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View Full Version : Vorrei un parere...


diafino
09-10-2005, 12:36
Buongiorno a tutti...
Scriver questo componimento m'è molto costato a livello personale, in quanto m'ha mandato un po' in crisi rispetto alle mie idee che pongo in discussione continuamente, mi farebbe piacere sapere che ne pensate!

Grazie già infinitamente a tutti coloro che vorranno darmi la loro opinione.

Un abbraccio.


Non c’è uomo che possa guardare la morte in faccia e non averne paura, non c’è fede che possa dare sicurezza ad un animo turbato dalla profonda consapevolezza che la sua esistenza sia giunta agli ultimi rintocchi d’orologio e non c’è occhio che d’innanzi alle tenebre non protesti la sua voglia di luce. La Chiesa c’insegna ad aver fiducia nella vita eterna che ci attende al termine del nostro cammino su questo nostro mondo, a non soffrire per la scomparsa dei nostri cari, ma anzi, a gioirne poiché per loro sono giunti giorni migliori, ma come può un cuore dolente curare le sue ferite con una medicina che non può vedere? Diventa allora complesso più il quesito sull’esistenza del divino, del significato di morte e del concetto di vita eterna. Quando una persona muore, ai bambini che ce ne chiedono il perché rispondiamo che Dio le ha chiamate a sé per il candore del loro animo, poiché c’era bisogno di nuovi angeli in cielo; ma se davvero egli chiama a sé gli animi più candidi in base ad un suo disegno preordinato, allora perché in esso non ha risparmiato agli uomini il dolore e la profonda sofferenza di vedersi portar via gli affetti più cari? In quale dei disegni divini rientra la perdita dell’uomo che si ama più della propria vita? Quale progetto può mai giustificare la perdita di un figlio?
C’è dell’egoismo in ognuno di noi, un forte egoismo, poiché non vorremmo mai rinunciare a ciò che per noi è caro e prezioso, a ciò a cui teniamo più d’ogni altra cosa al mondo; è così per le persone, per gli oggetti, per gli animali. Così a volte mi ritrovo a credere che Dio sia crudele quando decide di privarci di una parte di noi togliendoci i punti fermi della nostra esistenza, non riesco a vederne lo scopo, il significato, le motivazioni di tale atto. Ammiro chi crede in Dio così ciecamente da aderire totalmente al suo progetto, chi sopporta dolori, privazioni, malattie senza mai perder la Fede e la speranza nel Signore e in giorni migliori, chi d’innanzi alla morte è lieto per l’attesa della vita che verrà; ma nel profondo dell’animo non credo che tali persone non provino nemmeno un briciolo di paura, di titubanza, di smarrimento d’innanzi alla loro fine. E qua torno ancora al solito dubbio che mi affligge. Come si può credere in qualcosa che non si vede, che non si può toccare, con cui non si può dialogare ottenendone delle risposte, da cui non si può ricevere un contatto diretto che ci conforti?
Io non sono S. Agostino, non riesco a pensare che tutto quanto cerco, risposte ai miei dubbi comprese, sia dentro di me.
Io pace non trovo e non ho da esser lieta.
Non ho risposte alle mie domande, non c’è eco alle mie parole, non c’è vento che asciughi le mie lacrime e non c’è mare che bagni le mie rive quotidiane. Sono come un sasso di torrente, che non può fermare la corrente perché il tempo se ne va senza lasciarmi niente in cambio, sono una mano che cerca di fermare l’attimo che non si può cogliere, il viaggiatore sulla coda del tempo, l’animo tumultuoso in cerca di quiete che non può accontentarsi di una musica senza suono e di note senza tempo.
Rimango allora sul palcoscenico del mio vuoto teatro, seduta ad un pianoforte, a suonare sempre la stessa melodia, gli occhi fissi sulla spoglia platea, sperando che, prima o poi, lo spettatore che da anni attendo si sieda in sala ad ascoltarmi e che duetti con me. Perché da soli si è in ogni copione quando il pubblico non grida più fuori e anche se muori non c’è emozione e nemmeno primi piani, per la tua ultima interpretazione nessuno batterà le mani e non potrai vedere come hai recitato ed eventualmente cambiare il tuo finale.
E dopo che l’ignoto spettatore avrà terminato il suo canto, si spengano le luci, si chiuda il sipario e che scorrano i titoli di coda. Ma solo allora.

Henry Wotton
09-10-2005, 12:36
Sì.

coldd
09-10-2005, 14:06
Bevi.






leggerò + tardi

sacd
09-10-2005, 14:53
:eekk:

AmdXPForever
09-10-2005, 15:17
Testo “Titoli di coda”
C. BAGLIONI


Quando io morirò
sarà un giorno qualunque
come quelli che già sono andati
o quelli che ci sarebbero stati
ma sarà come va per chiunque
anche io
che ho vissuto e vivrò uguale a tanti
come se si campasse in eterno
con la vita che va sempre avanti
anche se questa vita e un inferno
e avrà un senso ma non uno scopo
se il passato non passo per niente
se il futuro non fu neanche dopo
ed il presente e sempre assente
mentre si snoda
la mia storia sul rullo sfuggente
dei titoli di coda
amori miei
sarà duro restare a digiuno
dell'amor che dovrò dare indietro
e riportare quei vuoti di vetro
anche se ci sta un po' di qualcuno
figli miei vi lascerei
se potessi una casa più grande
una con mille e più fumaioli
e risposte per cento domande
che cresciate un po' meno da soli
ma da soli si e in ogni copione
quando il pubblico non grida fuori
e non si alzerà mai più il telone
e anche se muori non c'è emozione
ne primi piani
per quest'ultima interpretazione
chi batterà le mani
se si accende la luce e ci inchioda
sui titoli di coda
e non ci son più scene
dove veder se hai recitato bene
o male
cambiare un po' il finale
prima che il mondo
rida o si commuova
applauda o se ne vada
ai titoli di coda

:D

Thebaro
09-10-2005, 18:48
bevi-

beppegrillo
09-10-2005, 18:54
Drogati