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View Full Version : Burundi, una pace molto difficile


Adric
19-09-2005, 22:53
I ribelli vogliono negoziare la pace, ma solo con i gruppi etnici

Scritto da Beatrice Giunta
domenica, 18 settembre 2005 21:58

L’ultimo gruppo ribelle rimasto in Burundi, l’FNL (Front National de Libération), ha dichiarato di non riconoscere la legittimità del nuovo Governo e negozierà la pace solamente con i rappresentanti dei tre gruppi etnici del Paese, suddiviso in Hutu per l'85%, Tutsi per il 14% e Twa (Pigmei) 1%.

Pasteur Habimana, il portavoce dell’ FNL, ha detto da Dar es Salaam in Tanzania, secondo l’IRIN, che l’FNL è pronto a negoziare, ma anche che la Comunità Internazionale dovrebbe agire da garante durante le negoziazioni, aggiungendo che, anche se le richieste del gruppo ribelle non fossero accolte, non comincerà nuovamente la guerra.

Habimana ha negato inoltre che l’FNL stia ancora intraprendendo degli attacchi contro l’esercito anzi, secondo la sua dichiarazione, si stanno difendendo proprio dagli attacchi dell’esercito, che incolpa l’FNL di scontri sporadici prima e dopo le elezioni presidenziali - tenutesi in agosto - che hanno visto vincitore Pierre Nkurunziza, 42 anni, capo del principale gruppo ribelle, l’FDD (Forze di difesa della democrazia) che ora è primo partito del Paese.

L’FDD è stato fino a poco tempo fa il più grande gruppo ribelle che combatteva contro il Governo del Burundi; nel Novembre del 2003 ha preso parte al processo di pace, aprendosi la strada per la sua entrata nel Governo.


Accuse da varie parti circa i continui attacchi da parte dell’ FNL

Il portavoce dell’esercito, il Maggiore Adolphe Manirakiza, la scorsa settimana ha dichiarato ai reporters secondo la BBC che l’FNL ha attaccato diversi luoghi intorno alla capitale Bujumbura, lanciando razzi e granate a mano ed uccidendo un civile vicino ad alcune case in quell’area. I soldati, secondo Manirakiza, stavano inseguendo i ribelli nelle colline circostanti Bujumbura.

Questi attacchi sono l’espressione chiara del rifiuto di accettare colloqui di pace con il nuovo Governo, ma una nuova costituzione garantisce ora un bilancio del potere fra i gruppi etnici.

Anche Nzobonimpa Manassé, Governatore della provincia settentrionale Bubanza, ha accusato i ribelli dell’FNL di aver combattuto lì contro le truppe governative sin dallo scorso sabato.

Habimana ha detto che l’FNL non vuole negoziare con alcun gruppo rappresentante il Governo, in quanto le elezioni di agosto non si sono tenute conformemente all’accordo di pace di Arusha del 2002. L’ex portavoce del Governo Pancrace Cimpaye ha detto che l’FNL, dichiarando il nuovo Governo non legittimo, vuole essere considerato al suo stesso livello.



Sforzi per includere l’FNL nel processo di pace

Il Presidente Nkurunziza, malgrado il rifiuto dell’FNL di riconoscere il Governo, ha dichiarato che farà il possibile per negoziare la pace con il movimento ribelle, aggiungendo che a breve sarà costituita una commissione governativa, comprendente quattro ufficiali dell’esercito ed altrettanti leaders politici, che preparerà le negoziazioni il prima possibile.

Secondo gli analisti infatti la speranza di pace per il Paese dipenderà dalla riuscita del Presidente di portare nel Governo il gruppo ribelle rivale.

Carolyn McAskie, il rappresentante speciale del Segretario Generale dell’ONU in Burundi, ha intrapreso numerosi colloqui con i leaders dell’FNL, ma la scorsa settimana ha espresso insoddisfazione riguardo il lento approccio alla pace del gruppo ribelle.

L’UN News ha riferito mercoledì scorso che un gruppo di leaders regionali dei Paesi vicini si sono incontrati con il Segretario Generale dell’ONU e donatori internazionali a New York al Summit mondiale, cominciato lunedì scorso, per richiedere sostegno al nuovo Governo del Burundi nei suoi sforzi per includere anche l’FNL nel processo di pace. Il gruppo ha anche richiamato l’FNL per cessare immediatamente le ostilità. I donatori hanno promesso un miliardo di dollari per ricostruire il Paese afflitto dalla guerra, ma ha fornito solo il 20%.

Un’ala meno radicale dell’FNL può essere formata sotto la leadership del vice presidente del gruppo Jean Bosco Sindayigaya, che la scorsa settimana ha richiesto - secondo l’IRIN - un maggiore approccio conciliativo alle negoziazioni di pace con il Governo.


Il passato del nuovo Presidente

Pierre Nkurunziza appartiene alla generazione più giovane dei leaders Hutu, le cui carriere militari presero il via nel 1993 dopo l’uccisione del Presidente Hutu Melchior Ndadaye. Prima era insegnante, ed entrò nel movimento ribelle a causa dei massacri etnici nell’università nel 1995.

Nel 1998 fu condannato a morte da una corte del Burundi, ma ricevette l’amnistia secondo gli accordi di pace. Dalle persone che gli sono vicine egli è descritto, secondo un racconto della BBC, come religioso, calmo e gentiluomo, ma, nonostante predichi la pace, il suo gruppo ribelle effettua delle imboscate lungo le principali strade uccidendo molti viaggiatori, soprattutto Tutsi.


Ex ribelli pagati per il disarmo

Nel frattempo, ventimila ex miliziani governativi e 10.000 ex ribelli sono in attesa di ricevere 100 dollari americani ognuno, ha dichiarato una fonte ufficiale la scorsa settimana riportata dall’angolapress, per ritornare alla vita civile, nel rispetto di un programma per il disarmo, smobilitazione e reintegrazione (DDR), per la cui riuscita sono stati richiesti tre milioni di dollari americani dal Governo del Burundi alla Banca Mondiale. Nel frattempo si sta provvedendo alla costituzione di una nuova forza di difesa nazionale di 30.000 militari e 20.000 poliziotti.

La missione in Burundi dell’ONU (ONUB) ha intanto spostato il suo quartier generale dalla capitale Bujumbura vicino al confine con la Repubblica Democratica del Congo, prossimo alle rive del lago Tanganyika, questo per ridurre la congestione a Bujumbura e migliorare le condizioni di lavoro della missione, della quale fanno parte 5.500 militari, secondo quanto dichiarato dal portavoce civile dell’ONUB, che si stabilì nel Paese il primo giugno del 2004 con un mandato iniziale di sei mesi poi prolungato.



Il ritorno dei rifugiati dalla Tanzania e dal Rwanda

Il numero dei rifugiati del Burundi dalla Tanzania è passato dai 5.399 di luglio ai 13.746 di agosto, una crescita drammatica, secondo un ufficiale dell’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHCR) in Tanzania. In totale sono 185.333 i rifugiati che, secondo uno schema di sostegno volontario dell’UNHCR avviato nel marzo del 2002, vogliono far ritorno alle proprie case. Per questo aumento continuo di richiesta di rientro dei rifugiati i convogli dai campi della Tanzania occidentale sono stati incrementati, in particolare da Ngara, Kasulu e Kibondo.

Nel sud del Rwanda invece l’UNHCR ha chiuso il sito profughi a Gikonko, nel distretto di Mamba nella provincia rwandese di Butare, e molti profughi burundiani sono ritornati a casa. Il portavoce dell’agenzia a Kigali Volker Schimmel ha dichiarato - secondo quanto riportato dall’IRIN - che oltre 1.200 persone sono state rimpatriate in Burundi con l’assistenza dell’ UNHCR, mentre 740 sono state trasferite al campo di Nyamure, nel nord del Rwanda. Molti dei rifugiati che fanno ritorno nel proprio Paese passano una notte nel centro di transito di Songore, nel nord del Burundi, prima di essere portati nelle loro terre, che in genere sono nella provincia settentrionale di Kirundo.



L’Angelo dei rifugiati in Burundi

L’UNHCR ha inoltre assegnato lo scorso 29 aprile il Premio Nansen per i Rifugiati 2005 a Margherite Barankitse, conosciuta come l’ "Angelo del Burundi", insegnante di professione operatrice umanitaria e direttrice dell'organizzazione non governativa Maison Shalom nella provincia di Ruyigi, una delle più povere del Paese, che negli ultimi dodici anni ha aiutato oltre diecimila bambini di diversi gruppi etnici e nazionalità, nonostante minacce alla sua stessa vita.

Beatrice Giunta (WarNews.it)

Adric
05-10-2005, 22:07
Burundi: uccisi 17 ribelli


Inviato da Ottavio Pirelli
domenica, 02 ottobre 2005 20:49
E' di 17 ribelli uccisi il bilancio dell'ultimo scontro a fuoco tra combattenti delle Forze di Liberazione Nazionale (FLN) e soldati dell'esercito regolare del Burundi.

Secondo le informazioni diffuse dall'agenzia AP e riprese dal network CNN, i ribelli sarebbero stati individuati da una pattuglia in perlustrazione nelle zone occidentali del paese.

Fonti ufficiali riferiscono anche di un precedente episodio, in cui, nella giornata di ieri, i miliziani hanno tentato di sorprendere le truppe regolari di stanza a Gatunba, a 18 km a ovest da Bujumbura. Due ribelli sono rimasti feriti durante l'azione.

(WarNews.it)

Ewigen
12-11-2005, 18:30
BURUNDI 12/11/2005 14.59
COMMISSIONE GOVERNATIVA PER RILASCIO PRIGIONIERI POLITICI

(Misna)Il governo ha creato una commissione speciale incaricata di provvedere al rilascio di tutti i prigionieri politici detenuti nelle carceri del paese in relazione alla guerra decennale ormai quasi completamente archiviata. Nel dare l’annuncio il vice-presidente Martin Nduwimana ha sottolineato che la Commissione avrà un mandato di tre mesi e dovrà presentare un rapporto mensile al governo. Il nuovo organismo sarà composto da 21 membri che verranno nominati al più presto con decreto governativo e che avranno il compito di verificare caso per caso la situazione di tutti coloro che si trovano ancora in cella per motivi estranei alla criminalità. Dall’inizio della guerra nel 1993 fino agli accordi di pace che hanno visto il principale gruppo ribelle attivo nel decennale conflitto burundese, le Forze di difesa della democrazia (Fdd), deporre le armi e trasformarsi nel primo partito politico del paese, sono migliaia le persone detenute con l’accusa di essere legate a questo o a quel gruppo anti-governativo. La decisione, ha sottolineato il vice-presidente burundese, ha anche lo scopo dichiarato di svuotare le sovraffollate carceri burundesi.