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View Full Version : Comunicazione politica, le frontiere si allargano


Adric
28-10-2005, 08:23
PER SÉGUÉLA È SBAGLIATO VIETARE GLI SPOT

Comunicazione politica le frontiere si allargano
11/10/2005

Le campagne elettorali cambiano. Finite le ideologie, i voti non sono più acquisiti una volta per tutte. Devono essere conquistati con uno sforzo maggiore. Ciò costringe i partiti a modernizzare le loro strutture tecniche e a cercare di interpretare le domande, le opinioni e gli umori degli elettori. La politica da arte diventa “tecnica”, in primo luogo di marketing. In questo passaggio, c’è l’obiettivo dei partiti di rispondere meglio alle domande dell’elettorato e di comunicare con chiarezza le loro proposte. Il rischio è che l’adattamento ai mass media comporti la banalizzazione del messaggio, la prevalenza della campagna “negativa” (l’attacco all’avversario), la personalizzazione delle campagne. In quest’ambiente più competitivo, i partiti tradizionali sopravvivono e continuano ad assolvere le funzioni di strutturazione del voto e di offerta politica agli elettori; dovendosi adattare alle nuove condizioni sociali, culturali e tecnologiche della competizione. La comunicazione assume quindi un ruolo strategico nel rapporto tra politica e formazione del consenso. La Luiss University Press vara una nuova collana di Marketing politico diretta da Claudio Velardi. Il primo volume, “Introduzione al marketing politico”, scritto da Stefano Colarieti e Paolo Guarino, docenti universitari, viene presentato martedì scorso alla Luiss da Pierluigi Celli, Gianni Cuperlo, Toni Muzi Falcone, Antonio Palmieri, Bruno Tabacci, Claudio Velardi. Modera l’incontro Oscar Giannino. Il calo degli iscritti è il vero terreno di sofferenza per i partiti. Tuttavia, mentre le organizzazioni locali dei partiti mostrano segni di deperimento, le organizzazioni centrali si sono rafforzate. Anche grazie al finanziamento pubblico, si sono dotate di staff e di figure professionali adatte a condurre le campagne elettorali. I loro compiti sono rivolti più verso gli elettori che verso gli iscritti. I partiti hanno visto accrescere le loro funzioni nelle istituzioni rappresentative e al governo, sia in Europa che negli Stati Uniti. Il partito parlamentare o degli eletti possiede maggiori risorse finanziarie e umane e maggiore competenza del passato. I partiti restano insomma i soggetti centrali della democrazia. Ma vi è uno squilibrio crescente tra il rafforzamento dei partiti in quanto istituzioni chiave della democrazia e l’indebolimento in quanto agenti di rappresentanza sociale e canali di mobilitazione e partecipazione. Il celebre pubblicitario Jacques Séguéla, nell’intervento pubblicato in appendice al volume di Colarieti e Guarino, prevede la centralità di internet nelle elezioni future. A giudizio di Séguéla è stato un errore aver proibito la pubblicità politica in televisione: “È stata la più grossa stupidaggine che abbiano fatto i politici, perché si sono sparati sui piedi. Perché era l’unica protezione della democrazia”. La televisione consente in pochi secondi di esprimere idee, riassumere un messaggio. Invece si obbliga i politici a ricorrere ai cartelloni come cinquant’anni fa. Chiede Séguéla: “Perché il cartellone sarebbe nobile e invece la televisione antidemocratica?”. I politici credono che la pubblicità sia menzognera. In realtà, afferma Séguéla, “la pubblicità politica non è né buona né cattiva, né Dio né diavolo, né manipolazione né miracolo: è una tecnica come un'altra. Ma più passionale, più coinvolgente, più mediatica”. La comunicazione politica dev’essere qualcosa che tocca l’anima. Si vota per un uomo e non per un partito. Anche se è il partito che vince. L’elettore, sostiene Séguéla, ha la “necessità irrefrenabile di dare un volto ai propri sogni”. L’elettore aspetta qualcuno che comprenda le sue aspirazioni. Si vota per il futuro e mai per il passato. Anche quando chi è eletto per fare un lavoro e lo porta a termine si presenta per la seconda volta, l’unica cosa che conta è ciò che vuole fare del domani. “Perché domani, per le elezioni, è sempre un altro giorno. E conta soltanto il futuro”. Soltanto quando si parla dell’avvenire spuntano le ali del desiderio. Oggi non c’è più un elettorato, ma ci sono milioni di elettori. Occorre conoscere meglio il pubblico per sapere come comunicare con il miglior ascolto possibile. In campagna elettorale, conclude Séguéla, bisogna saper rispondere “a ognuna delle persone, alle domande, alle speranze, alle esigenze, non di tutti, ma di ognuno. La comunicazione politica ormai è plurale”.
Pasquale Rotunno
(L'Avanti)