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View Full Version : Il procuratore antimafia: Provenzano coperto, noi sotto indagine


bluelake
21-10-2005, 19:51
Lo afferma Piero Grasso, appena nominato procuratore nazionale antimafia, in un'intervista esclusiva a Tv7, il settimanale del TG1 che va in onda nella serata di venerdì: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/10_Ottobre/21/testointer.shtml
ROMA - «E' un sistema che sembra antiquato ma se usassero le più moderne tecnologie probabilmente noi riusciremmo a entrare e a scoprire molte più cose. Quello dei biglietti è un sistema che ha dei limiti che non riusciamo a valicare. Nel senso che dovendo seguire la persona che porta i biglietti in un luogo dove è impossibile seguire quella persona, salvo essere scoperti, questo viene sfruttato a vantaggio della comunicazione nell'organizzazione Cosa Nostra». Inizia così, con un riferimento ai «pizzini» usati spesso dai vertici della mafia per comunicare ordini e informazioni, l'intervista del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, che sará trasmessa stasera a Tv7, in onda su Raiuno alle 23,25. Quello che segue è il testo integrale dell'intervista, dopo queste prime battute.
COPERTURE E INDAGINI - «Dalle nostre indagini - rivela Grasso - risulta che spesso siamo noi stessi oggetto di indagini. Cercano di capire le macchine che sono sul territorio a chi appartengono e fanno anche delle ricerche attraverso persone di loro fiducia presso la motorizzazione. Chi copre la latitanza del capo di Cosa Nostra? La coprono rappresentanti delle professioni, la coprono politici, imprenditori, forze di polizia. Dall'indagine sulla sua ricerca sono emerse tutte queste categorie, quindi non è soltanto una copertura da parte di un'organizzazione criminale, ma è una copertura che viene da intere fasce sociali».
LA LOTTA A COSA NOSTRA - «Abbiamo scoperto che un imprenditore riceveva da un sottoufficiale della forza di polizia delle informazioni sulle nostre indagini - racconta ancora il procuratore -. L'imprenditore era collegato a Cosa Nostra e quindi le indagini nostre venivano conosciute direttamente da Provenzano. Non abbiamo ancora catturato il latitante Provenzano che da tanti anni, appunto, è tale, però diciamo che i successi ottenuti nella ricerca del latitante Provenzano sono assolutamente indiscutibili. Abbiamo arrestato ben 450 suoi favoreggiatori o associati a Cosa Nostra. Sono stati sequestrati centinaia di milioni di euro di beni, sono state scoperte tante persone che facevano da prestanome o intestavano fittizziamente per conto di Provenzano beni di ingente valore. Quindi diciamo che l'organizzazione paga certamente per questa latitanza».
LE CURE IN FRANCIA - Alla domanda sul perché Provenzano vada in Francia a curarsi, Grasso risponde: «Mentre in passato Provenzano si era servito di medici palermitani, adesso, sentendo forse il terreno non sicuro sotto i suoi piedi si è rivolto all'estero. E fra l'altro in una zona dove parecchi siciliani sono soliti andare per risolvere all'estero i problemi della sanitá, visto che la sanitá siciliana non sempre è all'altezza della situazione. Del resto proprio nel salotto del medico Guttadauro si sentiva parlare di primari che dovevano prendere certi posti al posto di altri. Cosa nostra è sempre un'emergenza nel senso che va a infiltrarsi nel potere, nell'economia e distrugge quella libertá d'impresa, libertá di mercato che è il fondamento per lo sviluppo di una regione, di una nazione. Cosa Nostra ha degli accertati collegamenti con altre regioni d'Italia come la Lombardia, il Veneto, la Toscana, per quello che ci risulta».
INVESTIMENTI E APPALTI - Alla successiva domanda: «Sono investimenti?» Grasso risponde: «Ci sono investimenti e ci sono anche, secondo un fenomeno abbastanza strano, uno scambio di imprese siciliane che ottengono appalti in queste regioni e imprese di queste regioni che ottengono degli appalti in Sicilia. Sembra quasi che ciò possa essere in un certo qual senso coordinato o diretto da una mente che accentra tutto».
L'INFILTRAZIONE NELLE ISTITUZIONI - A far mettere i timbri sul documento falso di Provenzano - recita un'altra domanda - è stato l'ex presidente del consiglio di Villa Abate Francesco Campanella, che oggi sta collaborando con questa Procura. Qual è il valore di questo fatto? Grasso riponde: «Certamente questo dá l'esatta misura di come Cosa Nostra riesca a infiltrarsi nelle istituzioni, addirittura ma non solo locali ma anche nazionali. Il presidente di un consiglio comunale che si presta a mettere un timbro falso su un documento falso per consentire appunto il viaggio all'estero a Provenzano. Questo mi pare che sia totalmente devastante per quelli che sono i rapporti sociali. Campanella è quello che noi possiamo definire l'interfaccia tra Cosa Nostra e le altre categorie sociali, perchè è il presidente del consiglio comunale di Villa Abate, quindi ha dei rapporti con la politica, ha una finanziaria, ha dei contatti a Roma con vari Ministeri, insomma è quello che dá veramente la forza dell'organizzazione, la capacitá di infiltrarsi e di avere questi collegamenti con l'esterno».
:(

recoil
21-10-2005, 19:56
ho letto poco fa sul sito del corriere, che tristezza...

Blue Spirit
21-10-2005, 22:14
Lo afferma Piero Grasso, appena nominato procuratore nazionale antimafia, in un'intervista esclusiva a Tv7, il settimanale del TG1 che va in onda nella serata di venerdì: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/10_Ottobre/21/testointer.shtml
ROMA - «E' un sistema che sembra antiquato ma se usassero le più moderne tecnologie probabilmente noi riusciremmo a entrare e a scoprire molte più cose. Quello dei biglietti è un sistema che ha dei limiti che non riusciamo a valicare. Nel senso che dovendo seguire la persona che porta i biglietti in un luogo dove è impossibile seguire quella persona, salvo essere scoperti, questo viene sfruttato a vantaggio della comunicazione nell'organizzazione Cosa Nostra». Inizia così, con un riferimento ai «pizzini» usati spesso dai vertici della mafia per comunicare ordini e informazioni, l'intervista del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, che sará trasmessa stasera a Tv7, in onda su Raiuno alle 23,25. Quello che segue è il testo integrale dell'intervista, dopo queste prime battute.
COPERTURE E INDAGINI - «Dalle nostre indagini - rivela Grasso - risulta che spesso siamo noi stessi oggetto di indagini. Cercano di capire le macchine che sono sul territorio a chi appartengono e fanno anche delle ricerche attraverso persone di loro fiducia presso la motorizzazione. Chi copre la latitanza del capo di Cosa Nostra? La coprono rappresentanti delle professioni, la coprono politici, imprenditori, forze di polizia. Dall'indagine sulla sua ricerca sono emerse tutte queste categorie, quindi non è soltanto una copertura da parte di un'organizzazione criminale, ma è una copertura che viene da intere fasce sociali».
LA LOTTA A COSA NOSTRA - «Abbiamo scoperto che un imprenditore riceveva da un sottoufficiale della forza di polizia delle informazioni sulle nostre indagini - racconta ancora il procuratore -. L'imprenditore era collegato a Cosa Nostra e quindi le indagini nostre venivano conosciute direttamente da Provenzano. Non abbiamo ancora catturato il latitante Provenzano che da tanti anni, appunto, è tale, però diciamo che i successi ottenuti nella ricerca del latitante Provenzano sono assolutamente indiscutibili. Abbiamo arrestato ben 450 suoi favoreggiatori o associati a Cosa Nostra. Sono stati sequestrati centinaia di milioni di euro di beni, sono state scoperte tante persone che facevano da prestanome o intestavano fittizziamente per conto di Provenzano beni di ingente valore. Quindi diciamo che l'organizzazione paga certamente per questa latitanza».
LE CURE IN FRANCIA - Alla domanda sul perché Provenzano vada in Francia a curarsi, Grasso risponde: «Mentre in passato Provenzano si era servito di medici palermitani, adesso, sentendo forse il terreno non sicuro sotto i suoi piedi si è rivolto all'estero. E fra l'altro in una zona dove parecchi siciliani sono soliti andare per risolvere all'estero i problemi della sanitá, visto che la sanitá siciliana non sempre è all'altezza della situazione. Del resto proprio nel salotto del medico Guttadauro si sentiva parlare di primari che dovevano prendere certi posti al posto di altri. Cosa nostra è sempre un'emergenza nel senso che va a infiltrarsi nel potere, nell'economia e distrugge quella libertá d'impresa, libertá di mercato che è il fondamento per lo sviluppo di una regione, di una nazione. Cosa Nostra ha degli accertati collegamenti con altre regioni d'Italia come la Lombardia, il Veneto, la Toscana, per quello che ci risulta».
INVESTIMENTI E APPALTI - Alla successiva domanda: «Sono investimenti?» Grasso risponde: «Ci sono investimenti e ci sono anche, secondo un fenomeno abbastanza strano, uno scambio di imprese siciliane che ottengono appalti in queste regioni e imprese di queste regioni che ottengono degli appalti in Sicilia. Sembra quasi che ciò possa essere in un certo qual senso coordinato o diretto da una mente che accentra tutto».
L'INFILTRAZIONE NELLE ISTITUZIONI - A far mettere i timbri sul documento falso di Provenzano - recita un'altra domanda - è stato l'ex presidente del consiglio di Villa Abate Francesco Campanella, che oggi sta collaborando con questa Procura. Qual è il valore di questo fatto? Grasso riponde: «Certamente questo dá l'esatta misura di come Cosa Nostra riesca a infiltrarsi nelle istituzioni, addirittura ma non solo locali ma anche nazionali. Il presidente di un consiglio comunale che si presta a mettere un timbro falso su un documento falso per consentire appunto il viaggio all'estero a Provenzano. Questo mi pare che sia totalmente devastante per quelli che sono i rapporti sociali. Campanella è quello che noi possiamo definire l'interfaccia tra Cosa Nostra e le altre categorie sociali, perchè è il presidente del consiglio comunale di Villa Abate, quindi ha dei rapporti con la politica, ha una finanziaria, ha dei contatti a Roma con vari Ministeri, insomma è quello che dá veramente la forza dell'organizzazione, la capacitá di infiltrarsi e di avere questi collegamenti con l'esterno».
:(

Nihil sub sole novi, purtroppo.
Per questo, quando qualcuno parla a vanvera di queste cose mettendo in croce tutti i meridionali senza distinzioni, con molta ipocrisia, prima mi incaXXo e poi lo lascio nella sua ignoranza.

:(

FuGu
21-10-2005, 22:23
era così ai tempi di Falcone e Borsellino, è un piacere vedere che le cose sono cambiate un tot... :( :(

FuGu
21-10-2005, 22:25
Nihil sub sole novi, purtroppo.
Per questo, quando qualcuno parla a vanvera di queste cose mettendo in croce tutti i meridionali senza distinzioni, con molta ipocrisia, prima mi incaXXo e poi lo lascio nella sua ignoranza.

:(

soprattutto sentendo dire che sono i meridionale in primis a doversi svegliare.
Con la fiducia nelle istituzioni generata da queste porcherie, poi.

:help:

Blue Spirit
21-10-2005, 22:29
soprattutto sentendo dire che sono i meridionale in primis a doversi svegliare.
Con la fiducia nelle istituzioni generata da queste porcherie, poi.

:help:

Esatto;)

Poveri Giovanni e Paolo...sono morti praticamente invano...come tutti gli altri:(

Scoperchiatore
21-10-2005, 22:41
soprattutto sentendo dire che sono i meridionale in primis a doversi svegliare.
Con la fiducia nelle istituzioni generata da queste porcherie, poi.

:help:

Sicuramente il mondo non cambia da solo, non fare nulla è un atteggiamento comprensibile, ma IMHO non elogiabile.
Mia madre, contro questa mentalità, non ha fatto gesti da eroe, si è solo trasferita, sperando in un futuro migliore. Dimostrare in qualche modo, anche soltanto spostandosi, il proprio rifiuto a convivere con questi fatti, secondo me è già qualcosa.

FuGu
21-10-2005, 22:46
Sicuramente il mondo non cambia da solo, non fare nulla è un atteggiamento comprensibile, ma IMHO non elogiabile.
Mia madre, contro questa mentalità, non ha fatto gesti da eroe, si è solo trasferita, sperando in un futuro migliore. Dimostrare in qualche modo, anche soltanto spostandosi, il proprio rifiuto a convivere con questi fatti, secondo me è già qualcosa.

Non sto dicendo che queste collusioni col mondo istituzionale siano la scusa per non fare un cacchio, bensì che queste collusioni demoralizzano le iniziative dei singoli, di fronte alla criminalità organizzata :)

che poi magari sarei il primo a farmela sotto e a sentirmi mollato dallo Stato in queste situazioni... o a cadere nell'omertà... boh, dal nord è difficile capire fino in fondo cosa significhi essere immersi in questo clima.