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Adric
25-09-2005, 02:45
Nigeria, separatisti del Delta minacciano le esportazioni di greggio

Inviato da Ottavio Pirelli
venerdì, 23 settembre 2005 23:33

Ha scatenato le ire dei miliziani della Forza volontaria popolare del Delta del Niger (Ndpvf) l'arresto, ordinato dalle autorità di Abuja, di Alhaj Dokubo Asari, capo della milizia. Le regioni del Delta del Niger sono in fermento, mentre le rinnovate minacce alle compagnie straniere che trivellano il sottosuolo ricco di petrolio rischiano di bloccare le estrazioni.

Le proteste per l'arresto di Asari

I motivi dell'arresto del leader separatista sono da ricercare, in base a fonti ufficiali citate dalla Misna, in alcune dichiarazioni fatte da Asari all'inizio di settembre. In un'intervista rilasciata ad un quotidiano il capo della Ndpvf avrebbe accusato direttamente e con decisione il governo centrale, affermando di voler continuare a combatterlo fino alla sua "dissoluzione".

Con questo pretesto Asari è stato condotto ad Abuja, dove il tribunale ha confermato il suo fermo, decidendo di trattenerlo in prigione per altre due settimane, senza dare all'imputato neppure la possibilità di consultare il proprio avvocato. L'uomo - riferisce l'agenzia Reuters - avrebbe commentato la sentenza accusando il Presidente Abasanjo di essere un dittatore.

Il movimento di cui Asari è leader ha chiesto la sua liberazione entro le 13 di mercoledì scorso, quasi come se si trattasse di un ultimatum, senza ottenere alcuna risposta dalle autorità. Già da martedì notte, comunque, migliaia di uomini sono scesi per strada e hanno bloccato il traffico, almeno fino a quando non sono stati dispersi dalle forze dell'ordine.

Grossi spostamenti di truppe regolari sono state segnalate nella zona di Port Harcourt, la maggiore città petrolifera della zona. I militari presidiano le strade e le strutture più importanti per evitare che il clima di rovente tensione degeneri in violenza vera e propria.

Minacce alle piattaforme petrolifere

La principale recriminazione del Ndpvf riguarda lo sfruttamento delle risorse petrolifere del Delta del Niger, una immensa ricchezza di cui le popolazioni locali non riescono a trattenere neppure un centesimo.

Asari e i suoi seguaci hanno ingaggiato un braccio di ferro con il governo centrale per riuscire ad ottenere maggiori vantaggi per la tribù che rappresentano, quella degli Ijaw, maggioritaria nella zona.

Lo scorso anno, i combattimenti si sono arrestati solo dopo la firma di un accordo di pace, che ora sembra, però, scricchiolare.
Gia negli scorsi giorni l'arresto in Gran Bretagna di un esponente politico del Delta, Diepreye Alamieyeseigha, aveva spinto Oyeinfie Jonjon, un rappresentante locale, a dichiarare di non poter più garantire la sicurezza delle strutture e del personale britannico presente nella regione.

Il fermo di Asari non fa che aggravare ora la crisi, e alle minacce si aggiungono altre minacce, tanto che le compagnie petrolifere cominciano a temere seriamente per la situazione. La Royal Dutch Shell ha già imposto - fa sapere la Reuters - restrizioni di movimento per i propri impiegati, fino ad evacuare il personale non essenziale (circa 50 persone) da due suoi impianti. Riferisce il Washington Post che anche la Chevron ha temporaneamente chiuso un paio di stabilimenti di produzione, anche se le esportazioni di uno dei più importanti produttori mondiali di greggio non sembrano ancora risentirne più di tanto.

I separatisti hanno già dichiarato di aver occupato con la forza una decina di pozzi nei giorni scorsi. Secondo i resoconti delle ultime ore, un gruppo di circa cento guerriglieri avrebbe raggiunto in barca la piattaforma Chevron di Idama e ne avrebbe preso il controllo.

Notizie in parte ridimensionate dalle autorità, anche se la preoccupazione per un escalation di violenza rimane sostenuta.

Ottavio Pirelli (WarNews.it)

Ewigen
12-11-2005, 11:01
NIGERIA 11/11/2005 21.18
NIENTE RILASCIO SU CAUZIONE PER SEPARATISTA DELTA DEL NIGER

(Misna)È stato negato il rilascio su cauzione ad Alhaj Dokubo Asari, capo della milizia indipendentista ‘Forza volontaria popolare del Delta del Niger’ (Ndpvf), principale regione petrolifera della Nigeria minata dall’instabilità e dalle rivendicazioni sulla destinazione dei proventi dell’oro nero. Lo hanno riferito fonti giornalistiche internazionali, precisando che il processo per tradimento e cospirazione riprenderà il 10 gennaio prossimo. Vedendosi negare il temporaneo rilascio, Asari ha gridato all’ingiustizia, sostenendo che non c’è nessuna prova contro di lui, ma il giudice Peter Olayiwola ha ribattuto che le accuse sono molti gravi e non esistono sufficienti garanzie che, tornato in libertà, non riprenda a colpire o si dia alla clandestinità. Il legale dell’imputato, Festus Keyamo, ha annunciato ricorso contro la decisione. Alla testa di una milizia illegale, Asari ha minacciato una lotta secessionista contro il governo centrale in nome della comunità Ijaw, di cui fanno parte 12 milioni di persone; il 6 novembre ha iniziato uno sciopero della fame e della sete per protestare contro il trattamento riservatogli in prigione, sospeso dopo 4 giorni per il miglioramento delle condizioni carcerarie. [LM]

Adric
13-11-2005, 23:18
thread unificati

Adric
18-01-2006, 17:09
Nigeria: Attacchi agli impianti petroliferi dell'Eni
Mercoledì, 18 gennaio
Appunti I miliziani nigeriani hanno attaccato gli impianti petroliferi in cui operano Agip (gruppo Eni), e la francese Total. L'obiettivo è di colpire anche la statunitense Chevron nella campagna di sabatoggio in atto. I miliziani puntano a colpire anche gli oleodotti, i depositi e i lavoratori.

Gli attivisti che hanno attaccato i siti petroliferi del Delta del Niger minacciano di moltiplicare le azioni contro i lavoratori del settore. In un comunicato diffuso via e-mail il 'Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger' afferma che a partire dal primo febbraio usera' tattiche ancora piu' aggressive contro i lavoratori e le loro famiglie: 'Organizzeremo una serie di attacchi per dimostrare alle compagnie che solo noi, che vi ospitiamo, possiamo garantire la vostra sicurezza'.
(canisciolti.info)

Adric
20-01-2006, 06:14
La Nigeria infiamma il Brent

Il greggio ai massimi da tre mesi, vicino a 64 dollari il barile, spinto anche dalla crisi in Iran

Londra - Prosegue sostenuto il prezzo del petrolio a Londra, in una giornata in cui il Nymex è chiuso per la festività del Martin Luther King Day. All'Ipe di Londra, il contratto futures sul Brent con scadenza febbraio viaggia ben oltre quota 63 dollari il barile, in rialzo di oltre 50 centesimi rispetto alla chiusura precedente. Le quotazioni hanno toccato un massimo di 63,59 dollari.
A sostenere i prezzi dell'oro nero sono le tenzioni internazionali per il programma nucleare dell'Iran e gli attacchi a un impianto petrolifero della Shell in Nigeria. La compagnia petrolifera ha fatto sapere che sta prendendo in considerazione l'evacuazione dell'area del delta del Niger, dopo il quarto attacco in cinque giorni da parte dei ribelli della zona. Domenica scorsa, i ribelli nigeriani hanno attaccato ancora le piattaforme Shell, uccidendo sei persone. I ribelli del movimento per l'emancipazione del delta del Niger sono ritenuti responsabili anche del rapimento di quattro addetti della Shell nei giorni scorsi. La minaccia di un'evacuazione totale dei 330 addetti degli impianti estrattivi della Shell vuol essere una pressione nei confronti del presidente nigeriano, Olusegun Obasanjo, affinché il governo decida una prova di forza contro i ribelli.
La Shell è il primo produttore petrolifero in Nigeria, un Paese che rifornisce i mercati con 2,4 milioni di barili al giorno, di cui 380mila barili sono estratti nei pressi di Warri dalla compagnia anglo-olandese. La Shell ha già dichiarato la chiusura per cause di forza maggiore del sito di Forcados, che ha una produzione di 106mila barili al giorno, colpito nei giorni scorsi dagli attacchi dei ribelli.
Il prezzo del petrolio ha toccato all’Ice di Londra il livello massimo degli ultimi 3 mesi. Secondo il quotidiano nigeriano Thisday, il numero dei militari uccisi durante l’attacco alla stazione di pompaggio della Royal Dutch Shell, sarebbero 14 e non sei come indicato dalle fontiu ufficiali. L’attacco ha ritardato le riparazioni a un oleodotto sabotato la scorsa settimana.
Sul fronte iraniano, invece, ad accrescere le tensioni giungono le dichiarazioni del ministero degli esteri secondo cui Teheran non teme un eventuale deferimento al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Il Brent ha toccato il massimo storico lo scorso 30 agosto sull'onda degli effetti degli uragani Katrina. E un’altra punta di massima, a 63 dollari il barile, era stata registrata il 9 gennaio scorso. Ancora una volta erano stati il Medio Oriente, con le tensioni legate al futuro di due Paesi "caldi" come Iran e Israele, ad infiammare il prezzo del petrolio, tornato, anche allora, sui massimi degli ultimi mesi.
L'annuncio di Teheran di aver ripreso le attività di ricerca sul combustibile nucleare avevano subito fatto temere un nuovo scontro internazionale tra Iran e Nazioni Unite. L'eventuale decisione dell'Onu di applicare sanzioni contro il Paese, potrebbe, infatti, portare Teheran (secondo produttore di petrolio in seno all'Opec) a ridurre le proprie esportazioni di greggio, lasciando a secco i mercati.
Spinto dai timori di una nuova guerra diplomatica, dopo quella tra Russia e Ucraina che aveva fatto schizzare i prezzi, il barile di Brent, il greggio di riferimento europeo, è così arrivato sulla piazza di Londra a superare, sempre il 9 gennaio, i 63 dollari al barile, con un picco di 63,08 dollari. Livelli che non si vedevano dall'inizio di ottobre scorso. Ed anche a New York, negli scambi after hours, il petrolio ha corso fino a un massimo di seduta di 64,61 dollari al barile, il massimo dal 12 ottobre 2005. Ieri questi tetti sono stati ampiamente superati con il prezzo del Brent a picchi ben più alti.
I mercati sono peraltro perplessi anche per il futuro di Israele, già alle prese con il dopo-Sharon. L'uscita dalla scena politica del capo del governo potrebbe infatti mettere a rischio il processo di pace e portare a nuove tensioni nella zona, con conseguenze quasi inevitabili per tutto il Medio Oriente.
La corsa avviata dalle quotazioni in Europa avevano però subito un’immediato ridimensionamento, soprattutto per le buone notizie provenienti dagli Usa sui consumi di combustibili nel Nordest del Paese, dove viene generalmente utilizzato l'80% delle risorse energetiche a disposizione per il riscaldamento. Temperature particolarmente miti avevano ridotto nelle ultime settimane la domanda di combustibili, al punto che le previsioni parlavano di un calo dei consumi fino a metà gennaio del 36%. Anche la domanda di gas naturale, il più utilizzato per riscaldare gli ambienti, è diminuita la scorsa settimana del 14%.
Numeri che hanno rassicurato il mercato e hanno fatto ripiegare velocemente i prezzi.
Queste valutazioni sulle dinamiche dell’impennata del 9 gennaio scorso fanno supporre che, le spinte registrate ieri all’Ipe di Londra, possano rientrare all’apertura dei mercati americani, come era già avvenuto l’altra volta. Ma tutto dipenderà, nei prossimi giorni, da come evolverà la crisi nel paese africano e dalle soluzioni che il lavoro dei diplomatici darà all’incognita Iran.

[Data pubblicazione: 17/01/2006]
(La Padania)

easyand
24-01-2006, 17:05
ROMA - Sarebbe di nove morti il bilancio dell'attacco ad un impianto dell'Agip in Nigeria, secondo quanto si apprende da fonti di sicurezza. Sembra che tra le vittime non ci siano stranieri.

Uomini armati non identificati hanno attaccato oggi un'installazione petrolifera dell'Agip a Port Harcourt, capitale dello stato di Rivers nel delta del Niger (sud della Nigeria), e sparato sulla polizia: lo ha detto una testimone all'Afp.
La donna, Demka Pueba, abitante della città, ha detto per telefono all'Afp che aveva sentito colpi d'arma da fuoco provenire dal complesso industriale dell'Agip, e che aveva visto impiegati fuggire. "Una delle impiegate è uscita gridando. Ha detto che dei giovani erano arrivati su imbarcazioni veloci nei locali della compagnia e cominciato a sparare", ha dichiarato la testimone. Il capo della polizia di Port Harcourt, Samuel Adetuyi, ha confermato per telefono che c'era stato un incidente ma non ha voluto dare particolari.

easyand
25-01-2006, 17:58
Ecco cosa scrive un Italiano, ex incursore di marina, impegnato nella sicurezza dell' impianto :


LAGOS- "Caro Walter, in risposta alle Tue domande ti confermo che abbiamo dovuto fare fuoco , sparando oltre 600 colpi. Le armi che le mie guardie e gli altri uomini della sicurezza hanno in dotazione sono MP5, coltM4 e tre UZI. Alcune delle guardie hanno il Kalashnikov. Dipende delle zone dove sono appostati. Normalmente durante il giorno ci sono in servizio di ronda almeno ventotto uomini . La zona della banca ( quella assaltata, ndr) è quella più protetta in alcuni periodi del mese. Purtroppo ho perso diverse guardie molto esperte e fedeli, che hanno ingaggiato i banditi con coraggio. Chi ci ha assaltato era velocissimo , armato anche con granate.Uniformi simili , che sembravano della Polizia. Pronunciavano pochissime parole. Assomigliavano più a mercenari. Erano tutti di pelle scura. Sono qui da due anni, dopo una lunga permanenza in medio oriente, e non ho mai assistito ad un attacco del genere. Nemmeno in Iraq , dove ho accompagnato un cliente di una società americana in piena guerra."

easyand
25-01-2006, 22:14
Nigeria: attacchi e minacce contro l'Agip I ribelli del Mend agli stranieri: «Partite immediatamente, altrimenti da febbraio ci saranno azioni ancora più dure».


ADDIS ABEBA – Ieri sera e stamattina si sono succedute parecchie riunioni alla base dell’Agip a Port Harcourt, in Nigeria, attaccata da una ventina di uomini armati, alla fine di martedì mattina. I dirigenti hanno discusso se evacuare il grande complesso, la cui sicurezza è affidata alle guardie della polizia privata Mopol. Oltre a diverse palazzine, tra cui quella della Zenith Bank attaccata e svaligiata dagli assalitori, nei cortili e nei magazzini, che trovano posto nel compound, è stoccato parecchio materiale di notevole valore. Tra l’altro al momento dell’assalto nella pista dell’eliporto era parcheggiato almeno uno degli elicotteri che vengono usati per tenere i contatti tra la base a terra e le piattaforme che, off shore (cioè al largo, in mare aperto), estraggono il petrolio. I ribelli avrebbero potuto tentare di crivellarlo di proiettili e distruggerlo. Alla fine, nonostante l’attacco alla piattaforma organizzato dai ribelli lunedì (un morto tra gli assalitori, centrato delle guardie private) e i nove morti di martedì i dirigenti della Naoc (Nigerian Agip Oil Company, così si chiama la società di diritto nigeriano) hanno deciso di restare. I guerriglieri del MEND (Movement for the Emancipation of the Niger Delta) hanno annunciato la settimana scorsa che avrebbero attaccato le installazioni petrolifere nel delta del Niger.

Nelle scorse settimane ci sono stati sabotaggi e attacchi tra cui quello su una piattaforma petrolifera della Shell con cui i miliziani hanno rapito quattro lavoratori stranieri, un americano, un britannico, un bulgaro e un onduregno. La società petrolifera anglo-olandese ha per questo evacuato più o meno 330 persone e ha tagliato la produzione del 10 per cento. I suoi dirigenti stanno valutando il rimpatrio di altri impiegati. In Nigeria la maggior parte delle concessioni petrolifere appartengono alla Shell, ma nel Paese operano anche la Total-Elf, la Chevron e l’Agip. La società italiana estrae il 10 per cento della produzione. Il Paese è uno dei più corrotti del mondo e fino al 1999 è stato governato con il pugno di ferro da generali golpisti che succhiavano senza ritegno (e con la connivenza delle multinazionali) il denaro proveniente dal petrolio. Ora c’è un governo civile (il presidente di chiama Olusegun Obasanjo) ma la mungitura della vacca grassa continua. I ribelli del MEND chiedono che finalmente le ricchezze vengano distribuite anche alla popolazione, una delle più povere del continente. In un comunicato i dirigenti del MEND hanno annunciato: «Non ci fermeremo e porteremo gli attacchi fin dentro le città, governate dalla cricca corrotta e mafiosa».

I militanti hanno invitato gli stranieri che lavorano nelle società petrolifere a «partire immediatamente». Nella regione del delta del Niger viene estratta la maggior parte dei 2,4 milioni di barili di greggio che la Nigeria esporta ogni giorno. I ribelli hanno lanciato un ultimatum: «La Shell deve versare al governo locale 1,5 milioni di dollari come risarcimento dei danni provocati dal catastrofico disastro ambientale e il governo centrale deve liberare due nostri leader (arrestati qualche settimana fa, ndr). Altrimenti – conclude il documento – a far data dal 1° febbraio 2006 metteremo in atto pratiche ancora più aggressive contro chi lavora per le società petrolifere e contro le loro famiglie». Mujahid Dokubo-Asari, uno dei due leader di cui si chiede il rilascio è sotto processo ad Abuja, la capitale della Nigeria. Deve rispondere di tradimento e rischia la pena di morte. Durante l’ultima udienza ha accusato il presidente Olusegun Obasanjo di essere «un dittatore della peggior specie. Pagherà per i crimini commessi e per le sue azioni contro la popolazione di questo Paese».

Massimo A. Alberizzi

Corriere.it

Adric
28-03-2006, 23:51
Il petrolio vola a 65 dollari per la situazione in Nigeria
Martedì, 28 marzo

Il prezzo del petrolio sale verso i 65 dollari al barile, per il timore di nuove tensioni in Nigeria. Sul circuito elettronico i future sul LIght crude avanzano di 73 cent a 64,89 dollari. In NIgeria il presidente, Olusegun Obasanjo ha convocato per il prossimo 5 aprile un meeting con i principali gruppi dell'area del Delta del Niger, dopo che i miliziano separatisti hanno rilasciato tre ostaggi stranieri.

Finora gli attacchi alle piattaforme petrolifere della zona hano portato alla chiusura di impianti che producono 630 mila barili al giorno di greggio, pari al 26% della produzione nazionale.
(canisciolti.info)

Ewigen
20-04-2006, 22:09
NIGERIA 20/4/2006 11.10
DELTA DEL NIGER: AUTOBOMBA A PORT-HARCOURT, MORTI E FERITI

Un'autobomba è esplosa ieri sera nella città meridionale di Port Harcourt di fronte a una caserma militare, uccidendo tre persone e ferendone un numero ancora imprecisato: lo hanno riferito oggi fonti ufficiali precisando che l’attentato è stato rivendicato in una e-mail dai guerriglieri del Movimento per l'emancipazione del delta del Niger (Mend), protagonisti negli ultimi mesi di ripetuti attacchi alle multinazionali del greggio che hanno ridotto di circa un quarto le esportazioni di greggio della regione. Il Mend ha avvertito che “si è trattato di un atto simbolico, più che strategico” per lanciare un avvertimento ai soldati e ai dipendenti delle industrie petrolifere: “Nelle prossime settimane – hanno detto i militanti – ci saranno altri attacchi”. Proprio ieri i militanti del Delta del Niger avevano respinto il piano annunciato dal presidente Olusegun Obasanjo per lo sviluppo socio-economico del territorio, reiterando la loro richiesta di gestire direttamente i proventi dell’industria locale dell’‘oro nero’. Con 2,6 milioni di barili al giorno, la Nigeria è l’8° produttore di greggio al mondo, ma molti dei suoi oltre 130 milioni di abitanti – il Paese più popoloso dell’Africa – vivono sotto la soglia di povertà.[PIME]

Ewigen
04-05-2006, 23:11
NIGERIA 4/5/2006 10.24
DELTA DEL NIGER: ARRESTATI SEI MILIZIANI

Sei giovani sono stati arrestati dalla marina nigeriana durante un attacco contro una piattaforma petrolifera di una multinazionale nel sud del paese, dove nei mesi scorsi si sono moltiplicati i sabotaggi, i rapimenti e le violenze ai danni delle compagnie internazionali che operano nello sfruttamento e nella commercializzazione del greggio. Lo riferisce oggi la stampa locale, precisando che i 6, arrestati nei giorni scorsi e trasferiti nelle ultime ore ad Abuja, facevano parte del gruppo armato di 15 persone che ha assaltato la piattaforma della Mobil a Mkapanak, nello Stato di Akwa Ibom, e che è stato fermato da truppe della marina nigeriana dispiegate recentemente a protezione delle istallazioni petrolifere internazionali. Fonti ufficiali nigeriane collegano i 6 giovani ai “gruppi che recentemente hanno distrutto pozzi e piattaforme”, senza comunque avanzare il nome di alcuna formazione in particolare. Il principale di questi gruppi, il neonato Movimento di emancipazione per il Delta del Niger (Mend) a fine aprile ha respinto il piano presentato dal presidente Olusegun Obasanjo per lo sviluppo socio-economico del territorio, minacciando nuovi attacchi. Con 2,6 milioni di barili al giorno, la Nigeria è l’8° produttore di greggio al mondo, ma molti dei suoi oltre 130 milioni di abitanti – il Paese più popoloso dell’Africa – vivono sotto la soglia di povertà.

Ewigen
08-05-2006, 18:55
NIGERIA 8/5/2006 12.45
DELTA DEL NIGER: MILIZIANI ANNUNCIANO CESSATE-IL-FUOCO

I ribelli del Delta del Niger hanno annunciato un cessate-il-fuoco di tre mesi e la disponibilità a negoziare con le autorità, dopo tre mesi di sabotaggi, rapimenti e attacchi ai danni delle compagnie multinazionali che operano nello sfruttamento e nella commercializzazione del greggio. "Dopo vari incontri a Port Harcourt e Warri, il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger (Mend) ha stabilito che tutte le forme di ostilità saranno d'ora innanzi sospese, nella speranza che questo porti a deliberazioni pacifiche perché regni la pace nel Delta del Niger” si legge in un comunicato diffuso ieri a Port Harcourt, la capitale del Rivers State; il Mend è nato lo scorso gennaio dalla fusione del Fronte di salvezza delle popolazioni del Delta del Niger, della Brigata dei Martiri e della Coalizione dell'azione militante nel Delta del Niger, movimenti che rivendicano una distribuzione delle ricche risorse petrolifere a favore della popolazione locale. "Il Mend starà a osservare gli avvenimenti per un periodo di tre mesi, durante i quali deciderà che scelte adottare. Apprezza gli sforzi compiuti dal Consiglio nazionale per la difesa della democrazia (Cndd) e dal governo federale per risolvere la crisi nella regione". La decisione è stata accolta con favore dalle autorità governative e domani rappresentanti dello stato federale incontreranno i capi del Mend, ha detto il vice-presidente del Consiglio della gioventù Ijaw (Iyc), David Reje. Il Delta del Niger è la cassaforte dell’‘oro nero’ nigeriano, da dove si ricava la maggior parte dei circa 2,4 milioni di barili di greggio prodotti ogni giorno.

Ewigen
09-05-2006, 18:36
NIGERIA 9/5/2006 11.37
DELTA DEL NIGER: MILIZIANI SMENTISCONO CESSATE-IL-FUOCO

“Vogliamo smentire le notizie di un cessate-il-fuoco”, ha dichiarato il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) in una e-mail inviata ad alcuni organi di stampa nazionali ed internazionali che ieri avevano riportato un comunicato in cui i ribelli – responsabili negli scorsi mesi di sabotaggi, rapimenti e attacchi ai danni delle compagnie multinazionali che operano nello sfruttamento e nella commercializzazione del greggio – si dicevano disponibili a una tregua di tre mesi e a negoziati con le autorità. “È un tentativo grossolano di una parte del governo nigeriano di trarre in inganno i media e di confondere la comunità degli affari internazionali e petroliferi”, si legge ancora nella e-mail firmata da Jomo Gbomo (probabilmente uno pseudonimo) che si definisce portavoce del Mend. “Il nostro obiettivo resta la distruzione totale della capacità del governo nigeriano di esportare petrolio greggio dal Delta del Niger”, ha aggiunto Gbomo ribadendo che il Mend non cesserà gli attacchi finché il governo non accoglierà le sue richieste: il rilascio di due capi d’etnia Ijaw in prigione con l’accusa di tradimento e riciclaggio di denaro, un risarcimento di 1,2 miliardi di euro dalla Royal Dutch Shell Plc (Rdsa) per i danni ambientali causati dalla compagnia e soprattutto una distribuzione dei proventi petroliferi a favore dei 20 milioni della popolazione locale del Delta del Niger dove vengono estratti la maggior parte dei circa 2,5 milioni di barili di greggio prodotti ogni giorno in Nigeria. “A breve risponderemo a queste false dichiarazioni con una serie di attacchi contro obiettivi e individui dell’industria petrolifera”, ha avvertito il portavoce dei ribelli. Seppure anche il governo abbia smentito il cessate-il-fuoco, un funzionario del ministero del Petrolio ha accennato a colloqui “informali” e “per lo più telefonici” tra il ministro del Petrolio nigeriano, Edmund Daujoru, e dirigenti del Mend.

Ewigen
10-05-2006, 18:15
NIGERIA 10/5/2006 16.41
DELTA DEL NIGER: UCCISO DIPENDENTE AZIENDA PETROLIFERA

Un dipendente statunitense di un’azienda americana impegnata nel settore petrolifero è stato ucciso oggi in un attacco nella città meridionale di Port Harcourt. Lo hanno riferito fonti giornalistiche internazionali, citando le autorità locali. Secondo la prima ricostruzione dei fatti rilasciata dalla polizia e da altre fonti locali, l’uomo sarebbe stato ucciso questa mattina presto dai colpi di arma da fuoco esplosi contro di lui da un sicario che lo ha avvicinato in sella a una moto. Non è chiaro se l’omicidio sia da mettere in relazione alle nuove minacce lanciate nelle ultime 24 ore dal Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend), il gruppo protagonista negli ultimi mesi di attacchi e sequestri ai danni delle multinazionali del petrolio che lavorano nella regione meridionale del Delta e i loro dipendenti.



NIGERIA 10/5/2006 17.16
DELTA DEL NIGER: NUOVE MINACCE DEL MEND

In una e-mail inviata ieri ai media nazionali e internazionali, il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) ha annunciato la ripresa delle violenze nei confronti delle aziende petrolifere e dei loro dipendenti. “Come promesso riprenderemo presto gli attacchi contro le installazioni petrolifere delle compagnie internazionali e locali nel Delta del Niger. Tutte le strutture utilizzate dalle compagnie petrolifere, inclusa l’azienda pubblica nigeriana ‘Nigerian National Petroleum Corporation’ (Nnpc), verranno colpite” scrivono i miliziani del Mend, invitando i dipendenti delle aziende in questione a tenersi alla larga dagli uffici. Nel documento, che porta la firma di “Jomo Gbomo”, autodefinitosi portavoce del Mend, per la prima volta vengono minacciati anche “i governatori degli Stati del Delta del Niger”, accusati di “aver ucciso nei giorni scorsi i sogni delle popolazioni del Delta”. Il Mend è solo l’ultimo dei tanti gruppi sorti negli ultimi anni nella regione del Delta; quasi tutte queste formazioni rivendicano una più equa distribuzione delle risorse petrolifere di questa regione, la ‘cassaforte’ dell’oro nero nigeriano. Con 2,6 milioni di barili al giorno, la Nigeria è l’8° produttore di greggio al mondo, ma i suoi oltre 130 milioni di abitanti – il Paese più popoloso dell’Africa – non ne traggono particolare beneficio. A differenza degli alti gruppi però il Mend (che dice di combattere per le popolazioni Ijaw, una delle etnie maggioritarie della regione) sembra avere una grande capacità di coordinamento, di comunicazione e soprattutto una dimensione più marcatamente politica dei precedenti gruppi. Per il momento non ci sono elementi che consentono di collegare le minacce diffuse ieri dal Mend con l’omicidio, avvenuto questa mattina presto a Port Harcourt, del dipendente americano di una azienda petrolifera Usa attiva nel Delta.

Ewigen
11-05-2006, 19:06
NIGERIA 11/5/2006 15.35
DELTA DEL NIGER: RAPITI DIPENDENTI AZIENDA PETROLIFERA ITALIANA

Tre dipendenti dell’azienda petrolifera Saipem del gruppo Eni – tra cui un italiano e un indiano – sono stati rapiti oggi a Port Harcourt, nella zona del Delta del Niger, nel sud del Paese: lo si apprende da fonti dell’azienda, citata da agenzie di stampa internazionale. Secondo le prime sommarie informazioni, il sequestro sarebbe avvenuto mentre i tre viaggiavano a bordo di un’auto scortata dalla polizia. Gli agenti, che non sono riusciti a impedire il rapimento, avrebbero però arrestato uno degli aggressori. Nella zona sono attivi diversi gruppi locali che rivendicano una maggiore distribuzione alle comunità locali delle risorse del Delta del Niger, “cassaforte” del greggio nigeriano. Ieri un dipendente statunitense di un’azienda americana impegnata nel settore petrolifero è stato ucciso in un attacco a Port Harcourt; non è chiaro se l’episodio sia da mettere in relazione alle nuove minacce lanciate nelle ultime 24 ore dal Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend), il gruppo protagonista negli ultimi mesi di attacchi e sequestri ai danni delle multinazionali del petrolio che lavorano nella regione meridionale del Delta e i loro dipendenti. Secondo fonti di stampa internazionale, non vi sono elementi per stabilire una relazione tra il rapimento dei tre dipendenti della ‘Saipem’ e le rivendicazioni dei gruppi locali.

Ewigen
11-05-2006, 21:01
NIGERIA 11/5/2006 19.15
DELTA DEL NIGER: RAPITI DIPENDENTI AZIENDA PETROLIFERA ITALIANA – 2

Il sequestro di tre dipendenti della società Saipem del gruppo Eni – tre stranieri, tra cui un italiano - è stato confermato oggi dal portavoce della polizia federale nigeriana, secondo cui è già in corso una trattativa per la loro liberazione. “Sono trattenuti a Buguma, nella regione di Port Harcourt, dove la comunità locale non è soddisfatta a causa di alcuni fraintendimenti nell’accordo con la società” Saipem, ha detto Haz Iwendi, citato dall’agenzia ‘Afp’. “Si sta già negoziando, ma sembra che vi sia un ostacolo alla trattavia e gli abitanti della zona hanno detto che se saranno pagati in base alle loro richieste rilasceranno i sequestrati” ha aggiunto il portavoce. Un responsabile della Saipem contattato dalla stessa agenzia di stampa a Lagos ha confermato il rapimento dei tre; la MISNA ha cercato ulteriori conferme e dettagli dagli uffici centrali della Saipem-Eni di San Donato Milanese, alle porte di Milano, senza ottenerne. L’attacco di oggi è il secondo in poche ore: ieri a Port Harcourt è stato ucciso un dipendente statunitense di un’azienda americana impegnata nel settore petrolifero nella regione del Delta, dove si trovano i principali giacimenti della Nigeria, che con 2,5-2,6 milioni di barili al girono di greggio è l’8° produttore al mondo. Negli ultimi mesi gli attacchi di gruppi locali – che rivendicano una più equa distribuzione dei proventi dell’oro nero – hanno provocato un calo della produzione petrolifera. Operatori economici del settore hanno messo in relazione il rapimento di oggi con il nuovo aumento del prezzo del greggio, che ha superato i 72 dollari al barile.

Ewigen
12-05-2006, 19:20
NIGERIA 12/5/2006 8.43
DELTA DEL NIGER: RILASCIATI OSTAGGI STRANIERI RAPITI IERI

Sono stati rilasciati stamani i tre dipendenti della società Saipem del gruppo Eni rapiti ieri nei pressi di Port Harcourt, nella regione petrolifera del Delta del Niger. La notizia della liberazione, annunciata dalla polizia, è stata confermata da fonti dell’azienda, citate da agenzie internazionali. Tra i rapiti c’era l’italiano Vito Macrina, prelevato insieme a due altri tecnici ieri da un gruppo armato mentre viaggiava a bordo di un’auto. Sembrerebbe che il sequestro sia stato motivato da dissidi tra la comunità locale e l’azienda italiana, in particolare per un oleodotto che dovrebbe passare attraverso la comunità di Buguma, comunque non strettamente legato alle rivendicazioni dei gruppi armati che da mesi attaccano impianti petroliferi delle compagnie straniere rivendicando una più equa divisione dei proventi dell’oro nero. Due giorni fa, a Port Harcourt – dove hanno sede le principali compagnie petrolifere internazionali impegnate nello sfruttamento del greggio nigeriano – era stato ucciso un tecnico statunitense. Il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) – che nei giorni scorsi aveva minacciato nuovi attacchi contro impianti e uffici stranieri – ieri si era subito detto estraneo al rapimento dei tre. Non è ancora chiaro se per la loro liberazione si stato pagato un riscatto. Il quotidiano ‘Vanguard’ di Lagos scrive oggi che il sequestro è stato compiuto da un gruppo di giovani che accusano la Saipem di danneggiare l’ambiente e di violare l’accordo sottoscritto con i Buguma. Le comunità locali da anni denunciano i danni ambientali e la mancata partecipazione ai guadagni dell’estrazione del greggio, gestiti dal governo federale e comunque destinati in gran parte alle multinazionali attive nel Delta del Niger, la ‘cassaforte’ petrolifera della Nigeria, che con 2,5-2,6 milioni di barili estratti al giorno è l’8° produttore mondiale di greggio; gran parte dei suoi oltre 120 milioni di abitanti – comunque - vive sotto la soglia di povertà [PIME].



12 maggio 2006 17.22
NIGERIA: SCOPPIA OLEODOTTO, FORSE 150 MORTI CARBONIZZATI SU SPIAGGIA

Con il passare delle ore le dimensioni della tragedia causata da una gigantesca esplosione nell'oleodotto di Ilado Beach, presso la capitale economica della Nigeria Lagos, appaiono chiare e terribili. Un giornalista dell'agenzia France Presse, che stima il numero dei morti in oltre 150, ha detto di aver visto corpi carbonizzati su un fronte di almeno cento metri lungo la spiaggia di Ilado Beach, villaggio costiero che appartiene all'agglomerato di Lagos.

Il reporter ha aggiunto che coloro che erano più vicini all'oleodotto sono stati quasi ridotti in cenere, cosa che ne rende impossibile l'identificazione. Altri cadaveri, sfigurati dal calore, irrigiditi nel momento della fuga giacciono sulla sabbia e nell'acqua sono visibili i resti carbonizzati di una piccola imbarcazione con altri corpi che galleggiano intorno.

La Croce Rossa ha confermato di aver trovato sul posto i resti di circa 500 bidoni usati di solito per trafugare carburante, circostanza che accrediterebbe l'ipotesi di una esplosione accidentale causata da ladri di petrolio.[Avvenire]

Northern Antarctica
12-05-2006, 23:49
NIGERIA 12/5/2006 8.43
DELTA DEL NIGER: RILASCIATI OSTAGGI STRANIERI RAPITI IERI

Sono stati rilasciati stamani i tre dipendenti della società Saipem del gruppo Eni rapiti ieri nei pressi di Port Harcourt, nella regione petrolifera del Delta del Niger. La notizia della liberazione, annunciata dalla polizia, è stata confermata da fonti dell’azienda, citate da agenzie internazionali. Tra i rapiti c’era l’italiano Vito Macrina, prelevato insieme a due altri tecnici ieri da un gruppo armato mentre viaggiava a bordo di un’auto. Sembrerebbe che il sequestro sia stato motivato da dissidi tra la comunità locale e l’azienda italiana, in particolare per un oleodotto che dovrebbe passare attraverso la comunità di Buguma, comunque non strettamente legato alle rivendicazioni dei gruppi armati che da mesi attaccano impianti petroliferi delle compagnie straniere rivendicando una più equa divisione dei proventi dell’oro nero. Due giorni fa, a Port Harcourt – dove hanno sede le principali compagnie petrolifere internazionali impegnate nello sfruttamento del greggio nigeriano – era stato ucciso un tecnico statunitense. Il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) – che nei giorni scorsi aveva minacciato nuovi attacchi contro impianti e uffici stranieri – ieri si era subito detto estraneo al rapimento dei tre. Non è ancora chiaro se per la loro liberazione si stato pagato un riscatto. Il quotidiano ‘Vanguard’ di Lagos scrive oggi che il sequestro è stato compiuto da un gruppo di giovani che accusano la Saipem di danneggiare l’ambiente e di violare l’accordo sottoscritto con i Buguma. Le comunità locali da anni denunciano i danni ambientali e la mancata partecipazione ai guadagni dell’estrazione del greggio, gestiti dal governo federale e comunque destinati in gran parte alle multinazionali attive nel Delta del Niger, la ‘cassaforte’ petrolifera della Nigeria, che con 2,5-2,6 milioni di barili estratti al giorno è l’8° produttore mondiale di greggio; gran parte dei suoi oltre 120 milioni di abitanti – comunque - vive sotto la soglia di povertà [PIME].


Meno male che tutto è finito per il meglio. Credo davvero che la Nigeria sia uno dei posti più pericolosi dove lavorare.

Ewigen
15-05-2006, 22:19
NIGERIA 15/5/2006 15.58
DELTA DEL NIGER, POLIZIOTTI UCCISI DA SOSPETTI MILITANTI

Quattro poliziotti sono stati uccisi e altri due feriti da sospetti militanti del Delta del Niger – che chiedono una diversa distribuzione dei proventi del petrolio – nella città di Port Harcourt, nel River State, dove pochi giorni fa sono stati rapiti e rilasciati anche tre tecnici della società italiana Saipem del gruppo Eni. Lo si apprende oggi dalla stampa locale, secondo cui si tratta di agenti della polizia costiera; secondo fonti citate dalla britannica ‘Bbc’ le vittime sarebbero sei, i cui cadaveri sono stati ritrovati in un fiume. Nessun gruppo ha finora rivendicato la responsabilità dell’attacco. Un ufficiale di polizia citato dal quotidiano ‘This Day’ di Lagos ha detto che si teme il ritrovamento dei corpi di altri agenti uccisi. Un paio di settimane fa nuove minacce contro la polizia erano state lanciate da alcuni gruppi attivi nella regione petrolifera del Delta del Niger, da tempo teatro di tensioni tra le comunità locali e grandi multinazionali del greggio, accusate di sfruttare l’‘oro nero’ provocando gravi danni ambientali, senza alcun beneficio diretto per la popolazione del posto. Nei giorni scorsi il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend), una delle principali formazioni attive nella regione, aveva annunciato nuovi attacchi contro impianti e dipendenti di compagnie petrolifere straniere. La scorsa settimana a Port Harcourt è stato ucciso un americano che lavorava per una multinazionale del petrolio.

Northern Antarctica
16-05-2006, 09:16
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Ewigen
21-05-2006, 20:15
NIGERIA 20/5/2006 17.15
DELTA DEL NIGER: MULTINAZIONALE DOVRÀ RISARCIRE 1,2 MILIARDI DI EURO

La compagnia petrolifera anglo-olandese Shell dovrà pagare entro lunedì 1,17 miliardi di euro ai nigeriani di etnia Ijaw come risarcimento per i danni arrecati all’ambiente in anni di esplorazioni di greggio nello Stato di Bayelsa, nella regione petrolifera del Delta del Niger. Lo ha deciso la Corte federale di Port Harcourt, che ha così respinto la richiesta di rinvio di pagamento della multa comminata a febbraio all’azienda dal giudice Okechukwu Okeke, contro la quale la stessa è stato presentato appello. “Abbiamo depositato un ricorso contro il verdetto: la Shell non pagherà nulla finché non si terrà l’appello e non vi sarà un verdetto definitivo” ha ribadito però il portavoce Bisi Ojediran, precisando che non è stata fissata alcuna data per il secondo grado del procedimento. La popolazione Ijaw ha chiamato in causa anche le altre compagnie petrolifere attive nel Delta del Niger, ma sinora è stata condannata solo la compagnia anglo-olandese, che trovò il primo giacimento petrolifero a Oloibiri nel 1956; è la più grande delle multinazionali attive nel paese, con circa la metà dei 2,6 milioni di barili di petrolio prodotti ogni giorno in Nigeria (8° esportatore mondiale). Secondo alcune fonti, in seguito agli attacchi ripetuti dei separatisti del Delta del Niger contro i suoi impianti e altri oleodotti, la produzione sarebbe diminuita del 20-25%.

Ewigen
30-05-2006, 12:07
NIGERIA 30/5/2006 5.29
LA “GIOVANE” DEMOCRAZIA COMPIE 7 ANNI, TRA PROGRESSI E NUOVE SFIDE

Il buon governo e la lotta alla corruzione sono le due chiavi per “una democrazia sostenibile e consolidata”: lo ha detto nel suo discorso alla nazione per il ‘Giorno della democrazia’ l’ex-generale Olusegun Obasanjo che il 29 maggio di sette anni fa divenne il presidente di una Nigeria nuovamente democratica dopo 16 anni consecutivi di governo militare. “Il buon governo – ha aggiunto – rimane l’ingrediente più critico per eliminare povertà, instabilità, violenza e sottosviluppo” perché garantisce “responsabilità, rispetto per il rispetto della legge e dei diritti umani, trasparenza, sensibilità per lo stato degli svantaggiati e una democrazia sostenibile e consolidata”. Obasanjo ha poi sottolineato che finalmente, “come popolo e nazione, il cui presente e futuro è stato contaminato e compromesso da corruzione, priorità mal poste e spreco, stiamo cominciando a decidere che non faremo mai più spazio a tali forme di cattiva gestione delle risorse”. Secondo la Costituzione del 1999, Obasanjo – già al suo secondo mandato quadriennale – non potrà ricandidarsi alle elezioni presidenziali che si terranno tra il 7 e il 28 aprile del prossimo anno. Trentasette partiti politici si sono già registrati presso l’Agenzia elettorale nazionale (Inec) in vista delle elezioni per un successore all’ex-governatore militare (1976-79) poi eletto democraticamente nel 1999. Dopo che due settimane fa il Senato ha respinto l’emendamento costituzionale che avrebbe consentito a Obasanjo una terza candidatura, gli osservatori internazionali credono che saranno in tanti ad avanzare la propria candidatura alla presidenza. Malgrado i passi avanti, gran parte degli oltre 120 milioni di nigeriani – che vivono in un paesi ricchissimo di petrolio – continuano però a vivere al di sotto della soglia di povertà.

Ewigen
01-06-2006, 22:51
NIGERIA – Una fuga di petrolio avrebbe costretto la società anglo-olandese Royal Dutch Shell a ridurre la sua produzione giornaliera di petrolio di circa 50.000 barili; non è chiaro se la perdita di greggio sia stata provocata da un incidente o dall’ennesimo sabotaggio dei diversi gruppi – anche armati - che protestano contro lo sfruttamento dell’‘oro nero’ da parte delle multinazionali senza alcun beneficio per le comunità locali.

Ewigen
03-06-2006, 11:10
NIGERIA 3/6/2006 9.51
DELTA DEL NIGER, SEQUESTRATI DIPENDENTI STRANIERI SETTORE PETROLIFERO

“Ci risiamo” titola stamani il quotidiano nigeriano ‘This day’ sul rapimento avvenuto ieri di otto lavoratori stranieri – sei britannici, uno statunitense e un canadese – prelevati da una piattaforma petrolifera al largo della Nigeria da parte di un gruppo armato del Delta del Niger, che chiede una diversa distribuzione dei proventi del greggio estratto nella zona. Secondo un portavoce, il presidente Olusegun Obasanjo si è già unito agli sforzi per la loro liberazione e si è dichiarato ottimista su una rapida e positiva conclusione della vicenda. Gli occidentali sono stati sequestrati da una trentina di uomini armati che hanno raggiunto la piattaforma e li hanno prelevati dopo aver bloccato gli 84 dipendenti che si trovavano presso l’impianto, situato una ventina di chilometri al largo dell’estuario del fiume Dodo. Secondo la stampa locale, la piattaforma di trova in un lotto petrolifero conteso tra una compagnia nigeriana e l’anglo-olandese Shell. Da mesi attivisti del Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) hanno lanciato attacchi armati a impianti e dipendenti dell’industria petrolifera multinazionale, tra cui l'italiana Eni-Saipem: la regione è la ‘cassaforte’ dell’’oro nero’ della Nigeria, che con circa 2,4 milioni di barili al giorno è l’8° produttore mondiale. I continui attacchi – non solo del Mend, ma anche di altre formazioni che avanzano analoghe rivendicazioni – avrebbero finora provocato una significativa riduzione dell’estrazione di greggio, che alcuni stimano fino a un quarto della produzione giornaliera. Malgrado l’enorme potenzialità della regione del Delta, i suoi abitanti – come la maggior parte degli oltre 120 milioni di nigeriani – vive in condizioni di estrema povertà.

Ewigen
05-06-2006, 11:40
NIGERIA – Dopo una trattativa tra i rapitori e le autorità locali, sono stati rilasciati gli otto dipendenti stranieri – sei inglesi, un americano e un canadese - di una compagnia petrolifera internazionale rapiti venerdì scorso su una piattaforma al largo delle coste della regione del Delta del Niger.

Ewigen
07-06-2006, 23:55
NIGERIA 7/6/2006 11.53
DELTA DEL NIGER: NUOVO SEQUESTRO DIPENDENTI SOCIETÀ PETROLIFERA -

Almeno cinque soldati sarebbero stati uccisi quando militanti della regione del Delta del Niger questa notte hanno attaccato un edificio della compagnia petrolifera angol-olandese ‘Shell’ e sequestrato cinque dipendenti sud-coreani: lo affermano in un comunicato via e-mail il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) che, insieme ad altri due gruppi del sedicente Consiglio rivoluzionario congiunto (‘Joint revolutionary council’, sigla finora sconosciuta), aveva precedentemente rivendicato l’attacco. Un numero imprecisato di ufficiali delle forze di sicurezza sarebbe stato ucciso – sostiene il Mend, citato dall’agenzia ‘Reuters’ - già in uno scontro a fuoco, quando i militanti avrebbero occupato e bruciato dei barconi adibiti a case galleggianti per militari e poliziotti incaricati di proteggere l’impianto della compagnia anglo-olandese. I guerriglieri avrebbero poi rapito i cinque sud-coreani, arrivati in Nigeria dopo che il governo aveva accordato a compagnie sud-coreane i diritti di esplorazione in cambio della promessa di investimenti in infrastrutture. Il gruppo sostiene inoltre che ai sequestrati non sarebbe stato fatto alcun male, almeno finché la loro base non è stata attaccata da quattro navi militari nigeriane. Sarebbero riusciti ad affondarne almeno una, provocando la morte di cinque dei sei militari a bordo, mentre un loro militante sarebbe stato ucciso durante l’assalto. L’attacco e il sequestro – afferma il Mend – è una rappresaglia contro il tribunale che ieri ha deciso di negare il rilascio su cauzione a Mujahid Dokubo-Asari, il capo della Forza volontaria popolare del Delta del Niger (Ndpvf, movimento armato con base nella capitale dello stato di Rivers State, Port Harcourt) sotto processo per tradimento, di cui il gruppo aveva precedentemente chiesto la scarcerazione. “Siamo dell’opinione – si legge infine nel comunicato – che il governo della Nigeria possa essere interessato più a uno scambio di prigionieri che a liberare la persona di cui avevamo chiesto il rilascio”. Il sequestro coincide con una visita del ministro nigeriano del Petrolio e presidente dell’Opec, Edmund Daukuru, in Sud Corea.

Ewigen
08-06-2006, 20:20
NIGERIA 8/6/2006 17.51
DELTA DEL NIGER: LIBERATI DIPENDENTI SOCIETÀ PETROLIFERA

Sono stati liberati i cinque coreani rapiti ieri durante un assalto a una piattaforma di estrazione del gas della società anglo-olandese ‘Shell’ nello Stato del Rivers, nella regione petrolifera del Delta del Niger: lo affermano gli stessi militanti armati che ieri li avevano sequestrati con un blitz costato la vita ad almeno 5 soldati. La notizia, non ancora confermata da fonti indipendenti, è stata diffusa via mail dal Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend), che ieri aveva rivendicato l’attacco insieme ad altri due gruppi locali – riuniti nella sigla finora sconosciuta di ‘Consiglio rivoluzionario congiunto’. I militanti chiedono da tempo – anche azioni di forza - una diversa distribuzione dei proventi del greggio, controllato interamente da società petrolifere straniere. Nel messaggio inviato nel pomeriggio ad alcune agenzie di stampa, il Mend sostiene che i coreani sono stati “affidati alle buone cure del senatore David Brigidi, su richiesta di Alhadji Dokubo Asari”, il capo separatista incarcerato nei mesi scorsi, di cui il Mend ieri aveva chiesto la liberazione in cambio del rilascio dei cinque stranieri. Dall’inizio dell’anno i militanti del Delta del Niger hanno ripetutamente attaccato impianti petroliferi e sequestrato il personale straniero delle multinazionali dell’oro nero: questa regione è considerata la “cassaforte naturale” del petrolio della Nigeria, che consente al paese di essere l’8° produttore al mondo e il primo dell’Africa sub-sahariana. Finora il Mend e altri gruppi locali sono riusciti a rallentare la produzione di greggio, che secondo alcune fonti sarebbe diminuita di circa il 20% dei 2,4 milioni di barili estratti ogni giorno. Dopo l’attacco alla piattaforma per il gas, ieri la Shell aveva deciso la sospensione dell’estrazione del gas, con una perdita stimata in due milioni di metri cubi al giorno.

Ewigen
08-06-2006, 20:21
NIGERIA 8/6/2006 7.30
DELTA DEL NIGER, LE RAGIONI DI UNA CRISI

Instabilità politica, mancanza di fondi, duplicazione di organismi amministrativi, progetti inefficaci, corruzione e incapacità dei pubblici ufficiali: sono solo alcuni dei fattori che hanno frustrato le aspettative degli abitanti del Delta del Niger, con la conseguenza che la regione è oggi una delle più turbolente del paese. La lunga e imbarazzante lista delle pecche e degli errori fatti nel Sud dall’amministrazione nigeriana è giunta dal direttore della Commissione finanziaria e amministrativa per lo sviluppo del Delta del Niger (Nddc), Timi Alaibe, che a Yanagoa, in occasione di una conferenza dell’associazione nazionale degli avvocati, ha presentato un suo rapporto di 64 pagine dal titolo ‘Sfide per lo sviluppo del Delta del Niger’. Per ironia della sorte l’intervento di Alaibe è comparso ieri sulle pagine della testata nazionale ‘This Day’ nelle stesse ore in cui un gruppo di miliziani del Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) attaccava una postazione gaspetrolifera della ‘Royal Dutch Shell’ non lontano dalla città di Port Harcourt, nello stato meridionale del River, sequestrando 5 operai sudcoreani e uccidendo dieci uomini delle forze di sicurezza nigeriane. Parlando alla conferenza, Alaibe ha detto che in passato tutte le agenzie create dal governo federale per affrontare i problemi della regione hanno fallito perché non è stato elaborato nessun piano regionale né progetti specifici per gestire i fattori di crisi. Il risultato è che il Delta del Niger - ha detto il direttore della Nddc, creata nel 2000 per volontà del presidente Olusegun Obasanjo - si è trasformato in una zona di guerra, contraddistinta da estrema povertà, disoccupazione, collasso delle infrastrutture, inquinamento, profonda diffidenza della popolazione locale sulle vere intenzioni dell’amministrazione, scarse capacità economiche. Secondo i dati diffusi da Alaibe, più del 70% della popolazione vive al di sotto della linea di povertà, poiché, a parte l’industria gaspetrolifera, nessun altro settore produttivo è stato sfruttato, malgrado le grandi potenzialità dell’area che includono agricoltura, risorse minerarie e turismo. A dimostrare la pessima situazione economica, ha continuato l’alto funzionario governativo, c’è il paradosso che uno stato come Bayelsa, uno dei principali produttori di petrolio, non è connesso alla rete elettrica nazionale, così che gran parte delle sue zone costiere non hanno elettricità; altrove la distribuzione di energia elettrica è incostante e limitata, con serie conseguenze per lo sviluppo delle attività economiche. Infine “con oltre 40 gruppi etnici e 250 dialetti - ha concluso Alaibe - la povertà ha reso più acute le divisioni, e i rapporti tra comunità tendono a degenerare in conflitti con ognuno che reclama per se i benefici derivanti dai proventi del petrolio”.

Ewigen
17-06-2006, 16:19
NIGERIA – Almeno sei persone sarebbero rimaste uccise negli incidenti tra elementi di un gruppo separatista e aderenti al sindacato dei trasporti nella città sud-orientale di Onitsha, avvenuti ieri, ma di cui si è avuta notizia solo oggi; la Croce rossa ha affermato di non essere a conoscenza di vittime, mentre la polizia ha confermato l’arresto di una ventina di esponenti del disciolto Movimento per la realizzazione dello Stato sovrano del Biafra.

Ewigen
19-06-2006, 21:24
NIGERIA 19/6/2006 17.17
DOPO SCONTRI, IMPOSTO COPRIFUOCO A ONISTHA

Per riportare l’ordine nella città sud orientale di Onitsha, teatro nel fine settimana di violenze che hanno causato la morte di almeno 7 persone, le autorità locali hanno imposto un coprifuoco notturno (dalle 7 di sera alle 6 del mattino) che resterà in vigore fino a sabato prossimo e che, se necessario, potrebbe essere ulteriormente prorogato. Lo riferiscono oggi fonti di stampa locali, precisando che da ieri nella principale città dello Stato di Anambra sono arrivati anche i soldati inviati dal governo centrale federale per aiutare la polizia a presidiare le strade e prevenire ulteriori scontri tra gli elementi del Movimento per la realizzazione dello Stato sovrano del Biafra (Massob, il disciolto movimento separatista che negli anni ’80 combatté contro il governo in Biafra) e gli aderenti al Narto (National association of road transport owners, una sorta di sindacato dei proprietari dei mezzi di trasporto locali). Secondo la stampa nigeriana, sono almeno 7 le persone morte nelle violenze tra i due gruppi, ma anche tra gli scontri con la polizia intervenuta in un secondo per riportare l’ordine e coinvolta nei disordini. Finora la polizia non ha confermato vittime nelle tensioni dei giorni scorsi a Onitsha. Annunciando alla radio l’imposizione del coprifuoco, il governatore di Anamabra, Peter Obi, ha invitato la popolazione a restare tranquilla e a collaborare con le autorità e le forze di sicurezza per individuare i responsabili delle violenze e prevenirle.

Ewigen
20-06-2006, 22:47
NIGERIA 20/6/2006 18.48
DELTA DEL NIGER: SEQUESTRATI DIPENDENTI INDUSTRIA PETROLIFERA

Due impiegati di una multinazionale del petrolio attiva nella regione meridionale nigeriana del Delta del Niger sono stati sequestrati oggi da sconosciuti. Lo hanno riferito fonti di polizia alla stampa internazionale, precisando che il sequestro dei due dipendenti della Pgs, entrambi di nazionalità filippina, è avvenuto nella zona di Aker, una decina di chilometri a sud-ovest di Port Harcourt, capitale dello stato del Rivers. Per il momento non sono disponibili elementi che colleghino il rapimento di oggi ai numerosi sequestri avvenuti nei mesi scorsi ad opera del Movimento per l’emancipazione del Dleta del Niger (Mend), una sigla nata di recente e impostasi subito sulle cronache di mezzo mondo per i numerosi attacchi condotti contro le installazioni delle multinazionali del petrolio nel sud della Nigeria e il sequestro dei suoi dipendenti. Finora il Mend ha sempre rivendicato, con e-mail fatte pervenire alle principali agenzie di stampa internazionali, le sue azioni.

Ewigen
20-06-2006, 22:48
NIGERIA 20/6/2006 20.51
ANCORA DISORDINI A ONITSHA

Continuano i disordini nella città sudorientale Onitsha, capoluogo dello Stato di Anambra, malgrado la presenza di soldati inviati dal governo centrale già nel fine settimana per sedare violenti scontri che hanno provocato almeno 7 vittime, secondo un bilancio non ancora confermato ufficialmente. Un gruppo di giovani non identificati, che alcuni segnalano come presunti separatisti del Movimento per la realizzazione dello Stato sovrano del Biafra (Massob), ha assalito ieri una prigione e liberato 207 detenuti; ne da notizia oggi la stampa locale citando fonti della polizia. I facinorosi hanno inoltre dato fuoco a una stazione della polizia e a un mezzo blindato. Le forze dell’ordine sembrano avere difficoltà nel riprendere pieno controllo della città dove venerdì scorso si sono affrontati uomini appartenenti al Massob e gli aderenti a un locale sindacato dei trasporti (Narto); sembra che i due gruppi si stessero contendendo il controllo del ‘pizzo’ ai danni degli autisti degli autobus della stazione centrale di Onitsha. Il portavoce del Massob, il disciolto movimento separatista che negli anni ’80 combatté per la secessione del Biafra, ha negato ogni coinvolgimento della sua organizzazione negli scontri.

Ewigen
21-06-2006, 18:02
NIGERIA 21/6/2006 14.03
LAGOS: ESPLOSIONE AL PORTO, SI TEME GRAVE BILANCIO

Potrebbe avere causato molte vittime l’esplosione avvenuta oggi nel porto di Lagos mentre una nave-cisterna scaricava benzina: “È difficile calcolare il numero di morti ma ci sono indicazioni che la deflagrazione possa aver provocato molte perdite e gravi danni materiali” ha detto all’agenzia sudafricana ‘Sapa’ Christopher Borha, responsabile delle comunicazione dell’Autorità portuale nigeriana. Ha aggiunto che una petroliera stava scaricando benzina in un aeroporto privato nel porto di Apapa, quando improvvisamente si è creato un problema tecnico che poi ha provocato l’esplosione. “Una squadra di ingegneri è intervenuta per risolvere il problema, ma non è riuscita ad evitare la deflagrazione” ha aggiunto. Sembrerebbe comunque esclusa la matrice dolosa del rogo. I pompieri sono intervenuti per cercare di circoscrivere le fiamme. Il porto di Lagos è il principale scalo marittimo dell’ex-capitale nigeriana, trasferita nel 1976 ad Abuja.

Ewigen
21-06-2006, 20:41
NIGERIA – Sono oltre un milione i minatori illegali che operano in Nigeria. Lo ha detto il ministro dei minerali, precisando che altri 3 milioni di persone vivono e sopravvivono grazie all’indotto generato dal lavoro dei minatori abusivi che operano sia nel settore dei metalli preziosi che in quelli non preziosi. Il ministero ha evidenziato che questi dati, in realtà, rappresentano solo “a punta di un iceberg” ben più grande rappresentato dallo sfruttamento illegale delle risorse minerarie del paese anche da parte di aziende.

Ewigen
21-06-2006, 20:43
NIGERIA 21/6/2006 19.49
ONITSHA, GOVERNATORE ESTENDE COPRIFUOCO A CITTADINE LIMITROFE

Per prevenire il dilagare dei disordini fuori Onitsha, il governatore dello Stato di Anambra ha esteso il coprifuoco notturno vigente del capoluogo anche nei vicini centri di Ogidi, Nsugbe, Ogboko, Ogbaru, Nkpor e Obosi. Intanto, grazie ai rinforzi dell’esercito inviati dal governo centrale, sembra tornata sotto controllo la situazione a Onitsha dove la settimana scorsa e durante il week end ci sono stati scontri tra gruppi rivali, pare per la gestione di traffici illegali. Intervenuti per riportare l’ordine, poliziotti e soldati hanno ingaggiato un lungo confronto con i facinorosi. Non è chiaro chi abbia partecipato ai disordini; la stampa nigeriana cita il gruppo separatista Movimento per la realizzazione dello Stato sovrano del Biafra (Massob) e un locale sindacato dei trasporti (Narto). Durante gli scontri, uomini non identificati hanno assalito le locali prigioni liberando 204 detenuti (240 secondo altre fonti) e dando alle fiamme gli edifici. Su questo particolare episodio è intervenuto oggi sulle pagine del ‘Daily Champion’ il responsabile generale delle prigioni, Okwara Uche Kalu, che ha accusato le guardie carcerarie di scarso impegno e negligenza, riconoscendo però la scarsità di mezzi con cui lavorano. Kalu ha espresso delusione e preoccupazione per il ripetersi di questi ‘assalti’ alle prigioni, precisando che nell'ultimo anno ci sono stati 7 episodi del genere in tutto il paese.

Ewigen
22-06-2006, 21:46
NIGERIA 22/6/2006 18.47
RIMPASTO DI GOVERNO AD ABUJA

Un profondo rimpasto di governo è stato deciso dal presidente Olusegun Obasanjo che ieri ha destituito dall’incarico una ministro e cambiato di ruolo altri cinque. I ‘passaggi di poltrona’ più significativi riguardano il ministro Ngozi Okonjo-Iweala che lascia il dicastero delle Finanze per quello degli Affari Esteri, mentre il ministro Oluyemni Adeniji, già capo della diplomazia, passa agli Affari Interni. L’unico licenziamento riguarda la ministro dell’Educazione Grace Oguche, sostituita ad interim dalla ministro Oby Ezekwesili, che resta comunque a capo del dicastero per le risorse minerarie. Il presidente Obasanjo non ha dato spiegazioni sui motivi e le scelte nel rimpasto di governo. Secondo alcuni osservatori, sarebbe invece un segnale del nervosismo che serpeggia tra i vertici della classe politica nigeriana con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali, in agenda per aprile 2007, a cui non potrà ripresentarsi Obasanjo. Almeno 37 partiti politici si sono già registrati presso l’Agenzia elettorale nazionale (Inec) in vista delle elezioni per un successore all’ex-governatore militare (1976-79) poi eletto democraticamente nel 1999.

Ewigen
25-06-2006, 00:56
NIGERIA – Stanno bene i due lavoratori filippini del settore petrolifero rapiti martedì scorso nei pressi di Port Harcourt, nel Delta del Niger. Lo hanno detto oggi fonti governative e militari, precisando però di non aver ancora preso contatto con i rapitori per il loro rilascio.

Ewigen
26-06-2006, 11:27
NIGERIA 26/6/2006 10.03
DELTA DEL NIGER: RILASCIATI FILIPPINI RAPITI LA SCORSA SETTIMANA

Sono stati rilasciati Paul Fico Gajo e Joseph To Bolero, i due cittadini filippini dipendenti della Petroleum Gas Services (Pgs) rapiti sei giorni fa non lontano da Port Harcourt, centro nevralgico del Delta del Niger, la cassaforte del petrolio nigeriano. Lo riferisce oggi la stampa locale, precisando che i due sono stati trovati in buone condizioni e hanno affermato di essere stati trattati bene. Non si hanno informazioni ulteriori sul loro rapimento, né sul pagamento di un eventuale riscatto. Il sequestro dei due, che in un primo momento era stato imputato al Movimento per l’emancipazione del Dleta del Niger (Mend) - una sigla nata di recente e impostasi subito sulle cronache di mezzo mondo per i numerosi attacchi condotti contro le installazioni delle multinazionali del petrolio nel sud della Nigeria e il sequestro dei suoi dipendenti – pare essere stato, secondo la stampa locale, opera di una comunità locale.

Ewigen
27-06-2006, 20:05
NIGERIA – Due giornalisti sono stati arrestati con l’accusa di sedizione nei confronti del presidente Olusegun Obasanjo; se giudicati colpevoli rischiano due anni di carcere. Rotimi Durojaiye, del quotidiano ‘Daily indipendent’, il 12 giugno aveva scritto un articolo polemico su “età e costi del jet-set presidenziale” – in merito anche al controverso e poi bocciato emendamento costituzionale che avrebbe permesso a Obasanjo di ricandidarsi per un terzo mandato – ripreso il giorno seguente dal giornalista televisivo Ghenga Arulegba dell’‘African independent Television’ (Ait) nel programma ‘Focus Nigeria’.

Ewigen
01-07-2006, 12:18
NIGERIA – Il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger – accusato di numerosi sequestri di dipendenti di società petroliere straniere – afferma che tre ribelli sarebbero stati uccisi a sangue freddo dalla polizia nello Stato del Rivers.

Ewigen
11-07-2006, 19:35
NIGERIA 11/7/2006 13.53
NUOVI SCONTRI TRA FORZE DI SICUREZZA E SEPARATISTI PRO-BIAFRA

Almeno otto persone sono rimaste uccise e un numero imprecisato ferite in nuovi scontri tra forze di sicurezza locali e due gruppi separatisti locali messi al bando dalle autorità dopo analoghi incidenti a giugno nella città sud-orientale di Onithsa. Secondo fonti locali, i disordini sono iniziati ieri, quando una pattuglia congiunta della polizia e dell’esercito avrebbe cercato di allontanare dal centro abitato i due gruppi, il Movimento per la realizzazione dello Stato sovrano del Biafra (Massob) e l’Associazione nigeriana dei proprietari dei trasporti su strada (Narto). La polizia ha confermato gli scontri, senza tuttavia fornire al cun bilancio; un portavoce delle forze dell’ordine ha detto che gli agenti di sicurezza hanno lanciato una ‘caccia all’uomo’ ai componenti dei due gruppi, soprattutto il Massob. Questo movimento chiede da tempo l’indipendenza della comunità Igbo, il terzo più grande gruppo etnico del Paese con circa 40 milioni di persone (su un totale di 120). Il Biafra fu teatro di un sanguinoso conflitto tra separatisti e forze federali nel 1967-70, che provocò circa un milione di vittime, in gran parte civili, anche per fame e malattie.

Ewigen
13-07-2006, 21:20
NIGERIA 13/7/2006 13.51
DELTA DEL NIGER: ATTACCO A PIATTAFORMA AGIP

Sono contrastanti le informazioni sul sabotaggio di un impianto petrolifero del gruppo Eni-Agip nella regione del Delta del Niger, che secondo il quotidiano locale ‘The Guardian’ avrebbe provocato una perdita di 120.000 barili al giorno alla conduttura della ‘Nigeria Agip Oil Company’ (Naoc). La notizia – ripresa da numerosi mass-media africani – è stata definita “priva di fondamento” dalla stessa compagnia petrolifera italiana, che però in parte conferma un attacco alle proprie strutture. “Nei giorni scorsi – scrive l’Eni in una nota – si è verificato un danneggiamento di una rete di raccolta di un oledotto di collegamento”. L’azienda sostiene di aver già attivato la propria struttura nigeriana: “Il danno sarà risolto a breve”, con una perdita di materiale definita “irrilevante”. Secondo la stampa locale, l’attacco – non ancora rivendicato – avrebbe provocato una massiccia fuoriuscita di greggio.
Da tempo nella regione petrolifera del Delta del Niger – la ‘cassaforte’ del greggio nigeriano – sono attivi gruppi armati responsabili di attacchi a impianti e sequestri di dipendenti di compagnie petrolifere straniere. A maggio tre dipendenti della società Saipem del gruppo Eni – tra cui un italiano - erano stati rapiti nei pressi di Port Harcourt e rilasciati il giorno successivo.
Le comunità locali da anni denunciano i danni ambientali e la mancata partecipazione ai guadagni dell’estrazione dell’oro nero, gestiti dal governo federale e comunque destinati in gran parte alle multinazionali. Con 2,5-2,6 milioni di barili estratti al giorno, la Nigeria è l’8° produttore mondiale di greggio; gran parte dei suoi oltre 120 milioni di abitanti – comunque - vive sotto la soglia di povertà.

Ewigen
14-07-2006, 17:47
NIGERIA 14/7/2006 15.09
DELTA DEL NIGER: ATTACCO A COMPAGNIA PETROLIFERA, UCCISI QUATTRO SOLDATI

Quattro militari della marina nigeriana sono stati uccisi e altri tre feriti in un attacco nello stato meridionale del Delta a un convoglio di 11 navi della Chevron, la seconda compagnia petrolifera statunitense, che stava trasportando materiale da costruzione dalla città di Warri ai campi petroliferi di Escravos. L’attacco è avvenuto mercoledì scorso, ma è stato reso noto solo oggi dal capitano Said Hammed, portavoce della forza congiunta tra esercito e polizia nello Stato del Delta, il quale ha precisato che ad assalire il convoglio scortato da cinque navi delle forze di sicurezza sono stati uomini armati a bordo di circa 20 piccole imbarcazioni. Confermando l’accaduto, Femi Odumabo, portavoce della Chevron, ha aggiunto che i guerriglieri avevano inoltre sequestrato 40 dipendenti della compagnia a bordo di due imbarcazioni, ma che li hanno rilasciati la mattina successiva. La compagnia aveva già innalzato i livelli d’allerta dopo aver subito degli attacchi lo scorso febbraio ed essere stata indicata, insieme alla francese ‘Total’ e all’italiana ‘Agip’, uno degli obiettivi di sabotaggi e sequestri del sedicente ‘Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger’ (Mend) che lotta per una migliore distribuzione dei proventi petroliferi dell’aera a favore della comunità locale Ijaw. Con 2,5-2,6 milioni di barili estratti al giorno, la Nigeria è l’ottavo produttore al mondo di greggio, ma gran parte dei suoi oltre 120 milioni di abitanti vive sotto la soglia di povertà.

Ewigen
20-07-2006, 20:16
NIGERIA 19/7/2006 18.09
DELTA DEL NIGER, RAPPORTO ONU SOSTIENE RIVENDICAZIONI ATTIVISTI

“Facendo eco alle richieste di lunga data nella regione afflitta da conflitti, sabotaggi e violenze”, un rapporto del Programma dell’Onu per lo sviluppo (Undp) sul Delta del Niger ricco di petrolio “invita a migliorare la distribuzione di risorse”. Le entrate degli stati produttori di petrolio della federazione della Nigeria superano di sei volte quelle degli stati non produttori grazie al cosiddetto sistema della “derivazione” che assegna loro il 13% dei proventi delle estrazioni petrolifere locali. Ma la comunità Ijaw e gli attivisti del sedicente ‘Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger’ (Mend) denunciano che la maggior parte dei proventi extra viene sottratta dai funzionari di governo, mentre la popolazione continua a versare nella miseria. Anche il rapporto invita i governi locali a essere più “efficaci e responsabili verso i bisogni del popolo”. “Tanti anni di negligenza e di conflitto – aggiunge lo studio dell’agenzia dell’Onu – hanno alimentato una mentalità d’assedio, specialmente tra i giovani che sentono di essere condannati a un futuro senza speranza e che vedono la lotta come l’unica strategia per fuggire alle privazioni”. Il rapporto è stato presentato ieri dal presidente Olusegun Obasanjo in occasione del terzo incontro di un nuovo comitato incaricato di esaminare e risolvere i problemi della regione dopo i sabotaggi e gli attacchi dei militanti che hanno costretto la compagnia tedesca Shell a ridurre di un quarto la produzione nell’area e ad abbondare diversi campi petroliferi. “Abbiamo deciso – ha riferito James Ibori, governatore dello Stato del Delta – di dirigere alcune strade verso il regno di Gbaramatu… dove abbiamo già portato avanti progetti per la scuola primaria e secondaria, sperando che questi interventi ammorbidiscano gli animi dei nostri fratelli e che permettano alla Shell di tornare”. Il Mend però continua a minacciare di morte qualsiasi dipendente tornerà negli impianti petroliferi abbandonati e a reclamare il controllo totale delle risorse petrolifere, un compenso per le perdite subite dai locali e il rilascio di due capi Ijaw incarcerati. Con 2,5-2,6 milioni di barili estratti al giorno, la Nigeria è l’ottavo produttore al mondo di greggio, ma gran parte dei suoi oltre 120 milioni di abitanti vive sotto la soglia di povertà.

dantes76
21-07-2006, 09:29
credo che il probblema del delta del niger sia ampiamente sottovalutato in maniera esponeziale, anzi credo che si sottovaluti in maniera arbitraria, cosi per comodo, cosi' fra un 5 anni quando scoppia la patata bollente, tutti cadranno dalle nuvole, e cosi si potra' iniziare una bella missione di pace, con tutti i $ che ci girano attorno, e cosi si confermera' la regola che e meglio curare, che prevenire,

Ewigen
25-07-2006, 22:48
SOMALIA 25/7/2006 18.51
CORTI ISLAMICHE CAMBIANO IDEA, NO A COLLOQUI DI PACE CON GOVERNO

Contrariamente a quanto era finora sembrato, le Corti islamiche non sarebbero disposte a nuovi colloqui di pace con il debole governo ad interim del presidente Abdullahi Yusuf, che proprio oggi aveva confermato la partecipazione a un incontro negoziale a Khartoum, in Sudan, il prossimo 1 e 2 agosto. “Fino a quando l’Etiopia rimarrà nel nostro paese, le trattative di pace non possono procedere” ha detto oggi ai giornalisti a Mogadiscio Sheikh Hassan Dahir Aweys, influente esponente delle Corti islamiche e rappresentante dell’ala più radicale. Nella capitale è arrivato anche Francois Lansana Fall, inviato speciale dell’Onu per la Somalia, che in precedenza aveva incontrato esponenti del governo a Baidoa, la città del sud della Somalia dove hanno sede le istituzioni di transizione. Alle Corti islamiche Fall, senegalese, ha detto: “Mi rivolgo a voi da africano e vi chiedo di continuare il dialogo”; la sua richiesta, per ora, è stata però declinata. Lo scorso 17 luglio il cosiddetto Gruppo di contatto per la Somalia – che riunisce tra gli altri Unione Africana ed Europea, Italia, Norvegia, Gran Bretagna e Tanzania – aveva proposto al governo di prendere in considerazione un “ampliamento” delle attuali istituzioni, riferendosi a un possibile ingresso delle Corti islamiche, che dall’inizio di giugno controllano Mogadiscio e ampie regioni meridionali.

Ewigen
27-07-2006, 20:57
NIGERIA 27/7/2006 11.35
DELTA DEL NIGER: ATTACCATA PIATTAFORMA AGIP, 40 PERSONE OSTAGGIO DEI MILIZIANI

Ci sarebbe il rifiuto della compagnia petrolifera italiana Agip di rinegoziare un Memorandum d’intesa con la comunità di Ogboinbiri, nella zona del Delta del Niger (sud della Nigeria), dietro l’attacco condotto martedì notte contro la locale stazione di pompaggio dell’azienda. La MISNA lo ha appreso da fonti locali, le quali precisano che una delegazione del governo dello Stato del Bayelsa (dove si trova la struttura attaccata) è in viaggio per Ogboinbiri per tentare di risolvere la situazione. Secondo le informazioni raccolte da fonti giornalistiche contattate dalla MISNA, fino a ieri notte la piattaforma era ancora sotto il controllo del gruppo di giovani armati che martedì vi ha fatto irruzione e che terrebbe in ostaggio le circa 40 persone che si trovavano al suo interno: “dipendenti Naoc (Nigerian Agip Oil Company, la sussidiaria nigeriana dell’Agip, ndr), contrattisti, addetti alla sicurezza e al catering” fa sapere l’Eni in una nota. L’attacco, che non è stato rivendicato da nessuna delle sigle che operano normalmente nella zona, ha costretto l’Agip a interrompere la produzione della struttura che ha una capacità di 35.000 barili al giorno. “La piattaforma non verrà riaperta finche la direzione della compagnia non firmerà un nuovo memorandum d’intesa con noi” ha detto oggi al quotidiano nigeriano ‘Punch’ un esponente della comunità Ogboinbiri, riferendosi ai documenti con cui le compagnie petrolifere internazionali che operano in Nigeria garantiscono alle comunità locali (che spesso denunciano di non beneficiare del gigantesco business del greggio ma di pagarne solo le conseguenze negative, prima fra tutti l’inquinamento) alcuni benefici (economici ma anche di occupazione) per operare nel loro territorio.

Ewigen
29-07-2006, 16:50
Nigeria: italiano rapito e liberato

Attacco nel distretto di Ogoni, ucciso poliziotto

Un italiano e' stato sequestrato e poi rilasciato da uomini armati che hanno assaltato a scopo di rapina un cantiere edile in Nigeria.Secondo quanto riferito da una fonte della polizia, l'attacco e' stato sferrato nel vicino distretto di Ogoni, una zona dove non ci sono impianti petroliferi. Stando alle ricostruzioni, uomini armati hanno sequestrato l'uomo nella speranza che avrebbe potuto aiutarli a trovare del denaro, poi l'hanno rilasciato e sono fuggiti dopo avere ucciso un poliziotto.

Ewigen
31-07-2006, 18:09
NIGERIA 31/7/2006 11.53
DELTA DEL NIGER: RILASCIATI DIPENDENTI AGIP RAPITI SETTIMANA SCORSA

Sarebbero stati rilasciati “sani e salvi” i 16 dipendenti della compagnia petrolifera italiana ‘Agip’ e gli otto soldati nigeriani e sequestrati mercoledì scorso nella città di Ogboinbiri, nello Stato di Bayelsa nell’area del Delta del Niger. Lo si è appreso da fonti giornalistiche locali. Un gruppo di giovani aveva assaltato gli impianti della società italiana chiedendo il rispetto dell’accordo che imporrebbe alle compagnie petrolifere attive nella regione garantire l’assunzione di un certo numero di giovani locali. Un funzionario citato dalla stampa ha dichiarato che il rilascio degli ostaggi è stato ottenuto grazie alla mediazione tra la comunità locale, le autorità del Bayelsa e l’Agip. Sembra che l’azienda italiana – stando alle notizie riportate dalla stampa – abbia accettato alcune richieste della comunità locale, relative in particolare a posti di lavoro per i giovani e borse di studio per studenti in difficoltà economica. Nel Delta del Niger, tra l’altro, sono attivi gruppi armati che rivendicano una più equa distribuzione delle risorse petrolifere della regione – vera ‘cassaforte’ del greggio della Nigeria, che produce 2,4 milioni di barili al giorno ed è l’unico membro africano dell’Opec – e che nei mesi scorsi hanno spesso sequestrato dipendenti locali o stranieri delle compagnie, accusate anche di provocare gravi danni all’ambiente.

Ewigen
03-08-2006, 21:31
NIGERIA – L’Alta corte federale ha rinviato al prossimo 21 agosto l’udienza relativa alla libertà provvisoria a due assistenti del governatore dello Stato sud-orientale di Ekiti, accusati di malversazione e riciclaggio di denaro; il governo ha creato un’apposita commissione anti-corruzione che ha già indagato decine di funzionari pubblici.

Ewigen
03-08-2006, 21:31
NIGERIA - Il ministro degli Esteri Ngozi Okonio-Iweala ha presentato oggi le sue dimissioni che sono state accettate dal presidente Obasanjo. Non sono stati resi noti i motivi della decisione del ministro che era stato trasferito alla guida del dicastero degli Esteri solo un mese fa dallo stesso presidente che aveva deciso di spostarlo da quello delle Finanze.

Ewigen
03-08-2006, 21:32
NIGERIA 3/8/2006 19.08
DELTA DEL NIGER: ANCORA UN RAPIMENTO NEL SETTORE DEL PETROLIO

Un impiegato tedesco di una società straniera è stato rapito oggi da uomini armati a Port Harcourt, principale città della regione del Delta del Niger nel sud della Nigeria. È l’ultimo di una serie di recenti sequestri contro operatori di compagnie petrolifere, o loro associate, accusate da gruppi locali di fruttare le risorse nigeriane senza adeguata controparte per le comunità del posto. La polizia riferisce che l’uomo, un dipendente della società tedesca ‘Bilfinger and Berger’, che fornisce ingegneri e tecnici alle multinazionali del petrolio, è stato costretto ad accostare la sua auto da un gruppo di giovani in divisa mimetica, che lo hanno poi portato fino a un molo dove è stato costretto a salire su un motoscafo. Il sequestro non è stato ancora rivendicato. Lo scorso settembre due impiegati tedeschi e quattro nigeriani della ‘Bilfinger and Berger’ furono sequestrati e rilasciati tre giorni dopo; in quell’occasione i rapitori, collegati al Iduwini National Movement for Peace and Development (Inmp), chiesero un riscatto di 20 milioni di dollari e la rinegoziazione degli accordi stipulati tra una multinazionale petrolifera e la locale comunità degli Iduwini. Ma dopo il rilascio il ministero degli Esteri tedesco precisò che nessun riscatto era stato pagato.

Ewigen
03-08-2006, 21:32
NIGERIA 3/8/2006 22.12
DELTA DEL NIGER, PROSEGUE ‘MISSIONE DI PACE’ PREMI NOBEL

La Commissione di premi Nobel “sta cercando di vedere cosa possa essere fatto per integrare quanti sono stati emarginati così a lungo”: lo ha detto il nigeriano Wole Soyinka, premio Nobel per la letteratura e membro della delegazione della Commissione giunta questa settimana a Port Harcourt per promuovere il dialogo nel Delta del Niger e trovare una risposta alle richieste degli attivisti che da anni lottano per una migliore distribuzione dei proventi petroliferi dell’area a favore della comunità locale Ijaw. Nel corso di un incontro con la Commissione di sviluppo del Delta del Niger (Nddc), Soyinka ha poi aggiunto: “L’Nddc si è assunta un’enorme responsabilità nell’interesse di quest’area bersagliata. Quest’organizzazione, creata dal presidente Olusegun Obasanjo, dovrebbe essere valutata come una delle note positive di quest’amministrazione”. Per questo al fine di “promuovere lo stato sociale e il benessere della gente degli stati nel Delta del Niger”– ha aggiunto David Phillips, direttore esecutivo della Fondazione ‘Elie Wiesel per l’umanità’ a capo della delegazione – la Commissione dei Nobel sta valutando una collaborazione a lungo termine con la Nddc. “Siamo qui per identificare alcune delle aree chiave di preoccupazione nel Delta del Niger – ha poi precisato Philips – e aprire la strada alla missione di una più ampia rappresentanza dei premi Nobel”. I premi Nobel si erano riuniti nel 2005 e lo scorso giugno nella cittadina giordana di Petra dove, all’insegna dello slogan ‘Un mondo in pericolo’, avevano valutato le sfide alla sicurezza globale e le emergenze umanitarie più urgenti: tra queste il Sudan e, appunto, la Nigeria.

Ewigen
07-08-2006, 11:41
NIGERIA 7/8/2006 12.36
DELTA DEL NIGER: NUOVO GRUPPO RIVENDICA SEQUESTRO CITTADINO TEDESCO

È stato rivendicato da un nuovo gruppo il sequestro del cittadino tedesco rapito la scorsa settimana a Port Harcourt, principale città della regione del Delta del Niger nel sud della Nigeria, dove lavorava nel settore petrolifero. Lo fa sapere oggi la stampa locale, che ieri ha ricevuto una comunicazione da una nuova sigla, il Movimento per la popolazione del Delta del Niger (Mondp), in cui si sostiene che il dipendente della società tedesca ‘Bilfinger and Berger’ (specializzata nel fornire ingegneri e tecnici alle multinazionali del petrolio) si trova in buone condizioni e sta ricevendo “il miglior trattamento possibile”. Nella nota il gruppo sottolinea con enfasi di non volere alcun riscatto in denaro e pone 3 condizioni per il rilascio del cittadino tedesco: la liberazione di Alhaji Asari Dokubo, quella dell’ex-governatore del Bayelsa, Diepreye Alamieyeseigha e infine la negoziazione di nuovi accordi tra la Bilfinger e Berger e le comunità delle località in cui la società tedesca opera. Il 3 agosto, il giorno dopo il rapimento del cittadino tedesco, nella zona di Bonny (sempre nella regione del Delta) ignoti avevano sequestrato altri tre impiegati (di nazionalità filippina) da un impianto per l’estrazione di petrolio e gas. Il loro sequestro non è ancora stato rivendicato. Il rapimento di dipendenti di multinazionali del petrolio viene usato come ‘arma politica’ da gruppi che chiedono un maggior sviluppo delle regioni meridionali, e come importante fonte di introiti da gruppi criminali ben armati che normalmente rilasciano i sequestrati dopo il pagamento di un riscatto.

Ewigen
09-08-2006, 13:08
NIGERIA 9/8/2006 13.12
DELTA DEL NIGER, CAPO MILIZIANO CHIEDE RILASCIO OSTAGGIO TEDESCO

Il capo miliziano Alhaj Dokubo Asari, trattenuto in prigione dal 2005, ha chiesto ai sequestratori dell’impiegato tedesco rapito nei giorni scorsi di rilasciare il loro ostaggio, mentre giungono notizie ancora da confermare sul sequestro di altri quattro stranieri. Due giorni fa il Movimento per la popolazione del Delta del Niger (Mondp), una sigla finora sconosciuta, ha rivendicato il rapimento di Didone Sheppard, dipendente della società tedesca ‘Bilfinger and Berger’, avvenuto a Port Harcourt il 3 agosto scorso; il gruppo ha chiesto per il suo rilascio la scarcerazione di Asari e quella dell’ex-governatore del Bayelsa, Diepreye Alamieyeseigha (quest’ultimo, politico di etnia Ijaw, sotto processo ad Abuja con l’accusa di corruzione e tradimento). “Asari desidera appellarsi ai rapitori per il rilascio incondizionato dell’ostaggio poiché questi non ha nessuna responsabilità nei problemi che sta affrontando” ha detto il portavoce dell’ex capo combattente arrestato nel settembre dello scorso anno con l’accusa di aver tentato di riorganizzare una milizia armata, ‘Forza volontaria popolare del Delta del Niger’ (Ndpvf), per rivendicare l’autonomia delle popolazioni Ijaw (12 milioni di persone) nella regione petrolifera del Delta del Niger. Avviato formalmente nel novembre scorso, il processo avanza lentamente. Il rapimento di dipendenti di multinazionali del petrolio viene usato come ‘arma politica’ da gruppi che chiedono un maggior sviluppo delle regioni meridionali, e come importante fonte di introiti da gruppi criminali ben armati che normalmente rilasciano i sequestrati dopo il pagamento di un riscatto. Il giorno successivo al rapimento di Sheppard, lo stesso destino è toccato a tre impiegati filippini di un impianto per l’estrazione di petrolio e gas a Bonny ma nessuno ha finora rivendicato il loro sequestro.

Ewigen
09-08-2006, 13:50
NIGERIA 9/8/2006 14.21
DELTA DEL NIGER: NUOVO RAPIMENTO NEL SETTORE DEL PETROLIO

Fonti norvegesi hanno confermato il sequestro nel Delta del Niger (sud della Nigeria) di quattro stranieri che lavoravano nel settore petrolifero. La notizia del rapimento, che ancora non trova alcun riscontro da fonti nigeriane, è stata diffusa dal ministero degli Esteri norvegese e da fonti della compagnia di trasporti Trico Marine Services, per cui lavoravano i quattro. Secondo la ricostruzione resa pubblica, i 4 sono stati sequestrati durante la notte (circa la mezzanotte italiana) da un gruppo di uomini armati ancora non identificati che avrebbe assalito uno dei mezzi della compagnia, portando via i 4 ‘bianchi’ e lasciando a bordo dell’imbarcazione invece altri 11 dipendenti locali. Non sono ancora chiare le nazionalità dei rapiti: alcuni riferiscono di due norvegesi e due ucraini, mentre altre sostengono che tra i 4 si troverebbe anche un inglese. Per il momento nessuno ha ancora rivendicato il sequestro. Il rapimento di dipendenti di multinazionali del petrolio viene usato come ‘arma politica’ da gruppi che chiedono un maggior sviluppo delle regioni meridionali, e come importante fonte di introiti da gruppi criminali ben armati che normalmente rilasciano i sequestrati dopo il pagamento di un riscatto. Il Delta del Niger è considerato la ‘cassaforte’ del greggio della Nigeria, che produce 2,4 milioni di barili al giorno ed è l’unico membro africano dell’Opec.

Ewigen
10-08-2006, 11:06
NIGERIA 10/8/2006 12.03
DELTA DEL NIGER: ALTRO SEQUESTRO, IL QUARTO IN UNA SETTIMANA

Altri due dipendenti stranieri di compagnie che operano nel settore del petrolio sono stati rapiti nella regione del Delta del Niger, sud della Nigeria. Lo hanno riferito fonti giornalistiche internazionali, precisando che l’ennesimo sequestro (si tratta del quarto episodio in una settimana, l’ultimo è di ieri) è avvenuto nella città di Port Harcourt, considerata la ‘capitale’ della regione petrolifera nigeriana. Secondo le prime e frammentarie informazioni i due lavoratori rapiti oggi sarebbero di nazionalità belga e marocchina. Solo ieri 4 dipendenti di una società europea (due norvegesi e due ucraini) erano stati sequestrati da ignoti 28 miglia nautiche a largo della costa nigeriana, all’altezza della località di Ekeremo, nello Stato del Bayelsa. Per il momento nessun gruppo ha rivendicato né il rapimento di stamani, né quello di ieri, né quello di 4 filippini avvenuto la scorsa settimana. L’unico sequestro rivendicato finora è quello di un cittadino tedesco, Guido Schiffart, prelevato il 3 agosto scorso dagli uomini di un nuovo gruppo il Movimento per la popolazione del Delta del Niger (Mondp), che aveva posto tre condizioni per il rilascio: la liberazione di Alhaji Asari Dokubo, quella dell’ex-governatore del Bayelsa, Diepreye Alamieyeseigha e infine la negoziazione di nuovi accordi tra la Bilfinger e Berger (la società per cui lavorava Schiffart) e le comunità delle località in cui la compagnia tedesca. Proprio ieri il Mondp hanno diffuso un comunicato, riportato oggi dalla stampa locale, in cui lo stesso Schiffart sostiene di essere trattato bene, chiede la sua liberazione. Il rapimento di dipendenti di multinazionali del petrolio viene usato come ‘arma politica’ da gruppi che chiedono un maggior sviluppo delle regioni meridionali, e come importante fonte di introiti da gruppi criminali ben armati che normalmente rilasciano i sequestrati dopo il pagamento di un riscatto. Il Delta del Niger è considerato la ‘cassaforte’ del greggio della Nigeria, che produce 2,4 milioni di barili al giorno ed è l’unico membro africano dell’Opec.

Ewigen
10-08-2006, 14:24
NIGERIA 10/8/2006 14.24

Lavoravano per la ‘Dredging international’ a Borokiri, nei pressi di Port Harcourt, i due uomini rapiti stamani. Lo hanno riferito fonti della stessa azienda, confermando che i due ostaggi sono di nazionalità belga e marocchina. La ‘Dredging international’ – che fa capo al gruppo belga ‘Dredging, environmental and marine engineering’ (Deme) – è un fornitore di navi, draghe per molte compagnie petrolifere occidentali operanti nella regione del Delta del Niger, nel sud del paese. I due dipendenti – ha precisato la fonte – sarebbero stati condotti fuori dalla loro macchina intorno alle 6.45 del mattino da uomini armati, mentre attraversavano la città meridionale di Port Harcourt. Secondo fonti di polizia, i sequestratori indossavano uniformi mimetiche dello stile di quelle dell’esercito nigeriano.

Ewigen
14-08-2006, 15:23
Nigeria: rapiti quattro stranieri
Prelevati da un bar, quinto sequestro in due settimane

(ANSA) - PORT HARCOURT (NIGERIA), 14 AGO - Quattro stranieri che lavorano nel settore petrolifero sono stati rapiti a Port Harcourt, nella Nigeria meridionale. I quattro, di cui non si conosce la nazionalita', si trovavano in un bar quando poco prima della mezzanotte degli sconosciuti li hanno sequestrati. Macchie di sangue sono visibili sul pavimento. Si tratta del quinto rapimento ad agosto. Nel frattempo sono stati liberati tre filippini che erano stati rapiti 10 giorni fa a Bonny Island, nella stessa regione.

Ewigen
15-08-2006, 08:10
Nigeria: liberati due ostaggi
Un belga e un marocchino che lavorano in settore petrolifero

(ANSA) - PORT HARCOURT, 14 AGO - Due dipendenti delle multinazionali petrolifere che operano in Nigeria sono stati liberati stasera dopo una settimana di prigionia. Lo hanno riferito testimoni, precisando che si tratta di un belga e di un marocchino. I due erano stati sequestrati da un gruppo di uomini armati nella regione meridionale del Delta del Niger. Si ritiene che per la loro liberazione sia stato pagato un riscatto. Stamattina altri tre lavoratori erano tornati liberi dopo dieci giorni di prigionia.

Ewigen
15-08-2006, 21:30
Nigeria:liberati 4 lavorati rapiti
Erano stati prelevati dai ribelli a bordo di una nave

(ANSA)- PORT HARCOURT,15 AGO - Sono stati rilasciati 4 lavoratori del settore petrolifero - due nigeriani e due ucraini - rapiti il 9 agosto dai ribelli. I lavoratori sono stati prelevati a bordo di una nave di rifornimento a largo della zona del delta del Niger, nel sud della Nigeria. Lo rivela un locale portavoce del governo:'Gli ostaggi sono stati rilasciati e sembrano in buona salute'.

Ewigen
16-08-2006, 17:09
NIGERIA 16/8/2006 16.44
DELTA DEL NIGER: NUOVO SEQUESTRO NEL SETTORE PETROLIFERO

(MISNA) Un altro dipendente straniero impiegato nel settore petrolifero è stato rapito oggi nel sud della Nigeria. Lo hanno riferito fonti locali, precisando che l’uomo, un dipendente della Homan Engineering, è stato prelevato da ignoti mentre era a bordo della sua auto nella zona di Mbiama, proprio al confine tra lo Stato del Bayelsa e quello di Rivers. Non è ancora chiara la nazionalità dell’uomo rapito oggi, anche se indiscrezioni ritengono si possa trattare di un tecnico libanese che lavorava a un progetto sul gas. Quest’ultimo episodio porta sei i sequestri avvenuti nelle ultime due settimane nel sud della Nigeria. Finora solo un rapimento è stato rivendicato, quello di un cittadino tedesco, riguardo agli altri (il penultimo risale a domenica scorsa quando 4 stranieri erano stati prelevati all’interno di un locale notturno di Port Harcourt) sembrano opera di delinquenti comuni. Il rapimento di dipendenti di multinazionali del petrolio viene usato come ‘arma politica’ da gruppi che chiedono un maggior sviluppo delle regioni meridionali e come importante fonte di introiti da gruppi criminali ben armati che normalmente rilasciano i sequestrati dopo il pagamento di un riscatto. Il Delta del Niger è considerato la ‘cassaforte’ del greggio della Nigeria, che produce 2,4 milioni di barili al giorno ed è l’unico membro africano dell’Opec.

Ewigen
16-08-2006, 23:40
Obasanjo threatens crackdown in Niger Delta

Lagos [iol August 16 2006 at 01:37AM] - Nigerian President Olusegun Obasanjo said on Tuesday that a spate of kidnappings in the oil-producing Niger Delta was unacceptable and ordered the military to respond using "force for force".
In a statement released after a meeting of security chiefs and political leaders from the southern wetlands region, Obasanjo ordered security forces to start round-the-clock patrols of the Niger Delta creeks and threatened to sanction companies if they pay ransoms.
"We are going to be firm and say no to violence and hostage-taking. Wherever we find hostage-takers now, we will hunt them down. We will not accept this any longer," Obasanjo said.
The statement appeared to signal a change in the government's stance towards a recent upsurge in violence against the world's eighth largest oil exporter.
A series of attacks and kidnappings at the beginning of the year by a new militant group demanding more local control over the delta's oil wealth prompted Obasanjo to set up a committee to inject new investment into the neglected region.
The latest spate of abductions has seen at least 16 foreign oil workers taken in five separate incidents by different groups in two weeks. Authorities say most of the latest cases have been motivated by ransom and by disputes between oil companies and the communities where they operate.
At least six hostages are still being held after 10 were released over the past few days.

Ewigen
17-08-2006, 16:03
Nigeria: Killings Will Mar Elections - Senate


Daily Trust

August 17, 2006

The senate yesterday warned that elections in 2007 could turn into a "deluge of tears and blood" if politicians do not halt the chain of orchestrated and cold blooded killings.

In a statement signed by the chairman of the Senate Committee on Media and Public Affairs, Senator Victor Ndoma-Egba, the senate called for the police to uncover the murderers quickly before more murders mar the forthcoming elections. Senator Ndoma-Egba said: "With the politics of 2007 already gathering momentum, the signs are indeed ominous! If the present trend is not halted immediately, the gathering clouds will soon break into a deluge of tears and blood as people jostle for power."

The statement was given to newsmen at the National Assembly. The senate is currently on recess and returns next Tuesday. The senator from Cross Rivers said the police needed to rise to the challenge and step up investigations. He said: "Nigerians are beginning to lose hope that these mystery murders would never be un covered. Nigeria cannot afford to lose some of its best men and women in politics to the whims and caprices of evil men who still walk the streets as free men.

"The police and other security agencies must rise to the present challenge by not only apprehending the perpetrators of this chain of murders but also ensuring that the assailants are made to answer for their crimes." He added that what is most disturbing is that all these murders remain practically unresolved, stressing that "there can be no justification whatsoever for the taking of ones' life.

"The security agencies should therefore prove their critics wrong by getting to the root of the killings because every Nigerian's life is so precious and no wastage of human life is justifiable in any circumstance.

"The time for excuses is over. What Nigerians and indeed the senate demand now are results and anything less is unacceptable," Ndoma-Egba said.

He later extended the senate's sympathies to the families of all victims of assassinations in the country, particularly those of the recently murdered Lagos and Ekiti states PDP gubernatorial aspirants.

"We hope that Nigeria has seen the last of political assassinations with the recent killing of Chief Williams and Dr. Daramola," he said.

Ewigen
19-08-2006, 23:02
NIGERIA 19/8/2006 12.39
DELTA DEL NIGER, RILASCIATO CITTADINO TEDESCO SEQUESTRATO

(MISNA) Guido Schiffarth, uno dei due cittadini tedeschi rapiti nelle ultime settimane nel Delta del Niger, “è stato rilasciato ieri” dai suoi sequestratori: lo ha reso noto un portavoce del ministero degli Esteri tedesco, senza precisare se sia stato pagato un riscatto e siano state rispettate le condizioni poste dai rapitori, che si erano firmati come ‘Movimento per la popolazione del Delta del Niger’ (Mondp), uno dei gruppi più attivi nella regione per chiedere migliori trattamenti economici e umanitari a favore delle popolazioni locali, che beneficiano solo in minima parte delle ricchezze derivanti dall’estrazione del greggio. I ribelli del Mondp, dopo aver prelevato Schiffarth e il suo autista lo scorso 3 agosto, avevano chiesto in cambio della liberazione il rilascio del loro capo, Alhaji Asari Dokubo, arrestato nel 2005, quella dell’ex-governatore del Bayelsa, Diepreye Alamieyeseigha, e la negoziazione di nuovi accordi tra la ‘Bilfinger e Berger’ (la società per cui lavora Schiffarth) e le comunità di etnia Ijaw delle località in cui opera la compagnia tedesca. Un altro cittadino tedesco continua a essere ostaggio dei ribelli attivi nel Delta del Niger, che nelle ultime settimane hanno sequestrato 15 dipendenti delle industrie petrolifere straniere presenti nella regione; ancora cinque persone continuano a rimanere nella mani dei sequestratori

Ewigen
21-08-2006, 12:39
NIGERIA 21/8/2006 11.50
DELTA DEL NIGER: VASTA OPERAZIONE MILITARE CONTRO SEQUESTRI

[MISNA] Sono oltre 150 le persone arrestate nel fine settimana nella città di Port Harcourt, la principale della regione del Delta del Niger, nel sud della Nigeria, nel corso della vasta operazione militare lanciata dal governo nigeriano alla ricerca dei responsabili dell’ondata di sequestri che nelle scorse settimane ha interessato il settore petrolifero. Lo riferiscono i media locali, precisando che le autorità avrebbero rilasciato una buona parte dei fermati nei giorni scorsi, quando uomini della polizia, dell’esercito e della marina hanno compiuto irruzioni in varie zone della città alla ricerca di elementi ritenuti collegati ai gruppi di miliziani che agiscono proprio a Port Harcourt, la capitale del petrolio nigeriano in cui hanno sede le principali aziende attive nel comparto petrolifero. Fonti locali sottolineano che le operazioni della forza speciale messa a punto dal governo non si sono limitate a Port Harcourt, ma hanno interessato anche altre zone del Rivers State. Secondo il Mondp, l’ultimo nato tra i gruppi di miliziani che dicono di lottare per lo sviluppo della regione del Delta e della sua gente, l’esercito avrebbe lanciato una serie di operazioni nella zona di Diobu e in particolare intorno al villaggio di Ilabuchi, dove vi sarebbero state anche alcune vittime. Possibilità smentita dall’esercito nigeriano, che fa sapere di aver solo provveduto ad alcuni fermi. Indiscrezioni fanno sapere che nelle mani della ‘task force’ anti-sequestri si troverebbero per il momento solo una 50 di persone, altrettante sono state rilasciate, mentre le altre sono state consegnate alla polizia locale. Sono sei i sequestri avvenuti nelle ultime due settimane nel sud della Nigeria ai danni di personale straniero impiegato in aziende del settore petrolifero. Il rapimento di dipendenti di multinazionali del petrolio viene usato come ‘arma politica’ da gruppi che chiedono un maggior sviluppo delle regioni meridionali e come importante fonte di introiti da gruppi criminali ben armati che normalmente rilasciano i sequestrati dopo il pagamento di un riscatto. Il Delta del Niger è considerato la ‘cassaforte’ del greggio della Nigeria, che produce 2,4 milioni di barili al giorno ed è l’unico membro africano dell’Opec.

Ewigen
21-08-2006, 19:01
NIGERIA 21/8/2006 20.01
DELTA DEL NIGER: VITTIME PER SPARATORIA DURANTE RILASCIO OSTAGGIO

[MISNA] Oltre 10 militanti del Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) e almeno quattro soldati sarebbero molti in un conflitto a fuoco durante il tentativo di rilasciare un dipendente nigeriano della compagnia petrolifera olandese Shell, sequestrato lo scorso 8 agosto nel villaggio di Letugbene nello stato meridionale di Bayelsa. In uno scambio di accuse incrociate, il Mend – che era intervenuto per favorire il rilascio – sostiene che la sua nave con a bordo l’ostaggio sarebbe stata attaccata dai militari, mentre l’esercito dichiara che a essere attaccato sarebbe stato un suo convoglio militare mentre scortava rifornimenti per un campo petrolifero a Brass Creek nello stato di Bayelsa. Non è ancora chiaro se l’ostaggio sia sopravvissuto o meno alla sparatoria.
Intanto tre gruppi umanitari hanno accusato la polizia nigeriana di avere ucciso 12 sospetti criminali, tra cui un tredicenne, e auspicato un’inchiesta su quelle che definiscono ‘esecuzioni extra-giudiziali’. I 12 – secondo il comunicato sottoscritto da ‘Amnesty international’ e da due organizzazioni locali ‘Civil liberties organisation’ e ‘Access to justice’ – sarebbero stati uccisi a Umahia, capitale dello stato sudorientale di Abia.

Ewigen
22-08-2006, 12:47
Nigeria: scontri, almeno 11 morti
Militari della Joint Task Force attaccati da gruppi armati

(ANSA) - LAGOS, 22 AGO - Almeno undici persone sono state uccise domenica in uno scontro tra soldati nigeriani e gruppi armati nella regione del delta del Niger. Lo ha reso noto la polizia. La sparatoria e' avvenuta vicino a Brass Creek a Ekeremor, nello Stato di Bayelsa, quando alcuni soldati nigeriani di una forza speciale (Joint Task Force) sono stati attaccati da militanti della regione. 'Dieci militanti e un membro della JTF sono stati uccisi', ha dichiarato il commissario di polizia di Bayelsa Hafiz Ringim.

Ewigen
24-08-2006, 21:53
NIGERIA 24/8/2006 9.12
DELTA DEL NIGER: RILASCIATI SEI DIPENDENTI DEL SETTORE DEL PETROLIO

[MISNA]Sono stati rilasciati i sei dipendenti internazionali del petrolio rapiti il 13 agosto scorso in un locale notturno nel centro di Port Harcourt, la principale città della regione del Delta del Niger, nel sud della Nigeria. Lo hanno annunciato le autorità locali, precisando che i sei – due inglesi, un americano, un tedesco, un irlandese e un polacco – versano tutti in buone condizioni. Tranne un cittadino libanese, ancora nelle mani dei suoi rapitori, si sono conclusi tutti e sette i sequestri compiuti ai danni di dipendenti stranieri del settore del petrolio nelle scorse due settimane. Il rapimento di dipendenti di multinazionali del petrolio viene usato come ‘arma politica’ da gruppi che chiedono un maggior sviluppo delle regioni meridionali e come importante fonte di introiti da gruppi criminali ben armati che normalmente rilasciano i sequestrati dopo il pagamento di un riscatto. Il Delta del Niger è considerato la ‘cassaforte’ del greggio della Nigeria, che produce 2,4 milioni di barili al giorno ed è l’unico membro africano dell’Opec.

Ewigen
24-08-2006, 21:54
NIGERIA 24/8/2006 15.32
DELTA DEL NIGER: RIBELLI DEL "MEND" ANNUNCIANO RISPOSTA AD AZIONE MILITARE

[MISNA] Ha minacciato di vendicare la morte dei suoi miliziani e di bloccare completamente la produzione di greggio nigeriana, il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) il più noto gruppo ribelle attivo nella regione del Delta del Niger, sud della Nigeria, che ha inviato in mattinata una nota alle principali agenzie di stampa internazionali. Nel comunicato, il Mend preannuncia una “risposta” all’attacco compiuto domenica scorsa dalla Task Force militare inviata dal governo nigeriano nel Delta del Niger - per mettere fine all’ondata di sequestri che nelle ultime due settimane sono state compiute nella regione – in cui sono morti almeno una decina di uomini appartenenti al gruppo. Le circostanze di quell’incidente non sono ancora state chiarite e il Mend accusa l’esercito di aver ucciso miliziani impegnati nel tentativo di liberare un dipendente nigeriano della compagnia petrolifera olandese Shell, sequestrato lo scorso 8 agosto nel villaggio di Letugbene nello stato meridionale di Bayelsa. Il Mend è solo l’ultimo dei tanti gruppi sorti negli ultimi anni nella regione del Delta; quasi tutte queste formazioni rivendicano una più equa distribuzione delle risorse petrolifere di questa regione, la ‘cassaforte’ dell’oro nero nigeriano. Con 2,6 milioni di barili al giorno, la Nigeria è l’8° produttore di greggio al mondo, ma i suoi oltre 130 milioni di abitanti – il Paese più popoloso dell’Africa – non ne traggono particolare beneficio. A differenza degli alti gruppi però il Mend (che dice di combattere per le popolazioni Ijaw, una delle etnie maggioritarie della regione) sembra avere una grande capacità di coordinamento, di comunicazione e soprattutto una dimensione più marcatamente politica dei precedenti gruppi.

Adric
11-10-2006, 23:56
Nigeria: Milizie armate assaltano impianti petroliferi della Shell
Martedì, 10 ottobre

Un gruppo di miliziani armati ha assalito un impianto petrolifero e preso in ostaggio 60 lavoratori della Royal Dutch Shell in Nigeria. Lo annuncia la compagnia petrolifera anglo-olandese in un comunicato. "Dopo aver sparato alcuni colpi di avvertimento - si legge nella nota - gli assalitori hanno preso possesso della stazione di guardia, dove controllano 60 dipendenti della compagnia".

A quanto si apprende dalla stessa fonte, che ha richiesto di rimanere anonima, un'altra stazione di pompaggio, nello stato di Bayelsa, nei pressi del fiume Nun, è stata presa d'assalto da decine di giovani.
(canisciolti.info)

Northern Antarctica
02-05-2007, 11:42
Up :(

Nigeria, rapiti sei lavoratori Chevron
quattro sono italiani, uno è americano
I rapitori: "Liberi entro il 30 maggio se non si cercherà di comprarne la libertà"
D'Alema: "Avevamo segnalato più volte l'estrema pericolosità dell'area"

Quattro tecnici petroliferi italiani (Raffaele Pascariello, Alfonso Franza, Ignazio Gugliotta, Mario Celentano), un cittadino americano (John Stapleton) e un croato (Juricha Ruic) sono stati rapiti nella zona del Delta del Niger, in Nigeria, mentre erano al largo di Escravos su un battello-piattaforma della multinazionale americana Chevron. Le prime informazioni sono arrivate da fonte nigeriana, poi la conferma del Ministero degli Esteri italiano: i quattro impegnati in lavori per la Chevron sarebbero sub-contractor assegnati alla manutenzione degli impianti. La rivendicazione del rapimento è arrivata poche ore alla multinazionale direttamente da parte del Mend, il "movimento per l'emancipazione del Niger-Delta", lo stesso gruppo che rapì gli italiani dell'Agip il 7 dicembre del 2006. I rapitori hanno fatto sapere che libereranno gli ostaggi il 30 maggio se le compagnie petrolifere e il governo dello stato di Bayelsa non tenteranno di ottenere il loro rilascio attraverso il pagamento di somme di denaro. Il portavoce del Mend Jomo Gbomo in una mail ad agenzie di stampa e quotidiani ha sostenuto che "qualsiasi offerta di denaro sarà vista come un affronto e comprometterà la situazione di questi ostaggi".

Marci
02-05-2007, 11:55
Guardate questa

http://img138.imageshack.us/img138/2415/nigerianfueltanker0bf.jpg

ma cos'è? una petroliera fai da te?
certo che a giudicare dalle immagini dei TG in quelle zone ci deve essere un inquinamento spaventoso!