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View Full Version : Al Zarqawi: Guerra totale agli sciiti


jumpermax
15-09-2005, 00:55
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/09_Settembre/14/al_zarqawi.shtml
L'annuncio in un audio diramato su Internet
Al Zarqawi: «Guerra totale agli sciiti»


DUBAI - Una dichiarazione di guerra senza quartiere è stata lanciata oggi da al-Zarqawi agli sciiti iracheni. In un nastro audio diffuso oggi su Internet, il leader di Al Qaeda in Iraq ha annunciato una «guerra totale» contro gli sciiti nel Paese arabo.
«Il governo iracheno ha tradito la nazione islamica, aiutando i crociati nella battaglia di Falluja - afferma Zarqawi - ... Pertanto l'organizzazione di Al-Qaeda ha deciso di dichiarare una guerra totale contro gli sciiti ovunque essi si trovino».

Nello stesso messaggio audio Zarqawi ha esortato i sunniti iracheni a «uscire dal loro sonno», affermando che «la guerra di sterminio dei sunniti non si fermerà». Infine il terrorista giordano ha esortato i dirigenti iracheni a uscire dalla «zona verde» superprotetta di Baghdad, dove si trovano le ambasciate, gli alberghi ed i palazzi del potere, «per affrontare i mujaheddin», cioè i combattenti islamici.

Inoltre nella registrazione, che dura 16 minuti, si lancia un appello ai sunniti affinchè combattano al suo fianco e si definisce l'uragano Katrina «uno dei soldati di Allah». «È in corso una guerra di crociati e sciiti contro i sunniti - sostiene Zarqawi -. Da Falluja ad Al-Madain passando per le altre cittá e giungendo ora a Tel Afar è in corso una guerra che serve per coprire gli errori del tiranno Bush». Per il capo di Al-Qaeda «la potenza distruttiva di uno dei soldati di Allah, l'uragano Katrina, è causata dalla provocazione dell'esercito americano in Iraq e Afghanistan».

In giornata i miliziani affiliati all'organizzazione di Zarqawi avevano rivendicato la responsabilità degli attentati dei terroristi suicidi che stamattina presto hanno ucciso almeno 130 persone nei quartieri sciiti di Baghdad, e li avevano motivati con l'intento di vendicare l'offensiva sferrata dalle forze statunitensi e governative irachene, tutt'ora in corso sulla città di Tal Afar. «La conquista della vendetta per il popolo sunnita di Tal Afar è cominciata», dice l'audio-cassetta attribuita all'Organizzazione Al-Qaeda in Mesopotamia agli ordini di Zarqawi.
14 settembre 2005

Ci sarebbero un bel po' di cose da commentare... primo come si possa parlare di ritiro senza avere come condizione indispensabile il controllo del territorio in mano al governo, secondo come si possa parlare di guerra contro l'occidente quando qua c'è chi apertamente invita allo sterminio degli sciiti. Ci volteremo dall'altra parte lasciando gli irakeni a questi macellai?

Adric
15-09-2005, 00:57
Fonte italiana della notizia, scusa ? Non l'hai messa :confused:

jumpermax
15-09-2005, 01:09
Fonte italiana della notizia, scusa ? Non l'hai messa :confused:
wops... :D mo rimedio ;)

jumpermax
15-09-2005, 01:18
qua fonte ansa

http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200509142000213101/200509142000213101.html
IRAQ: AL ZARQAWI ANNUNCIA GUERRA TOTALE CONTRO SCIITI
Zarqawi BAGHDAD - Ancora una volta, Baghdad ha vissuto un mercoledi' di sangue, con una nuova strage di sciiti e una raffica di otto autobomba che hanno provocato almeno 170 morti e oltre 240 feriti e sono state rivendicate dal braccio iracheno di Al Qaida, in risposta all'offensiva di governativi iracheni e marine Usa a Tal Afar, dove gli insorti hanno subito il colpo piu' duro dalla battaglia di Falluja, nel novembre 2004.

''Gioisci, oh Nazione dell'Islam, e celebra le brigate dell' Unificazione che sono uscite in cerca di morte a sostegno della fede e dei credenti, guidate dai battaglioni di Malik'", ha tuonato in un comunicato di rivendicazione Abu Maysara Al Iraqi, responsabile dell'informazione del braccio iracheno di Al Qaida, guidato dal super-ricercato giordano Abu Musab al-Zarqawi.

In un messaggio video, lo stesso Zarqawi, emiro di Al Qaida in Iraq, ha poi annunciato in serata una ''guerra totale'' contro gli sciiti, rafforzando i timori per quanto potrebbe accadere il 19 settembre a Karbala (a sud di Baghdad), dove un milione di pellegrini sono attesi per celebrare l'anniversario della nascita del Mahdi, dodicesimo e ultimo Imam sciita.

In una registrazione audio diffusa su internet, Zarqawi ha anche esortato i sunniti a ''uscire dal loro sonno'', affermando che ''la guerra di sterminio dei sunniti non si fermera' ''.

Per l'ennesima prova di forza nella capitale irachena, i seguaci di Zarqawi, come gia' in altre occasioni, hanno scelto un mercoledi', che e' coinciso con due importanti avvenimenti: l'odierna consegna della bozza della nuova Costituzione all'Onu, perche' proceda finalmente a stamparla in cinque milioni di copie in vista del referendum del 15 ottobre; e l'apertura del Vertice mondiale delle Nazioni Unite al Palazzo di Vetro a New York, con la partecipazione di una delegazione irachena guidata dal presidente Jalal Talabani.

Ma e' soprattutto per rispondere ai colpi subiti a Tal Afar, la cittadina a ridosso del confine con la Siria dove - tra morti e catturati - hanno perso quasi 500 miliziani e un'importante base logistica, che il braccio iracheno di Al Qaida sembra aver deciso di scatenare stamani l'inferno a Baghdad.

Il primo attentato con autobomba ha avuto per teatro il quartiere sciita di Kadhimiya, dove un kamikaze si e' fatto saltare in aria tra una folla di manovali in attesa di essere reclutati nella piazza Uruba, non lontano dal ponte degli imam che il 31 agosto era stato lo scenario dell'ecatombe di oltre mille pellegrini sciiti sul Tigri.

Dopo la prima, devastante esplosione, che ha provocato almeno 114 morti e 156 feriti, sono poi seguite altri otto attentati con autobombe e numerosi agguati contro pattuglie governative irachene e convogli di marine Usa (11 dei quali sono rimasti feriti).

Autobombe sono esplose nei quartieri di Ameriya e Al-Dil (ovest), Nuova Baghdad (sud), Salihiya (centro), vicino alla stazione ferroviaria internazionale ad Alawi e lungo il canale militare sul Tigri, con un bilancio complessivo di sette morti (compresi tre soldati governativi) e una trentina di feriti. Ma gli attentati piu' gravi sono stati quelli nei due quartieri sciiti di Dulaei e Shuala: nel primo, un'autobomba e' esplosa tra la gente in fila a un distributore per ricaricare bombole di gas (11 morti e 14 feriti), mentre nel secondo e' stato invece preso di mira un ufficio locale del leader sciita radicale Moqtada Sadr (5 morti e 22 feriti).

In serata, il ministro della difesa Sadun al-Dulaimi ha poi riferito che altri due attentati con autobomba sarebbero stati sventati dai soldati governativi, che avrebbero ucciso uno dei due kamikaze (un siriano) e catturato il secondo (un libico).

A Taji, nei sobborghi a nord di Baghdad, 17 sciiti sono stati inoltre prelevati poco prima dell'alba nelle loro abitazioni da uomini che indossavano uniformi della polizia e poi giustiziati in piazza con un colpo di pistola alla tesa. In un primo momento, si e' pensato a una spietata esecuzione a opera di insorti sunniti camuffati da poliziotti, ma e' poi emerso che l' eccidio sarebbe collegato a una sanguinosa faida tra due clan rivali della stessa tribu' sciita.

Ma a dispetto dell'esplosiva situazione, decine di pellegrini sciiti - uomini, donne e ragazzi con la fronte cinta da una fascia verde - si sono messi in marcia gia' oggi da Baghdad verso Karbala (un centinaia di chilometri a sud della capitale), dove lunedi' prossimo sono attesi centinaia di migliaia di fedeli per celebrare la nascita (nell'868) dell'ultimo imam sciita, che sarebbe stato ''nascosto'' da Dio per ritornare un giorno a ''ristabilire la giustizia''.

Domenica, le forze di sicurezza hanno scoperto a Karbala un camion con un carico di 16 bombe, 400 bombole di gas e un razzo terra-aria collegati da un dispositivo a tempo, e questo non ha fatto che accrescere l'allarme per un nuovo bagno di sangue.

jumpermax
15-09-2005, 01:32
sempre su Zarqawi ma non sulla stessa dichiarazione..

http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=199&id=3980&aa=2005
Edizione 199 del 06-09-2005

Al Zarqawi usurpa Osama. Secessione tra i sauditi
di Dimitri Buffa

Il paragone con una holding sarebbe questo: Osama Bin Laden resta a fare il presidente onorario del consiglio di amministrazione di Al Qaeda e co. E Abu Mus’ab al Zarqawi diventa amministratore delegato. Eletto all’unanimità dai nuovi soci, i mujaheddin di seconda generazione reduci dalle azioni di terrorismo in Iraq. Così come i combattenti di Allah dei primi anni ’90, provenienti dalla Bosnia e dall’Afghanistan, decretarono l’inizio dell’epopea dello sceicco saudita. E cambiano anche gli obiettivi, almeno secondo l’analista israeliano Reuven Paz, consigliere dello Shin Bet e editore del progetto di Ricerca sui movimenti islamisti (PPISM). Che in un dettagliato rapporto riservato di poche paginette delinea le nuove strategie della “new Al Qaeda”. Tra cui la secessione dei luoghi santi in Arabia Saudita dalla capitale Ryiad. Un progetto osteggiato dai vecchi Ulema fedeli a Bin Laden che non credono che il terrorista giordano abbia le forze sufficienti in termini di guerriglieri accampati lungo le catene dell’Hijaz, la barriera montuosa nell’altopiano del Najd (in arabo vuol dire appunto “altopiano”), per portare a termine un compito di così clamorosa portata. I terroristi che rispondono ad al Zarqawi già da tempo spaziano lungo il grande “uadi” (letto di fiume disseccato) che funge da via carovaniera per i pellegrini che vanno e tornano da La Mecca da tutta la penisola araba. Infatti molti credono che da lì siano giunti gli attentatori di Sharm el Shaik. I piani di Al Zarqawi e dei nuovi e giovani Ulema che li propagandano on line o nelle moschee di mezza Europa e del Medio Oriente non si fermano qui: se cadessero i luoghi santi, vorrebbe auto proclamarsi emiro ed esportare la jihad e la sovversione islamica in tutti i paesi arabi moderati che si affacciano sul Mediterraneo, Giordania, Libano, Egitto, Tunisia e Marocco. Poi sarebbe la volta dell’Europa. Insomma il remake della umma islamica e poi il califfato. La prima fase di questo disegno megalomane e violento la stiamo già vivendo in diretta in Iraq, fucina di azioni di guerriglia terrorista islamica. Il progetto è simile per certi versi a quello che in piccolo perseguivano i brigatisti in Italia: portare alla guerra civile attraverso la propaganda armata. Non comunista ma ovviamente islamica. Che comprende le azioni contro le forze armate statunitensi ma anche gli omicidi di massa contro gli arabi collaborazionisti del governo liberamente eletto. I target sono gli uomini delle forze dell’ordine, i traduttori che lavorano per gli alleati, i membri della Guardia nazionale irachena e i diplomatici di quei paesi arabi che hanno fatto la coraggiosa scelta di riconoscere il nuovo stato iracheno del post Saddam. Last but not least questo disegno prevede un numero indefinito di attacchi terroristici contro gli sciiti i cui leader Al Hakim e al Sistani sono considerati i nemici numeri uno dei sunniti di Al Zarqawi. La parte inquietante di questo documento è quella che riguarda le simpatie nazionaliste di tanti islamici sunniti nell’altopiano delle due città sante. Potrebbero presto diventare preda della predicazione fanatica degli imam che sostengono al Zarqawi i quali stanno piano piano prepensionando i referenti ideologico religiosi di Bin Laden. In un discorso diffuso su internet al Zarqawi si è autodefinito “l’emiro di Al Qaeda su tutto il Medio Oriente e il Nord Africa” paragonandosi a Ibn Taymiyyah, il padre della jihad del secolo quattordicesimo. Però non sembrano pensarla così i referenti religiosi di Osama che recentemente hanno parlato male in pubblico di al Zarqawi e che adesso rischiano di venire eliminati per questo. A cominciare da Abu Basir al Tartusi (che recentemente ha pubblicato una fatwa contro gli shaid che ammazzano altri musulmani), da Abu Muhamamd al Maqdesi, che lo ha insultato in pubblico, e da Muhammad al Mas’ari, estremista saudita in esilio a Londra. Tutti temono le mire egemoniche e vagamente napoleoniche di al Zarqawi che addirittura si va vantando in giro di volere cambiare gli assetti politici in Meido oriente seguiti all’accordo di Sykes e Pricot nel maggio 1916. L’evento considerato la Yalta dei paesi arabi.

sheva
15-09-2005, 10:34
Era da sempre il vero obiettivo di Zarqawi non l'ha mai nascosto solo noi occidentali nella nostra visione dei fatti troppo legata ad un opposizione agli USA ( che hanno la colpa di un intervento unilaterale assolutamente sbagliato nei modi e soprattutto nei tempi) e alla sua "okkupazione" potevamo credere che combattesse nell' interesse degli iracheni

in realtà ora sarebbe logico e sensato x l'intera comunità internazionale non chiedere il ritiro dall'Iraq delle truppe della coalizione ma intervenire in massa per mettere le cose a posto e garantire stabilità nella zona a vantaggio di tutti.... x non dover intervenire dopo (come molto spesso è successo) in una terrificante guerra civile tra sciiti e sunniti o tra turchi e curdi ...

la "resistenza" irakena si è ormai assopita .. a combattere son rimasti solo i terroristi di AlQaeda .. a quelli poco interessa il futuro dell'Iraq e degli iracheni visto che considerano il territorio come "nazione islamica"

LittleLux
15-09-2005, 11:27
Era da sempre il vero obiettivo di Zarqawi non l'ha mai nascosto solo noi occidentali nella nostra visione dei fatti troppo legata ad un opposizione agli USA ( che hanno la colpa di un intervento unilaterale assolutamente sbagliato nei modi e soprattutto nei tempi) e alla sua "okkupazione" potevamo credere che combattesse nell' interesse degli iracheni

in realtà ora sarebbe logico e sensato x l'intera comunità internazionale non chiedere il ritiro dall'Iraq delle truppe della coalizione ma intervenire in massa per mettere le cose a posto e garantire stabilità nella zona a vantaggio di tutti.... x non dover intervenire dopo (come molto spesso è successo) in una terrificante guerra civile tra sciiti e sunniti o tra turchi e curdi ...

la "resistenza" irakena si è ormai assopita .. a combattere son rimasti solo i terroristi di AlQaeda .. a quelli poco interessa il futuro dell'Iraq e degli iracheni visto che considerano il territorio come "nazione islamica"


Scusa, e di questo assopimento della resistenza, puoi anche indicare la fonte? E, visto che ci sei, mi dici chi in realtà è il signor Zarqawi, il signor bin Laden e cosa sia Al Qaeda. No, perchè io ancora non l'ho mica ben capito, e sono certo che neanche la maggioranza dei comuni mortali occidentali, lo abbia compreso adeguatamente.

Su poi a chi convenga una eventuale guerra civile in Irak e l'instabilità dell'area, anche qui, ci sarebbe molto da dire...ma molto.

parax
15-09-2005, 11:31
Ci sarebbero un bel po' di cose da commentare... primo come si possa parlare di ritiro senza avere come condizione indispensabile il controllo del territorio in mano al governo, secondo come si possa parlare di guerra contro l'occidente quando qua c'è chi apertamente invita allo sterminio degli sciiti. Ci volteremo dall'altra parte lasciando gli irakeni a questi macellai?

Troppo ci sarebbe da commentare, su questa grande guerra per la libertà del popolo iracheno che in realtà si sta tradformando in una mega guerra civile e forse assisteremo anche ad un'altra guerra con l'Iran, non c'è dubbio è stata davvero una buona mossa tattica quella degli USA di invadere ed occupare l'Iraq, perlomeno credo che questa guerra verrà ricordata come la prima e l'ultima guerra preventiva fatta dagli USA in medio-oriente.
Un consiglio per gli americani fautori della guerra preventiva è mettere la testa nel cesso e tirare lo scarico, si devono solo vergognare.

easyand
15-09-2005, 12:13
Scusa, e di questo assopimento della resistenza, puoi anche indicare la fonte? E, visto che ci sei, mi dici chi in realtà è il signor Zarqawi, il signor bin Laden e cosa sia Al Qaeda. No, perchè io ancora non l'ho mica ben capito, e sono certo che neanche la maggioranza dei comuni mortali occidentali, lo abbia compreso adeguatamente.

Su poi a chi convenga una eventuale guerra civile in Irak e l'instabilità dell'area, anche qui, ci sarebbe molto da dire...ma molto.

si chiaro, adesso agli americani conviene la guerra civile in iraq....

:rolleyes:

LittleLux
15-09-2005, 12:27
si chiaro, adesso agli americani conviene la guerra civile in iraq....

:rolleyes:

A non lo so, se tu sei tanto sicuro a chi conviene, invece di mettere faccine verdi e non dare nessuna risposta, cerca di renderci edotti. :)

jumpermax
15-09-2005, 12:45
E, visto che ci sei, mi dici chi in realtà è il signor Zarqawi, il signor bin Laden e cosa sia Al Qaeda. No, perchè io ancora non l'ho mica ben capito, e sono certo che neanche la maggioranza dei comuni mortali occidentali, lo abbia compreso adeguatamente.

Su poi a chi convenga una eventuale guerra civile in Irak e l'instabilità dell'area, anche qui, ci sarebbe molto da dire...ma molto.
Quindi insomma... Zarqawi e bin Laden agenti della CIA suppongo... cui prodest...
speravo che certi ragionamenti restassero confinati negli anni 70. A me non sembra che ci sia molto da ricamare su chi siano, lo hanno detto chiaramente come si pongono, contro gli USA, contro la democrazia irakena e ora contro gli sciiti... ma no certo è tutta una macchinazione di quei perfidi amerikkani :doh:

easyand
15-09-2005, 12:48
A non lo so, se tu sei tanto sicuro a chi conviene, invece di mettere faccine verdi e non dare nessuna risposta, cerca di renderci edotti. :)

ma perfavore, la guerra civile non conviene a nessuno, se non ai terroristi, che vogliono un iraq nel caos; il fatto che si scatenasse la guerra aperta tra sunniti e sciiti era solo questione di tempo, i sunniti hanno perso il controllo dell' iraq che avevano con saddam, adesso si sono accorti che sono passati in minoranza e vogliono riprendere il posto di un tempo.

sheva
15-09-2005, 13:11
Scusa, e di questo assopimento della resistenza, puoi anche indicare la fonte? E, visto che ci sei, mi dici chi in realtà è il signor Zarqawi, il signor bin Laden e cosa sia Al Qaeda. No, perchè io ancora non l'ho mica ben capito, e sono certo che neanche la maggioranza dei comuni mortali occidentali, lo abbia compreso adeguatamente.

Su poi a chi convenga una eventuale guerra civile in Irak e l'instabilità dell'area, anche qui, ci sarebbe molto da dire...ma molto.

la resistenza irachena ha sempre preso le distanze dall'uccisione di iracheni che non siano forze di polizia o forze della coalizione, ultimamente gli attacchi son quasi tutti (non tutti) concentrati su operai, ospedali etc .. le stragi di civili sciiti son state tutte rivendicate da Zarqawi e condannati dalla parte sunnita irachena ...
chi sia lui, bin laden e alqaeda l'unica cosa che posso consigliarti e di documentarti e trovare poi le risposte che + ti aggradano

flisi71
15-09-2005, 13:26
la resistenza irachena ha sempre preso le distanze dall'uccisione di iracheni che non siano forze di polizia o forze della coalizione,


E' vero, e sono sempre attivi, visto che gran parte delle perdite americane sono dovute a loro.
Anche la settimana scorsa o giù di lì, nell'attacco ad un blindato USA nel nord del paese.


... ultimamente gli attacchi son quasi tutti (non tutti) concentrati su operai, ospedali etc .. le stragi di civili sciiti son state tutte rivendicate da Zarqawi e condannati dalla parte sunnita irachena ...


Come detto più volte, a loro, che iraqueni non sono, di provocare lutti e distruzioni in Iraq non gliene frega proprio niente.
Il loro vero timore è l'eventuale instaurazione di una pacifica convivenza fra le varie componenti della popolazione iraquena, perchè questo segnerebbe automaticamente la fine di questi cialtroni, la cui ragion d'essere è solo portare morte, odio e distruzione, di cui si alimentano per crescere.
Adesso, solo per trovare un parvento di giustificazione per i loro attentati, hanno sposato la causa sunnita; se questa in futuro sarà vincente, c'è da scommetterci che loro passeranno a difendere i perdenti sciiti.


chi sia lui, bin laden e alqaeda l'unica cosa che posso consigliarti e di documentarti e trovare poi le risposte che + ti aggradano

Proprio per commemorare l'11 settembre go visto su RAI1 un TG1Dossier un documentario americano sulla storia di Bin Laden.
:mad:

Ciao

Federico

LittleLux
15-09-2005, 14:15
ma perfavore, la guerra civile non conviene a nessuno, se non ai terroristi, che vogliono un iraq nel caos; il fatto che si scatenasse la guerra aperta tra sunniti e sciiti era solo questione di tempo, i sunniti hanno perso il controllo dell' iraq che avevano con saddam, adesso si sono accorti che sono passati in minoranza e vogliono riprendere il posto di un tempo.

Questa è una tua rispettabile tesi, anche se per me è assai debole, e ti spiego il perchè. Partirò da un po' lontano, percui dovrai avere la pazienza di leggermi, anche se cercherò di essere breve.

Conisci, suppongo, il detto "dividi et impera", detto che coniarono i romani circa 2.000 anni fa. Bene, la domanda che ti devi fare, circa gli eventi di quel tempo, è come i romani poterono conquistare prima, e controllare poi, un territorio che si estendeva da est a ovest, tra i confini occidentali dell'attuale India ed il Prtogallo, e da nord a sud, tra la Britannia e le estreme propaggini meridionali dell'attuale Egitto. Come puoi benissimo constatare, un territorio enorme, con una popolazione enorme se raffrontata a quella romana. Bene. Mi dirai, grazie alla loro potenza militare, ed io ti risponderei che è vero, ma solo in parte. Sai, infatti, nel momento di massima espansione imperiale, quante legioni componevano l'esercito romano? Trentasei (36), composte da una media di 5.000 uomini al 90% fanti; quindi, nel complesso, l'esercito romano ammontava a circa 180.000 uomini. Ok. Primo dubbio che dovrebbe sorgerti: ma come hanno fatto i romani a controllare per tanti secoli, e con un esercito che ora dovrebbe apparirti non tanto enorme (anche se rapportato a quei tempi), un territorio ed una popolazione tanto enormi. Potresti rispondermi che i legionari romani erano superbamente addestrati, altrettanto superbamente disciplinati, conoscevano sopraffine tattiche guerresche e che i loro comandanti erano abili strateghi. Tutto vero, ma comunque insufficiente a garantire il controllo di tutto il loro vasto impero. E te ne renderai conto ancor meglio se ti dicessi che spesso gli imperatori erano costretti, soprattutto dal II secolo in avanti, a spostare le proprie legioni da una parte all'altra dell'impero per sedare rivolte che via via scoppiavano in quelle regioni. Conseguenza, è che le regioni dalle quali venivano spostate rimanevano militarmente sguarnite. Ed allora, dovresti chiederti, cosa impediva alle popolazioni che colà risiedevano, dal sollevarsi e riprendersi il proprio territorio e la propria libertà? Una risposta potrebbe essere quella che i romani, oltre a depredare, in termini materiali, quelle zone, lo facevano anche in termini umani, ossia prelevavano folte schiere di uomini e donne per venderli come schiavi oppure per ripopolare territori, rimasti spopolati per varie regioni, in zone distantissime dell'impero. Ma anche questo non basta, perchè c'erano sempre nuove popolazioni che premevano ai confini, ed allora, dopo tutto questo quadro, ripeto, come facevano a controllare tutto l'ambaradan? Qual'era l'altra grande arma che avevano a disposizone i romani per attuare il proprio controllo? Perchè ora dovrà apparirti chiaro che loro disponevano di qualcos'altro di molto, se non addirittura, più efficace della mera potenza militare. L'altra, potentissima arma, era la politica, perchè devi sapere che i romani, in realtà, prima ancora che valenti strateghi, erano superbi ed insuperabili politici, che agivano nel proprio interesse, ma anche nell'interesse di Roma; almeno sino ad un certo punto. Ed eccoci, quindi, finalmente, che siamo tornati all'inizio, a quel "dividi et impera" frase fortemente evocativa che racchiude in sè la filofia, l'essenza del modo di intendere la politica dei romani. Loro riuscovano a controllare regioni e popoli anche senza avere materialmente contingenti militari sul campo, ma semplicemente affidandosi a valenti politici, i rappresentanti dell'imperatore nelle varie provincie, che riuscivano a mettere in pratica quel detto. Riuscivano a tenere divisi, a rinfocolare le rivalità tra i capi tribù locali, di volta in volta favorendo l'uno, a volte l'altro, e così via.

Bene, questo ci porta dritto dritto ai giorni nostri, segnatamente all'Irak, perchè è di questo che stiamo in realtà discutendo.

Ora, credo che di ingenui quà dentro non ce ne siano, tranne forse jumper che mi viene a dire che il detto (quanti detti) "cui prodest" non ha nessuna validità e che è un modo vecchio di pensare.:D Se ci fosse qui Proteus probabilmente ti spiegherebbe con dovizia di particolari che in realtà non è come dici tu. :)

Bene, dicevamo che di ingenui non ce ne sono, ed allora sgomberiamo il campo da equivoci ed ipocrisie varie: gli americani non sono andati in Iraq per portarvi libertà e democrazia o per liberare la povera popolazione oppressa. Sono andati la, diciamo per non dilungarci troppo, per il petrolio e per il controllo geopolitico di quella importantissima area, importantissima non solo per le risorse naturali, ma in quanto porta occidentale dell'Asia (e qui sarebbe da aprire un altro capitolo della storia, ma davvero ci dilungheremmo troppo). In sostanza sono andati là, come una volta mi disse lo stesso easy, per difendere i propri interessi nazionali.

E qui giungiamo al calcolo che ha fatto l'amministrazione americana, calcolo che potrebbe essersi rivelato sbagliato, che l'ha portata alla conclusione che per vincere il regime di Saddam e che per controllare il paese poteese essere sufficiente un piccolo contingente militare. Valutazione veritiera per il primo punto, completamente falsa per il secondo, come abbiamo visto e come si devono sicuramente essere accorti anche loro.

Per me, inoltre, hanno fatto un ulteriore calcolo di valutazione, e cioè avrebbero dovuto rendersi conto che una volta eliminato Saddam, il paese sarebbe andato certamente in mano agli sciiti. Non se ne sono accorti? A quanto pare, e a quanto pare sulle prime non devono nemmeno aver pensato che lì vicino, addirittura sono confinanti, c'è l'Iran, il quale avrebbe fatto di tutto per indurre a diventare l'Irak una repubblica a propria somiglianza per ovvie ragioni, diciamo così, etniche. Quindi, in definitiva, gli americani si sono ritrovati ad accorgersi che stavano di fatto favorendo l'Iran.

Per me si sono accorti anche che inviare in Irak un'armata di mezzo milione di uomini è impossibile anche per la più grande potenza economica del mondo, sia dal punto di vista sociale che economico.

Ed allora veniamo al nocciolo della questione: come controllare ciò che con le armi no ci è possibile controllare? Con la politica, precisamente con la politica del "dividi et impera". Se riuscissero a mettere gli uni contro gli altri sciiti e sunniti, gli usa riuscirebbero a controllare la zona con relativamente pochi uomini, di fatto asseragliandosi (a proposito, lo sapete che stanno costruendo 4 mega basi aeree? Non vi dice nulla, questo, a proposito delle reali intenzioni di ritiro americane?) in forilizi e da li diramare le loro direttive.

Easy ha detto che in realtà gli unici beneficiari sarebbero i sunniti. A prima vista parrebbe di sì, ma, a mio modo di vedere, così non è. Certo, l'obiezione che una volta loro erano i detentori del potere è molto potente e suggestiva, ma fuorviante. In un paese dove l'etnia sunnita rappresenta un quinto della popolazione, semplicemente non avrebbe senso fare la guerra all'etnia od alle etnie che nel complesso assommano all'80% della popolazione. Non ha senso. Punto. Sarebbe un suicidio bello e buono, specie se si pensa che chi controlla l'ottanta percento della popolazione in qualche modo si ritrova al governo e detiene, anche se si tratta di un semblice abbozzzo di esercito, il controllo delle forze armate e dell'ordine, ed inoltre può contare sull'appoggio contingente degli americani.

Ed infatti, la guerriglia sunnita, che sarà composta anche da criminali dell'ex regime, ma che certamente stupidi non sono, sì è sempre limitata a colpire i soldati americani. Sempre. Se cercate troverete centinaia di fonti a conferma di questo fatto, fonti plurime e diversissime tra loro.

Per contro, converrebbe agli sciiti fare la guerra ai sunniti? E a che pro (jumper non me ne voglia:D)? Il compito di eliminare i sunniti lo lasciano ben volentieri, giustamente, agli americani. Inoltre, anche loro e forse più dei sunniti, detestano gli americani, ma per ora tornano loro comodi, vuoi perchè materialmente non possono fare altro, vuoi perchè pensano di trarre dalla situazione un vantaggio senza esporsi in prima persona.

Ed allora, a chi conviene, veramente, far scoppiare una guerra civile in Irak? Credo che avrete capito abbondantemente per quale ipotesi propendo.

Questo è quanto penso io, è la spiegazione che per me meglio si adatta alla realtà che vediamo.

A voi, ora, le controdeduzioni e l'onere della controprova.:D