Adric
05-10-2005, 22:52
Mercoledì 5 Ottobre 2005
Francia bloccata dallo sciopero in difesa del potere d’acquisto
ROMA Trasporto locale, pubblico impiego, insegnanti, metalmeccanici, controllori di volo, dipendenti di aziende private, postini, personale paramedico, impiegati di Air France. E anche gli studenti e le associazioni dei genitori. L’adesione allo sciopero generale di 24 ore, attuato ieri in Francia per protestare contro il governo di Dominique de Villepin e contro la sua riforma del mercato del lavoro (che contiene, tra l’altro, oltre all’addio alle 35 ore, anche la clausola sulla licenziabilità per due anni, e senza giusta causa, dei neoassunti nelle aziende con meno di 20 dipendenti) è stata larga, massiccia ed eloquente. Oltre 1,2 milioni di persone in piazza, i sindacati che parlano orgogliosi di «successo incontestabile», manifestazioni imponenti nelle principali città del paese, a cominciare da Parigi e dalla stessa Marsiglia. Tanto da indurre lo stesso premier, che ha parlato all’Assemblea nazionale, a dire: «Io e il governo ascoltiamo il messaggio che ci rivolgono i francesi e vogliamo rispondere alle loro preoccupazioni e alle loro aspirazioni. Sento l'impazienza e talvolta lo scoraggiamento dei nostri compatrioti». Villepin ha poi cercato di depotenziare politicamente lo sciopero: «Il messaggio inviato dai francesi - ha detto il capo del governo - si rivolge a tutti: centro, destra, sinistra, imprese, Stato».
Chiarissimo però era stato lo slogan con cui i sindacati avevano chiamato il paese alla protesta: in difesa del potere d’acquisto dei salari e dell’occupazione, ma anche, esplicitamente, contro la politica economica del governo. Che ora «corre dei gravi rischi se si ostina nelle sue scelte», a giudizio del segretario del partito socialista francese, Francois Hollande, che si è contestualmente «rallegrato per l'imponente mobilitazione sindacale» contro «le contestate decisioni che mettono in discussione il diritto al lavoro, la protezione sociale e l'uguaglianza davanti alle tasse». Secondo Hollande, se non muta rotta «la destra continuerà fino al 2007 a provocare guasti politici e sociali identici a quelli che constatiamo oggi». E perciò «la sinistra, in tutta la sua diversità, deve unirsi per preparare al più presto l'alternativa sperata per il 2007».
(Il Messaggero.it)
Francia bloccata dallo sciopero in difesa del potere d’acquisto
ROMA Trasporto locale, pubblico impiego, insegnanti, metalmeccanici, controllori di volo, dipendenti di aziende private, postini, personale paramedico, impiegati di Air France. E anche gli studenti e le associazioni dei genitori. L’adesione allo sciopero generale di 24 ore, attuato ieri in Francia per protestare contro il governo di Dominique de Villepin e contro la sua riforma del mercato del lavoro (che contiene, tra l’altro, oltre all’addio alle 35 ore, anche la clausola sulla licenziabilità per due anni, e senza giusta causa, dei neoassunti nelle aziende con meno di 20 dipendenti) è stata larga, massiccia ed eloquente. Oltre 1,2 milioni di persone in piazza, i sindacati che parlano orgogliosi di «successo incontestabile», manifestazioni imponenti nelle principali città del paese, a cominciare da Parigi e dalla stessa Marsiglia. Tanto da indurre lo stesso premier, che ha parlato all’Assemblea nazionale, a dire: «Io e il governo ascoltiamo il messaggio che ci rivolgono i francesi e vogliamo rispondere alle loro preoccupazioni e alle loro aspirazioni. Sento l'impazienza e talvolta lo scoraggiamento dei nostri compatrioti». Villepin ha poi cercato di depotenziare politicamente lo sciopero: «Il messaggio inviato dai francesi - ha detto il capo del governo - si rivolge a tutti: centro, destra, sinistra, imprese, Stato».
Chiarissimo però era stato lo slogan con cui i sindacati avevano chiamato il paese alla protesta: in difesa del potere d’acquisto dei salari e dell’occupazione, ma anche, esplicitamente, contro la politica economica del governo. Che ora «corre dei gravi rischi se si ostina nelle sue scelte», a giudizio del segretario del partito socialista francese, Francois Hollande, che si è contestualmente «rallegrato per l'imponente mobilitazione sindacale» contro «le contestate decisioni che mettono in discussione il diritto al lavoro, la protezione sociale e l'uguaglianza davanti alle tasse». Secondo Hollande, se non muta rotta «la destra continuerà fino al 2007 a provocare guasti politici e sociali identici a quelli che constatiamo oggi». E perciò «la sinistra, in tutta la sua diversità, deve unirsi per preparare al più presto l'alternativa sperata per il 2007».
(Il Messaggero.it)