View Full Version : Guerriglia per le strade parigine
Stormblast
03-11-2005, 13:51
Parigi, settima notte di guerriglia nelle strade
Periferia ancora in fiamme dopo la morte di due giovani di 15 e 17 anni. Sarkozy visita la banlieue. Chirac: «Più dialogo e rispetto»
PARIGI - Ancora una notte di scontri, la settima, nelle periferie di Parigi dove non si placa la protesta degli immigrati di origine nordafricana che denunciano il proprio stato di emarginazione nella società francese. Le violenze si registrano soprattutto nei sobborghi settentrionali e orientali, quelli più densamente popolati dalle minoranze centroafricane. La protesta è alimentata in particolare dalla frustrazione dei giovani che lamentano la difficoltà di trovare un lavoro e un riconoscimento nella società francese.
.........
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/11_Novembre/03/paris.shtml
è così che andremo a finire? se tutto va bene ci vorrà l'intervento della Legione... :sofico:
esiste la possibilità di risolvere la situazione in maniera definitiva? e soprattutto di fare in modo che non scoppi anche da noi un cosa del genere?
-kurgan-
03-11-2005, 14:04
non capisco il senso di quella faccina..
cmq per evitare questa situazione "basterebbe" evitare squilibri sociali così forti, come purtroppo los angeles insegna se la forbice tra ricchi e poveri diventa troppo grande la tensione aumenta e scoppia.
No .. è un problema imho irrisolvibile che non colpisce solo la francia ma precedentemente inghilterra (scontri razziali ci sono stati anche qualche settimana fa),germania e l'olanda .. tutti paesi che han cercato di creare/gestire il multiculturalismo .. esperimento fallito ovunque direi
l'italia è indietro rispetto a questi paesi ma gia i primi problemi di integrazione multiculturale ci son stati, anche se per ora son cosa da poco ..
-kurgan-
03-11-2005, 14:10
No .. è un problema imho irrisolvibile che non colpisce solo la francia ma precedentemente inghilterra (scontri razziali ci sono stati anche qualche settimana fa),germania e l'olanda .. tutti paesi che han cercato di creare/gestire il multiculturalismo .. esperimento fallito ovunque direi
dimentichi gli stati uniti.
perchè esperimento fallito? non è un'esperimento, è una cosa inevitabile.
beppegrillo
03-11-2005, 14:13
esiste la possibilità di risolvere la situazione in maniera definitiva? e soprattutto di fare in modo che non scoppi anche da noi un cosa del genere?
La francia ha per anni adottato un sistema a "braccia aperte", ed infatti è stata invasa da extra-comunitari, ora sebbene apparentemente possa sembrare una cosa buona e giusta, in realtà non è così.
Gli extracomunitari nella maggior parte dei casi vivono in posti disagiati e non penso che tutti siano in possesso di un grado di istruzione tale da permettergli di trovare lavori degni di tal nome e quindi di integrarsi perfettamente con il resto della società.
Io sono per la linea dura contro gli extracomunitari irregolari, non perchè sia razzista, ma ogni paese ha una soglia critica di "ospitalità", se la si supera le condizioni di vita peggiorano per tutti e non è di certo un aiuto.
Questi scontri denotano solo il fallimento di un tipo di politica fin troppo accondiscente verso la materia immigrazione.
dimentichi gli stati uniti.
perchè esperimento fallito? non è un'esperimento, è una cosa inevitabile.
hai ragione ho sbagliato termine .. è un processo inevitabile in effetti e con se porta parecchi problemi specialmente quando si intrecciano culture molto diverse tra loro, poi a questo si aggiungono altri problemi come la povertà, i quartieri ghetti, il razzismo etc ..
nomeutente
03-11-2005, 14:58
hai ragione ho sbagliato termine .. è un processo inevitabile in effetti e con se porta parecchi problemi specialmente quando si intrecciano culture molto diverse tra loro, poi a questo si aggiungono altri problemi come la povertà, i quartieri ghetti, il razzismo etc ..
La povertà è il primo problema, ed i tumulti sociali esistono da prima che esistesse il fenomeno dell'emigrazione.
Per quanto riguarda le culture, conosco extracomunitari che tengono molto alle proprie tradizioni ed usanze, ed altri che stanno benone con le usanze italiane.
Nella maggior parte dei casi, l'irrigidimento è dovuto al fatto di sentirsi sotto accusa, mentre se non si dice niente le differenze tendono a scomparire con il passare delle generazioni. Quando c'è stata l'urbanizzazione, i contadini non erano proprio uguali alla classe urbana, ma dopo un po' le differenze sono venute meno. Molti extracomunitari provengono da realtà in cui il controllo sociale è molto forte ed impositivo, e vedono come una liberazione il fatto di poter avere uno stile di vita maggiormente libero ed "occidentale".
tdi150cv
03-11-2005, 16:21
ba ... emarginazione o no , si sta mettendo a fuoco e fiamme una citta' Europea ... pochi personaggi estranei a noi e alle nostre culture hanno deciso ILLEGALMENTE di farsi sentire ... linea DURISSIMA quindi ...
nomeutente
03-11-2005, 16:26
ba ... emarginazione o no , si sta mettendo a fuoco e fiamme una citta' Europea ... pochi personaggi estranei a noi e alle nostre culture hanno deciso ILLEGALMENTE di farsi sentire ... linea DURISSIMA quindi ...
Cosa intendi con "linea durissima"? Un bel lager?
La povertà è il primo problema, ed i tumulti sociali esistono da prima che esistesse il fenomeno dell'emigrazione.
Per quanto riguarda le culture, conosco extracomunitari che tengono molto alle proprie tradizioni ed usanze, ed altri che stanno benone con le usanze italiane.
Nella maggior parte dei casi, l'irrigidimento è dovuto al fatto di sentirsi sotto accusa, mentre se non si dice niente le differenze tendono a scomparire con il passare delle generazioni. Quando c'è stata l'urbanizzazione, i contadini non erano proprio uguali alla classe urbana, ma dopo un po' le differenze sono venute meno. Molti extracomunitari provengono da realtà in cui il controllo sociale è molto forte ed impositivo, e vedono come una liberazione il fatto di poter avere uno stile di vita maggiormente libero ed "occidentale".
Non sono d'accordo sul primo problema .. imho non è la poverta (che amplifica cmq il problema) ma proprio la convivenza tra 2 culture molto diverse tra loro che vivendo nello stesso spazio hanno bisogni diversi a volte opposti .. infatti i maggior problemi si hanno con determinate culture e meno con altre .. i contadini erano di una classe diversa ma della stessa cultura o società e in quel caso il benessere ha estinto il problema .. per far convivere 2 culture diverse occorre molta buona volontà da entrambe le parti ma imho è umanamente impossibile e in diverse nazioni i fatti lo dimostrano ..
nomeutente
03-11-2005, 17:19
Non sono d'accordo sul primo problema .. imho non è la poverta (che amplifica cmq il problema) ma proprio la convivenza tra 2 culture molto diverse tra loro che vivendo nello stesso spazio hanno bisogni diversi a volte opposti ..
Beh se si tratta di decidere se si può o no mettere il foulard a scuola o se si può fare il couscous in giardino non mi pare questo gran problema... :D
Intendiamoci: anch'io ho avuto degli extracomunitari nel mio condominio e su per le scale si sentivano odori strani :D ma non è che questo porta alla guerriglia!
infatti i maggior problemi si hanno con determinate culture e meno con altre ..
Su questo hai ragione, ma direi anche che i problemi variano da persona a persona.
i contadini erano di una classe diversa ma della stessa cultura o società e in quel caso il benessere ha estinto il problema ..
Beh, insomma... le prime contadine che andavano a lavorare in fabbrica erano considerate dai loro paesani abbastanza scostumate... diciamo che erano poco più di prostitute, secondo la mentalità contadina.
per far convivere 2 culture diverse occorre molta buona volontà da entrambe le parti ma imho è umanamente impossibile e in diverse nazioni i fatti lo dimostrano ..
Ho conosciuto giovani provenienti da paesi islamici che non seguono minimamente i dettami dell'islam, lasciano libere le proprie sorelle di fare quello che vogliono e comprano i cellulari più belli del momento. Diamo tempo al tempo e, se riusciranno a conseguire un po' di benessere, acquisiranno molte delle nostre abitudini... comprese quelle negative!
In ogni caso è impensabile chiudere tutte le frontiere, soprattutto le nostre che sono un colabrodo. Per cui il meglio che possiamo fare è cercare l'integrazione... non si scappa.
nomeutente
03-11-2005, 17:41
Farei una bella pulizia di tutta la feccia che è entrata illegalmente e di tutti coloro che vivono per e della criminalità organizzata.
Successivamente farei entrare tutti i portatori di capitali.
Penso che quelli ricchi stiano bene dove sono.
tatrat4d
03-11-2005, 19:37
Farei una bella pulizia di tutta la feccia che è entrata illegalmente e di tutti coloro che vivono per e della criminalità organizzata.
legittimo sostenere che criminalità ed immigrazione illegale vadano perseguite, non lo è definire "feccia" la generalità dei clandestini, o proporre sistemi di pulizia più o meno sbrigativi. Per cui, soprattutto quando si tratta di problemi delicati come questo, facciamo attenzione a non potere essere fraintesi. ;)
Nella maggior parte dei casi, l'irrigidimento è dovuto al fatto di sentirsi sotto accusa, mentre se non si dice niente le differenze tendono a scomparire con il passare delle generazioni. .
guarda che la "racaille" in questione è tutta di seconda generazione...
Ho conosciuto giovani provenienti da paesi islamici che non seguono minimamente i dettami dell'islam, lasciano libere le proprie sorelle di fare quello che vogliono e comprano i cellulari più belli del momento. Diamo tempo al tempo e, se riusciranno a conseguire un po' di benessere, acquisiranno molte delle nostre abitudini... comprese quelle negative!
sono dei selvaggi da civilizzare quindi?
La sparo?
Pensa te se sti extracomunitari li fanno entra' per sfruttarli e condurli miseramente a una vita di false illusioni, poi li accusano e ne fanno il bello e il cattivo tempo ai media,cosicche' le colpe e gli insuccessi governativi possano avere una plateale scusante o almeno credibile.
Le frontiere sono sempre chiuse per gli extracomunitari senza identita', i piu' poveracci entrano coi camion nascosti nelle scatole,quelli piu' ricchi o cmq appoggiati da qualche benefattore arrivano gia' col passaporto italiano, i piu' poveracci non possono ritornare a natale dalle loro famiglie, quelli piu' ricchi hanno un passaporto per ogni festivita';masì spariamo a zero senza distinguere le differenze.
Non e' la sovrapposizione di diverse culture ne' tanto meno il loro stile di vita la causa del conflitto con il popolo ospitante,si parla dell'Italia,no?;sono purtroppo altre le cause,una fra queste e' il forte interesse a mantenere questo tasso di clandestinita' che si traduce all'atto pratico in qualche interesse preso di rimbalzo da qualche nonnota organizzazione.
Linux&Xunil
03-11-2005, 21:22
Questo fatto fa riflettere , molti consideravano la questione del mancato inserimento dei negri un fatto dovuto al razzismo degli americani , invece la cosa si ripropone nella liberissima ed egualitaria Francia.
A me non piace essere razzista perchè nel lavoro conosco sudamericani laureati che svolgono benissimo le libere professioni , però qualche distinguo in più si dovrebbe fare prima di accogliere tutti a braccia aperte.
Qualcuno ha visto il film francese l odio?????
parla proprio di questo problema....
von Clausewitz
03-11-2005, 22:14
Questo fatto fa riflettere , molti consideravano la questione del mancato inserimento dei negri un fatto dovuto al razzismo degli americani , invece la cosa si ripropone nella liberissima ed egualitaria Francia.
A me non piace essere razzista perchè nel lavoro conosco sudamericani laureati che svolgono benissimo le libere professioni , però qualche distinguo in più si dovrebbe fare prima di accogliere tutti a braccia aperte.
eh? :D
usi il termine dispregiativo "negri" e dici che non s'inserivano a cagione del razzismo degli americani rispetto alla "liberissima ed egualitaria" si da il caso però che il problema della segregrazione in vgore in alcuni stati americani nel dopoguerra è stato superato da un pezzo, grazie anche a una battaglia per i diritti civili che fra le altre cose vide in prima fila avvocati bianchi del nord che scendevano negli stati segregazionisti appunto per farli valere e far abrogare le leggi segregazioniste come poi in effetti lo furono
per cui la libertà esiste da un pezzo in tutto il territorio americano anche per i "negri"
in quanto all'egualitarismo esiste pure quello nel senso di pari opportunità data agli uomini e donne di colore per realizzare il loro "sogno americano" si è realizzata pur fra problemi e contraddizioni, ma si è realizzata, esistono "negri" in america che si sono realizzati in ogni campo delle professioni, dallo sport (con il quale molti si procurano l'accesso al college) alle professioni più intellettuali, al cinema e alla televisione alla musica ecc. sino ad arrivare alla politica, non so se ti è sfuggito che alla carica di segretario del dipartimento di stato, una delle più importanti che segna ogni amministrazione di quelo stato si sono succeduti due "negri" di cui una pure donna e di un ex stato segregazionista come poteva esserlo l'alabama
certo ci sono ancora dei grossi problemi sociali, di povertà ed emarginazione soprattutto nelle grandi metropoli dove vi sono grandi concentrazioni di uomini di colore, a washington per dirne una 6 abitanti su dieci sono "negri"
sono appunto problemi sociali complessi e che datano nel tempo, che però esulano dalla nozione di razzismo che negli USA del 2005 è una nozione pressochè scomparsa (anzi con il sistema delle quote hanno introdotto quasi un razzismo al contrario)
e invece vieni tu a pontificare sul razzismo degli americani verso i "negri" nel 2005, come se questi ultimi non fossero cittadini a tutti gli effetti, americani a tutti gli effetti da un pezzo
ma sono idee tue o le hai lette sul manifesto?
vabbe, comunque la pensi, ciao "buana" :D
von Clausewitz
03-11-2005, 22:30
non capisco il senso di quella faccina..
cmq per evitare questa situazione "basterebbe" evitare squilibri sociali così forti, come purtroppo los angeles insegna se la forbice tra ricchi e poveri diventa troppo grande la tensione aumenta e scoppia.
non sempre è facile evitare qli "squilibri sociali"
quella di los angeles di una dozzina d'anni fa poi, più che una questione di povertà o ricchezza mi è sembrata una rivolta che usando un pretesto più o meno fondato (la disparità della polizia nel trattare la gente di colore) ha sfogato una malcelata insofferenza verso l'autorità costituita e non è detto che perciò fosse una rivolta giusta
in ogni caso considerando il melting pot che la compone l'america è riuscita a instaurare un integrazione da far invidia credo a qualsiasi altro paese del mondo
alla faccia del pretesto più o meno fondato...
Ciaozzz
beppegrillo
03-11-2005, 22:48
alla faccia del pretesto più o meno fondato...
Ciaozzz
La povertà centra ma non è tutto. Non credo che ad esempio in Francia le condizioni disagiate le vivano solo gli extracomunitari..
Secondo me oltre alla povertà c'è anche una sorta di crisi d'identità, ho passaporto francese, vivo in francia per 2 generazioni ma non mi sento francese e non riconosco queste autorità, potrebbe essere un esempio di un qualsiasi immigrato africano.
La povertà centra ma non è tutto. Non credo che ad esempio in Francia le condizioni disagiate le vivano solo gli extracomunitari..
Secondo me oltre alla povertà c'è anche una sorta di crisi d'identità, ho passaporto francese, vivo in francia per 2 generazioni ma non mi sento francese e non riconosco queste autorità, potrebbe essere un esempio..
rispondevo a von , che giustifica a prescindere tutto ciò che accade negli usa.
da quel che ho visto a quel tempo , praticamente c'erano membri del kkk vestiti da poliziotti che bastonavano le persone di colore , la qual cosa ha fatto insorgere la comunità di los angeles...
Ciaozzz
tdi150cv
03-11-2005, 22:55
Cosa intendi con "linea durissima"? Un bel lager?
Ho detto linea durissima , scegli quindi tu il modo , uno vale l'altro purchè sia efficace e risolva il problema alla radice ... alla fine con gente simile non sprecherei nemmeno una parola ... non serve e anche se servisse hanno passato il limite da un pezzo ...
von Clausewitz
03-11-2005, 23:00
.......Gli extracomunitari nella maggior parte dei casi vivono in posti disagiati.......
pare però che queste banlieu non siano poi così disagiate e anzi siano quartieri abbastanza vivibili
von Clausewitz
03-11-2005, 23:04
rispondevo a von , che giustifica a prescindere tutto ciò che accade negli usa.
da quel che ho visto a quel tempo , praticamente c'erano membri del kkk vestiti da poliziotti che bastonavano le persone di colore , la qual cosa ha fatto insorgere la comunità di los angeles...
Ciaozzz
non ho giustificato nulla
ho detto più o meno fondato, nel senso che si è esteso l'atteggiamento violento e razzista di quei poliziotti bianchi verso quel nero, cosa fondata, all'intera polizia di los angeles, anzi verso l'autorità costituita tout court, cosa che senz'altro era infondata e quindi pretestuosa
poi non è un mistero che la polizia in america abbia metodi piuttosto spicci verso tutti, bianchi inclusi naturalmente
pare però che queste banlieu non siano poi così disagiate e anzi siano quartieri abbastanza vivibili
c'è banlieue e banlieue...si va da zone direi molto lussuose (versailles o vincennes) a zone assolutamente degradate (es. parigi nord o il dipartimento 93 in generale)
Il paese dove l'integrazione razziale, a detta di molti, è più riuscita è il Brasile, non gli USA.
Di questo parere era anche Giovanni Paolo II:
www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/homilies/1980/documents/hf_jp-ii_hom_19800706_curitiba-brazil_it.html
Anche la maggior parte della popolazione bianca brasiliana ha almeno un parente o un discendente meticcio o nero.
Il paese dove l'integrazione razziale, ...
non sono ancora arrivati i mussulmani probabilmente...
von Clausewitz
03-11-2005, 23:36
Il paese dove l'integrazione razziale, a detta di molti, è più riuscita è il Brasile, non gli USA.
Di questo parere era anche Giovanni Paolo II:
www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/homilies/1980/documents/hf_jp-ii_hom_19800706_curitiba-brazil_it.html
Anche la maggior parte della popolazione bianca brasiliana ha almeno un parente o un discendente meticcio o nero.
il brasile avrà una grande fetta della popolazione meticcia, resta il fatto che è colpito da problemi sociali giganteschi soprattutto nelle sue grandi città, dalle favelas agli squadroni della morte ai diseredati per strada, in maggioranza neri o meticci con la buona borghesia di origine portoghese o tedesca sullo sfondo e separata da loro
un link a caso:
http://unimondo.oneworld.net/article/view/94390/1/
Persecuzione per le strade di San Paolo
lunedì, 20 settembre, 2004
Da circa un mese la gente di strada di San Paolo, Brasile, è fatta oggetto di una persecuzione che ha causato fino ad ora otto omicidi. Otto persone di strada sono state uccise barbaramente, a colpi di bastone e spranga, per le vie della metropoli brasiliana, durante la notte. Apparentemente senza spiegazioni. Le forze dell'ordine hanno pochissimi indizi, si parla della pura follia di qualcuno ma già si evocano tristissimi ricordi di squadroni della morte. Le minacce e le aggressioni contro le oltre 10.000 persone che vivono nelle strade di San Paolo crescono di giorno in giorno e si fa via via più difficile la condizione di chi difende da sempre questa popolazione di impoveriti e di disperati. Dal Vicario Episcopale della gente di strada della diocesi di San Paolo, padre Julio Lancellotti, arriva la richiesta di aderire alla petizione sotto riportata.
che poi il brasile sia nelle grazie del pontefice è naturale, visto la sua fedeltà a santa romana chiesa
a proposito è nortizia di oggi sul corsera che gli USA hanno chiesto al messico di reintrodurre il visto col brasile perchè negli ultimi mesi si sta assistendo a un esodo via via più massiccio di gente dal brasile agli USA via messico appunto
von Clausewitz
03-11-2005, 23:38
c'è banlieue e banlieue...si va da zone direi molto lussuose (versailles o vincennes) a zone assolutamente degradate (es. parigi nord o il dipartimento 93 in generale)
saranno anche degradate rispetto agli standard parigini o di versailles, ma niente di paragonabile credo a uno zen o alle vele nostrane
Un interessante articolo
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DA WACO AD OKLAHOMA:VIAGGIO ALL’INFERNO
Di Ugo Maria Tasinari
Viaggio nella destra estrema americana: dai fondamentalisti cristiani ai network ultrareazionari; dalle milize paramilitari fasciste agli eredi del Ku Klux Klan;
dai suprematisti bianchi ai Freemen; dai Figli della Gestapo fino al movimento più recente: Alleanza nazionale.
Se la feroce macchineria del Nuovo ordine mondiale produce in misura crescente miseria nella periferia e dolore e male di vivere nel centro, la riproduzione allargata di tendenze violente e autodistruttive non può essere ridotta a una vocazione apocalittica del Sistema, come dimostra l’offensiva terroristica dell’estrema destra americana, nel cuore stesso dell’Impero.
I FONDAMENTALISTI CRISTIANI
Nel rogo di Waco (il bilancio complessivo è di ottancinque morti, di cui ventidue bambini) si è consumato il delirio paranoico di un leader carismatico, fallito come musicista rock, che aveva imposto formidabili vincoli di dipendenza personale e sessuale a decine di aderenti a una setta davidica, la cui vocazione apocalittica traeva ispirazione dal fondamentalismo cristiano.
Consistenti frange della nuova destra americana, fino ai settori più radicali che flirtano con l’aperto sovversivismo armato delle milizie locali e delle bande neonaziste, sostengono - con qualche ragione - che il rogo di Waco è il prodotto di un’azione criminale dei corpi speciali.
La Davidian Branch è una delle frazioni nella quale si è diviso un gruppo scismatico degli Avventisti del Settimo Giorno, che paradossalmente aveva rotto nel 1942 con la
denominazione maggioritaria sulla base di un radicale pacifismo. La persecuzione contro i fedeli di Koresh è scatenata da uno dei militanti più stimati - nonostante una condanna penale per furto - del movimento anti-sette, Rick Ross. La sua denuncia di abusi sessuali sui bambini nel ranch di Waco non trova riscontro nelle ispezioni dei servizi sociali della contea. Gli danno maggior credito i "federali" dell’ATF. Per contestare una semplice contravvenzione (la trasformazione di alcune armi semiautomatiche in automatiche) la mattina del 28 febbraio 1993, un commando di "teste di cuoio" parte all’attacco del ranch di Monte Carmelo con blindati ed elicotteri. I davidiani - che per fatti loro già aspettano l’Apocalisse - interpretano l’attacco come l’annuncio dello scontro finale tra le Forze del bene (loro) e le Armate di Satana (i "federali") e rispondono sparando. Il conflitto a fuoco si conclude con la morte di quattro agenti e sei seguaci di Koresh. Il lungo assedio e l’assalto finale, con relativo rogo, sono l’inevitabile conseguenza di quel blitz dissennato e illegale.
Della natura politica del conflitto c’è evidente traccia nella sentenza di primo grado: la giuria assolve gli undici sopravvissuti imputati di omicidio e associazione a delinquere (erano dodici, ma una ha accettato di collaborare con l’accusa: nella tragedia di una setta di
fondamentalisti cristiani non poteva mancare un Giuda) perché il rogo era scoppiato accidentalmente durante l’assalto dell’FBI e la sparatoria contro l’ATF era una legittima difesa contro un attacco presumibilmente illegittimo.
Il giudice, amico personale del direttore dell’FBI, che testimoniando in suo favore lo aveva scagionato da un’accusa di spergiuro, rovescia - caso rarissimo in America - la sentenza della giuria, che aveva condannato sette imputati soltanto per detenzione di armi: cinque hanno
quarant’anni di carcere per associazione a delinquere e altri tre (uno innocente per la giuria) pene variabili da cinque a venti anni. Quello di Silvia Baraldini - quarantatré anni di carcere per concorso in rapina ed evasione, senza spargimento di sangue - non è un caso limite.
Al di là delle intenzioni esplicite del marine Tom McVeigh, giustiziato per la strage di Oklahoma city - che si è recato in pellegrinaggio a Waco - è evidente che nell’immaginario
collettivo dei Patriots e dei network ultrareazionari delle radio e delle tv locali i davidiani sono diventati il simbolo della violenza criminale delle agenzie del controllo sociale, al di là di alcune pratiche di vita comunitaria - come la poligamia e la promiscuità sessuale - assai disdicevoli per gli ultrapuritani seguaci della Coalizione cristiana (anche se le ripetute denuncie di perversione sessuale dimostrano che il leader della nuova destra, Newt Gingrich predica bene e razzola male).
LA NUOVA DESTRA AMERICANA SUI SITI INTERNET
Il 19 aprile è una data ricca di valore simbolico per l’estrema destra armata: si festeggia il National Militia Day, commemorando la battaglia di Lexington nella Guerra di Indipendenza e si onora la memoria di un "camerata", condannato a morte per aver ucciso un negoziante ebreo.
La realtà della nuova destra armata americana è assai complessa: la componente dichiaratamente fascista è minoritaria. Nel movimento delle milizie e dei separatisti antifederali, infatti, gli elementi di una tradizione libertaria e populista sono prevalenti: secondo i calcoli dell’Anti-Defamation League, organizzazione di controinformazione della comunità ebraica, dei ventimila miliziani armati, solo cinquemila sono politicamente orientati in senso nazionalsocialista o "white supremacist"". Un sostrato comune affiora dall’analisi delle mentalità: «Un forte pregiudizio antiebreo, una nevrotica ossessione del complotto, un odio, evidentemente incontenibile per il governo federale, colpevole di imporre diritti e rispetto per
tutti e di voler limitare la circolazione delle armi1.
L’impianto ideologico dei "suprematisti bianchi" vede fondersi tradizioni americane e elementi caratteristici dei fascismi europei, una insolita miscela di nostalgia del passato e di capacità di cavalcare la tigre della modernità lungo gli infiniti sentieri di Internet.
In un luogo dell’autostrada informatica denominato Patriot, dopo la strage di Oklahoma City, era possibile leggere lunghi articoli di denuncia del complotto sionista per distruggere le libertà individuali, in primo luogo quella di girare armati.
«Vuoi sapere che pensiamo di Oklahoma City? - scrive un cybermiliziano - I patrioti che hanno messo la bomba hanno sbagliato, ma la nostra battaglia è giusta. Il governo
1 Furio Colombo Contro neri ed ebrei in nome degli " ariani" , La Repubblica, 23 aprile 1995.
americano tradisce la Costituzione e complotta contro la libertà dell’individuo. Vogliono toglierci le armi per poi ammazzarci come a Waco»2.
Anche Newt Gingrich, pur essendo un conservatore integralista, teorizza il ruolo del cyberspazio come arena del dibattito politico collettivo. Altri, invece, usano i suoi infiniti
sentieri per diffondere fogli d’ordine e istruzioni per l’uso.
Il primo a produrre una pagina nazionalista bianca è Don Black, un quarantaduenne della Florida, già Gran Dragone del Ku Klux Klan, che per imprecisati motivi ha abbandonato il cappuccio bianco. Nonostante abbia scontato due anni in un penitenziario federale, per aver
partecipato a un tentativo di golpe nella Repubblica Domenicana, con l’orgoglio dei precursori ha messo in Strmfront la sua fotografia. Sullo schermo compaiono croci celtiche e cavalieri incappucciati, svastiche, teschi e aquile.
«Orgoglio bianco in tutto il mondo», recita il benvenuto di Stormfront ai cybernauti. Il piano di studi proposto dal maestro Black è adeguato all’accoglienza. La prima lezione è una frase di un personaggio noto (uno diverso ogni settimana) e in genere estrapolata dal contesto. Un
assaggio: "Gli uomini in genere si preoccupano più della razza dei cani o dei cavalli che di quella dei loro figli".
Il programma prevede anche sociologia, con una testimonianza importante: "Il risveglio razziale indiano" di David Duke, cioè il diario in cui il candidato senatore del KKK esalta la divisione in caste»3.
E poi si insegnano anche i fondamenti di paleoantropologia: i bianchi discendono dall’homo rectus, i negri dall’uomo di Neanderthal.
Più militante - ma altrettanto paranoide - è il sito degli Charlemagne hammer skinhead, così chiamati in onore della divisione francese di Waffen SS che si fece sterminare per non arrendersi (furono i suoi soldati a introdurre il simbolo della croce celtica nell’iconografia nazifascista.
Dalle loro pagine si scopre che il fondatore della cult band Skrewdriver, forse il maggiore gruppo skin, è stato ucciso dai servizi segreti inglesi «mentre il governo non si preoccupa che bande di negracci, cantando canzoni del Black Power, stimolino i confratelli ad attaccare i
bianchi»4.
Tristemente noti tra i cybernauti i Californian Lord of Caucasus, che, violando il galateo della rete, hanno invaso una piazza virtuale destinata ai messaggi sulla solitudine con messaggi sulla lotta tra le razze e le immagini consuete di cavalieri incappucciati e croci fiammeggianti.
In rete non circolano soltanto materiali ideologici o propagandistici. Una settimana prima della strage di Oklahoma City un ragazzino del Missouri si ferisce fabbricando un ordigno al napalm. Ai poliziotti che lo interrogano spiega: «Ho trovato le istruzioni su Internet». È così: in un’area definita "tecnologica" in un sito denominato "terrorismo" è possibile consultare liberamente documenti che insegnano a costruire ordigni di vario genere, da quelli atomici ai gas letali, ma anche come procurarsi materiali esplodenti regolarmente in commercio.
Il 25 maggio 1995 è immesso in rete un progetto completo, un attentato mediante autobomba contro il vertice dei Sette Grandi ad Halifax.
2 Arturo Zampaglione Tra i miliziani d’America il terrorismo corre sul filo, La Repubblica, 27 aprile 1995.
3 Giampaolo Cadalanu Hitler è vivo e lotta nella rete, L’ESPRESSO, 10 maggio 1996
4 Ibidem.
Nel febbraio ’96, proprio mentre il presidente Clinton annunciava nel suo discorso sullo Stato dell’Unione un progetto di democratizzazione telematica - un computer collegato all’autostrada informatica in ogni classe scolastica entro il 2000 - tre studenti della Pine Grove Junior High School di Minoa sono arrestati e affidati in custodia alle famiglie per aver progettato un attentato contro la scuola che frequentano con una bomba "fatta in casa" con
fertilizzanti. A istruirli sulla fabbricazione di ordigni esplosivi uno dei tanti siti "terroristici" di Internet. Il progetto era in uno stato abbastanza avanzato: il terzetto aveva già "provato" l’ordigno, facendolo esplodere in campagna.
Un’altra banda di teen-agers aveva messo a punto un ancora più ambizioso progetto terroristico: travestiti da Topolino fare strage di neri a Disney World, in Florida. Dopo
aver terrorizzato i pensionati di Fort Myers, un tranquillo centro di villeggiatura dello Stato, i "signori del caos", ispirandosi a un prodotto di sintesi tra il satanismo acido alla Charlie Manson e l’anarco-fascismo dei freeman, volevano compiere il salto di qualità. Avevano cominciato sequestrando auto, bruciando scuole, rapinando negozi. Li hanno scoperti dopo l’omicidio del direttore di orchestra della Riverdale high school, da loro frequentata e la
polizia ha portato alla luce il loro spettacolare e megalomane progetto. Nell’ aprile ’96 l’insegnante li aveva scoperti mentre trasportavano latte di benzina per un attentato e aveva minacciato di denunciarli. Uno dei componenti della banda, Derek Shields, diciotto anni, si
era recato a casa del professore e lo aveva ucciso sparandogli al volto sull’uscio.
Cosa c’è d’aspettarsi, del resto, da un banda il cui capo, tale Kevin Foster, figlio di un armiere, si fa chiamare Dio? I "signori del caos" pensavano infatti di sostituire i personaggi di Walt Disney - da Pluto a Pippo - che si aggirano per stringere le mani ai bambini lungo i viali
di Magic Kingdom, il regno dei personaggi fantastici creati dal "mago dei cartoon". Così travestiti, Foster e i suoi intendevano aprire il fuoco - la polizia ha sequestrato una trentina di armi automatiche - e uccidere i bambini neri che gremiscono il più famoso e affollato dei tre parchi di Disneyland.
Una gang "bianca", composta da giovani middle class, cementata dal razzismo e dalle nostalgie "sudiste": l’iconografia della banda richiama infatti l’esercito confederale, mito fondatore di tante bande e milizie "suprematiste bianche".
IL DECLINO DEL KU KLUX KLAN
Apertamente fascista, invece, la Georgia Republic Militia, sospettata di un piano per sabotare le Olimpiadi di Atlanta. I due capi arrestati alla fine di aprile del ‘96, Robert Starr e
William Mc Craine, quarantenni, si sono difesi sostenendo che quella dozzina di bombe sequestrate erano soltanto un "accumulo strategico", in vista della futura prossima guerra
civile.
Una dozzina di miliziani sono riusciti a sfuggire al blitz maldestro della FBI, in un casolare di campagna a pochi chilometri dalla capitale della Georgia. Una piccola milizia radicale, ma organicamente inserita nel più composito circuito delle Milizie cristiane.
Più ambiziosi i progetti della Milizia della Vipera, una banda armata dell’Arizona infiltrata dall’Fbi e smantellata quando si accingeva a compiere una campagna di attentati antifederali.
Li aveva denunciati per primo un cacciatore, nell’inverno ‘95-’96: gli avevano impedito di addentrarsi nel deserto e nello stesso periodo avevano anche costretto a sloggiare un campo di boy scout. Le tracce nella zona di crateri, prodotti da esplosioni di ordigni a base di nitrato di ammonio (ne sono stati poi sequestrati duecento chili), confermava il sospetto che il modello fosse la strage di Oklahoma City. E così i federali hanno ripreso le Vipere mentre compivano
sopralluoghi alle sedi locali dell’Fbi, dell’Ufficio federale delle Imposte e del Servizio Immigrazione di Phoenix: in un video un miliziano indica al suo accompagnatore la colonna a cui applicare l’ordigno per produrre il massimo danno.
Certo, con un meccanismo già studiato dai sociologi dell’estremismo politico, Oklahoma City ha prodotto un movimento a forbice: riducendo l’area generica del sostegno alla destra radicale, ma moltiplicando le adesioni individuali ai gruppi paramilitari. In questo senso
andrebbe interpretato il calo di adesioni del Ku Klux Klan negli ultimi due anni: i militanti più intransigenti sarebbero andati ad arricchire i ranghi delle milizie paramilitari.
Sul piano storico è facile notare come nella nuova opposizione populista delle milizie si incarni lo scontro secolare tra l’America "sudista" e "della frontiera" contro quella nordista.
L’America vincitrice della guerra civile è quella che impone il predominio della Federal Reserve sull’economia nazionale, assorbe e integra la nutrita comunità ebraica, favorisce l’immigrazione massiccia e la società multirazziale.
L’America "sudista", sconfitta ma non cancellata, è invece agricola, "bianca", anticentralista, favorevole al potere dei singoli stati, contraria allo strapotere delle banche.
L’ America della frontiera è invece individualista, esalta lo spirito del pioniere, che conquista e difende la terra con le armi, ama la libertà e odia la burocrazia federale.
L’organizzazione storica dei razzisti del Sud, il Ku Klux Klan, fondato nel 1866 nel Tennessee da un generale sudista, e rifondato nel 1915 da un pastore metodista ad Atlanta, è ben lontano dai fasti degli anni Venti, quando raggiunse i cinque milioni di membri.
Il Klan era nato per prendersi gioco delle superstizioni degli strati più bassi delle popolazioni nere poi si gonfia dei rancori della sconfitta nella guerra civile, della paura della revanche nera e delle tensioni nativiste contro tutto quello che non è WASP (bianco, anglosassone, protestante).
L’anticattolicesimo anticipa l’antiebraismo, importante solo negli anni Dieci. L’elemento religioso cristiano si accompagna all’uso delle armi. Oggi ha avuto nuova vitalità dall’odio per gli immigrati clandestini hispanos. È forte il richiamo al ruolo messianico della razza bianca e l’anglo-israelismo antisemita si fonde con la concezione di una razza come messia collettivo proprio del movimento ariosofico (che combinava occultismo, razzismo e
nazionalismo pangermanico) e del cristianesimo germanico di fine ’800.
Oggi i militanti sono cinquemila, ma l’organizzazione è ancora pericolosa sia per i rapporti con il network neonazista internazionale sia per i legami solidi con la massoneria "nera" americana, che ha funzionato come referente anche dei settori "deviati" italiani.
A Charlotte, nel cuore dell’America di colore, hanno aperto un museo del movimento degli incappucciati, con annesso negozio per la vendita di gadget, tutta la paccottiglia dei
souvenir segregazionisti che hanno un assai ampio mercato se da anni la bandiera dei confederati sventola in una delle curve da stadio meno fasciste d’Italia, quella del Napoli.
A rafforzare il KKK è venuta anche la sentenza della Corte Suprema che ha dato torto allo Stato dell’Ohio: la croce del Klan può essere esposta davanti al parlamento dello Stato.
Non è l’unica sentenza discutibile della Corte Suprema: in un’unica seduta nel giugno ‘96 hanno rimesso in libertà i due poliziotti arrestati per il pestaggio di Rodney King (la loro prima assoluzione scatenò una rivolta con più di 50 morti a Los Angeles) e hanno bocciato la modifica dei distretti elettorali in Texas e North Carolina, tagliando così la possibilità di accedere al Congresso per le minoranze afroamericane e ispaniche. Un giudice del Missouri,
invece, ispirandosi a una sentenza pronunciata durante il maccartismo, ha autorizzato cartelli pubblicitari del KKK in un’autostrada urbana che attraversa un quartiere nero di St. Louis.
All’area del Klan è attribuita la campagna di incendi di "chiese nere" che nel primo semestre del ‘96 ha visto distruggere una quarantina di edifici in tutta la Sun Belt, dal Tennessee all’Oklahoma, in totale impunità, nonostante la mobilitazione di ben duecento federali e gli impegni solenni di un Clinton assai attento a lisciare per il verso giusto la leadership nera in piena campagna elettorale.
Nel corso di un tour propagandistico il presidente americano non ha avuto scrupolo a partecipare all’inaugurazione della nuova chiesa di Greeleyville, un centro della South Carolina, a un chilometro e mezzo di distanza dall’edificio distrutto un anno prima.
Nel stesso periodo, in Georgia, a Thomasville (19mila abitanti, 62% bianchi) una coppia mista, lei bianca, lui nero, si è vista negare dal pastore e dal consiglio degli Anziani della congregazione battista la sepoltura della neonata morta affianco al nonno materno perché il
cimitero è riservato per statuto ai bianchi.
Una catena di roghi (stessa ora, stesse modalità operative, stesso tipo di bersaglio) avviata il 13 gennaio a Denmark (Tennessee) e cresciuta fino al parossismo della notte dei fuochi di Greenville: tre chiese bruciate in due notti nel Texas a giugno.
Luoghi, da Greensboro, nei pressi di Atlanta, a Charlotte, nella Carolina del Sud, ben vivi nella memoria dell’America antirazzista, i luoghi della grande battaglia per i diritti civili che ha visto agli inizi degli anni ‘60 smantellare - a colpi di mobilitazione di massa e di decreti federali - l’impalcatura costituzionale del segregazionismo.
Anche allora gli "incappucciati" - responsabili dell’incendio di trenta chiese nel ‘64 - non esitavano a ricorrere a forme più radicali di terrorismo: come nell’omicidio di tre leader della campagna per il diritto di voto (due bianchi e un nero assassinati nell’estate del ‘64), vicenda immortalata nel film di Alan Parker Mississippi Burning di Alan Parker (e ancora nel ‘92 i miliziani del KKK avevano traformato la tomba di Jack Chaney, l’unico nero, in un bersaglio
da esercitazione alle armi da fuoco).
Come nel rogo di Birmingham, quattro bambine nere uccise da una bomba in una chiesa battista, nel settembre 1963 (e Malcom X indica nella sua autobiografia la censura su
quell’episodio impostagli dai Black Muslims come una delle tappe decisive del suo allontanamento dalla Nazione dell’Islam).
Come allora possono contare sulla complice ignavia degli investigatori, che come prima cosa interrogano i pastori vittime del terrorismo bianco, sulle polizze assicurative degli edifici, escludendo il movente razzistico, insinuando il sospetto della truffa.
Esemplare è l’approccio del capo della task force federale, Deval Patrick: non esistono le prove di un complotto, potrebbe essere emulazione o addirittura una catena di coincidenze, in fondo negli ultimi trent’anni sono state incendiate soltanto 600 chiese delle trecentomila
della comunità afro-americana.
Del resto alcuni attentati incendiari contro case di afro-americani nel Tennessee sono attribuiti a partecipanti a una riunione di Good Old Boys Round Up, un’associazione composta esclusivamente da "federali" dell’ATF, l’agenzia che indaga sui roghi alle chiese. I risultati delle indagini confermano la scarsa determinazione degli investigatori: due iscritti al KKK fermati ubriachi vicino a un tempio in fiamme e presto rilasciati, una tredicenne di Charlotte
(personalità disturbata, ma ottimi genitori) che confessa di aver appiccato il fuoco per vendicarsi di un prete (ma c’è qualche traccia di sette sataniche), un ritardato mentale di un paesotto dell’Oklahoma e qualche attivista di Arian Fraction o di Skinhead for white justice sospettati per qualche incendio. Su trentatré inchieste avviate soltanto una decina sono state chiuse. In un solo caso con la messa in stato d’accusa di membri del KKK.
In South Carolina sono imputati del rogo di due chiese (la Macedonia Baptist Church e un’altra vicina cappella) due White Knights del KKK, organizzazione fondata nell’85 in
North Carolina da un noto suprematista bianco, Virgil Griffin. Gary Christopher Cox e Timothy Adron Welch avevano presenziato a raduni del Klan e uno dei due aveva la tessera dell’organizzazione razzista che aveva tenuto manifestazioni nella zona. Un loro amico, ex membro del KKK, ha dichiarato che i capi del gruppo sono convinti che i pastori neri insegnano ai fedeli come vivere di welfare. I due suprematisti bianchi sono accusati anche di aver picchiato e accoltellato un ritardato mentale afroamericano.
Nel Texas, a Greenville, lo sceriffo ha arrestato tre giovani bianchi, poco più che ventenni, per l’incendio della New Light House of Prayers ma il capo dei pompieri - in una città che gronda di scritte murarie inneggianti al Klan - si è affrettato ad escludere il movente razziale.
Nel Tennessee l’escalation dei roghi è successiva all’arrivo nello Stato di molti suprematisti bianchi, in seguito all’omicidio di un giovane bianco che girava con una bandiera confederata in auto, da parte di un teen ager nero.
Secondo il National Council of Churches (trentatré culti, tra cui luterani e battisti, ma non cattolici e cinquantuno milioni di fedeli) la campagna del ‘96 è soltanto il climax parossistico di una lenta escalation, avviata alla fine degli anni ‘80 e che avrebbe prodotto, nell’arco di sei anni, una ottantina di incendi di chiese nella Bible Belt (Alabama, Georgia, Tennessee, Arkansas, Mississippi, Carolina del Sud e Louisiana), mentre l’amministrazione Clinton parla di un totale di cinquantasette roghi.
I dati più allarmistici sono confermati dal Southern Poverty Law Center dell’Alabama, un gruppo antisuprematista che ha fornito assistenza legale nel primo processo per diritti civili negli incendi delle chiese. Prima del ‘95 la media annua era di tre o quattro roghi, nel ‘95 è salita a quasi uno al mese, nel primo semestre ‘96 uno alla settimana.
I roghi delle chiese - sottolinea il direttore del Jackson Advocate, il settimanale del Mississippi che dal 1939 ha subito trentasei attentati incendiari da gruppi segregazionisti - sono solo la manifestazione più plateale di una feroce offensiva razzista.
Per Charles Tisdale l’ondata di "suicidi" di afro-americani nelle carceri di Alabama e Mississippi - una cinquantina negli ultimi tre anni - nasconde una campagna di linciaggio
senza precedenti negli ultimi trent’anni.
Sono del resto eloquenti le statistiche criminali: l’Us News and World Report ha segnalato una vertiginosa crescita delle azioni criminali dettate dal razzismo o comunque da odio per il "diverso".
Uno studio di due docenti della Northeastern University, i professori Mc Devitt e Levin, rivela che i reati a sfondo razzistico sono compiuti per il 56% da teen-agers, provenienti per lo più dalla middle-class, per due terzi attratti dall’avventura: l’assalto a coloured o l’incendio
di loro edifici diventa uno sport comune. Un terzo dei violenti appartengono invece alla tribù dei difensori del territorio, quelli che sono pronti a tirare sassate contro i vetri della prima famiglia nera, o anche ebrea, che arriva nel loro quartiere.
Secondo i due professori universitari, solo il 5% dei reati razzisti possono propriamente essere attribuiti a neonazisti o ad aderenti a ideologie della supremazia bianca.
I FREEMEN
Negli stessi mesi è proseguito l’assedio di un gruppo paramilitare, asserragliato in una baita di Jordan, nel Montana iniziato il 25 marzo 1996. La storia di Justus Township (Cittadinanza Solonoi) era cominciata come esperimento comunalistico nel settembre 1995: dichiarazione di indipendenza, decisione di finanziarsi con l’emissione di assegni a vuoto (per quasi due milioni di dollari), Col solito tocco "americano": nel ranch sono stati organizzati seminari intensivi, trecento dollari a lezione, per insegnare a frodare banche e fisco.
La rivolta antiusuraia è un tema assai sentito in un’area agricola dove migliaia di piccoli e medi coltivatori sono stati ridotti in rovina dalla tenaglia crollo dei prezzi e del valore dei terreni - insostenibile pressione degli interessi passivi e dei mutui. E così anche persone anziane, travolte dai debiti, si sono lasciate sedurre dalle tesi degli estremisti.
La situazione è venuta allo scoperto con l’arresto, il 3 marzo, di due freemen, Dale Jacobi e Frank Ellena, bloccati con un arsenale a bordo mentre si accingevano a rapire, processare e giustiziare il pubblico ministero che aveva fatto condannare un altro miliziano. A far precipitare la situazione la decisione del governo federale di arrestare due capi del gruppo, LeRoy Schweitzer e Daniel Paterson per frode fiscale e bancaria.
I miliziani si sono barricati in una fattoria isolata. Non potendo puntare a una soluzione di forza, per la mancanza di uomini, lo sceriffo si è limitato a controllare a distanza i miliziani, che hanno continuato a rifornirsi di viveri e di generi di prima necessità senza difficoltà. Il successivo intervento dei "federali" (che sono giunti a mobilitare seicento uomini), improntato a un’intelligente flessibilità, ha avuto esito positivo.
Il pellegrinaggio dei leader dell’ultradestra, da Bo Gritz a Charles Duke, da Randy Weaver, l’antesignano dei freemen, a Jack McLamb, organizzatore dei poliziotti di destra contro il Nuovo Ordine Mondiale, non è servito a trasformare la resistenza dei miliziani in una mobilitazione di massa contro lo strapotere dei "federali". Anzi, i "politici" hanno preso le distanze dall’estremismo dei "militari".
Sfiancati dall’estenuante trattativa senza concessioni, dal taglio della corrente elettrica, dall’esaurimento dalle scorte e dallo stillicidio delle defezioni individuali (a partire dall’ex
proprietario del ranch, il moderato Edwin Clark), gli ultimi sedici irriducibili si sono arresi dopo ottantuno giorni. Senza condizioni. Sono stati arrestati per truffa, furto (una telecamera della troupe ABC), falsificazione di assegni, minacce aggravate ai giudici e agli sceriffi.
Nell’onda di piena antifederale confluiscono diverse correnti di pensiero. I costituzionalisti sostengono che il governo di Washington ha espropriato le comunità locali dei loro poteri
ponendosi nell’illegalità: il popolo e i singoli Stati devono quindi riconquistarsi libertà e diritti, in primo luogo il diritto di portare armi.
I fondamentalisti cristiani contestano invece la legittimità morale del governo che sta recidendo ogni radice cristiana: nel movimento revivalistico, ampio ed articolato, hanno un
peso crescente le truppe d’assalto degli antiabortisti che non esitano a praticare l’omicidio di medici e personale delle cliniche che praticano l’interruzione di gravidanza.
Una funzione di collegamento con l’area più apertamente fascista la ricopre la tendenza della Christian Identity secondo la quale i bianchi cristiani sarebbero il vero popolo eletto, contrapposto agli ebrei, fonte del caos morale. Una posizione di confine con quella dei "suprematisti bianchi" la cui preoccupazione prevalente sono le massicce ondate immigratorie che finiranno per mettere in minoranza gli americani di origine europea.
In questo contesto è caduta la tradizionale distinzione tra anglosassoni e latini. Un crescente numero di italiani ha un ruolo di spicco nel movimento patriottico: dallo skin Cris
Picciolini ad Albert Esposito, capo di una milizia fondamentalista nel North Carolina. Il suo programma: fare delle sacre scritture la legge fondamentale. Il metodo: le quattro B, cioè Bibbia, pallottole (bullets), fagioli (beans) e bendaggi.
Picciolini, leader di una banda nazi-rock, i WAY (White American Young) è nato a Foggia, ma risiede nell’Illinois. In un’intervista a una skinzine italiana rassicura sull’integrazione «della nostra gente in ogni tessuto sociale, comprese le organizzazioni White Power (...) il nemico
numero uno è il miscuglio razzista causato dal governo sionista»5.
La sua band si è scelta come simbolo una croce uncinata inscritta in un’aquila che regge tra gli artigli una spada e un martello, simbolo degli skin americani che presentano caratteristiche diverse da quelli europei: provenienti dalla middle-class bianca, con scarsa rappresentanza del
proletariato giovanile e nessuna attenzione per la sottocultura skin (hanno il culto per le armi da fuoco, mentre gli skin europei si fanno un punto d’onore di usare solo armi bianche).
Le "teste pelate" americane sono semplicemente attratti dalla violenza delle organizzazioni razziste come la White Aryan Resistence, con la quale sono entrati in contatto dopo la segnalazione comparsa sulla copertina di un disco degli Screwdriver, la band leader del nazirock.
Agli skin di WAR, che sono concentrati in California, sono attribuiti due omicidi, a San José e a Reno, seguiti a pochi giorni di distanza del pestaggio mortale di uno studente etiope da parte di una "ciurma" di skin di Portland.
Negli Stati Uniti ogni anno si verificano una ventina di omicidi a sfondo razziale, una consistente parte dei quali è da attribuire alla rivalità di bande di diverse "etnie".
Direttore di WAR e in precedenza del giornale White American Resistance, organo del KKK della California, Tom Metzger, si è formato alla scuola di David Duke, il Gran Dragone del Klan che conquistò il 55% del voto bianco in Louisiana (dove oggi è deputato statale) nella corsa per la presidenza federale. Il suo WAR ha solidi rapporti con Third Way e The scorpion (fondato in Germania dall’inglese Michael Walker, per rilanciare il culto di Odino come
religione pagata legata alla Terra), germinazioni in area anglosassone di Terza Posizione.
Metzger riconduce anche la svolta ambientalista nel quadro del razzismo: gli ariani crearono un’avanzatissima agricoltura e svilupparono le grandi famiglie degli animali da allevamento (anatre, galline, pecore, capre, buoi, cavalli, maiali), inventando i mulini e costruendo
Stonehenge e le piramidi, mentre negri, ebrei e asiatici avevano portato il mondo nel letame e continuavano a tenercelo.
Metzger, seguace della sinistra nazionalsocialista di Strasser, punta a reclutare i suoi adepti tra i bianchi poveri stremati dalla crisi sociale, in un tentativo di sintesi che ha avuto scarsa fortuna anche in Europa. E mostra grande spregiudicatezza tattica, organizzando - sulla falsariga del confronto aperto agli inizi degli anni Sessanta tra il partito neonazista e la Nazione dell’Islam - meeting comuni, in Texas e in Florida, con il rinato Black Panther Party e The Republic of New Africa party, organizzazioni storiche del nazionalismo nero rivoluzionario.
Il mensile WAR motiva così l’inconsueto "dialogo": «La nostra opinione è che una forte presenza nazionalista nera nelle zone urbane a preponderanza nera sarebbe molto positiva. I nazionalisti neri odiano il miscuglio razziale, la decadenza e lo zio Sam. Tre punti sui quali sono in perfetto accordo con la WAR. La WAR ritiene che la resistenza bianca non deve intervenire nei conflitti tra i Neri e le forze della repressione del sistema nelle città. I quartieri neri devono essere sotto il controllo della resistenza nera e i partigiani del miscuglio razziale devono essere in terreno nemico tanto nelle zone bianche che in quelle nere. La resistenza bianca non deve approvare le azioni dello Stato contro la resistenza nera, la resistenza bianca non deve manifestare o fare il lavoro sporco in nessun modo per sostenere il sistema.
5 White American Youth in Fronte Skins, n1, marzo 1992, pp.15-16, cit. in Valerio Marchi (a cura di)
Blood and Honour, Rapporto Internazionale sulla destra skinhead, Koinè, Roma 1993, p.109.
Insieme le resistenze bianca e nera devono condannare le avventure militari imperialiste»6.
La stessa linea di condotta espressa dal leader italiano di Terza Posizione, Roberto Fiore, che "rifugiato" a Londra, ha raggiunto posizioni di vertice nel National Front, portando
l’organizzazione più razzista dell’estrema destra britannica a incontrare il leader della Nazione dell’Islam, Louis Farrakhan, da più parti accusato di predicare l’odio antisemita. E da una situazione di conflitto sociale tra ebrei e negri sarebbe scaturita la strage di Harlem, otto morti nel rogo di un negozio di abbigliamento nel dicembre ’95.
Nelle settimane precedenti un gruppo di attivisti neri avevano picchettato e indetto il boicottaggio del magazzino di proprietà di un ebreo nella via principale del ghetto negro, la 125ma strada: i lavori di ristrutturazione per allargare il "Freddy’s Fashion Mart" avevano infatti costretto alla chiusura un adiacente negozio di dischi gestito da neri. Il rifiuto del proprietario ebreo di dare lavoro ai neri rafforzava l’idea, già propagandata più di trent’anni fa
da Malcom X - all’epoca portavoce della Nazione dell’Islam - che gli avidi bottegai ebrei si arricchiscono sulla pelle dei poveri abitanti di Harlem, mentre l’autarchia è una tesi
fondamentale del nazionalismo nero: i soldi della comunità devono essere spesi per aumentare la ricchezza dei suoi membri. L’autore della strage, un nero di trentacinque anni, ritrovato morto con una pistola scarica in mano e un proiettile nel cuore, aveva partecipato ai picchetti. Il 29 novembre uno dei dimostranti minaccia: «Torneremo con una ventina di negri, saccheggeremo e incendieremo
gli ebrei». Dieci giorni dopo un nero armato di pistola e tanica di benzina irrompe nel locale, urla ai quindici presenti di uscire, comincia a sparare. Un primo poliziotto che irrompe è bloccato dentro, un secondo attacco degli agenti permette la liberazione di qualche ostaggio,
quattro dei quali feriti. L’aggressore riesce però a barricarsi, dà fuoco ai vestiti e procura un tragico rogo. Degli otto cadaveri trovati dai pompieri solo il suo ha un colpo di arma da fuoco (per la polizia si è suicidato). gli altri, sei donne e un uomo, sono tutti morti asfissiati. Per il reverendo Al Sharpton, leader della comunità di Harlem e animatore del boicottaggio, non esistono legami tra le dimostrazioni e la strage.
NEONAZISTI A STELLE E STRISCE
Un’autentica centrale internazionale di ortodossia nazista è invece l’NSDAP/AO (omonimo del partito hitleriano: Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi/
Organizzazione all’estero), «sospettato di essere un nodo nevralgico del network internazionale neonazista, di rappresentare l’anello di unione tra i livelli "bassi" delle
organizzazioni violente e giovanili e quelli "alti", in cui, mascherati dietro una miriade di associazioni di ex combattenti, continuano a manovrare i veri "burattinai"»
7.Il suo fondatore è Gary Rex Lauchk, residente a Lincoln nel Nebraska, ma attualmente detenuto in Danimarca in attesa di estradizione in Germania. Lauchk, particolarmente attivo nella produzione di testi "negazionisti" (la corrente revisionista che sostiene l’inesistenza dei campi di sterminio e dell’Olocausto), si è reso protagonista di visite lampo in Germania (dove la diffusione di queste tesi è un reato penale) accompagnate dall’invio di tonnellate di materiale razzista e antisemita: «gli ebrei sono topi da avvelenare (...) occorre costruire lager affinché la menzogna di Auschwitz diventi realtà (...) liquidando però prima turchi e negri, comunisti e liberali e tutti coloro che predicano la mescolanza razziale [e] preparare il
6 Notizie dal fronte e dal Mondo, Orion, nuova serie, a.IV, n.2, febbraio 1995, p.16.
7 Valerio Marchi, Blood, cit. fatidico giorno X in cui rovesceremo i sistemi costituiti per istituire un Nuovo Ordine su base razziale in tutto il mondo ariano».
Opinioni che Rex Lauck può diffondere dagli schermi di sedici tv locali negli Stati Uniti per la libertà di opinione.
Lo affianca Ernst Zundel, un tedesco emigrato in Canada, infaticabile divulgatore delle teorie negazioniste (la negazione cioé dell’Olocausto). Non è stato piegato né dal boicottaggio dell’host, cioè lo snodo Internet che ospitava le sue pagine, né da un attentato dinamitardo che gli ha distrutto l’auto. Dal Canada continua a diffondere, via radio, la sua Voce della Libertà.
Figlio di un ingegnere, professore all’università di Lincoln e di una cristiana fondamentalista, venditrice di prodotti Avon, Rex Lauchk è un gigante di quarantadue anni, alto due metri e pesante più di un quintale. Grassoccio, occhiali di metallo e baffi, non fa nulla per nascondere un’evidente velleità di somigliare fisicamente a Hitler. Educato severamente, alle 20 a letto, in parrocchia scopre la sua germanicità: un pastore neonazista gli fa leggere a tredici anni il Mein Kampf. Si appassiona al nazismo e alle armi. A scuola balbetta, ma camuffa il difetto simulando l’accento tedesco. A vent’anni ha messo su un’Organizzazione per la ricostituzione del NSDAP all’estero che rifornisce di materiale di propaganda i nazisti di mezzo mondo,
attraverso la copertura della R.J. Engineering Inc. una finta società di consulenza che rastrella finanziamenti politici. Si collega ai principali gruppi neonazisti: il KKK, The Order e la Nazione Ariana. Quest’ultima, fondata dal reverendo Richard Butler proclama la superiorità della razza bianca. Ha sede in Idaho, vicino al Lago Hayden, e conta seimila membri. Diffonde la sua propaganda anche con i programmi dell’accesso delle tv via cavo. Per il Center
for Democratic Renewal di Atlanta è una sigla ombrello che riunisce gruppi del KKK e neonazisti. Ogni anno il 20 aprile organizza un campeggio per festeggiare il compleanno di
Hitler.
Nelle contigue Chiese cristiane ariane circolano quasi esclusivamente materiali antiebrei come i falsi Protocolli dei Savi di Sion. Il nome è stato poi adottato da molti gruppi e comitati di bianchi poveri nel Sud e del MidWest, scimmiottando le organizzazioni dei diritti civili e del
suprematismo negro, contro la prassi liberal dell’azione positiva (l’intervento "pubblico" per rimuovere discriminazioni e handicap sociali ed etnici). Vi aderiscono anche gli ex detenuti che in carcere facevano parte delle fratellanze ariane per opporsi alle gang dei coloured.
Alla Nazione Ariana è affiliato Larry Wayne Harris, dipendente di un laboratorio di ricerca dell’Ohio, arrestato nel maggio 1995 per aver ordinato tre fiale del batterio della peste bubbonica, pur non essendo autorizzato a richiedere colture batteriche. Si è giustificato sostenendo che sta scrivendo un libro sugli antidoti della peste perché è sicuro che l’Iraq prepara la guerra batteriologica contro gli Stati Uniti.
Il pericolo della formazione di simmetriche organizzazioni armate nella comunità afroamericana è stato sottolineato dal nazionalista nero Kwasi Cobie Harris, preside della facoltà di studi afro-americani dell’Università di San José: «In questi ultimi tempi si sono create le condizioni sociali, politiche e culturali per la nascita e lo sviluppo di gruppi armati afroamericani sul modello dell’Ira (...) Le parole d’ordine che il Black Liberation Army lanciò negli anni Settanta sono state in seguito riprese da una nuova formazione, la Black Guerrilla, che è molto attiva nelle carceri e nei quartieri del sottoproletariato giovanile della
costa ovest (...) e ha trovato sostenitori nell’Afrocentric movement che predica l’alternativa al modo di vita dei bianchi e nel Pan African Movement. I soldi arrivano dal fondamentalismo islamico. E il profeta è Assata Shakur, fuggita da un carcere del New Yersey8 e rifugiatasi a
Cuba. La sua Bibbia è un vero trattato di lotta armata»9.
Uguale simmetria è riscontrabile tra la logica che anima Louis Farrakhan e la separatista Nazione dell’Islam che hanno promosso la grande marcia di soli uomini su Washington e il movimento di revival cristiano dei Promise Keepers (coloro che manterranno la promessa), decine di migliaia di padri che si impegnano a tornare a casa e a riprendere il controllo della famiglia che avevano abbandonato, ristabilendo la sacralità biblica del patriarcato.
The Order è un’organizzazione semiclandestina, apertamente terroristica che ha avuto numerosi scontri a fuoco con la FBI e ha saldi legami con la Chiesa e la Nazione Ariana, di cui costituisce una frazione dissidente per ammissione dello stesso Butler. Dopo una lunga
serie di rapine per autofinanziamento nei primi anni ’80 The Order lanciò una campagna contro le sinagoghe e uccise un presentatore radiofonico ebreo. Il nome è preso dal gruppo bianco dei Diari di Turner (la "Bibbia" della nuova destra armata, in cui è un politico ebreo, Cohen, a far abolire il secondo emendamento, che riconosce il diritto dei cittadini a girare armati).
Nel libro, The Order organizza una strage con nitrato di ammonio e benzina contro il quartier generale dell’FBI a Washington, che ha evidentemente ispirato gli autori della strage di Oklahoma City.
Rex Lauch invece non si è mai sporcato le mani sul terreno del terrorismo anche se nel 1978 è stato arrestato per aver sparato al fratello che si era defilato dall’organizzazione (senza conseguenze penali: la vittima non si è presentata al dibattimento).
L’NSDAP/AO, che ha inviato una brigata in Croazia, si finanzia stampando ogni anno centinaia di copie del Mein Kampf, opera all’indice in Germania. Della fanzine NS-Kampfruf, in dieci lingue, sono vendute nella sola Germania ventimila copie. Il gruppo editoriale diffonde anche un manuale Us army-top secret sulla costruzione di ordigni esplosivi. E poi gadget, video e floppy disk, l’ultimo con istruzioni per fabbricare bombe artigianali, con
aspirina e alcool ma anche il Napalm. Il 95 percento del materiale di propaganda nazista in Germania è suo. Dieci collaboratori lavorano volontariamente alla rete di distribuzione clandestina che costituisce anche uno degli snodi su Internet per i tedeschi di Thule, network neonazista.
Rex Lauch è stato arrestato nel marzo 1995 in Danimarca per un mandato di cattura internazionale anche se la legge danese non prevede quei reati. La Germania (che già gli aveva dato il divieto di accesso nel 1974 per una commemorazione di Hitler ad Amburgo e lo aveva
poi più volte arrestato) ne ha chiesto e ottenuto l’estradizione per diffusione di propaganda internazionale, istigazione all’odio razziale e partecipazione alle attività terroristiche. E’ stato condannato nell’agosto 1996 a quattro anni di carcere.
Molti attentati in Germania come le stragi incendiarie di Molln e Solingen, sono ricondotte alle sue attività, ma anche l’Anti-defamation League, che da decenni lo sorveglia, ammette che non ci sono prove a suo carico.
Anche l’attentatore di Ronald Reagan, John Hinckley, era affiliato alla NSDAP/AO. Era stato arrestato, tre mesi prima del tentato omicidio, a Lincoln e aveva in tasca tre pistole e
cinquanta colpi. La stampa all’epoca preferì porre in risalto il suo "delirio sentimentale" per l’attrice Jodie Foster, minimizzando la militanza neonazista.
8 Il figlio di Assata Shakur, uno dei più famosi gangsta rapper, è stato arrestato con l’accusa di violenza carnale, ma i gruppi militanti del nazionalismo nero parlano di una perscuzione poliziesca.
9 Paolo Pontoniere, Attenti alle Brigate nere, Panorama, 12 ottobre 1995, p.97.
Questa ultradestra politicizzata e fortemente ideologizzata riesce a far circolare le sue tesi, anche le più aberranti, in ampi strati della popolazione e influenza in diversa misura anche i movimenti di origine sociale che si caratterizzano comunque per un approccio più pragmatico. Prevalgono infatti tendenze di tipo protestatario ed anarchico tra i piccoli e medi coltivatori, schiacciati dalla concorrenza delle corporation e dall’esosità delle banche, tra gli obiettori fiscali e scolastici che rifiutano la pressione dello stato centralista.
Anche i renitenti fiscali hanno il loro martire. Un cameriere di Miami - i quotidiani non ne hanno reso il nome - che nel novembre ’95 ha sequestrato un pullmino scolastico con undici bambini in buona parte handicappati e due accompagnatrici. Voleva negoziare con l’ufficio tasse per ottenere la riduzione di un debito di seimila dollari, le imposte sulle mance non denunciate.
Il dirottamento è stato trasmesso in diretta tv e ha avuto come teatro l’esterno del ristorante dove l’uomo aveva lavorato ed era stato licenziato dopo la denuncia del fisco.
Quando il pullman è stato fatto fermare davanti al ristorante, è entrato in azione un commando di teste di cuoio che ha ucciso il dirottatore e liberato gli ostaggi.
Pur non condividendo le posizioni apertamente fasciste di gruppi come America first - che ha come simbolo la croce celtica e pubblica la rivista di contrinformazione The Truth at last - o di National Alliance, (il suo presidente William Pierce ogni volta che in Germania arrestano un nazista o sciolgono un gruppo, organizza un picchetto davanti all’ambasciata: Pierce è anche l'autore dei Diari di Turner, il livre de chevet dei terroristi americani) la "destra sociale"
è pronta a trasformare in un eroe Randy Weaver, il militante di Nazione Ariana la cui vicenda ha dato un’impetuosa crescita al movimento delle milizie armate.
LE MILIZIE ARMATE
Nell’agosto 1992, a Ruby Ridge, gli agenti federali assediano la casa del militante neonazista,
denunciato per un’infrazione sulle leggi per le armi. Weaver resiste nonostante che in una sparatoria gli uccidano la moglie e un figlio adottivo, diventando così una leggenda per i free men, gli uomini liberi che sognano il ritorno all’America della frontiera. Il processo riconoscerà le ragioni di Weaver, ma non prenderà provvedimenti contro i "federali". Solo nel luglio 1995, nel pieno delle polemiche sul loro ruolo nella lotta all’estrema destra armata,
salta il n.2 dell’Fbi, designato da due mesi: aveva ordinato di sparare a vista nell’assedio del ranch di Weaver.
Le milizie territoriali hanno tre principali poli di aggregazione: il Texas, il Michigan- Indiana, le montagne dell’Idaho e del Montana, dove ha sede il maggior esperimento comunitario, il villaggio armato di Almost Heaven. Il suo fondatore è James "Bo" Gritz, l’eroe del Vietnam pluridecorato al quale si è ispirato il personaggio di Rambo, uno dei capi spirituali dei patriots. Autore di missioni segrete nella guerra privata in Indocina, tenente colonello dei Berretti verdi in pensione, agente delle Special Forces in Sud America, "Bo", 55
anni, è un maestro nell’arte della guerriglia. Dal 1993 addestra a pagamento centinaia di persone alle tecniche paramilitari e di sopravvivenza. Il programma SPIKE (Individui particolarmente addestrati per eventi chiave) costa seicento dollari e prevede uso delle armi, cura di una gamba rotta, cattura di selvaggina. I suoi allievi innervano le milizie di quaranta Stati.
Nel 1988 Gritz è stato candidato alla vicepresidenza del Partito Populista con David Duke con cui ha rottoa causa del razzismo: "Bo" infatti esibisce con orgoglio due figli asio-americani e una figlioccia nera. Nel 1992 corre in proprio per la presidenza e ha un buon successo nell’Idaho, dove riesce a convincere alla resa Randy Weaver. Sulla base di questo successo compra un enorme terreno nell’Idaho dove cresce una comunità di mille patrioti cristiani, addestrati all’uso delle armi, pronti a usarle contro i federali, i "survivalisti" che si preparano a sopravvivere all’imminente Apocalisse. La lottizzazione del terreno frutta a Gritz un milione e duecentomila dollari. La comunità sarà pronta a fine 1996. Un "quasi Paradiso" per i transfughi del fisco che vivono senza luce, gas e telefono per non farsi individuare e che hanno come programma politico la creazione di un’enclave bianca indipendente, popolata da
soli ariani, come i boeri del Sud Africa.
"Bo", vestito chiaro troppo stretto, faccia un po’ porcina, sorriso cattivo, condanna la strage di Oklahoma City, ma ne apprezza il successo dal punto di vista militare: «un Rembrandt, un capolavoro di arte e scienza messi insieme».
Netta è invece la sua rottura col "disegno mondialista" della Casa Bianca: «Io credo che questa gente stia facendo confluire l’America col resto del sistema mondiale. Ma se noi non siamo più cittadini americani, se noi diventiamo cittadini di questo Nuovo Ordine Mondiale, vuol dire che soccomberemo, piegheremo le ginocchia, diremo sì a qualcuno che non è americano».
La paranoia di un complotto ebraico giunto quasi a coronare il suo disegno di impossessarsi della ricchezza americana è rilanciato nel libro The New World Order da uno dei santoni della destra perbene, il reverendo Pat Robertson, beniamino della Washington conservatrice e grande elettore della destra repubblicana.
I DUBBI DI OKLAHOMA CITY
Le indagini sulla strage di Oklahoma si sono concluse escludendo un complotto a vasto raggio: a essere incriminati sono stati soltanto Timothy Mc Veigh e i suoi due complici Terry Nichols, che ha precedenti penali per detenzione di esplosivo e Michel Fortier, che ha
accettato di collaborare con gli investigatori. Del secondo uomo che avrebbe eseguito l’attentato e di cui a lungo si era parlato non ci sono tracce: o è morto nell’esplosione. o non esiste.
La figura di Mc Veigh genera più di una perplessità. Avrebbe lasciato il furgone bomba di fronte al palazzo da colpire senza alcun tipo di travestimento. Mentre il palazzo è sventrato dall’esplosione, fugge a bordo di un’auto senza targa, armato di una pistola che tiene ben in vista e polverizza tutti i divieti di velocità. Un poliziotto lo ferma per accertamenti e lui che è un tiratore scelto e novanta minuti prima ha fatto saltare in aria un palazzo, uccidendo centosessantotto persone, si fa catturare senza opporre resistenza. Gli investigatori non hanno difficoltà a ricostruire i suoi movimenti nei giorni precedenti. Non
ha fatto nulla per nasconderli. Un cretino integrale, quindi? No, anzi: Mc Veigh ha un altissimo quoziente di intelligenza (e se non se lo sono tenuto nei corpi speciali dopo la guerra
con l’Irak è perché ha mostrato fragilità nervosa).
In Desert storm la sua divisione, il "Grande Uno Rosso" si sarebbe specializzata nello spianare con i bulldozer i bunker e le trincee in cui resistevano a settimane di bombardamenti i fanti iracheni. Lui, mitragliere di un mezzo corazzato, si sarebbe vantato di aver ammazzato
a freddo un iracheno che si era arreso. Si guadagna così vari riconoscimenti ufficiali tra cui una medaglia di bronzo.
Per l’ala "dura e pura" dell’estrema destra americana, ossessionata dal dominio del "Governo Sionista d’occupazione", uno come Mc Veigh è un nemico, un servo del Nuovo ordine mondiale.
È certo che l’eroe della guerra del Golfo resta choccato dalla strage di Waco e che con pochi ex commilitoni ha sporadici contatti con la Milizia del Michigan, una delle meno estremiste, di tendenza rigorosamente costituzionalista. Dal canto suo Mc Veigh, in un’intervista a Newsweek, si proclama innocente: non ha mai confessato il crimine, né si è dichiarato, al momento dell’arresto, "prigioniero di guerra". Nega di essere iscritto a una milizia e di aver
partecipato a manifestazioni di organizzazioni paramilitari. L’unica cosa che ammette è una leggera "sindrome da reduce". A compromettere però la sua posizione ha contribuito la pubblicazione di un libro di memorie della moglie separata del suo coimputato, Terry Nichols, che rende noti alcuni dei messaggi scambiati dagli imputati. Il più importante è quello in cui Nichols ordina a Mc Veigh di liberarsi della bomba se la polizia avesse scoperto il complotto o, altrimenti, di procedere.
Il capo della Milizia del Michigan, Norman Olson, ha giustificato apertamente i suoi seguaci: «Che cosa vi aspettavate? In un paese dove non c’è giustizia è normale che la vendetta faccia il suo corso. Finché il governo terrorizzerà i cittadini, dovrà prepararsi al peggio»10.
Olson, ex ufficiale dell’aviazione, ha diffuso un video, America in pericolo, dove si sostiene che le forze di sicurezza sono nelle mani di ebrei e neri, agenti di un complotto europeo. Il suo capo di stato maggiore, Ray Southwell, intervistato da Furio Colombo due mesi prima della strage di Oklahoma City, avverte che «c’è una sola speranza di evitare lo scontro armato, ed è che il governo federale si ritiri dalla nostra vita»11.
Il processo di convergenza tra gruppi neonazisti e milizie armate ha avuto un’accelerazione nell’estate 1995, col lancio simultaneo di campagne di raccolta di dati su obiettivi comuni.
Lo hanno fatto la convention di Nazione Ariana (riunita il 20 luglio a Hayden Lake, Idaho) e il summit di trentadue milizie, svolto il 22 luglio nel Sud Dakota. Lo stesso questionario, "Salute", è stato poi diffuso su Internet.
Pur essendo ideologicamente distanti da Mc Veigh, i terroristi "neri" hanno risposto alla conclusione dell’istruttoria sulla strage di Oklahoma City con una campagna contro la sicurezza dei trasporti.
Il 14 ottobre 1995, a meno di una settimana dal deragliamento in Arizona (un morto e ottantatré feriti, di cui dodici gravi, sul treno Los Angeles-Miami) - rivendicato dai Figli della Gestapo con riferimenti al rogo di Waco e all’assalto contro la casa di Weaver - un commando
ha distrutto con un ordigno esplosivo di bassa potenza uno dei sei ripetitori elettronici dell’aeroporto La Guardia di New York. Una semplice svastica su un volantino è stata ritenuta
sufficiente per la rivendicazione dell’attentato, definito «una risposta a Waco e ai 55mila compagni morti»12, i soldati caduti in Vietnam.
Nel mirino, come per i Figli della Gestapo, gli agenti federali. Negli stessi giorni, a ottantotto chilometri dal luogo del deragliamento, nel centro di Phoenix è ritrovato un ordigno capace di fare deragliare un treno. Il sabotaggio è scoperto da un camionista che vede due persone rafficare lungo i binari di una linea per treni merci. A collegare gli attentati - sicuramente opera di nuclei operativi indipendenti - c’è inoltre la scelta di adoperare tecniche e strumenti non professionali: ordigni esplosivi rudimentali a Oklahoma City e a New York, i semplici ferri del carpentiere per sbullonare sei metri di rotaia in Arizona e provocare il disastro ferroviario, un congegno per riportare i treni sui binari a Phoenix.
Il tentativo di attribuire quest’ultimo attentato a un esperto - per la capacità di disattivare il sistema d’allarme - è stato prontamente smentito dal presidente delle ferrovie Thomas Downs:
10 Clinton: "Prendeteli". Nel mirino i terroristi del treno. Il Corriere della Sera, 11 ottobre 1995.
11 Furio Colombo, Contro, cit.
12 E.C. (Ennio Caretto), America, piscosi terrorismo, Il Corriere della Sera, 16 ottobre 1995.
«Ci sono almeno 300mila persone negli Stati Uniti che tecnicamente sarebbero in grado di compiere un sabotaggio come questo»13.
In Arizona l’estrema destra armata ha una rete organizzativa ormai consolidata.
I Patriots, attivi negli anni ’70 e ’80 con attentati contro il governo e le organizzazioni ebraiche - i cui dirigenti sono tutti detenuti - sono ora confluiti in Alleanza nazionale, un
gruppo attivo con squadre di azione in numerosi centri e munito di un network radiofonico, Hour of the time.
13 Clinton: cit.
(da fisicamente.net)
saranno anche degradate rispetto agli standard parigini o di versailles, ma niente di paragonabile credo a uno zen o alle vele nostrane
non conosco le zone che citi, ma ti assicuro che in certi quartieri di sera é meglio non andarci (in alcuni anche di giorno non é che sia cosi rassicurante...).
Viaggio nella destra estrema americana: dai fondamentalisti cristiani ai network ultrareazionari; dalle milize paramilitari fasciste agli eredi del Ku Klux Klan;
dai suprematisti bianchi ai Freemen; dai Figli della Gestapo fino al movimento più recente: Alleanza nazionale.
non ho letto tutto ma qui non é il caso né di razzismo né di polizia "deviata".
nomeutente
04-11-2005, 09:49
sono dei selvaggi da civilizzare quindi?
:confused:
"Selvaggio" è un termine assurdo.
Io ho solo detto che alla lunga le nuove generazioni (se non ci sono ostacoli di tipo economico o isolamento forzato) tendono ad assumere atteggiamenti tipici del paese ospitante.
Usi e costumi dei vari popoli sono sicuramente diversi, ma non sono io a dire che ci sono i superiori o gli inferiori. Semplicemente diversi.
Dopodiché se una donna di origine islamica in Italia diventa "più libera" credo sia un bene.
Se un islamico comincia a bere la grappa e mangiare il prosciutto di parma, non mi fa né caldo né freddo.
Se un islamico si arricchisce e diventa consumista, mi dispiace perché non mi piace il consumismo.
Io ho solo detto che alla lunga le nuove generazioni (se non ci sono ostacoli di tipo economico o isolamento forzato) tendono ad assumere atteggiamenti tipici del paese ospitante.
eh ma invece pare proprio che i problemi vengano dalle nuove generazioni ... vedi appunto in francia o in olanda o in inghilterra ..
sono a tutti gli effetti cittadini francesi, olandesi e inglesi ma non si riconoscono come tali ..
in francia ovviamente questi ragazzi vivono come tutti i loro coetanei ma per un problema o per l'altro non si sentono francesi al 100%
imho è una crisi di identità + che un problema di benessere ...
nomeutente
04-11-2005, 10:38
eh ma invece pare proprio che i problemi vengano dalle nuove generazioni ... vedi appunto in francia o in olanda o in inghilterra ..
sono a tutti gli effetti cittadini francesi, olandesi e inglesi ma non si riconoscono come tali ..
in francia ovviamente questi ragazzi vivono come tutti i loro coetanei ma per un problema o per l'altro non si sentono francesi al 100%
imho è una crisi di identità + che un problema di benessere ...
Questo dipende anche dal fatto che francesi, olandesi ed inglesi a loro volta si sentono tali ed indicano con chiarezza cosa significa esserlo.
Invece un italiano o un polacco emigrati negli Usa si sentono tanto italiani o polacchi quanto americani, perché non esiste "l'americano" in quanto entità separata, ma solo come espressione dell'America in quanto territorio.
Ovviamente questo dipende anche dal fatto che i pochi veri "americani" sono nelle riserve, mentre i francesi, gli olandesi e gli inglesi sono la maggioranza reale nei loro rispettivi paesi.
Tuttavia se si riuscisse a considerare un po' di più gli immigrati non come "ospiti", ma come concittadini a tutti gli effetti probabilmente la crisi di identità di cui giustamente parli sarebbe meno marcata (naturalmente parlo di immigrati regolari).
non ho letto tutto ma qui non é il caso né di razzismo né di polizia "deviata".
E' pieno di gruppi paramilitari negli USA
All’area del Klan è attribuita la campagna di incendi di "chiese nere" che nel primo semestre del ‘96 ha visto distruggere una quarantina di edifici in tutta la Sun Belt, dal Tennessee all’Oklahoma, in totale impunità, nonostante la mobilitazione di ben duecento federali e gli impegni solenni di un Clinton assai attento a lisciare per il verso giusto la leadership nera in piena campagna elettorale.
Nel corso di un tour propagandistico il presidente americano non ha avuto scrupolo a partecipare all’inaugurazione della nuova chiesa di Greeleyville, un centro della South Carolina, a un chilometro e mezzo di distanza dall’edificio distrutto un anno prima.
Nel stesso periodo, in Georgia, a Thomasville (19mila abitanti, 62% bianchi) una coppia mista, lei bianca, lui nero, si è vista negare dal pastore e dal consiglio degli Anziani della congregazione battista la sepoltura della neonata morta affianco al nonno materno perché il
cimitero è riservato per statuto ai bianchi.
Una catena di roghi (stessa ora, stesse modalità operative, stesso tipo di bersaglio) avviata il 13 gennaio a Denmark (Tennessee) e cresciuta fino al parossismo della notte dei fuochi di Greenville: tre chiese bruciate in due notti nel Texas a giugno.
Non sono atti di razzismo verso i neri questi ?
Altro che integrazione da fare invidia a qualsiasi paese del mondo, e questo sarebbe il melting pot?
Encounter
04-11-2005, 12:12
La francia ha per anni adottato un sistema a "braccia aperte", ed infatti è stata invasa da extra-comunitari, ........ .
La francia aveva parecchie colonie in giro per il mondo ed ha concesso la cittadinanza e quindi libera entrata nel paese a chi è stato sotto il suo giogo per parecchio tempo, come risarcimento.
E' pieno di gruppi paramilitari negli USA
?
si ma stiamo parlando della francia
...basta che sti imbecilli non blocchino i metro proprio oggi che devo tornare in italia...
si ma stiamo parlando della francia
Lo so, ma Linux&Xunil e Von Clausewicz hanno introdotto il paragone con gli USA (e io quello col Brasile).
La povertà centra ma non è tutto. Non credo che ad esempio in Francia le condizioni disagiate le vivano solo gli extracomunitari..
Secondo me oltre alla povertà c'è anche una sorta di crisi d'identità, ho passaporto francese, vivo in francia per 2 generazioni ma non mi sento francese e non riconosco queste autorità, potrebbe essere un esempio di un qualsiasi immigrato africano.
Non è facile sentirsi Francese in Francia se non lo sei...
poi non è da sottovalutare una sorta di razzismo che vi è ...intendiamoci le forze dell'ordine non sono come da noi..lì se dicono di menare..lo fanno senza problemi e senza troppe motivazioni...io vi consiglio di vedere il film che vi dicevo prima...è molto realistico e soprattutto dice come stanno le cose!!!!
Non è facile sentirsi Francese in Francia se non lo sei...
mi dici come mai i figli dei portoghesi, italiani, eccs i sentono francesi mentre questi qui no (pur essendo anche loro nati e cresciuti in francia?)?
.intendiamoci le forze dell'ordine non sono come da noi.
in francia infatti considerano la polizia italiana "brutale"
Stormblast
04-11-2005, 14:00
cmq questi sono francesi perchè la francia ha/avuto un sacco di colonie, non perchè ha avuto una politica sull'immigrazione basata sul "vogliamoce bbene".
cmq questi sono francesi perchè la francia ha/avuto un sacco di colonie, non perchè ha avuto una politica sull'immigrazione basata sul "vogliamoce bbene".
sono francesi perché sono nati e cresciuti in Francia
Stormblast
04-11-2005, 14:08
edit
Stormblast
04-11-2005, 14:10
sono francesi perché sono nati e cresciuti in Francia
si ma il fatto che in francia la comunità nord africana sia così numerosa dipende dal fatto di cui sopra. questo intendevo.
si ma il fatto che in francia la comunità nord africana sia così numerosa dipende dal fatto di cui sopra. questo intendevo.
questo é chiaro ma i casini sono stati provocati da immigrati di seconda generazione (ormai ci sarà di tutto ma insomma...) e qui si continua a dire che col passare delle generazioni le cose miglioreranno.......
si ma il fatto che in francia la comunità nord africana sia così numerosa dipende dal fatto di cui sopra. questo intendevo.
dimenticavo: per lo stesso motivo ci sono anche moltissimi asiatici in francia: avete mai sentito di disordini provocati da loro?
Stormblast
04-11-2005, 14:33
dimenticavo: per lo stesso motivo ci sono anche moltissimi asiatici in francia: avete mai sentito di disordini provocati da loro?
quoto. così come non ho mai sentito di casini combinati dagli italiani in argentina. mio nonno appena sposato non trovando lavoro in italia è andato 2 anni in belgio a lavorare in miniera. a quanto so non ha mai combinato casini. è morto a 75 anni per un cancro ai polmoni, li aveva neri per tutto lo schifo respirato in miniera.
non mi pare oggigiorno ci sia la stessa volontà di sacrificio.
non mi pare oggigiorno ci sia la stessa volontà di sacrificio.
su questo non mi sbilancio: mi chiedo solo come mai sono sempre le stesse comunità che generano tensioni.
in francia infatti considerano la polizia italiana "brutale"
probabile,ma sai ho parenti francesi e se devo essere sincera nn li ho mia sentiti dire queste parole...
Red_Star
04-11-2005, 15:08
spero che la polizia si comporti in modo adeguato, usando anche la forza.
probabile,ma sai ho parenti francesi e se devo essere sincera nn li ho mia sentiti dire queste parole...
sui giornali francesi questo c'era scritto dopo il g8 e non solo
In italia un'emmigrato regolare che viene qui a lavorare e a pagare le tasse e non ci pensa minimamente a combinare guai credo che abbia una vita equivalente ad un clandestino con una sola differenza ..al regolare gli incu**** un sacco di soldi !!!
Permesso di soggiorno , lo rinnova gli arriva dopo un'anno e intanto dopo un'anno lui non puo' rinnovare i suoi documenti italiani (carta identita,carta sanitaria ecc...ahh se gli muore qualcuno nel suo paese non puo lasciare il paese) , insomma l'unica differenza che ce tra lui e un clandestinio che lui ha un foglio in mano dove dice che il suo permesso di soggiorno e' in fase di rinnovamento e che intanto paga le tasse perche ha un lavoro lol!!!!
Quindi vogliamo ancora parlare di integrazione in italia o sfruttamento e in pui' siamo anche razzisti !!!!???
beppegrillo
04-11-2005, 15:37
Non è facile sentirsi Francese in Francia se non lo sei...
poi non è da sottovalutare una sorta di razzismo che vi è ...intendiamoci le forze dell'ordine non sono come da noi..lì se dicono di menare..lo fanno senza problemi e senza troppe motivazioni...io vi consiglio di vedere il film che vi dicevo prima...è molto realistico e soprattutto dice come stanno le cose!!!!
Lo sò, ma non è facile manco essere italiano se non lo sei o inglese se non lo sei.
Insomma il mix che crea la miscela esplosiva imho è:
povertà, ghettizzazione (voluta e non) e crisi d'identità.
Beh diciamo che probabilmente la polizia francese utilizza metodi più cruenti anche perchè le manifestazioni francesi sono molto più cruente e compatte delle nostre.
Personalmente in situazioni di guerriglia, credo sia invevitabile che si usi la violenza.
Lo sò, ma non è facile manco essere italiano se non lo sei o inglese se non lo sei.
Insomma il mix che crea la miscela esplosiva imho è:
povertà, ghettizzazione (voluta e non) e crisi d'identità.
Beh diciamo che probabilmente la polizia francese utilizza metodi più cruenti anche perchè le manifestazioni francesi sono molto più cruente e compatte delle nostre.
Personalmente in situazioni di guerriglia, credo sia invevitabile che si usi la violenza.
non è solo questione di violenza e guerriglia...c'è proprio un problema basilare cioè l'esser integrati, in francia come hai detto vengono ghettizzati e hanno situazioni precarie di lavoro...quindi anche se sono nati cresciuti e vissuti in francia non accattati per via delle loro origini...il princio "egalité, fraternité, liberté" non è messo in atto.
andatevi a leggere la recenzione del film che vi ho detto "l'odio di Mathieu Kassowitz" come vi ho detto parla proprio di questo problema e di una giornata tipica di queste persone.
Stormblast
04-11-2005, 15:52
non è solo questione di violenza e guerriglia...c'è proprio un problema basilare cioè l'esser integrati, in francia come hai detto vengono ghettizzati e hanno situazioni precarie di lavoro...quindi anche se sono nati cresciuti e vissuti in francia non accattati per via delle loro origini...il princio "egalité, fraternité, liberté" non è messo in atto.
andatevi a leggere la recenzione del film che vi ho detto "l'odio di Mathieu Kassowitz" come vi ho detto parla proprio di questo problema e di una giornata tipica di queste persone.
ma non eravamo noi italiani quelli razzisti che ghettizzano e hanno convenienza alla clandestinità degli immigrati?
cioè mi potresti dire allora una nazione in cui l'integrazione va a gonfie vele?
spero non mi dirai gli usa, dove nella tanto citata NY ogni razza c'ha il suo bel quartiere dedicato!! chiaramente li sono più "mescolati " di noi ma è la loro caratteristica fin dalla nascita degli usa.
jumpermax
04-11-2005, 20:21
non è solo questione di violenza e guerriglia...c'è proprio un problema basilare cioè l'esser integrati, in francia come hai detto vengono ghettizzati e hanno situazioni precarie di lavoro...quindi anche se sono nati cresciuti e vissuti in francia non accattati per via delle loro origini...il princio "egalité, fraternité, liberté" non è messo in atto.
andatevi a leggere la recenzione del film che vi ho detto "l'odio di Mathieu Kassowitz" come vi ho detto parla proprio di questo problema e di una giornata tipica di queste persone.
niente, nessuna ghettizzazione vera o presunta può giustificare questo
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/11_Novembre/04/parigi_notte.shtml
Bottiglia incendiaria su un bus con 50 passeggeri a bordo
Ancora disordini, dilagano gli scontri
519 macchine incendiate nei diversi sobborghi di Parigi e 27 autobus bruciati. Violenze anche a Digione
Pompieri impegnati nella notte a Parigi (Ap)
PARIGI - Ancora una notte di violenze nelle periferie di Parigi, dove altre centinaia di veicoli sono stati dati alle fiamme e scontri hanno opposto le forze dell'ordine ai giovani in rivolta. Si conta che 519 macchine siano state incendiate nei diversi sobborghi della città, oltre ai 27 autobus bruciati in un deposito nel dipartimento di Yvelines, dove centinaia di agenti antisommossa sono stati dispiegati per cercare di contenere le violenze.
ATTACCO AL BUS - Emergono intanto dettagli su fatti avvenuti nei giorni scorsi. Mercoledì sera a Sevran, nella Seine-saint-denis, un centinaio di giovani ha accerchiato un autobus che stava ripartendo dopo una fermata nei pressi di una stazione ferroviaria. Dopo aver costretto il conducente a fermare il veicolo piazzando in mezzo alla strada dei contenitori in fiamme, i giovani hanno spaccato i vetri dell'autobus e hanno lanciato all'interno una bottiglia incendiaria. Il conducente ha allora ordinato ai passeggeri, circa cinquanta persone, di scendere dal veicolo, fermandosi poi ad aiutare una signora disabile sulla cinquantina. Secondo la testimonianza fornita dal conducente, mentre quest'ultimo aiutava la donna a scendere, un ragazzo sarebbe salito per aspergerli con benzina e successivamente, altri avrebbero lanciato degli stracci in fiamme all'interno dell'autobus. La donna ha riportato ustioni di 2/o e 3/o grado sul 20% del corpo e il conducente, uscito oggi dall'ospedale, è stato medicato per leggere ustioni al viso e altre più gravi alla mano. «I ragazzi - spiega la polizia - volevano bruciare delle persone. È un tentativo di omicidio». Dopo l'attacco all'autobus, i giovani responsabili hanno continuato la loro opera distruttrice dando alle fiamme il centro sociale di Sevran.
CONTINUI SCONTRI La violenza è scoppiata nonostante le speranze che le festività per la fine del Ramadan avrebbero riportato calma tra i rivoltosi, molti dei quali musulmani o nordafricani, che protestano contro quella che per loro è discriminazione razziale, che li costringe al ruolo di cittadini di serie B. Circa un migliaio di agenti hanno presidiato le zone povere della periferia, ma bande di giovani coi volti coperti hanno riempito le strade in tarda serata.: l'area maggiormente interessata è stata anche questa volta quella del Dipartimento di Seine-Saint-Denis, dove tre depositi sono stati distrutti dalle fiamme appiccate dai vandali. Danni sono stati registrati anche nei Dipartimenti di L'Essonne, Val d'Oise e Yvelines: oltre ai veicoli, al deposito di autobus, sono stati dati alle fiamme scuole, stazioni di polizia uffici governativi. La polizia antisommossa in alcuni casi è stata accolta a colpi di arma da fuoco, come testimoniano i segni lasciati dai proiettili su un'auto delle forze dell'ordine che pattugliava una delle banlieues di Parigi.
Tra gli agenti si registrano cinque feriti - colpiti dalle sassaiole ingaggiate dai giovani - mentre numerosi sono stati gli arresti. Gli scontri sono iniziati il 27 ottobre a seguito della morte accidentale di due giovani dopo un intervento della polizia. «Non tollereremo queste esplosioni di violenza, ma al tempo stesso porteremo avanti il dialogo per trovare soluzioni», ha assicurato ieri il primo ministro Dominique de Villepin, definendo prioritario il ripristino dell'ordine pubblico.
Stanotte per la prima volta i disordini si sono registrati fuori dalla regione parigina - gruppi di giovani hanno fuoco ad auto a Digione, a Rouen e nella zona del Bouches-du-Rhone, nel sud della Francia. Giovedì sera, gli amministratori locali delle zone luogo dei disordini hanno criticato apertamente l'incertezza e l'opportunismo politico di alcuni esponenti nazionali, dopo che il primo ministro Dominique de Villepin li ha informati su "piano d'azione per le periferie" che punta a presentare nelle prossime settimane. «Molti di noi gli hanno detto che questo non è il momento per l'ennesimo piano», dice Jean-Christophe Lagarde, sindaco di Drancy, comune dell'area dove si ripetono i disordini. «Ci basta solo un morto e la situazione andrà fuori controllo». Manuel Valss, sindaco di Evry, a sud di Parigi, dice: «Temiamo che quello che sta accadendo a Seine Saint Denis si diffonda. Dobbiamo dare a questa gente un messaggio di speranza».
04 novembre 2005
e questi sarebbero quelli ghettizzati? Che subiscono razzismo? Da che ricordo io quelli che vanno in giro incappucciati a bruciare le persone sono i razzisti, poi magari ricordo male...
beppegrillo
04-11-2005, 21:02
Spero che con questi scontri la francia aprirà un pò gli occhi sulla loro politica di immigrazione.
Sia chiaro che con i discorsi che ho fatto non li giustifico,ma sia anche chiaro che è gente che soffre e che a questo punto non ha nulla da perdere...più opportunità meno disordini!
jumpermax
05-11-2005, 09:26
Sia chiaro che con i discorsi che ho fatto non li giustifico,ma sia anche chiaro che è gente che soffre e che a questo punto non ha nulla da perdere...più opportunità meno disordini!
Io ho qualche dubbio su questa chiave di lettura, noi abbiamo passato la prima metà del secolo scorso ad emigrare per il mondo, i nostri nonni hanno subito trattamenti ben peggiori di questi, ma alla fine si sono integrati e si sono fatti strada. Qua non mi sembra di vedere lo stesso sforzo, mi sembra di vedere tanta violenza gratuita e fine a sè stessa. Venitemi a dire che dar fuoco ad una disabile 50enne è un gesto di protesta, per me è solo un gesto criminale e razzista... piegarsi di fronte ad azioni del genere vuol dire rinunciare ad essere uno stato.
Io ho qualche dubbio su questa chiave di lettura, noi abbiamo passato la prima metà del secolo scorso ad emigrare per il mondo, i nostri nonni hanno subito trattamenti ben peggiori di questi, ma alla fine si sono integrati e si sono fatti strada. Qua non mi sembra di vedere lo stesso sforzo, mi sembra di vedere tanta violenza gratuita e fine a sè stessa. Venitemi a dire che dar fuoco ad una disabile 50enne è un gesto di protesta, per me è solo un gesto criminale e razzista... piegarsi di fronte ad azioni del genere vuol dire rinunciare ad essere uno stato.
io ti do ragione che la storia della disabile è un tentato omicidio,ma nella situazione caotica che c'è,qualcuno che fa le cavolate c'è sempe...e ripeto non sto giustificando, solo che stanno veramente male...con il crollo economico i primi che hanno perso il lavoro sono stati loro, i primi a ritrovarsi senza nessuna sicurezza sono stati loro...chissà perchè...
chissà perchè quando le persone non hanno sicurezze si sfocia nella criminalità, chissà perchè quando ormai non si ha più nulla da perdere si diventa come matti...quando non hai assolutamente niente fidati che non cerchi più di essere onesto,ma cerchi solo di trovarti un modo per sopravvivere e magari cambiare le cose...
Jaguar64bit
05-11-2005, 10:57
Parigi, settima notte di guerriglia nelle strade
Periferia ancora in fiamme dopo la morte di due giovani di 15 e 17 anni. Sarkozy visita la banlieue. Chirac: «Più dialogo e rispetto»
PARIGI - Ancora una notte di scontri, la settima, nelle periferie di Parigi dove non si placa la protesta degli immigrati di origine nordafricana che denunciano il proprio stato di emarginazione nella società francese. Le violenze si registrano soprattutto nei sobborghi settentrionali e orientali, quelli più densamente popolati dalle minoranze centroafricane. La protesta è alimentata in particolare dalla frustrazione dei giovani che lamentano la difficoltà di trovare un lavoro e un riconoscimento nella società francese.
.........
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/11_Novembre/03/paris.shtml
è così che andremo a finire? se tutto va bene ci vorrà l'intervento della Legione... :sofico:
esiste la possibilità di risolvere la situazione in maniera definitiva? e soprattutto di fare in modo che non scoppi anche da noi un cosa del genere?
Tutto questo perchè si fa arrivare stranieri nelle città , senza che abbiano possibilità di studio e di lavoro.. , si creano ghetti...dove la gente sopravvive...magari commettendo reati dal mattino alla sera , io la colpa la do agli stati europei...che non fanno nulla per aiutare questa gente e metterli in condizioni di vivere decentemente... , non c'è serietà da parte dei politici su queste questioni.
nomeutente
05-11-2005, 11:25
Tutto questo perchè si fa arrivare stranieri nelle città , senza che abbiano possibilità di studio e di lavoro.. , si creano ghetti...dove la gente sopravvive...magari commettendo reati dal mattino alla sera , io la colpa la do agli stati europei...che non fanno nulla per aiutare questa gente e metterli in condizioni di vivere decentemente... , non c'è serietà da parte dei politici su queste questioni.
C'è anche il problema non piccolo che lasciarli a marcire nei loro paesi vuol dire regalare dei disperati a chi inculca loro idee anti-occidentali e li trasforma in terroristi (in alcuni paesi entare nelle scuole fondamentaliste è la via più breve per mangiare).
C'è poco da fare, la povertà è sempre stata la causa (talvolta anche strumentalizzata) di violenti scontri sociali. Non possiamo pensare di vivere in una campana di vetro al riparo da tutto e da tutti: prima o poi il problema andrà affrontato e risolto.
cagnaluia
05-11-2005, 11:32
esercito e coprifuoco non li usano ancora?
*sasha ITALIA*
05-11-2005, 12:08
Se la sono cercata con la loro politica d'immigrazione e se fosse per me, esercito e pestaggi fino a quando non la smettono.
nomeutente
05-11-2005, 12:14
Se la sono cercata con la loro politica d'immigrazione e se fosse per me, esercito e pestaggi fino a quando non la smettono.
Pestaggi? Che posizione lassista! Ma non ha insegnato niente Bava Beccaris? Ci vuole l'artiglieria! :O
Se la sono cercata con la loro politica d'immigrazione e se fosse per me, esercito e pestaggi fino a quando non la smettono.
si certo usiamo le maniere forti invece di cercare una soluzione al problema...
*sasha ITALIA*
05-11-2005, 12:16
la soluzione è spedirli tutti a casa in Africa ed impedire ad altri di arrivare.
la soluzione è spedirli tutti a casa in Africa ed impedire ad altri di arrivare.
sono completamente daccordo.
se non volete la stessa situazione anche qui da noi, e' tassativo:
NON VOTARE LA SINISTRA PER NESSUN MOTIVO !!!!!
nomeutente
05-11-2005, 12:28
la soluzione è spedirli tutti a casa in Africa ed impedire ad altri di arrivare.
Se non spieghi come fare, non hai detto molto.
PS: e quelli che hanno già la cittadinanza? Li si manda in Antartide?
Pestaggi? Che posizione lassista! Ma non ha insegnato niente Bava Beccaris? Ci vuole l'artiglieria! :O
il Re gli diede pure la medaglia d'oro per quelle cannonate sulla folla :eek:
sono completamente daccordo.
se non volete la stessa situazione anche qui da noi, e' tassativo:
NON VOTARE LA SINISTRA PER NESSUN MOTIVO !!!!!
muhahuahehahiuuuuuuuuu :D
Quanti immigrati regolarizzò la Turco-Napolitano?
Quanti immigrati regolarizzò la Bossi-Fini?
nomeutente
05-11-2005, 12:32
il Re gli diede pure la medaglia d'oro per quelle cannonate sulla folla :eek:
E poi Gaetano Bresci uccise il re. :D
la soluzione è spedirli tutti a casa in Africa ed impedire ad altri di arrivare.
le deportazioni?
non sarebbe meglio una "soluzione finale"?
EDIT
ed aggiungo:
se domani arriva un uomo di Neanderthal e ti dice di smammare perchè "c'erano prima loro", noi torniamo in Africa?
lo sai chi era Lucy?
FastFreddy
05-11-2005, 12:34
muhahuahehahiuuuuuuuuu :D
Quanti immigrati regolarizzò la Turco-Napolitano?
Quanti immigrati regolarizzò la Bossi-Fini?
[Cattiveria mode - ON]
Guardacaso il primo paese europeo a permettersi di sparare sui clandestini è stato uno governato dalla sinistra....
[Cattiveria mode - OFF]
Cos'è la destra, cos'è la sinistra?
E poi Gaetano Bresci uccise il re. :D
io sono contro la pena di morte ma con questi anarchici non si ragiona :asd:
[Cattiveria mode - ON]
Guardacaso il primo paese europeo a permettersi di sparare sui clandestini è stato uno governato dalla sinistra....
[Cattiveria mode - OFF]
Cos'è la destra, cos'è la sinistra?
la legalità non è nè di destra nè di sinistra.
Non dovrebbe per lo meno.
FastFreddy
05-11-2005, 12:38
la legalità non è nè di destra nè di sinistra.
Non dovrebbe per lo meno.
Già, chi glielo spiega a quelli che mandano pacchi bomba a Cofferati? :p
NON VOTARE LA SINISTRA PER NESSUN MOTIVO !!!!!
dietro un uomo di sinistra, si nasconde un potenziale terrorista islamico frocio e immgrato... non votateli, se non volete veder trasformata l'italia in un'enorme moschea! :D :D :D
Già, chi glielo spiega a quelli che mandano pacchi bomba a Cofferati? :p
facciamoglielo spiegare da i pestatori di forza nuova! :D
cagnaluia
05-11-2005, 12:41
la soluzione è spedirli tutti a casa in Africa ed impedire ad altri di arrivare.
però nn si può....
FastFreddy
05-11-2005, 12:41
dietro un uomo di sinistra, si nasconde un potenziale terrorista islamico frocio e immgrato... non votateli, se non volete veder trasformata l'italia in un'enorme moschea! :D :D :D
Peggio: sò pure dell'Inter! :nera:
-kurgan-
05-11-2005, 12:42
Già, chi glielo spiega a quelli che mandano pacchi bomba a Cofferati? :p
o a quelli che hanno fatto la strage di bologna ;)
non c'è colore nel fanatismo.
Già, chi glielo spiega a quelli che mandano pacchi bomba a Cofferati? :p
OT
guarda nel 3d di Cofferati non sono entrato perchè è un film già visto, cmq c'è modo e modo per ripristinare la legalità, io sono con Cofferati ma si sta muovendo come un elefante in una cristalleria e infatti i cocci già si vedono, e tra l'altro non lo fa in buona fede ma soltanto per accreditarsi al centro, usa la città come una vetrina e infatti saranno rogne quando deciderà di cambiare incarico.
Di certo si è giocato il gran seguito che aveva in virtù della carriera sindacale.
/OT
però nn si può....
grazie a dio...
FastFreddy
05-11-2005, 12:48
facciamoglielo spiegare da i pestatori di forza nuova! :D
Guarda, se si potessero chiudere entrambi dentro uno stadio fino a che "non ne rimarrà NEANCHE uno!", volentieri.... :D :D :D
mt_iceman
05-11-2005, 12:48
credo che prima o poi succederà anche in italia. già a padova qualche settimana fa dei carabienieri sono stati aggrediti senza motivo lecito in un quartiere presidiato da extracomunitari.
in un certo senso ce la siam voluta.
-kurgan-
05-11-2005, 12:51
credo che prima o poi succederà anche in italia. già a padova qualche settimana fa dei carabienieri sono stati aggrediti senza motivo lecito in un quartiere presidiato da extracomunitari.
in un certo senso ce la siam voluta.
è successo già in italia, si sono sentiti diversi casi di folle che proteggevano persone che dovevano essere arrestate dai carabinieri.
per fortuna a noi ancora è andata bene, gli scontri sono sempre stati limitati e sono durati poco.
FastFreddy
05-11-2005, 12:54
è successo già in italia, si sono sentiti diversi casi di folle che proteggevano persone che dovevano essere arrestate dai carabinieri.
per fortuna a noi ancora è andata bene, gli scontri sono sempre stati limitati e sono durati poco.
Già, solo che i protagonisti di queste azioni NON ERANO extracomunitari....
-kurgan-
05-11-2005, 12:57
Già, solo che i protagonisti di queste azioni NON ERANO extracomunitari....
per me è lo stesso, credo come nomeutente che sia un problema economico piuttosto che razziale o culturale :)
la tensione aumenta dove si vive male, in genere chi ha la pancia piena non è molto portato ai disordini.
*sasha ITALIA*
05-11-2005, 12:57
simili delinquenti NON LI VOGLIO e non mi abbasserei mai a venire incontro alle loro richieste, sostenute da omicidi, saccheggi, incendi e distruzione. Qui ci vuole la forza, e la volontà del popolo francese di cambiare la propria politica sull'immigrazione, di essere più duri!!!! O preferite vedere le vostre città bruciare per colpa di individui che arrancano pretese con la forza? Che tornino in Marocco a chiedere aiuto al loro governo!
jumpermax
05-11-2005, 13:08
simili delinquenti NON LI VOGLIO e non mi abbasserei mai a venire incontro alle loro richieste, sostenute da omicidi, saccheggi, incendi e distruzione. Qui ci vuole la forza, e la volontà del popolo francese di cambiare la propria politica sull'immigrazione, di essere più duri!!!! O preferite vedere le vostre città bruciare per colpa di individui che arrancano pretese con la forza? Che tornino in Marocco a chiedere aiuto al loro governo!
è un discorso che non ha fondamento logico, questi sono cittadini francesi, non è che li si può deportare all'estero perchè sono criminali... non che non lo si sia fatto in passato, l'Australia era una colonia penale all'inizio...
Sia chiaro che con i discorsi che ho fatto non li giustifico,ma sia anche chiaro che è gente che soffre e che a questo punto non ha nulla da perdere...più opportunità meno disordini!
eh sì certo.
belli questi automatismi....
io vorrei tanto capire quali sono le ingiustizie a cui sono sottoposti.
e se davvero loro sono così angioletti da non provocarsele.
in ogni caso l' integrazione dopo quello che stanno facendo se la scordano.
*sasha ITALIA*
05-11-2005, 13:20
è un discorso che non ha fondamento logico, questi sono cittadini francesi, non è che li si può deportare all'estero perchè sono criminali... non che non lo si sia fatto in passato, l'Australia era una colonia penale all'inizio...
E allora li si mette tutti in carcere o meglio ai lavori forzati voglio proprio vedere
la risoluzione militare di un problema politico non ha mai successo, gli esempi sono innumerevoli, p.es Irlanda del Nord, paesi Baschi, Kurdistan, etc...
laddove c'è una minoranza c'è dell'attrito, se ne sbatti dentro 1000 ce ne sono altri 1000 dietro e sempre più incazzati, non è realistico se non nei discorsi da bar. Piuttosto sfogatevi con un buon fps.
Le autorità hanno sbagliato a non prevedere e tamponare il problema.
Adesso c'è la grana e uscirne è difficile e l'unica via è la mediazione di qualcuno credibile da entrambe le parti, p.es i leader di quelle etnie, o anche solo un politico di origine magrebina che abbia un pò di senso di responsabilità.
un contributo interessante
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/11_Novembre/05/nava.shtml
cagnaluia
05-11-2005, 13:39
la risoluzione militare di un problema politico non ha mai successo, gli esempi sono innumerevoli, p.es Irlanda del Nord, paesi Baschi, Kurdistan, etc...
si... ma qui il problema politico è dilagato.. in un problema di ordine pubblico nn più controllabile. C'è caos.. macchine distrutte.. edifici in fiamme, gente che ammazza altra gente.. non è piu un problema politico.
jumpermax
05-11-2005, 13:40
la risoluzione militare di un problema politico non ha mai successo, gli esempi sono innumerevoli, p.es Irlanda del Nord, paesi Baschi, Kurdistan, etc...
laddove c'è una minoranza c'è dell'attrito, se ne sbatti dentro 1000 ce ne sono altri 1000 dietro e sempre più incazzati, non è realistico se non nei discorsi da bar. Piuttosto sfogatevi con un buon fps.
Le autorità hanno sbagliato a non prevedere e tamponare il problema.
Adesso c'è la grana e uscirne è difficile e l'unica via è la mediazione di qualcuno credibile da entrambe le parti, p.es i leader di quelle etnie, o anche solo un politico di origine magrebina che abbia un pò di senso di responsabilità.
problema politico è una manifestazione di piazza. Un autobus dato alle fiamme con l'intento di bruciare chi c'è dentro ha ben poco di politico. Qua siamo alla guerriglia e al terrorismo, cosa che noi abbiamo già visto negli anni 70. Non ne siamo usciti con la mediazione, ma sbattendone in galera a raffica...
è l'espressione di un problema politico, anche in Ulster la gente moriva.
per dirla tutta, anche negli stadi e intorno si moriva (poco ma si moriva), ma no npuoi arrestare tutti gli ultrà del paese.
problema politico è una manifestazione di piazza. Un autobus dato alle fiamme con l'intento di bruciare chi c'è dentro ha ben poco di politico. Qua siamo alla guerriglia e al terrorismo, cosa che noi abbiamo già visto negli anni 70. Non ne siamo usciti con la mediazione, ma sbattendone in galera a raffica...
e invece la sconfitta IMHO è maturata essenzialmente quando le BR hanno perso il contatto con la base, quando hanno iniziato ad ammazzare i sindacalisti.
Quando li hanno isolati.
Fino ad allora di brigatisti ne spuntavano come funghi in ogni fabbrichetta.
hai voglia ad arrestarli.
jumpermax
05-11-2005, 13:45
è l'espressione di un problema politico, anche in Ulster la gente moriva.
per dirla tutta, anche negli stadi e intorno si moriva (poco ma si moriva), ma no npuoi arrestare tutti gli ultrà del paese.
No ma puoi sbattere in galera quelli che fanno azioni del genere... non puoi non mettere un limite NETTO a quello che è lecito fare per manifestare dissenso, o si rischia la guerra civile. Cosa credi che penseranno oggi quelli che si sono visti la macchina bruciata o il negozio? Sai che le assicurazioni spesso non coprono questo tipo di danneggiamenti? Uno stato può lasciar correre e calare le braghe?
ok, puoi arrestare quelli che cogli in flagrante, ma c'è una certa differenza con "rimandiamoli tutti in Africa", no?
"tutti" chi?
in Africa dove, se sono nati in Francia?
*sasha ITALIA*
05-11-2005, 19:50
Il leader dell'Unione: "Le nostre periferie sono una tragedia umana
e se non facciamo interventi seri avremo tante Parigi"
Prodi: "Abbiamo le peggiori periferie
da noi è solo questione di tempo"
"Condizioni di vita pessime e infelicità anche dove sono tutti italiani"
http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/esteri/periparigi/periprodi/periprodi.html
Lucio Virzì
05-11-2005, 20:02
la soluzione è spedirli tutti a casa in Africa ed impedire ad altri di arrivare.
Forse te l'hanno già detto, ma quella E' casa loro.
Per il resto, che schifo di thread... :rolleyes:
LuVi
*sasha ITALIA*
05-11-2005, 20:09
fa più schifo il tuo avatar blasfemo, credimi :D
muhahuahehahiuuuuuuuuu :D
Quanti immigrati regolarizzò la Turco-Napolitano?
Quanti immigrati regolarizzò la Bossi-Fini?
e non date retta ai buoni perche' hanno paura......
Lucio Virzì
05-11-2005, 20:20
fa più schifo il tuo avatar blasfemo, credimi :D
Te lo dico seriamente: ti stavo rivalutando, evita sti discorsi. ;)
LuVi
*sasha ITALIA*
05-11-2005, 20:32
ok, anche perchè in passato mi sono qualificato veramente male qui sul forum.. le mie idee ora sono tutt'altre. ;)
Lucio Virzì
05-11-2005, 20:46
ok, anche perchè in passato mi sono qualificato veramente male qui sul forum.. le mie idee ora sono tutt'altre. ;)
;)
Il problema c'è, ma non si può nè ignorarlo nè risolverlo con la durezza.
LuVi
jumpermax
06-11-2005, 10:26
Questa ormai è una vera e propria rivolta.... colpite diverse città, anche il centro di Parigi, con azioni ormai di guerriglia.
http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/esteri/periparigi/perice/perice.html
al di la del discorso rispediamoli a casa, che con cittadini francesi non ha alcun senso, il punto qua è se è il caso di continuare a far arrivare qua della gente che non c'è modo di integrare nella nostra società, questi sono immigrati di seconda o terza generazione... in america i nostri figli di immigrati diventano sindaci, imprenditori governatori (e va be anche boss, nessuno è perfetto :D) questi finiscono a tirare molotov....
senza dubbio è un fallimento del processo di integrazione, qualcuno ha dato per scontate troppe cose.
Stormblast
06-11-2005, 10:50
Questa ormai è una vera e propria rivolta.... colpite diverse città, anche il centro di Parigi, con azioni ormai di guerriglia.
http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/esteri/periparigi/perice/perice.html
al di la del discorso rispediamoli a casa, che con cittadini francesi non ha alcun senso, il punto qua è se è il caso di continuare a far arrivare qua della gente che non c'è modo di integrare nella nostra società, questi sono immigrati di seconda o terza generazione... in america i nostri figli di immigrati diventano sindaci, imprenditori governatori (e va be anche boss, nessuno è perfetto :D) questi finiscono a tirare molotov....
oh!!! bravo!!! stra quoto.
proteus scusa ma non mi sembri molto lucido (senza ironia).
nello stesso post sei riuscito a dire che
- gli scontri a Parigi sono colpa della sinistra francese (!) perchè è gia successo che 30 anni fa la sinistra italiana (!) tentò di sovvertire l'ordine democratico (!) "a mezzo delle rivendicazioni sindacali" (!).
- la colpa di tutto è del suffragio universale, perchè votano anche i poveri (!) che sperano di migliorare la loro condizione e quindi votano chi pensano che glielo permetta.
ad ogni punto esclamativo IMHO corrisponde un salto logico notevole per non dire una sciocchezza.
e dopo tutto ciò, non dobbiamo ridacchiare e prenderti sul serio??
p.s. spero che non verrai a dirmi che ti ho frainteso, è uno strumento un pò inflazionato ultimamente :D
Stormblast
06-11-2005, 11:15
Alla luce di quanto ho riportato io se ne dovrebbe dedurre che il motivo andrebbe ricercato nell'assenza, oltreoceano, di rappresentati dell'ideologia comunista all'interno delle istituzioni. :D
Ciao
calcolando che nemmeno oltreoceano c'è una reale integrazione, ne deduco che non è nella natura umana. che poi le istituzioni comuniste e non c'abbiano messo del loro.... :)
ok, 3 considerazioni
- devo dedurre che non sei un democratico, visto che sei contrario al suffragio universale che è un "male".
- sono in totale disaccordo con tutto quello che hai scritto e faccio fatica a prenderlo sul serio tanto mi pare campato in aria.
- "masse votanti da strumentalizzare facilmente in quanto incolte, bisognose, credulone e facilmente influenzabili a loro beneficio" è in sostanza la descrizione del 90 % dell'elettorato della Lega, apprezzo la sincerità.
Lucio Virzì
06-11-2005, 11:42
senza dubbio è un fallimento del processo di integrazione, qualcuno ha dato per scontate troppe cose.
Credo che il concetto di "integrazione" sia sbagliato a priori, e penso anche al PCR qui a Roma.
Lucio Virzì
06-11-2005, 11:44
proteus scusa ma non mi sembri molto lucido (senza ironia).
nello stesso post sei riuscito a dire che
- gli scontri a Parigi sono colpa della sinistra francese (!) perchè è gia successo che 30 anni fa la sinistra italiana (!) tentò di sovvertire l'ordine democratico (!) "a mezzo delle rivendicazioni sindacali" (!).
- la colpa di tutto è del suffragio universale, perchè votano anche i poveri (!) che sperano di migliorare la loro condizione e quindi votano chi pensano che glielo permetta.
ad ogni punto esclamativo IMHO corrisponde un salto logico notevole per non dire una sciocchezza.
e dopo tutto ciò, non dobbiamo ridacchiare e prenderti sul serio??
p.s. spero che non verrai a dirmi che ti ho frainteso, è uno strumento un pò inflazionato ultimamente :D
Ho letto anche io: aberrante, delirante.
sbagliato in che senso?
cos'è il PCR?
Lucio Virzì
06-11-2005, 11:45
ok, 3 considerazioni
- devo dedurre che non sei un democratico, visto che sei contrario al suffragio universale che è un "male".
- sono in totale disaccordo con tutto quello che hai scritto e faccio fatica a prenderlo sul serio tanto mi pare campato in aria.
- "masse votanti da strumentalizzare facilmente in quanto incolte, bisognose, credulone e facilmente influenzabili a loro beneficio" è in sostanza la descrizione del 90 % dell'elettorato della Lega, apprezzo la sincerità.
Quoto.
A questo punto voglio sperare, temo, in qualche problema, spero, temporaneo.
LuVi
Lucio Virzì
06-11-2005, 11:46
sbagliato in che senso?
cos'è il PCR?
Puglia Club Roma!!! Si autoghettizzano! Manco fossero Albanesi!!! :D
Ecco puntuale un astuto commento di prodi, LINK (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/11_Novembre/05/periferie.shtml)
Vedete? se non faremo come dice lui ci bruceranno la macchina....invece di condannare quegli episodi ci dice che capiterà anche a noi se non lo votiamo...il succo e' quello...
Lorekon un'episodio a favore della tesi di proteus che sposo completamente e' la tanta importanza che la sinistra da' al voto agli immigrati.
Sei sicuro che lo vogliano fare per un puro senso di giustizia sociale? (che non sarebbe neanche tale)
tatrat4d
06-11-2005, 12:08
Ho letto anche io: aberrante, delirante.
Quoto.
A questo punto voglio sperare, temo, in qualche problema, spero, temporaneo.
LuVi
Lucio, c'è il FTFA, evita assolutamente di scendere nel personale con utenti con i quali ci sei già stato coinvolto.
Ecco puntuale un astuto commento di prodi, LINK (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/11_Novembre/05/periferie.shtml)
Vedete? se non faremo come dice lui ci bruceranno la macchina....invece di condannare quegli episodi ci dice che capiterà anche a noi se non lo votiamo...il succo e' quello...
Lorekon un'episodio a favore della tesi di proteus che sposo completamente e' la tanta importanza che la sinistra da' al voto agli immigrati.
Sei sicuro che lo vogliano fare per un puro senso di giustizia sociale? (che non sarebbe neanche tale)
veramente non ricordo la proposta del csx a riguardo (e sarei d'accordo cmq).
Ricordo invece la proposta di Fini, che scatenò un putiferio nel suo partito.
Lucio Virzì
06-11-2005, 12:14
Lucio, c'è il FTFA, evita assolutamente di scendere nel personale con utenti con i quali ci sei già stato coinvolto.
Ok, ma leva quel "ci", è aberrante :p
Phantom II
06-11-2005, 12:26
Devi calcoilare anche che il disordine sociale è una forma di rivoluzione e prova a domandarti chi ha sempre perseguito la "rivoluzione proletaria" poi comprendi il come ed il perchè si siano "date per scontate" le cose cui fai riferimento.
Quando affermo che il pci tentò la via della rivoluzione a mezzo rivendicazioni sindacali, il progetto era far collassare il sistema per poi impadronirsi del potere, negli anni fine 60 e 70 qualcuno ridacchia ma si evince dai fatti francesi che il lupo ha perso il pelo ed il suo aspetto abituale ma non certo il vizio. La cosa peggiore è che per questi obiettivi l'ideologia fallita riesce a strumentalizzare orde di persone raccontando loro "balle spaziali" come i famosi "diritti inalinabili sindacali" che altro non sono se non vantaggi contrattuali ottenuti con estenuanti confronti con la controparte e che la trasformazione arbitraria in diritti mette in grave, perdere è più facile che ottenere, pericolo. Ora attacca con i "diritti umani inalinabili" incurante delle condizioni in cui si troveranno le vittime della creduloneria che avranno avuto fiducia in loro.
Questa manfrina è inoiziata con l'introduzione del suffragio universale ad opera dei politici che desiderando ingraziarsi, a scopo seggiolame, la fetta più numerosa, i meno abbienti ndr, della società hanno creato squilibrii che ci porteranno al collasso senza ottenere alcun vantaggio realmente stabile per i meno abbienti, i quali hanno servito pienamente lo scopo di assicurare al furbo di turno sedia, potere e denaro rimanendo sempre meno abbienti.
Ciao
P.S. I poveri servono proprio a questo e mai un'ideologia che si fonda sul loro "riscatto" potrà farne a meno in quanto essa stessa diverrebbe inutile e se non ve ne sono a sufficienza si possono pure importare sotto l'egida dell'umanesimo solidale ma restano sempre il classico cavallo di Troia per espugnare i palazzi del potere ed impadronirsene.
E già ai tempi dei poteri assoluti si stava davvero meglio.
jumpermax
06-11-2005, 12:32
Questa manfrina è inoiziata con l'introduzione del suffragio universale ad opera dei politici che desiderando ingraziarsi, a scopo seggiolame, la fetta più numerosa, i meno abbienti ndr, della società hanno creato squilibrii che ci porteranno al collasso senza ottenere alcun vantaggio realmente stabile per i meno abbienti, i quali hanno servito pienamente lo scopo di assicurare al furbo di turno sedia, potere e denaro rimanendo sempre meno abbienti.
Ciao
P.S. I poveri servono proprio a questo e mai un'ideologia che si fonda sul loro "riscatto" potrà farne a meno in quanto essa stessa diverrebbe inutile e se non ve ne sono a sufficienza si possono pure importare sotto l'egida dell'umanesimo solidale ma restano sempre il classico cavallo di Troia per espugnare i palazzi del potere ed impadronirsene.
I difetti della democrazia ci sono noti... allo stato attuale delle cose non credo si sia visto di meglio però... :D
veramente non ricordo la proposta del csx a riguardo (e sarei d'accordo cmq).
Ricordo invece la proposta di Fini, che scatenò un putiferio nel suo partito.
Per l'appunto Fini si e' venduto totalemente e ha tradito i suoi elettori che invece di sbatterlo fuori hanno preferito (alcuni) andarsene e (altri) continuare a seguire il capo, non diversamente da come farebbero altri elettori pecoroni di altri schieramenti.
Quello che mi preme sottolineare riguardo ai disordini in Francia e' che quelli che voi chiamate francesi NON sono francesi.
Voi sostenete che per diventare francesi basti una grande e bella cerimonia con un prefetto o chi per lui che vi metta un bel timbro sul passaporto. "Da oggi lei signore e' francese!! "
Ma non e' cosi'. non puo' essere cosi'. non sara' mai cosi'.
Loro non si sentono francesi, quando bruciano macchine e incendiano case non sentono di fare in qualche modo un danno a loro stessi. Sono cresciuti sapendo di essere diversi e odiando i francesi. E' piu' i francesi gli hanno dato aiuti sociali e aperture piu' l'odio e' cresciuto. (basti vedere come funziona la politica nei loro stati di origine, ovvero la legge delle bastonate).
Voi vi ostinate a proiettare la vostra immagine di un tempo emigranti in queste nuove persone ma non e' cosi'. Non si insegna la democrazia con la televisione cosi' come non si diventa cittadini francesi grazie a un timbro.
FastFreddy
06-11-2005, 12:41
I difetti della democrazia ci sono noti... allo stato attuale delle cose non credo si sia visto di meglio però... :D
Vero, si disprezza la democrazia non pensando che le alternative ad essa sono ben peggiori... ;)
tatrat4d
06-11-2005, 12:46
Ok, ma leva quel "ci", è aberrante :p
vabbè, ormai c'è. Dopo rapido consulto con l'accademia dello strutto, porto a mia discolpa il fatto che si tratti di un romagnolismo. Non suona malissimo :stordita:
mt_iceman
06-11-2005, 13:18
io spero solo che il governo francese non cada in uno sconforto tale da inginocchiarsi a dei violenti. me lo auguro davvero perchè altrimenti sarebbe un precedente enorme. la situazione è grave. se la soluzione trova riscontro in proposte costruttive, più che bene. però mi chiedo cosa vuole questa gente? qual'è il motivo che li spinge a tali azioni?
J.Lennon
06-11-2005, 17:01
Non è il generico mondo degli «extracomunitari» a scatenare le rivolte - ora e in futuro, oggi in Francia domani qui - ma una sua componente precisa e ben identificabile, quella islamica. In Europa, infatti, non ci sono state mai ribellioni, né spontanee né organizzate, da parte delle comunità filippine, dell'Est, o del Sud America, assai più numerose di quelle musulmane. Il discrimine è dunque quello religioso: da una parte gli extracomunitari ebrei, cattolici o cristiani, che si integrano più facilmente, pur tra mille difficoltà, nel nostro tessuto sociale; dall'altra le comunità islamiche, riottose a accettare le nostre regole, le nostre usanze, e tendenti invece a imporre regole che garantiscano la loro diversità, se non ancora a tentare di imporla a tutti. È il mondo islamico, del resto, a essere aggressivo verso i diversi e gli infedeli. È in quel mondo che si muovono agitatori di professione, estremisti e terroristi il cui unico scopo è incitare verso la rivolta le masse insoddisfatte. Così fomentate - dopo avere conquistato un benessere e una sicurezza impensabili nei loro Paesi - queste masse tendono a farne un trampolino di lancio verso nuove conquiste, a qualunque costo, piuttosto che un motivo di gratitudine. Francia e Gran Bretagna, Stati ex coloniali e per questo a alta densità di immigrazione, ne sono una prova, per quanto siano aperti a altre culture.
Sbaglia dunque chi crede che concedendo sempre di più ai riottosi (scuole, chador, parificazioni, ecc.) si ottenga il risultato di pacificarli. Caso mai, al contrario, si aumenta la loro forza e la loro capacità disgregatrice. La soluzione sta piuttosto nel mantenere rigide le norme, formate nei secoli, che ci accomunano e selezionare l'immigrazione per Paese di provenienza.
Fonte: giornale.it
Condivido in pieno questo stralcio di articolo!
beppegrillo
06-11-2005, 17:31
Non è il generico mondo degli «extracomunitari» a scatenare le rivolte - ora e in futuro, oggi in Francia domani qui - ma una sua componente precisa e ben identificabile, quella islamica. In Europa, infatti, non ci sono state mai ribellioni, né spontanee né organizzate, da parte delle comunità filippine, dell'Est, o del Sud America, assai più numerose di quelle musulmane. Il discrimine è dunque quello religioso: da una parte gli extracomunitari ebrei, cattolici o cristiani, che si integrano più facilmente, pur tra mille difficoltà, nel nostro tessuto sociale; dall'altra le comunità islamiche, riottose a accettare le nostre regole, le nostre usanze, e tendenti invece a imporre regole che garantiscano la loro diversità, se non ancora a tentare di imporla a tutti. È il mondo islamico, del resto, a essere aggressivo verso i diversi e gli infedeli. È in quel mondo che si muovono agitatori di professione, estremisti e terroristi il cui unico scopo è incitare verso la rivolta le masse insoddisfatte. Così fomentate - dopo avere conquistato un benessere e una sicurezza impensabili nei loro Paesi - queste masse tendono a farne un trampolino di lancio verso nuove conquiste, a qualunque costo, piuttosto che un motivo di gratitudine. Francia e Gran Bretagna, Stati ex coloniali e per questo a alta densità di immigrazione, ne sono una prova, per quanto siano aperti a altre culture.
Sbaglia dunque chi crede che concedendo sempre di più ai riottosi (scuole, chador, parificazioni, ecc.) si ottenga il risultato di pacificarli. Caso mai, al contrario, si aumenta la loro forza e la loro capacità disgregatrice. La soluzione sta piuttosto nel mantenere rigide le norme, formate nei secoli, che ci accomunano e selezionare l'immigrazione per Paese di provenienza.
Fonte: giornale.it
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Pienamente daccordo.
Sembrerebbe che sono spariti tutti quelli armati di buonismo che non esitavano a definirti razzista se dicevi qualcosa contro gli immigrati..
Non credo passerà molto che scene simili avverranno anche in Italia.
Lucio Virzì
06-11-2005, 19:01
(scuole, chador, parificazioni, ecc.)
A parte tutto il resto dell'articolo, che non condivido, queste non sono "concessioni", ma diritti.
LuVi
J.Lennon
06-11-2005, 19:13
A parte tutto il resto dell'articolo, che non condivido, queste non sono "concessioni", ma diritti.
LuVi
Hai uno strano modo di intendere la parola diritti, che ti ricordo sono quelli riconosciuti dalla nostra Costituzione e dalle nostre leggi, scambiandoli con l'imposizione delle proprie norme, usi , costumi e consuetudini non appartenenti alla società occidentale... forse fai un po' di confusione
Lucio Virzì
06-11-2005, 19:50
Hai uno strano modo di intendere la parola diritti, che ti ricordo sono quelli riconosciuti dalla nostra Costituzione e dalle nostre leggi, scambiandoli con l'imposizione delle proprie norme, usi , costumi e consuetudini non appartenenti alla società occidentale... forse fai un po' di confusione
No, sei tu ad essere confuso, loro sono cittadini, come me e te.
LuVi
J.Lennon
06-11-2005, 20:09
No, sei tu ad essere confuso, loro sono cittadini, come me e te.
LuVi
A parte il fatto che dubito fortemente che la maggior parte dei rivoltosi sia in possesso della cittadinanza, ma ad ogni modo lo status di cittadino di uno stato appartenente all'unione europea nn ti dà la facoltà di fare ciò che vuoi(ad es.portare il burqua, erigere moschee, utilizzare la poligamia) senza rispettare le leggi che rappresentano quell'insieme di valori democraticamente riconosciuti dalla nostra società che, ricordiamoci, si fonda su radici cristiane.
Lucio Virzì
06-11-2005, 20:24
A parte il fatto che dubito fortemente che la maggior parte dei rivoltosi sia in possesso della cittadinanza, ma ad ogni modo lo status di cittadino di uno stato appartenente all'unione europea nn ti dà la facoltà di fare ciò che vuoi(ad es.portare il burqua, erigere moschee, utilizzare la poligamia) senza rispettare le leggi che rappresentano quell'insieme di valori democraticamente riconosciuti dalla nostra società che, ricordiamoci, si fonda su radici cristiane.
Tali radici non sono state riconosciute e, lo spero, nel futuro cadranno, assieme a presunti "diritti" dei cittadini europei "di serie A".
LuVi
L'accoglienza Francese è stata un'accoglienza razzista, fanno i lavori più umili e degradanti, vivono in immensi casermoni e sono pagati la metà di un bianco, ma mi domando perchè invece di emigrare non si rimboccano le mani nel loro paese e non costruiscomo qualcosa la, nel dopoguerra abbiamo ricostruito in pochi anni una nazione distrutta, perchè non fanno lo stesso ?, Abbiamo migliaia di laureati disoccupati e sottopagati, anche se immigrasse una popolazione istruita come si può dargli un condizione lavorativa migliore se non c'è per noi ?
Succederà presto anche in Italia.
Per colpa di certi politici che hanno fatto entrare di tutto e di più, e hanno sempre difeso quella gente.
Vedrete che noi non siamo riusciti a mandarli via dal nostro paese, ma loro tra pochi anni ci manderanno via a calci nel culo dalla nostra Patria.
Saluti.
al di la del discorso rispediamoli a casa, che con cittadini francesi non ha alcun senso, il punto qua è se è il caso di continuare a far arrivare qua della gente che non c'è modo di integrare nella nostra società
Il punto è la cittadinanza.
E il signor Prodi tempo fa a Porta a Porta diceva appunto che lui per risolvere il problema degli immigrati, voleva dar loro la cittadinanza, rendendo ancora più semplici le procedure per ottenerla.
Ma vi rendete conto???
A me vengono i conati di vomito a pensare che gente che non ha mai dimostrato nè di amare, nè di rispettare, nè di difendere il nostro paese possa avere il diritto di definirsi italiano, come posso farlo io.
Abbiamo proprio buttato nella spazzatura la storia millenaria del nostro paese.
http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/esteri/periparigi/periprodi/periprodi.html
Non credo passerà molto che scene simili avverranno anche in Italia.
Non sono affatto d'accordo con Romano Prodi e con voi su questa previsione.
In Italia non ci sono ghetti etnici tipo Brixton a Londra o quelli parigini o una massiccia presenza come i turchi a Berlino; ci sono sì zone molto degradate nelle grandi città (Primavalle a Roma, Scampia a Napoli, Zen a Palermo ecc), ma in queste non c'è una concentrazione di immigrati di determinate nazionalità.
A Roma gli arabi (ma anche i neri, i polacchi, i filippini ecc) sono sparpagliati in diverse zone, soltanto i cinesi, cingalesi e indiani (asiatici non mediorientali) si concentrano nell'Esquilino (rione del centro storico a ridosso della stazione centrale di Termini); ad esempio la moschea si trova a margini della lussuosa zona altoborghese dei Parioli e del bosco di Forte Antenne-Villa Ada.
L'avventura coloniale italiana si è conclusa assai prima ed è stata di portata e durata ben più limitata rispetto a quelle di Gran Bretagna, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio e Olanda; abbiamo percentualmente meno immigrati rispetto a queste nazioni, sono presenti anche da meno tempo, e le nostre grandi città, cresciute in fretta prettamente nella prima metà del ventesimo secolo, con i loro grossi problemi infrastrutturali (mancanza di metrò, ferrovie e trasporti urbani rapidi) il caro case e affitti, hanno condizioni meno favorevoli rispetto ad altre città dell'Europa Occidentale.
von Clausewitz
06-11-2005, 22:12
A parte tutto il resto dell'articolo, che non condivido, queste non sono "concessioni", ma diritti.
LuVi
gli unici diritti che possono pretendere, sono quelli presenti negli odierni ordinamenti, costituzioni, leggi e regolamenti, che sono validi erga omnes, per noi come per loro
tutto quello che non è previsto, non è un diritto perchè non è conculcato in quei testi
può essere al massimo un aspirazione, una richiesta, magari una pretesa, ma non un diritto
naturalmente gli ordinamenti possono essere modificati, ma sino ad allora è improprio parlare di "diritti", da qualsiasi ottica tu li veda, anche da quella loro come in questo caso
Phantom II
06-11-2005, 22:14
nel dopoguerra abbiamo ricostruito in pochi anni una nazione distrutta, perchè non fanno lo stesso?
Non lo fanno perchè quando noi uscivamo dalla seconda guerra mondiale, loro avevano davanti ancora 20 anni prima di vedere definitivamente la fine del colonialismo che per altro è stato soppiantato da un nuovo scenario che fa schifo quanto quello precedente.
Abbiamo migliaia di laureati disoccupati e sottopagati, anche se immigrasse una popolazione istruita come si può dargli un condizione lavorativa migliore se non c'è per noi ?
Io lo chiederei ai nostri politici, va de se che la risposta è scontata come il fatto che l'acqua è bagnata :D
Non è il generico mondo degli «extracomunitari» a scatenare le rivolte - ora e in futuro, oggi in Francia domani qui - ma una sua componente precisa e ben identificabile, quella islamica. In Europa, infatti, non ci sono state mai ribellioni, né spontanee né organizzate, da parte delle comunità filippine, dell'Est, o del Sud America, assai più numerose di quelle musulmane. Il discrimine è dunque quello religioso: da una parte gli extracomunitari ebrei, cattolici o cristiani, che si integrano più facilmente, pur tra mille difficoltà, nel nostro tessuto sociale; dall'altra le comunità islamiche, riottose a accettare le nostre regole, le nostre usanze, e tendenti invece a imporre regole che garantiscano la loro diversità, se non ancora a tentare di imporla a tutti. È il mondo islamico, del resto, a essere aggressivo verso i diversi e gli infedeli. È in quel mondo che si muovono agitatori di professione, estremisti e terroristi il cui unico scopo è incitare verso la rivolta le masse insoddisfatte. Così fomentate - dopo avere conquistato un benessere e una sicurezza impensabili nei loro Paesi - queste masse tendono a farne un trampolino di lancio verso nuove conquiste, a qualunque costo, piuttosto che un motivo di gratitudine. Francia e Gran Bretagna, Stati ex coloniali e per questo a alta densità di immigrazione, ne sono una prova, per quanto siano aperti a altre culture.
Sbaglia dunque chi crede che concedendo sempre di più ai riottosi (scuole, chador, parificazioni, ecc.) si ottenga il risultato di pacificarli. Caso mai, al contrario, si aumenta la loro forza e la loro capacità disgregatrice. La soluzione sta piuttosto nel mantenere rigide le norme, formate nei secoli, che ci accomunano e selezionare l'immigrazione per Paese di provenienza.
Fonte: giornale.it
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Beh se sono la minoranza perche bisogna etichettare tutti come extracomunitari in modo malvagio???
Il punto è la cittadinanza.
E il signor Prodi tempo fa a Porta a Porta diceva appunto che lui per risolvere il problema degli immigrati, voleva dar loro la cittadinanza, rendendo ancora più semplici le procedure per ottenerla.
Ma vi rendete conto???
A me vengono i conati di vomito a pensare che gente che non ha mai dimostrato nè di amare, nè di rispettare, nè di difendere il nostro paese possa avere il diritto di definirsi italiano, come posso farlo io.
Abbiamo proprio buttato nella spazzatura la storia millenaria del nostro paese.
Quindi no a tutti nemmeno a quelli che sgobbano senza mai creare disordini e pagano le tasse e sono qui da 20 anni???
Bene li sfruttiamo solamente e linea dura anche con loro anche se sono il 90% di tutti gli extracomunitari e non fanno notizia perche sono noiosi cioe' non incendiano , non rubano , non occupano case illegalmente ecc....???
A parte il fatto che dubito fortemente che la maggior parte dei rivoltosi sia in possesso della cittadinanza, ma ad ogni modo lo status di cittadino di uno stato appartenente all'unione europea nn ti dà la facoltà di fare ciò che vuoi(ad es.portare il burqua, erigere moschee, utilizzare la poligamia) senza rispettare le leggi che rappresentano quell'insieme di valori democraticamente riconosciuti dalla nostra società che, ricordiamoci, si fonda su radici cristiane.
Hai perfettamente ragione, e ti quoto.
Proprio il tentativo di negare queste storicamente inoppugnabili radici cristiane è una delle tante concause di cio che sta succedendo e di cio che accadrà.
Insieme alla "tolleranza", al "buonismo" ed alla "integrazione".
Ora occorre il pugno di ferro per ristabilire l'ordine, per dare un esempio durissimo, ed evitare che in altre capitali europee accadano cose simili.
Altrimenti l'Europa civile é finita.
Phantom II
06-11-2005, 22:27
Altrimenti l'Europa civile é finita.
L'Europa la civiltà l'ha persa più volte ammazzando a destra e manca.
Se la soluzione non è calarsi le braghe, non lo è nemmeno giocare a chi resta in piedi per ultimo.
mt_iceman
06-11-2005, 23:15
L'Europa la civiltà l'ha persa più volte ammazzando a destra e manca.
Se la soluzione non è calarsi le braghe, non lo è nemmeno giocare a chi resta in piedi per ultimo.
intanto, almeno per quanto riguarda la francia nella situazione attuale, respingere con fermezza chi brucia le auto, le scuole ,le case ...e le persone. (sperando che sia l'apice della rivolta). poi si può iniziare a parlare civilmente.
non si può tornare agli anni di piombo: quando le cose non stan bene , giù con le minacce, i pacchi bomba, le rivolte selvaggie e violente...ma stiam scherzando?
Phantom II
07-11-2005, 00:19
intanto, almeno per quanto riguarda la francia nella situazione attuale, respingere con fermezza chi brucia le auto, le scuole ,le case ...e le persone. (sperando che sia l'apice della rivolta). poi si può iniziare a parlare civilmente.
non si può tornare agli anni di piombo: quando le cose non stan bene , giù con le minacce, i pacchi bomba, le rivolte selvaggie e violente...ma stiam scherzando?
Se hai quotato il mio post avrai anche visto come la penso sul lassismo.
Oggi parlavo con un amico del se e del quando sarebbero comparse armi da fuoco, preciso, sperando ovviamente che questi deliquenti non arrivassero a tanto, ma purtroppo la risposta è arrivata, e in negativo:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/11_Novembre/06/parigi.shtml
http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/esteri/periparigi/perice/perice.html
si spera che siano casi isolati e che la cosa non degeneri in questo senso.
Faccio notare anche il particolare dell'articolo del Corriere, dove parla di Strasburgo, alcuni cittadini pensano di auto organizzarsi per difendersi.
Sempre paggio......... :rolleyes:
Bene li sfruttiamo solamente e linea dura anche con loro anche se sono il 90% di tutti gli extracomunitari e non fanno notizia perche sono noiosi cioe' non incendiano , non rubano , non occupano case illegalmente ecc....???
Direi che la cittadinanza in Italia già la si può ottenere troppo facilmente, e il signor Prodi ha tutta l'intenzione di rendere le pratiche ancora più semplici.
Per quel che mi riguarda chi finisce coinvolto anche solo in risse o trovato con pochi grammi di droga non dovrebbe avere la nostra cittadinanza neanche se passa qui 100 anni della sua vita e neppure se si sposa con una cittadina italiana.
Servono regole serie e molto restrittive come le hanno le persone serie della Svizzera.
Ah, poi dimenticavo, chi vuole diventare cittadino italiano, si deve fare un anno di servizio civile o militare, come lo hanno fatto tutti i veri italiani.
Secondo voi quanto ci metterà a scoppiare in Italia una situazione del genere? (se lo farà)
quando Bertinotti farà parte di una coalizione di governo diventeranno tutti cittadini italiani, poi alla legislatura successiva questi nuovi cittadini italiani, ci butteranno fuori dalla nostra Patria.
nomeutente
07-11-2005, 10:31
Ah, poi dimenticavo, chi vuole diventare cittadino italiano, si deve fare un anno di servizio civile o militare, come lo hanno fatto tutti i veri italiani.
Il servizio militare obbligatorio è stato abolito anche per i veri italiani. :rotfl:
nomeutente
07-11-2005, 10:32
quando Bertinotti farà parte di una coalizione di governo diventeranno tutti cittadini italiani, poi alla legislatura successiva questi nuovi cittadini italiani, ci butteranno fuori dalla nostra Patria.
:rotfl:
nomeutente
07-11-2005, 10:37
Secondo voi quanto ci metterà a scoppiare in Italia una situazione del genere? (se lo farà)
Cioè quando in Italia cominceranno ad esserci quelli che bruciano le macchine con le molotov?
Ci sono già... ed hanno sicuramente meno ragioni di quelli che lo fanno in Francia.
Sempre peggio ma non imprevisto Wolf, se rivai a diversi miei posts pubblicati in tempi non sospetti vi puoi trovare espresso chiaramente il timore che simili eventi si verificassero ma anche la previsione che serebbero accaduti seguita dalle motivazioni socioeconomiche e tribaletniche che ne stanno alla base.
Solo i ciechi, non esiste cieco più cieco di chi non vuol vedere perche ciò che vedrebbe sarebbe la negazione di ciò in cui ha sempre creduto, e gli opportunisti che ci guadagnano rifiutano di accettare la realtà anche iora con gli eventi in corso.
Ciao
Alle tue parole Proteus aggiungerei che ci stiamo comportando come quelli che vedono che il cielo si sta annuvolando, e anche pesantemente, ma liquidano la cosa dicendosi che intanto non verrà mai a piovere.
In italia però non saprei se una cosa del genere potrebbe succedere, valutando le due possibilità, ovvero che non accada e viceversa che accada.....
Nel primo caso potrebbe essere perchè comunque qua da noi agli extracomunitari irregolari e che delinquono gli viene concessa molta più libertà e tolleranza, da notare che poi, per assurdo, viene magari resa la vita più difficile a quelli che invece hanno tutte le intenzioni di comportarsi onestamente (questo non lo dico io, ma lo deduco da quando mi è stato detto da diversi conoscenti extracomunitari), in conseguenza a questo, quella parte che è dedita alla violenza e al crimine non ha alcun interesse ad inimicarsi un paese che già li favorisce in mille modi, anche andando contro i cittadini onesti pur di fare questo (e tra "cittadini onesti" ci metto ovviamente anche gli extracomunitari onesti, tanto per intenderci).
In poche parole... non vai ad attaccare chi ti è già amico! ;)
Nel secondo caso, ovvero nell'ipotesi che succeda anche da noi, potrebbe essere perchè sicuramente l'italia viene visto come un paese più pronto a tirarsi giù i pantaloni, ovvero un paese molle, dove eventuali richieste dei rivoltosi verrebbero soddisfatte più facilmente che in altri paesi, anzi, a mio avviso qua da noi basterebbero due giorni di quegli scontri e sicuramente verrebbe promesso ad ogni rivoltoso che se depone le armi gli verrebbero dati alloggio gratis e vitalizio per lui e per tutti i suoi parenti e amici (ovviamente il tutto a spese del contribuente! ;) ).
Probabilmente metterebbero l'ennesima accisa sui carburanti, magari "pro-rivolta 2005 (o 2006)", tanto per fare un esempio!
Vedremo.... :rolleyes:
-kurgan-
07-11-2005, 10:54
quando Bertinotti farà parte di una coalizione di governo diventeranno tutti cittadini italiani, poi alla legislatura successiva questi nuovi cittadini italiani, ci butteranno fuori dalla nostra Patria.
:asd:
Spectrum7glr
07-11-2005, 11:49
Cioè quando in Italia cominceranno ad esserci quelli che bruciano le macchine con le molotov?
Ci sono già... ed hanno sicuramente meno ragioni di quelli che lo fanno in Francia.
perchè quelli che lo fanno in Francia hanno una qualche ragione? prendersela con la proprietà privata dei cittadini ha una giustificazione? sparare con fucili da caccia a poliziotti ha una giustificazione?
Penso che in italia sia ancora presto ma non occorrerà molto tempo perchè ci si arrivi. In ogni caso io temo che qualora avvenisse si assista ad uno scollamento tra istituzioni calabraghe e cittadini infuriati, allora si che saranno cavoli amari e la guerra civile sarebbe alle porte in quanto lo stato interverrebbe, essendosi calato le breache, contro i suoi stessi cittadini provocando l'esplosione di una rabbia, la sento nelle parole della gente, che monta ogni giorno di più.
Ciao.
P.S. Si sente già di gruppi che si organizzano per contrastare unl'eventualità di simili accadimenti, voglia il cielo che che la situazione non precipiti perchè la situazione di questo paese è molto fragile e compromessa e non serve molto per farla esplodere con pesanti sconfinamenti nell'illegalità e nel vero e proprio, il popolo irritato è una brutta bestia acefala e crudele, razzismo.
Sì, in effetti in Francia il fenomeno è meno probabile in quanto le autorità e lo stato sono sentiti come più forti, da noi invece l'impressione che descrivi è decisamente maggiore.
Nonostante questo anche in Francia ci sono i primi cenni di autodifesa da parte di alcuni gruppi di cittadini.
Nel nord, o almeno, nelle zone dove abito io, ce n'è molta di gente che è arcistufa di questi atteggiamenti di perdonismo, anch'io sento molta gente che è arcistufa di questo stato delle cose, dove a certe categorie, in nome del loro disagio sociale, viene permesso di tutto, o comunque le eventuali pene vengono ammorbidite il più possibile, mentre al cittadino onesto medio gli vengono contati anche i peli del cu... ci siamo capiti! ;)
Infatti si è anche visto quando c'è stata quella storia di quell'italiano accoltellato da un albanese nei dintorni di Varese cosa è successo poi, e quello è soltanto un accenno, un piccolo fuocherello!
Peccato che poi ci vada di mezzo anche gente che non c'entra niente, tipo quell'albanese che aveva quella pizzeria, e che probabilmente era la persona più onetsa di questa terra, ma... si sa che brutta bestia è l'odio quando viene sguinzagliato, lasciato libero a se stesso... :rolleyes:
Purtroppo spesso le cosiddette istituzioni non capiscono che le cose andrebbero sempre tenute in equilibrio, e il lasciare distendere troppo una molla spesso vuol dire comprimere troppo quella che sta dalla parte opposta, capisci il mio paragone? ;)
Ovviamente mi auguro io per primo che non scoppi mai una cosa del genere qua da noi, e se mai dovesse scoppiare mi auguro che la reazione delle autorità sia tale da non invogliare i cittadini a questa autodifesa, anche se in questo senso sono pessimista.
Se si arrivasse a quel punto il rischio di un accenno di guerra civile penso sarebbe consistente, anche perchè certe frange della sinistra apparteneneti ai centri sociali non penso esiterebbero un attimo a schierarsi con quella parte di extracomunitari insorti (preciso "quella parte" perchè a chi è qua per lavorare onestamente penso che non interesserebbe aggregarsi a quegli atteggiamenti), e in quel caso il malcontento dei cittadini si associerebbe con i gruppi estremisti di destra, naturali nemici di questi "ragazzi dei centri sociali", a quel punto lo scontro degenererebbe in "italiani contro italiani", e la storia rischierebbe di tornare indietro di 60 e più anni.... :(
*sasha ITALIA*
07-11-2005, 12:22
com'è che siamo arrivati a parlare di guerra civile? :mbe:
Da quanto ho letto, non si tratta di una questione religiosa, e neppure direttamente di una questione di immigrazione. Le persone che si rivoltano in Francia infatti sono quelle della seconda generazione di immigrati, quindi nati in Francia, cittadini francesi. Il problema è che pur avendo la cittadinanza, essi sono di fatto cittadini di serie B, privi di ogni prospettiva di avanzamento sociale, privi di speranze per il futuro. Vivono in una socetà opulenta, che ama la grandeur, ma sono condannati a guardarla da lontano quella opulenza, potendo sperare al massimo di ottenere impieghi umili. Così non si sentono più di appartenere ai paesi di origine dei loro genitori, ma neppure si sentono parte della Francia, la cui società sembra volerli tenere ai margini. Lo stesso fenomeno penso sia all'origine degli attentati di Londra. Il problema è che l'Europa funziona diversamente dagli Stati Uniti, le nostre società non offrono affatto a tutti le stesse possibilità, è molto più difficile per un figlio di immigrati (ma anche per un signor nessuno qualunque) fare fortuna qui, rispetto agli USA.
Il problema è che l'Europa funziona diversamente dagli Stati Uniti, le nostre società non offrono affatto a tutti le stesse possibilità, è molto più difficile per un figlio di immigrati (ma anche per un signor nessuno qualunque) fare fortuna qui, rispetto agli USA.
Negli States non è che vada molto meglio anzi, basti ricordare la rivolta di Los Angeles del 1992, scatenata proprio da un evento simile, in una settimana ci furono 60 morti e 3000 feriti, la più grande rivolta urbana di sempre del mondo occidentale.
Da quanto ho letto, non si tratta di una questione religiosa, e neppure direttamente di una questione di immigrazione. Le persone che si rivoltano in Francia infatti sono quelle della seconda generazione di immigrati, quindi nati in Francia, cittadini francesi. Il problema è che pur avendo la cittadinanza, essi sono di fatto cittadini di serie B, privi di ogni prospettiva di avanzamento sociale, privi di speranze per il futuro. Vivono in una socetà opulenta, che ama la grandeur, ma sono condannati a guardarla da lontano quella opulenza, potendo sperare al massimo di ottenere impieghi umili. Così non si sentono più di appartenere ai paesi di origine dei loro genitori, ma neppure si sentono parte della Francia, la cui società sembra volerli tenere ai margini. Lo stesso fenomeno penso sia all'origine degli attentati di Londra. Il problema è che l'Europa funziona diversamente dagli Stati Uniti, le nostre società non offrono affatto a tutti le stesse possibilità, è molto più difficile per un figlio di immigrati (ma anche per un signor nessuno qualunque) fare fortuna qui, rispetto agli USA.
Quoto per me è proprio questo il problema ed è proprio ciò che ha spinto gli attentatori di Londra .. la società francese (o inglese,tedesca, italiana) li tiene al margine come ha fatto con i loro padri ma ovviamente se prima era un discorso tutto sommato sopportato dalle persone immigrate in quanto loro per primi sapevano di non appartenere a quel paese e avevano + doveri che diritti per i loro figli il problema è molto + sentito visto che sono nati lì e di fatto sono francesi .. si sentono cittadini di serie B ma il problema vero è stata la scelta politica (camufata da aiuto verso i bisognosi) dei paesi europei che era intenzionata ad avere mano d'opera a basso costo (nuova forma di schiavitù) da utilizzare nei lavori pesanti e + umili e che non prevedeva una soluzione o un uso diverso per queste persone ...
come sempre errori politici dovuti a miopia (voluta o no) verso le conseguenze future che come sempre si scagliano addosso alla povera gente ..
Quoto per me è proprio questo il problema ed è proprio ciò che ha spinto gli attentatori di Londra .. la società francese (o inglese,tedesca, italiana) li tiene al margine come ha fatto con i loro padri ma ovviamente se prima era un discorso tutto sommato sopportato dalle persone immigrate in quanto loro per primi sapevano di non appartenere a quel paese e avevano + doveri che diritti per i loro figli il problema è molto + sentito visto che sono nati lì e di fatto sono francesi .. si sentono cittadini di serie B ma il problema vero è stata la scelta politica (camufata da aiuto verso i bisognosi) dei paesi europei che era intenzionata ad avere mano d'opera a basso costo (nuova forma di schiavitù) da utilizzare nei lavori pesanti e + umili e che non prevedeva una soluzione o un uso diverso per queste persone ...
come sempre errori politici dovuti a miopia (voluta o no) verso le conseguenze future che come sempre si scagliano addosso alla povera gente ..
analisi che non fa una piega, complimenti.
Quoto per me è proprio questo il problema ed è proprio ciò che ha spinto gli attentatori di Londra .. la società francese (o inglese,tedesca, italiana) li tiene al margine come ha fatto con i loro padri ma ovviamente se prima era un discorso tutto sommato sopportato dalle persone immigrate in quanto loro per primi sapevano di non appartenere a quel paese e avevano + doveri che diritti per i loro figli il problema è molto + sentito visto che sono nati lì e di fatto sono francesi .. si sentono cittadini di serie B ma il problema vero è stata la scelta politica (camufata da aiuto verso i bisognosi) dei paesi europei che era intenzionata ad avere mano d'opera a basso costo (nuova forma di schiavitù) da utilizzare nei lavori pesanti e + umili e che non prevedeva una soluzione o un uso diverso per queste persone ...
come sempre errori politici dovuti a miopia (voluta o no) verso le conseguenze future che come sempre si scagliano addosso alla povera gente ..
Quindi secondo te dovremmo farli tutti "dottori o avvocati" quando già noi facciamo fatica a trovarli quei posti (soprattutto al centro-sud)??!!
Io non vado a far guerra civile da loro perchè non mi fanno fare un lavoro decente e neanche i miei bisnonni lo fecero (o trisnonni :confused: ) quando emigrarono in America.
Noi abbiamo questo da offrigli, se gli sta bene accettano altrimenti restano a casa loro e in catena ci mandiamo i carcerati e quelli che fanno fatica ad integrarsi nella società (vedi drogati ecc..).
beppegrillo
07-11-2005, 14:06
Da quanto ho letto, non si tratta di una questione religiosa, e neppure direttamente di una questione di immigrazione. Le persone che si rivoltano in Francia infatti sono quelle della seconda generazione di immigrati, quindi nati in Francia, cittadini francesi. Il problema è che pur avendo la cittadinanza, essi sono di fatto cittadini di serie B, privi di ogni prospettiva di avanzamento sociale, privi di speranze per il futuro. Vivono in una socetà opulenta, che ama la grandeur, ma sono condannati a guardarla da lontano quella opulenza, potendo sperare al massimo di ottenere impieghi umili. Così non si sentono più di appartenere ai paesi di origine dei loro genitori, ma neppure si sentono parte della Francia, la cui società sembra volerli tenere ai margini. Lo stesso fenomeno penso sia all'origine degli attentati di Londra. Il problema è che l'Europa funziona diversamente dagli Stati Uniti, le nostre società non offrono affatto a tutti le stesse possibilità, è molto più difficile per un figlio di immigrati (ma anche per un signor nessuno qualunque) fare fortuna qui, rispetto agli USA.
Daccordo, come è già stato detto si sono date per scontate molte cose nel processo di integrazione, fino a qualche mese fà utenti di questo forum elogiavano il sistema francese di immigrazione..
Io ci tengo a sottolineare che
1) Nulla gli è dovuto, se vuoi emergere nella società occidentale, estra i cosiddetti attributi.
2) Ogni società ha un limite strutturale di presenze straniere, oltre le condizioni di vita degenerano per entrambi (chi ospita e chi è ospitato), quindi non mi piace vedere inutili str..te buoniste, dell'aiutiamoli tutti, la barca affonda..
è straniero che anche chi filgio di immigrati di 2/3a generazione ? :confused:
nomeutente
07-11-2005, 14:09
perchè quelli che lo fanno in Francia hanno una qualche ragione? prendersela con la proprietà privata dei cittadini ha una giustificazione? sparare con fucili da caccia a poliziotti ha una giustificazione?
Che sia una situazione spiacevole non ci piove. Ma non lo fanno sicuramente per divertirsi come invece fanno i piromani nostrani. Era solo per dire che non ci sono solo gli immigrati a fare stronzate.
beppegrillo
07-11-2005, 14:12
Che sia una situazione spiacevole non ci piove. Ma non lo fanno sicuramente per divertirsi come invece fanno i piromani nostrani. Era solo per dire che non ci sono solo gli immigrati a fare stronzate.
La violenza non è mai giustificata.
Lucio Virzì
07-11-2005, 14:19
La violenza non è mai giustificata.
Questa invece: http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1057943
sono sicuro che la giustifichi, vero? :rolleyes:
LuVi
FastFreddy
07-11-2005, 14:22
Violenza violenza sempre violenza, da una parte o dall'altra la violenza si giustifica o meno a seconda di come fa comodo....
Ziosilvio
07-11-2005, 14:41
E dopo dieci giorni di rivolta, un uomo è morto...
Dal sito Web del Corriere della Sera (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/11_Novembre/07/francia.shtml):
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Un 60enne colpito con un pugno venerdì sera a nord di Parigi
Francia: primo morto per la rivolta
Sono almeno 32 i feriti, 29 i poliziotti di cui due gravi, e anche un bambino di 13 mesi. Sono 1.408 le vetture incendiate
PARIGI - C'è il primo morto nella rivolta delle banlieue francesi. Si tratta di Jean-Jacques Le Chenade, un 60enne colpito con un pugno mentre cercava di spegnere un cassonetto dato alle fiamme venerdì sera a nord di Parigi. Il pensionato era caduto battendo la testa sulla strada. «Mi auguro che queste persone siano punite», ha detto la moglie della vittima, ricevuta dal ministro dell'Interno Nicolas Sarkozy. «Il ministro, con il quale sono in piena sintonia, ha promesso che farà il possibile per aiutarci». L'undicesima notte di violenza non ha più coinvolto soltanto a Parigi, ma si è estesa in tutta la Francia e si è alzato il livello dello scontro. Le bande di giovani hanno infatti cominciato a sparare: a Grigny, a sud di Parigi, usando fucili da caccia hanno colpito decine di poliziotti. Due sono in condizioni gravi, uno è stato colpito alla gola e l'altro a una gamba: ora sono ricoverati in ospedale.
Circa 200 giovani hanno lanciato pietre e altri oggetti contro i poliziotti e alcuni hanno sparato con pistole e fucili da caccia. Altri incidenti sono segnalati in diverse città. A Tolosa, nel sud-ovest, una trentina di giovani si sono scontrati con la polizia. Una scuola materna è stata data alle fiamme a Saint-Etienne e otto camion sono stati bruciati a Roanne, nel centro del Paese. A Rouen e a Le Havre, nell'ovest, sono state incendiate diverse automobili. Nella periferia di Rouen, un'auto-ariete è stata lanciata contro un commissariato di polizia, secondo fonti della prefettura. Il bilancio complessivo e’ pesante: 32 feriti, di cui 29 poliziotti (due, colpiti da arma da fuoco, sono in condizioni gravi) e anche un bambino di 13 mesi. Le auto incendiate sono 1.408 e le persone fermate sono 395 secondo quanto ha affermato da Catherine Casteran, rappresentante della Direzione della polizia nazionale.
BAMBINO FERITO - A Colombes, nelle Hauts-de-Seine, un bambino di 13 mesi e’ stato ferito alla testa dopo che un autobus e’ stato preso a bersaglio del lancio di sassi. Il bambino e’ stato trasportato in ospedale, riferisce la polizia che non ha dato altre notizie sullo stato di salute della piccola vittima. Poliziotti, intervenuti a Grigny, sono stati oggetto di spari mentre si trovavano nel quartiere della Grande-Borne, riferisce la polizia dell’Essonne che ha contato 29 feriti, di cui due in gravi condizioni. Secondo la direzione della polizia, uno dei poliziotti e’ stato colpito alla gola, il secondo a una gamba. Nel dipartimento dell’Essonne i pompieri hanno avuto le più grandi difficoltà a intervenire in alcune zone. Tre scuole sono state incendiate a Fleury-Merogis, Savigny e Evry. Uno studio di produzione di tremila metri quadri e’ stato incendiato a Asnieres, secondo la prefettura di Hauts-de-Seine.
INCIDENTI - L’incendio è di origine non accertata, hanno detto i pompieri a giornalisti dell’Associated Press Television News (Aptn) presenti sul posto. Dal pomeriggio inoltrato, gli incidenti si sono moltiplicati nella regione parigina. Una cinquantina di auto sono state incendiate nella Seine-Saint-Denis. Nella Val d’Oise, una ventina di veicoli sono bruciati e i pompieri sono dovuti intervenire in particolare a Argenteuil e a Pontoise. Nelle Yvelines, i rivoltosi hanno tentato di incendiare la tesoreria di Trappes. Altri incidenti sono stati segnalati vicino al posto di polizia di Argenteuil (Seine-Saint-Denis). Nella capitale, la situazione appare calma e nessun incidente e’ stato segnalato dalla prefettura e dalla polizia.In provincia al contrario la situazione e’ molto tesa. Praticamente in tutti i dipartimenti, poliziotti e servizi di soccorso sono dovuti intervenire per incendi di automobili e lancio di molotov. In molti casi i pompieri sono dovuti intervenire sotto la protezione dei poliziotti.
07 novembre 2005
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Quindi secondo te dovremmo farli tutti "dottori o avvocati" quando già noi facciamo fatica a trovarli quei posti (soprattutto al centro-sud)??!!
Io non vado a far guerra civile da loro perchè non mi fanno fare un lavoro decente e neanche i miei bisnonni lo fecero (o trisnonni :confused: ) quando emigrarono in America.
Noi abbiamo questo da offrigli, se gli sta bene accettano altrimenti restano a casa loro e in catena ci mandiamo i carcerati e quelli che fanno fatica ad integrarsi nella società (vedi drogati ecc..).
non mi pare di aver detto questo la protesta è nata sbagliata e sta continuando peggio ma bisogna considerarne le cause ed sbagliato paragonare le seconde generazioni agli immigrati clandestini .. sono a tutti gli effetti cittadini francesi e come tale dovrebbero godere degli stessi diritti di tutti gli altri cosa che non avviene perchè l'uomo è oggettivamente razzista c'è un scontro di culture diverse che inasprisce i problemi e si innesca un ciclo per cui + ci sono questi episodi di guerriglia + aumenta il razzismo + aumenta la chiusura verso queste persone + aumenta la rabbia e gli episodi di violenza ..
la soluzione ???? bò io son troppo ignorante per trovarne una e c'è chi è pagato (e pure troppo) per trovarla
sicuramente mi viene da escludere a priori posizioni estremiste da un parte e dall'altra (del tipo diamoli tutto o mettiali al muro)
x l'italia che ora affronta i problemi legati invece all'immigrazione (ed è quindi indietro rispetto alla Francia di una generazione) potrei dire che un soluzione potrebbe essere quella di non creare quartieri ghetti (eh già qui non ci siamo)
punire pesantemente chi commette reati gravi (ma non solo con gli immigrati ma proprio con tutti) ma nel contempo favorire pesantemente chi invece lavora onestamente integrandolo nel tessuto sociale (quindi cittadinanza, voto etc) ... nel chiudere le frontiere seriamente (effettivamente non si può prendere a cannonate i barconi che arrivano ma neanche far entrare tutti perchè posto x tutti non c'è ) .. nel creare un unico tipo di scuola pubblica o privata veraemnte laica (quindi niente scuole private islamiche o cattoliche o ebraiche) che tutti i ragazzi devono frequentare e dove vengono insegnate le stesse materie, dove venga insegnato il rispetto del codice civile e dell'amore per la propria nazione (che non equivale per forza al nazionalismo)
possibilità di accedere a qualsiasi lavoro per tutti e per qualsiasi ceppo sociale ... un immigrato (e non solo lui) se vuole diventare un notaio deve avere le stesse possibilità di un figlio di notaio ma veramente ... mica a parole ..
la violenza cmq è sempre sbagliata ... e non risolve nessun problema .. i grandi che hanno veramente cambiato la storia hanno usato la non violenza come forma di lotta ... a partire dal primo non violento della storia Gesù sino ai vari Gandhi,MLK o Mandela
non mi pare di aver detto questo la protesta è nata sbagliata e sta continuando peggio ma bisogna considerarne le cause ed sbagliato paragonare le seconde generazioni agli immigrati clandestini .. sono a tutti gli effetti cittadini francesi e come tale dovrebbero godere degli stessi diritti di tutti gli altri cosa che non avviene perchè l'uomo è oggettivamente razzista c'è un scontro di culture diverse che inasprisce i problemi e si innesca un ciclo per cui + ci sono questi episodi di guerriglia + aumenta il razzismo + aumenta la chiusura verso queste persone + aumenta la rabbia e gli episodi di violenza ..
la soluzione ???? bò io son troppo ignorante per trovarne una e c'è chi è pagato (e pure troppo) per trovarla
sicuramente mi viene da escludere a priori posizioni estremiste da un parte e dall'altra (del tipo diamoli tutto o mettiali al muro)
x l'italia che ora affronta i problemi legati invece all'immigrazione (ed è quindi indietro rispetto alla Francia di una generazione) potrei dire che un soluzione potrebbe essere quella di non creare quartieri ghetti (eh già qui non ci siamo)
punire pesantemente chi commette reati gravi (ma non solo con gli immigrati ma proprio con tutti) ma nel contempo favorire pesantemente chi invece lavora onestamente integrandolo nel tessuto sociale (quindi cittadinanza, voto etc) ... nel chiudere le frontiere seriamente (effettivamente non si può prendere a cannonate i barconi che arrivano ma neanche far entrare tutti perchè posto x tutti non c'è ) .. nel creare un unico tipo di scuola pubblica o privata veraemnte laica (quindi niente scuole private islamiche o cattoliche o ebraiche) che tutti i ragazzi devono frequentare e dove vengono insegnate le stesse materie, dove venga insegnato il rispetto del codice civile e dell'amore per la propria nazione (che non equivale per forza al nazionalismo)
possibilità di accedere a qualsiasi lavoro per tutti e per qualsiasi ceppo sociale ... un immigrato (e non solo lui) se vuole diventare un notaio deve avere le stesse possibilità di un figlio di notaio ma veramente ... mica a parole ..
la violenza cmq è sempre sbagliata ... e non risolve nessun problema .. i grandi che hanno veramente cambiato la storia hanno usato la non violenza come forma di lotta ... a partire dal primo non violento della storia Gesù sino ai vari Gandhi,MLK o Mandela
Sono molto d'accordo con ciò che hai appena detto ;)
nomeutente
07-11-2005, 15:32
La violenza non è mai giustificata.
E' il mai che mi suona molto strano...
Diciamo che se un immigrato in Francia è violento dopo che un suo amico è rimasto ucciso folgorato non è giustificato, ma quando la Francia spara lacrimogeni in Costa d'Avorio (contro gli ivoriani che accusano la Francia di aver rubato i soldi della Banca Centrale) di giustificazioni ne trova sempre e nessuno si lamenta. Chissà perché?
loreluca
07-11-2005, 16:31
Secondo me l'unica maniera per fermare queste rivolte è la reintroduzione della pena capitale, anche solo per un breve periodo; se non si dà un esempio il fenomeno parigino rischia di diffondersi a macchia d'olio in tutta Europa.
Adesso sarete pronti a stigmatizzarmi e a darmi del razzista però io la penso così.
PARIGI - L'esplosione di violenza teppistica in Francia era stata prevista.
Bastava leggere Ortega y Gasset, che già dagli anni trenta paventava la invasione verticale dei barbari: i barbari che non ci invadono da fuori, ma da sotto, dall'interno della nostra società (1).
Questi barbari sono i giovani.
Ogni nuova generazione viene al mondo senza sapere nulla della civiltà in cui è nata, animata solo dalle sue voglie e dai suoi impulsi spontanei.
Per millenni, i sistemi sociali sono stati anche dei grandi sistemi pedagogici per «civilizzare» i barbari verticali: trasmettere loro i principi, la cultura, l'educazione che costituisce il tessuto del vivere civile.
Questo sistema di trasmissione è stato spezzato da tempo.
Anzitutto perché la società illuminista si è voluta anti-tradizionale, basata sul disprezzo della tradizione e sulla cancellazione della tradizione.
E «tradizione» era appunto «consegnare» (tradere), trasferire la civiltà dalle vecchie generazioni alle nuove e barbariche.
Da qui una pedagogia anti-autoritaria, razionalisticamente permissiva, che identifica la «libertà» con «il non incontrare nessuna limitazione, e potersi abbandonare tranquillamente a se stessi».
I giovani vengono cresciuti nella convinzione narcisistica, rafforzata dalla pubblicità e da una TV criminalmente irresponsabile, che «non deve limitare i suoi desideri, che tutto gli è permesso e nulla gli è imposto». «Soddisfa la tua sete», è uno slogan della Coca-Cola: può essere il motto dei giovani neobarbari.
Ma così, i piccoli barbari-bambini diventano adulti restando barbari. Adulti muscolosi, ben nutriti e pericolosi.
E' istruttivo vedere come gli spaccatutto delle banlieues parigine non provino nemmeno a dare una «ragione» ideologica o politica della loro violenza.
Non sono nemmeno musulmani, non fanno alcun riferimento all'Islam dei genitori, non ascoltano i loro imam che li invitano alla calma.
Richiesti della loro identità, dicono «93», che è il numero del loro quartiere-dormitorio, o il suo prefisso telefonico.
Come i barbari, sono inarticolati; non sanno parlare («barbaroi» significava, in greco, balbettanti), e la loro stessa impotenza verbale li obbliga a scegliere, come unica espressione, la violenza.
La più cieca e inutile, il bruciare le auto dei vicini di casa.
Sono disoccupati perché inoccupabili: la scuola non ha saputo insegnare loro nulla, sono al grado zero dell'istruzione e dell'educazione.
Non provano alcuna solidarietà verso la complessa società che li alleva nella relativa abbondanza della modernità: vivono nella civiltà tecnica come i selvaggi primitivi vivono nella natura, credono che autobus e telefonini e macchine nascano come frutti spontanei sugli alberi.
Non si sentono impegnati né a difendere né a continuare la civiltà.
Né ovviamente sono in grado di farla continuare.
E di fatto, diceva Ortega, l'emersione di questi barbari verticali farà retrocedere l'intera Europa alla barbarie.
«Le tecniche giuridiche e meccaniche (il diritto è la più straordinaria tecnica di disciplina delle relazioni umane, inventata dal popolo più civilizzatore, il romano) si volatilizzeranno. La vita intera subirà una contrazione. L'attuale abbondanza di possibilità (che rende facile la vita del neo-barbaro) si convertirà in effettiva mancanza, impotenza angosciosa, in vera decadenza».
Ma la neo-barbarie contagia ormai tutti noi.
L'esempio peggiore viene dall'alto, dalle classi dirigenti.
In USA, la Casa Bianca legalizza la tortura come mezzo d'indagine: quale segno più chiaro di retrocessione alla barbarie?
E proclama che la sua forza fa diritto.
La barbarie è appunto, anzitutto, violenza.
La civiltà è lo sforzo di ridurre la violenza ad «ultima ratio».
La barbarie adotta la violenza come «prima ratio».
Contro gli argomenti del dibattito, usa un solo argomento: sono più forte di te, dunque posso ucciderti.
Fine del dibattito.
Avviene in Iraq, avviene nelle banlieues parigine.
La barbarie, dice Ortega, è assenza di norme: non solo penali e legali, ma norme intellettuali.
«Non c'è cultura dove non ci sia profondo rispetto per posizioni intellettuali estreme a cui riferirsi nella disputa», dice Ortega: e l'attuale conformismo di massa, sempre pronto a mordere e a far tacere i pochi che esprimono idee nuove, non udite prima, intellettualmente «estreme», è uno dei più precisi sintomi della barbarie che ormai abita tutti noi (2).
Della nostra povertà intellettuale crescente.
Barbarie è, fatto cruciale, «tendenza alla dissociazione».
«Le epoche barbare», spiega Ortega y Gasset, «sono sempre state un pullulare di gruppi minimi fra loro separati e ostili».
L'esplosione di etnicismi, di pretese di «identità» locali e razziali, biologiche, sessuali («i gay» vogliono il riconoscimento come categoria) e pre-giuridiche, offensive e difensive, ebraiche e islamiste, basche o catalane e leghiste, sono un sintomo iniziale di barbarie.
Se volete vedere a cosa porta questa tendenza alla barbarie quando si compie perfettamente, guardate l'Africa: ogni venti chilometri c'è una tribù con una lingua diversa dalla tribù vicina, e in guerra perpetua con la vicina.
Nessun invito all'associazione (nessuno Stato) resiste mai troppo a lungo in Africa: gli hutu ogni tanto massacrano i tutsi, i nilotici sudanesi i tribali del sud Sudan, i Xosa sudafricani gli zulù.
Non c'è società ma il suo contrario: dis-società, dissociazione, sotto forma di isolamento feroce, etnico e linguistico.
Le banlieues sono abitate da tribù che si chiamano «93», un pullulare di gruppi minimi reciprocamente ostili.
Le cose stanno avanzando anche da noi.
Non c'è più nessuno che si dica orgoglioso, come san Paolo, «civis romanus sum», che si faccia liberare dalla catena etnica (perché il diritto, il diritto romano, era liberatore dalla schiavitù della razza e del gruppo tribale); tutti vogliono distinguersi per «identità» pre-moderne, pre-giuridiche.
Si dica una parola sugli architetti, sui piani regolatori.
Conosco quelle banlieus parigine, costruite dagli architetti.
Infinitamente più pulite dei quartieri popolari italiani, razionalmente terse, lunghi viali alberati; ma vi aleggia un senso di morte asettica, sono grandi depositi di vite umane, non prevedono l'incontro e la piazza, la bottega e la preghiera.
Sono concepite per creare estranei.
Ogni passante che cammini lungo uno dei viali è pericoloso, un nemico, un estraneo.
Nessuna aspirazione che non sia materiale (mangiare, dormire) viene lì soddisfatta.
Gli architetti andrebbero fucilati come corresponsabili della barbarie.
Ci sono rimedi?
Ci sono, ma basta evocarli per sentirsi intimare il silenzio: «disciplina», «tradizione», «autorità».
C'è bisogno di «comando» nel mondo, e comando non è in primo luogo violenza. Bush e Cheney non sono «il comando»; manca nel mondo il comando legittimo.
Il comando è, dice Ortega, «assegnare un compito alle persone, metterle sulla via del loro destino, sul loro cardine, impedirne la dissipazione». Questo fece Roma con i popoli soggetti: li chiamò ad un livello di vita più esigente, li chiamò a partecipare alla propria civiltà.
Con i giovani, la vera carità è la durezza, per metterli sui loro cardini, perché non dissipino la loro vita.
Uno dei primi atti necessari è chiudere le TV irresponsabili, quelle del «grande fratello» e dell'«isola dei famosi», che dissennatamente offrono come modelli la maleducazione, la sensualità, l'impulsività dei loro «eroi» di cartapesta.
E via questa idiota «libertà», che nulla ha a che fare con la libertà politica, civile, di pensiero per cui hanno lottato i nostri antenati, da Socrate in poi. La «libertà» di sposarsi tra finocchi, o di fumare hashish, non ha alcuna dignità politica, e non merita alcun riconoscimento.
La «libertà» dei giovani va assolutamente ristretta.
Ortega la bolla così: «ecco l'orribile situazione intima in cui viene a trovarsi la migliore gioventù del mondo (parlava di quella europea). Nel sentirsi puramente libera, esente da impegni, si sente vuota. Una vita senza impegni è peggio della morte, perché vivere vuol dire aver da fare qualcosa di preciso, compiere un incarico».
E' questa la situazione dei nuovi barbari, dei nostri figli.
Che ora ci uccidono.
A Parigi, hanno dato fuoco ad un handicappato.
E' solo l'inizio.
Maurizio Blondet
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Note
1) Ortega y Gasset, «La ribellione delle masse», Il Mulino; l'edizione originale è di Madrid, 1930.
2) Esempio di questo fatto, un lettore mi chiede, con disarmante ingenuità, di confermare se io sono un «clerico-nazista». Non gli basta quello che legge nel sito per capire la mia posizione, le mie idee che gli paiono «estreme» solo perché sono anticonformiste, diverse da quelle continuamente ripetute nei media. Vuole che mi attribuisca da solo l'etichetta prefabbricata che, secondo lui, gli permetterà di capire «la mia posizione». E nemmeno si rende conto che «clerico-nazista» non è una categoria intesa a far comprendere, ma a demonizzare, a delegittimare. E, magari, a far mettere in prigione (dalla psico-polizia) colui che viene così etichettato. Ortega: «è intellettualmente massa colui che di fronte a qualsiasi problema si contenta di pensare ciò che trova comodamente nella sua testa», già bell'e fatto dal conformismo politicamente corretto, ossia non pensato da lui ma da altri, che hanno il potere.
di
Maurizio Blondet
ave
nomeutente
07-11-2005, 16:54
Secondo me l'unica maniera per fermare queste rivolte è la reintroduzione della pena capitale, anche solo per un breve periodo; se non si dà un esempio il fenomeno parigino rischia di diffondersi a macchia d'olio in tutta Europa.
Adesso sarete pronti a stigmatizzarmi e a darmi del razzista però io la penso così.
Non so gli altri, ma io non ti stigmatizzo. Anzi apprezzo l'onestà con cui esprimi la tua idea, invece di arzigogolare con espressioni del tipo "ci vuole la mano ferma" che non dicono nulla.
Resta il fatto che i problemi sociali non sono mai stati risolti con l'uso della forza (ed anzi equivale a buttare benzina sul fuoco, se mi passi la metafora infelice in questo caso), quindi la tua idea è sbagliata.
Tieni presente che il fattore scatenante è stato un ragazzo morto folgorato mentre era inseguito dalla polizia. Se ne ammazzi altri aggravi solo il problema, a meno di non ammazzare tutta la banlieue insieme.
nomeutente
07-11-2005, 17:10
Non conosco la situazione esatta della morte del ragazzo: perchè stava scappando? Come mai è rimasto folgorato? :confused:
P.s. (non erano 2 i ragazzi?)
Forse hai ragione: erano due.
Se ho capito bene ci sono state prima delle proteste più o meno "normali"... Poi durante una carica due ragazzi si sono nascosti in una cabina elettrica e sono morti e da lì la violenza è aumentata esponenzialmente.
Però devo dire che ho sentito cose contraddittorie (addirittura al tg di qualche giorno fa si parlava di un ragazzo solo e non in un contesto di scontri). Non sono certo.
beppegrillo
07-11-2005, 18:17
Tieni presente che il fattore scatenante è stato un ragazzo morto folgorato mentre era inseguito dalla polizia. Se ne ammazzi altri aggravi solo il problema, a meno di non ammazzare tutta la banlieue insieme.
Credo sia solo un pretesto, in più avessi detto la polizia ha sparato perchè era un immigrato clandestino che rubava del cibo, si è trattato di un semplice incidente, in un inseguimento come ne accadono ogni giorno nelle metropoli.
Semplicemente gli immigrati hanno sfruttato l'episodio per manifestare la loro rabbia repressa, non lo metto in dubbio che questa gente viva in condizioni disagiate, ma signori nessuno ha la bacchetta magica, non basta semplicemente oltrepassare il confine per cambiare la vita.
Mi chiedo solo perchè allora tutti i francesi che vivono in condizioni disagiate, non hanno avuto una simile reazione? Evidentemente la povertà centra ma non è l'unico fattore, la tanto agoniata integrazione è più difficile da ottenre di quanto si pensi, se gli immigrati preferisco chiudersi a "riccio" e ghettizarsi.
Freeride
07-11-2005, 18:30
Credo sia solo un pretesto, in più avessi detto la polizia ha sparato perchè era un immigrato clandestino che rubava del cibo, si è trattato di un semplice incidente, in un inseguimento come ne accadono ogni giorno nelle metropoli.
La settimana scorsa vicino a torino è morto travolto da un treno un agente della guardia di finanza mentre inseguiva 3 extra"fatevoi" rei di andare in giro con svariati kili di droga.
Se invece di quel poveraccio finiva sotto al treno uno di quei 3 marocchini cosa succedeva da noi?
Direi che la cittadinanza in Italia già la si può ottenere troppo facilmente, e il signor Prodi ha tutta l'intenzione di rendere le pratiche ancora più semplici.
Per quel che mi riguarda chi finisce coinvolto anche solo in risse o trovato con pochi grammi di droga non dovrebbe avere la nostra cittadinanza neanche se passa qui 100 anni della sua vita e neppure se si sposa con una cittadina italiana.
Servono regole serie e molto restrittive come le hanno le persone serie della Svizzera.
Ah, poi dimenticavo, chi vuole diventare cittadino italiano, si deve fare un anno di servizio civile o militare, come lo hanno fatto tutti i veri italiani.
Il servizio civile o militare??? ma se uno e' venuto qua quando aveva 20 anni e poi adesso ne ha 40 (dopo 20 anni) gli vuoi far fare il servizio civile o militare???
Facile ottenere la cittadinanza ?? dove qui ??? stai scherzando ???? e quasi impossibile e ci vogliono anche avocati ?? ho un amico che lavora insieme a me in albergo sri lanka (bravissima persona) che dopo 17 anni di lavoro ha avuto la sfortuna di perdere il lavoro il nono anno della sua permanenza in italia quindi non ha percepito lo stipendio per 3 mesi e questo ha creato complicazioni perche una persona per prendere la cittadinanza deve pagare i contributi per 10 anni di seguito ??? lol quindi anche se ne ha pagati 17 -3 mesi ma non di seguito non ne ha il diritto ,....e poi anche se sei tutto in regola diconoc he e' meglio che ci vai con un avvocato !!!
Semplice inconfronto dove non nei paesi occidentali !!!
jumpermax
07-11-2005, 21:39
http://www.rolliblog.net/archives/2005/11/06/integrazione_il_fallimento_del_modello_francese.html
Integrazione: il fallimento del modello francese
Amir Taheri analizza le cause della rivolta che sta mettendo a ferro e fuoco le periferie francesi.
Clichy, dove hanno avuto origine i disordini, è abitata per l' 80% da musulmani provenienti dal mondo arabo e dal resto dell’ Africa, percentuale che va dal 30% al 60% nelle altre località coinvolte.
Si tratta di centri suburbani sorti negli anni ’50 sul modello degli alloggi popolari sovietici dell’epoca staliniana. In queste città dormitorio - dove la disoccupazione arriva a una percentuale del 60% - le persone vivono ammassate in piccoli appartamenti, anche per generazioni, ed entrano in contatto con lo stile di vita francese solo attraverso la televisione.
I francesi si sono sempre vantati della loro politica di integrazione (attraverso l‘assimilazione) sostenendo che i gruppi di immigrati, di qualsiasi origine, non impiegherebbero più di una generazione per divenire dei veri e propri francesi.
A parte la considerazione che il modello di integrazione francese è risultato efficace solo fino a quando i flussi migratori sono risultati diluiti nel tempo, Taheri si chiede come sia possibile l’ integrazione se nelle scuole delle cittadine suburbane appena il 20% degli scolari è di lingua madre francese.
Non solo, negli anni ‘90 è venuto meno quel potente mezzo di integrazione che era la leva obbligatoria. Inoltre, ogni volta che in una data località cresce il numero di immigrati gli abitanti di origine francese si trasferiscono altrove, in “zone più tranquille”.
Così è possibile che per gli immigrati e i loro discendenti non sia mai necessario parlare il francese, figuriamoci prendere confidenza con la cultura francese.
“Il risultato, spesso, è l’alienazione”.
Ovviamente in questa situazione sguazzano i fondamentalisti islamici. Alcuni di questi già da tempo reclamano, per le aree a prevalenza musulmana, l’ applicazione del sistema del “millet”, proprio dell’ Impero ottomano.
Il “millet” (nazione, da intendersi in senso religioso) era un vero e proprio “Stato nello Stato”. Gli ottomani consentirono alle comunità di credenti non musulmani di essere governate dai propri rappresentanti tradizionali - il rabbino capo per il millet degli ebrei e il patriarca greco-ortodosso per il millet dei cristiani - che nello stesso tempo operavano in veste di funzionari dell’impero. Le alte gerarchie religiose mantenevano le loro strutture originarie e godevano di esenzioni fiscali.
Ma in alcune zone della Francia è gia in essere un sistema del “millet” di fatto.
Le donne indossano il “hijab” e gli uomini si fanno crescere la barba secondo le prescrizioni degli sceicchi. I fondamentalisti sono riusciti a cacciare i rivenditori di alcolici e di prodotti a base di suino, e hanno fatto chiudere sale da ballo, cinema e teatri, prendendo il controllo di buona parte dell’ amministrazione locale, spesso attraverso un’opera di permeazione.
Gli sceicchi, per lo più provenienti dalla Fratellanza musulmana, chiedono alle autorità francesi di farsi da parte e di lasciare loro il compito di negoziare la fine delle ostilità.
Chirac e de Villepin si erano illusi di aver conquistato la comunità musulmana con l’opposizione alla guerra in Iraq e non si sono accorti di avere in casa una vera e propria “bomba a orologeria”.
“E’ ormai chiaro che buona parte dei musulmani non solo rifiutano l’ assimilazione alla “superiore cultura francese”, ma sono convinti che l’Islam offra un modello di vita superiore a quello francese”.
Gilles Kepel, consigliere di Chirac per le questioni islamiche, ritiene che la soluzione sia creare una “nuova Andalusia” in cui cristiani e musulmani operino fianco a fianco per la realizzazione di una nuova sintesi culturale.
Ma - scrive Taheri - chi guiderà la nuova Andalusia? I musulmani o i laicisti francesi? (Ahmir Taheri)
direi che questa comunque è tutto tranne che integrazione...
[cut..]si erano illusi di aver conquistato la comunità musulmana con l’opposizione alla guerra in Iraq e non si sono accorti di avere in casa una vera e propria “bomba a orologeria”.
“E’ ormai chiaro che buona parte dei musulmani non solo rifiutano l’ assimilazione alla “superiore cultura francese”, ma sono convinti che l’Islam offra un modello di vita superiore a quello francese”.
non sono daccordo.
io la vedo pressapoco cosi' (http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=10119989&postcount=199)
ciao
majin mixxi
07-11-2005, 22:16
a volte ho l'impressione che i giornalisti preghino perchè accada qualcosa del genere anche qui da noi
FastFreddy
07-11-2005, 22:21
a volte ho l'impressione che i giornalisti preghino perchè accada qualcosa del genere anche qui da noi
Condivido la tua impressione, e purtroppo se lo augurano anche certi politici...
... Poi durante una carica due ragazzi si sono nascosti in una cabina elettrica e sono morti e da lì la violenza è aumentata esponenzialmente....
Certo che se la sono anche un po cercata..... :rolleyes:
beppegrillo
07-11-2005, 22:27
non sono daccordo.
io la vedo pressapoco cosi' (http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=10119989&postcount=199)
ciao
In quell'articolo hanno voluto tirare fuori una soluzione un pò "filosofica" al problema, allora non capisco, perchè i disadattati sono solo questi giovani immigrati da paesei musulmani?Tutti gli altri francesi vivono in centro ed in condizioni ottiamali?
Non sò dove abiti, ma le province della mia città sono balzate diverse volte agli onori della cronaca nazionale per degrado e criminalità, eppure non ho mai assistito a scene di violenza perpetrata come stà avvenendo nei sobborghi parigini.
nomeutente
08-11-2005, 09:01
Credo sia solo un pretesto, in più avessi detto la polizia ha sparato perchè era un immigrato clandestino che rubava del cibo, si è trattato di un semplice incidente, in un inseguimento come ne accadono ogni giorno nelle metropoli.
Il punto non è se è un pretesto, se hanno ragione, se sono criminali o sono degli eroi.
Il punto è che se si introduce la pena capitale o comunque si ammazzano altri giovani (era questo il nodo del discorso) la situazione non può che peggiorare, perché a quel punto i "pretesti" o le "buone ragioni" non si conteranno più.
Topomoto
08-11-2005, 10:36
a volte ho l'impressione che i giornalisti preghino perchè accada qualcosa del genere anche qui da noi
Credo che allo scoppiare di una guerra nelle redazioni ci sia la ola ;)
oscuroviandante
08-11-2005, 10:56
Ho appena sentito al tgr (radio) che gruppi di facinorosi in Francia avrebbero infierito pure su cimiteri ebraici: perchè?
..perchè sono dei selvaggi ecco perchè.
E come tali andrebbero trattati....
*sasha ITALIA*
08-11-2005, 11:04
Esercito altrochè... devono finirla
oscuroviandante
08-11-2005, 11:12
Esercito altrochè... devono finirla
Assolutamente no!!!Bisogna lasciare che sfascino tutto!Dovranno pure sfogare la
loro frustrazione sulle macchine di altra povera gente e distruggere qualche tomba ebraica.
Chissà perchè proprio ebraica :rolleyes:
cagnaluia
08-11-2005, 19:36
esercito e coprifuoco non li usano ancora?
coprifuoco, c.v.d.
esercito a breve?
beppegrillo
08-11-2005, 20:31
pare di essere ritornati al medioevo.. :rolleyes:
Freeride
08-11-2005, 20:36
pare di essere ritornati al medioevo.. :rolleyes:
Jean Cojon... c'è un saraceno! :D
beppegrillo
08-11-2005, 20:41
Jean Cojon... c'è un saraceno! :D
Sono arrivati gli SBBBABBARRII http://www.dvdessential.it/recensioni/foto/attila04.jpg :asd:
FastFreddy
08-11-2005, 20:45
coprifuoco, c.v.d.
esercito a breve?
E che dovrebbero fare? Offrirgli cornetto e cappuccino quando comincia ad albeggiare?
cagnaluia
08-11-2005, 20:59
E che dovrebbero fare? Offrirgli cornetto e cappuccino quando comincia ad albeggiare?
allegare l'esercito alla cartolina. ;)
Martedì 8 Novembre 2005
La Caritas: Roma non è a rischio come Parigi
Roma non è Parigi, la sua periferia non esploderà. Nel giorno del coprifuoco disposto dal Governo francese per far cessare le violenze nelle banlieue il sindaco della capitale, Walter Veltroni, prende le distanze dalle guerriglie notturne parigine: la periferia della capitale non è esplosiva, anche l’allarme lanciato nei giorni scorsi da Romano Prodi, nel caso di Roma, è eccessivo. I focolai esistono, ma non ci sono ghetti. «Si tratta di periferie molto diverse tra loro - ha detto Veltroni paragonando quella francese con quella romana - il problema di Parigi è l’integrazione e la capacità di accoglienza». Il primo cittadino concorda invece con il leader dell’Unione in merito «all’assenza di politiche per le periferie e soprattutto per le persone più deboli. Penso però che le Amministrazioni in tutta Italia, indipendentemente dal colore politico, abbiano fatto un grande lavoro per ricucire le periferie. Noi lo facciamo quotidianamente e per fortuna le nostre periferie, hanno molti elementi positivi dal punto di vista della coesione sociale».
Se a Roma i ghetti parigini sono lontani, il disagio però esiste. Per questo il sindaco proporrà di portare il problema-periferie alla prossima convocazione dell’Organizzazione mondiale delle città di cui è vicepresidente. Da Colle Oppio, che a più riprese ospita una baraccopoli di immigrati, a piaghe periferiche come il Residence Roma e i Ponti di Laurentino 38. Ma le scelte politiche e la varietà etnica hanno portato a una maggiore integrazione dei 250mila immigrati nella vita della città. C'è un dato, che emerge dall'ultimo rapporto Caritas, che più di altri la dice lunga sulla diversa strada imboccata dagli immigrati a Roma. Se fino alla prima metà degli anni '90, l'85% degli immigrati giunti nella capitale cercavano un alloggio in città, oggi la percentuale è scesa al 71,1%. Piuttosto che vivere ammassati in condizioni precarie, preferiscono fare i pendolari, cercare un alloggio nella cintura esterna, ad Anzio come ad Ardea, e venire a lavorare in città.
«A Roma - spiega il responsabile del dossier Immigrazione della Caritas, Franco Pittau - non ci sono state concentrazioni enormi di immigrati e chi ha scelto di vivere in città ha scelto negli anni un'area che taglia trasversalmente la città: prima era la zona sud-est della Casilina, negli ultimi anni molti si sono sistemati nell'area nord della Cassia». I dati parlano chiaro: 20.369 immigrati nel XX municipio, che va da Tor di Quinto a Prima Porta, 15.371 nell'VIII municipio, che comprende le periferie per eccellenza di Roma, come Tor Bella Monaca e Torre Angela. Ma c'è un altro dato che rende Roma atipica: il più alto tasso di immigrati nella capitale è in pieno centro, all’Esquilino, dove c'è uno straniero ogni sei residenti. Ed è proprio qui, come a Colle Oppio, che la cronaca segnala negli anni situazioni difficili sull'orlo del degrado: non sono rari i casi in cui le forze dell'ordine scoprono anche 20 immigrati vivere in un appartamento. E ancora, non dimentichiamo le grotte naturali, alle pendici dei Parioli, dove nel 2004 si scoprì che vivevano come bestie rumeni e albanesi. «La difficoltà di trovare alloggi a prezzi accessibili - segnala Leonardo Samà, architetto e collaboratore della Caritas - è un problema innegabile. E c'è un segnale recente che preoccupa: molti immigrati stanno cominciando ad occupare immobili anche senza il sostegno di movimenti come Action: è successo al Tiburtino come a via Sannio, occupazioni subito sgomberate». Gli operatori vedono molto positivo anche il senso della comunità, che lega i cinesi, i bengalesi, i filippini e altre comunità euroasiatiche che sono il cuore dell'immigrazione romana a differenza di quella africana che domina in Francia. «Le associazioni di gruppi etnici - spiega Pittau - sono un grosso sfiatatoio, un collante sul quale l'amministrazione dovrebbe investire così come l'integrazione».
(Il Messaggero)
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Stesse cose che avevo scritto io in questo stesso thread prima che le dichiarassero loro.
[A+R]MaVro
08-11-2005, 22:08
[cut sul quote] direi che questa comunque è tutto tranne che integrazione...
La politica francese dell'assimilazione tuttavia mi trova d'accordo, molto più che le blande politiche di integrazione che si propagandano in Italia. Gli immigrati DEVONO diventare Italiani, Francesi, Tedeschi ecc ecc. ed in qualche modo nel tempo perdere la loro connotazione di diversità; il multiculturalismo non mi sembra la soluzione. Certo in Francia hanno sbagliato nell'implementazione di questa politica creando di fatto dei ghetti etnici che non hanno nulla da invidiare a quelli dei neri negli Stati Uniti ossia in definitiva non assimilandoli. L'idea di fondo però è assolutamente condivisibile.
..:::M:::..
08-11-2005, 22:45
Carri armati... aaaaaaaaaah ai bei tempi le rivoluzioni si distruggevano così!
O meglio:
MANGANELLO E OLIO DI RICINO!!! ;)
..:::M:::..
08-11-2005, 22:47
VOGLIAMO LUI:
http://www.ihmagazine.it/imgarticoli/interviste/jean_reno/jean_reno.jpg
:mad: :mad: :mad: :mad:
MaVro']La politica francese dell'assimilazione tuttavia mi trova d'accordo, molto più che le blande politiche di integrazione che si propagandano in Italia. Gli immigrati DEVONO diventare Italiani, Francesi, Tedeschi ecc ecc. ed in qualche modo nel tempo perdere la loro connotazione di diversità; il multiculturalismo non mi sembra la soluzione. Certo in Francia hanno sbagliato nell'implementazione di questa politica creando di fatto dei ghetti etnici che non hanno nulla da invidiare a quelli dei neri negli Stati Uniti ossia in definitiva non assimilandoli. L'idea di fondo però è assolutamente condivisibile.
La Francia non ha creato alcun ghetto, prova ne è che ogni singolo gruppo etnico (tranne quello a connotazione islamica) è riuscito ad integrarsi, con minore o maggiore successo, ma non si sono auto-ghettizzati come i musulmani.
Lo stesso accade da noi, dove le sia pur numerosissime comunità cinesi (a parte qualche idiosincrasia) o indiane sono perfettamente integrate e non chiuse in ghetti che formano uno Stato a sè stante, mentre le comunità islamiche tendono invariabilmente ad isolarsi di propria volontà ed a rifiutare l'intero impianto legislativo del paese che li ospita.
Ciò che sta accadendo in Francia dovrebbe aprire gli occhi anche ai "buonisti" nostrani sulle reali e lampanti difficoltà che sorgono nel rapportarsi all'immigrazione di stampo islamico, e mettere il dito nella piaga: è falso e tendenzioso continuare a sostenere che la colpa della mancata integrazione sia sempre e solo del Paese ospitante (una politica più aperta di quella francese non esiste in tal senso), mentre sarebbe ora di buttare a mare le ridicolaggini ideologiche ed ammettere che manca del tutto la volontà d'integrazione proprio da parte di questi specifici gruppi, per un motivo legato in massima parte ai dettami della loro religione.
Il problema è che questo tipo di immigrazione avviene sempre da stati che sono del tutto o quasi del tutto teocrazie (ed ogni teocrazia esistente oggi al mondo è di stampo islamico), verso stati completamente laici: lo scontro tra i due modi di vivere è inevitabile. Ma mentre gli stati ospitanti e laici cercano l'integrazione e sono disponibili al compromesso, chi vi emigra partendo da stati basati su leggi religiose non è per nulla disposto a scendere a patti.
Questo non è emigrare, è un concetto molto più vicino al colonizzare.
beppegrillo
08-11-2005, 23:48
La Francia non ha creato alcun ghetto, prova ne è che ogni singolo gruppo etnico (tranne quello a connotazione islamica) è riuscito ad integrarsi, con minore o maggiore successo, ma non si sono auto-ghettizzati come i musulmani.
Lo stesso accade da noi, dove le sia pur numerosissime comunità cinesi (a parte qualche idiosincrasia) o indiane sono perfettamente integrate e non chiuse in ghetti che formano uno Stato a sè stante, mentre le comunità islamiche tendono invariabilmente ad isolarsi di propria volontà ed a rifiutare l'intero impianto legislativo del paese che li ospita.
Ciò che sta accadendo in Francia dovrebbe aprire gli occhi anche ai "buonisti" nostrani sulle reali e lampanti difficoltà che sorgono nel rapportarsi all'immigrazione di stampo islamico, e mettere il dito nella piaga: è falso e tendenzioso continuare a sostenere che la colpa della mancata integrazione sia sempre e solo del Paese ospitante (una politica più aperta di quella francese non esiste in tal senso), mentre sarebbe ora di buttare a mare le ridicolaggini ideologiche ed ammettere che manca del tutto la volontà d'integrazione proprio da parte di questi specifici gruppi, per un motivo legato in massima parte ai dettami della loro religione.
Il problema è che questo tipo di immigrazione avviene sempre da stati che sono del tutto o quasi del tutto teocrazie (ed ogni teocrazia esistente oggi al mondo è di stampo islamico), verso stati completamente laici: lo scontro tra i due modi di vivere è inevitabile. Ma mentre gli stati ospitanti e laici cercano l'integrazione e sono disponibili al compromesso, chi vi emigra partendo da stati basati su leggi religiose non è per nulla disposto a scendere a patti.
Questo non è emigrare, è un concetto molto più vicino al colonizzare.
Concordo, purtroppo questi immigrati con poca voglia di integrarsi nella nostra società godono l'appoggio da esponenti di sx.
Ricordo ancora che ci fù gente che gridò allo scandolo alla chiusura di quella scuola islamica a milano.
La soluzione rendiamoli tutti italiani non credo gioverebbe molto alla causa, rimarrebbe sempre è solo un immigrato con documenti italiani, ovviamente mi riferisco a persone che non vogliono integrarsi.
tatrat4d
09-11-2005, 00:21
Carri armati... aaaaaaaaaah ai bei tempi le rivoluzioni si distruggevano così!
O meglio:
MANGANELLO E OLIO DI RICINO!!! ;)
se vuoi dire la tua ed entrare nel dibattito, nulla in contrario. Se invece il tuo contributo si limita alle solite apologie/nostalgie, ti è già stato chiarito come non sia il caso.
StarBlazers
09-11-2005, 00:38
Principalmente, il problema resta di tipo economico , di emarginazione ,e di voglia di integrarsi , dove ci sono difficolta' economiche si vive anche una condizione di emarginazione , resta evidente che una politica di integrazione del tipo: "accogliamo tutti" e' fallimentare, e rischia di minare in modo profondo le fondamenta dello stato di diritto, nonche' della stessa nazione.
Nel momento in cui al degrado economico ed all'emarginazione, l'individuo vede come fonte di speranza/rivalsa l'attaccamento alla sua identita' ed alla sua cultura , crea una forma di contrasto con le altre culture dominanti, generando, quindi, i presupposti per l'instabilita' sociale.
Credo che stati multi - etnici in Europa non siano la soluzione del futuro ,dal momento in cui la multi- etnicita' e intesa come ghettizzazione , c'e' da considerare che non sempre la colpa e del paese ospitante , ma spesso (troppo spesso) molte comunita' "straniere" , hanno un concetto prettamente utilitaristico dell'immigrazione,in effetti, per loro vuol dire : "andare in un paese straniero, accedere alle risorse ed alle possibilita' che quest'ultimo puo' offrire , ma allo stesso tempo crearsi la loro piccola isola felice,possibilmente, lontana dal mondo, ma in special modo dalla storia ,nonche' dalle tradizioni, del paese ospitante".
IMHO, col tempo questa concezione del fenomeno immigrazione portera' a gravi conseguenze, questo e' un tipo di immigrazione che bisogna combattere, se vai in un paese che e' totalmente differente dal tuo paese d'origine bisogna come MINIMO avvicinarsi alla sua storia , alla sua cultura, se si va solo per sopravvivere senza nessuna voglia e interesse di integrarsi , alla lunga quest'atteggiamento diventa un fattore destabilizzante per la stessa entita' - nazione, in special modo quando si parla di uno scontro culturale che vede un flusso immigratorio da paesi culturalmente totalmente diversi dai paesi dell'europa occidentale, immigrare in Europa non e' come immigrare negli USA (che pure hanno i loro problemi sulla multi - etnicita'), i paesi Europei hanno una piu forte identita' storica , non puo' esser trascurata da chi decide di vivere la propria vita in un paese Europeo, sottovalutare la voglia di integrazione , puo esser un rischio enorme e destabilizzante (come detto) per l'identita' stessa della Nazione .
In conclusione , non e' di per se negativa la multi - etnicita' , anzi la multi -etnicita ' resta un fattore di richezza imho, diventa un fattore distruttivo nel momento in cui si attuano politiche "folli" (come accade In Italia e come accade in alcuni paesi europei) che permettono un immigrazione incontrollata, e consentono la ghettizzazione delle piccole citta' - stato, a volte per scelte politiche errate, a volte perche le stesse comunita' preferiscono ricreare la loro piccola "little italy" in francia, con una differenza essenziale, ovvero: i popoli Europei (in gran parte) hanno formato l'America, quindi anche la ghettizzazione non creava un divario cosi abissale di scontro culturale,poiche' non essendo culture cosi divergenti col tempo l'integrazione riusciva ad avere i suoi frutti, ma una ghettizzazione di culture cosi divergenti dalla cultura dominante , crea le piccole citta' - stato con le loro "leggi", se poi a quest'ultime si aggiunge ,come detto, l'aspetto economico precario che genera l'emarginazione , ci si ritrova in ogni singola citta' Europea una bomba pronta ad esplodere ed a destabilizzare l'identita' Nazione in tutti i suoi aspetti .
Northern Antarctica
09-11-2005, 09:12
VOGLIAMO LUI:
http://www.ihmagazine.it/imgarticoli/interviste/jean_reno/jean_reno.jpg
:mad: :mad: :mad: :mad:
Ziosilvio incazzato??? :confused:
:sofico: :sofico: :sofico:
La Francia non ha creato alcun ghetto, prova ne è che ogni singolo gruppo etnico (tranne quello a connotazione islamica) è riuscito ad integrarsi, con minore o maggiore successo, ma non si sono auto-ghettizzati come i musulmani.
Lo stesso accade da noi, dove le sia pur numerosissime comunità cinesi (a parte qualche idiosincrasia) o indiane sono perfettamente integrate e non chiuse in ghetti che formano uno Stato a sè stante, mentre le comunità islamiche tendono invariabilmente ad isolarsi di propria volontà ed a rifiutare l'intero impianto legislativo del paese che li ospita.
Ciò che sta accadendo in Francia dovrebbe aprire gli occhi anche ai "buonisti" nostrani sulle reali e lampanti difficoltà che sorgono nel rapportarsi all'immigrazione di stampo islamico, e mettere il dito nella piaga: è falso e tendenzioso continuare a sostenere che la colpa della mancata integrazione sia sempre e solo del Paese ospitante (una politica più aperta di quella francese non esiste in tal senso), mentre sarebbe ora di buttare a mare le ridicolaggini ideologiche ed ammettere che manca del tutto la volontà d'integrazione proprio da parte di questi specifici gruppi, per un motivo legato in massima parte ai dettami della loro religione.
Il problema è che questo tipo di immigrazione avviene sempre da stati che sono del tutto o quasi del tutto teocrazie (ed ogni teocrazia esistente oggi al mondo è di stampo islamico), verso stati completamente laici: lo scontro tra i due modi di vivere è inevitabile. Ma mentre gli stati ospitanti e laici cercano l'integrazione e sono disponibili al compromesso, chi vi emigra partendo da stati basati su leggi religiose non è per nulla disposto a scendere a patti.
Questo non è emigrare, è un concetto molto più vicino al colonizzare.
concordo
Parigi, 9 nov. (Adnkronos) - Nel corso della tredicesima notte di violenze a Parigi e in altre citta' francesi sono state bruciate 617 auto, quasi la meta' rispetto alle 1.173 incendiate nella notte precedente. Lo ha annunciato stamani il ministero dell'Interno francese, precisando che nessun poliziotto e' rimasto ferito negli scontri e che sono stati fermate 204 persone.
Intanto i prefetti, dopo l'approvazione del Consiglio dei ministri di un decreto che gliene riconosce la facolta', hanno ordinato il coprifuoco in diverse localita': Amiens, Savigny-sur-Orge, Raincy, Orle'ans, Rouen, Le Havre, Evreux, sono stati i primi centri ad essere sottoposti alle misure restrittive. Le cifre, comunicate da Claude Gueant, direttore di gabinetto del ministero, confermerebbero una tendenza alla diminuizione delle violenze, dopo che ieri sera e' stato dichiarato lo stato d'emergenza, riesumando una legge speciale emanata il 3 aprile 1955 durante la guerra d'Algeria. Secondo Gueant, dall'inzio dei disordini scoppiati lo scorso 27 ottobre, la polizia ha fermato un totale di 1.800 persone.
Infine, il ministro dell'Interno francese Nicolas Sarkozy ha annunciato di aver chiesto ai prefetti di ordinare l'espulsione degli stranieri - ''compresi i titolari di permesso di soggiorno'' - condannati per le violenze urbane, giunte alla tredicesima notte consecutiva in tutto il Paese.
era ora!
Northern Antarctica
09-11-2005, 19:08
Parigi, 9 nov. (Adnkronos) - Nel corso della tredicesima notte di violenze a Parigi e in altre citta' francesi sono state bruciate 617 auto, quasi la meta' rispetto alle 1.173 incendiate nella notte precedente. Lo ha annunciato stamani il ministero dell'Interno francese, precisando che nessun poliziotto e' rimasto ferito negli scontri e che sono stati fermate 204 persone.
Intanto i prefetti, dopo l'approvazione del Consiglio dei ministri di un decreto che gliene riconosce la facolta', hanno ordinato il coprifuoco in diverse localita': Amiens, Savigny-sur-Orge, Raincy, Orle'ans, Rouen, Le Havre, Evreux, sono stati i primi centri ad essere sottoposti alle misure restrittive. Le cifre, comunicate da Claude Gueant, direttore di gabinetto del ministero, confermerebbero una tendenza alla diminuizione delle violenze, dopo che ieri sera e' stato dichiarato lo stato d'emergenza, riesumando una legge speciale emanata il 3 aprile 1955 durante la guerra d'Algeria. Secondo Gueant, dall'inzio dei disordini scoppiati lo scorso 27 ottobre, la polizia ha fermato un totale di 1.800 persone.
Infine, il ministro dell'Interno francese Nicolas Sarkozy ha annunciato di aver chiesto ai prefetti di ordinare l'espulsione degli stranieri - ''compresi i titolari di permesso di soggiorno'' - condannati per le violenze urbane, giunte alla tredicesima notte consecutiva in tutto il Paese.
era ora!
a mali estremi...
Secondo me andrebbe fatto sempre, chi non rispetta le leggi del Paese in cui è ospitato è giusto che venga rispedito a casa....
Secondo me andrebbe fatto sempre, chi non rispetta le leggi del Paese in cui è ospitato è giusto che venga rispedito a casa....
Anche secondo me, ma solo dopo aver scontato la pena.
cagnaluia
10-11-2005, 08:55
Secondo me andrebbe fatto sempre, chi non rispetta le leggi del Paese in cui è ospitato è giusto che venga rispedito a casa....
si ma ci sono altri problemi di fondo...
chi vi dice che da dove viene lo rivogliano?
per fare le cose per bene, si dovrebbe chiedere la "ri-spedizione" al paese di origine... nn è che posso prendere qualcuno e rimandarlo da dove viene, così semplicemente.
Se il suo paese dice: no, noi nn lo ri-vogliamo? che si fa?
si ma ci sono altri problemi di fondo...
chi vi dice che da dove viene lo rivogliano?
...
Se il suo paese dice: no, noi nn lo ri-vogliamo? che si fa?
La quasi totalità dei protagonisti degli scontri è cittadino francese a tutti gli effetti, la seconda generazione degli immigrati accolti a braccia aperte dal governo d'oltralpe.
Dove li rimandi?
Nella terra d'origine dei genitori?
La fonte del problema sta nel fatto che, pur essendo cittadini francesi e pretendendone i diritti, si sono scavati una nicchia socio-culturale, rinnegando spesso gli obblighi e financo le leggi del Paese di cui si dichiarano cittadini.
La colpa è dell'educazione che hanno dato loro i genitori: non laica ed improntata allo Stato in cui erano andati a risiedere, come sarebbe stato logico fare, ma una improntata alla superiorità delle leggi islamiche.
Lo scontro tra il mondo esterno, reale, e le insopportabili costrizioni ricevute dalla loro educazione, crea conflitti interni fortissimi nei giovani.
Conflitti che portano o all'integralismo ed al rifiuto totale della realtà, creando odio puro per il Paese che li ha accolti (colpevole di non essersi assoggettato in tutto e per tutto alle loro usanze :rolleyes: ) oppure ad un allontanamento dalla visione islamica del mondo per accettarne una più laica e moderna.
Capita purtroppo quasi sempre il primo caso, il che è un segnale preoccupante di quanto forte sia l'imprinting culturale di stampo islamico.
L'unica soluzione sarebbe far rispettare le leggi ESATTAMENTE come se fossero normali cittadini francesi.
Ma quanti giorni sono passati prima dell'inasprimento delle misure di sicurezza?
Il lassismo delle forze dell'ordine ed il timore, sì, timore di procedere con le vie di fatto e/o legali verso le minoranze etniche è un processo comune non solo francese; ne vediamo ogni giorno le conseguenze anche da noi.
Anche di fronte a palesi violazioni del codice le forze dell'ordine "chiudono un occhio" nel caso di immigrati, per evitare di fomentare il conflitto.
Peccato che così facendo si legittimi solamente un proseguimento nei comportamenti illegali da parte di chi li commette, che è a questo punto del tutto in buonafede nel sentirsi "esentato" dal dover sottostare alle leggi del Paese ospitante (che sia Francia, Italia e così via)
La cosa migliore da fare sarebbe applicare le leggi fin dal primo momento e con rigore, come sarebbe successo se a fare questo bailamme fossero stati cittadini francesi "normali".
Invece la titubanza, la paura di essere bollati come "razzisti" (solito facile ritornello invocato quando, anche con tutte le ragioni, si tenta di far rispettare le leggi verso gruppi di immigrati) e convenienza politica hanno portato a tutto questo.
Ed ora, di fronte al palese fallimento del "chiudo un occhio e tutto scompare", rimane solo la via del pugno di ferro.
sarà stato già postato, cmq sta situazione è troppo uguale al film "L'odio"..
Spectrum7glr
10-11-2005, 13:05
La quasi totalità dei protagonisti degli scontri è cittadino francese a tutti gli effetti, la seconda generazione degli immigrati accolti a braccia aperte dal governo d'oltralpe.
Dove li rimandi?
Nella terra d'origine dei genitori?
La fonte del problema sta nel fatto che, pur essendo cittadini francesi e pretendendone i diritti, si sono scavati una nicchia socio-culturale, rinnegando spesso gli obblighi e financo le leggi del Paese di cui si dichiarano cittadini.
La colpa è dell'educazione che hanno dato loro i genitori: non laica ed improntata allo Stato in cui erano andati a risiedere, come sarebbe stato logico fare, ma una improntata alla superiorità delle leggi islamiche.
Lo scontro tra il mondo esterno, reale, e le insopportabili costrizioni ricevute dalla loro educazione, crea conflitti interni fortissimi nei giovani.
Conflitti che portano o all'integralismo ed al rifiuto totale della realtà, creando odio puro per il Paese che li ha accolti (colpevole di non essersi assoggettato in tutto e per tutto alle loro usanze :rolleyes: ) oppure ad un allontanamento dalla visione islamica del mondo per accettarne una più laica e moderna.
Capita purtroppo quasi sempre il primo caso, il che è un segnale preoccupante di quanto forte sia l'imprinting culturale di stampo islamico.
L'unica soluzione sarebbe far rispettare le leggi ESATTAMENTE come se fossero normali cittadini francesi.
Ma quanti giorni sono passati prima dell'inasprimento delle misure di sicurezza?
Il lassismo delle forze dell'ordine ed il timore, sì, timore di procedere con le vie di fatto e/o legali verso le minoranze etniche è un processo comune non solo francese; ne vediamo ogni giorno le conseguenze anche da noi.
Anche di fronte a palesi violazioni del codice le forze dell'ordine "chiudono un occhio" nel caso di immigrati, per evitare di fomentare il conflitto.
Peccato che così facendo si legittimi solamente un proseguimento nei comportamenti illegali da parte di chi li commette, che è a questo punto del tutto in buonafede nel sentirsi "esentato" dal dover sottostare alle leggi del Paese ospitante (che sia Francia, Italia e così via)
La cosa migliore da fare sarebbe applicare le leggi fin dal primo momento e con rigore, come sarebbe successo se a fare questo bailamme fossero stati cittadini francesi "normali".
Invece la titubanza, la paura di essere bollati come "razzisti" (solito facile ritornello invocato quando, anche con tutte le ragioni, si tenta di far rispettare le leggi verso gruppi di immigrati) e convenienza politica hanno portato a tutto questo.
Ed ora, di fronte al palese fallimento del "chiudo un occhio e tutto scompare", rimane solo la via del pugno di ferro.
analisi condivisibile...se non fosse che la grandissima maggiornaza di "ribelli" è composta da giovanissimi (minorenni)...secondo me mal si adatta una anlisi del genere a persone che nemmeno hanno raggiunto la maggiore età: non si può parlare di una veria e propria coscienza politica e/o religiosa...sono teppisti punto e basta e come tale andrebbero trattati.
naitsirhC
10-11-2005, 14:08
Questa gente ha una scarsa idea di cosa significhi la convivenza civile. Non penso basteranno i biglietti aerei di sola andata per fermarli. :muro:
Tanti, a sinistra, si sveglieranno forse quando vedranno le foto del Che Guevara con il burqa... :sofico:
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