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View Full Version : Togo, per ONU bilancio del massacro post-elettorale tra 400 e 500 morti


Adric
05-10-2005, 22:37
Rapporto Onu sulle agitazioni politiche in Togo

Scritto da Ottavio Pirelli
mercoledì, 28 settembre 2005 19:52

Foto: tra i 400 e i 500 morti: queste le cifre del massacro post-elettorale togolese secondo i dati di un'inchiesta delle Nazioni Unite. Violazioni dei diritti umani, torture, ferimenti ed esecuzioni sommarie: il rapporto, presentato lunedì dall'Alto Commissario per i Diritti Umani Louise Arbour, cerca di chiarire la dinamica dei disordini che negli scorsi mesi hanno accompagnato la morte di Gnassingbe Eyadema e l'elezione a Presidente del figlio di quest'ultimo, Faure Gnassingbe.

Il rapporto ONU

Le cifre fornite dalle Nazioni Unite fanno il punto sull'entità delle agitazioni che dallo scorso aprile hanno portato circa 40 mila persone ad abbandonare il Togo per sfuggire alle violenze. Fino ad ora, almeno tre stime - estremamente discordanti - erano state fornite dalle diverse parti in causa. Non più di una settantina di morti, ha sostenuto il governo all'indomani dello scoppio della rivolta. Di parere differente la Togolese League of Human Rights, che ha fornito numeri decisamente più alti: 800 morti. Infine, osservatori e diplomatici presenti in Togo avevano indicato come probabile la cifra di 100/150 vittime.

Il nuovo dato, risultato di una lunga attività di ricerca e analisi delle informazioni da parte di un'equipe delle Nazioni Unite, indica un numero di vittime tra le 400 e le 500, cui occorre aggiungere, per completare il quadro, i migliaia di feriti e le decine di migliaia di rifugiati.
Secondo le 49 pagine del rapporto le maggiori responsabilità sono da imputare alle forze governative, impegnate a reprimere la protesta dei sostenitori dell'opposizione, che accusavano (e continuano ad accusare) di brogli elettorali la maggioranza. Ai militanti provenienti dalle regioni del paese in cui la famiglia del Neo-presidente riscuote i maggiori consensi, si sono uniti circa 2500 soldati che, in abiti civili e armati di machete, hanno attaccato la folla dei manifestanti.

La risposta delle forze di sicurezza viene giudicata sproporzionata rispetto all'entità dei disordini, e comunque per molti versi esercitata in violazione dei diritti umani. Infatti, sono stati rilevati ripetuti casi di tortura, uccisione sommaria, rapimento e abuso sessuale. Nonostante le azioni di guerriglia metropolitana tra le strade della capitale Lomè, la maggior parte delle vittime sono state relevate direttamente nelle proprie case. Si sospetta anche la presenza, non ancora del tutto provata, di fosse comuni allestite per seppellire in fretta i numerosi corpi.

Anche se di minore entità, il rapporto riconosce anche alcune responsabilità dell'opposizione, messa all'indice per aver sostenuto la rivolta e aver incitato alla protesta violenta i propri simpatizzanti.

La risposta del governo

La risposta dell'esecutivo togolese all'inchiesta che mette duramente sotto accusa la maggioranza guidata da Faure Gnassingbe, arriva a meno di 24 ore di distanza dalla presentazione alla stampa del rapporto Onu. Seppur sottotono, una nota del governo, sotto forma di comunicato ufficiale, insinua diversi dubbi sull'attendibilità delle informazioni raccolte dagli ispettori delle Nazioni Unite.
In base al contenuto della comunicazione, diffuso dall'agenzia Misna, i dati forniti non sarebbero supportati da alcuna verifica approfondita. Inoltre, l'esecutivo biasima la scelta di non precisare il numero delle vittime riportate per ogni schieramento.
Inattendibili e poco precisi: così in sostanza sono apparsi al governo i risultati diffusi lunedì, mentre l'opposizione, forte di questi stessi dati, ha attaccato duramente il Presidente. L'IRIN ha riportato le parole pronunciate dal segretario generale del principale partito d'opposizione, Jean-Pierre Fabre, il quale ha messo in dubbio la legittimità politica della maggioranza, su cui - a suo dire - grava l'ombra, ora accertata, di ben 500 vittime.

Il problema politico e le prossime elezioni Louise Arbour, presentando il rapporto, ha anche voluto lanciare un appello affinché maggioranza e opposizione provino a sedersi intorno ad un tavolo per portare il paese fuori dalla situazione di stallo politico in cui versa.
La soluzione potrebbe essere - secondo il Commissario - un governo di unità nazionale, che avvii le necessarie riforme, sotto il controllo delle Nazioni Unite.
Alla proposta di negoziato, però, l'opposizione ha già detto di non essere interessata.

Intanto, durante la settimana scorsa, il Presidente ha dichiarato di voler tenere regolari elezioni legislative appena possibile. Nessuna data certa però è stata fornita, anche perché, come il governo stesso ammette, le difficoltà e le tensioni interne non rendono semplice l'operazione. Molti osservatori sono scettici sulla possibilità di svolgere a breve una nuova tornata elettorale: rimangono ancora vivi ed irrisolti, infatti, i problemi e i contrasti che hanno portato agli scontri della passata primavera.

40 mila rifugiati

Sono 40 mila i rifugiati che in questi mesi di tensioni hanno abbandonato il Togo per rifugiarsi in Ghana e, soprattutto, in Benin. All'inizio di settembre, l'Onu ha riproposto all'attenzione internazionale la crisi umanitaria in atto, chiedendo maggiori aiuti per sostenere i profughi che, fuori dal proprio paese, non hanno trovato che una sistemazione precaria per sé e per le proprie famiglie.
Circa il 60% sono donne e bambini, molti dei quali soffrono di malnutrizione,
nonostante l'aiuto che le organizzazioni non governative hanno cercato di fornire in questi mesi.

Ottavio Pirelli (WarNews.it)

Ewigen
22-11-2005, 20:21
TOGO 22/11/2005 6.45
RIAPERTO “DIALOGO NAZIONALE”, PROFUGHI ESORTATI A RIENTRARE IN PATRIA

(MISNA) Per “evitare gli errori del passato” il presidente Faure Gnassingbé ha rilanciato “il dialogo nazionale” tra le diverse componenti politiche e sociali, interrotto dopo la morte di suo padre e predecessore, Etiènne Gnassingbé Eyadema, il 5 marzo scorso, Rivolgendosi al paese, Gnassingbé ha ricordato che “le ultime elezioni presidenziali e il loro corredo di violenze post-elettorali hanno frenato il nostro slancio e rallentato la nostra voglia di fare bene. É tempo di un dialogo fruttuoso ed efficace”. Gnassingbé ha anche esortato le migliaia di rifugiati politici espatriati nei paesi vicini a rientrare in patria: “Come garante dell’unità nazionale posso assicurare che nessuno verrà perseguito" ha detto il presidente. Secondo l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur/Unhcr) i circa 50.000 togolesi profughi in Benin e Ghana e i 16.000 sfollati interni avrebbero immediato bisogno di un nuovo approvvigionamento di generi alimentari entro la fine dell’anno. Secondo la commissione d’inchiesta del governo, le violenze che hanno preceduto e seguito l’insediamento di Gnassingbé, avrebbero provocato 154 morti e 654 feriti; un rapporto della ‘Federazione internazionale dei diritti umani’, pubblicato lo scorso fine-settimana, indica invece 400-500 vittime e il rischio di impunità per i responsabili individuati “nelle forze di sicurezza scagliatesi ciecamente contro la popolazione civile e gli oppositori”.

Adric
22-11-2005, 20:27
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