FabioGreggio
01-10-2005, 10:07
http://www.politikon.it/images/library/cocaina_vignetta.gif
Sui principali mass media, esiste una categoria continuamente sotto accusa: "i giovani". I giovani stanno a casa fino a 30 anni, i giovani sono dei bambocci insicuri, e meno male che ci sono i vecchi che tengono duro.....
In pratica, i giovani vengono sempre e comunque dipinti come quelli che avrebbero un bisogno parossistico della mamma, senza la quale sarebbero troppo deboli ed insicuri per affrontare il mondo.
Poi iniziano a parlare di cocaina. Intervistano il buon calissano, il quale ci dice che lui la prendeva perche', poverino, era debole e depresso. Senza la cocaina, dicono, e' impossibile affrontare un mondo difficile e duro come quello in cui vive lui.
Del resto, di cocaina ne vengono consumati chili e chili per singola provincia, a quanto e' risultato da un esame delle acque di un fiume. E' stata messa a tacere un'inchiesta sull'uso della cocaina tra i parlamentari , di recente....continua
Del resto, la cocaina e' la droga dei ricchi, visti i costi: difficile che un precario o un disoccupato possano permettersi un vizio cosi' costoso.
Allora la mia domanda e': se la vita di un attore affermato, che frequenta bagasce brasiliane e si fa i festini , di un parlamentare che vive di privilegi e di ruffianerie, e' troppo dura e stressante per essere affrontata senza cocaina, cosa dovremmo dire della vita di un immigrato?
Cosa dovremmo dire della vita di un precario, se paragonata a quella di un senatore che avra' 13.000 euri di pensione A VITA solo per essere sopravvissuto a 5 mesi di legislatura? Che non avra' mai piu' problemi di tipo economico, con tutto cio' che ne deriva? Che ha case offerte gratis dall'ente di turno, viaggi pagati a spese del contribuente?
Eppure , per questi signori la vita e' troppo dura per essere affrontata senza cocaina. Oh, sicuramente i media faranno passare la cosa come "uno dei tanti visi dei giovani". Il problema sta nel fatto che la coca e' diffusa pincipalmente nel jet-set, dove i giovani quando ci sono fanno da scaldaletto. Il resto e' fatto di inamovibili soloni di 3 generazioni fa.
E allora un giovane precario che vive senza futuro, a volte grazie all'aiuto della famiglia di origine, cosa dovrebbe dire di questo branco di insicuri mammoni che non riescono a fare una vita da nababbi senza l'aiuto di mamma cocaina?
Vedere un attore che dichiara serenamente di fare una vita troppo dura e' un insulto. Ha perso un figlio dalla sua compagna. Oh, si'. Ci sono persone in bosnia che se li sono visti scannare sotto gli occhi. La vita dell'attore e' troppo stressante: le pubbliche relazioni. Peccato che ci sia gente che piega la schiena sui pomodori 14 ore al giorno, tutto il tempo che lui dedica alle pubbliche relazioni.
Quello che vedo e' un mastodontico capovolgimento della realta': i giovani che non trovano lavoro, che non possono permettersi una casa autonoma o di farsi una vita vengono in continuazione dipinti come "troppo deboli", "inadatti", incapaci di sopravvivere.
I "duri", invece, quelli che sono arrivati (e ci sono anche dei giovani, purtroppo, principalmente "i figli di" e "le troie di") poverini , non riescono a vivere di lussi e privilegi senza l'aiuto di mamma cocaina.
Ci sono coppie di fatto (gay e non) che lottano da anni per vedere riconosciuto il loro status. Non so quanto pesi loro, ma siano gay o meno hanno dei reali problemi di realizzazione di sogni e vita. Questi "duri" invece, che magari hanno sempre pronta la battuta sarcastica, sniffano coca per farselo tirare: il timore del fallimento li annienta. Cioe' siccome non riescono a scoparsi l'estranea che sta nel letto per una notte (e che non vedranno mai piu'), devono, poverini, ricorrere a mamma coca. Il timore del fallimento e' un problema.
E in questo assurdo capovolgimento della realta', vengono dipinti come smidollati coloro che si lamentano per delle condizioni di vita davvero difficili, mentre i privilegiati , che hanno tutto , che sono ricchi e sistemati, o sono al seguito di ricchi e privilegiati, sarebbero i poveretti che hanno bisogno di mamma cocaina per affrontare la loro terribile vita.
Pensate che roba: un attore come quello arriva a lavorare anche 3 mesi l'anno, e certe volte si fanno anche qualche ora di straordinario. Devono accontentarsi del primo attico che capita, pagato dalla produzione, e devono sopportare l'invadente compagnia di signorine e signorini col risucchio incorporato.
Quindi, se sei disoccupato, se sei precario, se sei un sottopagato, se sei un immigrato, smetti di lamentarti e di appoggiarti sulla famiglia: quelli che stanno davvero male sono gli attori e i senatori, gli industriali e le modelle.
E fanno una vita cosi' dura che devono tenersi su' con la cocaina, tante sono le terribili prove che devono affrontare: un party a New York e' roba da far impallidire la guerriglia in Darfur, lo sapevi?
Tu sei solo un rammollito che si lamenta per niente, che vive con la mamma e che e' troppo debole.
Mica come loro.
Uriel
TRATTO DA: "IL CAMMINO DEL LUPO"
Fabio Greggio
Sui principali mass media, esiste una categoria continuamente sotto accusa: "i giovani". I giovani stanno a casa fino a 30 anni, i giovani sono dei bambocci insicuri, e meno male che ci sono i vecchi che tengono duro.....
In pratica, i giovani vengono sempre e comunque dipinti come quelli che avrebbero un bisogno parossistico della mamma, senza la quale sarebbero troppo deboli ed insicuri per affrontare il mondo.
Poi iniziano a parlare di cocaina. Intervistano il buon calissano, il quale ci dice che lui la prendeva perche', poverino, era debole e depresso. Senza la cocaina, dicono, e' impossibile affrontare un mondo difficile e duro come quello in cui vive lui.
Del resto, di cocaina ne vengono consumati chili e chili per singola provincia, a quanto e' risultato da un esame delle acque di un fiume. E' stata messa a tacere un'inchiesta sull'uso della cocaina tra i parlamentari , di recente....continua
Del resto, la cocaina e' la droga dei ricchi, visti i costi: difficile che un precario o un disoccupato possano permettersi un vizio cosi' costoso.
Allora la mia domanda e': se la vita di un attore affermato, che frequenta bagasce brasiliane e si fa i festini , di un parlamentare che vive di privilegi e di ruffianerie, e' troppo dura e stressante per essere affrontata senza cocaina, cosa dovremmo dire della vita di un immigrato?
Cosa dovremmo dire della vita di un precario, se paragonata a quella di un senatore che avra' 13.000 euri di pensione A VITA solo per essere sopravvissuto a 5 mesi di legislatura? Che non avra' mai piu' problemi di tipo economico, con tutto cio' che ne deriva? Che ha case offerte gratis dall'ente di turno, viaggi pagati a spese del contribuente?
Eppure , per questi signori la vita e' troppo dura per essere affrontata senza cocaina. Oh, sicuramente i media faranno passare la cosa come "uno dei tanti visi dei giovani". Il problema sta nel fatto che la coca e' diffusa pincipalmente nel jet-set, dove i giovani quando ci sono fanno da scaldaletto. Il resto e' fatto di inamovibili soloni di 3 generazioni fa.
E allora un giovane precario che vive senza futuro, a volte grazie all'aiuto della famiglia di origine, cosa dovrebbe dire di questo branco di insicuri mammoni che non riescono a fare una vita da nababbi senza l'aiuto di mamma cocaina?
Vedere un attore che dichiara serenamente di fare una vita troppo dura e' un insulto. Ha perso un figlio dalla sua compagna. Oh, si'. Ci sono persone in bosnia che se li sono visti scannare sotto gli occhi. La vita dell'attore e' troppo stressante: le pubbliche relazioni. Peccato che ci sia gente che piega la schiena sui pomodori 14 ore al giorno, tutto il tempo che lui dedica alle pubbliche relazioni.
Quello che vedo e' un mastodontico capovolgimento della realta': i giovani che non trovano lavoro, che non possono permettersi una casa autonoma o di farsi una vita vengono in continuazione dipinti come "troppo deboli", "inadatti", incapaci di sopravvivere.
I "duri", invece, quelli che sono arrivati (e ci sono anche dei giovani, purtroppo, principalmente "i figli di" e "le troie di") poverini , non riescono a vivere di lussi e privilegi senza l'aiuto di mamma cocaina.
Ci sono coppie di fatto (gay e non) che lottano da anni per vedere riconosciuto il loro status. Non so quanto pesi loro, ma siano gay o meno hanno dei reali problemi di realizzazione di sogni e vita. Questi "duri" invece, che magari hanno sempre pronta la battuta sarcastica, sniffano coca per farselo tirare: il timore del fallimento li annienta. Cioe' siccome non riescono a scoparsi l'estranea che sta nel letto per una notte (e che non vedranno mai piu'), devono, poverini, ricorrere a mamma coca. Il timore del fallimento e' un problema.
E in questo assurdo capovolgimento della realta', vengono dipinti come smidollati coloro che si lamentano per delle condizioni di vita davvero difficili, mentre i privilegiati , che hanno tutto , che sono ricchi e sistemati, o sono al seguito di ricchi e privilegiati, sarebbero i poveretti che hanno bisogno di mamma cocaina per affrontare la loro terribile vita.
Pensate che roba: un attore come quello arriva a lavorare anche 3 mesi l'anno, e certe volte si fanno anche qualche ora di straordinario. Devono accontentarsi del primo attico che capita, pagato dalla produzione, e devono sopportare l'invadente compagnia di signorine e signorini col risucchio incorporato.
Quindi, se sei disoccupato, se sei precario, se sei un sottopagato, se sei un immigrato, smetti di lamentarti e di appoggiarti sulla famiglia: quelli che stanno davvero male sono gli attori e i senatori, gli industriali e le modelle.
E fanno una vita cosi' dura che devono tenersi su' con la cocaina, tante sono le terribili prove che devono affrontare: un party a New York e' roba da far impallidire la guerriglia in Darfur, lo sapevi?
Tu sei solo un rammollito che si lamenta per niente, che vive con la mamma e che e' troppo debole.
Mica come loro.
Uriel
TRATTO DA: "IL CAMMINO DEL LUPO"
Fabio Greggio