Fumereo
09-09-2005, 16:05
A partire dal secolo XVII, la richiesta di caffè cacao e zucchero continuava ad aumentare in modo addirittura esplosivo: il mercato dei prodotti coloniali imponeva pertanto livelli di produzione sempre maggiori. Le Americhe offrivano terre fertili in misura quasi illimitata: ma la mano d’opera era drammaticamente insufficiente.
Ci fu allora qualcuno che fece una memorabile scoperta: si accorse che gli esseri umani non godevano degli stessi diritti degli animali!
Si pose subito riparo a questa lacuna: e anche gli esseri umani ebbero gli stessi diritti che già avevano gli animali.
Gli indigeni furono allora cacciati come animali; catturati come animali; incatenati come animali; costretti lavorare come animali.
Purtroppo gli Amerindi erano gracili e non reggevano ai ritmi di lavoro richiesti dal mercato: ma per fortuna i popoli neri dell’Africa erano più robusti. Il prelevamento e il trasporto di questa mano d’opera su navi appositamente attrezzate, nonostante il calo per mortalità nei trasferimenti, fu reso economicamente conveniente da abili professionisti: e costoro, rispettando le rigorose leggi del mercato, riuscirono sempre, con tenacia e duro lavoro, a rifornire le piantagioni della mano d’opera necessaria.
Dobbiamo riconoscere che l’attività di questa categoria di professionisti, spesso ingiustamente criticati (li hanno chiamati negrieri!), ha invece dato un’impronta fondamentale alla configurazione etnica, politica ed economica del Nuovo Mondo. Configurazione etnica, politica ed economica che, con secoli di ritardo, viene oggi considerata particolarmente vantaggiosa: e che Finanzieri ed Economisti internazionali stanno pianificando ed estendendo in tutta Europa.
Succede periodicamente che un economista o un industriale faccia notare, con il rigoroso distacco degli scienziati, che gli esseri umani non godono tuttora degli stessi diritti delle merci! Sono convinto che questa osservazione, semplice solo in apparenza, costituirà invece il punto di partenza per un nuovo grandioso passo in avanti dell’intera società umana.
Chiedo scusa per questa “tirata” amara e sarcastica, ma mi indigno sempre quando “qualcuno che conta” torna a presentare lo spostamento definitivo (meglio dire la deportazione), di interi popoli dalla loro terra natale, in altri Paesi, soltanto per la momentanea convenienza economica di Chi vuole disporre, con sovrabbondanza, di mano d’opera a basso prezzo.
Si tratta né più né meno della variante moderna dello schiavismo di qualche secolo fa: oggi non è più necessario catturare con razzie, incatenare e trasportare a forza su navi, in condizioni bestiali, degli esseri umani.
Oggi è sufficiente impoverire intere regioni, non tanto con azioni quanto con “omissioni” mirate; presentare a quei popoli affamati le immagini televisive, più apparenti che sostanziali, della nostra opulenza; e incoraggiarle a migrare “spontaneamente”, pagando addirittura con le loro estreme risorse, gli scafisti, i nuovi moderni negrieri. I nuovi schiavi potranno così, ancora una volta, essere deportati su navi, in condizioni bestiali, verso il proprio sfruttamento.
I NUOVI SCHIAVISTI
C’è una notizia falsa e tendenziosa che viene fatta circolare ad arte in modo quasi subliminare: “Dobbiamo incoraggiare l’immigrazione: saranno infatti gli immigrati a pagarci le pensioni”.
Gli immigrati “regolari” , che lavorano onestamente, rispettano le nostre leggi e pagano le tasse, versano naturalmente anche i contributi per provvedere alla “propria” pensione: ma per quale principio dovrebbero pagare, in aggiunta alle proprie, anche le nostre pensioni?
I “buonisti” che suggeriscono questa enormità sono in realtà dei veri e propri “schiavisti”: di fatto considerano gli immigrati come mano d’opera da sfruttare.
Gli immigrati che lavorano “in nero” sono (purtroppo!) ricattati e intensamente sfruttati: ma ovviamente non versano contributi.
E’ quindi ancora più immorale pensare di sfruttare “legalmente” anche coloro che sono immigrati e lavorano rispettando le nostre leggi.
Sul piano normativo, poi, questa idea di sfruttare gli immigrati non è fortunatamente possibile: secondo la legge italiana, infatti, se un lavoratore straniero non ha maturato la pensione, al momento di tornare nel proprio paese ha il diritto di farsi rimborsare i contributi che ha versato.
Proprio come si usa in ogni paese civile del mondo. E proprio come la stessa legge italiana non consente di fare ai propri cittadini.
Ci fu allora qualcuno che fece una memorabile scoperta: si accorse che gli esseri umani non godevano degli stessi diritti degli animali!
Si pose subito riparo a questa lacuna: e anche gli esseri umani ebbero gli stessi diritti che già avevano gli animali.
Gli indigeni furono allora cacciati come animali; catturati come animali; incatenati come animali; costretti lavorare come animali.
Purtroppo gli Amerindi erano gracili e non reggevano ai ritmi di lavoro richiesti dal mercato: ma per fortuna i popoli neri dell’Africa erano più robusti. Il prelevamento e il trasporto di questa mano d’opera su navi appositamente attrezzate, nonostante il calo per mortalità nei trasferimenti, fu reso economicamente conveniente da abili professionisti: e costoro, rispettando le rigorose leggi del mercato, riuscirono sempre, con tenacia e duro lavoro, a rifornire le piantagioni della mano d’opera necessaria.
Dobbiamo riconoscere che l’attività di questa categoria di professionisti, spesso ingiustamente criticati (li hanno chiamati negrieri!), ha invece dato un’impronta fondamentale alla configurazione etnica, politica ed economica del Nuovo Mondo. Configurazione etnica, politica ed economica che, con secoli di ritardo, viene oggi considerata particolarmente vantaggiosa: e che Finanzieri ed Economisti internazionali stanno pianificando ed estendendo in tutta Europa.
Succede periodicamente che un economista o un industriale faccia notare, con il rigoroso distacco degli scienziati, che gli esseri umani non godono tuttora degli stessi diritti delle merci! Sono convinto che questa osservazione, semplice solo in apparenza, costituirà invece il punto di partenza per un nuovo grandioso passo in avanti dell’intera società umana.
Chiedo scusa per questa “tirata” amara e sarcastica, ma mi indigno sempre quando “qualcuno che conta” torna a presentare lo spostamento definitivo (meglio dire la deportazione), di interi popoli dalla loro terra natale, in altri Paesi, soltanto per la momentanea convenienza economica di Chi vuole disporre, con sovrabbondanza, di mano d’opera a basso prezzo.
Si tratta né più né meno della variante moderna dello schiavismo di qualche secolo fa: oggi non è più necessario catturare con razzie, incatenare e trasportare a forza su navi, in condizioni bestiali, degli esseri umani.
Oggi è sufficiente impoverire intere regioni, non tanto con azioni quanto con “omissioni” mirate; presentare a quei popoli affamati le immagini televisive, più apparenti che sostanziali, della nostra opulenza; e incoraggiarle a migrare “spontaneamente”, pagando addirittura con le loro estreme risorse, gli scafisti, i nuovi moderni negrieri. I nuovi schiavi potranno così, ancora una volta, essere deportati su navi, in condizioni bestiali, verso il proprio sfruttamento.
I NUOVI SCHIAVISTI
C’è una notizia falsa e tendenziosa che viene fatta circolare ad arte in modo quasi subliminare: “Dobbiamo incoraggiare l’immigrazione: saranno infatti gli immigrati a pagarci le pensioni”.
Gli immigrati “regolari” , che lavorano onestamente, rispettano le nostre leggi e pagano le tasse, versano naturalmente anche i contributi per provvedere alla “propria” pensione: ma per quale principio dovrebbero pagare, in aggiunta alle proprie, anche le nostre pensioni?
I “buonisti” che suggeriscono questa enormità sono in realtà dei veri e propri “schiavisti”: di fatto considerano gli immigrati come mano d’opera da sfruttare.
Gli immigrati che lavorano “in nero” sono (purtroppo!) ricattati e intensamente sfruttati: ma ovviamente non versano contributi.
E’ quindi ancora più immorale pensare di sfruttare “legalmente” anche coloro che sono immigrati e lavorano rispettando le nostre leggi.
Sul piano normativo, poi, questa idea di sfruttare gli immigrati non è fortunatamente possibile: secondo la legge italiana, infatti, se un lavoratore straniero non ha maturato la pensione, al momento di tornare nel proprio paese ha il diritto di farsi rimborsare i contributi che ha versato.
Proprio come si usa in ogni paese civile del mondo. E proprio come la stessa legge italiana non consente di fare ai propri cittadini.