Adric
12-09-2005, 19:10
I nuovi scenari politici dopo la tregua maoista
venerdì, 09 settembre 2005 17:36
Ha avuto grande risonanza la decisione dei ribelli di dichiarare un cessate il fuoco unilaterale. Una decisione che apre nuovi scenari politici in un momento in cui sono in corso profondi cambiamenti politici, anche da parte dei partiti che fino a poco tempo fa sostenevano il sistema monarchico.
Nuovi scenari che aprirebbero le porte al movimento maoista a nuove alleanze politiche e ad un più ampio sostegno popolare. Questo potrebbe essere un primo effetto della tregua di tre mesi dichiarata in un comucato dallo stesso leader maoista, Prachanda. E in effetti questo nuovo corso più conciliante ha raccolto consensi da più parti. I sette partiti di opposizione uniti nella lotta contro il colpo di stato della casa reale hanno accolto con favore l'annuncio, dichiarandosi disponibili ad tenere dei colloqui con i maoisti. Un'apertura chiesta più volte dal gruppo ribelle, ma sempre rifiutata dai partiti chiamati in causa che condizionavano ogni possibile incontro ad un abbandono della violenza.
Ma le nuove scelte ed il nuovo corso politico hanno recentemente investito anche i partiti politici. I due maggiori partiti del paese - il Nepali Congress Party ed il Nepal Communist Party-United Marxist-Leninist (NCP-UML) - hanno recentemente rivisto la loro posizione di sostegno alla monarchia costituzionale. Inoltre la recente scelta del gruppo ribelle non fa che favorire un nuovo clima di dialogo e di unità contro il brusco ritorno all'assolutismo in cui il Nepal è ricaduto lo scorso febbraio. E pur non essendo ancora stata fissata una data o nominato un mediatore per i colloqui il Neapal si ritrova oggi in una situazione politica assolutamente dinamica ed ancora in fase di sviluppo. Uno sviluppo che potrebbe mettere in discussione la stessa monarchia.
La scelta di una linea più morbida dei ribelli è stata salutata con benevolenza ed interesse anche dalle Nazioni Unite, che avevano già assunto una posizione critica nei confronti della presa di potere del re e che chiedevano una soluzione negoziale del conflitto. Ma questa volta si è andati oltre e la posizione dell'Onu - assieme alle forti pressioni internazionali che chiedono il ripristino della democrazia nel paese - hanno indotto re Gyanendra a cancellare il suo viaggio a New Yok per intervenire all'Assemblea delle Nazioni Unite, previsto solo due gorni dopo la dichiarazione di tregua unilaterale dei maoisti.
Inoltre, riferisce BBC, sono in corso da giorni imponenti manifestazioni a favore della democrazia. Manifestazioni che, come è spesso avvenuto, sono state affrontate col pugno di ferro dalle forze di sicurezza fedeli alla casa reale: per il momento gli organizzatori parlano di circa un centinaio di manifestanti tratti in arresto - fra cui decine di esponenti politici - e di oltre una decina di persone rimaste ferite in scontri con la polizia.
Il governo continua quindi a mantenere la linea dura contro ogni forma di protesta e lo stesso cessate il fuoco è stato appreso con profondo scetticismo. Dal canto suo il leader maoista Prachanda ha dichiarato che, se anche il governo dichiarasse un cessate il fuoco, il suo gruppo sarebbe disposto ad iniziare dei colloqui anche con la casa reale.
Ma malgrado questi cambiamenti di rotta il Nepal si trova ancora in situazione di profonda crisi politica, oltre che militare.
C'è infatti da ricordare che le precedenti tregue hanno sempre avuto vita breve. Inoltre i due principali partiti nepalesi, ora aperti al dialogo con i ribelli, hanno però condizionato ogni possibilità di allenza con l'accettazione di un sistema multi-partitico.
Mentre l'analista politico Sudheer Sharma ha dichiarato alla BBC che è sua opinione che il fine di Prachanda sia di mobilitare l'opinione pubblica contro la richiesta dei partiti polici di ripristinare il Parlamento, tema su cui dovrà esprimersi la Corte Suprema. Nelle dichiarazioni di Prachanda si legge infatti che il ripristino del Parlamento non risolverebbe la crisi che affligge il paese. Quello che il leader maoista non dice è invece che la rispresa dei lavori parlamentari potrebbe sbloccare il dialogo tra la casa reale ed i partiti politici, isolando nuovamente il suo gruppo.
Monica Losciale (WarNews.it)
venerdì, 09 settembre 2005 17:36
Ha avuto grande risonanza la decisione dei ribelli di dichiarare un cessate il fuoco unilaterale. Una decisione che apre nuovi scenari politici in un momento in cui sono in corso profondi cambiamenti politici, anche da parte dei partiti che fino a poco tempo fa sostenevano il sistema monarchico.
Nuovi scenari che aprirebbero le porte al movimento maoista a nuove alleanze politiche e ad un più ampio sostegno popolare. Questo potrebbe essere un primo effetto della tregua di tre mesi dichiarata in un comucato dallo stesso leader maoista, Prachanda. E in effetti questo nuovo corso più conciliante ha raccolto consensi da più parti. I sette partiti di opposizione uniti nella lotta contro il colpo di stato della casa reale hanno accolto con favore l'annuncio, dichiarandosi disponibili ad tenere dei colloqui con i maoisti. Un'apertura chiesta più volte dal gruppo ribelle, ma sempre rifiutata dai partiti chiamati in causa che condizionavano ogni possibile incontro ad un abbandono della violenza.
Ma le nuove scelte ed il nuovo corso politico hanno recentemente investito anche i partiti politici. I due maggiori partiti del paese - il Nepali Congress Party ed il Nepal Communist Party-United Marxist-Leninist (NCP-UML) - hanno recentemente rivisto la loro posizione di sostegno alla monarchia costituzionale. Inoltre la recente scelta del gruppo ribelle non fa che favorire un nuovo clima di dialogo e di unità contro il brusco ritorno all'assolutismo in cui il Nepal è ricaduto lo scorso febbraio. E pur non essendo ancora stata fissata una data o nominato un mediatore per i colloqui il Neapal si ritrova oggi in una situazione politica assolutamente dinamica ed ancora in fase di sviluppo. Uno sviluppo che potrebbe mettere in discussione la stessa monarchia.
La scelta di una linea più morbida dei ribelli è stata salutata con benevolenza ed interesse anche dalle Nazioni Unite, che avevano già assunto una posizione critica nei confronti della presa di potere del re e che chiedevano una soluzione negoziale del conflitto. Ma questa volta si è andati oltre e la posizione dell'Onu - assieme alle forti pressioni internazionali che chiedono il ripristino della democrazia nel paese - hanno indotto re Gyanendra a cancellare il suo viaggio a New Yok per intervenire all'Assemblea delle Nazioni Unite, previsto solo due gorni dopo la dichiarazione di tregua unilaterale dei maoisti.
Inoltre, riferisce BBC, sono in corso da giorni imponenti manifestazioni a favore della democrazia. Manifestazioni che, come è spesso avvenuto, sono state affrontate col pugno di ferro dalle forze di sicurezza fedeli alla casa reale: per il momento gli organizzatori parlano di circa un centinaio di manifestanti tratti in arresto - fra cui decine di esponenti politici - e di oltre una decina di persone rimaste ferite in scontri con la polizia.
Il governo continua quindi a mantenere la linea dura contro ogni forma di protesta e lo stesso cessate il fuoco è stato appreso con profondo scetticismo. Dal canto suo il leader maoista Prachanda ha dichiarato che, se anche il governo dichiarasse un cessate il fuoco, il suo gruppo sarebbe disposto ad iniziare dei colloqui anche con la casa reale.
Ma malgrado questi cambiamenti di rotta il Nepal si trova ancora in situazione di profonda crisi politica, oltre che militare.
C'è infatti da ricordare che le precedenti tregue hanno sempre avuto vita breve. Inoltre i due principali partiti nepalesi, ora aperti al dialogo con i ribelli, hanno però condizionato ogni possibilità di allenza con l'accettazione di un sistema multi-partitico.
Mentre l'analista politico Sudheer Sharma ha dichiarato alla BBC che è sua opinione che il fine di Prachanda sia di mobilitare l'opinione pubblica contro la richiesta dei partiti polici di ripristinare il Parlamento, tema su cui dovrà esprimersi la Corte Suprema. Nelle dichiarazioni di Prachanda si legge infatti che il ripristino del Parlamento non risolverebbe la crisi che affligge il paese. Quello che il leader maoista non dice è invece che la rispresa dei lavori parlamentari potrebbe sbloccare il dialogo tra la casa reale ed i partiti politici, isolando nuovamente il suo gruppo.
Monica Losciale (WarNews.it)