Adric
05-10-2005, 13:54
Mercoledì 5 Ottobre 2005
Il Gip del Tribunale dei minori ha imposto loro due mesi di attività socialmente utili verso gli extracomunitari o persone in precarie condizioni
Condannati a occuparsi di coloro che odiano
Sentenza esemplare per quattro ragazzi che aggredirono un bengalese a piazza Navona
di RAFFAELLA TROILI
Li accudiranno e chissà se la lezione servirà. Si occuperanno degli immigrati più poveri, magari servendoli a tavola o assistendoli in strada: comunque, per due mesi dovranno aver cura dei deboli, degli stranieri che vivono in difficoltà economiche, proprio come quel bengalese che domenica notte hanno offeso e picchiato a sangue. Una legge del contrappasso disposta ieri dal Gip del Tribunale dei Minori, Massimo Capoccetti, nel confronti di quattro giovani fermati dai carabinieri dopo aver aggredito un ambulante nei pressi di piazza Navona al grido di «sporco negro, bastardo e morto di fame». Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato gli arresti e stabilito tutta una serie di prescrizioni particolarmente severe (per l’aggravante della discriminazione razziale) che in caso di violazione porteranno alla “permanenza nella propria dimora”, una sorta di arresti domiciliari. Infatti, oltre a dover dedicare il tempo in cui potranno uscire di casa ad attività socialmente utili verso gli extracomunitari o persone in precarie situazioni socio-economiche (sotto la guida dei servizi sociali), i giovani non potranno lasciare la loro abitazione prima delle 7 di mattina e massimo per le 21 dovranno essere a casa. Ancora: dovranno frequentare regolarmente la scuola secondo i calendari dei rispettivi istituti.
Il gruppetto, composto da nove giovanissimi, domenica scorsa, dopo aver bevuto in un pub aveva avvicinato il venditore di pistole spara-bolle di sapone, pupazzetti meccanici e dischi volanti, provocondolo e chiedendogli un gioco gratis. Davanti al rifiuto sono prima scattate le minacce: «Nero di m. .. , ti facciamo vedere noi: o ce ne dai uno o ti leviamo tutta la merce», e così via. Poi, dopo averlo immobilizzato, l’hanno colpito al volto, con un pugno. I passanti si sono accorti di quanto stava accadendo, hanno cominciato a gridare spaventati, i giovani si sono allontanati urlando farneticanti proclami razzisti del tipo: «L’Europa agli europei, l’Italia agli italiani, fuori dall’Italia, andatevene a casa». Di lì a poco, una pattuglia dei carabinieri della compagnia Roma centro ne ha rintracciati quattro, di 15, 16 e 17 anni, tutti incensurati e di buona famiglia (figli di avvocati e impiegati statali), residenti tra Prati, Balduina e Trastevere. Avevano in tasca due pugni di ferro, e stavano cercando di disfarsene. La refurtiva del valore di 50 euro è stata restituita al bengalese, di 26 anni, soccorso all’Umberto I (sei giorni di prognosi), mentre i ragazzi sono stati arrestati per rapina e discriminazione razziale e accompagnati nel centro di prima accoglienza per minori di via Agnelli. In realtà, i quattro ragazzini interrogati in caserma al termine della loro notte brava, mentre i genitori in lacrime si scusavano a nome dei figli, non avevano all’inizio mostrato sensi di colpa, continuando a fare i duri dall’alto delle loro teste rasate. Nel breve faccia a faccia con il bengalese (portato in caserma per il riconoscimento) nessuno di loro ha pensato bene di chiedergli scusa. E le indagini continuano, i carabinieri sono ancora sulle tracce degli altri cinque baby-aggressori.
(Il Messaggero)
Il Gip del Tribunale dei minori ha imposto loro due mesi di attività socialmente utili verso gli extracomunitari o persone in precarie condizioni
Condannati a occuparsi di coloro che odiano
Sentenza esemplare per quattro ragazzi che aggredirono un bengalese a piazza Navona
di RAFFAELLA TROILI
Li accudiranno e chissà se la lezione servirà. Si occuperanno degli immigrati più poveri, magari servendoli a tavola o assistendoli in strada: comunque, per due mesi dovranno aver cura dei deboli, degli stranieri che vivono in difficoltà economiche, proprio come quel bengalese che domenica notte hanno offeso e picchiato a sangue. Una legge del contrappasso disposta ieri dal Gip del Tribunale dei Minori, Massimo Capoccetti, nel confronti di quattro giovani fermati dai carabinieri dopo aver aggredito un ambulante nei pressi di piazza Navona al grido di «sporco negro, bastardo e morto di fame». Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato gli arresti e stabilito tutta una serie di prescrizioni particolarmente severe (per l’aggravante della discriminazione razziale) che in caso di violazione porteranno alla “permanenza nella propria dimora”, una sorta di arresti domiciliari. Infatti, oltre a dover dedicare il tempo in cui potranno uscire di casa ad attività socialmente utili verso gli extracomunitari o persone in precarie situazioni socio-economiche (sotto la guida dei servizi sociali), i giovani non potranno lasciare la loro abitazione prima delle 7 di mattina e massimo per le 21 dovranno essere a casa. Ancora: dovranno frequentare regolarmente la scuola secondo i calendari dei rispettivi istituti.
Il gruppetto, composto da nove giovanissimi, domenica scorsa, dopo aver bevuto in un pub aveva avvicinato il venditore di pistole spara-bolle di sapone, pupazzetti meccanici e dischi volanti, provocondolo e chiedendogli un gioco gratis. Davanti al rifiuto sono prima scattate le minacce: «Nero di m. .. , ti facciamo vedere noi: o ce ne dai uno o ti leviamo tutta la merce», e così via. Poi, dopo averlo immobilizzato, l’hanno colpito al volto, con un pugno. I passanti si sono accorti di quanto stava accadendo, hanno cominciato a gridare spaventati, i giovani si sono allontanati urlando farneticanti proclami razzisti del tipo: «L’Europa agli europei, l’Italia agli italiani, fuori dall’Italia, andatevene a casa». Di lì a poco, una pattuglia dei carabinieri della compagnia Roma centro ne ha rintracciati quattro, di 15, 16 e 17 anni, tutti incensurati e di buona famiglia (figli di avvocati e impiegati statali), residenti tra Prati, Balduina e Trastevere. Avevano in tasca due pugni di ferro, e stavano cercando di disfarsene. La refurtiva del valore di 50 euro è stata restituita al bengalese, di 26 anni, soccorso all’Umberto I (sei giorni di prognosi), mentre i ragazzi sono stati arrestati per rapina e discriminazione razziale e accompagnati nel centro di prima accoglienza per minori di via Agnelli. In realtà, i quattro ragazzini interrogati in caserma al termine della loro notte brava, mentre i genitori in lacrime si scusavano a nome dei figli, non avevano all’inizio mostrato sensi di colpa, continuando a fare i duri dall’alto delle loro teste rasate. Nel breve faccia a faccia con il bengalese (portato in caserma per il riconoscimento) nessuno di loro ha pensato bene di chiedergli scusa. E le indagini continuano, i carabinieri sono ancora sulle tracce degli altri cinque baby-aggressori.
(Il Messaggero)