View Full Version : Ponte Sullo Stretto di Messina: Che ne pensate? -PRO e CONTRO-
Ciao a tutti,
ultimamente mi sto interessando del progetto sulla costruzione del ponte di messina, volevo sapere i VERI Pro e Contro..
Vorrei capire bene anche da dove arrivano i finanziamenti.. e soprattutto se è giusto dire che sono soldi pubblici!
Ho provato a vedere se esisteva già una discussione su questo argomento, ho cercato "ponte messina" e "ponte stretto" ma non ho ottenuto risultati.. per questo ho aperto una nuova discussione.. spero di non aver sbagliato!
Grazie a tutti quelli che diranno la loro :mano:
jesusquintana
09-10-2005, 13:26
i finanziamenti dovrebbero essere privati per il 60% e pubblici 40%, questo mi pareva di aver letto
i finanziamenti dovrebbero essere privati per il 60% e pubblici 40%, questo mi pareva di aver letto
Esatto. Credo che sarà un opera grandiosa.
*sasha ITALIA*
09-10-2005, 13:43
Da grande amante delle costruzioni imponenti, quali grattacieli ponti dighe ecc ecc sono contento per la costruzione di questo enorme ponte, però se effettivamente costa così tanto e non è così indispensabile.. direi che in Italia oggigiorno non abbiamo così tanti soldi da permetterci opere simili statali, no?
nexus2014
09-10-2005, 13:58
il ponte:
1. non è indispensabile, basterebbe potenziare i collegamenti esistenti;
2. la zona non è certamente una delle più stabili geologicamente e politicamente (chi ha orecchie per intendere...);
3. se venisse costruito non sarebbe utilizzabile tutto l'anno e certamente non nelle giornate più ventose (questo a detta di un mio amico ingegnere).
E la faglia che passa in mezzo allo stretto? Secondo uno dei problemi più grossi del progetto sta lì.
F1R3BL4D3
09-10-2005, 14:37
IMHO prima si mettono a posto le strade, ferrovie, ecc. poi si fanno i ponti.
stbarlet
09-10-2005, 15:21
E la faglia che passa in mezzo allo stretto? Secondo uno dei problemi più grossi del progetto sta lì.
faglia ? quale faglia? :stordita:
jumpermax
09-10-2005, 15:40
E la faglia che passa in mezzo allo stretto? Secondo uno dei problemi più grossi del progetto sta lì.
nessun problema per questo, lo spostamento rientra nella tolleranza "gestibile" da un ponte di queste dimensioni (non sono mica indeformabili, anzi)
Dal sito ufficiale: www.strettodimessina.it
I costi per la costruzione dovrebbero essere di circa 4,8 miliardi di euro.
Che ne pensati di quello che si legge nella pagina dei finanziamenti?
Incollo di seguito quello che c'è scritto:
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Il Consiglio di Amministrazione della Stretto di Messina ha sviluppato lo studio di analisi e fattibilità finanziaria con il supporto di PricewaterhouseCoopers, consulente finanziario della Società Stretto di Messina S.p.A., ponendosi i seguenti principali obiettivi:
* Realizzare l'Opera nel rispetto dei tempi previsti;
* Annullare l'Entità del supporto finanziario dello Stato al Progetto, in termini di erogazioni di contributi a fondo perduto, di rilascio di garanzie e altre forme di impegno finalizzate a mitigare i rischi impliciti nell'iniziativa;
* Assicurare il più ampio coinvolgimento dei privati nel progetto, secondo modalità rispondenti allo schema tipico di Finance Project ;
* Non impegnare risorse disponibili nel bilancio dello Stato da destinare alla realizzazione di altre opere previste dal Governo.
Lo schema di finanziamento predisposto dalla Società non prevede infatti l'erogazione di contributi a fondo perduto, né il rilascio di garanzie da parte dello Stato: la fattibilità finanziaria dell'Opera si basa su un aumento di capitale della Stretto di Messina di 2.500 milioni di Euro pari a circa il 40% del fabbisogno complessivo da erogarsi progressivamente in relazione all'avanzamento delle attività di costruzione. Le residue occorrenze finanziarie, circa il 60% dei fabbisogni, saranno coperte attraverso finanziamenti di tipo project finance contratti in più tranche sul mercato internazionale dei capitali. Tali finanziamenti saranno pertanto garantiti dai flussi finanziari generati dalla gestione dell'Opera. I risultati ottenuti dalle analisi finanziarie evidenziano la capacità dello schema individuato di assicurare agli Azionisti - pur in assenza di qualsiasi contributo pubblico a fondo perduto - un rendimento adeguato in tutti gli scenari trasportistici considerati.
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E poi fra le FAQ si può leggere:
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3) Come è possibile affermare che la realizzazione del Ponte non costerà nulla allo Stato, quando i Soci della Stretto di Messina S.p.A., che sono aziende pubbliche, si sono impegnati a immettere nell'iniziativa 2,5 miliardi di Euro?
E' opportuna una riflessione per chiarire la natura del capitale di rischio che gli Azionisti e principalmente Fintecna, Anas e RFI immetteranno nell'iniziativa.Tali risorse destinate al ponte rappresentano un investimento imprenditoriale, basato su analisi di rendimento e prospettive di recupero e non un contributo a fondo perduto. Infatti, seppure il capitale di rischio investito nel progetto proviene da Società a controllo pubblico (Fintecna, Anas e RFI), il suo impiego discende da analisi tecniche di investimento ed è disciplinato da logiche tipicamente privatistiche di mercato. Il vero impiego di "risorse pubbliche" si avrebbe qualora il progetto, secondo schemi seguiti in passato, venisse finanziato in larga misura (almeno il 50%) con contributi a fondo perduto.
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Oppure:
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4) Perchè non impiegare i fondi del Ponte per la realizzazione, ad esempio, di case antisismiche?
Un investimento, per sua natura, si effettua quando esistono parametri che consentano di prevedere il recupero del capitale e la sua remunerazione. E' questo il motivo per cui le risorse destinate al ponte non potrebbero essere impiegate in altri progetti che non avessero la possibilità di remunerare e rimborsare il capitale. Peraltro, non gravando la realizzazione del ponte sul bilancio dello Stato, le risorse disponibili potranno essere destinate alla realizzazione di altre opere previste dal Governo. Al riguardo è utile ricordare che, con l'approvazione delle linee principali del piano finanziario elaborato dalla Stretto di Messina, il Cipe ha stornato una previsione di spesa per la realizzazione del ponte, pari a circa 300 milioni di euro, assegnate da una precedente delibera Cipe del 2001. Questo importo quindi può essere, e forse lo è già, destinato alla realizzazione di altre opere programmate dal governo.
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Se questo è vero, si può dire che affermazioni del tipo: "Prima i soldi si spendono in ferrovie strade e cose che ne hanno più bisogno".. sono infondate? perchè comunque il capitale investito nel ponte.. se non si fa il ponte non verrebbe mai investito? perchè da quello che ho capito io queste società pubbliche investono ma sono consapevoli che recupereranno con gli interessi i capitali..
che ne pensate?
il ponte:
1. non è indispensabile, basterebbe potenziare i collegamenti esistenti;
2. la zona non è certamente una delle più stabili geologicamente e politicamente (chi ha orecchie per intendere...);
3. se venisse costruito non sarebbe utilizzabile tutto l'anno e certamente non nelle giornate più ventose (questo a detta di un mio amico ingegnere).
Sempre tra le FAQ trovo risposta alla tua terza affermazione:
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2) E' vero che il Ponte, in presenza di vento forte, non sarebbe percorribile per molti giorni all'anno?
Il ponte sullo Stretto di Messina sarà aperto 365 giorni l'anno 24 ore su 24, senza alcuna interruzione di traffico a causa del vento. Ciò grazie alla sua stabilità intrinseca e all'adozione di speciali barriere antivento che consentiranno un regolare svolgimento del traffico anche in presenza di forti venti. Per quanto riguarda la stabilità, il ponte, definito come "disegnato dal vento", ha un profilo alare con caratteristiche aerodinamiche che gli consentono di resistere a venti con velocità superiore a 216 Km/h, anche se in oltre venti anni di monitoraggi eolici effettuati da un centro meteo locale specializzato non è mai stata raggiunta una velocità di vento superiore ai 150 Km/h. Gli anni di studi in galleria del vento hanno permesso di portare il comfort di attraversamento e la stabilità a livelli ottimali, sia in presenza di venti medio-bassi sia forti.
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Non capisco un'acca di progettazione civile, ma credo che sia tecnicamente fattibile. Politicamente però credo che non lo vedremo mai, e che tutti i discorsi su di esso siano "campati in aria". :D
Goldrake_xyz
09-10-2005, 19:08
il ponte:
1. non è indispensabile, basterebbe potenziare i collegamenti esistenti;
2. la zona non è certamente una delle più stabili geologicamente e politicamente (chi ha orecchie per intendere...);
3. se venisse costruito non sarebbe utilizzabile tutto l'anno e certamente non nelle giornate più ventose (questo a detta di un mio amico ingegnere).
Sicuramente sono favorevole alla costruzione del ponte ! ;)
come sono anche favorevole alle centrali nucleari ! :O :ops:
xò come dice nexus2014 c'è qualche problemino in più da risolvere ... :rolleyes:
Più che la Faglia bisogna vedere che nè pensa "La Famiglia" :asd: !!!
Ciao :D
faglia ? quale faglia? :stordita:
C'è una piccola faglia che ci passa in mezzo. Nulla di paragonabile a quella di S.Andreas in America, però c'è.
C'è una piccola faglia che ci passa in mezzo. Nulla di paragonabile a quella di S.Andreas in America, però c'è.
Lo spostamento della faglia è stato sicuramente tenuto in conto, così come la sismicità della zona. So che il progetto esiste da anni ed è fatto così bene che già altri ingegneri edili si sono ispirati ad esso (soprattutto sul profilo alare) per altri ponti... si tratta solo di decidere se vale la pena spendere i soldi e soprattutto evitare che diventino un regalo alla mafia.
Beh, anche i traghetti saranno in qualche modo sfruttati dalla mafia, no?
sarebbe certamente utile anhe se effettivamente ci sono i problemi che avete già evidenziato.
Una mia osservazione: ma è giusto che per costruire questo ponte venga rasa al suolo una cittadina storica e spostata più in là...parlo di Ganzirri, in provincia di messina, che ora è esattamente dove dovrebbe essere costruito un pilone del ponte.
Vai a dormire la sera e il giorno dopo ti sbattono fuori casa per fare il ponte...se hai fortuna finisci per un po' in un prefabbricato e poi FORSE avrai una nuova casa...al diavolo gli affetti e i ricordi della tua vita...tutto nuovo e camminare!...se hai jella resti a vita nel prefabbricato e si dimenticano della tua esistenza...irpinia docet!
nexus2014
10-10-2005, 10:51
raga' svegliamoci la mafia gestisce le opere dalla Salerno-Reggio Calabria in giù... e sta aspettando con ansia la costruzione di stò benedetto ponte... con questo non voglio dire che è inutile fare opere di questa portata al sud, anzi... ma che bisogna cambiare i sistemi di controllo per quanto riguarda gare di appalto, operato di politici locali (e nazionali), ecc...ecc...
Silver_1982
10-10-2005, 10:55
http://newton.corriere.it/Pregresso/2003/06/2003060100016.shtml
Nel 2005 inizieranno i lavori per costruire il piu' lungo ponte sospeso del mondo. un'opera grandiosa e innovativa che sorgera' su una terra inquieta, con fortissimi venti e a rischio di terremoti. resistera'? "Newton" ha indagato per voi
Nel 2011, quando verrà terminato, sarà il ponte sospeso più lungo del mondo, un gigante di metallo e cemento pesante più di duecentomila tonnellate. Scavalcherà un tratto di mare largo 3300 metri, da Punta Pezzo in Calabria alle coste di Ganzirri in Sicilia. Quattro cavi d'acciaio lunghi 5300 metri e due torri alte quasi 400 metri, più della Torre Eiffel, sorreggeranno l'intera struttura a 65 metri sopra il livello dell'acqua. Ora il progetto del ponte di Messina è in attesa di approvazione definitiva da parte dei ministeri delle Infrastrutture e dell'Ambiente. Entro l'estate il Comitato interministeriale per la programmazione economica dovrebbe dare l'autorizzazione per il finanziamento dell'opera. Se tutto va come deve nel 2005 inizieranno i lavori. Fossili come spie: realizzare un'opera di questo genere presenta enormi difficoltà, non solo per le dimensioni, ma soprattutto a causa delle caratteristiche geofisiche dello Stretto di Messina. "Tutto il Sud Italia è instabile dal punto di vista sismico", spiega Gianluca Valensise, responsabile dell' unità di tettonica attiva e strutture sismogenetiche dell' Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. "In particolar modo lo sono la Sicilia e la Calabria. Le loro coste tendono a sollevarsi rispetto al livello del mare. Il moto convergente della zolla africana e di quella euroasiatica spinge la Sicilia verso Nordovest e la Calabria verso Nordest a una velocità di circa un centimetro all' anno. Infine, proprio sotto le acque dello Stretto passa una faglia sismica attiva, quella che nel 1908 provocò il catastrofico terremoto che distrusse le città di Messina e Reggio Calabria". Un gruppo di ricercatori dell' Enea, guidati dal geologo Fabrizio Antonioli, ha condotto di recente una campagna di studi lungo le sponde dello Stretto di Messina. "L' obiettivo delle nostre ricerche", spiega Antonioli, "era valutare la velocità del moto di sollevamento delle coste rispetto al mare. Ci siamo serviti di conchiglie fossili, resti di organismi che un tempo vivevano al livello dell' acqua e oggi si trovano a diverse altezze fuori dal mare. Misurando con la tecnica del radiocarbonio l' età di queste conchiglie, abbiamo calcolato il tasso di sollevamento". Non è stato facile trovare i giacimenti di fossili necessari per le misurazioni, perché le acque dello Stretto sono spesso burrascose e nel tempo le mareggiate hanno eroso le coste, strappando i resti delle conchiglie. "Siamo stati abbastanza fortunati da scoprire alcune spiagge fossili intatte", racconta Antonioli, "e dalle nostre analisi è emerso che sia le coste della Sicilia che quelle della Calabria affacciate sullo Stretto si stanno tuttora sollevando. Il dato interessante è che il tasso di sollevamento della costa calabrese nell'area in cui dovrebbe sorgere il ponte è di circa due millimetri all' anno, mentre quello sulla costa siciliana è di mezzo millimetro". Tiro alla fune tra le sponde: che effetti può avere sulla struttura del ponte questa specie di "tiro alla fune" tra le due sponde? "Trattandosi di sollecitazioni minime e di un moto estremamente lento, le conseguenze per il ponte, così come è stato progettato, sono trascurabili", risponde Paolo Clemente, ingegnere del gruppo di lavoro sull'isolamento sismico dell'Enea. "La trazione esercitata dalle due coste sulla struttura", prosegue Clemente, "tende ad allontanare tra loro le torri di sostegno, ad aumentare lo sforzo delle funi che sorreggono il ponte e a sollevare il livello del ponte stesso rispetto a quello del mare". Un allontanamento di un metro tra le due torri provocherebbe un sollevamento di due metri del ponte rispetto all'acqua e un aumento della forza esercitata sulle funi pari allo 0,7 per cento. "Si tratta di sollecitazioni che la struttura può assorbire senza alcun problema", assicura l' ingegnere, "tenuto conto che ai due estremi dell' impalcato, la parte percorribile del ponte, si trovano due giunti che permettono all'impalcato stesso di allungarsi fino a sette metri. Ci vorranno comunque centinaia di anni, alla velocità di sollevamento attuale, per allontanare le torri di un metro. Basterà tenere sotto controllo la struttura e intraprendere al momento opportuno i necessari interventi di manutenzione". La frattura nello Stretto: l'innalzamento delle coste non è l'unico potenziale fattore di rischio per il ponte di Messina, anzi, forse è quello meno rilevante. "Il problema maggiore è rappresentato dalla faglia che corre sotto lo stretto, parallela alle coste", spiega Gianluca Valensise dell' Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, "la faglia è una frattura della crosta terrestre che assorbe la forza esercitata dalle zolle in movimento e si carica di energia. Sappiamo che la Sicilia e la Calabria dovrebbero muoversi una rispetto all' altra, allontanandosi. Eppure, gli strumenti installati da decenni sulle due sponde dello Stretto non rilevano alcuno spostamento, perché in quella zona agisce la faglia, che assorbe la tensione e impedisce alle coste di allontanarsi. Quando la faglia sarà completamente carica, libererà improvvisamente tutta l' energia accumulata e la sfogherà in un violento terremoto". Il meccanismo descritto da Valensise è quello che nel 1908 produsse il sisma più violento nella storia del nostro Paese: il terremoto di Messina. "Durante quel terremoto", prosegue l' esperto, "le due coste della Sicilia e della Calabria, improvvisamente libere di muoversi, si allontanarono di colpo di settanta centimetri. Contemporaneamente la costa calabra sprofondò di 55 centimetri rispetto al livello del mare e quella siciliana di 75. Nell' eventualità di un nuovo terremoto dagli effetti paragonabili a quello, il ponte subirebbe uno strappo improvviso, un allontanamento brusco dell' ordine di grandezza di un metro. È in grado di resistere a una sollecitazione di questo tipo ?". Rivolgiamo la domanda ad Alberto Castellani, ordinario di Tecnica delle costruzioni del Politecnico di Milano, uno degli ingegneri che hanno preso parte alla progettazione del ponte. "Il disegno del ponte", risponde, "tiene conto dell' eventualità di un terremoto di grande intensità. La struttura può sopportare scosse che imprimono un' accelerazione fino a 0,7 volte l' accelerazione di gravità, un valore molto elevato, registrato per esempio durante il terribile sisma nella città giapponese di Kobe nel 1995". "Abbiamo scelto quell'evento", continua, "come riferimento in mancanza di dati strumentali relativi al terremoto di Messina. Il ponte è un pendolo, che può oscillare liberamente con un' ampiezza di svariati metri. Per quanto riguarda l'eventuale allontanamento improvviso delle coste, i giunti posti alle estremità dell' impalcato sarebbero in grado di assorbire lo strappo". I giunti, spiega Castellani, servono a compensare la dilatazione termica delle parti metalliche del ponte: nelle giornate molto calde, l'intero impalcato si allunga di quasi sette metri. Ciascun giunto è fatto come una coppia di pettini con i denti intersecati che possono scivolare allontanandosi reciprocamente fino a tre metri e mezzo. Ma che cosa accadrebbe se il terremoto si verificasse in una giornata fredda, quando il ponte è al minimo della sua dilatazione termica e i giunti sono a fine corsa? "In tal caso, ovviamente, i giunti si romperebbero", risponde l' ingegnere, "e l'impalcato si spaccherebbe. Il ponte resterebbe in piedi, perché sono le torri e le funi a sostenerlo, ma le auto in transito in quel momento avrebbero dei problemi". Vento massimo: 150 chilometri all'ora. Una delle ragioni per cui il ponte avrà una struttura sospesa, libera di oscillare, è il forte vento che spesso batte lo Stretto, toccando velocità di 200 chilometri orari. "Il ponte è percorribile fintanto che il vento si mantiene sotto i 150 chilometri all' ora", spiega Castellani, "perché è dotato di barriere frangivento capaci di riparare le auto, ma troppo basse per proteggere camion e treni. Se le raffiche dovessero superare i 150 chilometri orari, i veicoli più alti potrebbero sbandare e le oscillazioni della struttura potrebbero creare dei problemi alla guida". Azzardiamo un'altra ipotesi: che cosa accadrebbe se un terremoto della massima intensità prevista colpisse il ponte in una giornata di forte vento? La struttura è in grado di resistere alle due sollecitazioni combinate? "Considerato che la durata media di un sisma è di mezzo minuto, che quelli di intensità estrema si verificano in media una volta ogni cinquecento anni e che il vento raggiunge la velocità massima solo pochi giorni all' anno", risponde l' ingegnere, "la probabilità che i due eventi si sovrappongano è praticamente nulla. Il progetto tiene conto di combinazioni più probabili, come la sovrapposizione di un terremoto di media intensità con un vento di media intensità". La sfida del ponte alla natura può quindi essere vinta. Almeno per i suoi progettisti. Appesi a 177.408 fili d'acciaio: il ponte scaricherà il suo enorme peso su due torri alte 376 metri. Ciascuna sarà formata da due gambe di 16 per 12 metri collegate da quattro traversi, il tutto costruito con 54.000 tonnellate di acciaio. Per arrivare all'altezza necessaria, saranno sovrapposti 22 blocchi composti da pannelli modulari, per creare una struttura modulare molto resistente e al tempo stesso flessibile che sopporti le variazioni di carico dovute al vento o a terremoti. All' interno di ogni gamba passeranno due ascensori. I cavi sono la parte più pesante del ponte: 32 tonnellate al metro (per un totale di 166.600 t) contro le "sole" 23,5 tonnellate al metro dell' impalcato. Quindi, come in tutti i ponti, la maggior parte dello sforzo fatto dai cavi è per reggere se stessi, e solo in parte per la struttura. I cavi sono quattro e corrono a coppie di due: sono lunghi 5300 metri e del diametro di 1,24 metri. Ciascuno è formato da 44.352 fili di acciaio di 5,38 millimetri di diametro. L' impalcato è appeso tramite una serie di "pendini" (cavi verticali) sistemati ogni 30 metri in corrispondenza delle travi trasversali. In Sicilia, i cavi sono ancorati a un blocco di 328.000 metri cubi, affondato nel terreno e consolidato con cemento in modo che non ceda neanche in caso di terremoto. In Calabria il blocco è più piccolo, 237.000 metri cubi, perché il terreno circostante è più solido. Asfalto sull'acqua: l'impalcato è la strada percorribile del ponte. Sarà largo 60 e lungo 3660 metri, costituito da tre cassoni longitudinali indipendenti, uniti tra loro da travi ogni 30 metri. Costruito interamente in acciaio, peserà complessivamente 70.500 tonnellate, e sorvolerà il mare a 64,35 metri in prossimità delle torri e a 70 metri al centro. Sono previste 12 corsie stradali e due ferroviarie, dove transiteranno fino a 9000 veicoli al giorno. Proprio la forma dell' impalcato fa di questo ponte un' innovazione: la sua resistenza e la sua aerodinamicità rendono possibile la costruzione di un ponte sospeso che supera i 2 chilometri. Lunghezza fino a oggi considerata un limite per questo tipo di struttura. Il primo ponte del futuro: a Milano nella galleria del vento del Politecnico, gli ingegneri stanno provando il modello in scala. Ecco perché la sua struttura è innovativa. Il ponte di Messina supererà di oltre un terzo, pari a 1,3 chilometri, l'attuale record dei ponti sospesi, che appartiene all'Akashi Kaikyo. La struttura giapponese, completata nel 1998, è complessivamente lunga 3911 metri, ma la parte sospesa è di 1991 metri. L'innovazione che ha reso possibile la costruzione di una campata lunga 3300 metri è l'impalcato "multibox", cioè a cassoni multipli, spiega Giorgio Diana, ingegnere del Politecnico di Milano e responsabile della progettazione aerodinamica del ponte di Messina. In pratica la parte percorribile del ponte non è costituita da una struttura unica, ma da tre "strade" che corrono parallele e separate da spazi vuoti. È un'innovazione talmente importante ed efficace che altri progettisti in tutto il mondo stanno adottando l' "impalcato tipo Messina" per disegnare i ponti del futuro. Qual'è il vantaggio di avere dei "buchi" nel ponte? "L'impalcato ha una sezione simile a quella di un'ala d'aereo", risponde Giorgio Diana, "in questo modo il suo profilo affilato taglia il vento riducendo la resistenza". Quindi diminuendo gli spostamenti trasversali del ponte. Con un vento eccezionalmente forte, 216 km/h, il ponte di Messina si sposta lateralmente di 9 metri, con lo stesso vento l'Akashi Kaikyo si sposta di ben 30 metri. E i buchi? "Riducono la portanza", cioè la forza aerodinamica sul ponte, continua Diana, "quindi rendono il più possibile neutro il comportamento della struttura investita dal vento". Inoltre per aumentare ulteriormente la stabilità, sui bordi ci saranno delle alette e una griglia che ridurrà la forza del vento che investirà i veicoli. Newton è andato nella galleria del vento del Politecnico di Milano, dove Diana e i suoi collaboratori stanno facendo prove di aerodinamica. Un modello in scala 1/60 di una sezione del ponte viene provato con piccole variazioni al progetto al fine di perfezionare l'idea iniziale, e scoprire come reagisce il ponte nelle diverse condizioni. Per esempio si prova a tappare i buchi tra i cassoni per vedere quanto effettivamente influiscano sulla resa aerodinamica. Oppure si ricopre con della carta vetrata la superficie del cassone per simulare la rugosità della struttura reale e vedere come si comporta quando è colpita dal vento. Ovviamente il vento non può essere quello vero: su un modello in scala 1/60 la velocità del vento deve essere 1/7 di quella reale. Per problemi di spazio le prove vengono fatte solo su una sezione del ponte (un modello 1/60 intero sarebbe lungo 60 metri), ma i computer sono in grado di riportare i dati acquisiti su tutta la lunghezza della struttura. (Massimo Murianni).
Fondamenta instabili: secondo Mario Tozzi, geologo del Cnr e conduttore della trasmissione scientifica Gaia su Rai Tre, l'ambiente naturale dello Stretto è troppo pericoloso per ospitare il ponte di Messina. Il vento è solo uno dei problemi fisici che strutture sospese delle dimensioni del ponte di Messina possono soffrire (qualcuno calcola almeno 30 giorni all' anno di interdizione al traffico a causa del vento), e neanche il più grave: terremoti e frane hanno un' incidenza potenziale talmente pesante da innalzare il rapporto costi benefici a livelli tali da rendere più remunerativo incrementare e ammodernare il servizio traghetti. Il catastrofico incidente ferroviario della scorsa estate sull' unico binario che conduce da Messina a Palermo ha riproposto con tinte forti la questione del futuro ponte sullo Stretto di Messina: è difficile immaginare la costruzione di un' opera prima che venga risistemato un contesto ferroviario e stradale ancora così arretrato. Ma è il contesto geologico a rendere inquieti nell' analizzare la fase progettuale. Il rischio di costruire il ponte a campata unica più lungo del mondo nella zona a più forte sismicità del Mediterraneo sembra, in realtà, elevato. Reggerà al terremoto prossimo venturo un ponte che è stato commisurato a magnitudo 7,1 Richter, tenendo presente il famigerato sisma di Messina e Reggio del 1908, visto che si tratta di una stima indiretta su dati incerti e che, quindi, quello futuro potrebbe addirittura essere magnitudo 7,2 o 7,5 ? La teoria del terremoto caratteristico (che fa ipotizzare qui un tempo di ritorno di 1500 anni e l' impossibilità di avere, nel frattempo, terremoti meno forti, ma comunque catastrofici) è applicabile all' area dello Stretto ? Va inoltre ricordato che il ponte risulta efficacemente difeso da un terremoto 7,1 Richter solo una volta interamente realizzato, ma nulla viene assicurato per le lunghissime fasi costruttive (alcuni anni) in cui le strutture sarebbero vulnerabili, e per tutto ciò che è fuori dall' impalcato. Ma la domanda che si pongono molti geologi è a cosa servirebbe un ponte che rimane in piedi se il terremoto fosse veramente "solo" 7,1 Richter ? Invece di unire due future aree devastate, quello che diventerebbero Reggio e Messina, non sarebbe meglio spendere prima quelli e altri denari nella ristrutturazione di città che hanno appena il 20 per cento delle costruzioni antisismiche ? La Sicilia nordorientale e la Calabria meridionale sono notoriamente le regioni a più alto rischio sismico dell' intero Mediterraneo. A partire dal IX secolo, quest' area è stata colpita da almeno 13 terremoti d' intensità superiore al settimo grado della scala Mercalli. Inoltre, sul quadro geologico dello stretto di Messina esistono tuttora discordanti interpretazioni: sulla genesi stessa dello Stretto è in corso da anni un acceso dibattito scientifico, e persino la faglia del terremoto del 1908 resta da definire con certezza. All' obiezione che in altre regioni sismiche (Stati Uniti e Giappone) i ponti si costruiscono è fatale rispondere che, però, molte volte crollano in seguito a terremoti, come accaduto a Kobe, in Giappone, nel 1995: strutture molto più basse e con decine di piloni di sostegno di cemento armato piegati come burro. C' è poi il problema della tenuta del ponte durante la fase di costruzione, tenendo presenti anche i dati recenti che indicano la possibilità di enormi "scivolamenti gravitativi profondi" sul versante calabrese (in pratica frane colossali), con piani di rottura che possono arrivare a interessare le strutture di sostegno. Altre frane di varia entità vengono messe in luce su quel versante da molti geologi che individuano piani di scivolamento attivi, fratture e faglie un po' dovunque. I progettisti sostengono che l' impostazione delle torri e dei blocchi di ancoraggio sposterebbe solo un milione di metri cubi di materiale e che tale spostamento non porterà alcun dissesto; sugli scivolamenti profondi non si pensa neppure ad alcun approfondimento. Anzi: gli stessi progettisti ammettono che: "le opere previste... possono provocare fenomeni di instabilità... e la modificazione degli alvei fluviali" (dalla relazione di progetto). Poco chiara è inoltre la destinazione di quel materiale estratto e la provenienza di quello che servirà come inerte per calcestruzzo: come verrà trattato ? Che prezzo pagheremo in termini ambientali e incremento del dissesto per l' apertura di nuove cave ? Lo stesso approvigionamento idrico per la costruzione sarebbe un serio problema in un' isola in via di desertificazione dove, durante la stagione estiva, ci sono molti paesi che non riescono a dissetarsi e dove si sta combattendo una vera e propria guerra per l' acqua potabile. Ci sono infine i dati geodinamici recentemente messi in luce dall' Enea che indicano un sollevamento verticale differenziale della costa calabrese (1,5 mm/anno) rispetto a quella sicula (solo 0,4 mm/anno) e una divaricazione della Calabria rispetto alla Sicilia per una deriva di 1 cm/anno: in pratica un comportamento non omogeneo di cui si dovrebbe tenere conto nella costruzione con un incremento significativo di spesa. (Mario Tozzi).
Valsecchi Maria Cristina, Tozzi Mario
Newton 01 giugno 2003
aceto876
10-10-2005, 10:57
Io ho visto il modello del ponte in galleria del vento al PoliteNnico di Milano. Gran bel modellino. Chissà se lo integreranno in un bel plastico :sofico:
Silver_1982
10-10-2005, 11:00
Qualche Info :
http://www.strettodimessina.it/index_i.html
http://www.strettodimessina.it/principali_enti.html
http://www.strettodimessina.it/Avanzamentoprogetto-1.html
http://www.strettodimessina.it/ProssimeTappe_Progetto.html
raga' svegliamoci la mafia gestisce le opere dalla Salerno-Reggio Calabria in giù... e sta aspettando con ansia la costruzione di stò benedetto ponte... con questo non voglio dire che è inutile fare opere di questa portata al sud, anzi... ma che bisogna cambiare i sistemi di controllo per quanto riguarda gare di appalto, operato di politici locali (e nazionali), ecc...ecc...
Perchè, scusa, sa Salerno in su invece chi le gestisce?....non crederai davvero alla Legge Merloni.... :mc: :mc: :mc: :mad: :mad: :mad: :muro: :muro: :muro:
cmq imho il ponte è utile e realizzabile....poi chi vuole può chiacchierarci sopra quanto vuole....anche questo fa parte del gioco;)!
saluti,
Greg
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