Lucio Virzì
05-11-2005, 21:21
... se la prende con le bambole... leggete tutto, è aberrante... :rolleyes:
http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/esteri/barbiedx/barbiedx/barbiedx.html
La casa produttrice dei giocattoli è rea di aver finanziato un ente
che non discrimina le lesbiche e non combatte l'aborto
Usa, la guerra della destra religiosa
contro le bambole patriottiche filo-gay
Centomila mail all'azienda in pochi giorni, ma l'esito
della battaglia si deciderà con i regali di Natale
di CRISTINA NADOTTI
NON C'E' solo il boicottaggio di matrice no-global, quello per cui non si comprano i prodotti delle multinazionali o delle aziende che sfruttano i lavoratori, c'è anche il boicottaggio conservatore, contro tutti coloro che diffondono idee progressiste. Come le bambole dell'azienda American Girl, per esempio. Non che Felicity, che veste abiti coloniali del 1774, o Molly, ragazzina che vive durante la II Guerra mondiale, o "American Girl of today", che può essere ordinata in modo da assomigliare a chi la possiede, siano scandalose in sé. Il problema è che la casa che le produce, secondo quanto denunciano le associazioni conservatrici statunitensi "American Family Association" e "Pro Life Action League", ha finanziato movimenti a favore dell'aborto.
I siti delle associazioni anti-abortiste sono partiti alla carica. Chiedono di non fare regali di Natale con le bambole "American Girl", che negli Stati Uniti stanno eguagliando il successo delle Barbie (la casa produttrice è stata recentemente acquisita proprio dalla Mattel), e invitano i simpatizzanti a scrivere alla presidente dell'azienda per manifestare il loro sdegno. C'è già l'alternativa alle bambole-scandalo: Elsie Dinsmore, Miellie Keith, Violet Travilla, sono le bambole prodotte dalla Mission City Press che "aiutano le bambine a immaginare e sperimentare una vita di fede". Non a caso le bambole hanno una miniatura della bibbia tra le mani.
Non ci sono ancora i dati del gradimento delle bambine per le bambole di fede, che a prima vista sembrano un po' quelle che le nonne mettevano sui cassettoni, però i genitori si sono già dati da fare con i messaggi di protesta e in centomila hanno usato i siti delle associazioni per scrivere alla "American girls". L'American Family Association non è nuova a questi boicottaggi su ampia scala ed è infaticabile. Al momento in apertura del sito insieme alle "American Girls" è presa di mira la società "Walgreens", un'azienda che vende prodotti farmaceutici online, rea di aver dato una cospicua sovvenzione (100 mila dollari) per l'organizzazione dei "Giochi Gay".
L'American Girls di dollari ne ha elargiti 50 mila, alla Girls Inc., un'associazione che da oltre 140 anni, attraverso 1500 centri in tutto il paese, finanzia iniziative per educare e orientare le adolescenti e assegna borse di studio per formare donne che si impegnino nell'affermazione dei diritti femminili. La Girls Inc. non diffonde idee abortiste, ma non fa censura sulle informazioni o le idee diffuse dalle partecipanti ai suoi programmi. Soprattutto, non discrimina l'orientamento sessuale.
La battaglia delle associazioni conservatrici è massiccia. Lo scorso anno una iniziativa simile contro una pubblicità della Procter & Gamble, che mostrava due uomini gay, ebbe successo e la multinazionale di detersivi e pannolini dovette ritirarla. La "American Girls" per adesso si limita a rispedire al mittente (secondo quanto dice il sito della American Family Association) le e-mail di protesta. Saranno però le vendite di Natale a svelare se la campagna dei conservatori ha davvero effetto.
(5 novembre 2005)
:doh:
http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/esteri/barbiedx/barbiedx/barbiedx.html
La casa produttrice dei giocattoli è rea di aver finanziato un ente
che non discrimina le lesbiche e non combatte l'aborto
Usa, la guerra della destra religiosa
contro le bambole patriottiche filo-gay
Centomila mail all'azienda in pochi giorni, ma l'esito
della battaglia si deciderà con i regali di Natale
di CRISTINA NADOTTI
NON C'E' solo il boicottaggio di matrice no-global, quello per cui non si comprano i prodotti delle multinazionali o delle aziende che sfruttano i lavoratori, c'è anche il boicottaggio conservatore, contro tutti coloro che diffondono idee progressiste. Come le bambole dell'azienda American Girl, per esempio. Non che Felicity, che veste abiti coloniali del 1774, o Molly, ragazzina che vive durante la II Guerra mondiale, o "American Girl of today", che può essere ordinata in modo da assomigliare a chi la possiede, siano scandalose in sé. Il problema è che la casa che le produce, secondo quanto denunciano le associazioni conservatrici statunitensi "American Family Association" e "Pro Life Action League", ha finanziato movimenti a favore dell'aborto.
I siti delle associazioni anti-abortiste sono partiti alla carica. Chiedono di non fare regali di Natale con le bambole "American Girl", che negli Stati Uniti stanno eguagliando il successo delle Barbie (la casa produttrice è stata recentemente acquisita proprio dalla Mattel), e invitano i simpatizzanti a scrivere alla presidente dell'azienda per manifestare il loro sdegno. C'è già l'alternativa alle bambole-scandalo: Elsie Dinsmore, Miellie Keith, Violet Travilla, sono le bambole prodotte dalla Mission City Press che "aiutano le bambine a immaginare e sperimentare una vita di fede". Non a caso le bambole hanno una miniatura della bibbia tra le mani.
Non ci sono ancora i dati del gradimento delle bambine per le bambole di fede, che a prima vista sembrano un po' quelle che le nonne mettevano sui cassettoni, però i genitori si sono già dati da fare con i messaggi di protesta e in centomila hanno usato i siti delle associazioni per scrivere alla "American girls". L'American Family Association non è nuova a questi boicottaggi su ampia scala ed è infaticabile. Al momento in apertura del sito insieme alle "American Girls" è presa di mira la società "Walgreens", un'azienda che vende prodotti farmaceutici online, rea di aver dato una cospicua sovvenzione (100 mila dollari) per l'organizzazione dei "Giochi Gay".
L'American Girls di dollari ne ha elargiti 50 mila, alla Girls Inc., un'associazione che da oltre 140 anni, attraverso 1500 centri in tutto il paese, finanzia iniziative per educare e orientare le adolescenti e assegna borse di studio per formare donne che si impegnino nell'affermazione dei diritti femminili. La Girls Inc. non diffonde idee abortiste, ma non fa censura sulle informazioni o le idee diffuse dalle partecipanti ai suoi programmi. Soprattutto, non discrimina l'orientamento sessuale.
La battaglia delle associazioni conservatrici è massiccia. Lo scorso anno una iniziativa simile contro una pubblicità della Procter & Gamble, che mostrava due uomini gay, ebbe successo e la multinazionale di detersivi e pannolini dovette ritirarla. La "American Girls" per adesso si limita a rispedire al mittente (secondo quanto dice il sito della American Family Association) le e-mail di protesta. Saranno però le vendite di Natale a svelare se la campagna dei conservatori ha davvero effetto.
(5 novembre 2005)
:doh: