View Full Version : Il nuovo business americano: appalti per la tortura
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AAA CERCASI TORTURATORI
Maurizio Blondet
04/11/2005
Lockheed Martin Base
WASHINGTON - La Lockheed Martin, la più grande azienda militare del pianeta, ha trovato un nuovo e lucroso settore d'affari, oltre al suo tradizionale mestiere di fabbricante di aerei, missili, materiale bellico vario: quello degli «interrogatori» (alias torturatori) da impiegare ad Abu Ghraib, Guantanamo, e nelle carceri occulte che la CIA ha installato nelle vecchie prigioni delle polizie segrete dell'Est Europa.
C'è grande richiesta di questi specialisti, e il Pentagono paga buoni contratti.
Decine di nuovi assunti dalla Lockheed hanno cominciato ad essere addestrati l'estate scorsa a El Paso, città del deserto, lontana da occhi indiscreti (1).
Sono stati istruiti su come gestire le sessioni d'interrogazione dei prigionieri, secondo le 17 tecniche ufficialmente autorizzate dal Pentagono.
Si tratta di tecniche di pressione psicologica, che consistono, per esempio, nel far leva sull'«amore per i compagni» o sul «trattamento per impaurire» ed altre.
Altri trattamenti più duri sono ufficialmente vietati, dopo che il senatore John McCain ha fatto passare una legge (votata da 90 contro 9) che vieta esplicitamente la tortura di persone «custodite» dagli USA.
Ma la Casa Bianca, e per la precisione Dick Cheney e i suoi cosiddetti giuristi, sostengono che il divieto di tortura non si applica ai detenuti all'estero.
Il mestiere ha dunque ampie possibilità di sviluppo.
La Lockheed non aveva al suo interno le competenze necessarie per il nuovo business.
Le ha ottenute acquistando, per 462 milioni di dollari, la Sytex, una piccola ditta con sede a Ellicot City in Maryland, a un'ora di auto da Washington.
Fondata nel 1988, la Sytex ha guadagnato nel primo anno di vita solo 1.500 dollari.
Ma poi sono piovuti i contratti della Difesa: «fornitura di tecnologie e personale per clienti di Stato, fra cui il Northern Command, l'intelligence dell'esercito, e il dipartimento dell'Homeland Security».
In pratica, fin dall'11 settembre 2001, la Sytex ha fornito «linguisti arabi, specialisti di controspionaggio e di guerra psicologica».
Quando è stata rilevata dalla Lockheed, aveva profitti per 425 milioni di dollari.
Un altra ditta rilevata è stata la Affiliated Computer Services di Kansas City, che non tratta di computer: grazie ad essa la Lockheed ha strappato, nel 2002, il primo contratto per «interrogatori privati» da usare a Guantanamo.
Ma la Sytex si è affermata come leader di mercato del settore.
Gli stipendi che offre agli addetti all' interrogatorio (meglio se ex militari) sono notevoli: da 70 a 90 mila dollari l'anno, più un bonus d'arruolamento di 2 mila dollari, una gratifica a metà contratto di mille dollari, e un altro bonus di 2 mila dollari a chi porta a termine il periodo contrattuale di sei mesi.
Perché il lavoro è duro: sei mesi ad Abu Ghraib o in qualche carcere ex-sovietico, con turni di 14 ore al giorno, sette giorni su sette, non sono uno scherzo.
Ma la paga va confrontata con quella cui è abituato un marine, 17 mila dollari l'anno.
Lasciare il pubblico esercito per il settore privato conviene.
La Sytex può pagare simili stipendi perché dal Pentagono riceve 200 dollari l'ora per il lavoro di ogni torturatore: così almeno ha scoperto Cherif Bassiouni, già inviato delle Nazioni Unite per la situazione dei diritti umani in Afghanistan.
Del resto, le forze armate USA hanno trascurato questo settore.
Benché siano corse ai ripari (nel 2003 hanno diplomato 273 addetti alla scuola d'intelligence di Fort Huachuca) ci vogliono anni per completare gli organici.
Così una sola azienda privata, tale Anteon, sta tenendo corsi (sempre pagati dal Pentagono) per mille specialisti da formare entro il 2006.
La necessità è enorme, essendo ormai decine di migliaia i detenuti da interrogare.
Gente ovviamente in prigione senza processo, senza difensori e senza capo d'accusa, ma ritenuti vicini ai «terroristi islamici» o loro simpatizzanti.
Il Gulag americano è in grande espansione.
Per la Lockheed, la guerra senza fine al terrorismo globale è una vera pioggia d'oro, visto che fornisce ogni genere di materiale e di personale al Pentagono.
Attualmente sta cercando maggiori e colonnelli a riposo per la gestione di Camp Anaconda, la più grossa base americana in Iraq, ed esperti di comunicazioni militari «sicure».
Sono della Lockheed anche i satelliti Keyhole e Lacrosse, che mandano ai comandi militari immagini continue del teatro bellico e del territorio occupato; gli aerei spia U-2 e SR-71 Blackbird; i caccia F-16, FA-22 e gli «invisibili» F-117.
E i missili aria-terra Hellfire e Javelin, questi ultimi portabili a spalla e molto usati dalla truppa nell'attacco a Falluja.
Il potere e l'influenza della Lockheed è stato sottolineato in un'inchiesta sulla compagnia condotta dal New York Times nel 2004: «la Lockheed non comanda forse gli USA, ma aiuta a comandare una gran parte di essi», ha scritto il giornale.
Ed ha spiegato come mai la Lockheed sembra l'asso pigliatutto dei contratti militari: «uomini che hanno lavorato, fatto lobby e dato assistenza legale alla Lockheed sono oggi segretario alla Marina, segretario ai Trasporti, direttore del complesso militare nucleare della nazione e direttore dell'agenzia che gestisce i satelliti - spia».
Ecco una panoramica istruttiva dei profitti, del potere e del modus operandi del complesso militare-industriale in USA.
Aziende tecnologiche pronte a fornire altri servizi, dalla logistica alla tortura.
Al loro unico cliente (il Pentagono) che hanno avuto cura di affollare di loro ex dirigenti.
Nella completa oscurità e segretezza.
In questo campo non c'è il «mercato libero», ma il lavoro per lo Stato come unico committente.
Il monopolio della guerra sostenuto da subappalti.
E' forte l'odore di un ordine nuovo che somiglia molto ad uno vecchio e che credevamo sorpassato: l'universo sovietico.
Non è affatto un caso che la CIA, dovendo «interrogare» decine di migliaia di detenuti, abbia chiesto - e si sia visto offrire da Polonia e Romania (2) - l'uso delle vecchie installazioni dei lager comunisti.
Un altro bel contratto d'affitto.
Con i vecchi servizievoli satelliti dell'URSS, che già prestavano quei servizi al KGB.
Probabilmente costoso perché, come ha scritto il Washington Post, quella che la CIA ha stabilito è «una rete occulta e globale di campi d'internamento» che è diventata «l'elemento centrale nella guerra non -convenzionale al terrorismo».
E si avvale della «cooperazione di servizi segreti stranieri» (i vecchi satelliti dell'URSS), e ha preso l'abitudine di «mantenere segrete anche le più elementari informazioni» sul suo nuovo Gulag «al pubblico e ai membri del Congresso incaricati di controllare le azioni della CIA».
Il KGB non poteva far meglio.
Ora la Croce Rossa cerca di ottenere dagli americani un accesso ai campi d'internamento segreti nell'Est Europeo.
Non ci sta riuscendo.
Vale la pena di ricordare, tanto per fare un confronto, che la Croce Rossa aveva accesso ai campi di prigionia nazionalsocialisti.
Nei lager americani, è tutto coperto.
Degli individui che vi sono detenuti non si conosce l'identità.
I loro familiari non sanno dove sono detenuti.
In quanto «enemy combatants», sono privi anche delle salvaguardie elementari che, secondo le convenzioni di Ginevra, spettano ai prigionieri di guerra.
Se sono torturati e maltrattati, non c'è modo di saperlo dall'esterno.
E se quei lager sono pieni, come probabile, di innocenti catturati per sbaglio in retate casuali in Iraq e in Afghanistan, affari loro (3).
Vige il metodo spiccio, «israeliano».
La sola differenza col tempo sovietico è che queste operazioni vengono affidate a contratto da mercenari a noleggio di grandi aziende miliardarie.
Continuo a credere che un giorno l'America si vergognerà di quel che sta facendo.
Ma intanto, i loro capi e i loro torturatori a contratto sono al di là di ogni controllo, non devono rispondere a nessuno, e sono immuni da ogni responsabilità.
Proprio come nell'URSS dei bei tempi di Beria.
La tortura è venuta a far parte della «civiltà occidentale», come ultima merce o servizio richiesto dal capitalismo terminale.
Maurizio Blondet
Note
1) Pratap Chatterjee, «Meet the new interrogators: Lockheed Martin», Corpwatch, 3 novembre 2005.
2) Polonia e Romania, sotto inchiesta europea, negano disperatamente. Ma l'ufficio di Bruxelles di Human Rights Watch ha in mano gli orari di atterraggio di sospetti aerei della CIA, decollati dall'Afghanistan, e atterrati all'aeroporto polacco Szymansy e a quello militare romeno di Kogalniceanu. Entrambi sono vicini a vecchie installazioni militari d'epoca comunista, dove sono probabilmente internati i sospetti «terroristi arabi».
3) Sarà bene ricordare che le torture di Abu Ghraib sono state scoperte per puro caso, perché i torturatori mandavano le foto delle loro imprese ad amici per @ mail. Secondo lo stesso Pentagono, almeno 27 prigionieri sotto detenzione americana sono morti per torture o per puro e semplice assassinio.
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una pratica vergnosa, orripilante....ma che è nata con l'uomo e morirà insieme all'uomo.quindi anche "normale"(non fraintendete eh), nel senso che c'è da sempre.
Quando l'uomo cambierà fischiatemi, voglio vedere il miracolo :cry: :(
Beh...mica tanto. La tortura è sempre stata fatta di nascosto, dallo Stato.
Non era mai accaduto che diventasse un business con tanto di centri ufficiali per l'addestramento sulla tortura!
Un altro po' e ci saranno i torturatori professionisti con le inserzioni sui giornali...del tipo "Offresi servizio torture di ogni genere...esperienza pluriennale" con tanto di certificato di partecipazione a qualche corso universitario...
Lucio Virzì
05-11-2005, 10:21
una pratica vergnosa, orripilante....ma che è nata con l'uomo e morirà insieme all'uomo.quindi anche "normale"(non fraintendete eh), nel senso che c'è da sempre.
Quando l'uomo cambierà fischiatemi, voglio vedere il miracolo :cry: :(
No, non ti fraintendiamo, stai cercando solamente di minimizzare i crimini commessi dai tuoi amici ammerigani :)
Non è mai accaduto che la tortura divenisse "affare di stato", e come tale venisse codificata e mercificata.
Complimenti agli USA, un bel primato :)
LuVi
von Clausewitz
05-11-2005, 14:04
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AAA CERCASI TORTURATORI
Maurizio Blondet
04/11/2005
Lockheed Martin Base
WASHINGTON - La Lockheed Martin, la più grande azienda militare del pianeta, ha trovato un nuovo e lucroso settore d'affari, oltre al suo tradizionale mestiere di fabbricante di aerei, missili, materiale bellico vario: quello degli «interrogatori» (alias torturatori) da impiegare ad Abu Ghraib, Guantanamo, e nelle carceri occulte che la CIA ha installato nelle vecchie prigioni delle polizie segrete dell'Est Europa.
C'è grande richiesta di questi specialisti, e il Pentagono paga buoni contratti.
Decine di nuovi assunti dalla Lockheed hanno cominciato ad essere addestrati l'estate scorsa a El Paso, città del deserto, lontana da occhi indiscreti (1).
Sono stati istruiti su come gestire le sessioni d'interrogazione dei prigionieri, secondo le 17 tecniche ufficialmente autorizzate dal Pentagono.
Si tratta di tecniche di pressione psicologica, che consistono, per esempio, nel far leva sull'«amore per i compagni» o sul «trattamento per impaurire» ed altre.
Altri trattamenti più duri sono ufficialmente vietati, dopo che il senatore John McCain ha fatto passare una legge (votata da 90 contro 9) che vieta esplicitamente la tortura di persone «custodite» dagli USA.
Ma la Casa Bianca, e per la precisione Dick Cheney e i suoi cosiddetti giuristi, sostengono che il divieto di tortura non si applica ai detenuti all'estero.
Il mestiere ha dunque ampie possibilità di sviluppo.
La Lockheed non aveva al suo interno le competenze necessarie per il nuovo business.
Le ha ottenute acquistando, per 462 milioni di dollari, la Sytex, una piccola ditta con sede a Ellicot City in Maryland, a un'ora di auto da Washington.
Fondata nel 1988, la Sytex ha guadagnato nel primo anno di vita solo 1.500 dollari.
Ma poi sono piovuti i contratti della Difesa: «fornitura di tecnologie e personale per clienti di Stato, fra cui il Northern Command, l'intelligence dell'esercito, e il dipartimento dell'Homeland Security».
In pratica, fin dall'11 settembre 2001, la Sytex ha fornito «linguisti arabi, specialisti di controspionaggio e di guerra psicologica».
Quando è stata rilevata dalla Lockheed, aveva profitti per 425 milioni di dollari.
Un altra ditta rilevata è stata la Affiliated Computer Services di Kansas City, che non tratta di computer: grazie ad essa la Lockheed ha strappato, nel 2002, il primo contratto per «interrogatori privati» da usare a Guantanamo.
Ma la Sytex si è affermata come leader di mercato del settore.
Gli stipendi che offre agli addetti all' interrogatorio (meglio se ex militari) sono notevoli: da 70 a 90 mila dollari l'anno, più un bonus d'arruolamento di 2 mila dollari, una gratifica a metà contratto di mille dollari, e un altro bonus di 2 mila dollari a chi porta a termine il periodo contrattuale di sei mesi.
Perché il lavoro è duro: sei mesi ad Abu Ghraib o in qualche carcere ex-sovietico, con turni di 14 ore al giorno, sette giorni su sette, non sono uno scherzo.
Ma la paga va confrontata con quella cui è abituato un marine, 17 mila dollari l'anno.
Lasciare il pubblico esercito per il settore privato conviene.
La Sytex può pagare simili stipendi perché dal Pentagono riceve 200 dollari l'ora per il lavoro di ogni torturatore: così almeno ha scoperto Cherif Bassiouni, già inviato delle Nazioni Unite per la situazione dei diritti umani in Afghanistan.
Del resto, le forze armate USA hanno trascurato questo settore.
Benché siano corse ai ripari (nel 2003 hanno diplomato 273 addetti alla scuola d'intelligence di Fort Huachuca) ci vogliono anni per completare gli organici.
Così una sola azienda privata, tale Anteon, sta tenendo corsi (sempre pagati dal Pentagono) per mille specialisti da formare entro il 2006.
La necessità è enorme, essendo ormai decine di migliaia i detenuti da interrogare.
Gente ovviamente in prigione senza processo, senza difensori e senza capo d'accusa, ma ritenuti vicini ai «terroristi islamici» o loro simpatizzanti.
Il Gulag americano è in grande espansione.
Per la Lockheed, la guerra senza fine al terrorismo globale è una vera pioggia d'oro, visto che fornisce ogni genere di materiale e di personale al Pentagono.
Attualmente sta cercando maggiori e colonnelli a riposo per la gestione di Camp Anaconda, la più grossa base americana in Iraq, ed esperti di comunicazioni militari «sicure».
Sono della Lockheed anche i satelliti Keyhole e Lacrosse, che mandano ai comandi militari immagini continue del teatro bellico e del territorio occupato; gli aerei spia U-2 e SR-71 Blackbird; i caccia F-16, FA-22 e gli «invisibili» F-117.
E i missili aria-terra Hellfire e Javelin, questi ultimi portabili a spalla e molto usati dalla truppa nell'attacco a Falluja.
Il potere e l'influenza della Lockheed è stato sottolineato in un'inchiesta sulla compagnia condotta dal New York Times nel 2004: «la Lockheed non comanda forse gli USA, ma aiuta a comandare una gran parte di essi», ha scritto il giornale.
Ed ha spiegato come mai la Lockheed sembra l'asso pigliatutto dei contratti militari: «uomini che hanno lavorato, fatto lobby e dato assistenza legale alla Lockheed sono oggi segretario alla Marina, segretario ai Trasporti, direttore del complesso militare nucleare della nazione e direttore dell'agenzia che gestisce i satelliti - spia».
Ecco una panoramica istruttiva dei profitti, del potere e del modus operandi del complesso militare-industriale in USA.
Aziende tecnologiche pronte a fornire altri servizi, dalla logistica alla tortura.
Al loro unico cliente (il Pentagono) che hanno avuto cura di affollare di loro ex dirigenti.
Nella completa oscurità e segretezza.
In questo campo non c'è il «mercato libero», ma il lavoro per lo Stato come unico committente.
Il monopolio della guerra sostenuto da subappalti.
E' forte l'odore di un ordine nuovo che somiglia molto ad uno vecchio e che credevamo sorpassato: l'universo sovietico.
Non è affatto un caso che la CIA, dovendo «interrogare» decine di migliaia di detenuti, abbia chiesto - e si sia visto offrire da Polonia e Romania (2) - l'uso delle vecchie installazioni dei lager comunisti.
Un altro bel contratto d'affitto.
Con i vecchi servizievoli satelliti dell'URSS, che già prestavano quei servizi al KGB.
Probabilmente costoso perché, come ha scritto il Washington Post, quella che la CIA ha stabilito è «una rete occulta e globale di campi d'internamento» che è diventata «l'elemento centrale nella guerra non -convenzionale al terrorismo».
E si avvale della «cooperazione di servizi segreti stranieri» (i vecchi satelliti dell'URSS), e ha preso l'abitudine di «mantenere segrete anche le più elementari informazioni» sul suo nuovo Gulag «al pubblico e ai membri del Congresso incaricati di controllare le azioni della CIA».
Il KGB non poteva far meglio.
Ora la Croce Rossa cerca di ottenere dagli americani un accesso ai campi d'internamento segreti nell'Est Europeo.
Non ci sta riuscendo.
Vale la pena di ricordare, tanto per fare un confronto, che la Croce Rossa aveva accesso ai campi di prigionia nazionalsocialisti.
Nei lager americani, è tutto coperto.
Degli individui che vi sono detenuti non si conosce l'identità.
I loro familiari non sanno dove sono detenuti.
In quanto «enemy combatants», sono privi anche delle salvaguardie elementari che, secondo le convenzioni di Ginevra, spettano ai prigionieri di guerra.
Se sono torturati e maltrattati, non c'è modo di saperlo dall'esterno.
E se quei lager sono pieni, come probabile, di innocenti catturati per sbaglio in retate casuali in Iraq e in Afghanistan, affari loro (3).
Vige il metodo spiccio, «israeliano».
La sola differenza col tempo sovietico è che queste operazioni vengono affidate a contratto da mercenari a noleggio di grandi aziende miliardarie.
Continuo a credere che un giorno l'America si vergognerà di quel che sta facendo.
Ma intanto, i loro capi e i loro torturatori a contratto sono al di là di ogni controllo, non devono rispondere a nessuno, e sono immuni da ogni responsabilità.
Proprio come nell'URSS dei bei tempi di Beria.
La tortura è venuta a far parte della «civiltà occidentale», come ultima merce o servizio richiesto dal capitalismo terminale.
Maurizio Blondet
Note
1) Pratap Chatterjee, «Meet the new interrogators: Lockheed Martin», Corpwatch, 3 novembre 2005.
2) Polonia e Romania, sotto inchiesta europea, negano disperatamente. Ma l'ufficio di Bruxelles di Human Rights Watch ha in mano gli orari di atterraggio di sospetti aerei della CIA, decollati dall'Afghanistan, e atterrati all'aeroporto polacco Szymansy e a quello militare romeno di Kogalniceanu. Entrambi sono vicini a vecchie installazioni militari d'epoca comunista, dove sono probabilmente internati i sospetti «terroristi arabi».
3) Sarà bene ricordare che le torture di Abu Ghraib sono state scoperte per puro caso, perché i torturatori mandavano le foto delle loro imprese ad amici per @ mail. Secondo lo stesso Pentagono, almeno 27 prigionieri sotto detenzione americana sono morti per torture o per puro e semplice assassinio.
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dunque, tale maurizio blondet scrive un articolo un po' sconclusionato con girandole di sigle, denominazioni di società, clausole contrattuali ecc. aggingendo come chiosa finale (testuale): "Nella completa oscurità e segretezza."
se le cose erano così "oscure e segrete", uno si chiede come abbia fatto il blondet a reperirle con così tanta dovizia di particolari
e in effetti procurarsi protocolli militari e contratti ed essere a conoscenza delle vicissitudini interne di una società che produce "sistemi d'arma" per ovvi motivi non deve essere per niente facile
soprattutto quando si rimarca il fatto che sono "oscuri e segreti"
per cui la domanda rimane inevasa, se per ovvi motivi (trattandosi di cose militari che sarebbero e sono trattate in quel modo presso tutti i paesi del mondo, Italia inclusa) sono sgrete e oscure, come ha fatto il blondet a venirne a conoscenza, in termini per giunta così dettagliati
allora il sospetto che siano niente altro che elucubrazioni del blondet medesimo a questo punto è d'pbbligo, anche considerando il "taglio" e il "tono" dell'articolo quando parla in generale dell'america, dell'occidente o del capitalismo, a suo dire in fase "terminale"
sopsetto confermato dal priimo link a caso trovato su internet riguardo a questo "giornalista"
http://www.disinformazione.it/intervistablondet.htm
Intervista al giornalista Maurizio Blondet
Marcello Pamio - www.disinformazione.it
Maurizio Blondet: giornalista de l'Avvenire, autore di numerosi libri, tra cui: "I nuovi barbari. Gli Skinheads parlano", "Cronache dell'anticristo (1666-1999)", "L'uccellosauro ed altri animali. La catastrofe del darwinismo", "11 settembre: colpo di stato in USA" e "Chi comanda in America", editi da Effedieffe.
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D: Dopo aver letto i suoi due ultimi libri-denuncia: "11 settembre: colpo di stato in USA" e "Chi comanda in America", mi sono chiesto se la loro pubblicazione fosse stata causa di pressioni e/o intimidazioni. E' così?
Glielo chiedo perché, dopo aver messo in Rete alcuni articoli sulle tematiche anche da lei trattate, siamo stati bersaglio di e-mail molto minacciose!
R: Lasciamo perdere questo argomento!!! Ci sono molti modi di emarginare un giornalista senza attaccarlo direttamente, ma passandogli "sopra".
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D: Parlare di "causa palestinese", è sempre molto difficile; al varco infatti ci sono potenti organizzazioni che, tra premiazioni a base di Menorah e banchetti in onore di personaggi politici compiacenti, sono pronte a denunciare chiunque per antisemitismo. Ma il gioco, forse in questo caso, vale la candela, anche perché il focolaio mediorientale interessa l'intero mondo.
Attraverso gli occhi di un cristiano, quale potrebbe essere la "ricetta", se ne esiste una ovviamente, per risolvere una volta per tutte il problema Palestina e Israele? Avrebbe qualche utilità rinchiudere in isolamento e nella stessa cella, Sharon e Arafat? Scherzi a parte, non è che queste due "figure" antitetiche, rappresentano invece le pedine fondamentali di un oscuro e mortale gioco il cui fine ultimo è la "non-pace"?
R: Ci sono qui due questioni da considerare. La prima: Israele si considera oggi un'entità "religiosa" e biblica; il fondamentalismo ebraico è ormai maggioritario, e non è meno pericoloso del fondamentalismo islamico. In questa visione "biblica", la Palestina è terra "sacra" in ogni suo centimetro quadrato; è stata data da YHVH agli ebrei, e non può essere ceduta nemmeno in parte. Quanto ai palestinesi, la "lezione" politica della Bibbia impone di sterminarli, come gli antichi Amaleciti. E' vietato integrarli, ancor meno associarli (come facevano i Romani. Gli ebrei sono, in questo senso, "il contrario" di Roma).
Ma la seconda questione, più fondamentale, è: Israele desidera davvero la pace? Che cosa sarebbe Israele con la pace? E' uno stato artificiale, composto da gente che ha spesso due o tre cittadinanze. Una volta cessato il pericolo, gli israeliani in "vacanza religiosa" tornerebbero in gran parte ai loro paesi di nascita. Calerebbe il flusso delle donazioni della Diaspora, che invece crescono più cresce il pericolo per Israele; calerebbero gli aiuti USA, miliardi di dollari annui che "fanno la differenza" sul livello di vita israeliano e palestinese. Voglio dire: ridotti ai loro mezzi, su quella terra, gli israeliani dovrebbero vivere al livello dei Palestinesi o poco più. Ne hanno davvero voglia?
C'è dunque un motivo profondo per cui gli israeliani hanno scelto Sharon: lui mette Israele in pericolo per salvarla continuamente. E' un fenomeno freudiano. Del resto, la psicanalisi l'hanno inventata loro.
Ancora più nel profondo, c'è l'idea che se Israele si mette in pericolo, provoca YHWH ad accorrere nel suo aiuto. Molti oggi sono convinti che i tempi messianici sono qui, e quindi non c'è bisogno di cedere territori o fare compromessi, dato che la vittoria politica sarà del popolo eletto, Messia di se stesso. In questo messianismo c'è molto di americano (protestante): i due messianismi, che aspirano entrambi ad accelerare la fine della storia, si influenzano a vicenda.
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D: «Tutte le associazioni massoniche devono alla Cabala ebraica i propri simboli e i propri segreti». Non sono parole mie, ma del «Sovrano Pontefice della Frammassoneria», Albert Pike. Se «l’anti-papa» - riconosciuto e accettato da tutte le Logge mondiali - avesse ragione, si può affermare che dietro le «libere muratorie», occidentali tutte, si nasconde una oscura e unica mano: quella del misticismo ebraico? E se sì, quali potrebbe essere la conseguenza di un simile "monopolio"?
R: Il discorso sulla Massoneria è troppo complesso per affrontarlo qui. Una cosa va capita bene: l'organizzazione consiste di cerchie sempre più "interne", in cui vengono cooptati, per selezione, i membri delle cerchie esteriori. Un massone di Loggia o un rotariano può restare per sempre nella cerchia esterna, senza mai essere chiamato e neppure sospettare che il suo vicino di loggia è stato elevato a una cerchia più alta e chiusa. La selezione ovviamente viene presentata come iniziazione a "più alte verità". Ovviamente la Cabala è la struttura centrale di questa gnosi (come del resto di ogni gnosi), che sul piano politico giustifica mentalità oligarchiche: gli "illuminati" hanno diritto di comandare sui "carnali". Il tutto su sfondo immoralista: Ordo ab Chao.
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D: Negli ultimi anni, assistiamo impotenti ed esterrefatti, al discredito mediatico del cristianesimo in ogni sua forma: preti e alti prelati accusati e poi arrestati per pedofilia, eminenze grigie corrotte, scandali all’interno del vaticano, ecc.
Tutto questo è il segnale della perdita deleteria di ogni valore cristiano, oltreché umano, da parte della chiesa, o invece è la manifestazione della volontà, più volte enunciata e scritta dai «venerabili maestri», di porre fine a tutte le più importanti religioni?
R: E' comprovato che in Usa la campagna sui preti pedofili è stata innescata da avvocati ebrei, a caccia di ex-bambini "violentati" cui "svegliano la memoria", e che convincono con la prospettiva di indennizzi miliardari. D'altra parte la Chiesa americana è da sempre assai "debole" sul piano spirituale. Non ha mai avuto martiri. E' attivista, e fa' coincidere il bene con le buone azioni caritative.
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D: In «Chi comanda in America» lei espone in maniera esemplare e senza lasciare spazio a dubbi, quali sono i gruppi elitari che effettivamente controllano le politiche internazionali dell’amministrazione più militarizzata del mondo. Una cosa però mi sfugge di queste politiche, indiscutibilmente guerrafondaie e imperialiste, e cioè, esse mirano esclusivamente al controllo economico-energetico globale, oppure vi è qualche altro sottile intendimento? Tipo il messianismo biblico?
R: Ricordi che per il protestantesimo "biblico" (e per l'ebraismo) il successo economico e politico è segno di dilezione divina. Soldi e "fede", in questa mentalità, sono una cosa sola, e si legittimano l'uno con l'altro. Il primo Rockefeller era un pio divoratore della Torah. Oggi in Usa sono tre le forze egemoni: il complesso militare-industriale, il potere petrolifero, la lobby ebraica. Una volta che questi tre poteri sono coalizzati - come avviene adesso per la prima volta - non c'è altro potere che possa contrastarne l'azione. Nella società americana, non esiste altro.
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D: Oggi a livello mondiale è in atto lo scontro tra il «Bene» e il «Male». Il «Bene», per modo di dire, è rappresentato dall’Amministrazione statunitense e da tutti quei governi-burattini, Italia compresa, che ne condividono gli ideali; il «Male», per esclusione, è formato da tutti gli altri governi, «incoscienti» e «irresponsabili». Lei da cristiano afferma che la Vittoria non sarà di chi si sente invincibile (oggi). Le chiedo, allora, come secondo lei sarà questo scontro finale e soprattutto quali i passaggi prossimo venturi che dovremo assistere e affrontare.
La prego, ci tiri su il morale!
R: L'enorme destabilizzazione e disordine che gli Usa hanno messo in moto dopo l'11 settembre è l'inizio della fine per il capitalismo "americano" - cioè finanziario, globale e ultraliberista. Quando tutto sarà finito (a prezzo di enormi devastazioni) vedremo la fine del capitalismo ideologico, come abbiamo visto la fine del comunismo: per le sue contraddizioni interne, perché la sua "teoria", se applicata rigorosamente, rende impossibile la vita umana. Il capitalismo "americano" è un'ideologia, come il leninismo. Favorisce la massima retribuzione per chi investe capitale, e la minima retribuzione per il lavoro. Per questo le produzioni si spostano in Cina, ad esempio: il lavoro là costa poco e lascia più profitti al capitale. Risultato: il capitale "super-efficiente" produce quantità crescenti di merci, che però non possono essere comprate perché il potere d'acquisto dei salariati diminuisce. Il capitale non fa più profitti. Il capitalismo giunge così al suo limite teorico, la sua aporia fondamentale. Si autodistrugge dopo averci distrutto.
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non c'è che dire, dalle ridicole farneticazioni di quell'intervista, non si capisce molto come contenuti, ma si capisce che si ha a che fare con un "giornalista" cattolico arrabbiato affetto da paranoie antiamericane e antiebraiche patologiche, più che un caso giornalistico, mi sembra un caso psichiatrico da curare, sempre che sia curabile, in effetti mi è capitato di leggere che quando l'antiamericanismo e in questo anche caso l'antiebraismo, assume simili proporzioni paranoiche deliranti, viene assimilato in psichiatria a un disturbo mentale :D
per il nostro blondet, persino il caso dei preti pedofili negli USA è in realtà un complotto di avvocati ebrei, patetico
bello anche qundo parla di capitalismo ideologico, non accorgendosi della paranoia ideologica dei suoi pregiudizi che offusca la sua mente
trova anche il tempo di dolersi del fatto di sentirsi "emarginato" perchè nel mondo non prendono troppo sul serio le sue paranoiche farneticazioni
ma su questo punto secondo me non si deve dolere troppo, troverà sempre qualcuno disposto a prendere le sue ridicole e incommensurabili fregnacce, in modo del tutto acritico, come oro colato
così va il mondo
Lucio Virzì
05-11-2005, 14:07
A parte che non mi sembra che quello che tu hai postato presti il fianco alle tue offensive critiche, Fabio, ti dico di darti una regolata.
LuVi
FastFreddy
05-11-2005, 14:13
******* sbagliato topic *****
tatrat4d
05-11-2005, 14:46
Von, non solo hai e di molto superato il limite delle cose che qui puoi dire di Blondet, arrivando quasi a rilasciare diagnosi a distanza :D , ma hai anche associato i suoi scritti alla ricettività di utenti del forum. Quindi, per favore, posta con più attenzione per quelle che sono le regole.
von Clausewitz
06-11-2005, 23:23
Von, non solo hai e di molto superato il limite delle cose che qui puoi dire di Blondet, arrivando quasi a rilasciare diagnosi a distanza :D , ma hai anche associato i suoi scritti alla ricettività di utenti del forum. Quindi, per favore, posta con più attenzione per quelle che sono le regole.
guarda non penso di aver sbagliato bersaglio, pure qualcun altro esprime peplessità su questo "giornalista"
leggete qui:
http://www.effedieffe.com/tasti/descrizione2.php?id=352¶metro=%20commenti
Riceviamo in data 11/04/2005 alle ore 20:50 la seguente lettera di Giuseppe Gennarini a Maurizio Blondet
Signor Blondet
il suo articolo mi ha veramente sorpreso.
Mi ricordo con piacere l''incontro con lei anni fa a New York quando parlammo della situazione della Chiesa americana.
L'articolo scritto da me sui Lubavitcher vuole solo dimostrare come i due principali argomenti della apologetica giudaica anticristiana ( che Gesu` non sarebbe il vero Messia perche` il Messia non poteva morire e perche` il Messia avrebbe instaurato con la sua venuta il regno messianico) sono caduti a causa dei Lubavitcher.
Per il resto riguardante le relazioni con gli ebrei, Pio XI ha detto che i cristiani sono "semiti spirituali", PIo XII ha tuonato a piu` riprese contro le dottrine razziali e Giovanni Paolo II ha detto che li ebrei sono i nostri "fratelli maggiori" e che la relazione tra religione ebrea e criatianesimo e` "intrinseca e non estrinseca". Quindi un cattolico non puo` che avere rapporti di stima e di rispetto verso gli ebrei, per i quali la Chiesa da tempo immemorabile prega il Venerdi` santo. Non voglio citare San Paolo o Gesu` stesso perche` penso che lei conosca questi testi.
Quello che poi dice sul neocatecumenato mi ha lasciato stupefatto: lei scrive che i neocatecumenali "i riti cattolici li hanno abbandonati da tempo", che "sono inventori insaziabili di rituali fai-da-te", che "quando i neocatecumenali s'impadroniscono di una chiesa parrocchiale ne espellono i fedeli normali", e finalmente:"ritengono invalido il battesimo dei cristiani qualunque, sicché ribattezzano i loro adepti".
Ma scherziamo? Ma ha cercato di documentarsi?
Manca solo di accusarci di mangiare i bambini, cosa di cui erano regolarmente accusati i cristiani della chiesa primitiva. E` interessante che poi questa accusa nel corso dei secoli venne trasferita al popolo giudaico.
In questa serie di dicerie, non nate da informazione diretta, mi sembra impossibile riconoscere il Blondet con cui parlai anni fa e di cui ho letto con interesse diversi articoli e alcuni libri.
Per finire, poiche` lei scrive di "papa polacco" e della "mascherata giudaica promossa dal Concilio", non so se stia parlando da un punto di vista di un cattolico o da altro punto di vista. Forse anche il Papa era un messianista criptogiudeo e il Concilio una farsa frankista?
Giuseppe Gennarini
Caro Gennarini
mi scusi anzitutto il ritardo della risposta, dovuto al fatto che in ritardo ho ricevuto la sua mail da Effedieffe.
Anch’io ricordo con piacere quel colloquio a New York, e mi domandavo se l’estensore su Il Foglio fosse proprio quel Gennarini.
Quanto al tema, me ne dispiaccio più di lei. Mi par di vedere dalle sue affermazioni sui Lubavitcher non malafede (il che mi dà sollievo), ma ingenuità.
I Lubavitcher accettano che il Messia possa morire? Ma è ovvio: il celebre “rebbe” Schneerson di New York, da loro creduto il Messia, è morto ultranovantenne. Sicchè la loro dottrina ha dovuto essere cambiata in base a questa nuova circostanza: era il messia, eppure è morto. Questo genere di mutamenti opportunistici non e’ una novità nel giudaismo. Nel 1666 un altro falso “messia”, Sabbatai Zevi, di fronte alla prospettiva di essere decapitato dal Sultano, si convertì all’Islam. A quel punto lui e molti suoi seguaci, anziché concludere che il Messia non era Zevi, elaborarono la dottrina secondo cui il messia “doveva” scendere in basso, oltre le “porte d’iniquità”, fino all’apostasia, ecc. Non sto a ricordarle Jacob Frank, che mi sembra lei conosca. Il punto è che nel giudaismo l’avvento del Messia implica l’annullamento della Legge e di ogni legge morale; sicchè il Messia stesso è “anomico” (e può fare quel che vuole, per esempio commettere incesto) e i seguaci del Messia sono ormai liberati da ogni norma e limite. Fu contro questa idea, evidentemente già corrente al suo tempo, che Gesù disse: non crediate che io [benché Messia] sia venuto ad abolire uno iota delle Legge, ecc..
Spero possa da qui rilevare la mia angoscia nel sapervi “amici” e “in comune attesa messianica” con gente di questo stampo anomico. Chieda ai rabbini Lubavitcher cosa pensano dei palestinesi, e come s’immaginano il “regno a venire”: se lo immaginano come il dominio temporale giudaico, e come soggezione dei “gentili” ai padroni ebrei. I gentili, come nuovi schiavi, nel “Regno” dovranno lavorare anche il sabato e la notte; saranno passibili di morte se “creano loro riti”, e così via.
Non mi faccia il torto di attribuirmi un anti-giudaismo razzista. La mia è un’opposizione culturale e religiosa al confusionismo ben-intenzionato oggi corrente nella Chiesa. Non le sfuggirà che Pio XI, nel definire i cristiani “semiti spirituali”, non faceva che confermare la dottrina perenne, che il corpo della Chiesa è il Novus Israel, subentrato all’Alleanza e al vetus. Ora, proprio questa dottrina della “sostituzione” è rigettata dalla nuova teologia clericale. Che la relazione tra ebraismo e cristianesimo sia “intrinseca” è ovvio, e la Chiesa non mi ha mai insegnato altrimenti, anche prima del Concilio e di Giovanni Paolo II. Ma la frase “fratelli maggiori”, se non è una locuzione di cortesia, è da prendere con le molle. E’ storicamente falso che gli ebrei d’oggi – non intesi come razza, ma come seguaci di una religione – siano “fratelli maggiori”. Sono invece fratelli “minori”. Il giudaismo dei tempi di Gesù, centrato sul Tempio e sul sacrificio dell’agnello pasquale, è infatti scomparso col Tempio; e dal II secolo dopo Cristo, è stato sempre più decisamente sostituito dal “culto della Torah”, con l’inestricabile processo della sua interpretazione talmudica e gnostico-numerologica (la Kabbalah); fino al punto che la venerazione (adorazione?) del Talmud ha finito per sostituire quella della Torah: “precetti di uomini” gabellati come “la Legge”. Vedo infatti che nella vostra domus Galileae i rabbini danzano attorno alla Torah. Spero non lo facciate anche voi. Mi pare di ricordare che la nostra non è una “religione del Libro”, e la divinizzazione di un Testo, bensì del Verbo fatto Uomo; confido che questo dettaglio non sia ancora stato abolito.
Anche sulla “stima e rispetto” che il cattolico deve avere verso gli ebrei, non capisco se tale “stima e rispetto” deve estendersi anche ai loro errori, ai loro falsi messia, ai loro “precetti di uomini”. Mi par di ricordare che già Isaia, con poco rispetto, se ne prendeva gioco: “regola su regola, precetto su precetto, un po’ qui un po’ là”. Quand’ero ragazzo, durante ogni messa si pregava pro perfidis Judaeis: ma non per chiedere a Dio che li sterminasse, bensì che li convertisse, in modo che riconoscessero Gesù come Messia. Ora, poiché questo li offendeva, la preghiera è stata abolita: per compiere un atto di cortesia, e politicamente corretto, abbiamo cessato di compiere un atto di carità, con cui invocavamo la loro salvezza eterna. Quanto alle parole di Paolo e Gesù, è strano, forse leggo su edizioni sbagliate: perché vi leggo, in chiaro e in parabole (il fico sterile da cui “non nasca più frutto in eterno”, fino alla festa del figlio del Re a cui i primi invitati si rifiutano, fino all’invettiva: “sarà lasciata la vostra casa deserta”) tutto mi pare indicare il rifiuto del popolo infedele, la decadenza del Patto che aveva stretto con Dio, e la stipula di una Nuova Alleanza con il nuovo Israele, dove “non c’è più né giudeo né greco”. Fino al giorno in cui un “piccolo resto” dell’Israele antico non dirà “Benedetto colui che viene nel nome del Signore” – cosa che, preti e Papi hanno sempre insegnato, si riferisce alla loro accettazione di Gesù.
Ora, appare che questa dottrina sia stata condannata, e sostituita con una nuova. Ma quale precisamente, non si capisce bene. Gli ebrei hanno diritto ad un nuovo Messia, non essendogli piaciuto il primo? Non hanno bisogno di conversione? Sono santi per razza in quanto “seme d’Abramo”? La promessa divina a loro è tuttora vigente? Hanno ragione a prendersi la Terra Santa con la violenza e la frode contro un popolo di rejetti? Non si capisce bene perché su questo tema c’è tutto un dico-e-non-dico, un fraseggio vago e motivato più da “cortesia” che dalla verità. Sarebbe altamente opportuno definire dogmaticamente che la “sostituzione” è caduta, che gli ebrei hanno ragione ad attendere ancora il Messia, che ci sono ancora un popolo eletto e tutti gli altri, rifiutati; con i necessari raccordi coi testi evangelici che paiono dire proprio il contrario.
Non sto scherzando. La cosa è estremamente grave e dolorosa, perché il rapporto della “nuova” Chiesa con gli ebrei tocca il centro della fede cristiana. Se gli ebrei hanno ragione, non è che ha torto la Chiesa; ha torto Gesù. Di qui non si scappa. Se la Chiesa dice che si è sbagliata a credersi il Novus Israel, si autodichiara una frangia del giudaismo destinata ad essere assorbita in esso (se loro vogliono; ma non credo, visto che non siamo “razza di Abramo”); o peggio, un errore bimillenario, destinato ad esaurirsi nel “regno futuro” tutto giocato sull’aldiquà.
Di qui le mie considerazioni alquanto aspre sulla “mascherata giudaica” che va di moda nell’alto clericalismo. Mi ricordo con senso di offesa il Giubileo del 2000, quando a fianco della Porta Santa apparvero due gladiatori hollywoodiani, che soffiavano su copie dello shofar, il corno ebraico di duemila e passa anni fa, forse recuperate dai magazzini di Cecil B. De Mille. Che cos’era? Se non la vuol chiamare mascherata, la chiami fanta-liturgia, imitazione light di un ebraismo biblico che nemmeno più esiste. Offensiva, penso oltretutto, per gli ebrei religiosi; come non si offenderebbero a vedere dei goym imitare un arcaico rito giudaico? Non ci offenderemmo noi a vedere, poniamo, dei monaci buddhisti imitare il rito eucaristico, in segno di simpatia per noi? Mi limito a notare la beffarda circostanza: abolita la lingua e il rigore liturgico in nome dell’”aggiornamento”, la Chiesa post-conciliare è andata a ripescare immaginari riti primitivi ebraici.
E veniamo al “Papa polacco”. Forse un criptogiudeo?, ironizza lei. Se avrà la bontà di leggere le mie “Cronache dell’Anticristo” vedrà che ho raccolto indiscutibili indizi di una annosa manipolazione psichica del cattolicesimo polacco. Al punto che “il poeta polacco” per eccellenza, il super-cattolico Adam Mickiewicz, risulta essere un frankista (seguace del “messia” Jacob Frank) – del resto era un ben strano cattolico, visto che accorse a sostenere Mazzini nella Repubblica Romana giacobina, che cacciò il Papa da Roma.
Ma questo, mi creda, è per me il più doloroso argomento: quali influssi abbia senza saperlo respirato il giovane Karol Wojtyla, è davvero qualcosa che non vorrei avere scavato.
Ma, con ciò, voglio ricordare a chi si scandalizza che essere cattolico non significa essere “papista”. Del resto ce l’ha insegnato Giovanni Paolo II, chiedendo perdono per atti, atteggiamenti e fatti della Chiesa e di Papi precedenti, che evidentemente lui giudicava erronei. Invece, la lezione che si tende a ricavarne è: se l’ha detto, se l’ha approvato il Papa regnante, anche se contrasta con i duemila anni della precedente dottrina, è giusto e vero: ubi Petrus ibi Ecclesia, eccetera. Ma se hanno avuto torto altri Papi, perché non – eventualmente – anche questo ultimo?
Il tema è troppo denso per essere trattato qui. Mi limito ad accennare che la possibilità di un Papa eretico è pacificamente ammessa dalla dottrina cattolica e dal diritto canonico; e senza che ciò contraddica il dogma dell’infallibilità; “perché infallibilità non significa inerranza del Papa come individuo, ma l’inerranza dell’ufficio papale in quanto tale” (Cfr. Roberto De Mattei, “Quale Papa dopo il Papa?”, Piemme, 2002, p.112). Ma su questo scriverò forse qualcosa, se ne avrò tempo.
Quanto al “cammino neocatecumenale”, se ho ecceduto in asprezza me ne scuso. Ma tuttavia, non credo si possa negare che il “cammino” ha cambiato le forme delle sue chiese e adeguato alla sua specificità una sua liturgia. Quanto ai riti nella Domus Galileae che lei stesso, Gennarini, ha descritto entusiasta in un suo articolo su Il Foglio, ho notato: la Torah al centro (con rabbini danzanti attorno), il “cielo stellato” come coronamento dell’edificio, le ripetute allusioni all’Architetto dell’Universo che per fabbricare il mondo avrebbe usato la Torah come un architetto usa mappe e piante (una cosetta kabbalistica)…tutto ciò, mi scusi, ha un certo sapore…Beh, come lo definirebbe lei? Spero sia solo ingenuità.
Maurizio Blondet
questo articolo è presa da questa bella carrellata:
http://www.effedieffe.com/tasti/commenti.php
ne ho aperto qualcuno fra cui quello postato
in genere questi "articoli" dopo il titolo tendenzioso sono difficilmente comprensibili perche si perdono regolarmente in una marea di sigle, nomi di persone, fatti misconosciuti, non verificati e non verificabili
l'unico comun denominatore è la paranoia assoluta dell'autore verso un complotto mondiale ebreo-americano, anzi praticamente solo ebreo dato che cataloga i neocon come "ebrei", a danno di tutti e in special modo dei cristiani, insomma il nostro è in pieno delirio demogiudoplutocraticomassonico
fermate l'ossessione e chaimate lo psicanalista :sofico:
ps adesso edito, tanto è chiaro chi in questa discussione prende questi farneticanti e ridicoli scritti, come oro colato
von Clausewitz
06-11-2005, 23:38
A parte che non mi sembra che quello che tu hai postato presti il fianco alle tue offensive critiche, Fabio, ti dico di darti una regolata.
LuVi
beh, non è detto che quello che sembra a te, debba sembrare anche a me
com'è che mi devo regolare? :confused:
boh, vuol dire che aspetterò un tuo decalogo in proposito :sofico:
Lucio, a parte quello che sembra a te, o che ti vuoi far sembrare, visto che in questo periodo ti diletti in letture complottiste (false) sul mondo, e che rimangono cmq fatti tuoi, ti voglio solo far notare che se solo un decimo di quello che è scritto negli articoli di blondet fosse vero, ciò significherebbe che hitler aveva ragione sugli ebrei, intesa come propaganda nazista che li raffigurava
e se tu dai una minima patente di veridicità a questi scritti, di blondet intendo, beh, indirettamente dai ragione al fuhrer
pensaci ogni qual volta aprirai una discussione sui neonazisti e dintorni
tdi150cv
07-11-2005, 00:16
beh, non è detto che quello che sembra a te, debba sembrare anche a me
com'è che mi devo regolare? :confused:
boh, vuol dire che aspetterò un tuo decalogo in proposito :sofico:
Lucio, a parte quello che sembra a te, o che ti vuoi far sembrare, visto che in questo periodo ti diletti in letture complottiste (false) sul mondo, e che rimangono cmq fatti tuoi, ti voglio solo far notare che se solo un decimo di quello che è scritto negli articoli di blondet fosse vero, ciò significherebbe che hitler aveva ragione sugli ebrei, intesa come propaganda nazista che li raffigurava
e se tu dai una minima patente di veridicità a questi scritti, di blondet intendo, beh, indirettamente dai ragione al fuhrer
pensaci ogni qual volta aprirai una discussione sui neonazisti e dintorni
Hitler aveva o non aveva ragione ?
Ma carissimi ... affacciatevi alla storia per capire la genialita' , intesa come parte brillante intrinseca in lui , di quell'uomo ... che lo si possa o meno seguire ideologicamente non si puo' fare a meno di ammettere quanto era al di sopra di chiunque altro. Tutto questo per dire di lasciar fuori personaggi riconosciuti oggi come dei pazzi ... si rischia di parlare a sproposito ...
tatrat4d
07-11-2005, 09:56
Hitler aveva o non aveva ragione ?
Ma carissimi ... affacciatevi alla storia per capire la genialita' , intesa come parte brillante intrinseca in lui , di quell'uomo ... che lo si possa o meno seguire ideologicamente non si puo' fare a meno di ammettere quanto era al di sopra di chiunque altro. Tutto questo per dire di lasciar fuori personaggi riconosciuti oggi come dei pazzi ... si rischia di parlare a sproposito ...
Punto primo: si sta andando OT.
Punto secondo: è ancor meno il caso di andare OT per postare apologie di Hitler o di criminali del genere (per chi intende ce ne siano). Aggiungo poi che distinguere la "superiorità" di Hitler dalla diversa valutazione della sua ideologia sarebbe un esercizio astruso. In conclusione, oltre che dal regolamento, post simili sono anche sconsigliati dal buon gusto e dalla prevenzione dei flame che di solito fanno nascere.
-kurgan-
07-11-2005, 10:32
Hitler aveva o non aveva ragione ?
Ma carissimi ... affacciatevi alla storia per capire la genialita' , intesa come parte brillante intrinseca in lui , di quell'uomo ... che lo si possa o meno seguire ideologicamente non si puo' fare a meno di ammettere quanto era al di sopra di chiunque altro. Tutto questo per dire di lasciar fuori personaggi riconosciuti oggi come dei pazzi ... si rischia di parlare a sproposito ...
...
qualcuno vuole commentare?
-kurgan-
07-11-2005, 10:32
Punto primo: si sta andando OT.
Punto secondo: è ancor meno il caso di andare OT per postare apologie di Hitler o di criminali del genere (per chi intende ce ne siano). Aggiungo poi che distinguere la "superiorità" di Hitler dalla diversa valutazione della sua ideologia sarebbe un esercizio astruso. In conclusione, oltre che dal regolamento, post simili sono anche sconsigliati dal buon gusto e dalla prevenzione dei flame che di solito fanno nascere.
ok, meglio non farlo ;)
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