oackley
02-12-2005, 23:09
DA LA REPUBBLICA:
La nuova strategia contro i virus informatici prevede un attacco alle spalle, sferrato da un esercito globale. Per ora si parla di modelli teorici, ma un gruppo di ricercatori dell'università di Tel Aviv ha già avviato le simulazioni matematiche e soprattutto ha aperto la strada a una protezione antivirus che non parta dal singolo computer, ma che agisca direttamente sulla rete. I dettagli sul nuovo studio li spiega Alessandro Vespignani, della scuola di informatica dell'università dell'Indiana, autore di numerose pubblicazioni sulla struttura e l'evoluzione di internet.
"I ricercatori israeliani si sono inseriti in un campo nel quale gli studi e i progetti sono moltissimi - dice Vespignani - L'obiettivo, in tutto il mondo, è di trovare un sistema di individuazione precoce dei virus e sviluppare il sistema immunologico delle macchine. Gli antivirus attualmente a disposizione agiscono a livello di grandi compagnie o di singole macchine, mentre la novità dello studio israeliano è che per la prima volta si pensa in maniera globale a un antivirus attivo nella rete".
Gli scienziati israeliani sono partiti dal modello matematico delle reti complesse e hanno pensato di attivare un sistema che dalla rete distribuisca l'antivirus in modo globale. "Gli attacchi dei virus raggiungono il picco in un tempo brevissimo, circa 30 minuti - spiega Vespignani - non appena una macchina viene infettata, il virus passa a tutte quelle vicine". Gli autori israeliani hanno pensato di sviluppare un network parallelo, che una volta partita l'infezione si affretti a "immunizzare" le macchine a rischio prima che il virus le raggiunga. "In pratica, hanno proposto un sistema di immunizzazione che tragga vantaggio dalla stessa struttura globale e combatta i virus informatici sul loro stesso campo", semplifica Vespignani.
Il "vaccino" sarebbe dunque distribuito attraverso la rete parallela che avrebbe come funzione unica l'immunizzazione delle macchine. "La teoria di Goldenberg e Shir è molto affascinante e raffinata - osserva Vespignani - ma la sua applicazione pratica è ancora da verificare". Intanto ci sono problemi che riguardano la gestione degli "honey-pot", cioè i computer collegati alla rete parallela che deve lanciare la controffensiva al virus, e poi c'è comunque il vecchio problema della sicurezza. "Ci si basa comunque sui protocolli - osserva Vespignani - e come si fa ad essere completamente sicuri che un protocollo non venga violato?". Ma un primo passo è stato fatto: anche nella lotta alle malattie dei computer si comincia a parlare di solidarietà globale.
La nuova strategia contro i virus informatici prevede un attacco alle spalle, sferrato da un esercito globale. Per ora si parla di modelli teorici, ma un gruppo di ricercatori dell'università di Tel Aviv ha già avviato le simulazioni matematiche e soprattutto ha aperto la strada a una protezione antivirus che non parta dal singolo computer, ma che agisca direttamente sulla rete. I dettagli sul nuovo studio li spiega Alessandro Vespignani, della scuola di informatica dell'università dell'Indiana, autore di numerose pubblicazioni sulla struttura e l'evoluzione di internet.
"I ricercatori israeliani si sono inseriti in un campo nel quale gli studi e i progetti sono moltissimi - dice Vespignani - L'obiettivo, in tutto il mondo, è di trovare un sistema di individuazione precoce dei virus e sviluppare il sistema immunologico delle macchine. Gli antivirus attualmente a disposizione agiscono a livello di grandi compagnie o di singole macchine, mentre la novità dello studio israeliano è che per la prima volta si pensa in maniera globale a un antivirus attivo nella rete".
Gli scienziati israeliani sono partiti dal modello matematico delle reti complesse e hanno pensato di attivare un sistema che dalla rete distribuisca l'antivirus in modo globale. "Gli attacchi dei virus raggiungono il picco in un tempo brevissimo, circa 30 minuti - spiega Vespignani - non appena una macchina viene infettata, il virus passa a tutte quelle vicine". Gli autori israeliani hanno pensato di sviluppare un network parallelo, che una volta partita l'infezione si affretti a "immunizzare" le macchine a rischio prima che il virus le raggiunga. "In pratica, hanno proposto un sistema di immunizzazione che tragga vantaggio dalla stessa struttura globale e combatta i virus informatici sul loro stesso campo", semplifica Vespignani.
Il "vaccino" sarebbe dunque distribuito attraverso la rete parallela che avrebbe come funzione unica l'immunizzazione delle macchine. "La teoria di Goldenberg e Shir è molto affascinante e raffinata - osserva Vespignani - ma la sua applicazione pratica è ancora da verificare". Intanto ci sono problemi che riguardano la gestione degli "honey-pot", cioè i computer collegati alla rete parallela che deve lanciare la controffensiva al virus, e poi c'è comunque il vecchio problema della sicurezza. "Ci si basa comunque sui protocolli - osserva Vespignani - e come si fa ad essere completamente sicuri che un protocollo non venga violato?". Ma un primo passo è stato fatto: anche nella lotta alle malattie dei computer si comincia a parlare di solidarietà globale.