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View Full Version : Olimpiadi invernali Torino 2006, organizzazione e governo in difficoltà


Adric
28-09-2005, 14:49
Mercoledì 28 Settembre 2005

Olimpiadi/ Le nostre norme, le più severe del mondo, prevedono l’arresto. Il Cio non le accetta

Deroga doping, governo diviso

Torino 2006: Pescante pronto a sospendere la legge, An contraria

di CARLO SANTI

ROMA - La tregua olimpica per il doping è pronta. Ai Giochi di Torino 2006, ormai alle porte (si parte il prossimo 10 febbraio) qualora qualche atleta venisse trovato positivo non rischierà di incorrere in sanzioni penali, quelle previste dalla nostra legge del 14 dicembre 2000. La discussione sportivo-legale si trasferisce, in casa nostra e immancabilmente, nell’ambito politico. Qualcuono è d’accordo, in questo caso la sinistra, altri si oppongono, la destra con An.
Mario Pescante, sottosegretario ai Beni culturali con delega allo sport ma anche supervisore delle Olimpiadi di Torino, è impegnato per superare quello che può diventare un caso internazionale. «Stiamo lavorando - ha spiegato Pescante - per trovare una soluzione. Il comitato olimpico internazionale non vuole neppure che si modifichi la norma prevedendo sanzioni amministrative invece che penali, quelle previste dalla nostra legge».
La contestazione da parte degli atleti, o meglio delle loro Federazioni ma anche delle Federazioni internazionali, è dovuta al fatto che in Italia quella legge prevede che il reato di doping non venga punito solo con sanzioni sportive ma anche con la reclusione. Reclusione prevista non solo per gli atleti ma anche per chi ha contribuito al doping, allenatori, medici o dirigenti. La Carta Olimpica, ossia tutte le norme che regolano i Giochi, prevede per l’aspetto doping che vi siano sanzioni nell’ambito della propria Federazione e in sintonia con la Wada, l’Agenzia antidoping mondiale.
Solo squalifiche, niente prigione chiedono i protagonisti delle Olimpiadi ben sapendo che tutto pulito nel mondo dello sport non è. L’armistizio italiano per il periodo dei Giochi della neve di Torino 2006 è una questione politica. «Occorre trovare un’intesa tra i gruppi politici - osserva Pescante - Solo in questo modo sarà possibile una moratoria». L’idea di proporre un decreto legge valido 60 giorni per “disattivare” la legge del 2000 durante le Olimpiadi non sembra essere la soluzione migliore. Sulla vicenda discuterà il Parlamento e se molti sono d’accordo, in particolare la sinistra, contraria è An. Proprio la posizione di Alleanza Nazionale è quella che crea i maggiori problemi, con il senatore Cesare Cursi palatino della legge. Pescante lavorerà in questi giorni alla soluzione del caso per trovare una soluzione. «Quella tecnica l’ho già studiata» ha osservato il sottosegretario allo sport che nei prossimi giorni la proporrà.
Durante il periodo delle Olimpiadi bianche nessuno rischierà il carcere se verrà trovato positivo al doping. Una garanzia chiesta dalle Federazioni internazionali che vuole evitare che durante i Giochi vi siano arresti in diretta, con qualche giudice che cercherà di sfruttare il grande palcoscenico per avere grande visibilità. La legge italiana sul doping è tra le più dure al mondo; solo la Francia è sulla stessa linea mentre negli altri Paesi c’è maggior libertà. A prendere provvedimenti sono solo le Federazioni che intervengono a livello sportivo. Nessuno rischia - per il doping non certo per la droga, due situazioni completamente diverse - sanzioni penali arrivando al carcere.
L’armistizio chiesto dal Cio, che di fatto è l’organizzatore o meglio il tutore delle Olimpiadi, adesso è solo una questione politica, una lotta e una negoziazione tra i gruppi. La sinistra è d’accordo sulla moratoria mentre ad opporsi è An ricordando anche che a promuovere la legge del 2000 è stato Gianfranco Fini, quest’ultimo orientato verso una deroga.

(Il Messaggero)

Adric
08-10-2005, 14:53
Sabato 8 Ottobre 2005

Torino 2006 e Cio in lite per norme con risvolti penali

La parola al Sottosegretario con delega allo sport

«Colpiamo i trafficanti»

Pescante e il doping: la legge va cambiata e gli atleti non criminalizzati

di CARLO SANTI

Onorevole Mario Pescante, le piace sentir parlare di ministero dello sport nel futuro dell’Italia?
«No, e non credo ci sarà mai un ministero dello sport. La forza del movimento discende soprattutto dalla sua autonomia. In questi anni abbiamo lavorato per restituire al Coni la sua centralità modificando la riforma Melandri, riportando i presidenti federali in Giunta, rendendo più incisiva la sua azione».
Insistiamo: al Coni l’attività di vertice, al ministero quello di base, lo sport per tutti.
«Alla base ci devono pensare le Regioni. Ripeto, un ministero dello sport sarebbe un errore strutturale, una mortificazione che lo sport non merita».
Roma e Milano si contendono la candidatura per partecipare alla gara di assegnazione delle Olimpiadi del 2016.
«Parlare di Olimpiadi è sempre molto bello e dà la sensazione di vitalità del Paese. Il dualismo italiano? Nussun problema: negli Usa ci sono quattro città che pensano di candidarsi».
Lei ha fatto parte dell’avventura di Roma 2004, ricorda?
«Sì, lo ricordo benissimo. E ricordo di essere stato molto penalizzato per quella sconfitta, nel ’97. In seguito, hanno perso Parigi, Mosca, New York, Madrid, e nessuno si è scandalizzato».
Cosa consiglia, quindi, lei che conosce la famiglia olimpica essendo membro del Cio?
«Di andare avanti. Nonostante tutto, sono fermamente convinto che ne vale la pena: sono favorevole. E poi sa una cosa? Sarebbe, per Roma o Milano, in caso di sconfitta, un’esperienza in vista del 2020».
Nell’ultimo anno ha guidato, come supervisore, la macchina organizzativa di Torino 2006. I problemi non sono mancati: è stato un tormento?
«Niente tormento, a Torino. Il mio impegno per i Giochi non è mai stato politico: solo organizzativo. Quando sono arrivato, la macchina non camminava per fratture interne, contrasti insanabili tra direttore e il suo vice. Non c’era squadra».
Ha cambiato i piloti, quindi?
«Le scelte sono state valide. Ho chiamato Cesare Vaciago per la guida e Luciano Barra quale vice. La squadra è tornata unita. Gli americani dicono di noi, della nostra Olimpiade, che è full speed ».
Le polemiche non mancano, in particolare per la questione-doping. La legge italiana, quella del dicembre 2000, prevede, con le sanzioni sportive, anche sanzioni penali. Il Cio non accetta.
«La mia posizione è chiara da anni: dico che per il doping le sanzioni sportive sono più pesanti di quelle che penali. Due anni di squalifica per un atleta significano la fine della carriera, con rilevanti danni economici. Poi, siamo l’unico Paese a prevedere il “carcere”».
Lei cambierebbe, quindi, quella legge.
«Sì, la cambierei sotto il profilo penale escludendo l’applicazione della legge per gli atleti positivi ma appesantendola per chi commercia e prescrive le sostanze proibite. Le Federazioni internazionali non accettano che le legislazioni nazionali appesantiscano quelle che sono già le sospensioni che arrivano fino a due anni di squalifica sportiva. Gli interventi per prevenire e combattere il doping dovrebbero essere di diversa natura».
Può spiegare meglio?
«Facciamo diecimila controlli l’anno e nessun altro Paese arriva a questo. Quello che più preoccupa è l’estensione del fenomeno a livello di base spesso tra i giovani. Sarebbe auspicabile un’indagine nazionale per quantificare il fenomeno. L’ideale sarebbe prevedere ceontomila test l’anno, ovviamente limitando la ricerca alle sostanze che si pensa siano diffuse tra i giovani, utilizzando anche laboratori di analisi accreditati dalle Regioni».
Torino 2006, o meglio il Cio, chiede una deroga alla legge per la parte penale. Cosa farà?
«Sto cercando il colloquio con le forze politiche. Quando Torino ha richiesto i Giochi, nel ’97, il premier Prodi in osservanza alla Carta olimpica ha assunto l’impegno di rispettare le prescrizioni del Cio anche attraverso adeguamenti delle leggi nazionali. Lo stesso impegno, in seguito, lo ha riconfermato D’Alema e quindi l’attuale premier. Entro la fine dell’anno il presidente del Cio, Rogge, ha chiesto un incontro a Berlusconi per uno scambio di vedute sui lavori del Toroc ma soprattutto per questo tema».
La soluzione quale sarà?
«L’importante sarà non avere fratture tra le forze politiche e, così come successo per gli altri interventi legislativi, si trovi una soluzione con unità di intenti che, ovviamente, non abbia il sapore di aver abbassato la guardia contro questo flagello. Un intervento che, a mio avviso, andrebbe fatto ogni volta che si organizza in Italia un evento sportivo internazionale».
Torniamo a parlare di Torino 2006. Qual è stato l’intervento finanziario per i Giochi?
«Le infrastrutture hanno inciso per 2 miliardi di euro: 1,2 miliardi per quelle sportive, 500 milioni per i Viallaggi olimpici e altre infrastrutture, il resto per le opere connesse. Il Governo ha dato un consistente contributo come anche Regione, Comune e Provincia».
(Il Messaggero.it)

Adric
21-12-2005, 11:33
TORINO 2006

LO SFOGO DEL SOTTOSEGRETARIO:
DUE GIORNI DI TEMPO PER DECIDERE IL FUTURO DEI GIOCHI

Pescante: «Siamo al suicidio»
21/12/2005

ROMA. Dalle mani di Gigi Riva allo sbarco in Sicilia. Il viaggio della Fiamma Olimpica verso Torino continua ostaggio di tedofori con testa e gambe frenate dall’emozione e strade piene di occhi curiosi. Ma, se dal cammino del fuoco sacro i riflettori si spostano nei corridoi del Toroc come in quelli di Regione, Provincia e Comune, il rosso è il colore dominante. La partita dei conti da rimettere in linea di galleggiamento (di circa 64 milioni di euro è la cifra che manca all’appello) è ormai arrivata alla fine del secondo tempo supplementare dopo aver perso per strada i due emendamenti alla Legge Finanziaria proposti dal Supervisore ai Giochi, Mario Pescante, e che il collega di governo Giulio Tremonti ha rispedito al mittente.

Niente «Gratta e vinci», niente stanziamento a favore di Sviluppo Italia, la finanziaria pubblica coinvolta nella macchina organizzativa. Ma, soprattutto, nessun segnale da Palazzo Chigi (almeno fino alla tarda serata di ieri) di un immediato cambiamento di rotta che porti nelle casse del Toroc i milioni di euro mancanti. «Tutto questo è un suicidio per l’immagine dei Giochi», è lo sfogo di Pescante raccolto dai suoi più stretti collaboratori. «Un suicidio dopo tutto quello che è stato fatto fino ad ora», è il pensiero di un Supervisore che, improvvisamente, sembra ritrovarsi solo al timone. Frenetici sono i contatti telefonici fra Pescante e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ma il nuovo tentativo di riuscire nell’obiettivo di arrivare a creare un «Gratta e vinci» olimpico (circa 20 milioni) è caduto nel vuoto.

Una sfida, quella di far girare i conti dei Giochi, resa ancor più difficile dalla natura stessa del Toroc che, in quanto ente di natura privata, non può ricevere direttamente fondi pubblici. Così, decisivo per capire il futuro delle Olimpiadi diventa il Consiglio dei ministri in agenda per domani, ancora due giorni (oggi e le prossime 24 ore) per sapere se sui Giochi di Torino 2006 diventerà reale l’incubo del commissariamento. «Aspettiamo ancora. C’è la riunione a Palazzo Chigi che dovrà dare una risposta in un senso o nell’altro». Chi gli sta a fianco descrive un Pescante a dir poco preoccupato per un radicale cambiamento di scenario proprio quando sembrava tutto a regime. Perplessità esprime il Supervisore ai Giochi perché quando il traguardo era sotto i piedi tutto è tornato in discussione. Se dal Consiglio dei ministri di domani dovesse uscire vittoriosa la linea dei tagli alle Olimpiadi, non resterebbe altro che guardare all’intervento degli enti locali, ma solo dopo aver trovato il modo di finanziare un ente, il Toroc, che pubblico non è. «Un suicidio di immagine», si sfoga Pescante con i suoi collaboratori fra una riunione e un vertice con le parti coinvolte senza mai pronunciare la parola commissariamento perché vuole restare in partita fino all’ultimatum di domani e perché, in caso di sconfitta, spetterebbe alla Regione Piemonte indicare il nome dell’eventuale commissario dei prossimi Giochi.

La Fiamma Olimpica, oggi, sbarcherà in Sicilia. In strada, a Siracusa, anche l’ex arbitro Rosario Lo Bello. Domani sera, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, andrà in scena il «Gala Olimpico» a -50 giorni dal via alle gare. Ma è sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani che si giocherà la sfida più importante. Il tempo per salvare i conti del Toroc è praticamente scaduto visto che il 10 gennaio prossimo il consiglio d’amministrazione sarà chiamato ad approvare il bilancio. «Aspettiamo ancora poche ore», ripete Pescante ai suoi collaboratori. E, all’appuntamento di Palazzo Chigi guarda l’Ufficio di presidenza del Toroc, riunitosi ieri per aggiornarsi a venerdì «quando sarà possibile valutare la situazione finanziaria generale dei Giochi». L’ultimatum è partito, i fantasmi del commissariamento sull’organizzazione delle Olimpiadi più che reali.
(La Stampa)

Feric Jaggar
21-12-2005, 11:59
Cioè, praticamente bisogna fare una legge-tampone per permettere ai dopati di partecipare.

E la difesa del "Made in Italy"?

Adric
21-12-2005, 12:05
Beh, non solo non gliene frega niente delle Olimpiadi al governo e alle opposizioni, ma anche agli utenti, eccettuati i piemontesi, a giudicare dall'andamento dei thread :p

Lorekon
21-12-2005, 12:20
Cioè, praticamente bisogna fare una legge-tampone per permettere ai dopati di partecipare.

E la difesa del "Made in Italy"?


Editato da Lorekon
grazie Federic e scusa il ritardo ;)

OT
questa sì che è una notizia :D
posso mandarti priv in merito?
/OT


riguardo al doping: che ipocrisia, io sono per mantenere le regole italiana (è legge) e mandare affanculo il CIO, se le facciano loro delle Olimpiadi di dopati.

zuper
21-12-2005, 12:59
minchia l'unica volta in cui abbiamo GIUSTAMENTE una legge + restrittiva di tutti gli altri paesi...

dobbiamo chinarci a 90°???

:rolleyes: :rolleyes:

bluelake
21-12-2005, 17:42
minchia l'unica volta in cui abbiamo GIUSTAMENTE una legge + restrittiva di tutti gli altri paesi...

dobbiamo chinarci a 90°???

:rolleyes: :rolleyes:
lo stavo pensando anche io :D

Adric
21-12-2005, 19:05
Tomba polemico: poca attenzione a Torino 2006
attualità

15 dicembre 2005 - Non avrà una laurea in filosofia, ma stavolta le parole di Alberto Tomba paiono orientate dal buonsenso. L'ex campione di sci ha lanciato l'allarme sui giochi Olimpici di Torino 2006: "Non si sente il calore che ci dovrebbe essere attorno ai Giochi" ha detto l'Albertone nazionale.

E in effetti non ha tutti i torti. A due mesi dall'apertura dei giochi - che detto per inciso, per l'Italia sono anche un grande affare economico - l'attenzione dei media è tutta puntata su altri eventi. Secondo l'ex campione azzurro "si continua a guardare ad altre cose, si pensa alle elezioni e alla Val di Susa. Nessuno che parli dell'Olimpiade".

E tanto per rimanere nel personaggio, si toglie un sassolino dalla scarpa contro chi si è dimenticato anche di lui. "All'estero un campione come me sarebbe stato osannato, invece l'Italia mi ha solo criticato".
(Montagna.org)

Adric
21-12-2005, 19:38
Le Olimpiadi portano 57mila nuovi posti di lavoro

attualità

5 dicembre 2005 - Le Olimpiadi fanno bene all'economia. Lo dice l'ultima indagine dell'Unione industriali di Torino in collaborazione con l'Università La Sapienza di Roma. Secondo la quale, i Giochi di Torino 2006 porteranno una crescita media annua del Pil (Prodotto interno lordo) italiano dello 0,2 per cento e 57mila nuovi posti di lavoro.

Secondo lo studio, le Olimpiadi invernali creeranno circa 60mila posti di lavoro durante l'anno, con un aumento dell'occupazione pari allo 0,2 per cento. E con una crescita del valore aggiunto di 17,4 miliardi di euro, a fronte di investimenti totali che si sono attestati intorno ai 13 miliardi.

Alla luce di queste cifre, il ragioniere dello stato Mario Canzio auspica che le Olimpiadi abbiano una ricaduta positiva sull'economia italiana, con un effetto di crescita dello 0,1-0,2 per cento.
(Montagna.org)