View Full Version : Nessuna speranza per Best
ErbaLibera
24-11-2005, 15:31
Il medico: "Per Best non ci sono più speranze"
LONDRA, 24 novembre 2005 - "Non è più possibile che Geroge Best possa ristabilirsi, da questo momento le sue ore sono contate". Con queste parole Roger Williams, medico personale dell'ex Pallone d'Oro, si è espresso pochi minuti fa all'ingresso dell'ospedale Cromwell di Londra, dove Best è ricoverato dal primo ottobre. Le condizioni di Best si sono "gravemente compromesse" nel corso della notte a causa di un'emorragia interna e un'infezione ai reni. Il professor Williams ha aggiunto che Best è ancora in vita, ma che non è pensabile un suo risveglio. In mattinata l'ex giocatore del Manchester United è stato raggiunto dal padre Dickie, 87 anni, e dagli altri membri della sua famiglia.
ziozetti
24-11-2005, 16:57
.
Coyote74
24-11-2005, 17:16
:(
bananarama
24-11-2005, 17:50
er mejo
the best
-kurgan-
24-11-2005, 17:57
è vissuto alla grande, troppo veloce.. e si è bruciato :(
Fradetti
24-11-2005, 18:39
.
ErbaLibera
25-11-2005, 14:21
Addio a Best, genio e dannato
L'ex-fuoriclasse e icona pop del Manchester United si è spento a 59 anni dopo una lunga agonia. Fu la stella dei Red Devils fra il 1965 e il '74. Nel '68 vinse il Pallone d'Oro
George Best: 1946-2005. Olympia
MILANO, 25 novembre 2005 - L’ultima partita non è riuscita a risolverla con un guizzo dei suoi. Gorge Best si è spento oggi, a 59 anni, dopo un’agonia lunga e crudele. Divorato dai danni dell’alcool in un lettino d’ospedale. Intubato e ridotto ai minimi termini. Come nella foto pubblicata domenica scorsa in copertina dal settimanale inglese “News of the week”, che il leggendario giocatore ha chiesto gli venisse scattata. Un messaggio ai giovani: “Non morite come me. La mia condizione sia da monito per tutti voi”. Consegnata nelle mani dell'agente e amico Phil Hughes. A che serve parlare di partita persa con l'alcool, che gli ha corroso il corpo dall'interno? Al Cromwell Hospital di Londra si è consumata la favola di uno dei più grandi campioni di tutti i tempi, di cui non resta che il ricordo.
Era nato a Belfast, George Best. Il 22 maggio 1946. Evidentemente il pallone lo aveva nel sangue. Aveva 15 anni, o giù di lì, quando George segnò due reti in una partita che vedeva come avversari giocatori di tre anni più grandi di lui. Gli osservatori del Manchester United persero la testa e se lo portarono in Inghilterra. Quando nel 1961 varcò le porte dello stadio dello United, in pochi pensarono che in quello scricciolo ci fosse il campione. Tranne il leggendario tecnico del club, Matt Busby; un guru lungimirante che capì tutto del funambolo nordirlandese.
Non fu comunque tutto rose e fiori. George dopo un solo giorno in maglietta rossa, in preda al panico e alla nostalgia, intimorito da giganti come Bobby Charlton e Denis Law, prese il primo traghetto e tornò nella sua Belfast. Fu proprio Busby che lo convinse a tornare. Il debutto arrivò a 17 anni contro il West Bromwich. Nel 1965 vinse il campionato, nel 1966 giocò nei quarti di finale di coppa Campioni contro il Benfica di Eusebio, segnando due dei cinque gol del Manchester. Nel 1967 fu l'artefice di un nuovo scudetto.
Busby impazziva per lui. Era innamorato dei suoi cambi di passo, di quei dribbling che facevano impazzire gli avversari. Un britannico con la genialità di un sudamericano nelle gambe. Ma con un ritmo più rock nel sangue; "beat" sarebbe il termine ideale. Con i Red Devils giocò dieci anni; disputò 361 partite, segnando 137 reti. Nel 1968 il primo grande trionfo internazionale: la coppa dei Campioni. Nella finale, finita 4-1 contro il Benefica segnò la seconda rete nel primo dei due tempi supplementari. Arbitrava l’italiano Concetto Lo Bello, che rimase estasiato da certe sue giocate. Nella nazionale del suo Paese giocò 37 volte e segnò 9 gol. A 22 anni tocco la vetta.
Era l'idolo, la star. Che faceva spettacolo anche per il suo modo di vestirsi; l'anticonformista, l'icona pop del calcio. Anche Pelè rimase abbagliato dalla sua immensa classe, al punto da definirlo nel 1966 "il più grande giocatore del mondo". Quell’imprevedibilità sublime convinse gli addetti ai lavori a consegnargli il Pallone d’Oro nel 1968. Ma il suo eccessivo modo di vivere lo portò inevitabilmente verso il declino. A 28 anni lasciò l'inghilterra per gli Stati Uniti, nel "soccer" nordamericano, con l'intenzione di esplorare i nuovi orizzonti calcistici dei multimilionari Usa. Ma non era più George. Fra bevute, donne splendide, sperperi di denaro. E il carcere. Nel 1984 per offesa a pubblico ufficiale e stato di ubriachezza mentre era alla guida. Provò a fare il commentatore televisivo. Nel 2002 il trapianto di fegato; nell'ottobre scorso il nuovo ricovero in ospedale.
George Best se ne è andato. I più sentimentali chiuderanno gli occhi e cercheranno all'Old Trafford di coglierne ancora le serpentine, i gol fulminanti. L'eco dei tifosi, i suoi inimitabili scatti, la chioma al vento. Un giornalista sportivo inglese descrisse magistralmente il fenomeno britannico: "Ci sono due modi per ricordare George Best: il primo vi causerà rabbia, rimorso, dolore per non aver visto questo immenso giocatore esprimere tutto il suo formidabile e inarrivabile talento; la seconda vi porterà gioia, un'incredibile stato di estasi e la privilegiata opportunità di aver potuto ammirare uno dei più grandi artisti sportivi mai apparsi sul pianeta".
Cippermerlo HJS
25-11-2005, 14:29
R.I.P. anche se devo dire che non provo alcuna tristrezza, anche se è stato bello il suo ultimo gesto di farsi da "esempio negativo"
spero la cosa serva a tanti giovani
Bell'articolo di repubblica:
La storia del campione, tra gol, gloria, alcol e miss da inseguire
"Ho speso tutto per bere e per le donne: il resto l'ho sperperato"
George Best, Bukowski del pallone
tutta una vita a rincorrere eccessi
di DARIO OLIVERO
George Best
ROMA - Di George Best tutti ricordano la famosa frase "ho speso molti soldi in donne, alcol e auto sportive, il resto l'ho sperperato". Ma forse ce n'è un'altra che vale qualcosa in più: "Se fossi stato anche bello, nessuno avrebbe mai saputo chi è Pelè". Giusto per contraccambiare a modo suo quello che lo stesso Pelè aveva detto di lui e cioè che era il miglior calciatore del mondo. Ma Best era questo, tutto tranne che un diplomatico.
Si dice che Best avesse incominciato a morire nel 1968, l'anno in cui vinse il Pallone d'oro. Prima di quell'anno aveva debuttato a 17 anni in prima squadra nel Manchester United, segnato due gol nella finale di Coppa dei campioni contro il Benfica di Eusebio, vinto due scudetti, vinto un'altra Coppa dei campioni (sempre contro il Benfica, segnando un gol). Nel '68 Best aveva 22 anni, il calcio si occupava di lui da quando ne aveva 15, da quando Matt Busby, patron dello United, lo andò a scovare a Belfast dove era nato.
Impensabile che Best potesse incomincare a morire nell'anno in cui tutto ciò che gli girava intorno girava al suo stesso ritmo, in cui riceveva mille lettere a settimana dai tifosi (e dalle tifose), l'anno della nuova musica, dei capelli lunghi che lui, unico, portava, tanto che fu soprannominato "il quinto Beatle", anche se gira la battuta che lui una come Yoko Ono non l'avrebbe neanche guardata. Eppure quello che Best faceva vedere in campo al fianco di gente come Law e Charlton, i suoi dribbling, i suoi gol, la sua incredibile potenza per un fisico così asciutto, la sua fantasia, quello che lo renderà il giocatore più amato dagli inglesi di tutti i tempi, aveva un prezzo. Best beveva.
L'anno dopo il Manchester cambiò coach e in panchina finì Tommy Docherty che mal sopportava il carattere e la poca disciplina del ragazzo-prodigio. Niente di nuovo, è sempre la stessa storia che leggiamo anche oggi. Ma Best riusciva ancora a tenere insieme le due parti della sua vita, tanto che nel 1970 segnò sei reti in Coppa d'Inghilterra contro il Northampton.
Ma presto le cose si misero male perché nella sua vita privata Best non ne perdeva una. I tabloid lo inseguivano nelle sue fughe con Miss mondo o con miss Universo (dichiarò poi: "Nella mia vita qualcosa mi è sfuggito, Miss Germania o Miss Canada per esempio..."). Anche il Manchester lo inseguiva. Poi si stancò di seguirlo. E arrivò la seconda morte: gennaio 1974, ultima partita all'Old Trafford e in più dalla panchina. Aveva 27 anni.
George lasciò l'Inghilterra per gli Usa che in quegli anni cercavano di costruirsi una tradizione calcistica ingaggiando le stelle mondiali a cifre astronomiche (Pelè e Beckenbauer, per esempio). Aveva una casa sulla spiaggia. Disse in seguito: "Non sono mai stato in spiaggia, per arrivarci dovevo passare davanti a un bar e mi sono sempre fermato prima di raggiungere l'acqua". Andò avanti così, tanti soldi e poco altro per altri dieci anni, poi si ritirò del tutto. E fu l'ultima morte del calciatore.
Si mise a fare il commentatore sportivo e prima ancora ad andare in giro a tenere conferenze, ricordi per lo più sbiaditi delle sue imprese, scrisse cinque autobiografie. Finì una volta in carcere per aggressione a un pubblico ufficiale mentre era in stato di ebbrezza alla guida. Disse dell'eroe nazionale, che ricopre lo stesso ruolo che fu suo, David Beckham: "Non calcia di destro, non calcia di sinistro, non segna molto, non colpisce di testa, non va in tackle. A parte questo, è a posto". Fu cacciato dalla Bbc perché, di nuovo in stato visibilmente alterato, bestemmiò in diretta.
Eppure Bestie, come lo chiamavano i tifosi, era sempre the best: il migliore di tutti. Non per la moglie Alex, che lo lasciò perché la convivenza era diventata impossibile. Non per i medici che intervennero nel 2002 per trapiantargli quel fegato che ormai funzionava soltanto al 20% delle sue possibilità e non lo proteggeva più nemmeno dai comuni virus influenzali. Fu l'inizio dell'ultima morte di George Best, genio del calcio scomparso, come tutti gli eroi, troppo giovane.
(25 novembre 2005)
l'ho saputo in diretta, il mio ragazzo stava guardando le ultime notizie per sapere come stava, mi ah detto che era morto. Abbiamo chiuso il telefono, non ce la facevamo a parlare, sto davvero male...
Radagast82
25-11-2005, 14:52
l'ho saputo in diretta, il mio ragazzo stava guardando le ultime notizie per sapere come stava, mi ah detto che era morto. Abbiamo chiuso il telefono, non ce la facevamo a parlare, sto davvero male...
ellamadonna... capisco il dispiacere di una persona che se ne va, ma da qui a non farcela a parlare mi sembra esagerato... al mondo ogni ora muoiono centinaia di migliaia di bambini, per fame , guerra e malattie, gente che sicuramente non ha scelto questo tipo di vita, George Best si. IMHO...
Tu non sai quello che significava per me. Ti prego, rispetta i miei sentimenti...
Radagast82
25-11-2005, 14:58
ah vabbè, in tal caso alzo le mani e chiedo scusa.
Dante_Cruciani
25-11-2005, 15:28
"Nella mia vita qualcosa mi è sfuggito, Miss Germania o Miss Canada per esempio..." :ave:
Il quinto Beatle....onore a lui.
Per carità mi dispiace per lui......ma di certo ha sprecato il talento che la natura gli aveva dato! ha sprecato opportunità che altri neanche si sognano......
ellamadonna... capisco il dispiacere di una persona che se ne va, ma da qui a non farcela a parlare mi sembra esagerato... al mondo ogni ora muoiono centinaia di migliaia di bambini, per fame , guerra e malattie, gente che sicuramente non ha scelto questo tipo di vita, George Best si. IMHO...
Imho mi sembra esagerato.
Mi spiace, per carità...ma c'è molta altra gente che muore senza andarsela a cercare...
@lessandro
25-11-2005, 17:31
Come tutti i grandi campioni, aveva un talento.
Come alcuni dei grandi campioni, aveva un vizio (l'alcool).
Come lui penso che nn ci sia stato nessuno, ho visto molte sue vhs e inventava delle cose stupende sui campi inglesi (e non).
Purtroppo, nn avendo molto autocontrollo, si è fatto schiavizzare dall'alcool e ha fatto la fine di chi ne abusa.
Peccato davvero, bye bye Best.
powerslave
25-11-2005, 19:07
Dopo Diego il mio giocatore di calcio preferito,un artista del pallone troppo penalizzato dal fatto di vivere in una nazione di bacchettoni e benpensanti e di non aver avuto una nazionale alla sua altezza.Mito.
Cippermerlo HJS
25-11-2005, 19:18
Dopo Diego il mio giocatore di calcio preferito,un artista del pallone troppo penalizzato dal fatto di vivere in una nazione di bacchettoni e benpensanti e di non aver avuto una nazionale alla sua altezza.Mito.
mah saranno anche bacchettoni, ma se l'è cercata...
inglesi bacchettoni? :D
E noi cosa siamo allora? ;)
Dan Dylan
25-11-2005, 20:49
RIP
wrathchild
26-11-2005, 02:01
+
Un grande mito. inarrivabile.
sempre con noi!
vBulletin® v3.6.4, Copyright ©2000-2025, Jelsoft Enterprises Ltd.