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View Full Version : Ciad; opposizioni, milizie ribelli e petrolio


Adric
27-10-2005, 21:11
Ciad: ufficiali disertori formano nuova milizia ribelle

Inviato da Ottavio Pirelli
martedì, 18 ottobre 2005 12:29

Hanno formato una nuova milizia ribelle i militari che, dopo la diserzione della scorsa settimana, hanno deciso di dare in questo modo più concretezza alla propria protesta contro il Presidente ciadiano Idriss Deby. 370 ufficiali, secondo le notizie diffuse dalla Misna, guidati da Yahya Dilo, esponente di spicco dell'attuale governo, hanno abbandonato le fila dell'esercito regolare per dare vita ad una formazione militare ostile al Capo dello Stato.

Gli insorti si sarebbero riuniti nelle città di Hadjar Marfain, Hadjar Haddid e Ndjerima, complemente sotto il controllo dei ribelli, mentre incerte sono le notizie sulla presenza dei disertori in altre citta della stessa zona.

A scatenare le ire dei militari la decisione di Deby di candidarsi per il terzo mandato presidenziale, dopo una modifica ad hoc della costituzione. Una mossa non gradita a molti, che si aggiunge all'indisponibilità - sempre secondo i ribelli - ad aprire serie trattative con l'opposizione.

Fino ad ora non sono stati segnalati scontri a fuoco tra l'esercito regolare e la nuova formazione, anche se la stessa Misna riferisce di assembramenti di truppe governative nell'est del paese.
(O.P.)

(www.warnews.it)

Ewigen
12-11-2005, 11:58
CIAD 12/11/2005 3.27
ANCHE OPPOSIZIONE CONTRARIA A MODIFICA LEGGE SUL PETROLIO


(Misna)Dopo la Banca Mondiale e gruppi della società civile ciadiana anche l’opposizione politica ha detto ‘No’ al progetto di modifica della legge sul petrolio, messa allo studio dal governo di N’Djamena. Il Coordinamento dei partiti politici per la difesa della Costituzione (Cpdc) e la Federazione d’azione per la democrazia (Far) si sono detti contrari alla revisione della normativa varata nel 1999, secondo la quale il 10% dei proventi del petrolio estratto dai giacimenti nella regione di Doba, nel sud del paese, deve essere “accantonato” a vantaggio delle “future generazioni”. In ragione della ristrette economiche del paese, recentemente il governo ha avanzato l’idea di attingere direttamente a quel denaro per creare infrastrutture e un sistema educativo, ma gli oppositori evocano invece il grave rischio di malversazioni e corruzione. La legge, la prima nel suo genere, fu introdotta per volontà dei donors - in particolare la Banca Mondiale che finanziò un oleodotto del valore di 3,7 miliardi di dollari - allo scopo di garantire la trasparenza nella gestione dei proventi del greggio e destinando un decimo dei profitti a un ‘fondo per lo sviluppo’. L’organismo finanziario internazionale ha già espresso a N’Djamena le sue preoccupazioni per il progetto di modifica; secondo osservatori il governo ciadiano non ha comunque grandi margini di manovra per modificare un accordo formalmente in vigore da appena due anni.

Ewigen
14-11-2005, 18:57
CIAD 14/11/2005 18.21
N’DJAMENA: ASSALTATI DEPOSITI ARMI ESERCITO, VITTIME E ARRESTI

Un gruppo di uomini armati non identificati ha attaccato nella notte tra domenica e oggi due depositi di armi dell’esercito a Koundoul, 20 chilometri a sud di N’djamena, e nel centro della capitale, prima di essere dispersi dai militari: lo ha riferito il ministro delle Comunicazioni, Hourmadji Moussa Doumgor, precisando che le forze di sicurezza hanno ucciso 4 aggressori arrestandone altri 15. Doumgor non ha aggiunto particolari sull’identità dei responsabili dell’attacco, ma ha detto che i vertici militari sospetterebbero la connivenza di alcuni ufficiali. Colpi di arma da fuoco sono risuonati fino alle prime ore del mattino nella capitale ma al momento la situazione sarebbe tornata alla normalità. Non è chiaro, al momento, se l’azione sia riconducibile al neo-nato movimento ribelle denominato ‘Socle pour le changemente, l’unité nationale et la démocratie’ (Scud), nato nelle ultime settimane per iniziativa di un numero imprecisato di elementi delle forze armate che hanno disertato abbandonando N’djamena per concentrarsi nell’est del Paese, al confine col Sudan. Guidato dall’ex-ufficiale dell’esercito e membro fondatore del partito al potere Yahya Dilo Djerou, lo ‘Scud’ si è costituito con l’obiettivo dichiarato di allontanare il presidente Idriss Deby dal potere.

Adric
14-11-2005, 21:40
Thread unificati

Ewigen
15-11-2005, 19:31
CIAD 15/11/2005 13.53
ARRESTATO IN SENEGAL EX-PRESIDENTE HABRÈ

(Misna) L’ex presidente del Ciad, Hissené Habré, ricercato da un tribunale belga per crimini contro l’umanità, è stato arrestato oggi a Dakar, capitale del Senegal, dove è in esilio dal 1990. Habrè, 63 anni, è stato accusato da una commissione governativa ciadiana di 40.000 omicidi e 200.000 casi di tortura commessi dalla polizia quando era al potere (1982-1990). Già in passato l’ex presidente era stato arrestato in Senegal per le stesse imputazioni, ma la magistratura locale aveva detto di non avere giurisdizione sul caso. Lo scorso settembre un tribunale belga ha spiccato un mandato di arresto internazionale contro Habrè sulla base della norma sulla " giurisdizione universale” vigente in Belgio, e che di adottare provvedimenti su casi di violazioni gravi del diritto internazionale in seguito a denunce specifiche.

Ewigen
16-11-2005, 19:29
CIAD 16/11/2005 17.44
PREOCCUPAZIONE UNIONE AFRICANA PER RIBELLIONE NELL’EST

La nuova ‘ribellione’ del Ciad, denominata ‘Socle pour le changement, l’unité nationale et la démocratie’ (Scud), minaccia la stabilità regionale: lo ha detto oggi, in un comunicato ufficiale, Alpha Oumar Konaré, presidente della Commissione dell’Unione Africana (Ua) condannando gli attacchi contro due depositi di munizioni dell’esercito avvenuti domenica a N’djamena, attribuiti a presunti membri dello Scud. Konaré si è detto “preoccupato per questi avvenimenti, che sono seguiti alla diserzione di numerosi soldati radunatisi nell’est del Ciad, e per le loro possibili implicazioni regionali”; allo stesso tempo ha ribadito “l’impegno dell’Ua per la soluzione pacifica dei conflitti nel rispetto dell’ordinamento delle istituzioni del Paese”. Resta tuttavia ancora qualche incertezza sui responsabili degli attacchi, conclusi secondo fonti ufficiali con l’uccisione di 4 assalitori e l’arresto di altri 15. Il governo avrebbe identificato “una rete per il reclutamento di combattenti a N’djamena e nel sud che sarà monitorata nelle prossime settimane”. Secondo le autorità, le forze armate manterrebbero il controllo di tutto il territorio nazionale, sebbene alcune organizzazioni umanitarie attive abbiano espresso il timore di un’ondata di violenza nell’est, dove sono ospitati 200.000 rifugiati provenienti dalla confinante regione sudanese del Darfur.