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View Full Version : Un Indio a capo della Bolivia


Lucio Virzì
19-12-2005, 14:48
http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/esteri/bolivia/bolivia/bolivia.html

Secondo le proiezioni il leader socialista ha battuto col 58,8%
il conservatore Quiroga (31,7%) e il centrista Medina (8,7%)
Bolivia, eletto Evo Morales
primo indio diventa presidente
Il nuovo capo dello Stato vuole battere il "neoliberalismo sfruttatore"

LA PAZ - Evo Morales, leader del Movimento al socialismo (Mas), ha vinto largamente le elezioni svoltesi ieri in Bolivia. Sarà quindi il primo presidente autenticamente indio d'America latina. Morales, che è anche massimo dirigente della Federazione dei coltivatori di coca del Chapare, ha superato con ampio margine il conservatore Jorge 'Tuto' Quiroga, del movimento Potere democratico sociale (Podemos), ed il centrista Samuel Doria Medina, di Unità nazionale (Un).

Secondo l'ultima proiezione realizzata da Captura Consulting e proposta dalla Tv di stato, Morales ha ottenuto il 50,8% dei voti, e quindi la legittimità di una vittoria al primo turno, che attende però la conferma ufficiale dalle cifre della Corte nazionale elettorale (Cne).

Sulla base del 90% del campione della proiezione, e con un margine di errore dello 0,5%, Quiroga ha raccolto il 31,7%, Medina l'8,7%, Michiaki Nagatani del Mnr il 6,6% e Felipe Quispe del Mip l'1,2%.
A completare il successo vi è stata una importante affermazione alla Camera dei deputati (65 seggi su 120) ed una buona prestazione al Senato (13 seggi, come Podemos). Nel complesso il Mas ha per il momento 78 seggi, gliene manca uno per avere la maggioranza al Congresso nazionale.

Nella sua prima conferenza stampa Morales, il quale prima del voto aveva detto che la sua candidatura "era un incubo per gli Stati Uniti", ha annunciato un governo "di uguaglianza, giustizia sociale, equità e pace" che "metterà fine al neoliberalismo sfruttatore".
Dopo aver assicurato che "finirà l'odio ed il disprezzo a cui, come indios, siamo sempre stati sottoposti", il vincitore ha detto: "Vogliamo vivere insieme senza esclusioni, in una unione nella diversità". Infine, rivolgendosi agli imprenditori, ha detto che il Mas "non ricatta e mai ricatterà gli imprenditori onesti che desiderino investire nel paese".

Gli analisti rilevano inoltre che ancora una volta, come era avvenuto nel 2002 quando aveva sfidato nelle elezioni l'allora presidente Gonzalo Sanchez de Lozada, un intervento in extremis di Washington critico nei confronti di Morales, non solo non ha impedito un suo successo, ma addirittura ne ha ampliato le dimensioni.

(19 dicembre 2005)

:)

nomeutente
19-12-2005, 15:10
Bene.

von Clausewitz
19-12-2005, 15:14
http://www.repubblica.it/2005/l/sezioni/esteri/bolivia/bolivia/bolivia.html

Secondo le proiezioni il leader socialista ha battuto col 58,8%
il conservatore Quiroga (31,7%) e il centrista Medina (8,7%)
Bolivia, eletto Evo Morales
primo indio diventa presidente
Il nuovo capo dello Stato vuole battere il "neoliberalismo sfruttatore"

LA PAZ - Evo Morales, leader del Movimento al socialismo (Mas), ha vinto largamente le elezioni svoltesi ieri in Bolivia. Sarà quindi il primo presidente autenticamente indio d'America latina. Morales, che è anche massimo dirigente della Federazione dei coltivatori di coca del Chapare, ha superato con ampio margine il conservatore Jorge 'Tuto' Quiroga, del movimento Potere democratico sociale (Podemos), ed il centrista Samuel Doria Medina, di Unità nazionale (Un).

Secondo l'ultima proiezione realizzata da Captura Consulting e proposta dalla Tv di stato, Morales ha ottenuto il 50,8% dei voti, e quindi la legittimità di una vittoria al primo turno, che attende però la conferma ufficiale dalle cifre della Corte nazionale elettorale (Cne).

Sulla base del 90% del campione della proiezione, e con un margine di errore dello 0,5%, Quiroga ha raccolto il 31,7%, Medina l'8,7%, Michiaki Nagatani del Mnr il 6,6% e Felipe Quispe del Mip l'1,2%.
A completare il successo vi è stata una importante affermazione alla Camera dei deputati (65 seggi su 120) ed una buona prestazione al Senato (13 seggi, come Podemos). Nel complesso il Mas ha per il momento 78 seggi, gliene manca uno per avere la maggioranza al Congresso nazionale.

Nella sua prima conferenza stampa Morales, il quale prima del voto aveva detto che la sua candidatura "era un incubo per gli Stati Uniti", ha annunciato un governo "di uguaglianza, giustizia sociale, equità e pace" che "metterà fine al neoliberalismo sfruttatore".
Dopo aver assicurato che "finirà l'odio ed il disprezzo a cui, come indios, siamo sempre stati sottoposti", il vincitore ha detto: "Vogliamo vivere insieme senza esclusioni, in una unione nella diversità". Infine, rivolgendosi agli imprenditori, ha detto che il Mas "non ricatta e mai ricatterà gli imprenditori onesti che desiderino investire nel paese".

Gli analisti rilevano inoltre che ancora una volta, come era avvenuto nel 2002 quando aveva sfidato nelle elezioni l'allora presidente Gonzalo Sanchez de Lozada, un intervento in extremis di Washington critico nei confronti di Morales, non solo non ha impedito un suo successo, ma addirittura ne ha ampliato le dimensioni.

(19 dicembre 2005)

:)

o signur che fregnacce, mi auguro per la bolivia che quelli di morales siano solo slogan postelettorali
neoliberismo in uno dei paesi più poveri del mondo dove vi è una parte della popolazione che vive grazie alla coltivazione di coca, capirai cosa sarà mai
slogan vacui e vuoti, vista la realtà contingente, in cui morales dovrà sperare che washington non chiuda i cordoni della borsa e continui con gli aiuti che gli fornisce, non credo infatti che gli basterà qualche promessa di chavez condita da un po' di barili di petrolio per mantenere a galla il suo paese
in caso contrario, se morales penserà di rivestire il ruolo di caudillo in salsa di sinistra (di destra o sinistra sempre caudilli sono, come di uso da quelle parti, cioè il sudamerica), si trasformerà nel solito guastatore in cerca di fortuna, che però la fortuna verosimilmente non la troverà, come da svariati precedenti, sempre da quelle parti

-kurgan-
19-12-2005, 15:15
bah.. mi chiedo se la coltivazione di coca potrà mai essere abolita se viene addirittura istituzionalizzata in certi stati.
per il resto sono contento, sempre che faccia davvero gli interessi degli strati più bassi della popolazione e non i suoi.

von Clausewitz
19-12-2005, 15:30
i paesi dei "cocaleros"
poi uno si chiede perchè continuino a sprofondare nella poverta
ah già ma è colpa del liberismo
già quel liberismo nel quale la coca prospera, immagino che se i "liberisti" cittadini degli stati uniti d'america, smettessero da un giorno all'altro di comprare la polvere bianca, qualche milione di "contadini" fra perù, bolivia e colombia, morirebbe letteralmente di fame
pare che anche morales sia un gran masticatore di coca, nonchè abbastanza digiuno di problemi economici e relazioni internazionali
da uno che mastica coca e non ha fatto manco le scuole superiori, dovrebbe arrivare la svolta epocale contro il "neoliberismo"
che ridicolaggine

http://www.radicali.it/view.php?id=40205

Le piante di coca beffano il «Plan Colombia»
Dieci anni dopo, la campagna per la distruzione dei campi illegali finanziata da Washington non ha dato i risultati sperati. Bogotà chiede più fondi agli Usa. In Bolivia e Perù le coltivazioni aumentano.


• da Corriere della Sera del 30 agosto 2005, pag. 21


di Rocco Cotroneo

Si sapeva che sarebbe stata una battaglia difficile, quella contro le coltivazioni di coca in Sudamerica. Ma pochi si aspettavano che quelle piantine, magiche e misteriose già nella mitologia Inca, avrebbero offerto una resistenza e una capacità di sfuggire alle armi pesanti che gli altri grandi nemici degli Stati Uniti nel mondo si possono solamente sognare.

E tempo di rendiconti. A fine anno si esauriscono i dollari del “Plan Colombia”, il maggior programma di aiuti Usa fuori dal teatro mediorientale, e la questione e destinata a scaldare gli animi a Washington. Che fare adesso, davanti alle pressanti richieste del governo di Bogotà per avere altro denaro? Dagli altri due Paesi andini produttori Perù e Bolivia non arrivano notizie migliori: laggiù le coltivazioni stanno addirittura aumentando.

A oltre dieci anni dalla sua formulazione, il principale paradig ma sulla lotta alla coca e alla cocaina - colpire l'offerta, distruggere le colture - vacilla sempre più. Gli esperti si dividono in due categorie: quelli che parlano di risultati modesti e chiedono pazienza, e altri che usano solo una parola: fallimento. Inutile, dicono questi ultimi, discutere sui numeri, quanti milioni di ettari c'erano prima e ci sono oggi, oppure quante tonnellate di pasta base e cocaina vengono intercettate, quando a parlar chiaro è la legge del mercato. Se in tutto il mondo i consumi di polvere bianca non diminuiscono, ma aumentano, e i prezzi sono stabili o addirittura scendono, il motivo è uno solo: la produzione all'origine sta crescendo, la catena funziona e il narcotraffico se la passa piuttosto bene.

Per gli Stati Uniti il tema è da sicurezza nazionale: il 90 per cento della cocaina e, adesso anche il 50 per cento dell'eroina, arrivano dalla Colombia. Il piano quinquennale, lanciato allo scadere dell'amministrazione Clinton, prevede un'azione congiunta di distruzione delle colture, tramite le fumigazioni aeree, e di aiuti militari contro il narcotraffico, che è strettamente intrecciato con i due eserciti illegali del Paese, guerriglia e paramilitari. Anche Perù e Bolivia ri cevono aiuti americani e finanziamenti per riconvertire i campi, ma non accettano misure drastiche come la fumigazione.

L'ultimo rapporto dell'agenzia antidroga Onu (Unodc) mostra una buona diminuzione, da 221.000 a 158.000 ettari, delle superfici coltivate a coca nei tre Paesi dal 2000 al 2003. Ma il calo è interamente attribuibile alla Colombia e la tendenza si sta invertendo.

Nel 2004 le coltivazioni sono aumentate del 17 per cento in Bolivia e del 14 per cento in Perù. Per il Dipartimento di Stato i risultati in Colombia sono soddisfacenti. Bush ha promesso al presidente Alvaro Uribe che gli aiuti proseguiranno per almeno un altro anno. Ma i 3,5 miliardi di dollari dei contribuenti americani già bruciati in Colombia sono un macigno sul Congresso, che dovrà approvare il prossimo stanziamento. Un rapporto presentato all'inizio di agosto ribadisce che “gli effetti su prezzo, purezza e disponibilità di cocaina negli Stati Uniti sono nulli”. Anche sulla repressione del traffico i risultati sono modesti. Si stima che ogni anno 300 tonnellate di cocaina partano dalla costa colombiana verso gli Usa. Nel 2004 ne sono state intercettate solo 6,8.

Per gli esperti dell'Onu il nemico è sempre piu invisibile e, di conseguenza, i numeri ufficiali putrebbero non valere nulla. Tenendo fede alla magia attribuita loro dagli Incas, gli arbusti di coca sono il sogno di qualunque campesino. Crescono al sole e all'ombra, si accontentano della pioggia, non hanno bisogno di alcuna cura e offrono quattro raccolti pieni all'anno. Questo significa che ad ogni passaggio di aereo carico di diserbante il contadino perde al massimo un quarto del reddito. Le colture sono sempre più nascoste nella foresta amazzonica, invisibili sotto gli alberi. L'Onu fa notare che i satelliti rilevano solo campi superiori a un quarto di ettaro, non “vedono” le piantine appena nate e, soprattutto, che esistono intere regioni colombiane non coperte dall'occhio dal cielo

. Nel 2004 il rapporto tra sforzo e risultato è stato disarmante: è stato eliminato effettivamente 1 ettaro a coca per ogni 22,8 ettari “fumigati”. Si sospetta inoltre che grazie alle biotecnologie comincino a circolare sul mercato semi sempre piu resistenti agli spray. Armi alternative, come l'uso di funghi «mangiacoca» o farfalle, sono allo studio. Ma secondo molti esperti si tratta di pure fantasie.

Anche gli effetti politici non sono da sottovalutare. In Colombia gli aiuti americani sono ben accetti dalla maggioranza della popolazione. La linea dura di Uribe con tro narcos e guerriglia sta pagando in termini di riduzione di violenza e sequestri di persona e il presidente viaggia verso la rielezione nelle elezioni del prossimo anno. Ma in Perù e Bolivia, i difensori della foglioline di coca hanno un peso politico crescente. Evo Morales, il leader della sinistra boliviana, arriva direttamente dai cocaleros, che lottano contro la presenza dell'esercito americano nelle foreste del Chapare. Qualche mese fa il governo ha ceduto alle richieste per il rispetto delle coltivazioni «legali». In Perù, storia analoga. Il presidente Toledo ha dovuto piegarsi e aumentare la quota di coca destinata all'uso lecito, masticata tradizionalmente sull’altopiano o per la produzione di tè e bevande.

Cfranco
19-12-2005, 17:23
Non so se sia un bene o un male per la Bolivia .
Di sicuro a Bush gli stanno girando alla grande , ci mancava anche questa , dopo Fidel e Chavez ne arriva un altro a cui non piacciono gli USA , teniamo conto che anche Lula non é il massimo , mi sa che la dottrina Monroe sta andando a rotoli :asd:

nomeutente
19-12-2005, 17:26
Non so se sia un bene o un male per la Bolivia .
Di sicuro a Bush gli stanno girando alla grande
Sì, infatti non possiamo sapere se governerà bene o male, se manterrà le promesse fatte o meno... tuttavia il solo fatto che l'esito elettorale pare molto poco influenzato dalle ingerenze nemmeno tanto velate della più grande potenza del mondo è un fatto positivo: hai visto mai che il President impari a non mettere il becco nelle altrui faccende?

Lucio Virzì
19-12-2005, 19:08
Non so se sia un bene o un male per la Bolivia .
Di sicuro a Bush gli stanno girando alla grande , ci mancava anche questa , dopo Fidel e Chavez ne arriva un altro a cui non piacciono gli USA , teniamo conto che anche Lula non é il massimo , mi sa che la dottrina Monroe sta andando a rotoli :asd:

Questa è un 50% della buona notizia :D

LuVi

EugenioCazzidui
19-12-2005, 21:09
Viva il socialismo nazionale!

Conosco poco della situazione boliviana. Spero solo che Morales abbia in mente un modello di sviluppo indipendente dai ricatti del FMI.
Non capisco qual è il problema della coca... gli indios le masticano da sempre.

EugenioCazzidui
22-12-2005, 11:12
Ha ribadito l'intenzione di voler nazionalizzare gas naturale e petrolio. :)

von Clausewitz
22-12-2005, 14:50
Viva il socialismo nazionale!

Conosco poco della situazione boliviana. Spero solo che Morales abbia in mente un modello di sviluppo indipendente dai ricatti del FMI.
Non capisco qual è il problema della coca... gli indios le masticano da sempre.

non esiste un modello alternativo
e il FMI darà i suoi prestiti solo a certe condizioni, non è un ente di beneficenza
l'alternativa è protrarre il loro sottosviluppo


Ha ribadito l'intenzione di voler nazionalizzare gas naturale e petrolio. :)

non farà molta strada..........

-kurgan-
22-12-2005, 15:02
Non capisco qual è il problema della coca... gli indios le masticano da sempre.

"il problema" è che gran parte della coca non viene masticata, ma venduta in tutto il mondo con milioni di persone che ne muoiono.

LittleLux
22-12-2005, 15:03
non esiste un modello alternativo
e il FMI darà i suoi prestiti solo a certe condizioni, non è un ente di beneficenza
l'alternativa è protrarre il loro sottosviluppo




non farà molta strada..........

Guarda che le politiche suggerite dal FMI non sono garanzia di sviluppo. Anzi. Argentina docet. ;)

Le uniche politiche che il FMI fa sono quelle a vantaggio dei paesi ricchi. Mi pare più che evidente.

Ciao :)

von Clausewitz
22-12-2005, 15:11
Guarda che le politiche suggerite dal FMI non sono garanzia di sviluppo. Anzi. Argentina docet. ;)

Le uniche politiche che il FMI fa sono quelle a vantaggio dei paesi ricchi. Mi pare più che evidente.

Ciao :)

abbi pazienza, la colpa del crac argentino è degli argentini medesimi e solo loro
il FMI semmai è intervenuto dopo chiedendo certe riforme improrogabili per un loro aiuto
quanto al concetto del vantaggio a chi, nessun paese è costretto a sottostare ai "diktat" del FMI
vogliono fare da soli? si accomodino, facciano come meglio credono
non mi pare che siano baciati dal successo
l'unico che si regge è chavez grazie ai colossali introiti petroliferi di questi anni
in mancanza l'economia venezuelana sarebbe già fallita da un pezzo

Ciao :)

Korn
22-12-2005, 15:20
abbi pazienza, la colpa del crac argentino è degli
l'unico che si regge è chavez grazie ai colossali introiti petroliferi di questi anni
in mancanza l'economia venezuelana sarebbe già fallita da un pezzo

Ciao :)
perchè prima era diverso?

von Clausewitz
22-12-2005, 15:27
perchè prima era diverso?

no più o meno era uguale
solo che chavez per puntellare il suo traballante regime da operetta sudamericana in questi anni ha dilatato la spesa pubblica solo grazie agli ingenti surplus dell'industria petroligera che negli anni scorsi non c'erano, a caccia di un consenso da comprare con trovate populistiche
non molti anni fa, ma nel 1998 il barile veniva 10 dollari, ergo non se le sarebbe potute permettere, in caso contrario ne avresti visto di gente a spasso per le strade di caracas

nomeutente
22-12-2005, 15:32
non esiste un modello alternativo
e il FMI darà i suoi prestiti solo a certe condizioni, non è un ente di beneficenza
l'alternativa è protrarre il loro sottosviluppo



quanto al concetto del vantaggio a chi, nessun paese è costretto a sottostare ai "diktat" del FMI
vogliono fare da soli? si accomodino, facciano come meglio credono


Allora... sei costretto o non sei costretto? :mbe:
La risposta è che il Fmi è più o meno un usuraio, solo che è legale, perché non esiste una polizia internazionale in grado di arrestarlo, o meglio chi si è arrogato il diritto di essere la polizia internazionale sono gli stessi paesi che impongono le regole.

LittleLux
22-12-2005, 16:35
abbi pazienza, la colpa del crac argentino è degli argentini medesimi e solo loro
il FMI semmai è intervenuto dopo chiedendo certe riforme improrogabili per un loro aiuto
quanto al concetto del vantaggio a chi, nessun paese è costretto a sottostare ai "diktat" del FMI
vogliono fare da soli? si accomodino, facciano come meglio credono
non mi pare che siano baciati dal successo
l'unico che si regge è chavez grazie ai colossali introiti petroliferi di questi anni
in mancanza l'economia venezuelana sarebbe già fallita da un pezzo

Ciao :)

Bè, non direi. O meglio, ovviamente le condizioni economiche e sociali dell'argentina erano disastrate da anni di regimi dittatoriali e corrotti, tuttavia il colpo di grazia alla loro economia fu dato proprio dalle politiche adottate in seguito ai suggerimenti del FMI, come ad esempio legare la propria moneta al dollaro. Quanto poi al costringere o meno, sai, ci sono molti modi di forzare un governo a fare ciò che vuoi, specie se è il governo di un paese povero o in grosse difficoltà economiche. Ad esempio puoi promettere di aprire i cordoni della borsa se farai ciò che il FMI ti dice di fare. Così è successo proprio per l'Argentina, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.