View Full Version : bravura a scuola--->famiglia buona alle spalle
XRyoSaeba
03-11-2005, 20:56
Per la mia modesta esperienza ho notato che i ragazzi piu' bravi abbiano una famiglia buona alle spalle ovvero sono figli non dico di scienziati ma cmq di buoni avvocati, architetti, ingegneri o roba simile. Attenzione, sto parlando di ragazzi bravi, non dei 'classici' volenterosi.
Quindi quando vedete uno bravo non crediate che sia tutto sceso dal cielo. Difficilmente quel ragazzo sarà figlio di operai che si disinteressano di lui. Io faccio parte di questa categoria, ovvero con genitori che si disinteressano di ciò che studio ma che pagano le tasse e sanno che faccio l'univ (i miei sono operai).
Non voglio trovare alibi ma non si può non ammettere che coloro che sono piu' brillanti hanno nel 95% dei casi una famiglia molto buona alle spalle (professionisti) CHE LI HANNO FATTI crescere con la giusta mentalità (sicuramente non operaia).
Pensate che siano solo mie paranoie?
La mia prof delle scuole medie ripeteva sempre il fatto che i figli di operai fossero piu' svantaggiati, anche per il semplice fatto che a casa si parla sempre in dialetto (lei era una prof di italiano). Ho ora capito il significato profondo delle sue parole. Ciò non vuol dire che basta essere figli di buoni ingegneri per essere brillanti; vuol invece dire che vivendo in una famiglia di buoni ingegneri è molto probabile che si sia piu' bravi, anche solo per un fatto genetico.
Non so se pensare al fattore genetivo o al fattore ambientale... di certo c'è una grossa correlazione tra bravura di un ragazzo e famiglia buona alle spalle.
Cecco BS
03-11-2005, 21:07
beh, certamente il fattore ambientale influenza molto la crescita di uno studente... parlare di fattore genetico mi sembra eccessivo!
aLLaNoN81
03-11-2005, 21:45
Premetto che non capisco se questo sia uno sfogo, uno spunto di discussione, una domanda o che altro...
Per quanto riguarda il fattore genetico non è detto, è stato dimostrato scientificamente che non è assolutamente vero che da un incrocio di persone intelligenti ne nasca una altrettanto intelligente e viceversa, non è detto che da persone non molto brillanti nasca per forza una persona poco dotata. Per quanto riguarda il fattore ambientale invece ti uppo in pieno, io sono nella tua stessa situazione ed effettivamente chi non ha una famiglia colta alle spalle diciamo che cresce in un ambiente culturalmente svantaggiato, non viene stimolato da nessuno e può darsi che faccia più fatica negli studi. Tutto ciò in ogni caso non è sistematico, anche se comunque nel mio caso è vero.
Cecco BS
03-11-2005, 21:48
allanon... il druido? ;)
aLLaNoN81
03-11-2005, 21:56
allanon... il druido? ;)
yeah :D
Espinado
03-11-2005, 22:35
il discorso è valido per la fascia media degli studenti. In realtà nella mia università molti dei bravissimi sono invece immigrati dell'europa dell'est o provenienti dai più sperduti paesi del meridione. vivono in pensionato con la borsa di studio, studiano come dei matti e mietono ottimi risultati.
Cecco BS
03-11-2005, 23:04
è vero, anche nella mia uni ci sono degli esempi simili...
Secondo me non vale...anzi...semmai vale il contrario...i classici figli di papà che hanno già la strada spianata e di certo non hanno bisogno di sbattersi più di tanto per asicurarsi un buon futuro non eccellono più di tanto
XRyoSaeba
04-11-2005, 07:33
non è uno sfogo è una semplice constatazione e vedo chje qualcuno ha frainteso. Come già detto, non sto parlando di chi studia come un matto e prende anche 110 e lode essendo figlio di operaio.
Vi sarà sicuramente capitato di trovare ragazzi brillanti, che capiscono subito le cose, che sembrano che sappiano già tutto, che hanno bisogno di poco studio per arrivare ai risultati... insomma gente brava. Ripeto che non sto parlando di chi si fa il culo sulla sedia, pur non essendo brillante, e arriva a risultati eccellenti. sto parlando di ragazzi bravi di loro, a prescindere dallo studio. Ebbene io penso cheper essere un tipo così non puoi nascere in un ambiente ove tuo padre a cena ti parla delle banalità o comunque quando hai i tuoi genitori uno muratore l'altra casalinga... ma proprio xkè cresci con una forma mentis diversa, non adatta ad essere brillante. Invece chi cresce in ambienti abbastanza intellettuali (figli di professori, ma anche figli di artigiani valà... MA CHE A CASA PARLINO ITALIANO, non dialetto).
Comunque dalla mia analisi empirica ho fatto caso al fatto che il figlio di operaio a BRILLARE non brilla... ma proprio perché non ha il carattere, il temperamento per brillare. Non è nato per brillare. Viceversa, sempre mediamente (c'è anche il figlio di ingegnere che si droga, ma questo è un altro discorso) ogni quando ho visto qualcuno davvero bravo ho sempre notato che questo qualcuno venisse da una famiglia non operaia.
Insomma il discorso è molto complessso... io dico che il fattore genetico/ambientale si mescoli... e non è vero che da due genitori un pò ritardati può nascere un genio...almeno mediamente non è così, non sto parlando delle eccezioni.
Il discorso è anche fatto per non colpovelizzare molto chi non riesce negli studi provenendo da una famiglia operaia: vi assicuro che chi viene da simil famiglie ha ricevuto troppi pochi stimoli per brillare. L'apprendimento poi è una cosa delicatissima, anche difficile se vogliamo, e se si sta in una famiglia che da piccoli ci da' un'impostazione sbagliata, a mio avviso non si può mai brillare.
Ho ad esempio mia cugina che pensa che studiare ing sia da geni o comunque da persone bravissime e che pensa che lei mai ci riuscirebbe (figlia di operai): questo è un esempio di impostazxione sbagliata che lei ha ricevuto....il non credere nelle proprie capacità.
Altro esempio: io ero in prima liceo scientifico sperimentazione informatica... andavamo in laboratorio a fare i programmini in pascal... c'era gente che finiva subito e io, non avendo MAI acceso un computer in vita mia, faticavo. Quella gente lì volava, capiva subito come impostare i vari programmi ecc... e quella gente lì provenivada famiglie ''buone''. Questo è un altro esempio per dire che anche il pc (=uno stimolo) è importante per sviluppare certe doti di apprendimento. Io penso che qualsiasi ragazzo dall'età di 6 o 7 anni dvorebbe cominciare a capirne di pc per poi arrivare agli 11-12 anni già abbastanza ferrato. Ma se un ragazzo viene abituato ad andare a lavorare al mattino, viene abituato a valori materiali, a casa si parla in dialetto, la personalità che si forma non è delle migliori così come il temperamento (nello studio)... ecco che questo cocktail forma l' 'asinaggine' nello studio che io identifico come mancanza di stimoli, crescita in ambiente culturale svantaggiato... ecc.
Ho mio fratello che è a dir poco bravo (ma davvero bravo)... al liceo andava anche a lavorare di pomeriggio ed è stato sempre il migliore, capiva subnito le cose ecc.. ma mio fratello è una vera eccezione. In tutti i discorsi le eccezioni vanno sempre scartate... la maggioranza dei figli di operai non brilla--> la maggioranza dei figli di famiglie buone non brilla..... ma la maggioranza (stragrande maggioranza direi) di chi brilla proviene da famiglie di professionisti o comunque non è cresciuta in campagna.
Il fattore genetico a mio avviso esiste: nella mia famiglia ci sono stati molti ritiri dall'univ (parlo di figli di zii) e quelli che hanno continuato non hanno brillato. Nella mia famiglia poca gente si è laureata...lo svantaggio genetico-socio-culturale c'è e c'è senza dubbio.
Fradetti
04-11-2005, 07:53
chi cresce in case di intelltuali o di famiglie ad alto tasso culturale fa sicuramente meno fatica.... ma non è detto che si voglia sbattere per arrivare all'eccellenza ;)
Chi studia veramente tanto e prende tuti 10 in genere arriva da + "in basso" ;)
XRyoSaeba
04-11-2005, 08:53
chi cresce in case di intelltuali o di famiglie ad alto tasso culturale fa sicuramente meno fatica.... ma non è detto che si voglia sbattere per arrivare all'eccellenza ;)
è bello leggere qualcuno che capisce veramente qualcosa... bravo Fradetti :mano:
conta solo il fattore ambientale- culturale!i caratteri acquisiti non si ereditano....
aLLaNoN81
04-11-2005, 11:56
Più che altro chi nasce in un ambiente culturalmente di basso livello è decisamente meno incoraggiato e stimolato ad imparare, o per lo meno è quello che avviene a me, in famiglia si fanno sempre i soliti discorsi banali e la cosa può essere un po' frustrante alla lunga, per carità non ne faccio assolutamente una colpa ai miei però devo anche dire che sin da piccolo non mi hanno incoraggiato a far nulla ed anzi, per fare o avere alcune cose ho dovuto lottare un bel po'. In una famiglia di pià alto livello diciamo che i figli sono più abituati a recepire le cultura dato che sicuramente vengono stimolati sin da piccoli con molte attività, per esempio nessuno mi ha mai portato a vedere un museo da piccolo, come non mi ha mai incoraggiato nessuno a prendere un libro e leggerlo e potrei fare molti altri esempi. Per avere poi il pc a 12 anni ho dovuto intraprendere una guerra psicologica con mio padre perchè non la riteneva una cosa utile, vedi tu...
Espinado
04-11-2005, 11:57
rio il tuo discorso è sicuramente valido, in effetti più che una povertà di mezzi molti ragazzi scontano una povertà intellettuale. Molti di coloro che eccellono negli studi dotati di pochi mezzi in effetti hanno avuto magari poco materialmente ma qualcosa culturalmente si.
XRyoSaeba
04-11-2005, 13:23
Più che altro chi nasce in un ambiente culturalmente di basso livello è decisamente meno incoraggiato e stimolato ad imparare, o per lo meno è quello che avviene a me, in famiglia si fanno sempre i soliti discorsi banali e la cosa può essere un po' frustrante alla lunga, per carità non ne faccio assolutamente una colpa ai miei però devo anche dire che sin da piccolo non mi hanno incoraggiato a far nulla ed anzi, per fare o avere alcune cose ho dovuto lottare un bel po'. In una famiglia di pià alto livello diciamo che i figli sono più abituati a recepire le cultura dato che sicuramente vengono stimolati sin da piccoli con molte attività, per esempio nessuno mi ha mai portato a vedere un museo da piccolo, come non mi ha mai incoraggiato nessuno a prendere un libro e leggerlo e potrei fare molti altri esempi. Per avere poi il pc a 12 anni ho dovuto intraprendere una guerra psicologica con mio padre perchè non la riteneva una cosa utile, vedi tu...
idem, io sto finendo ing informatica.
Mio padre sa che faccio ing dei pc, mia madre non sa quasi nulla. Insomma non è di quelle famiglie che si interessano, a me pagano le tasse e basta.. sanno vagamente ciò che faccio.
Insomma io la butto sul caratteriale, l'ambiente esattamente, come ci fanno crescere. Credo che mediamente il carattere di un ragazzo rispecchi quello di uno dei genitori.
Su questo pianeta ritengo che c'è chi nasce piu' fortunato perché non ha problemi di fame, ma c'è anche chi nasce piu' fortunato perché non fatica a raggiungere certi obiettivi, o almeno fatica di meno.
Ora capisco anche perché al liceo qualche professore inizialmente chiedeva uno ad uno ( si faceva il giro della classe, è vero, non dico cazzate) il lavoro che facessero i propri genitori. Comunque è doveroso osservare come anche alcuni operai sappiano allevare culturalmente bene i figli, ma sono davvero pochi pochi. quando un ragazzo va a casa e trova l'ambiente intellettuale, magari con lo stesso temperamento del padre ottimo ingegnere, grazie al cazzo che brilla e si realizza presto. Ma se uno proviene da famiglia meno abbiente, col CAZZO che lo fai brillare. A volte ci si lamenta bollando come ''asini'' alcuni ragazzi... tutti quelli che ho conosciuto che hanno definito così ho fatto caso che venivano da situazioni di svantaggio socioculturale.
E' lavoro difficilissimo (il piu' difficile dei lavori) educare i figli alla cultura, saperli abituare alla curiosità intellettuale e non solo a guardare i pornazzi. E un giorno se un mio figlio farà cilecca a scuola mai mi sognerò di imputare il tutto solo a lui. Prima viene il fattore familiare.
anche i piu' brillanti se appena nati fossero stati tratti dalla loro famiglia di origine e messi in una famiglia poco abbiente, sicuramente avrebbero brillato di meno, ma comunque avrebbero secondo me fatto la loro porca figura. Ecco che entra il fattore genetico, come si eredita la somiglianza estetica si eredita secondo me anche l'intelligenza. Ho notato che da figli di operai ''asini'' escono sempre ragazzi poco brillanti... e non è solo l'ambiente, è anche qualcosa di genetico, di come ci hanno creato.
discorso molto complesso che sembra non portare da nessuna parte. Io dico solo che la MENTALITà della propria famiglia faccia la differenza, alla fine. cHI, COME ME, HA AVUTO LA SFORTUNA di avere un padre che pensa solo al cibo e ai soldi (pochi tra l'altro) senza curare minimamente la propria vita, senza aiutare il figlio neanche nelle scelte piu' importanti, senza incitarlo... deve mettere appunto anche la sua sfortuna in conto invece di colpevolizzarsi da solo e pensare che sia stato lui un buono a nulla.
non è uno sfogo è una semplice constatazione e vedo chje qualcuno ha frainteso. Come già detto, non sto parlando di chi studia come un matto e prende anche 110 e lode essendo figlio di operaio.
Vi sarà sicuramente capitato di trovare ragazzi brillanti, che capiscono subito le cose, che sembrano che sappiano già tutto, che hanno bisogno di poco studio per arrivare ai risultati... insomma gente brava. Ripeto che non sto parlando di chi si fa il culo sulla sedia, pur non essendo brillante, e arriva a risultati eccellenti. sto parlando di ragazzi bravi di loro, a prescindere dallo studio. Ebbene io penso cheper essere un tipo così non puoi nascere in un ambiente ove tuo padre a cena ti parla delle banalità o comunque quando hai i tuoi genitori uno muratore l'altra casalinga... ma proprio xkè cresci con una forma mentis diversa, non adatta ad essere brillante. Invece chi cresce in ambienti abbastanza intellettuali (figli di professori, ma anche figli di artigiani valà... MA CHE A CASA PARLINO ITALIANO, non dialetto).
Comunque dalla mia analisi empirica ho fatto caso al fatto che il figlio di operaio a BRILLARE non brilla... ma proprio perché non ha il carattere, il temperamento per brillare. Non è nato per brillare. Viceversa, sempre mediamente (c'è anche il figlio di ingegnere che si droga, ma questo è un altro discorso) ogni quando ho visto qualcuno davvero bravo ho sempre notato che questo qualcuno venisse da una famiglia non operaia.
Insomma il discorso è molto complessso... io dico che il fattore genetico/ambientale si mescoli... e non è vero che da due genitori un pò ritardati può nascere un genio...almeno mediamente non è così, non sto parlando delle eccezioni.
Il discorso è anche fatto per non colpovelizzare molto chi non riesce negli studi provenendo da una famiglia operaia: vi assicuro che chi viene da simil famiglie ha ricevuto troppi pochi stimoli per brillare. L'apprendimento poi è una cosa delicatissima, anche difficile se vogliamo, e se si sta in una famiglia che da piccoli ci da' un'impostazione sbagliata, a mio avviso non si può mai brillare.
Ho ad esempio mia cugina che pensa che studiare ing sia da geni o comunque da persone bravissime e che pensa che lei mai ci riuscirebbe (figlia di operai): questo è un esempio di impostazxione sbagliata che lei ha ricevuto....il non credere nelle proprie capacità.
Altro esempio: io ero in prima liceo scientifico sperimentazione informatica... andavamo in laboratorio a fare i programmini in pascal... c'era gente che finiva subito e io, non avendo MAI acceso un computer in vita mia, faticavo. Quella gente lì volava, capiva subito come impostare i vari programmi ecc... e quella gente lì provenivada famiglie ''buone''. Questo è un altro esempio per dire che anche il pc (=uno stimolo) è importante per sviluppare certe doti di apprendimento. Io penso che qualsiasi ragazzo dall'età di 6 o 7 anni dvorebbe cominciare a capirne di pc per poi arrivare agli 11-12 anni già abbastanza ferrato. Ma se un ragazzo viene abituato ad andare a lavorare al mattino, viene abituato a valori materiali, a casa si parla in dialetto, la personalità che si forma non è delle migliori così come il temperamento (nello studio)... ecco che questo cocktail forma l' 'asinaggine' nello studio che io identifico come mancanza di stimoli, crescita in ambiente culturale svantaggiato... ecc.
Ho mio fratello che è a dir poco bravo (ma davvero bravo)... al liceo andava anche a lavorare di pomeriggio ed è stato sempre il migliore, capiva subnito le cose ecc.. ma mio fratello è una vera eccezione. In tutti i discorsi le eccezioni vanno sempre scartate... la maggioranza dei figli di operai non brilla--> la maggioranza dei figli di famiglie buone non brilla..... ma la maggioranza (stragrande maggioranza direi) di chi brilla proviene da famiglie di professionisti o comunque non è cresciuta in campagna.
Il fattore genetico a mio avviso esiste: nella mia famiglia ci sono stati molti ritiri dall'univ (parlo di figli di zii) e quelli che hanno continuato non hanno brillato. Nella mia famiglia poca gente si è laureata...lo svantaggio genetico-socio-culturale c'è e c'è senza dubbio.
Condivido in pieno. Pensa poi che nella mia famiglia sono praticamente l'unico laureato...
Io continuo a non essere molto d'accordo...ok se c'è un ambiente culuralmente più stimolante può essere un punto a favore, ma non penso che prendendo tutti quelli che "brillano" come di ci te la percentuale di coloro che provengono da famiglie culturalmente più elevate sia cosi superiore. probabilmente in parte questa impressione è dovuta al fatto che i figli di laureati quasi tutti vanno a fare l'universita, mentre tra gli operai la percentuale è piu bassa, però rapportando il numero di "figli brillanti di operai" su "figli di operai che studiano" e "figli brillanti di laureati" su "figli di laureati che studiano" credo che si ottenga un valore simile.
XRyoSaeba
04-11-2005, 19:28
piu' che figli di laureati, parlo di ambienti stimolanti per lo studio. Questo fa la differenza, e la fa sicuro, sicurissimo. Io di brillanti che provengono da famiglie ove il padre fa il muratore e la madre la casalinga ancora devo vederne. tu sì?
piu' che figli di laureati, parlo di ambienti stimolanti per lo studio. Questo fa la differenza, e la fa sicuro, sicurissimo. Io di brillanti che provengono da famiglie ove il padre fa il muratore e la madre la casalinga ancora devo vederne. tu sì?
io ;)
XRyoSaeba
05-11-2005, 06:51
io ;)
forse parli dei ''volenterosi''. Ti posso dire che nel 90% delle famiglie di operai proprio come MENTALITà, come modo di pensare, non può nascere uno brillante... ma proprio come lo fanno approcciare alla realtà, ai valori materiali, al lavoro. Il figlio di operaio medio non conosce quegli stimoli quali i giochi, non conosce cos'è una vacanza (a mio avviso è un grande stimolo anche fare una vacanza, visitare luoghi nuove, nuove usanze). Purtroppo per farti vedere la situazione di cui parli dovrei solo farti osservare alcune famiglie, che educano i figli proprio con la mentalità di non studiare. E ti assicuro che per eessere brillanti è importante il temperamento, non devi essere uno che appena vede un problema + difficile si spaventa, anzi, lo risolve con calma e presto. Ti assicuro anche che di tutti i figli di operai che ho visto qualcuno bravo c'è stato, ma bravura piu' o meno media, di certo non brillante. La maggior parte dei figli di operai (=leggasi, cresciuti in famiglie poco stimolanti allo studio, o per niente stimolanti) presenta delle lacune culturali ampissime, che vanno al di là del semplice studio di una materia.
-salvo eccezioni-, si può tranquillamente dire che chi viene da una famiglia in cui i genitori da piccolo se ne sono strafottuti di lui, è facile che crolli.
Ti porto un esempio: andai a fare l'esame di Fisica II per la seconda volta (esame durissimo,non esercizi standard) e non lo passai. Ebbene a casa non avevo nessuno che mi supportava, tornato a casa mi rinchiudevo in me stesso.. invece mediamente in altre famiglie piu' buone il ragazzo viene supportato anche nei suoi fallimenti e si deprime meno.
Ma poi, cosa FONDAMENTALE (perdonatemi il grassetto): quando un ragazzo proviene da una famiglia con buon ambiente culturale, si nota proprio a pelle, dai modi di muoversi, dall'accento, dal modo di approcciare le cose. A ing. ho visto ragazzi che parlavano con i professori come se stessero al mercato, ragazzi quindi provenienti da famiglie di bassa borghesia... dubito che questa gente si laureerà brillantemente e in tempo.... poi all'univ ho visto quei tipi ai quali non puoi neanche avvicinarti, che sembrano già ingegneri/professionisti con i loro modi di fare. A un tipo simile il 30 scrocca piu' facilmente ( ho visto a un tipo simile essere alzato il voto senza che sapesse un cazzo). E un tipo simile, proprio per come è fatto, per quella sicurezza che incute, troverà lavoro piu' facilmente.
Mi spiace ma chi è stato piu' fortunato da questo punto di vista non può non ammettere la sua fortuna e credere che i suoi risultati siano dovuti solo alla sua intelligenza.
mamma mia che visione pessimistica...secondo me è una visione un po esagerata... ;)
Fradetti
05-11-2005, 12:46
forse parli dei ''volenterosi''. Ti posso dire che nel 90% delle famiglie di operai proprio come MENTALITà, come modo di pensare, non può nascere uno brillante... ma proprio come lo fanno approcciare alla realtà, ai valori materiali, al lavoro. Il figlio di operaio medio non conosce quegli stimoli quali i giochi, non conosce cos'è una vacanza (a mio avviso è un grande stimolo anche fare una vacanza, visitare luoghi nuove, nuove usanze). Purtroppo per farti vedere la situazione di cui parli dovrei solo farti osservare alcune famiglie, che educano i figli proprio con la mentalità di non studiare. E ti assicuro che per eessere brillanti è importante il temperamento, non devi essere uno che appena vede un problema + difficile si spaventa, anzi, lo risolve con calma e presto. Ti assicuro anche che di tutti i figli di operai che ho visto qualcuno bravo c'è stato, ma bravura piu' o meno media, di certo non brillante. La maggior parte dei figli di operai (=leggasi, cresciuti in famiglie poco stimolanti allo studio, o per niente stimolanti) presenta delle lacune culturali ampissime, che vanno al di là del semplice studio di una materia.
-salvo eccezioni-, si può tranquillamente dire che chi viene da una famiglia in cui i genitori da piccolo se ne sono strafottuti di lui, è facile che crolli.
Ti porto un esempio: andai a fare l'esame di Fisica II per la seconda volta (esame durissimo,non esercizi standard) e non lo passai. Ebbene a casa non avevo nessuno che mi supportava, tornato a casa mi rinchiudevo in me stesso.. invece mediamente in altre famiglie piu' buone il ragazzo viene supportato anche nei suoi fallimenti e si deprime meno.
Ma poi, cosa FONDAMENTALE (perdonatemi il grassetto): quando un ragazzo proviene da una famiglia con buon ambiente culturale, si nota proprio a pelle, dai modi di muoversi, dall'accento, dal modo di approcciare le cose. A ing. ho visto ragazzi che parlavano con i professori come se stessero al mercato, ragazzi quindi provenienti da famiglie di bassa borghesia... dubito che questa gente si laureerà brillantemente e in tempo.... poi all'univ ho visto quei tipi ai quali non puoi neanche avvicinarti, che sembrano già ingegneri/professionisti con i loro modi di fare. A un tipo simile il 30 scrocca piu' facilmente ( ho visto a un tipo simile essere alzato il voto senza che sapesse un cazzo). E un tipo simile, proprio per come è fatto, per quella sicurezza che incute, troverà lavoro piu' facilmente.
Mi spiace ma chi è stato piu' fortunato da questo punto di vista non può non ammettere la sua fortuna e credere che i suoi risultati siano dovuti solo alla sua intelligenza.
non generalizzare... di quttro miei ex-compagni del liceo che hanno provato ad entrare a medicina l'unico che è passato è quello con madre casalinga padre operaio e i tre di buona famiglia rispediti al mittente ;)
e al liceo questo qua era il migliore in assoluto e senza fare fatica (studiava un oretta al giorno e basta) :)
certo poi è ovvio che una certa educazione e modi di fare che possono provenire da una "famiglia bene" aiutino di molto.
ma che cazzate (scusa eh..) ma cosa centra...se una persona ha voglia di studiare lo fa sia se ha il padre operaio che il padre primario... non c'entra un azz..
ovvio che un minimo di influenza viene dato anche perchè uno è + spinto a studiare..ma addirittura pensare al fattore genetico o al fatto che uno nato da famiglia umile NON possa fare successo mi sembra una esagerazione...
non è che magari no nriesci a studiare e dai la colpa alla tua famiglia?? maddai.. :rolleyes:
XRyoSaeba
05-11-2005, 14:47
pluto rileggi bene il topic, non sto parlando di voglia di studiare, ma dell'essere brillanti
XRyoSaeba
05-11-2005, 15:01
Brillanti principalmente si nasce, poi bisogna attuare la cosa e all'inizio serve l'aiuto dei genitori, però ripeto, brillanti si nasce e chi non nasce tale è bene che se ne faccia una ragione, è una "fortuna" che non ha avuto ;)
.
lo dice anche un detto abbastanza contadino... insomma a dispetto di CEPU, bravi a mio avviso si nasce, non si diventa.
Il 3d nasce dal fatto che alcuni professori invece di spronare la gente ci butta merda sopra colpovelizzando l' 'asinaggine' come se un ragazzo lo volesse. Va bene parlare di svogliatezza... ma la bravura è innata e cazzo se uno nn brilla non è colpa sua, basta che s'impegni. tutto wqui
lo dice anche un detto abbastanza contadino... insomma a dispetto di CEPU, bravi a mio avviso si nasce, non si diventa.
appunto. bravi si nasce, non ci si diventa. Non ci si deventa bravo perche ti trovi in una famiglia più elevata culturalmente. E' un qualcosa deciso a priori e i geni della cultura per ora non sono stati scoperti e quindi non si tramandano...
Non so neanch'io perchè intervengo, in realtà la discussione mi sembra un po' oziosa.
Solo due flash:
puoi nascere dove vuoi, ma la cultura te la fai. Una buona educazione è un ottimo inizio (i miei mi compravano i libri di scienze, mi portavano ai musei, mio nonno pittore mi portava alle mostre e mi raccontava la storia), ma poi devi anche essere tu a leggere, a trovare il tuo ruolo, a scegliere la tua cultura. Primo medico in famiglia. Credi che potessi annoiare più di tanto i miei (pure laureati, ma in ambiti completamente diversi) con le difficoltà dell'esame di anatomia patologica? ;)
Conta anche che una buona famiglia alle spalle vuol dire avere persone che hanno già fatto la tua esperienza e sanno cosa significa, ma anche sentire il peso di molte aspettative (che personalmente non ho faticato troppo a soddisfare.. sono uno "brillante", tanto per fare lo sborone :sofico: ): chi ti dice che un figlio di laureati debba per forza "fare il brillante", laurearsi bene ed avere successo? non sai come può essere frustrante il fallimento in quel caso.
Insomma, leggi, viaggia, esplora, interessati; e se puoi trasmetti il valore della scoperta ai tuoi figli. Poi loro faranno ciò che credono, come credono.
Byez! ;)
Non ho letto tutte le risposte per mancanza di tempo, però voglio apportare la mia esperienza personale.
Io sono figlio di operai ma malgrado questo a scuola (soprattutto all'università) me la sono cavata molto bene grazie alla mia intelligenza (non è per vanto, è vero).
Ci sono però da fare alcune precisazioni:
-Mi sono laureato in ingegneria informatica, facoltà impregnata di matematica e appunta informatica, materie forse meno affette di altre al problema "ambientale". Cioè: anche se sei figlio di matematici non è che la sera a cena si parla di insiemi di Cantor, spazi di Hilbert o teoremi di Rice.
-al di fuori di campi puramente scolastici ho notato qualche mancanza, ad esempio fino ai vent'anni non avevo alcuna cultura politica perchè in casa mia non se ne parlava mai, poi me la sono costruita da solo.
Finita l'esperienza personale e per fare un discorso più generale, l'ambinte familiare può influenzare la cultura di un ragazzo, ma fino a una certa età, poi si ha il tempo di sopperire a tutte le mancanze dell'infanzia; non influenza di certo la capacità di ragionamento.
EDIT: leggendo qualche risposta indietro mi è venuto in mente di aggiungere poche parole:
Se si vuole estendere il discorso a vari aspetti della vita e non solo alla cultura (scolastica e non) devo dire che venendo dai ceti medi si imparano molti concetti importanti, come il doversi guadagnare da vivere il rispetto per il lavoro proprio e altrui. Non voglio accusare i figli di papà di "fancaxxismo", dico solo che i figli di operai sono più spinti a non esserlo già da ragazzi.
Intervengo ancora perchè ho scoperto che la discussione mi interessa e l'ho letta tutta.
Allora:
A- la "brillantezza" proprio non è influenzata dalla famiglia. Uno nasce brillante, non lo diventa perchè il genitore è ingegnere (come è stato già detto tra l'altro). Senza contare che, per come giravano le cose 30 anni fa in Italia, l'università non era aperta a tutti, e potevano accedervi non i ragazzi brillanti ma quelli benestanti. Il risultato di questo è che non vale l'uguaglianza genitore laureato = genitore intelligente. Quindi, anche tenendo per vera una certa ereditarietà dei geni della brillantezza (cosa a mio avviso non vera), non la si può applicare al nostro caso.
B- quando torni a casa non avendo passato fisica 2 e nessuno ti consola, ti accorgi che non c'è nulla che ti è dovuto a priori, impari a risollevarti da solo, e magari a studiare di più anche senza che i genitori ti comprino i jeans nuovi per consolarti e incoraggiarti. Vedrai che nella vita ti tornerà utile.
C- scusa tanto se te lo dico, ma i tuoi interventi sembrano più uno sfogo che gli interventi di una discussione costruttiva.
PS:
Ho ad esempio mia cugina che pensa che studiare ing sia da geni o comunque da persone bravissime e che pensa che lei mai ci riuscirebbe (figlia di operai): questo è un esempio di impostazxione sbagliata che lei ha ricevuto....il non credere nelle proprie capacità.
[discorso sessista] questo non è dovuto al fatto che è figlia di operai ma dal fatto che è una donna, che crede a quel che le si dice senza mettere in discussione quanto sa o crede di sapere. certo che con quella mentalità di sicuro non è portata pre ingegneria e mai ce la farà [/discorso sessista]
ascolta conosco figli di professori universitari che sono quanto di più lontano da l brillante io conosca, e figli di statali che non studiano un cazzo e riescono bene lo stesso...
ScreamingFlower
07-11-2005, 15:16
Sono d'accordo con il fattore ambientale, assolutamente contraria a quello genetico, a meno che non ci sia la trasmissione di vere e proprie tare familiari, ma questo credo sia un caso a parte.
Sono figlia di un'insegnante non laureata e di un commerciante, quindi di sicuro non famiglia bene altoborghese/aristocratica, ma fin da piccola mi è stata cmq trasmessa la voglia del sapere e di conoscere, a 3 anni già leggevo e scrivevo (non scherzo, è vero) anche se magari mia madre non conosce i pittori impressionisti e mio padre ha letto pochissimi libri in vita sua.
Intendo, si può essere "ignoranti" nel senso di non avere una larga conoscenza del mondo, ma volere comunque che il figlio riceva la preparazione che merita e per far questo mettergli tutti gli strumenti a disposizione. Gli unici soldi che i miei non hanno mai risparmiato sono stati quella per la mia istruzione, fin da piccola, sarà un esempio banale, ma grazie a quelle cose tipo enciclopedie per ragazzi e simili, già alle elementari avevo una cultura generale superiore rispetto ai miei coetanei, magari di famiglie più benestanti e più colte, che però guardavano solo tv o che non amavano leggere come facevo io.
Secondo l'ambiente influisce tantissimo... Ma secondo me è l'ambiente scolastico a influire più di tutto e può in parte compensare alcune mancanze familiari. Sicuramente però l'università è già troppo in là nella formazione di una persona, ma sicuramente liceo e medie sono determinanti.
Dico una cosa che probabilmente nn è condivisibile da tutti ma secondo me alcuni per un impostazione della famiglia tendono a porsi di fronte ai problemi e alle scelte come se il mondo fosse un luogo giusto e dove tutto funziona secondo schemi precisi e valori di merito quindi alla fine anche nella scuola prendono di petto situazioni che invece andrebbero smorzate chiudendo un occhio o anche due per amor proprio, stessa cosa immagino faranno anche nella vita ovviamente rimettendoci più del dovuto.
Bye
ZigoZago
07-11-2005, 18:45
Per la mia modesta esperienza ho notato che i ragazzi piu' bravi abbiano una famiglia buona alle spalle ovvero sono figli non dico di scienziati ma cmq di buoni avvocati, architetti, ingegneri o roba simile. Attenzione, sto parlando di ragazzi bravi, non dei 'classici' volenterosi.
Quindi quando vedete uno bravo non crediate che sia tutto sceso dal cielo. Difficilmente quel ragazzo sarà figlio di operai che si disinteressano di lui. Io faccio parte di questa categoria, ovvero con genitori che si disinteressano di ciò che studio ma che pagano le tasse e sanno che faccio l'univ (i miei sono operai).
Non voglio trovare alibi ma non si può non ammettere che coloro che sono piu' brillanti hanno nel 95% dei casi una famiglia molto buona alle spalle (professionisti) CHE LI HANNO FATTI crescere con la giusta mentalità (sicuramente non operaia).
Pensate che siano solo mie paranoie?
La mia prof delle scuole medie ripeteva sempre il fatto che i figli di operai fossero piu' svantaggiati, anche per il semplice fatto che a casa si parla sempre in dialetto (lei era una prof di italiano). Ho ora capito il significato profondo delle sue parole. Ciò non vuol dire che basta essere figli di buoni ingegneri per essere brillanti; vuol invece dire che vivendo in una famiglia di buoni ingegneri è molto probabile che si sia piu' bravi, anche solo per un fatto genetico.
Non so se pensare al fattore genetivo o al fattore ambientale... di certo c'è una grossa correlazione tra bravura di un ragazzo e famiglia buona alle spalle.
Saeba, ti capisco molto.. io sin da piccolo ero uno svogliato a scuola, insomma un tipetto molto vivace a cui non piaceva fare i compiti a casa. Mia mamma ha sempre avuto difficolta nel farmeli fare, sopratutto lavorando 10 ore al giorni in tappezzeria :(
Il tuo identico discorso non sai quante volte l'ho fatto, cercando FORSE di giustificare i miei insuccessi.
Secondo me la verità sta nella via di mezzo, nel destino o fortuna chiamatela come volete. Quando sono cresciuto ho cercato di fare il volenteroso soprattutto nei miei hobby e interessi, insomma nella vita. Ero un tipo e sono molto curioso che dovevo sapere tutto, come funzionava, il perché, per come, ecc.. Purtroppo però non ho mai trovato supporto ed ogni cosa facessi é sempre stata un fallimento.
Condivido il tuo parere sul tipo di genitori, un voglio gettare carne alla brace dicendo che i genitori operai non sono presenti, solamente che purtroppo per colpa di questa "classe sociale" sono costretti a lavorare molte ore al giorno, non hanno tempo per se stessi o comunque poco e generalmente sono sfrustrati e non soddisfatti dalla propria vita. Magari questa é un'immagine troppo pessimistica, ma non stento a credere che si avvicini. Una persona "studiata" o comunque con una passione e voglia di approfondimento, ha un migliore impatto dui figli. Io Piagenvo a volte da piccolo nel vedere i papà portari i figli già piccoli a sciare mentre io lottavo con i miei per praticare questo fantastico sport, ma nulla. Senza contare poi un il fattore economico, la tendenza a "fare la formichina" non che sia un male, ma neanche paper de paperoni, questo appunto per le limitate possibilità. Ma ti assicuro che dietro le loro possibilità il massimo me lo hanno dato lo capisco ora, quanto costa lavorare. Quello che ne risulta molte volte sono tanti ma & se, molta confusione in testa, nebbia per il proprio futuro.
Ora crescendo, non mi pongo più ma & se, ...se fossi nato in America, se mio papà mi avesse comprato la mini moto come Valentino Rossi :D;) e :blabla:
Cerco di trovare, scoprire le mie potenzialità e farle fruttare con le mie forze, come ho sempre fatto del resto :rolleyes: E' dura fare sempre tutto "da solo" però acquisisci una forza che magari quel "tuo prototipo" di ragazzo non ha.
ZigoZago
07-11-2005, 18:46
io sono nella tua stessa situazione ed effettivamente chi non ha una famiglia colta alle spalle diciamo che cresce in un ambiente culturalmente svantaggiato, non viene stimolato da nessuno e può darsi che faccia più fatica negli studi. Tutto ciò in ogni caso non è sistematico, anche se comunque nel mio caso è vero.
Ma soprattutto, ne risulta una persona insicura e instabile..
ZigoZago
07-11-2005, 18:51
Ho sentito molti parlare di "ambiente curluralmente più stimolante"
Anche io sostengo questa cosa.. ma avete mai chiesto a qualcuno che abita in questi posti cosa ne pensa di ciò?
Comunque é un discorso complesso, io non sono psicologo :D
Ma comunque uno dei fattori principali sono le PERSONE CHE INCONTRI nel tuo cammino. Secondo voi i professori di oggi isegnano in modo stimolante? :rolleyes:
ZigoZago
07-11-2005, 19:03
ma che cazzate (scusa eh..) ma cosa centra...se una persona ha voglia di studiare lo fa sia se ha il padre operaio che il padre primario... non c'entra un azz..
ovvio che un minimo di influenza viene dato anche perchè uno è + spinto a studiare..ma addirittura pensare al fattore genetico o al fatto che uno nato da famiglia umile NON possa fare successo mi sembra una esagerazione...
non è che magari no nriesci a studiare e dai la colpa alla tua famiglia?? maddai.. :rolleyes:
Secondo me invece si sottovaluta, "l'influenza" che un bambino rivece dall'ambiente sociale, familiare, chi più ne ha più ne metta...
Il problema sta nell'insegnamento, bisogna dimostrare che non è brutto fare i compiti che può essere anche divertente, si ma bisogna spiegarlo ad un bambino.
Proverete a diventare genitori. Me lo dice sempre mia nonna.
ZigoZago
07-11-2005, 19:06
Non so neanch'io perchè intervengo, in realtà la discussione
puoi nascere dove vuoi
Ne sei sicuro, nascere in un pasino del Friuli come me è uguale che nascere a New york? Ma non basta nenache andare tanto lontani basta Roma.
Sono ambienti sociale totalmente differenti, l'uno e l'altro hanno vantaggi e svantaggi differenti: per esempio viaggiare è più semplice, divertirsi, guadanare, lavorare, ecc..
Ne sei sicuro, nascere in un pasino del Friuli come me è uguale che nascere a New york? Ma non basta nenache andare tanto lontani basta Roma.
Sono ambienti sociale totalmente differenti, l'uno e l'altro hanno vantaggi e svantaggi differenti: per esempio viaggiare è più semplice, divertirsi, guadanare, lavorare, ecc..
Mah, anche nella stessa città ci possono essere situazioni diverse. Magari nasci a Milano e non vai mai a vedere la pinacoteca di Brera, una mostra a Palazzo Reale o uno spettacolo teatrale (non necessariamente la lirica alla Scala, anche se a me piace un sacco e quando ho avuto la possibilità di andarci a scrocco non me lo sono fatto ripetere!); magari invece vivi a Trecate o Casalbeltrame e ci vai lo stesso. Se poi hai accesso ai mezzi di informazione ti accorgi che il mondo può essere altro che le quattro vie di un paese (altrimenti qui non si troverebbe tutta la gente d'Italia).
Resta il discorso della pedagogia: ci sono genitori più attenti (anche a me, con la scusa dei fumetti della Disney e delle favole di Gianni Rodari, hanno insegnato a leggere e scrivere a 4 anni - e da allora non ho più smesso! :) ), ma i miei non sono una famiglia "bene" (benchè entrambi laureati), nè mi hanno fatto crescere in un ambiente scelto e rarefatto, nè mi hanno impedito di scegliere ciò che ritenevo utile alla mia formazione, appena cresciuto. Diciamo che il loro più grosso merito è stato quello di farmi tante proposte e di aiutarmi a formare una coscienza critica, che in seguito è tornata molto utile! ;)
Ma il tema del topic era un altro, e non vorrei andare troppo fuori dal seminato. E' importante ricevere stimoli da piccoli, ma nè basta, nè condiziona di necessità. Nel mio ambiente frequento persone di varia origine sociale, e in ogni "strato" si trovano persone più o meno brillanti.
Byez!
Saeba, io ho 41 anni, e di gente ne ho conosciuta, di tutti i ranghi sociali, tu basi le tue valutazioni su di un ambiente e un contesto molto ristretto, seguendo le tue teorie in questo paese, ma non solo, le menti brillanti dovrebbero essere soltanto quelle discendenti dai nobili, o dalla famiglia Agnelli e altri 4 gatti, e forse nemmeno quelle in quanto non conosco la storia e l'albero genealogico della famiglia che ha fondato, nel bene e nel male, la più grande azienda italiana, ma non mi sorprenderebbe se avessero discendenze contadine, come la maggior parte degli italiani, come molti altri che hanno creato grandi aziende, o che sono stati dei grandi personaggi della storia, politici, artisti, scienziati, ecc.
L'Italia era un paese contadino, la stragrande maggioranza della gente faceva questa attività per vivere, successivamente si è trasformata in una società industriale e molti contadini sono diventati operai, poi c'è stata una evoluzione di parte di essi, ma seguendo le tue teorie, se le possibilità di diventare capaci e brillanti derivano in buona parte dalla famiglia, allora.. quasi nessuno di noi dovrebbe essere tale, per conseguenza logica alle nostre origini, o no? ;)
Vedi Saeba, tu probabilmente vedi le cose dal punto di vista scolastico, ma quella parte della vita, per quanto importante, ti sottopone soltanto i primi esami della vita, i più blandi, quando arrivano i veri esami, quelli più difficili, vedi il vero carattere e la caparbietà di una persona, in poche parole vedi le cosiddette palle della persona, se le ha o non le ha, così spesso questi personaggi che ti sembrano avere chissà che carattere (come scrivi nei tuoi post), crollano come castelli di carte alle prime vere difficoltà della vita, perchè sì sembrano avere carattere, ma sino a che le cose vanno bene, mentre chi viene dal basso ha la già forma mentis di dover lottare per conquistarsi le cose.
La tua mi sembra una visione ristretta e una autoghettizzazione a cui ti sottoponi, invece dovresti abituarti a trasformare quelli che ti sembrano svantaggi in punti di forza, il trovare delle teorie per giustificare una tua inferiorità ti porta a delle scuse per dichiarare una tua mediocrità, una tua mancanza di capacità.
Nota bene: parlo di "tua inferiorità" perchè psicologicamente, in realtà, non stai mettendo coloro che vengono da famiglie che hanno uno status migliore più in alto, ma stai mettendo tu e tutti quelli che vengono da origini come le tue più in basso, è differente Saeba! ;)
Queste mie parole però non ti devono suonare come un mio attacco nei tuoi confronti, ma semmai uno sprone a vedere le cose con più obiettività, a parte il disaccordo che posso avere con queste tue teorie mi sembra che non ti manchi niente per essere una persona brillante e capace, come e più di qualsiasi figlio di papà, ma con il vantaggio che tu saprai affrontare molto meglio le difficoltà.
Con questo non voglio nemmeno attaccare coloro che vengono da famiglie agiate, "figlio di papà" lo riferisco a coloro che hanno tale atteggiamento, coloro che fanno i fighetti guardando dall'alto in basso quelli che invece provengono da famiglie meno agiate, coloro che spesso danno quella falsa impressione di maggior capacità che descrive Saeba, ma.. è tutto fumo e poco arrosto, garantito! ;)
Come ho scritto, conosco gente di tutti i ceti sociali, e sinceramente non ho mai notato delle grosse percentuali di differenza tra persone brillanti che sono tali per la loro provenienza, conosco gente che è stata brava negli studi e si è affermata nel lavoro che viene da ceti alti e altra con questi meriti che viene da ceti bassi, ovviamente con tutte le scale di grigio che ci stanno in mezzo, perciò la suddivisione delle capacità potenziali per classi sociali mi sembra proprio una cavolata, lasciatemelo dire! :D
Questo mi fa venire in mente un sondaggio-inchiesta che avevo sentito tempo fa, da dove era risultato che molti giovani ce l'hanno con i loro padri perchè non sono stati abbastanza bravi nella vita da dargli una posizione agiata e magari un'attività avviata!
Nella vita devi ringraziare Dio se hai la salute, per il resto ti devi rimboccare le maniche e tirare fuori le palle se vuoi avere qualcosa di più, altro che status famigliare! :D
Ah, in bocca al lupo! ;)
Bye
Nella vita devi ringraziare Dio se hai la salute, per il resto ti devi rimboccare le maniche e tirare fuori le palle se vuoi avere qualcosa di più, altro che status famigliare! :D
Ah, in bocca al lupo! ;)
Bye
ohhhhhhh finalmente un post PERFETTO...
quoto in tutto e per tutto
Haipauradelbuio?
08-11-2005, 14:25
Io penso che la famiglia sicuramente influisca, ma appunto come famiglia inse`, non nel senso della posizione sociale. Per chi ha una "buona" famiglia alle spalle e` sicuramente tutto piu` facile, ma gli stimoli e l'incoraggiamento non provengono direttamente dalla dichiarazione dei redditi. Mia madre e` figlia di contadini, a casa sua si e` sempre parlato il dialetto, per di piu` essendo donna i pregiudizi erano quantuplicati, eppure ha sempre avuto il sostegno e l'incoraggiamento a proseguire gli studi da parte di mio nonno. La sua famiglia non ha potuto certo darle il sostegno economico che la mia sta invece offrendo a me, ma se si e` laureata a 25 anni, da lavoratrice, moglie e madre e` perche` ha avuto dalla sua l'appoggio di una famiglia, di contadini.
dottormaury
08-11-2005, 23:42
Non mi sono preso la briga di leggere tutti i commenti però convengo con chi sostiene che l'ambiente famigliare incide molto sulla preparazione, non dico culturale o caratteriale, ma mentale degli studenti.
Molte volte non si viene incoracciati dai genitori, anzi a volte si viene pesino scoraggiati.
la mia raga fa scienze della comunicazione allo iulm(potremo stendere un velo sulla facolta, c'è da dire che però lei frequenta sempre e, sembra, impegnarsi)
ha frequentato la scuola d'arte drammatica(la paolo grassi) e lavoricchia come scenografa la conosco da 4 anni e non ho mai mancato uno dei suoi spettacoli, nemmeno le repliche, mentre al contrario non ho mai visto i genitori.
alle superiori ha fatto operatore della moda(e ora si arrangicchia a fare anche la costumista) e il padre non capiva come ci si potesse diplomare in "sarta"
Molte volte penso che se non avesse il mio appoggio mollerebbe tutto e tra l'altro i genitori, entrabe postali vorrebbero che lei andasse a far la postina....
Io invece ho preso una strada diversa, ho inziato a lavorare dopo diplomato ora lavoro in un'azienda con poca trasparenza, stipendio non assolutamente assegnato per meritocrazia(ok che da nessuna parte è così, ma qui si esagera), lavoro motono e senza possibilità di crescita, contratto che scade e mio padre che mi tira le orecchie perchè cerco altro dato che secondo lui il mio è un lavoro d'oro perchè è vicino casa e c'è la mensa....
io non ho altro da aggiungere.
ZigoZago
09-11-2005, 14:23
Per quanto riguardala fortuna del nascere brillante, normale o un po' rinco si, è esattamente la stessa cosa ;)
Ma certo io mi riferivo solo all'impatto sociale che hai.. Secondo me non è molto come nasci ma dove, secondo me già mattere in conto una cultura anche alimentare diversa, ma soprattutto anche dal punto di vista dello stress, ti cambia come persona.
XRyoSaeba
09-11-2005, 20:20
che ne pensate della ''bravura apparente''? Ovvero persone che per come si muovono sembrano brave brave (e magari hanno pure voti alti e sono in corso) ma alla fin fine differiscono da te solo per la volontà ?
Per la mia modesta esperienza ho notato che i ragazzi piu' bravi abbiano una famiglia buona alle spalle ovvero sono figli non dico di scienziati ma cmq di buoni avvocati, architetti, ingegneri o roba simile. Attenzione, sto parlando di ragazzi bravi, non dei 'classici' volenterosi.
Quindi quando vedete uno bravo non crediate che sia tutto sceso dal cielo. Difficilmente quel ragazzo sarà figlio di operai che si disinteressano di lui. Io faccio parte di questa categoria, ovvero con genitori che si disinteressano di ciò che studio ma che pagano le tasse e sanno che faccio l'univ (i miei sono operai).
Non voglio trovare alibi ma non si può non ammettere che coloro che sono piu' brillanti hanno nel 95% dei casi una famiglia molto buona alle spalle (professionisti) CHE LI HANNO FATTI crescere con la giusta mentalità (sicuramente non operaia).
Pensate che siano solo mie paranoie?
La mia prof delle scuole medie ripeteva sempre il fatto che i figli di operai fossero piu' svantaggiati, anche per il semplice fatto che a casa si parla sempre in dialetto (lei era una prof di italiano). Ho ora capito il significato profondo delle sue parole. Ciò non vuol dire che basta essere figli di buoni ingegneri per essere brillanti; vuol invece dire che vivendo in una famiglia di buoni ingegneri è molto probabile che si sia piu' bravi, anche solo per un fatto genetico.
Non so se pensare al fattore genetivo o al fattore ambientale... di certo c'è una grossa correlazione tra bravura di un ragazzo e famiglia buona alle spalle.
Sarà, ma mio padre è operaio (ha finito con difficoltà le 3 medie), mia madre casalinga (ha fatto solo le elementari) e io son dottore magistrale in ingegneria, ho sempre avuto ottimi voti, avevo fatto le olimpiadi di matematica.
Saluti.
mia esperienza: mio padre non ha finito le elementari, falegname, mia madre diplomata alle magistrali, segretaria, io sto per laurearmi con la media del 28 e sono una strafanatica della cultura... Non credo che sia una questione genetica nè di fattori ambientali, voglio dire, ho imaprato a leggere a due anni e mezzo e da allora leggo un mucchio di libri e giornali, da piccola scrivevo racconti eccetera, sono una a cui studiare è sempre piaciuto, anche se non sono mai stata una "secchiona", eppure la mia è una famiglia "proletaria" a scolarità medio/bassa...
che ne pensate della ''bravura apparente''? Ovvero persone che per come si muovono sembrano brave brave (e magari hanno pure voti alti e sono in corso) ma alla fin fine differiscono da te solo per la volontà ?
Mah, dovresti riformulare la domanda Saeba, se hanno voti alti e sono in corso allora la loro bravura non è apparente, o no? ;)
Poi, "solo per la volontà"? Guarda che il vero motore che fa raggiungere gli obiettivi è la volontà!
Una forte intelligenza senza una buona volontà è come un motore potente... senza carburante!!! ;)
La volontà di continuare, la volontà soprattutto di non lasciarsi abbattere dagli insuccessi, dalle difficoltà, dai momenti neri, la volontà di continuare per la nostra strada quando riteniamo sia giusta e gli altri ci dicono che è sbagliata, tutti siamo bravi a trovare la volontà quando le cose vanno bene, ma non tutti riusciamo a trovare le giuste motivazioni quando il mondo sembra crollarti addosso e l'unica soluzione sembrerebbe gettare la spugna!
Se dovessi scegliere tra l'avere una buona intelligenza innata e una buona volontà innata ti garantisco che sceglierei la seconda, io invece mi sono ritrovato con la prima e con poco della seconda, così la volontà ho dovuto costruirmela pezzo per pezzo.
Certo, alcuni hanno la fortuna di avere tutte e due queste qualità innate, fortunati loro, ma il piangermi addosso e dire "io non sono come loro" non mi servirà a niente!
Mi servirà invece capire come posso sviluppare ciò che mi manca, lo scoprire il perchè mi manca deve essere finalizzato soltanto al capire come posso migliorare me stesso, e non all'accettare passivamente una mia inferiorità.
Io sono io, e non potrò mai essere come un'altra persona, magari quella che vedo brillante, intelligente e volenterosa, guardare quella persona deve solo servire a trovare degli stimoli positivi e non a piangermi addosso, infatti non dovrò emularla, perchè tutto ciò che farò su me stesso dovrà essere basato su me stesso, così potrò fare una cosa importante, potrò migliorarmi, capire i miei punti di forza e renderli ancora più forti, capire i miei punti deboli e renderli meno deboli, potrò rendere più flessibile la mia mente, allenare la mia mente affinchè si abitui a trovare le giuste strategie per potermi muovere nel modo migliore in base ai miei punti di forza e alle mie debolezze, scomporre i grossi problemi in tanti piccoli problemi senza perdere di vista l'obiettivo finale, questo è un principio che si applica a tantissime cose, anche al migliorare se stessi, e allora forse quegli obiettivi che mi sembravano impossibili incomincierò a vederli un po più a portata di mano! ;)
Quando però avrò individuato tutte queste cose dovrò poi metterle in pratica, e lì entra in gioco la volontà, ricorda, un conto è conoscere il sentiero e un conto è percorrerlo! (Matrix I)
Però Saeba il discorso "volontà" può andare fuori dal tuo topic, perchè l'importante è come una persona trova la sua volontà più che come gli viene insegnato ad averla, così nella famiglia benestante e acculturata puoi avere la molla di voler diventare almeno come i tuoi genitori e le altre persone che ti circondano, nella famiglia più povera spesso la molla te la da il non voler fare una vita come quella che hai visto fare ai tuoi genitori, magari spaccarsi la schiena tutti i giorni su lavori manuali e realtivamente poco retribuiti, oppure lavori meno pesanti, ma alienanti mentalmente e psicologicamente.
La persona volenterosa trova sempre e comunque le sue molle, al di là della sua provenienza, la persona poco volenterosa trova sempre e comunque le sue scuse.... al di là della sua provenienza! ;)
FastFreddy
10-11-2005, 19:13
Si dovrebbe fare un distinguo anche per quelli che a scuola andavano benissimo ma poi non hanno eccelso nell'ambito professionale/lavorativo e viceversa ;)
Conosco tanti laureati a cui non darei in mano neanche la fotocopiatrice e diplomati che svolgono la propria professione in maniera eccellente....
Ne sei sicuro, nascere in un pasino del Friuli come me è uguale che nascere a New york?
Quello indubbiamente no. Purtroppo però non tutta la gente è fortunata come noi, purtroppo alcuni nascono a New York (o dintorni) e quindi hanno un'altissima probabilità di essere ignoranti, ottusi, e in generale dei bovari col pick-up.
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