Ewigen
15-11-2005, 18:20
MALAWI 15/11/2005 14.01
CARESTIA, SOLDATI ARMATI A GUARDIA DEGLI AIUTI ALIMENTARI
(Misna)“Ho ordinato ai soldati dell’esercito del Malawi di scortare i convogli che trasportano il mais. Fate attenzione: vi potrebbero sparare”: con questo annuncio radiofonico il presidente della Repubblica di uno dei Paesi più poveri del continente africano, Bingu wa Mutharika, ha messo in guardia i ladri di aiuti alimentari, che recentemente hanno attaccato e depredato alcuni convogli, avvertendoli delle conseguenze dei loro atti. “Poi non accusate il mio governo di aver abusato dei vostri diritti umani se vi siete fatti sparare addosso” ha rimarcato il capo dello Stato, aggiungendo di sapere che “alcuni ricchi ladri hanno assaltato i convogli” e di essere a conoscenza dei loro nomi. Il Malawi è uno dei sei Paesi africani che sta subendo una grave carestia legata alle mancate precipitazioni dei mesi passati, tant’è vero che secondo i dati di maggio la produzione nazionale di cereali ha fatto registrare un calo del 24%; circa 5 dei 12 milioni di cittadini dello Stato non hanno di che mangiare e il governo ha già investito 5 miliardi di kwacha, pari a circa 50 milioni di dollari, per acquistare 300.000 tonnellate di mais, mentre i bisogni stanno crescendo a ritmo tale da essersi reso già necessario l’ordine di altre 144.000 tonnellate (il fabbisogno annuo per l’intera popolazione è di 2,1 milioni di tonnellate di mais). Recentemente il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) ha raccolto il grido d’allarme del governo, che ha dichiarato “zone disastrate tutti e 28 i distretti del Paese”, e ha lanciato un appello per raccogliere almeno 88 milioni di dollari per sfamare il Malawi; per ora sarebbero arrivati solo 28 milioni di dollari da investire nell’acquisto di alimenti, ma lo sciacallaggio rischia rendere vani gli sforzi, come dimostra il saccheggio di un convoglio con a bordo 35 tonnellate di mais attaccato pochi giorni fa appena fuori la capitale Lilongwe,mentre si dirigeva verso il distretto di Dedza, distante un’ottantina di chilometri.
CARESTIA, SOLDATI ARMATI A GUARDIA DEGLI AIUTI ALIMENTARI
(Misna)“Ho ordinato ai soldati dell’esercito del Malawi di scortare i convogli che trasportano il mais. Fate attenzione: vi potrebbero sparare”: con questo annuncio radiofonico il presidente della Repubblica di uno dei Paesi più poveri del continente africano, Bingu wa Mutharika, ha messo in guardia i ladri di aiuti alimentari, che recentemente hanno attaccato e depredato alcuni convogli, avvertendoli delle conseguenze dei loro atti. “Poi non accusate il mio governo di aver abusato dei vostri diritti umani se vi siete fatti sparare addosso” ha rimarcato il capo dello Stato, aggiungendo di sapere che “alcuni ricchi ladri hanno assaltato i convogli” e di essere a conoscenza dei loro nomi. Il Malawi è uno dei sei Paesi africani che sta subendo una grave carestia legata alle mancate precipitazioni dei mesi passati, tant’è vero che secondo i dati di maggio la produzione nazionale di cereali ha fatto registrare un calo del 24%; circa 5 dei 12 milioni di cittadini dello Stato non hanno di che mangiare e il governo ha già investito 5 miliardi di kwacha, pari a circa 50 milioni di dollari, per acquistare 300.000 tonnellate di mais, mentre i bisogni stanno crescendo a ritmo tale da essersi reso già necessario l’ordine di altre 144.000 tonnellate (il fabbisogno annuo per l’intera popolazione è di 2,1 milioni di tonnellate di mais). Recentemente il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) ha raccolto il grido d’allarme del governo, che ha dichiarato “zone disastrate tutti e 28 i distretti del Paese”, e ha lanciato un appello per raccogliere almeno 88 milioni di dollari per sfamare il Malawi; per ora sarebbero arrivati solo 28 milioni di dollari da investire nell’acquisto di alimenti, ma lo sciacallaggio rischia rendere vani gli sforzi, come dimostra il saccheggio di un convoglio con a bordo 35 tonnellate di mais attaccato pochi giorni fa appena fuori la capitale Lilongwe,mentre si dirigeva verso il distretto di Dedza, distante un’ottantina di chilometri.