Adric
30-08-2005, 06:32
La legalizzazione della coltivazione della coca in Perù
Si sono alzate recentemente proteste contro le restrizioni imposte dal Governo sulla coltivazione della coca di Cusco, in Perù. I coltivatori di coca sostengono che la droga, che é spesso utilizzata come rimedio tradizionale contro malori causati dalla fame e dall'altitudine, é parte integrante della vita delle Ande.
Le polemiche hanno avuto inizio a seguito di controversie sul preciso significato della recente norma che dichiara legale la coltivazione della foglia di coca nel dipartimento di Cusco. Dall'ordinanza risultava poco chiaro il luogo dove la coltivazione veniva dichiarata legale.
Dalla riunione al Palazzo di Governo, che ha visto protagonisti il presidente Alejandro Toledo e il titolare della regione di Cisco Carlos Cuaresma, é emerso che la legalizzazione si riferisce solamente alla valle La Convencion, e non alle valli di Ene e Apurimac. La querelle sull'ordinanza ha dato adito ad un dibattito più ampio sulle ripercussioni che la legge di legalizzazione può avere sul narcotraffico.
I pareri sono discordanti: il sociologo Jaime Antezana ha dichiarato al quotidiano locale La Republica che "l'ordinanza risulta pericolosa ora che la produzione della foglia di coca sta aumentando"; secondo il sociologo, Cusco produce più di 17 mila tonnellate di coca l'anno. Al contrario l'avvocato Ricardo Soberòn sostiene che la norma non si contrappone a nessuna legge né a norme internazionali riguardanti la materia, "l'ordinanza riconosce solo un'area di consumo tradizionale, senza peraltro risolvere i problemi di fondo dei coltivatori", sostiene l'avvocato.
E' comunque innegabile che la coltivazione di coca é in continuo aumento nelle terre peruviane. Le Nazioni Unite hanno imputato l'aumento della produzione della coca in Perù e in Bolivia al crackdown della Colombia. Il capo dell'agenzia anti-droga peruviana ha sostenuto la possibilità che il Perù diventi un "narcostato".
Marzia Coronati (WarNews.it)
Si sono alzate recentemente proteste contro le restrizioni imposte dal Governo sulla coltivazione della coca di Cusco, in Perù. I coltivatori di coca sostengono che la droga, che é spesso utilizzata come rimedio tradizionale contro malori causati dalla fame e dall'altitudine, é parte integrante della vita delle Ande.
Le polemiche hanno avuto inizio a seguito di controversie sul preciso significato della recente norma che dichiara legale la coltivazione della foglia di coca nel dipartimento di Cusco. Dall'ordinanza risultava poco chiaro il luogo dove la coltivazione veniva dichiarata legale.
Dalla riunione al Palazzo di Governo, che ha visto protagonisti il presidente Alejandro Toledo e il titolare della regione di Cisco Carlos Cuaresma, é emerso che la legalizzazione si riferisce solamente alla valle La Convencion, e non alle valli di Ene e Apurimac. La querelle sull'ordinanza ha dato adito ad un dibattito più ampio sulle ripercussioni che la legge di legalizzazione può avere sul narcotraffico.
I pareri sono discordanti: il sociologo Jaime Antezana ha dichiarato al quotidiano locale La Republica che "l'ordinanza risulta pericolosa ora che la produzione della foglia di coca sta aumentando"; secondo il sociologo, Cusco produce più di 17 mila tonnellate di coca l'anno. Al contrario l'avvocato Ricardo Soberòn sostiene che la norma non si contrappone a nessuna legge né a norme internazionali riguardanti la materia, "l'ordinanza riconosce solo un'area di consumo tradizionale, senza peraltro risolvere i problemi di fondo dei coltivatori", sostiene l'avvocato.
E' comunque innegabile che la coltivazione di coca é in continuo aumento nelle terre peruviane. Le Nazioni Unite hanno imputato l'aumento della produzione della coca in Perù e in Bolivia al crackdown della Colombia. Il capo dell'agenzia anti-droga peruviana ha sostenuto la possibilità che il Perù diventi un "narcostato".
Marzia Coronati (WarNews.it)