FabioGreggio
24-09-2005, 10:15
Nell’ultimo libro di Umberto Cicconi “Segreti e Misfatti, gli ultimi vent’anni con Craxi” è pubblicata una lettera che Silvio Berlusconi ha spedito all’amico Bettino Craxi.
Una lettera nella quale Silvio chiede aiuto a Bettino per fermare le verifiche fiscali sul suo gruppo.
La data della lettera è molto antecedente al periodo Mani Pulite e quindi in epoche non sospette: infatti la lettera è datata 22 aprile 1980.
“Caro Bettino come ti ho accennato Radio Fonte (una fonte in divisa, ndr) ha annunciato che (…) la Polizia Tributaria s’interesserà a me (…) e questo significa paralizzare la mia attività.
Possibile che questo sia davvero l’interesse generale?
Possibile che la mia situazione meriti tutta questa attenzione, considerato che a 43 anni sono tra i primissimi contribuenti di Milano? (…)
Credo che si siano poche persone in Italia che vantano questa situazione contributiva.
Ciò nonostante siamo stati bersagliati da una serie continua di visite e verifiche (…) è proprio per questi precedenti e con la convinzione quasi di esercitare un diritto di cittadino maltrattato, che mi permetto di interessarti.
Grazie di cuore per quello che crederai sia giusto fare,
Silvio Berlusconi”.
Di fronte ad una lettera così, che spiega meglio di un trattato la concezione dello Stato del premier, ci possono essere tre reazioni: ignorarla, come ha fatto quasi tutta la stampa, scandalizzarsi, o prenderla con ironia.
L’ha presa infatti con ironia il senatore DS Paolo Brutti, da sempre attento alla questione morale, ma anche fine umorista.
Brutti ha infatti presentato un’interrogazione al premier al Ministro dell’Economia per accertare: “chi siano i responsabili di tante vessazioni”, iniziate, come scrive Silvio, “sin dal 1980”, ben prima che le toghe divenissero rosse, ben prima di quella scellerata banda “ di magistrati comunisti” al soldo di Mani Pulite.
Fabio Greggio
liberamente tratto da una fonte Espresso
Una lettera nella quale Silvio chiede aiuto a Bettino per fermare le verifiche fiscali sul suo gruppo.
La data della lettera è molto antecedente al periodo Mani Pulite e quindi in epoche non sospette: infatti la lettera è datata 22 aprile 1980.
“Caro Bettino come ti ho accennato Radio Fonte (una fonte in divisa, ndr) ha annunciato che (…) la Polizia Tributaria s’interesserà a me (…) e questo significa paralizzare la mia attività.
Possibile che questo sia davvero l’interesse generale?
Possibile che la mia situazione meriti tutta questa attenzione, considerato che a 43 anni sono tra i primissimi contribuenti di Milano? (…)
Credo che si siano poche persone in Italia che vantano questa situazione contributiva.
Ciò nonostante siamo stati bersagliati da una serie continua di visite e verifiche (…) è proprio per questi precedenti e con la convinzione quasi di esercitare un diritto di cittadino maltrattato, che mi permetto di interessarti.
Grazie di cuore per quello che crederai sia giusto fare,
Silvio Berlusconi”.
Di fronte ad una lettera così, che spiega meglio di un trattato la concezione dello Stato del premier, ci possono essere tre reazioni: ignorarla, come ha fatto quasi tutta la stampa, scandalizzarsi, o prenderla con ironia.
L’ha presa infatti con ironia il senatore DS Paolo Brutti, da sempre attento alla questione morale, ma anche fine umorista.
Brutti ha infatti presentato un’interrogazione al premier al Ministro dell’Economia per accertare: “chi siano i responsabili di tante vessazioni”, iniziate, come scrive Silvio, “sin dal 1980”, ben prima che le toghe divenissero rosse, ben prima di quella scellerata banda “ di magistrati comunisti” al soldo di Mani Pulite.
Fabio Greggio
liberamente tratto da una fonte Espresso