anche questo aspetto. Poche parole, pesantissime: le notizie ce le aveva date Ricucci che era stato a sua volta informato da Giuseppe Valentino. Lo stesso sottosegretario che, nel corso dell'estate, si era fatto notare nella guerra all'uso delle intercettazioni da parte di Milano, uso che aveva definito "disinvolto"; sempre Valentino, nella stessa circostanza, propose di ricorrere a "soluzioni meno onerose" per queste attività investigative, che costerebbero ogni anno al ministero "750 miliardi di vecchie lire". Quel Valentino nei cui confronti la Procura distrettuale di Catanzaro nel novembre 2004 avrebbe compiuto indagini nell'ambito di un'inchiesta per presunti condizionamenti esercitati su magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Il reato ipotizzato era concorso in associazione per delinquere di tipo mafioso.
Se Fiorani abbia detto la verità o meno, spetta adesso agli inquirenti stabilirlo. La procura di Milano, ora impegnata in altre attività investigative, sembra comunque intenzionata a vederci chiaro, in questa storia. Come del resto in tutte le altre raccontate nel corso degli interrogatori sostenuti durante il week end.
Intanto i magistrati stanno raccogliendo riscontri alle dichiarazioni rilasciate da Gianpiero Fiorani in vista di nuovi interrogatori dell'ex numero uno di Lodi, di Gianfranco Boni e Fabio Massimo Conti, in carcere da martedì scorso. Ieri è stato ascoltato Silvano Spinelli, l'uomo che gestiva i conti vip. E i pm milanesi forse già oggi interrogheranno Gianfranco Boni, mentre potrebbero sentire Fiorani verso il week end. Per quanto riguarda Antonio Fazio che l'altro ieri si è dimesso, al momento indagato per insider trading, a quanto sembra la procura non ha urgenza di sentirlo.
Intanto la Guardia di Finanza ha compiuto sequestri ieri a Lodi presso Popolare Italiana: un conto corrente su cui erano depositati un milione e mezzo di euro e che stava per essere svuotato. Il conto appartiene a un cliente privilegiato e indagato dagli inquirenti milanesi, Luigi Pacchiarini, che ha cercato di prelevare 1,3 milioni. In banca, però, si è trovato davanti gli uomini della Finanza.
(21 dicembre 2005)