Adric
26-09-2005, 01:57
Domenica 25 Settembre 2005
False griffe/ La Squadra Mobile ha trovato in tre depositi una quantità enorme di articoli alla moda di provenienza cinese
Grandi firme: migliaia di perfette “fotocopie”
Pelletteria e zainetti copiati e destinati non ai vu’ cumprà ma ai negozi del circuito regolare
di MAURO EVANGELISTI
Gli astucci della Barbie sono quasi perfetti, gli zainetti della Disney gocce d’acqua di quelli originali. I marchi che campeggiano su borse, ombrelli, portafogli trovati nei magazzini nei pressi di via Anagnina non sono quelli che solitamente riempiono le lenzuola dei venditori abusivi extracomunitari. Da Cavalli a Gattinoni, da Balestra a Roberta di Camerino, riproduzioni perfette, corredate dai cartellini e dalle bolle di accompagnamento. Benvenuti ai grandi magazzini del falso, tre depositi gestiti da cinesi che si apprestavano a riversare sul mercato merce finta di produzione cinese: in parte realizzata in Cina e poi trasportata in Italia, in parte in alcune fabbriche della Toscana. Ma il salto di qualità che si nasconde dietro al sequestro di duemila cartoni di merce, circa 15 mila prodotti, secondo la squadra mobile è significativo: la destinazione finale non era, o non era solamente, il lenzuolo steso sull’asfalto dal venditore abusivo o le bancarelle dei mercati. No, la borsa fasulla piuttosto che lo zainetto per la scuola della Disney molto probabilmente sarebbe finita anche nei negozi ufficiali, mescolata, magari, alla merce prodotta regolarmente. Questo scenario, sul quale sta lavorando la squadra mobile diretta da Alberto Intini, parte dai nomi dei titolari, cinesi, dei tre magazzini scoperti in via di Valle Cupella, vicino a via Anagnina, ai confini con Ciampino. E ora punta a fare qualche passo in avanti, verso i destinatari finali. Quelli trovati dalla polizia erano depositi di smistamento per la merce contraffatta, il tassello che ora serve agli investigatori è l’individuazione dei centri all’ingrosso. Ma questo intreccio fra economia illegale - merce imitata, prodotta in Cina o in fabbriche cinesi con sede in Italia, con garanzie per le condizioni dei lavoratori molto traballanti - ed economia regolare - i negozi - rischia di rendere molto più difficile la lotta contro il gigantesco business della contraffazione che, secondo le valutazioni di Federabbigliamento-Confcommercio ormai vale il 30 per cento del mercato regolare.
L’irruzione nei depositi da parte della polizia è avvenuta ieri mattina, la merce - almeno duemila scatoloni - è stata posta sotto sequestro. Alcune delle società il cui marchio compariva sui prodotti sono già state contattate ed hanno escluso che si trattasse di un canale di distribuzione regolare. La polizia ha anche ritrovato pellame di ottima fattura, probabilmente sottratto ai centri di produzione ufficiali, pronto a essere usato per realizzare nuovi articoli. Fra borse e zainetti, poi, non mancavano anche sciarpe, cappellini e magliette del merchandising dello sport, di squadre di calcio della serie A come Juventus e Lazio. Quale sarà il destino di questa merce? Al termine delle indagine borse, borsette e zainetti saranno bruciati, come è già avvenuto in passato in occasione del sequestro di altri grandi quantitativi di merce fasulla.
I COMMERCIANTI
«Putroppo nessuna sorpresa, la contraffazione dilaga»
«Non mi sorprendo, l’escalation della diffusione della merce fasulla è tale che la penetrazione anche nei negozi era quasi prevedibile. Il commerciante stesso, di fronte alla tolleranza totale della vendita di merce contraffatta, rischia lui stesso di cadere in tentazione...Anche se alla fine fa male a se stesso e all’intero settore. E all’economia italiana». Roberto Polidori è il leader di Federabbigliamento-Confcommercio. «Ci fa piacere che la squadra mobile abbia scoperto un nuovo deposito di merce fasulla, ma facciamo una proposta. Per una volta le forze dell’ordine o l’autorità giudiziaria invitino qualche rappresentante delle associazioni dei commercianti all’operazione di incenerimento della merce sequestrata». Negozianti che - più o meno consapevoli - giocano sullo stesso terreno dei venditori ambulanti abusivi e, insieme alla merce regolare, vendono quella fasulla: è possibile? Valter Giammaria, segretario di Confesercenti, è più scettico: «E’ un versante nuovo del fenomeno, tutto da valutare. Ciò che resta comunque indispensabile è un contrasto reale del fenomeno».
Da Federabbigliamento Polidori va oltre: «L’invasione della merce contraffatta, prodotta in Cina, ma anche in altri paesi, come l’India, non ci deve sorprendere. E ricordiamoci che l’Italia ai vertici in questa classifica negativa, anche come produzione. Non è da escludere che alla fine anche i negozianti regolari, ovviamente una parte molto minoritaria, possa decidere di partecipare al “gioco”. Ma così si mette in crisi tutto il sistema dell’economia italiana e, per quanto riguarda la nostra città, si penalizza la stragrande maggioranza dei negozianti onesti. A Roma i venditori abusivi continuano a spadroneggiare. Ci chiediamo perché le multe ai clienti che comprano la merce falsa siano così poche, quella è realmente un’arma efficace contro la difusione dei falsi. Ma se non la si usa...».
M. Ev.
(Il Messaggero.it)
False griffe/ La Squadra Mobile ha trovato in tre depositi una quantità enorme di articoli alla moda di provenienza cinese
Grandi firme: migliaia di perfette “fotocopie”
Pelletteria e zainetti copiati e destinati non ai vu’ cumprà ma ai negozi del circuito regolare
di MAURO EVANGELISTI
Gli astucci della Barbie sono quasi perfetti, gli zainetti della Disney gocce d’acqua di quelli originali. I marchi che campeggiano su borse, ombrelli, portafogli trovati nei magazzini nei pressi di via Anagnina non sono quelli che solitamente riempiono le lenzuola dei venditori abusivi extracomunitari. Da Cavalli a Gattinoni, da Balestra a Roberta di Camerino, riproduzioni perfette, corredate dai cartellini e dalle bolle di accompagnamento. Benvenuti ai grandi magazzini del falso, tre depositi gestiti da cinesi che si apprestavano a riversare sul mercato merce finta di produzione cinese: in parte realizzata in Cina e poi trasportata in Italia, in parte in alcune fabbriche della Toscana. Ma il salto di qualità che si nasconde dietro al sequestro di duemila cartoni di merce, circa 15 mila prodotti, secondo la squadra mobile è significativo: la destinazione finale non era, o non era solamente, il lenzuolo steso sull’asfalto dal venditore abusivo o le bancarelle dei mercati. No, la borsa fasulla piuttosto che lo zainetto per la scuola della Disney molto probabilmente sarebbe finita anche nei negozi ufficiali, mescolata, magari, alla merce prodotta regolarmente. Questo scenario, sul quale sta lavorando la squadra mobile diretta da Alberto Intini, parte dai nomi dei titolari, cinesi, dei tre magazzini scoperti in via di Valle Cupella, vicino a via Anagnina, ai confini con Ciampino. E ora punta a fare qualche passo in avanti, verso i destinatari finali. Quelli trovati dalla polizia erano depositi di smistamento per la merce contraffatta, il tassello che ora serve agli investigatori è l’individuazione dei centri all’ingrosso. Ma questo intreccio fra economia illegale - merce imitata, prodotta in Cina o in fabbriche cinesi con sede in Italia, con garanzie per le condizioni dei lavoratori molto traballanti - ed economia regolare - i negozi - rischia di rendere molto più difficile la lotta contro il gigantesco business della contraffazione che, secondo le valutazioni di Federabbigliamento-Confcommercio ormai vale il 30 per cento del mercato regolare.
L’irruzione nei depositi da parte della polizia è avvenuta ieri mattina, la merce - almeno duemila scatoloni - è stata posta sotto sequestro. Alcune delle società il cui marchio compariva sui prodotti sono già state contattate ed hanno escluso che si trattasse di un canale di distribuzione regolare. La polizia ha anche ritrovato pellame di ottima fattura, probabilmente sottratto ai centri di produzione ufficiali, pronto a essere usato per realizzare nuovi articoli. Fra borse e zainetti, poi, non mancavano anche sciarpe, cappellini e magliette del merchandising dello sport, di squadre di calcio della serie A come Juventus e Lazio. Quale sarà il destino di questa merce? Al termine delle indagine borse, borsette e zainetti saranno bruciati, come è già avvenuto in passato in occasione del sequestro di altri grandi quantitativi di merce fasulla.
I COMMERCIANTI
«Putroppo nessuna sorpresa, la contraffazione dilaga»
«Non mi sorprendo, l’escalation della diffusione della merce fasulla è tale che la penetrazione anche nei negozi era quasi prevedibile. Il commerciante stesso, di fronte alla tolleranza totale della vendita di merce contraffatta, rischia lui stesso di cadere in tentazione...Anche se alla fine fa male a se stesso e all’intero settore. E all’economia italiana». Roberto Polidori è il leader di Federabbigliamento-Confcommercio. «Ci fa piacere che la squadra mobile abbia scoperto un nuovo deposito di merce fasulla, ma facciamo una proposta. Per una volta le forze dell’ordine o l’autorità giudiziaria invitino qualche rappresentante delle associazioni dei commercianti all’operazione di incenerimento della merce sequestrata». Negozianti che - più o meno consapevoli - giocano sullo stesso terreno dei venditori ambulanti abusivi e, insieme alla merce regolare, vendono quella fasulla: è possibile? Valter Giammaria, segretario di Confesercenti, è più scettico: «E’ un versante nuovo del fenomeno, tutto da valutare. Ciò che resta comunque indispensabile è un contrasto reale del fenomeno».
Da Federabbigliamento Polidori va oltre: «L’invasione della merce contraffatta, prodotta in Cina, ma anche in altri paesi, come l’India, non ci deve sorprendere. E ricordiamoci che l’Italia ai vertici in questa classifica negativa, anche come produzione. Non è da escludere che alla fine anche i negozianti regolari, ovviamente una parte molto minoritaria, possa decidere di partecipare al “gioco”. Ma così si mette in crisi tutto il sistema dell’economia italiana e, per quanto riguarda la nostra città, si penalizza la stragrande maggioranza dei negozianti onesti. A Roma i venditori abusivi continuano a spadroneggiare. Ci chiediamo perché le multe ai clienti che comprano la merce falsa siano così poche, quella è realmente un’arma efficace contro la difusione dei falsi. Ma se non la si usa...».
M. Ev.
(Il Messaggero.it)