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View Full Version : Fiat, gli Agnelli non mollano la presa e la Consob punta il riflettore su di loro


Adric
18-09-2005, 01:40
Fiat, gli Agnelli non mollano la presa

Un lungo consiglio della holding e alla fine la decisione: la famiglia non diluirà la quota di controllo

Fiat, gli Agnelli non mollano la presa

Ifil investe 535 milioni e mantiene il 30,06% del capitale del Lingotto

di CLAUDIA GUASCO

MILANO Una riunione fiume del consiglio d’amministrazione, un confronto serrato all’interno della famiglia e alla fine la decisione: gli Agnelli non allentano la presa sull’auto e mettono sul piatto oltre 500 milioni di euro. Il vertice dell’Ifil, convocato ieri alle quattro del pomeriggio e proseguito fino a tarda sera, ha innalzato lo sbarramento del socio di maggioranza sull’azionariato Fiat che per effetto della conversione del prestito da 3 miliardi di euro da parte delle banche vedrà (dal 20 settembre) il massiccio ingresso degli istituto nel capitale con una quota complessiva del 26,7%.
«Da parte della holding Ifil, e dunque della famiglia, c’è la ferma volontà di contrastare la diluizione della propria quota nella compagine del Lingotto», fanno sapere fonti vicine all’operazione. Gli Agnelli, si aggiunge, «intendono fare la loro parte in Fiat, nel ruolo di azionisti di controllo o comunque di riferimento». Il summit di ieri è servito a mettere a punto le modalità con cui la holding manterrà l’attuale partecipazione del 30,06% con un investimento di 535 milioni di euro stanziato per l’acquisto di 82,250 milioni di ordinarie. Nell’operazione entrerà in gioco anche Exor, la finanziaria lussemburghese interamente posseduta dagli Agnelli. In occasione dell'aumento di capitale da 3 miliardi che scatterà martedì prossimo a servizio del prestito convertendo, la holding presieduta da Gianluigi Gabetti non eserciterà i sui diritti di opzione e scenderà al 22% del capitale Fiat. I diritti verranno ceduti alla banca d’affari Merrill Lynch - a un prezzo pari al 90% della media dei prezzi di trattazione dei diritti con un minimo di 1.000 euro complessivi - che a sua volta venderà le azioni a Exor, la quale girerà i titoli a Ifil. «Il prezzo di cessione da Exor a Ifil - informa una nota - è pari a 6,5 euro per azione. Il trasferimento delle azioni da Merril Lynch a Exor avverrà contestualmente all'esecuzione dell'aumento di capitale di Fiat. La cessione da Exor a Ifil seguirà immediatamente in pari data». Così la holding, che il 7,8 e 9 settembre ha già provveduto a rafforzare le posizioni comprando 5,5 milioni di Fiat e sborsando 41 milioni, non perderà terreno nell’architettura societaria del Lingotto. Una soluzione accolta con favore dalle banche, che risparmieranno così circa un terzo della minusvalenza prevista, ma oggetto di dissidio nel clan Agnelli. Una parte della famiglia - tra cui Andrea Agnelli, figlio di Umberto e consigliere del Lingotto - non riteneva necessario l’immediato rafforzamento della quota in Fiat, con conseguente esborso finanziario. «Se ci portiamo al 25 o al 30% la situazione non cambierebbe poi tanto. Tutti sanno che la società è scalabile», ha detto Andrea Agnelli in un’intervista. Ma la linea forte, quella della riaffermazione del socio di controllo, ha prevalso. Intanto il consiglio Lingotto ha deliberato l'aumento di capitale di 3 miliardi al servizio del prestito convertendo. Saranno emesse 291.828.718 azioni ordinarie al prezzo di 10,28 euro cadauna con un rapporto di concambio - come anticipato dal Messaggero - di 1 azione nuova ogni 3,35 possedute.

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La Consob punta i riflettori su Ifil

MILANO - La Consob accende i riflettori su Ifil. Gli uomini della commissione guidata da Lamberto Cardia hanno avviato gli approfondimenti sull’operazione che permetterà alla finanziaria della famiglia Agnelli di mantenere ben saldo il controllo sulla Fiat con una quota del 30,06%. E hanno chiesto alla finanziaria e alla Giovanni Agnelli & C., la cassaforte di famiglia, di fornire al mercato informazioni integrative rispetto al comunicato diffuso giovedì sera e di darne comunicazione entro lunedì mattina, prima dell’apertura delle contrattazioni in Borsa.
Sotto la lente dell’autorità di controllo ci sarebbero, in particolare, modalità e tempistica dell’articolata transazione sui titoli grazie alla quale Ifil evita la diluizione della propria quota per effetto della conversione del prestito da 3 miliardi. La holding ha spiegato di non aver acquistato i titoli dalle banche e di aver siglato, nell’aprile scorso, un equity swap sulle azioni Fiat tra Exor e Merrill Lynch. Ma in una nota diffusa il 26 luglio e in una successiva del 24 agosto, su richiesta della Consob, ha precisato «di non disporre di alcun elemento utile» volto a spiegare il balzo in Borsa delle quotazioni Fiat e «di non aver intrapreso né studiato alcuna iniziativa in relazione alla scadenza del prestito convertendo». Questi i punti sui quali la commissione vuole fare chiarezza e Ifil ribatte: «Oggi arriveranno le nostre risposte».
Intanto Standard & Poor's ha posto sotto osservazione in vista di un possibile declassamento il rating a lungo termine A- assegnato a Ifil. «Siamo preoccupati: dopo l'investimento di 535 milioni, la quota Ifil in Fiat inciderà per il 48% sul suo portafoglio di partecipazioni. Ciò aumenterebbe sia la concentrazione del portafoglio, sia l'esposizione verso il credito di Fiat». Ieri in Borsa Fiat ha chiuso in ribasso del 3,2% a 7,48 euro, mentre l’Ifil ha guadagnato il 2,19% a 3,78 euro.
C.Gu.

(Il Messaggero)