Adric
26-10-2005, 15:34
Martedì 25 Ottobre 2005
DENUNCE TELEFONICHE
Burocrazia, numero verde contro gli sprechi
ROMA Chi vuole denunciare un’ingiustizia subita dalla burocrazia, uno spreco di soldi ai danni del contribuente, un caso di cattiva amministrazione, d’ora in poi potrà chiamare un numero verde. Il numero è 800 118855 e si può chiamare solo dal telefono fisso. È stato istituito dal ministero della Funzione pubblica e serve a incentivare una pratica già oggi, pare, abbastanza diffusa. Pare infatti che ogni giorno l’Ispettorato della Funzione pubblica riceva numerose segnalazioni, sia di privati che di cittadini: di volta in volta vengono denunciate assunzioni o promozioni che si ritengono ingiuste, incarichi dirigenziali illegittimi o sospetti, irregolarità nelle procedure amministrative.
Il numero verde, avviato per ora in via sperimentale, è stato presentato ieri dal ministro della Funzione pubblica Mario Baccini. Le denunce verranno raccolte dagli ispettori della Funzione pubblica e dal nucleo speciale della Guardia di finanza, che ne verificheranno la fondatezza. Le amministrazioni oggetto della segnalazione saranno interpellate dall’ispettorato, avvieranno una verifica sul disservizio e avranno tempo 15 giorni per fornire una risposta. E se l'irregolarità avrà comportato un danno erariale, scatterà la denuncia alla Corte dei Conti.
«D’ora in poi chi sbaglia paga», ha detto Baccini, e aggiunge di non essere animato da alcun «intento punitivo», perché «l’istituzione del numero verde rientra nella più ampia strategia della semplificazione amministrativa»..
Baccini ha presentato anche un’altra iniziativa: una direttiva per la semplificazione del linguaggio burocratico. Il testo, firmato dal ministro stesso, invita i funzionari pubblici a scrivere in modo più comprensibile dai cittadini. Di nuovo c’è ben poco: il primo “codice di stile” per le amministrazioni nacque per volontà del ministro Sabina Cassese, era il ’93 e il governo in carica era quello di Ciampi. Le istruzioni contenute nella direttiva firmata da Baccini sono più o meno quelle di sempre: evitare parole come “oblazione” o “dianzi”, limitare il ricorso a termini tecnici o alle sigle, scrivere periodi brevi. Ci sono anche consigli illuminanti del tipo: «Un testo va sempre riletto».
Pie. P.
(Il Messaggero)
DENUNCE TELEFONICHE
Burocrazia, numero verde contro gli sprechi
ROMA Chi vuole denunciare un’ingiustizia subita dalla burocrazia, uno spreco di soldi ai danni del contribuente, un caso di cattiva amministrazione, d’ora in poi potrà chiamare un numero verde. Il numero è 800 118855 e si può chiamare solo dal telefono fisso. È stato istituito dal ministero della Funzione pubblica e serve a incentivare una pratica già oggi, pare, abbastanza diffusa. Pare infatti che ogni giorno l’Ispettorato della Funzione pubblica riceva numerose segnalazioni, sia di privati che di cittadini: di volta in volta vengono denunciate assunzioni o promozioni che si ritengono ingiuste, incarichi dirigenziali illegittimi o sospetti, irregolarità nelle procedure amministrative.
Il numero verde, avviato per ora in via sperimentale, è stato presentato ieri dal ministro della Funzione pubblica Mario Baccini. Le denunce verranno raccolte dagli ispettori della Funzione pubblica e dal nucleo speciale della Guardia di finanza, che ne verificheranno la fondatezza. Le amministrazioni oggetto della segnalazione saranno interpellate dall’ispettorato, avvieranno una verifica sul disservizio e avranno tempo 15 giorni per fornire una risposta. E se l'irregolarità avrà comportato un danno erariale, scatterà la denuncia alla Corte dei Conti.
«D’ora in poi chi sbaglia paga», ha detto Baccini, e aggiunge di non essere animato da alcun «intento punitivo», perché «l’istituzione del numero verde rientra nella più ampia strategia della semplificazione amministrativa»..
Baccini ha presentato anche un’altra iniziativa: una direttiva per la semplificazione del linguaggio burocratico. Il testo, firmato dal ministro stesso, invita i funzionari pubblici a scrivere in modo più comprensibile dai cittadini. Di nuovo c’è ben poco: il primo “codice di stile” per le amministrazioni nacque per volontà del ministro Sabina Cassese, era il ’93 e il governo in carica era quello di Ciampi. Le istruzioni contenute nella direttiva firmata da Baccini sono più o meno quelle di sempre: evitare parole come “oblazione” o “dianzi”, limitare il ricorso a termini tecnici o alle sigle, scrivere periodi brevi. Ci sono anche consigli illuminanti del tipo: «Un testo va sempre riletto».
Pie. P.
(Il Messaggero)