Grande blu
14-09-2005, 08:32
Caro Fini, i gay lasciali a Prodi di MARCELLO VENEZIANI
Povera Casa delle Libertà. Non ha fatto in tempo a godersi l'autogol di Prodi sulle coppie gay, la scomunica del Vaticano e di Mastella, che in tempo reale Fini e la Prestigiacomo hanno neutralizzato l'effetto dimostrando che anche loro sono con Prodi e con le coppie gay. Ci vuole un'abilità diabolica a far coincidere così bene il suicidio politico- elettorale con il suicidio dei valori e dell'identità. È rara una coincidenza così perfetta: di solito per i voti si rinuncia ad un pezzo di valori e di identità; o più raramente accade il contrario, che nel nome della coerenza ideale si sacrifichi il consenso elettorale. Questa volta invece siamo alla quadratura del cerchio: la stessa martellata data sui testicoli rimbalza con perfetto tempismo e colpisce la testa. Ma ricomponiamoci e ragioniamo freddamente. Allora, il leader del centrosinistra decide di sbilanciarsi nella battaglia a favore delle coppie omosessuali. Lo fa coraggiosamente, io credo, e non solo elettoralmente; sono pronto a dargliene atto. Perché è vero che la sortita di Prodi gli serve per le primarie e per tener buona la sinistra, i radicali e i verdi;maè pure vero che con quella dichiarazione scontenta le parrocchie, i vescovi, la Margherita e il malefico Mastella. Comunque Prodi decide di zapaterizzarsi, e fa una scelta in linea con la sinistra. Meglio per tutti, almeno sul piano delle culture civili e della biopolitica; si capisce da che parte stanno gli uni e da che parte stanno gli altri, si chiariscono gli equivoci di un bipolarismo peloso e confuso, pieno di alleati così eterogenei. Invece arriva Fini e bum, dice che la pensa come Prodi. Arriva la Prestigiacomo e conferma che le spaccature non riguardano solo il centro- sinistra. Come dire: ma no, anche noi siamo inguaiati. Casini dice che la Casa è sotto di 9 punti, Fini e la Prestigiacomo si affrettano a realizzare il vaticinio di Pierferdi. Elogi sperticati da sinistra per questa coppia di kamikaze che decide di far del male alla propria alleanza. Allora io dico: se lo fanno perché credono davvero a quel che dicono, ieri ai referendum, oggi sulle coppie gay, hanno tutto il mio rispetto, a patto che si dissocino dalla gente che li ha mandati al governo e in parlamento. Andate via tranquilli dalla destra, con l'onore delle armi. Della Prestigiacomo sono convinto che la sua allocazione nel centro-destra sia un fatto del tutto accidentale. Fini invece merita un discorso diverso perché è il leader della destra e nella destra è cresciuto. Dunque, caro Gianfranco, ti sei liberato dall'identità neofascista, e capisco bene. Poi ti sei liberato anche dell'identità di destra, conservatrice e inevitabilmente cattolica, sei diventato l'"antiratzinger" del centro- destra. Forse non stai mettendo in discussione i valori, anche perché a te - dicono - di valori non te ne frega nulla. Stai facendo un'operazione politica. Non vuoi appiattirti su Casini, vuoi rappresentare l'ala laica del centro-destra, stai facendo un gioco politico per recuperare un tuo spazio e una tua visibilità. Premetto: che si tratti di un calcolo politico a me non pare una spiegazione e nemmeno un'attenuante, semmai un'aggravante. Non si gioca la partita elettorale pregiudicando le motivazioni culturali e civili della tua parte. Non si scambiano valori con voti, perché i primi sono la ragione ultima dei secondi. Se i valori non sono acqua fresca, se le cose dette fino a ieri non erano solo slogan elettorali, devono essere beni non negoziabili, non revocabili. Ma restiamo nella prospettiva politica più cinica e più elettorale. Io ti chiedo: ma andare a rimorchio del leader del centrosinistra a chi giova, se non al centrosinistra? E chi danneggia, se non il proprio schieramento, che più attinge al voto conservatore, cattolico, tradizionalista e moderato? Dov'è il calcolo politico? L'unico effetto indubbio è l'evidenza avuta sui giornali e gli attestati volpini di simpatia da parte di chi non voterà mai Fini, An e la destra. Hai acquistato visibilità ma hai perso la ragion di esistere e di farti votare. Soddisfatto? Arrivo persino a dire: ma se Fini è realmente convinto di quel che dice o se è realmente convinto che quella sia la strategia, perlomeno ha sbagliato il tempo, accodandosi a Prodi. Dillo in un'altra situazione. Non prende un voto da quella parte lì, se non molti elogi e necrologi; in compenso ne perde e ne fa perdere tanti di qui. Oggi, Zapatero è forse l'unico test che disegna uno scenario bipolare. Se togli quello, mi dici a che serve questa specie di destra? Se la destra non è né carne né pesce, se non è reduce da una strepitosa esperienza di governo; se non ci sono motivi pratici per preferirla e non ci sono nemmeno motivi ideali o morali, ma perché votarla? Può darsi che andiamo davvero verso una società senza famiglia, senza tradizione, piena di coppie provvisorie e transessuali. Ma alla destra si chiede proprio di contrastare questa tendenza, di battersi per il primato della famiglia, per la vitalità della tradizione, dimostrando che non sono cose di ieri ma condizioni necessarie per difendere una civiltà e la dignità umana. Nessuno chiede alla destra di farsi clericale e bigotta, si può farlo anche da ghibellini e perfino da pagani (come era nella tradizione della destra radicale e fascistoide); ma seguendo Dante, non Zapatero; Gentile e Croce, non Prodi e Grillini.
Povera Casa delle Libertà. Non ha fatto in tempo a godersi l'autogol di Prodi sulle coppie gay, la scomunica del Vaticano e di Mastella, che in tempo reale Fini e la Prestigiacomo hanno neutralizzato l'effetto dimostrando che anche loro sono con Prodi e con le coppie gay. Ci vuole un'abilità diabolica a far coincidere così bene il suicidio politico- elettorale con il suicidio dei valori e dell'identità. È rara una coincidenza così perfetta: di solito per i voti si rinuncia ad un pezzo di valori e di identità; o più raramente accade il contrario, che nel nome della coerenza ideale si sacrifichi il consenso elettorale. Questa volta invece siamo alla quadratura del cerchio: la stessa martellata data sui testicoli rimbalza con perfetto tempismo e colpisce la testa. Ma ricomponiamoci e ragioniamo freddamente. Allora, il leader del centrosinistra decide di sbilanciarsi nella battaglia a favore delle coppie omosessuali. Lo fa coraggiosamente, io credo, e non solo elettoralmente; sono pronto a dargliene atto. Perché è vero che la sortita di Prodi gli serve per le primarie e per tener buona la sinistra, i radicali e i verdi;maè pure vero che con quella dichiarazione scontenta le parrocchie, i vescovi, la Margherita e il malefico Mastella. Comunque Prodi decide di zapaterizzarsi, e fa una scelta in linea con la sinistra. Meglio per tutti, almeno sul piano delle culture civili e della biopolitica; si capisce da che parte stanno gli uni e da che parte stanno gli altri, si chiariscono gli equivoci di un bipolarismo peloso e confuso, pieno di alleati così eterogenei. Invece arriva Fini e bum, dice che la pensa come Prodi. Arriva la Prestigiacomo e conferma che le spaccature non riguardano solo il centro- sinistra. Come dire: ma no, anche noi siamo inguaiati. Casini dice che la Casa è sotto di 9 punti, Fini e la Prestigiacomo si affrettano a realizzare il vaticinio di Pierferdi. Elogi sperticati da sinistra per questa coppia di kamikaze che decide di far del male alla propria alleanza. Allora io dico: se lo fanno perché credono davvero a quel che dicono, ieri ai referendum, oggi sulle coppie gay, hanno tutto il mio rispetto, a patto che si dissocino dalla gente che li ha mandati al governo e in parlamento. Andate via tranquilli dalla destra, con l'onore delle armi. Della Prestigiacomo sono convinto che la sua allocazione nel centro-destra sia un fatto del tutto accidentale. Fini invece merita un discorso diverso perché è il leader della destra e nella destra è cresciuto. Dunque, caro Gianfranco, ti sei liberato dall'identità neofascista, e capisco bene. Poi ti sei liberato anche dell'identità di destra, conservatrice e inevitabilmente cattolica, sei diventato l'"antiratzinger" del centro- destra. Forse non stai mettendo in discussione i valori, anche perché a te - dicono - di valori non te ne frega nulla. Stai facendo un'operazione politica. Non vuoi appiattirti su Casini, vuoi rappresentare l'ala laica del centro-destra, stai facendo un gioco politico per recuperare un tuo spazio e una tua visibilità. Premetto: che si tratti di un calcolo politico a me non pare una spiegazione e nemmeno un'attenuante, semmai un'aggravante. Non si gioca la partita elettorale pregiudicando le motivazioni culturali e civili della tua parte. Non si scambiano valori con voti, perché i primi sono la ragione ultima dei secondi. Se i valori non sono acqua fresca, se le cose dette fino a ieri non erano solo slogan elettorali, devono essere beni non negoziabili, non revocabili. Ma restiamo nella prospettiva politica più cinica e più elettorale. Io ti chiedo: ma andare a rimorchio del leader del centrosinistra a chi giova, se non al centrosinistra? E chi danneggia, se non il proprio schieramento, che più attinge al voto conservatore, cattolico, tradizionalista e moderato? Dov'è il calcolo politico? L'unico effetto indubbio è l'evidenza avuta sui giornali e gli attestati volpini di simpatia da parte di chi non voterà mai Fini, An e la destra. Hai acquistato visibilità ma hai perso la ragion di esistere e di farti votare. Soddisfatto? Arrivo persino a dire: ma se Fini è realmente convinto di quel che dice o se è realmente convinto che quella sia la strategia, perlomeno ha sbagliato il tempo, accodandosi a Prodi. Dillo in un'altra situazione. Non prende un voto da quella parte lì, se non molti elogi e necrologi; in compenso ne perde e ne fa perdere tanti di qui. Oggi, Zapatero è forse l'unico test che disegna uno scenario bipolare. Se togli quello, mi dici a che serve questa specie di destra? Se la destra non è né carne né pesce, se non è reduce da una strepitosa esperienza di governo; se non ci sono motivi pratici per preferirla e non ci sono nemmeno motivi ideali o morali, ma perché votarla? Può darsi che andiamo davvero verso una società senza famiglia, senza tradizione, piena di coppie provvisorie e transessuali. Ma alla destra si chiede proprio di contrastare questa tendenza, di battersi per il primato della famiglia, per la vitalità della tradizione, dimostrando che non sono cose di ieri ma condizioni necessarie per difendere una civiltà e la dignità umana. Nessuno chiede alla destra di farsi clericale e bigotta, si può farlo anche da ghibellini e perfino da pagani (come era nella tradizione della destra radicale e fascistoide); ma seguendo Dante, non Zapatero; Gentile e Croce, non Prodi e Grillini.