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View Full Version : Sony e HP: tempo di tagli del personale


Redazione di Hardware Upg
23-09-2005, 06:47
Link alla notizia: http://www.hwupgrade.it/news/portatili/15427.html

Sony e HP annunciano manovre di riorganizzazione e tagli di posti di lavoro, questa la loro ricetta per fronteggiare il periodo di recessione

Click sul link per visualizzare la notizia.

Wildlamb
23-09-2005, 07:48
che diavolo...
altre famiglie a spasso...
non sono un economista o un politologo, mi astengo da altre considerazioni, ma il pensiero oltre 16.000 (!) famiglie a terra fa paura!

DarKilleR
23-09-2005, 08:02
18.400 licenziamenti tra le tre aziende....

penso che quelle persone non compreranno più prodotti delle aziende dove lavoravano ;) .
Prendere atto di queste notizie è sempre brutto, soprattutto pensando che in quelle situazioni ci si potrebbe trovare uno di noi o dei nostri genitori.

Cmq la storia ha sempre insegnato che i guadagni non si fanno sul taglio del personale, ma negli investimenti e nell'innovazione tecnologica, la riduzione del personale a mio avviso è un grosso sbaglio perchè porta ad un ciclo vizioso del mercato.

ImperatoreNeo
23-09-2005, 08:10
...anche qui in Italia tutti si lamentano dei cinesi, che copiano i prodotti, ecc....


Sabato ho acquistato un HP: Made in China.

Ora ti lamenti dei cinesi e fai fare tutto a loro?? Licenziando il personale (americano ed europeo) perchè così costa meno?

Intanto gli dai una mano con la tecnologia.. Loro imparano imparano.. E un giorno te lo metteranno... beh.. lì! Lenovo non è l'esempio eh..!

I governi occidentali dovrebbero dire: "Cara multinazionale, se vuoi portare il lavoro all'estero fai pure... 20% in più di tasse però da quest'anno.."


Fai presto a tornare meno competitivo.... ;)

Mac666
23-09-2005, 08:19
Ma siamo nel libero mercato, guai ad adottare misure di questo tipo.
Dobbiamo investire e puntare sulla qualità e sul marchio e sull'alta moda.

E mi fermo qui.

ImperatoreNeo
23-09-2005, 08:37
"puntare sulla qualità e sul marchio "

Quale qualità se lo fai cercando il massimo profitto?

A me sembra tanto che ormai siano senza fondo, ingordi oltre ogni limite..

joe4th
23-09-2005, 08:40
Il Lenovo non mi sembra un'esempio...si sono comprati una sezione
computer portatili, che tanto già facevano loro; casomai a livello di marchio
ci hanno rimesso. Chi voleva un marchiato
IBM ora è passato a Sony o Toshiba, altro che Lenovo...

ImperatoreNeo
23-09-2005, 08:52
joe4th

rileggi meglio quello che ho scritto...

andreat
23-09-2005, 08:57
questa cosa che bisogna sempre tagliare posti di lavoro neanche la capisco...possibile che alla fine sia semrpe l'operaio a rimetterci? è tutta una questione politica e di interessi di poche persone. prima si sono attaccati ai fatti delle torri gemelle, poi alla guerra in iraq, adesso alla cina che fa concorrenza spietata...insomma, ogni periodo ha la sua motivazione x giustificare il taglio di personale (senza xò dire chiaramente che si fa anche x avere un maggior profitto, che poi è la vera motivazione...) >:-(

Mac666
23-09-2005, 09:15
questa cosa che bisogna sempre tagliare posti di lavoro neanche la capisco...possibile che alla fine sia semrpe l'operaio a rimetterci? è tutta una questione politica e di interessi di poche persone. prima si sono attaccati ai fatti delle torri gemelle, poi alla guerra in iraq, adesso alla cina che fa concorrenza spietata...insomma, ogni periodo ha la sua motivazione x giustificare il taglio di personale (senza xò dire chiaramente che si fa anche x avere un maggior profitto, che poi è la vera motivazione...) >:-(
Visione un pochino estremistica, non trovi?

@tutti: il mio primo intervento era ironico ;)

Mr. Nippo
23-09-2005, 09:27
Ma siamo nel libero mercato, guai ad adottare misure di questo tipo.
Dobbiamo investire e puntare sulla qualità e sul marchio e sull'alta moda.

E mi fermo qui.

spero sia ironico il tuo post....puntare sull' alta moda?
in italia serve tecnologia, serve ricerca, servono industrie italiane (io ovunque mi giri vedo solo filiali di multinazionali estere: americane, tedesche, francesi, ecc...), serve fare piani e strategie a lungo termine, non guardare agli utili trimestrali o limitarsi a visioni di 12 mesi

ed anche a proposito di questa magica parola QUALITA'..che nei momenti difficili è sempre sulla bocca di tutti: se dovessi scegliere tra un gruppo elettrogeno venduto da un azienda giapponese (ma potrebbe essere italiana, tedesca, americana) a 800 euro con 3 anni di garanzia ed uno con caratteristiche tecniche IDENTICHE venduto da una azienda cinese a 50 euro con 1 anno di garanzia...io scelgo il cinese. Si romperà 5 volte nel corso della sua vita utile? chissenefrega ne ricompro 5 e magari ne tengo anche 1 di backup in vista della prossima rottura...ed anche cosi non arriverò a spendere la metà di quanto avrei speso comprando il prodotto del brand storico.
Quindi si fa in fretta a parlare di qualità ma quando i prezzi sono cosi esageratamente inferiori la tentazione di dire chissenefrega alla qualità indubbiamente c'è.
ah dimenticavo: i prezzi che ho riportato sono reali. La multinazionale giapponese sta chiudendo la divisione della filiale italiana che commercializzava i gruppi di continuità: diverse persone stanno per perdere il lavoro...vai a dire a loro che il mercato deve rimanere libero e non servono misure protezionistiche.

Mac666
23-09-2005, 09:41
spero sia ironico il tuo post....puntare sull' alta moda?
in italia serve tecnologia, serve ricerca, servono industrie italiane (io ovunque mi giri vedo solo filiali di multinazionali estere: americane, tedesche, francesi, ecc...), serve fare piani e strategie a lungo termine, non guardare agli utili trimestrali o limitarsi a visioni di 12 mesi

ed anche a proposito di questa magica parola QUALITA'..che nei momenti difficili è sempre sulla bocca di tutti: se dovessi scegliere tra un gruppo elettrogeno venduto da un azienda giapponese (ma potrebbe essere italiana, tedesca, americana) a 800 euro con 3 anni di garanzia ed uno con caratteristiche tecniche IDENTICHE venduto da una azienda cinese a 50 euro con 1 anno di garanzia...io scelgo il cinese. Si romperà 5 volte nel corso della sua vita utile? chissenefrega ne ricompro 5 e magari ne tengo anche 1 di backup in vista della prossima rottura...ed anche cosi non arriverò a spendere la metà di quanto avrei speso comprando il prodotto del brand storico.
Quindi si fa in fretta a parlare di qualità ma quando i prezzi sono cosi esageratamente inferiori la tentazione di dire chissenefrega alla qualità indubbiamente c'è.
ah dimenticavo: i prezzi che ho riportato sono reali. La multinazionale giapponese sta chiudendo la divisione della filiale italiana che commercializzava i gruppi di continuità: diverse persone stanno per perdere il lavoro...vai a dire a loro che il mercato deve rimanere libero e non servono misure protezionistiche.

Ero ironico ;)

ImperatoreNeo
23-09-2005, 09:58
Già.. ma le misure protezionistiche non devono essere sui loro prodotti... ma sulle nostre aziende...

Non si vuole alzar loro le tasse? ok..


Allora abbassiamole solo a chi investe nel lavoro in italia o europa...

;)

aLLaNoN81
23-09-2005, 10:50
C'è poco da dire che in Italia si debba investire in ricerca: il popolo italiano per mentalità è sempre stato quello "furbo", quello dei facili guadagni, quello che mirava a mettersi subito in saccoccia i soldi, quindi occorre un deciso cambio di mentalità da parte della classe imprenditoriale italiana, cosa che vedo mooolto difficile. Io stesso sono ad un passo dalla laurea (mi manca 1 esame) e sto iniziando a guardarmi in giro per trovare lavoro e come immaginavo scopro che praticamente nessuna azienda punta ad assumere neolaureati con l'obiettivo di formare personale altamente qualificato, ma piuttosto cercano chi ha già anni di lavoro (e quindi di esperienza) alle spalle. Con questa mentalità non si va da nessuna parte, si finisce solo per mandare a spasso gente giovane appena laureata (come dimostra un mio amico laureato in ingegneria delle telecomunicazioni che è costretto a fare il magazziniere dato che in italia il settore è in crisi nera).
Di un aiuto da parte dello stato non se ne parla nemmeno dato che lo stato italiano è indebitato fino al collo, come dimostrano i recenti avvenimenti alla commissione europea (sono fortemente convinto che se l'Italia non fosse riuscita ad entrare nell'euro, avremmo fatto la fine dell'Argentina). Si fa in fretta a dire di diminuire le tasse alle imprese che vogliono innovare ma probabilmente non ci sono nemmeno i margini per farlo a livello di economia statale.
Tornando ad un discorso più generale, la situazione in cui si sta cacciando l'Europa (ma pure l'America ed a quanto pare il Giappone) è figlia di una gestione scellerata da parete delle grandi aziende: sono decine d'anni che traferiscono filiali in Cina abbassando i costi per mantenere i loro prodotti concorrenziali e quindi per aumentare i margini di profitto. Gli attuali tagli al personale non li vedo come un tentativo di aumentare i guadagni, quanto piuttosto un tentativo di mantenere i guadagni sui livelli attuali e per non andare in perdita (con conseguenze ancora peggiori). La pacchia degli stabilimenti trasferiti in Cina sta finendo e le aziende se ne stanno accorgendo (a spese dei propri dipendenti). A mio avviso la situazione non cambierà fino a quando non varieranno le condizioni dei lavoratori cinesi, cioè quando diventerà economicamente indifferente utilizzare manodopera europea oppure asiatica e per arrivare a questo servirà parecchio tempo, si preannunciano tempi duri ragazzi...

Stargazer
23-09-2005, 11:28
"puntare sulla qualità e sul marchio "

Quale qualità se lo fai cercando il massimo profitto?

A me sembra tanto che ormai siano senza fondo, ingordi oltre ogni limite..
Quoto e aggiungo
Si lamentano tanto i politici-manager della concorrenza cinese e poi vendono i stessi prodotti ma con siglia C E ma creati in Cina (vedi made in china in piccolo solitamente) e con lavoratori pure sotto schiavitu' e naturalmente con aumento di prezzo perche' approvato dalla qualita' europea

gia' la barzelletta CE e C%20E fa pensare eh

*MATRIX*
23-09-2005, 12:23
sony per il reparto videogames sta bene

i problemi sono altri
1) tv al plasma ed lcd non hanno il marchio hd ready( solo ultimamanete s'è visto qualcosa) e nessuno ha il digitale terrestre integrato

2)vendono un cane robot AIBO che costerà come una ferrari

3) caratteristiche uguali alle altre marche ma prezzo raddoppiato

4) mesi e mesi per aspettare qualcosa di nuovo che poi è sempre incompleto e costa il triplo
esempio dvd recorder (doppio standard ,registra anche i dual layer ,hd da 160 a 400g MA NON LEGGE I DIVX :muro: si è vero c'è il lettore ma perchè mi devo comprare un altro aggeggio per vedere i divx ,cosa ci voleva a inserilo?)
costo a seconda del modello tra 650 e 1200€

trydent
23-09-2005, 13:33
All'occorrenza tutti siamo medici ed economisti...

Innanzitutto credo che parte delgi esuberi verranno compensati con riconversioni aziendali coem diceva sony passando da tubo catodico a plasma e prepensionamenti.

Inoltre per il discorso Cina, che esce sempre fuori,bisognerebbe aggiungere che oltre alla manodopera quasi gratuita,alle condizioni di lavoro tragiche per via di qualsi voglia forma di sicurezza o tantomeno tutela sindacale, è un paese che sforna ogni anno una quantità industriale di ingegneri e staff teconico di altissima qualità.
Quindi unisci la fase produttiva a quella progettuale.

Mentre noi però ci preoccupiamo di applicare dazi ai prodotti tessili o addirittura di stabilire delle queote sulle importazioni, i cinesi ovviamente acconsentono perchè puntano a convertire le loro produzioni a basso valore aggiunto verso prodotti innovativi che richiedono forti investimenti,si pensi alla meccanica,settori informatico-elettronico, aerospaziale etc etc.
Così infine noi potremo esportare vestiti e frutta,mentre acquisteremo dall'estero tutto il resto

ImperatoreNeo
23-09-2005, 13:40
All'occorrenza tutti siamo medici ed economisti...


Ci vuol poco per vedere che la politica del "porto il lavoro all'estero" è FALLIMENTARE..

I cinesi non nascono con il know-how che abbiamo noi!

Siamo noi PIRLA ad averglielo dato per permettere a pseudo-manager del cavolo di guadagnare qualche milione in più di guadagno...

E ora?

Mi sa veramente che va a finire come dici tu... L'occidente ha fatto harakiri.. :(

Nippolandia
23-09-2005, 14:31
che diavolo...
altre famiglie a spasso...
non sono un economista o un politologo, mi astengo da altre considerazioni, ma il pensiero oltre 16.000 (!) famiglie a terra fa paura!


Ma guarda che il personale da licenziare e molto piu alto,si parla di 26400 persone.
Ma comunque non fa scalpore sta notizia ormai siamo abituati a tutto ed ogni decennio o secolo ha la sua moda,per me il XXI secolo è iniziato all'insegna della moda del licenziamento per i paesi occidentali.
Pensa che lo scorso decennio era quello dei fallimenti quello ancora prima della corruzione politica,gli anni settanta quello delle bande criminali di quartire.

VDSLDG
23-09-2005, 15:35
All'occorrenza tutti siamo medici ed economisti...

Innanzitutto credo che parte delgi esuberi verranno compensati con riconversioni aziendali coem diceva sony passando da tubo catodico a plasma e prepensionamenti.

Quello che mi pare vada piu' di moda sono le esternalizzazioni dei gruppi,
se il mercato continua ad andare male il gruppo esternalizzato dopo un'anno fallisce e ctutti a casa, ma a questo punto non e' piu' la grande Sony..... ma solo una piccola dittarella. Se invece va bene se lo ricomprano sapendo esattamente cosa stanno ricomprando.

Inoltre per il discorso Cina, che esce sempre fuori,bisognerebbe aggiungere che oltre alla manodopera quasi gratuita,alle condizioni di lavoro tragiche per via di qualsi voglia forma di sicurezza o tantomeno tutela sindacale, è un paese che sforna ogni anno una quantità industriale di ingegneri e staff teconico di altissima qualità.
Quindi unisci la fase produttiva a quella progettuale.

Per quanto riguarda qualita' e costi solo una riflessione su ing. e operai riguardo
al settore microelettronico.
Gli ing. cinesi costano meno, e' vero, pero' prima bisogna "formarli", magari in Europa, e poi una volta rispediti a casa bisogna dotarli di computer e soprattutto il costo maggiore sono le licenze dei sw, che costano tanto la quanto qua, e hanno come unita' di misura il 100000euri.
Per quanto riguarda gli operai invece, le linee di produzione sono altamente automatizzate e altamente costose, quindi la voce salari pesa piuttosto poco,
da qualche parte ho letto circa il 6%.

Mentre noi però ci preoccupiamo di applicare dazi ai prodotti tessili o addirittura di stabilire delle queote sulle importazioni, i cinesi ovviamente acconsentono perchè puntano a convertire le loro produzioni a basso valore aggiunto verso prodotti innovativi che richiedono forti investimenti,si pensi alla meccanica,settori informatico-elettronico, aerospaziale etc etc.
Così infine noi potremo esportare vestiti e frutta,mentre acquisteremo dall'estero tutto il resto

Sono d'accordo, l'industria europea per cercare di guadagnare qualche euro in piu' per farsi concorrenza, sta esportando in cina una quantita' incredibile di knowhow
e se andiamo avanti cosi' ci ritroveremo col culo per terra.
:cry: :cry: :cry: :cry: :cry:

darkgenio
23-09-2005, 16:54
"puntare sulla qualità e sul marchio "

Quale qualità se lo fai cercando il massimo profitto?

A me sembra tanto che ormai siano senza fondo, ingordi oltre ogni limite..

ciao, ogni azienda guarda (e deve guardare) al profitto. d'altra parte se non lo facesse, potrebbe falllire (detto in soldoni) nel qual caso la gente ridotta sul lastrico sarebbe molta di più.
In questo caso ci ritroviamo di fronte ad una serie di ristrutturazioni aziendali (riguardo al personale) dovute a reali e previste stagnazioni nel settore IT. al momento nessuno è in grado di prevedere cosa effettivamente succederà a quelle famiglie... quindi è un po presto per lamentarsi anche perche un rilancio nei consumi del settore potrebbe anche incidere in modo positivo sulle politiche delle aziende in questione, d'altra parte il mercato potrebbe anche riassorbire quella forza lavoro in altri settori.

la discussione sui cinesi è vistosamente OT, e su questo tema si fanno molte analisi spicciole. in particolare vorrei ricordare un paio di cose a chi affermava che i cinesi stanno in qualche modo per causare la nostra rovina: i dati reali parlano di un costante aumento di importazioni da parte della cina (anche se non pari a quelli del export, con relativo deficit) materie prime tecnologia moda prodotti tipici ma non solo. La nascita di una classe media cinese (che ormai conta circa 100 milioni di individui) rappresenta una grande opportunità in diversi settori alcuni dei quali vitali per l'Italia (vedi turismo). mi fermo ma si potrebbe dire ancora molto su questo tema..

ultima osservazione: il benessere europeo o "occidentale attuale" affonda le sue radici in una storia coloniale tragica i cui residui sono ancora visibili (vedi politica agricola)... il successo di alcuni paesi prima poverissimi (india ad esempio dove -lentamente- la poverta si riduce) dovrebbe farci rallegrare, anche se in parte paghiamo un prezzo.
Semrpe IMHO
ciao

EvilBoy
23-09-2005, 22:49
L'italia dovrebbe puntare sulla tecnologia???
Ma siamo matti?? Battaglia persa in partenza.. come fai a importi contro l'impero asiatico: lì un operaio lavoro 10ore per 5$ al giorno e lavoro il doppio di noi!
(quando ho lavorato negli impianti di IBM ero rimasto sorpreso da quanto la gente lavorasse il meno possibile.. poi si lamentano quando chiudono.. ma per favore!)
Ha ragione Mac666: l'unica soluzione è puntare sui grandi marchi e qualità.
Apple fortunatamente ne è un esempio.. iPod & iMac sono prodotti di grande qualità e di un marchio importante che ha conquistato la fiducia della gente. La gente sa di andare sul sicuro comprando da Apple.

Comprare un PC di marca non vale la pena quando l'assemblato è equivalente e puoi decidere te cosa metterci dentro o ti costa qualche euretto in meno e termini di garanzia equivalenti.

Il settore dell'alta moda è fondamentale per la nostra economia e bisogna fare il più possibile per tenercelo stretto. Non avete idea della importanza dei nostri marchi italiani all'estero e del rispetto che hanno tutte le nazionalità nei confronti dei prodotti importati dal nostro bel paese.
Giapponesi in primis adorano e si ricoprono di marchi italiani; ma anche tutte le altre nazionalità;
cedere anche solo uno dei nostri marchi a qualche altra nazione significa il vero inizio del declino del nostro grande nome.
E sapete cosa apprezzo di più delle nostre case di moda? Il fatto che la produzione continua a rimanere in Italia o al più nella comunità europea; mentre marchi come CK, Tommy HF and Clarks producono già in Cina da diversi anni per diversi mercati (in Italia fortunatamente non li importano ancora, credo, ma in america è pieno).

Billabong
24-09-2005, 23:45
Mi sembra che ci sia un po' la tendenza a fare i conti della serva "mettere tasse extra", "la cina che avanza", "16000 famiglie per la strada", ecc.

Primo: i tagli sono soft, ovvero prepensionamenti, blocco del turn over, ricollocamento, e liqidazioni generose, pari a uno o due anni di stipendio. A questo punto, se c'è una situazione sana, uno ha tutti i mezzi per trovarsi un'altro lavoro (è il lavoratore che si deve trovare il lavoro, o perlomeno l'azienda cerca ciò che gli serve, non si creano le imprese per dare lavoro, è contrario al principio di economicità).

Nessuno si è mai chiesto perchè, negli USA, che hanno un mercato del lavoro molto flessibile la disoccupazione è al 5% e in italia, francia e germania, dove il lavoro è molto tutelato, è al 9%?

Quanto alla cina, finora il valore delle merci vendute lì è dell'ordine delle decine di volte superiore a quello delle merci esportate; la mostruosa domanda ha portato le imprese a espandare la produzione, crando milioni di nuovi posti di lavoro. Però dove sono stati creati? Dove conveniva: dove il lavoro è a buon mercato E ci sono le condizioni per investire. Ad esempio le automobili conviene farle in spagna piuttosto che in germania (o in italia): e le maestranze spagnole non sono sottosviluppate come quelle cinesi, sono pari, però costano cmq di meno; e sono più flessibili, e c'è meno burocrazia e ci sono meno tasse. La francia vuole chiedere ad hp il rimborso dei sussidi ricevuti quando investirono. Lo possono fare, e il risultato sarà che hp andrà a investire i suoi soldi altrove.

Ragionare a livello locale, con misure protezionistiche è sciocco e superficiale: ormai tutto il mondo è paese (e bottega). Se un paese non va si va da un'altra parte; la sola cosa che si può fare è mettersi sul mercato e competere. I mercati tendono naturalmente all'equilibrio: le distorsioni provocano solo grandi squilibri.
Certo lamentarsi è chiudersi è più facile che adattarsi, ma l'uscita dalla scena globale è il prezzo da pagare per non voler ascoltare i segnali che vengono dal mondo.

trydent
25-09-2005, 00:33
Per quanto riguarda qualita' e costi solo una riflessione su ing. e operai riguardo
al settore microelettronico.
Gli ing. cinesi costano meno, e' vero, pero' prima bisogna "formarli", magari in Europa, e poi una volta rispediti a casa bisogna dotarli di computer e soprattutto il costo maggiore sono le licenze dei sw, che costano tanto la quanto qua, e hanno come unita' di misura il 100000euri.
Per quanto riguarda gli operai invece, le linee di produzione sono altamente automatizzate e altamente costose, quindi la voce salari pesa piuttosto poco,
da qualche parte ho letto circa il 6%.

Sono d'accordo, l'industria europea per cercare di guadagnare qualche euro in piu' per farsi concorrenza, sta esportando in cina una quantita' incredibile di knowhow
e se andiamo avanti cosi' ci ritroveremo col culo per terra.
:cry: :cry: :cry: :cry: :cry:

Per quanto roguarda il discorso sulle categorie più qualificate io mi riferivo a quelli sfornati da le varie università loro,di Pechino Shangai etc etc. senza contare il fatto che a differenza nostra sono molto più nazionalistici,cioè partono da ragazzi, si laureano magari in prestigiose facoltà a livello mondiale e poi tornano nel loro paese per mettere in pratica il frutto di tanti sacrifici ricevendo magari dei ricavi inferiori. In Italia invece tutto ciò è noto come fuga di cervelli.

Se poi si vuole parlare più in generale del discorso delocalizzazione bisogna ricordare che tutto ciò fà parte della teoria del ciclo vitale dei prodotti,i quali tendono, una volta che la tecnologia è matura, ad essere fabbricati nei paesi in via di sviluppo.Successe anche a noi durante gli anni del miracolo italiano e faceva comodo a tutti; oggi invece che siamo noi a dover vederci strappate le nostre imprese gliene diciamo di tutti i colori.

La soluzione a parer mio sarebbe quella di investire molto in settori difficilmente imitabili, e che abbiano una minore correlazione dal punto di vista dei costi tra salari e prodotto finale; si pensi ad esempio al settore delle nanotecnologie o alla produzione di software.

Infine è indiscutibile che abbiano un vantaggio comparato come direbbe Ricardo nella produzione di capi d'abbigliamento ineguagliabile e irragiungibile.
Non ne capisco una ma**@ di tessuti,marchi ce,tinte non tossiche etc, ma se guardi solo al prezzo con 1-2 euro puoi avere una maglietta cinsese (brutta per quanto vuoi) mentre da noi con la stessa cifra ti ci danno forse un gelato e senza panna per giunta!!!!

mjordan
28-09-2005, 00:04
Se non sbaglio questo non è il primo taglio che fa la HP... :(
Che crisi immensa che ci sta nel settore IT.