View Full Version : Vivremo fino a 120 anni
Rikitikitawi
22-10-2005, 17:17
Entro il 2010 avranno scoperto tutte le cellule che ci fanno invevcchiare e ci danneggiano , quindi dicono , sarà possibile campare sino a 120 anni .
Che festa ! se hai la grana..... :doh: :oink:
Entro il 2010 avranno scoperto tutte le cellule che ci fanno invevcchiare e ci danneggiano , quindi dicono , sarà possibile campare sino a 120 anni .
Si, magari :D
Per quella data se va bene avremo la cura per fa ricrescere i capelli... sempre meglio di niente :p
:sofico:
CONFITEOR
23-10-2005, 04:27
Si, magari :D
Per quella data se va bene avremo la cura per fa ricrescere i capelli... sempre meglio di niente :p
:sofico:
C'è un articolo in rete ke dice proprio 2010, bada bene, NON è la vita etena, solo 120 anni invece di 90...
si tratterebbe di neutralizzare un gene che produce invecchiamento, come da esperimenti sui topi.
Ziosilvio
23-10-2005, 10:22
sarà possibile campare sino a 120 anni
E che cosa ci sarà, per cui varrà la pena di campare così a lungo?
C'è un articolo in rete ke dice proprio 2010, bada bene, NON è la vita etena, solo 120 anni invece di 90...
si tratterebbe di neutralizzare un gene che produce invecchiamento, come da esperimenti sui topi.
e quindi, se non l'invecchiamento, quale sarebbe la causa di morte?
dicono 120 perchè è molto probabile che uno in 120 anni
abbia contratto almeno una malattia mortale?
si tratterebbe di neutralizzare un gene che produce invecchiamento, come da esperimenti sui topi.
Non è meglio postare l'articolo? ;)
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/10_Ottobre/22/vecchi.shtml
gli esperimenti sui topi già li conoscevo, ma hanno il brutto difetto di essere cavie con codice genetico manipolato. Essendo già nati, noi siamo già fuori dai giochi. Si dovrebbe trovare un soppressore del gene p66, incrociando le dita e sperando che non abbia influenze significative sull'espressione di altri geni; altrimenti, nonostante sulle cavie non mostri effetti secondari, su un organismo già sviluppato con il gene potrebbe avere effetti imprevedibili.
Comunque una scoperta interessante del gene è il suo legame con p53, che ha anche la funzione di proteggerci dai tumori. Questo gene nelle cellule attiva p66 che a sua volta produce radicali liberi danneggiando la cellula, fino eventualmente alla morte. Quindi pare che protezione dai tumori e invecchiamento siano legati.
http://www.prevenzionetumori.it/archivio/archivio_text.php?cat_id=343&pos=95
Comunque, visti i tempi necessari all'approvazione di un farmaco e considerando che un farmaco efficace sull'espressione di questo gene non è stato ancora scoperto, riuscire a vivere fino a 120 anni nel 2010 (cioè fra 5 anni) non è improbabile, è fantascienza :D
Entro il 2010 forse sarà possibile mettere a punto una terapia (che per arrivare sul mercato richiederà ulteriori anni e test clinici).
preferirei vieverne 70 benissimo che 120 da schifo :stordita: :sofico:
però se campo 12' e pure bene e ancora meglio :Prrr:
appunto, l'importante è vivere bene il più possibile, non il più a lungo possibile.. ci sono persone che vivono benissimo e altre che già dopo i 70 stanno a letto, hanno molti problemi... ha un senso vivere così?
io sinceramente(ma penso tutti) preferisco vivere bene il più possibile e poi un bel "colpone" quando meno te lo aspetti!
per poi magari vivere fino a 120 anni, mezzo rinco.. mah! :mc:
oltretutto c'è anche il problema pensioni, se si vivesse fino a 120, cos'è si lavora fino a 95?li si che salta veramente tutto..! :D (e c'è poco da ridere :p )
Meglio vivere un giorno da leone, che cento anni da pecora.
Non è permesso a nessuno di vivere su quello che fu fatto da altri prima di noi. Bisogna che noi creiamo.
Nessuno ha potuto fermarci... nessuno ci fermerà!
Noi tireremo dritto!
Beffo la morte e ghigno.
Bisogna porsi delle mete per avere il coraggio di raggiungerle.
Chi non è pronto a morire per la sua fede non è degno di professarla.
Bisogna volere! Fortemente volere!
Chi non è con noi è contro di noi.
'obiettivo è uno solo. Vincere. E vinceremo!
PS: Si stava meglio quando si stava peggio.
preferirei vieverne 70 benissimo che 120 da schifo :stordita: :sofico:
però se campo 12' e pure bene e ancora meglio :Prrr:
Si dodici minuti, sarebbe una soddisfazione... :Prrr: :Prrr: :Prrr:
Si dodici minuti, sarebbe una soddisfazione... :Prrr: :Prrr: :Prrr:
fammi fa na grat.... :Prrr: :fiufiu: :fiufiu: :asd: :asd: :sperem:
Marcello979
25-10-2005, 11:13
Per ora rivoglio i miei capelli... :sperem:
Lucrezio
25-10-2005, 13:26
E' una tragedia...
Non sto scherzando...
~ZeRO sTrEsS~
25-10-2005, 14:04
E' una tragedia...
Non sto scherzando...
appunto... sara' veramente una tragedia di proporzioni enormi... potrebbe anche finire il genere umano.
lnessuno
26-10-2005, 21:13
mah, preferirei vivere quarant'anni da ventenne e morire comunque a 80, che vivere 120 anni di cui almeno 50 con problemi di salute da tutte le parti...
mah, preferirei vivere quarant'anni da ventenne e morire comunque a 80, che vivere 120 anni di cui almeno 50 con problemi di salute da tutte le parti...
è questo il problema... e pi per restare sul pratico è insostenibile per la sanità e per il sistema pensionistico...
Marcello979
27-10-2005, 09:58
Ma in realta' chi e' che ha le palle di avere la possibilita' di vivere fino a 120 anni ma scegliere di non usare sta cura?!?
Ma in realta' chi e' che ha le palle di avere la possibilita' di vivere fino a 120 anni ma scegliere di non usare sta cura?!?
infatti è quello il problema, anche ridotte a larve le persone pur di non morire fanno di tutto, l'attaccamento alla vita sta diventando sempre più esagerato...
(e con questo non intendo che io non lo farei, una volta che poi ci sei dentro le cose cambiano..)
ben vengano i miglioramente della qualità della vita ma non voglio passare gli ultimi anni a letto, la vita non ha neanche più senso...
Marcello979
27-10-2005, 10:10
infatti è quello il problema, anche ridotte a larve le persone pur di non morire fanno di tutto, l'attaccamento alla vita sta diventando sempre più esagerato...
(e con questo non intendo che io non lo farei, una volta che poi ci sei dentro le cose cambiano..)
ben vengano i miglioramente della qualità della vita ma non voglio passare gli ultimi anni a letto, la vita non ha neanche più senso...
:rolleyes:
CONFITEOR
27-10-2005, 10:21
Non è meglio postare l'articolo? ;)
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/10_Ottobre/22/vecchi.shtml
meglio ankora se lo cerki tu invece ke io. :fagiano:
Rikitikitawi
27-10-2005, 10:32
«Vivremo fino a 120 anni» I nuovi vecchi saranno così
L'oncologo Pelicci: entro il 2010 ultracentenari e in forma Dalla Ventura a Mentana: su «Ok salute» il gioco delle foto
Siamo programmati per vivere 120 anni, è scritto nel nostro Dna, a prescindere da malattie e incidenti la nostra durata è fissata e questo, agli studiosi, era noto. L'informazione strategica che mancava, fino a ieri, è come arrivare in condizioni dignitose a questo traguardo, cioè come bloccare i geni che ci fanno invecchiare e ammalare. L'ultima novità dal mondo scientifico è che i topi vivono il 35% in più se eliminiamo il loro «p66» o gene dell'invecchiamento e gli esperti ci dicono che questo potrebbe presto accadere anche a noi. «Presto» significa cinque anni, secondo il perugino Pier Giuseppe Pelicci, direttore di oncologia sperimentale allo Ieo di Milano e autore della ricerca, se ci saranno fondi sufficienti per testare farmaci capaci di inibire la funzione del gene.
Ultracentenari e in forma. «Non è fantascienza, è realistico», ha spiegato il biologo molecolare Pelicci sulle pagine del mensile Ok La salute prima di tutto, da oggi in edicola. «Il ruolo della ricerca svolta dalla mia équipe è duplice: allungare la vita e, soprattutto, eliminare le malattie degenerative». Cancro, demenza senile, infarto, aterosclerosi, Parkinson, Alzheimer: se funzioniamo come i topi queste e altre sindromi saranno superate, magari già nel 2010. Oggi ci sono un milione e mezzo di persone che soffrono di malattie degenerative, quasi tutti anziani. Secondo le statistiche il Parkinson ci colpisce a 57 anni, l'Alzheimer intorno ai 65. Poiché il Paese diventa sempre più vecchio queste, per noi, sono le malattie del futuro.
Ad avere il Parkinson, per esempio, oggi sono duecentomila italiani, la malattia insorge intorno ai sessant'anni, dura 17 e dal dodicesimo anno la qualità della vita comincia a essere compromessa: «Diventa difficile controllare i sintomi con la terapia farmacologica — spiegano all'Associazione dei malati di Parkinson — i pazienti perdono la capacità motoria». Cinque anni per invecchiare in buone condizioni: «Non è un azzardo — secondo il professor Gianni Pezzoli, presidente dell'associazione —. Oggi si fanno progressi rapidamente, soltanto tre o quattro anni fa non si parlava nemmeno di staminali, adesso si studiano quelle adulte, del sangue, che servono per riparare cellule danneggiate di vari organi compreso il cervello. Prima era impensabile un turnover delle cellule cerebrali». Fino agli anni Sessanta, quando fu scoperto il farmaco base per il Parkinson, i malati nel giro di quattro anni si ritrovavano immobili su una sedia a rotelle. Rispetto ad allora la malattia procede lentamente e la ricerca vola.
L'équipe del professor Pelicci ha già studiato i possibili effetti collaterali, sui topi sono nulli: senza «p66» le cavie vivono di più e non ci rimettono nulla (mentre altre specie animali, come vermi e mosche, perdono fertilità). Comunque la partita si chiude a 120, perché così è scritto nel nostro patrimonio genetico, i geni preposti a condurci alla fine sono numerosi e, per adesso, sembra che l'unico eliminabile sia il «p66». «Per arrivare a 130 anni e più dovremmo lottare contro ciò che è scritto nel Dna umano, quindi contro molti altri geni, il p66 è uno ma già se ne conoscono altri 6 o 7 deputati a regolare la durata dell'esistenza — spiega Pelicci —. L'obiettivo non è l'immortalità ma vivere più a lungo e più giovani, ammalandosi meno».
Federica Cavadini
23 ottobre 2005
Rikitikitawi
27-10-2005, 10:38
La scoperta di un team mondiale
Genetica, pronta la mappa delle malattie
Un milione di microdiversità nei cromosomi umani. Da questo strumento si attende una forte accelerazione della ricerca su malattie come quelle cardiovascolari, il diabete
(Ansa)
NEW YORK - Tutti gli uomini sono uguali, o quasi. Il codice genetico è sovrapponibile, in tutti gli esseri umani, per il 99,9 per cento, ma c’è uno 0,1 per cento che fa la differenza. E’ quella differenza che spiega perché una persona ha gli occhi marroni e una azzurri o perché un individuo è sano oppure è predisposto al diabete o ai tumori o all’infarto.
Queste differenze sono state ora «schedate» da un team internazionale composto da 200 ricercatori di sei Paesi (Canada, Cina, Giappone, Nigeria, Inghilterra e Stati Uniti), guidati da David Altshuler e Peter Donnelly, che hanno messo a punto una «mappa delle diversità genetiche», in pubblicazione domani sulla rivista Nature e liberamente a disposizione della comunità scientifica.
Gli studiosi, che appartengono a un consorzio pubblico-privato, hanno analizzato il Dna di 269 persone provenienti dalla Nigeria, da Pechino, da Tokio e dallo stato americano dello Utah. Risultato: hanno individuato almeno un milione di differenze chiamate Snp, e cioè polimorfismi di un singolo nucleotide (il nucleotide è una delle quattro lettere che si trovano sul filamento di Dna). Dal momento, però, che sarebbe molto complicato studiare e analizzare tutte le singole variazioni, le hanno raggruppate in piccoli blocchi chiamati aplotipi.
L’aplotipo, in altre parole, è una combinazione di diversi Snp che hanno viaggiato insieme nel corso dell’evoluzione. «I polimorfismi - spiega Paolo Vezzoni genetista del Cnr a Milano - pur essendo numerosissimi, tendono a presentarsi secondo un certo ordine che si è conservato per migliaia di anni, nonostante il rimescolamento del Dna che avviene di generazione in generazione».
La supermappa si chiama, infatti, HapMap o mappa degli aplotipi. Rispetto alla mappa "standard" del genoma umano, pubblicata due anni fa, che aveva identificato la successione esatta delle quattro lettere chimiche sul filamento di Dna umano, quest’ultima rappresenta un grande passo avanti e permetterà di accelerare la ricerca sulle radici genetiche di malattie comuni come l’Alzheimer, l’asma, la depressione o l’infarto.
Queste malattie non sono provocate dal difetto di un singolo gene, ma riconoscono una predisposizione genetica, individuabile proprio attraverso gli aplotipi, che si combina poi con fattori ambientali. L’idea dei ricercatori è quella di studiare una serie di aplotipi in persone malate di diabete, per esempio, e di confrontarli con quelli di persone sane: se si scopre che un aplotipo è più frequente nei malati, lo si potrà analizzare più in dettaglio ed eventualmente sfruttarlo per predire il rischio di malattia di un individuo. E questo è il succo della cosiddetta medicina predittiva.
La HapMap permetterà anche di conoscere in anticipo la risposta ai farmaci di un paziente. Si sa, per esempio, che un venti per cento degli asiatici non tollera l’omeprazolo, una medicina anti-ulcera, mentre gli europei intolleranti sono soltanto il 5 per cento. Questa caratteristica dipende da enzimi codificati da geni che sono presenti in forma diversa nei diversi gruppi etnici. Ecco perché analizzando le varianti genetiche, si potrà predire la tossicità di un farmaco per un certo paziente o anche la sua maggiore o minore efficacia. Si attende ora il completamento della seconda fase del progetto HapMap che permetterà l’analisi di altri due milioni di Snp.
Adriana Bazzi
27 ottobre 2005 ;)
«Vivremo fino a 120 anni» I nuovi vecchi saranno così
L'oncologo Pelicci: entro il 2010 ultracentenari e in forma Dalla Ventura a Mentana: su «Ok salute» il gioco delle foto
E' l'articolo che ho postato io ;)
Non si tratta di essere miscredenti, si tratta di essere scettici e realisti. L'articolo non cita neppure un farmaco candidato come inibitore del p66, quindi interpreto le parole dell'oncologo come: "se troviamo farmaci adatti, se non troviamo effetti collaterali nella sperimentazione di questi farmaci, se abbiamo fondi sufficienti etc... allora nel 2010 potremo prolungare la vita fino a 120 anni" nei casi in cui va bene, perchè il genere regola la produzione di radicali liberi, ma se il danno c'è già stato non c'è molto da fare.
Rassicuro quelli che pensano che il farmaco garantirebbe una "lunga vita di m***a" perchè inibirebbe appunto i meccanismi che causano malattie degenerative. La critica di Lucrezio invece è sensata e mi richiama i discorsi sul transumanesimo. Ma non preoccupatevi: già mi immagino in un futuro non lontano la guerra fra gli "anziani" che prolungano la loro vita con la medicina e la cibernetica e le nuove generazioni dei "giovani" che preferiscono bruciare la loro vita invece di consumarla in una società composta sempre dagli stessi individui :D
Non ci sarà da annoiarsi, e solo l'evoluzione saprà dire chi ha ragione :p
che culo, così dovremo lavorare come minimo fino ai 100
non vedo l'ora, evviva
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