diafino
28-11-2005, 18:39
Siamo nell’anno 2004 quando avviene la prima apparizione nelle sale dei cinema di tutta Italia del film “The village”.
Per metterla su un piano “simpatico”, posso dire che questo film è stato veramente un horror, nel senso, però, che è stato veramente ORRIDO, privo di qualsiasi filo logico e con una trama “paurosamente” scontata e poco coinvolgente. Insomma, più che un film pauroso, un film sulla paura, quella paura che, dopo l’attacco alle Torri Gemelle, regnava incontrastata in tutta l’America. Sicuramente alcuni di voi saranno andati a vedere questo film alla sua uscita nelle sale cinematografiche. Anche io, purtroppo, ero tra quelle persone.
Tutto un flop.
Troppa fantascienza, poco realismo e poco spiccato senso dell’horror, o per meglio dire molto meno di quanto ci si aspettava da un regista con una grande capacità di creare atmosfere di terrore anche quando ci si trovava in momenti nei quali sembrava regnare la più pura tranquillità.
Accennando alla trama (per chi ha avuto la fortuna di non vedere questo film)…siamo negli Stati Uniti, nell’anno 1897. La vicenda si svolge nel piccolo villaggio di Covington, in Pennsylvania. Un villaggio veramente molto ristretto che conta solo 60 abitanti che vivono, almeno apparentemente, in un clima tranquillo e felice. Nessuno degli abitanti si azzarda ad allontanarsi dal villaggio e tantomeno ad addentrarsi nella vicina foresta, in cui, secondo antiche credenze, abitano delle 'spaventose creature'. Lucius, però, è un giovane coraggioso e decide che è tempo di sfatare il mito...
Molte critiche che ho potuto leggere subito dopo l’uscita del film paragonavano l’opera cinematografica al famoso, e ormai stra-commentato, reality della Fattoria. Io mi trovo d’accordo con questo punto di vista e posso affermare anche che, forse, questa considerazione è dovuta, soprattutto, alla troppa sproporzione di tempo fra attese ed esito dell’azione: era paragonabile a un episodio a puntate, dove si passa da un’ambientazione a un’altra senza neanche aspettare che ciò che è in corso di svolgimento sia terminato.
Per quanto riguarda le mie opinioni strettamente personali, posso dire che questo poteva essere un film in grado di ottenere un grande successo come i precedenti film del regista che l’ha realizzato, e ha, invece, ottenuto solo il minimo dei successi per il corso contorto, poco chiaro e, come ho già accennato, troppo fantascientifico e, quindi, troppo distaccato dalla realtà, della storia.
Per metterla su un piano “simpatico”, posso dire che questo film è stato veramente un horror, nel senso, però, che è stato veramente ORRIDO, privo di qualsiasi filo logico e con una trama “paurosamente” scontata e poco coinvolgente. Insomma, più che un film pauroso, un film sulla paura, quella paura che, dopo l’attacco alle Torri Gemelle, regnava incontrastata in tutta l’America. Sicuramente alcuni di voi saranno andati a vedere questo film alla sua uscita nelle sale cinematografiche. Anche io, purtroppo, ero tra quelle persone.
Tutto un flop.
Troppa fantascienza, poco realismo e poco spiccato senso dell’horror, o per meglio dire molto meno di quanto ci si aspettava da un regista con una grande capacità di creare atmosfere di terrore anche quando ci si trovava in momenti nei quali sembrava regnare la più pura tranquillità.
Accennando alla trama (per chi ha avuto la fortuna di non vedere questo film)…siamo negli Stati Uniti, nell’anno 1897. La vicenda si svolge nel piccolo villaggio di Covington, in Pennsylvania. Un villaggio veramente molto ristretto che conta solo 60 abitanti che vivono, almeno apparentemente, in un clima tranquillo e felice. Nessuno degli abitanti si azzarda ad allontanarsi dal villaggio e tantomeno ad addentrarsi nella vicina foresta, in cui, secondo antiche credenze, abitano delle 'spaventose creature'. Lucius, però, è un giovane coraggioso e decide che è tempo di sfatare il mito...
Molte critiche che ho potuto leggere subito dopo l’uscita del film paragonavano l’opera cinematografica al famoso, e ormai stra-commentato, reality della Fattoria. Io mi trovo d’accordo con questo punto di vista e posso affermare anche che, forse, questa considerazione è dovuta, soprattutto, alla troppa sproporzione di tempo fra attese ed esito dell’azione: era paragonabile a un episodio a puntate, dove si passa da un’ambientazione a un’altra senza neanche aspettare che ciò che è in corso di svolgimento sia terminato.
Per quanto riguarda le mie opinioni strettamente personali, posso dire che questo poteva essere un film in grado di ottenere un grande successo come i precedenti film del regista che l’ha realizzato, e ha, invece, ottenuto solo il minimo dei successi per il corso contorto, poco chiaro e, come ho già accennato, troppo fantascientifico e, quindi, troppo distaccato dalla realtà, della storia.