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View Full Version : Intervista di Maurizio Scelli alla Stampa sulla liberazione degli ostaggi a Baghdad.


Onisem
25-08-2005, 13:30
http://www.lastampa.it/redazione/Interni/scelli.asp

CORTINA D'AMPEZZO. «Nessuno deve saperlo. Soprattutto non devono saperlo gli americani». Maurizio Scelli racconta: «Avevo appena allacciato i contatti con il Consiglio degli Ulema, con i fratelli Al Kubaysi, per tentare di recuperare il corpo di Fabrizio Quattrocchi prima di cercare di ottenere la liberazione degli altri tre ostaggi italiani, Agliana, Cupertino e Stefio. Il tacere agli americani i nostri tentativi di liberare gli ostaggi fu una condizione irrinunciabile per garantire l’incolumità degli ostaggi e nostra, che feci mia sin dal primo giorno, e che trovò d’accordo, quando gliela rappresentai, anche il sottosegretario Gianni Letta.

A Baghdad, quando si trattò di riportare in Italia le due Simone, Nicola Calipari, consapevole di questa direttiva si raccomandò con me di non parlarne neppure al generale Mario Marioli, italiano, vicecomandante delle forze alleate in Iraq che, invece, fu informato dallo stesso Calipari dell’operazione Sgrena». L’auto sale per le valli del bellunese diretta a Cortina, dove Scelli, commissario straordinario uscente della Cri, deve partecipare a un dibattito sull’«intelligence» organizzato dal giornalista-economista Enrico Cisnetto. Durante il viaggio Scelli parla del suo Iraq: la missione umanitaria della Cri in una zona di guerra gli ha consentito di conoscere da vicino l’«area grigia» dei sequestratori degli occidentali riconducibile ai «resistenti» sunniti contro l’invasione dell’Iraq. Scelli ricorda le trattative, i canali attivati, dà volto e nomi ai mediatori che a partire da quel lunedì di Pasquetta, il 13 aprile del 2004, quando furono sequestrati i primi (quattro) italiani, si misero in azione per ottenere il rilascio degli ostaggi. E la sua storia arriva ai giorni nostri, al recupero dei resti del giornalista freelance Enzo Baldoni e di Salvatore Santoro, l’italiano residente a Londra ucciso il 16 dicembre scorso in Iraq, e i cui resti sono tornati in Italia il 21 giugno scorso: «Una vergogna, - commenta amareggiato Maurizio Scelli - la sua bara non era neppure avvolta nel tricolore, come se si fosse trattato di un connazionale di Serie B. Una bara restituita alla famiglia nella totale indifferenza delle istituzioni e dei media...».

TRE BAMBINI SORDI Ai resti di Santoro, il commissario della Cri è arrivato grazie a un cittadino di Baghdad: «Un giorno - rivela - mi viene posto il problema: ci sono tre bambini, Ahmed, Behjed e Uweis, nati sordi dalla nascita per via del padre che ha sposato una cugina. Il padre è disposto ad aiutarci a ritrovare i resti di Santoro. Oggi quei tre bambini sono ricoverati all’unità operativa di otochirurgia dell’ospedale di Padova, dove saranno sottoposti al trapianto di un orecchio artificiale. La riabilitazione, invece, si svolgerà in Giordania». Il racconto di Scelli è un insieme di aneddoti, di particolari, di retroscena inediti. A un certo punto, il commissario Cri fa ascoltare un messaggio ancora memorizzato nella segreteria del suo cellulare: «Le voci diffuse sul nostro conto - dicono in inglese prima Simona Pari e poi Simona Torretta - sono false. Noi stiamo bene, vi preghiamo di rispettare i vostri impegni e di non scherzare con la nostra vita». Era il 23 settembre e Maurizio Scelli stava trattando la loro liberazione. Quello stesso giorno arrivò un comunicato via Internet che dava l’annuncio che le due Simone erano state uccise perché il governo Berlusconi non aveva rispettato l’ultimatum, non aveva ritirato i militari da Nassiriya e fatto liberare le donne detenute ad Abu Ghraib. Naturalmente Scelli, avendo avuta la prova che le due Simone erano vive, tirò un sospiro di sollievo. La telefonata delle due Simone era importante perché i sequestratori chiedevano al commissario Cri, che aveva spiegato di agire in piena e totale autonomia dal governo, di rispettare «gli impegni presi».

DUE CHECK-POINT «I mediatori - ricorda oggi Scelli - ci chiesero di salvare la vita a quattro presunti terroristi ricercati dagli americani, feriti in combattimento. L’operazione non era facile: noi avevamo nell’ospedale di Baghdad medici e personale pronto a intervenire, ma dovevamo riuscire a far arrivare i feriti senza che gli americani ci scoprissero. Fuori dall’ospedale c’erano due check point Usa. Si trattava di aggirarli: facemmo uscire dall’ospedale un’ambulanza e una jeep che ufficialmente andavano a consegnare dei medicinali. In realtà i mezzi si diressero in un luogo convenuto per prelevare i feriti. Nascosti sotto coperte e scatoloni di medicinali, i quattro terroristi - tre, per le ferite riportate erano in condizioni disperate - furono operati e salvati dai medici della Croce Rossa. E poi c’era un’altra condizione: dovevamo curare anche quattro loro bambini malati di leucemia che, se non ricordo male, arrivarono in Italia il giorno dopo le due Simone». La storia delle trattative per il rilascio degli italiani sequestrati in Iraq è segnata sin dall’inizio dalla nostra «diffidenza» nei confronti degli alleati americani. Nel caso Sgrena-Calipari, la versione ufficiale italiana dice che gli americani furono informati dell’operazione mentre la giornalista del manifesto veniva accompagnata all’aeroporto. Scelli, che non fu protagonista di questa fase finale, non smentisce questa versione. Ma insiste: «Che gli americani non dovessero sapere - ricorda Scelli - fu una condizione inderogabile, ripeto, postami da tutti gli interlocutori e mediatori iracheni. Una condizione accettata e condivisa da palazzo Chigi sin dall’aprile del 2004». «Quando finalmente ci furono restituiti i resti di Fabrizio Quattrocchi - ricorda Scelli - dopo che i convogli della Croce Rossa erano andati più volte a Falluja e anche a Najaf, gli Al Kubaysi si dichiararono fiduciosi sulla liberazione dei tre ostaggi. Il 5 giugno mi chiamarono: E’ fatta. C’è un furgone Kia parcheggiato. Controllate gli occupanti e partite senza girarvi». Come è noto, i tre italiani furono liberati insieme a un ostaggio polacco dalle forze speciali americane: «Dovevano essere consegnati agli Ulema e gli Ulema l’avrebbero dati a noi. Ma poi andò diversamente: i due carcerieri non parlavano neppure una parola d’inglese e c’era un problema di comunicazione con gli ostaggi. Uno dei due ebbe la brillante idea di farsi aiutare da un amico che masticava l’inglese. Caso volle che si trattasse di un confidente degli americani che, naturalmente informati subito, liberarono gli ostaggi....».

«NON DIRE NIENTE» Alle due Simone, Scelli arrivò per caso e contro le indicazioni di tutti. Questa volta fu direttamente Mohammed al Kubaysi - professore di diritto islamico all’università di Baghdad, vicepresidente del Consiglio degli Ulema, il personaggio più autorevole e influente del Consiglio - a interrogare il medico iracheno amico del commissario della Cri, Nawar: «Ma Scelli è interessato alle due italiane?». Scelli chiama Letta: «C’è una diffusa ostilità nei tuoi confronti, mi dice Letta. Solo Fabio Alberti, di “Un Ponte per”, l’associazione umanitaria di riferimento delle due Simone, può darti l’ok. Vado da Alberti, in piazza Vittorio, e ascolto il suo grande rifiuto. Io intanto ricevo i messaggi delle due Simone sul mio cellulare. Al secondo messaggio vado da Letta. Lo ascolta, mi dice:“Vai avanti e non dire nulla a nessuno”. Quel giorno, quando il problema è ormai garantire al massimo la sicurezza per il rilascio e il recupero delle due Simone, palazzo Chigi mi affida a Nicola Calipari. Nicola fu davvero straordinario, assumendosi responsabilità contro la volontà dei suoi stessi superiori. Era accaduto che le modalità di rilascio delle due ragazze erano mutate: io e Nawar avremmo dovuto trovarle al parcheggio dell’aeroporto e invece trovammo due emissari che ci volevano portare in una località sconosciuta. Calipari chiese l’autorizzazione al direttore del Sismi, Nicolò Pollari, che la negò: “Annullate l’operazione, è una trappola, vogliono sequestrare Scelli”. Attimi di incertezza, di tensione e alla fine Nicola capì che doveva lasciarci andare. Passarono sei ore drammatiche, noi fummo sequestrati ma alla fine le due Simone tornarono a casa». Anche per Giuliana Sgrena la Croce rossa si attivò. Stava lavorando per ritrovare i resti di Enzo Baldoni (in questi giorni è arrivata la conferma che un campione di ossa è compatibile con il dna di Baldoni) quando si «materializzò» la voce della giornalista de “il manifesto” sul cellulare di Nawar. “Il manifesto”, come “un Ponte per” nel caso delle due Simone, respinse l’offerta di aiuto di Scelli. Calipari stava già trattando e portando a termine la sua missione. Al prezzo della sua vita.

Korn
25-08-2005, 15:53
Il governo si smarca da Scelli
"In Iraq sue iniziative autonome"


Maurizio Scelli

ROMA - Palazzo Chigi smentisce Scelli sulla vicenda degli ostaggi italiani liberati in Iraq. L'ex commissario straordinario della Cri in una intervista pubblicata oggi dalla Stampa, aveva parlato della necessità di "tacere agli americani i tentativi di liberare gli ostaggi". Una condizione, secondo Scelli, "irrinunciabile per garantire l'incolumità degli ostaggi e nostra che feci mia sin dal primo giorno"

Ora la presidenza del Consiglio sottolinea che il rapporto con "l'Alleato è sempre stato pieno e reciproco", una collaborazione, "franca e leale" che "non è mai venuta meno". Palazzo Chigi rimarca di non aver mai orientato le scelte di Scelli, che invece sostiene di aver agito, all'epoca, concordemente con il sottosegretario Gianni Letta e con Nicola Calipari il quale, "consapevole di questa direttiva - dice ancora Scelli - si raccomandò con me di non parlarne neppure al generale Mario Marioli, italiano, vicecomandante delle forze alleate in Iraq che, invece, fu informato dallo stesso Calipari dell'operazione Sgrena".

Insomma le notizie apparse oggi sulla Stampa sarebbero "ricostruzioni riconducibili alla sfera di autonomia, nazionale e internazionale, propria della Croce Rossa", come afferma una nota diffusa dall'ufficio stampa di Palazzo Chigi. "Le autorità di governo della repubblica e i suoi apparati non hanno mai condizionato nè orientato la sua azione che, si ribadisce, si è sviluppata in piena autonomia".

E Scelli rettifica l'intervista: "Palazzo Chigi smentisce di aver partecipato direttamente a questa trattativa a questa operazione, ed è la verità - ha detto al Tg2 -. Questa è un'operazione che abbiamo sempre rivendicato come nostra, i rapporti sono stati gestiti da noi, i rapporti con il personale iracheno, rapporti con i mediatori, rapporti con tutti coloro che hanno fatto in modo, ponendo delle condizioni precise di cui io solo informalmente poi facevo partecipi le istituzioni, di poter concludere nella maniera che tutti sappiamo. Abbiamo curato terroristi? Non lo so, per me erano solo iracheni. Rapporti diretti con i terroristi non ci sono mai stati".

Scelli non entra nel merito della vicenda Calipari: "Del sequestro della Sgrena non sappiamo nulla - afferma - Posso solo dire che Nicola Calipari a me ha dato la certezza di essere un uomo di grande professionalità e di grande responsabilità. Uno in grado di assumere qualsiasi decisione".

Onisem
25-08-2005, 17:02
Da una parte le dichiarazioni di palazzo Chigi, dall'altra la concretezza dei fatti: vicenda Calipari risoltasi in una nuvola di fumo, come volevasi dimostrare ed alla faccia dei sostenitori di un rapporto di maggior peso con gli Stati Uniti determinato dal nostro Presidente del Consiglio, non lo dico affatto godendone, credetemi. C'è poi Scelli, che nell'intervista alla Stampa (vedi thread sull'argomento) afferma che qualsiasi trattativa od operazione doveva essere taciuta agli americani per garantire l'incolumità di ostaggi e partecipanti alle trattative/operazioni. Ma questo che significa, che scopriamo che i nostri alleati non sono poi tanto alleati, al punto di farti fuori se fai qualcosa che non gli aggrada? Che le dichiarazioni di palazzo Chigi sono retorica politica spicciola, di quella che non incanterebbe nemmeno un bracciante agricolo di inizio 900'?

jumpermax
25-08-2005, 17:17
Da una parte le dichiarazioni di palazzo Chigi, dall'altra la concretezza dei fatti: vicenda Calipari risoltasi in una nuvola di fumo, come volevasi dimostrare ed alla faccia dei sostenitori di un rapporto di maggior peso con gli Stati Uniti determinato dal nostro Presidente del Consiglio, non lo dico affatto godendone, credetemi. C'è poi Scelli, che nell'intervista alla Stampa (vedi thread sull'argomento) afferma che qualsiasi trattativa od operazione doveva essere taciuta agli americani per garantire l'incolumità di ostaggi e partecipanti alle trattative/operazioni. Ma questo che significa, che scopriamo che i nostri alleati non sono poi tanto alleati, al punto di farti fuori se fai qualcosa che non gli aggrada? Che le dichiarazioni di palazzo Chigi sono retorica politica spicciola, di quella che non incanterebbe nemmeno un bracciante agricolo di inizio 900'?
Secondo la tua logica se si dice che i parenti di un rapito non chiamano la polizia per paura che l'ostaggio venga ucciso si intende dire che la polizia lo può ammazzare... ok che la frase è ambigua ma proprio perché l'interpretazione dovrebbe essere chiara...

Onisem
25-08-2005, 17:41
Secondo la tua logica se si dice che i parenti di un rapito non chiamano la polizia per paura che l'ostaggio venga ucciso si intende dire che la polizia lo può ammazzare... ok che la frase è ambigua ma proprio perché l'interpretazione dovrebbe essere chiara...
Ennò Jumper, hai capito benissimo e mi pare che la frase di Scelli, seppur diplomatica, sia piuttosto eloquente. Non è nemmeno il primo che dice certe cose, ma siccome è un Forzista può essere ritenuto più affidabile, dico bene? Non si riferisce ad un effetto collaterale dovuto al fatto che gli americani venissero coinvolti o messi al corrente, ad esempio una ritorsione dei rapitori nei confronti degli ostaggi, Scelli sottintende in modo abbastanza chiaro ad interventi diretti da parte degli americani. Del resto basta vedere l'atteggiamento tenuto anche nei confronti della vicenda Calipari per capire che non si farebbero troppi problemi. Questa è la loro linea in Iraq e non solo, questa è la linea della Casa Bianca, a noi rendercene conto o meno.

Onisem
25-08-2005, 17:54
Chiedo ai moderatori, se lo ritengono opportuno, se si possa incollare questo thread all'altro. In fin dei conti c'è una correlazione tra l'intervista e le dichiarazioni di Palazzo Chigi, non so quanto sia il caso o si riesca a tenere separati i due aspetti. Grazie.

jumpermax
25-08-2005, 18:18
Chiedo ai moderatori, se lo ritengono opportuno, se si possa incollare questo thread all'altro. In fin dei conti c'è una correlazione tra l'intervista e le dichiarazioni di Palazzo Chigi, non so quanto sia il caso o si riesca a tenere separati i due aspetti. Grazie.
chiedi e sarà fatto... :D

jumpermax
25-08-2005, 18:22
Ennò Jumper, hai capito benissimo e mi pare che la frase di Scelli, seppur diplomatica, sia piuttosto eloquente. Non è nemmeno il primo che dice certe cose, ma siccome è un Forzista può essere ritenuto più affidabile, dico bene? Non si riferisce ad un effetto collaterale dovuto al fatto che gli americani venissero coinvolti o messi al corrente, ad esempio una ritorsione dei rapitori nei confronti degli ostaggi, Scelli sottintende in modo abbastanza chiaro ad interventi diretti da parte degli americani. Del resto basta vedere l'atteggiamento tenuto anche nei confronti della vicenda Calipari per capire che non si farebbero troppi problemi. Questa è la loro linea in Iraq e non solo, questa è la linea della Casa Bianca, a noi rendercene conto o meno.
Non mi sembra proprio che sottointenda qualcosa, poi ovvio si può forzare il discorso per interpretarlo in un certo modo. Basta leggere la frase che non hai evidenziato

«Che gli americani non dovessero sapere - ricorda Scelli - fu una condizione inderogabile, ripeto, postami da tutti gli interlocutori e mediatori iracheni.

per capire cosa Scelli intendesse dire col mettere a rischio la propria incolumità e quella degli ostaggi. O pensi forse che gli americani per fermare Scelli avessero bisogno di ammazzarlo?

Onisem
25-08-2005, 18:55
Non mi sembra proprio che sottointenda qualcosa, poi ovvio si può forzare il discorso per interpretarlo in un certo modo. Basta leggere la frase che non hai evidenziato

«Che gli americani non dovessero sapere - ricorda Scelli - fu una condizione inderogabile, ripeto, postami da tutti gli interlocutori e mediatori iracheni.

per capire cosa Scelli intendesse dire col mettere a rischio la propria incolumità e quella degli ostaggi. O pensi forse che gli americani per fermare Scelli avessero bisogno di ammazzarlo?
No, dico che gli americani, seguendo la loro linea, avrebbero semplicemente lasciato intendere: "nessuna trattativa perchè lo diciamo noi, se lo fate non garantiamo per la vostra incolumità, nemmeno per quanto riguarda i nostri soldati". Anche questo è un modo per sparare addosso alla gente: sapere chi sta passando per un dato check point e non avvisare la pattuglia che lo presidia. Alla faccia degli alleati e della collaborazione...

jumpermax
25-08-2005, 19:02
No, dico che gli americani, seguendo la loro linea, avrebbero semplicemente lasciato intendere: "nessuna trattativa perchè lo diciamo noi, se lo fate non garantiamo per la vostra incolumità, nemmeno per quanto riguarda i nostri soldati". Anche questo è un modo per sparare addosso alla gente: sapere chi sta passando per un dato check point e non avvisare la pattuglia che lo presidia. Alla faccia degli alleati e della collaborazione...
si certo e rischiare un incidente diplomatico con un alleato che già ha i suoi problemi con l'opinione pubblica interna... avete nei confronti degli USA meno fiducia che degli ex baathisti.

Onisem
25-08-2005, 19:16
si certo e rischiare un incidente diplomatico con un alleato che già ha i suoi problemi con l'opinione pubblica interna... avete nei confronti degli USA meno fiducia che degli ex baathisti.
Sai quanto frega agli USA di un incidente diplomatico con l'Italia, tra l'altro con un governo loro complice entusiasta. Se avessero avuto tutto questo riguardo e considerazione, credo che rispetto alla vicenda Calipari avrebbero tenuto un atteggiamento ben diverso, non trovi?

dupa
25-08-2005, 20:45
Non capisco ora cosa vuole la sinistra. :rolleyes:

Al massimo sono quelli di destra che dovrebbero essere incavolati che per liberare quelle due lì (che stavano in Iraq di loro spontanea volontà contro ogni "suggerimento" dato dal nostro governo) sono stati curati e rilasciati degi sporchi bastardi terroristi.

Onisem
25-08-2005, 21:08
Non capisco ora cosa vuole la sinistra. :rolleyes:

Al massimo sono quelli di destra che dovrebbero essere incavolati che per liberare quelle due lì (che stavano in Iraq di loro spontanea volontà contro ogni "suggerimento" dato dal nostro governo) sono stati curati e rilasciati degi sporchi bastardi terroristi.
Ecco, un altro spunto che emerge dalle parole di Scelli: che quelli che dai nostri organi di propaganda vengono descritti come terroristi da una parte, resistenti dall'altra, hanno in realtà una composizione "un pò" più eterogenea. Rapitori alcuni, tagliagole altri, alcuni per denaro, altri per fini politici, ma spesso solo gente che avanza richieste umane come cure mediche o medicinali, che chiede un intervento per curare i propri figli, che magari non ha altro modo per avanzare simili "pretese".

jumpermax
25-08-2005, 21:43
Sai quanto frega agli USA di un incidente diplomatico con l'Italia, tra l'altro con un governo loro complice entusiasta. Se avessero avuto tutto questo riguardo e considerazione, credo che rispetto alla vicenda Calipari avrebbero tenuto un atteggiamento ben diverso, non trovi?
Nell'atteggiamento degli americani non ci trovo niente da recriminare, visto e considerato che siamo noi ad aver imbrogliato loro e non viceversa.

sempreio
25-08-2005, 22:11
Da una parte le dichiarazioni di palazzo Chigi, dall'altra la concretezza dei fatti: vicenda Calipari risoltasi in una nuvola di fumo, come volevasi dimostrare ed alla faccia dei sostenitori di un rapporto di maggior peso con gli Stati Uniti determinato dal nostro Presidente del Consiglio, non lo dico affatto godendone, credetemi. C'è poi Scelli, che nell'intervista alla Stampa (vedi thread sull'argomento) afferma che qualsiasi trattativa od operazione doveva essere taciuta agli americani per garantire l'incolumità di ostaggi e partecipanti alle trattative/operazioni. Ma questo che significa, che scopriamo che i nostri alleati non sono poi tanto alleati, al punto di farti fuori se fai qualcosa che non gli aggrada? Che le dichiarazioni di palazzo Chigi sono retorica politica spicciola, di quella che non incanterebbe nemmeno un bracciante agricolo di inizio 900'?

io penso che il governo italiano stia capendo che l' america è al baratro e stia riversando la sua fiducia più all' europa che agli stati uniti, piano piano stiamo uscendo da un patto che ci ha legato ai paesi anglosassoni ormai da decenni, ormai l' europa stà attraversando una fase di stallo non sapendo da che parte mettersi e come sempre aspetta il vincitore...

Onisem
25-08-2005, 22:15
Nell'atteggiamento degli americani non ci trovo niente da recriminare, visto e considerato che siamo noi ad aver imbrogliato loro e non viceversa.
Se gli americani fossero stati più collaborativi come ci si aspetterebbe da degli alleati, meno sprezzanti nei nostri confronti, forse tante volte in simili circostanze non avremmo dovuto tenere nascosto nulla, anzi. E comunque considera che casualmente il fattaccio è successo l'unica volta che ne erano al corrente. Forse l'unico errore di Calipari è stato proprio questo: informare i nostri vertici i quali a loro volta hanno informato i loro. In cosa non c'è niente da recriminare Jumper, nell'aver fornito da subito una versione dei fatti palesemente falsa? Nell'aver trattenuto il veicolo per quasi un mese impedendo ai nostri magistrati di esaminarlo? Nell'aver impedito agli stessi di presenziare agli interrogatori della cosiddetta "commissione congiunta"? Nell'aver sparato ed ammazzato un connazionale, ferendone altri due? Nell'aver rigettato ogni responsabilità? Nel non aver inoltrato nessuna parola, nemmeno accennata, di scuse formali al nostro governo? Nel non aver individuato e fornito alcun colpevole? Sta a vedere che saremmo dovuti essere noi a chiedere scusa...

jumpermax
25-08-2005, 23:09
Se gli americani fossero stati più collaborativi come ci si aspetterebbe da degli alleati, meno sprezzanti nei nostri confronti, forse tante volte in simili circostanze non avremmo dovuto tenere nascosto nulla, anzi. E comunque considera che casualmente il fattaccio è successo l'unica volta che ne erano al corrente. Forse l'unico errore di Calipari è stato proprio questo: informare i nostri vertici i quali a loro volta hanno informato i loro. In cosa non c'è niente da recriminare Jumper, nell'aver fornito da subito una versione dei fatti palesemente falsa? Nell'aver trattenuto il veicolo per quasi un mese impedendo ai nostri magistrati di esaminarlo? Nell'aver impedito agli stessi di presenziare agli interrogatori della cosiddetta "commissione congiunta"? Nell'aver sparato ed ammazzato un connazionale, ferendone altri due? Nell'aver rigettato ogni responsabilità? Nel non aver inoltrato nessuna parola, nemmeno accennata, di scuse formali al nostro governo? Nel non aver individuato e fornito alcun colpevole? Sta a vedere che saremmo dovuti essere noi a chiedere scusa...
Certamente che le scuse le deve il nostro governo. Si era detto o no che non si trattava coi terroristi? Si era detto o no che non si pagavano i riscatti? Secondo te gli americani i riscatti non li pagano perché non sono furbi come noi italiani? O perché forse sanno che è il modo migliore per mettere in pericolo altra gente, e per dare ai terroristi altri mezzi per ammazzare i propri soldati? Si intrattenevano rapporti più stretti con i terroristi che coi vertici USA, e a non comunicare questi sono i risultati. Dove sarebbe scritto che li avevamo informati? I vertici USA non sapevano niente, sono stati avvisati solo all'ultimo momento. Chi ha scelto di tenere gli alleati all'oscuro noi o loro? Dopo quanto dichiarato da Scelli oggi con gli USA possiamo solo tacere, almeno prima c'era qualche margine di dubbio....

LittleLux
25-08-2005, 23:28
Mah, per me quello di Scelli vuole essere nè più nè meno che uno sgambetto a Berlusconi per essere stato dallo stesso scaricato. Pessima abitudine quella di Silvio di circondarsi di mercenari per poi scaricarli. Prima o poi uno di questi gli si può rivoltare contro. Ultimamente, tra piccoli e meno piccoli, sono in molti a farlo. Scelli è uno di quelli grossi.

Dopo sta storia non mi meraviglierei se salisse nel carro del csx.

jumpermax
25-08-2005, 23:33
Mah, per me quello di Scelli vuole essere nè più nè meno che uno sgambetto a Berlusconi per essere stato dallo stesso scaricato. Pessima abitudine quella di Silvio di circondarsi di mercenari per poi scaricarli. Prima o poi uno di questi gli si può rivoltare contro. Ultimamente, tra piccoli e meno piccoli, sono in molti a farlo. Scelli è uno di quelli grossi.

Dopo sta storia non mi meraviglierei se salisse nel carro del csx.
in effetti mi sembra una "gaffe" troppo grossa per essere involontaria...

HolidayEquipe™
25-08-2005, 23:38
io sapevo che scelli aveva intenzione di candidarsi nelle liste di forza italia...evidentemente mi son perso qualcosa...qui si parla di essere stato scaricato...qualcuno mi aggiorna?...scelli avrebbe portato un sacco di voti...che motivo avrebbe avuto berlusconi per scaricarlo?...
ragionando per logica, scaricare scelli mi sembra una scelta sbagliata...almeno ragionando su due piedi...qualcuno mi puo' illuminare?...
tengo a precisare che pur essendo di sinistra, credo che questa dichiarazione di scelli sia stata una cosa molto sleale...sbaglio o sembra voglia pulirsi la coscienza da calipari e quattrocchi scaricnado la colpa al governo?...
odio la slealta' politica...anche se rivolta contro fazioni opposte alle mie...

LittleLux
25-08-2005, 23:56
io sapevo che scelli aveva intenzione di candidarsi nelle liste di forza italia...evidentemente mi son perso qualcosa...qui si parla di essere stato scaricato...qualcuno mi aggiorna?...scelli avrebbe portato un sacco di voti...che motivo avrebbe avuto berlusconi per scaricarlo?...
ragionando per logica, scaricare scelli mi sembra una scelta sbagliata...almeno ragionando su due piedi...qualcuno mi puo' illuminare?...
tengo a precisare che pur essendo di sinistra, credo che questa dichiarazione di scelli sia stata una cosa molto sleale...sbaglio o sembra voglia pulirsi la coscienza da calipari e quattrocchi scaricnado la colpa al governo?...
odio la slealta' politica...anche se rivolta contro fazioni opposte alle mie...

Scelli, invece, non avrebbe e non ha, nei fatti, portato nessun voto a FI. La sua fine è iniziata proprio nel momento in cui avrebbe dovuto spiccare il volo, quando cioè era stato incaricato di organizzare la campagna elettorale tra i giovani durante le passate regionali. La manifestazione che organizzò per portare in piazza i giovani si rivelò un fiasco più totale, e da lì in poi i rapporti tra i due hanno iniziato a deteriorarsi...poi tutte le polemiche sui rapimenti in Iraq che hanno visto coinvolto lo stesso Scelli...

Ora è caduto nella polvere e vuole restituire il piacere al berlusca.

sid_yanar
25-08-2005, 23:59
io sapevo che scelli aveva intenzione di candidarsi nelle liste di forza italia...evidentemente mi son perso qualcosa...qui si parla di essere stato scaricato...qualcuno mi aggiorna?...scelli avrebbe portato un sacco di voti...che motivo avrebbe avuto berlusconi per scaricarlo?...
ragionando per logica, scaricare scelli mi sembra una scelta sbagliata...almeno ragionando su due piedi...qualcuno mi puo' illuminare?...
tengo a precisare che pur essendo di sinistra, credo che questa dichiarazione di scelli sia stata una cosa molto sleale...sbaglio o sembra voglia pulirsi la coscienza da calipari e quattrocchi scaricnado la colpa al governo?...
odio la slealta' politica...anche se rivolta contro fazioni opposte alle mie...


Scelli è il tipico personaggio polimorfico...incaricato dal Berlusconi di fondare questa primavera un movimento giovanile berlusconiano "onda azzurra" organizza una grande kermesse in quel di Firenze, invitando come speaker ovviamente il Berlusconi stesso ed i due noti terroristi neri Mambro e Fioravanti. Che avranno mai da insegnare ai giovani il cavaliere e due assassini comclamati, autori di 13 omicidi riconosciuti? Sarebbe bello saperlo.
In ogni caso divampa la polemica, ed alla fine il duo Mambro-Fioravanti viene trombato e parla solo il Berlusconi. Dei circa 3000 giovani previsti ne arrivano in ogni caso solo 150-200. Un flop colossale :sofico:
Ecco il link tra Scelli e Berlusconi :stordita:

LittleLux
26-08-2005, 00:02
Scelli è il tipico personaggio polimorfico...incaricato dal Berlusconi di fondare questa primavera un movimento giovanile berlusconiano "onda azzurra" organizza una grande kermesse in quel di Firenze, invitando come speaker ovviamente il Berlusconi stesso ed i due noti terroristi neri Mambro e Fioravanti. Che avranno mai da insegnare ai giovani il cavaliere e due assassini comclamati, autori di 13 omicidi riconosciuti? Sarebbe bello saperlo.
In ogni caso divampa la polemica, ed alla fine il duo Mambro-Fioravanti viene trombato e parla solo il Berlusconi. Dei circa 3000 giovani previsti ne arrivano in ogni caso solo 150-200. Un flop colossale :sofico:
Ecco il link tra Scelli e Berlusconi :stordita:

Quel movimento più che un'onda azzurra è stata un'onda anomala.:asd:

von Clausewitz
26-08-2005, 00:42
http://www.lastampa.it/redazione/Interni/scelli.asp
Il tacere agli americani i nostri tentativi di liberare gli ostaggi fu una condizione irrinunciabile per garantire l’incolumità degli ostaggi e nostra,

credo proprio che tu abbia completamente travisato il senso di quella frase
scelli infatti quando parlava dell'incolumità loro (nel senso di mediatori) e degli ostaggi si riferiva a quanto gli era stato detto dagli iraqeni e non parlava delle supposte intenzioni attribuite (da te) agli americani

«Che gli americani non dovessero sapere - ricorda Scelli - fu una condizione inderogabile, ripeto, postami da tutti gli interlocutori e mediatori iracheni. Una condizione accettata e condivisa da palazzo Chigi sin dall’aprile del 2004».

la cosa in se era ovvia nel senso che gli iraqeni erano disposti si a trattare, purchè da queste trattative fossero tenuti all'oscuro gli americani, che allergici ai compromessi come sono, avrebbero cercato perlomeno di dare ai rapitori il redde rationem
ecco il perchè dell'assoluta dissimulazione che noi facemmo rispetto a quelli con cui dopotutto formavamo una "coalizione", ed è sin troppo ovvio altresì che gli iraqeni per rafforzare la nostra propensione al silenzio più assoluto con gli americani, abbiano fatto presente che in caso contrario ne sarebbe andata dell'incolumità dei mediatori e degli ostaggi, ma rispetto a qualcosa che avrebbero fatto loro e non gli americani
incolumità a rischio che peraltro temevamo, anzi mettevamo nel conto come scelli stesso racconta nell'articolo da te riportato:

«Era accaduto che le modalità di rilascio delle due ragazze erano mutate: io e Nawar avremmo dovuto trovarle al parcheggio dell’aeroporto e invece trovammo due emissari che ci volevano portare in una località sconosciuta. Calipari chiese l’autorizzazione al direttore del Sismi, Nicolò Pollari, che la negò: “Annullate l’operazione, è una trappola, vogliono sequestrare Scelli”. Attimi di incertezza, di tensione e alla fine Nicola capì che doveva lasciarci andare. Passarono sei ore drammatiche, noi fummo sequestrati ma alla fine le due Simone tornarono a casa».

infatti agli americani come si evince da un caso in cui hanno "saputo", premeva di liberare si gli ostaggi, ma senza riscatti e possibilmente cercando di accalappiare i responsabili dei sequestri come riportato nell'articolo da te riportato:


«Come è noto, i tre italiani furono liberati insieme a un ostaggio polacco dalle forze speciali americane: «Dovevano essere consegnati agli Ulema e gli Ulema l’avrebbero dati a noi. Ma poi andò diversamente: i due carcerieri non parlavano neppure una parola d’inglese e c’era un problema di comunicazione con gli ostaggi. Uno dei due ebbe la brillante idea di farsi aiutare da un amico che masticava l’inglese. Caso volle che si trattasse di un confidente degli americani che, naturalmente informati subito, liberarono gli ostaggi....».

ala fine è il solito discorso sul nostro equivoco modo di comportarci, fatto di menzogne, furbate, sotterfugi, doppigiochi e tripligiochi, che hanno reso la nostra politica estera, con la sola eccezione rappresentata da De Gasperi, più che inaffidabile, infida (secondo il detto caro a Montanelli, per cui preferivamo fare gli amici dei nemici e i nemici degli amici) agli occhi innanzitutto dei nostri alleati, e fra questi degli alleati europei in primis, mentre gli americani nonostante tutto sono fra i pochi se non gli unici a continuare a prenderci un minimo sul serio, forse perchè alle nostre "bizze" sono ormai abituati e ci passano sopra, a differenza di tutti gli altri, che giustamente ci trattano alla stregua di persone "poco serie"
tuttavia malgrado in genere gli americani con noi dispensino spesso comprensione, in questo caso giustamente hanno fatto sapere di non voler esser tirati in ballo, perchè è tutto un caso italiano:

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/08_Agosto/25/scelli.shtml

GLI STATI UNITI: QUESTIONI ITALIANE Gli Stati Uniti hanno definito oggi «questioni del governo italiano» le dichiarazioni fatte dal commissario straordinario uscente della CRI Maurizio Scelli sulle cure mediche ad alcuni terroristi in Iraq, all'insaputa degli Usa, legate alla liberazione degli ostaggi italiani. «La nostra posizione sui negoziati con i terroristi è ben conosciuta», ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Sean McCormack rispondendo ad una domanda dei media durante il briefing quotidiano a Washington. «La morte di Nicola Calipari resta un evento doloroso - ha aggiunto il portavoce americano - Stati Uniti e Italia sono paesi molto amici. Gli italiani hanno versato il loro sangue al fianco dei soldati americani». «Apprezziamo l'impegno del governo e del popolo italiano per la libertà e per la sicurezza dell'Iraq», ha proseguito il portavoce del Dipartimento di Stato rifiutandosi di entrare nel merito delle dichiarazioni fatte da Scelli.


come poi tu dall'inizio della discussione cerchi di farli entrare, a dispetto di ogni logica, come primi attori in un caso che riguarda esclusivamente noi stessi, è un mistero
ma forse non di mistero si tratta, ma del fatto che, parafrasando un detto, per scrivere quello che hai scritto, essere antiamericani non è necessario, ma aiuta
il che conferma quanto scriveva la rivista nouvelle observateure, non più tardi di un paio d'anni fa, quando ravvisava l'essenza dell'antiamericanismo nell'ignoranza dei fatti o nella loro distorisione sistematica
come in questo caso

von Clausewitz
26-08-2005, 00:50
No, dico che gli americani, seguendo la loro linea, avrebbero semplicemente lasciato intendere: "nessuna trattativa perchè lo diciamo noi, se lo fate non garantiamo per la vostra incolumità, nemmeno per quanto riguarda i nostri soldati". Anche questo è un modo per sparare addosso alla gente: sapere chi sta passando per un dato check point e non avvisare la pattuglia che lo presidia. Alla faccia degli alleati e della collaborazione...

peccato però che questo che scrivi l'ha fatto intendere scelli a riguardo dei rischi che gli iraqeni abbiano velatamente minacciato nel caso di soffiata agli americani delle trattative e non gli americani che tu in un singolare rovesciamento delle parti gli attribuisci
naturalmente la chiosa che tu ne fai derivare da questo rispetto al caso Calipari è una tua illazione fondata su questo falso presupposto
così come quando parli di alleati e di collaborazione, campi in cui abbiamo dimostrato essere i primi deficitari

von Clausewitz
26-08-2005, 00:57
Sai quanto frega agli USA di un incidente diplomatico con l'Italia, tra l'altro con un governo loro complice entusiasta. Se avessero avuto tutto questo riguardo e considerazione, credo che rispetto alla vicenda Calipari avrebbero tenuto un atteggiamento ben diverso, non trovi?

non saprei quantificare quanto freghi agli americani d'incidenti diplomatici col nostro paese
non so, probabilmente sarà anche poco, ma sicuramente di più della maggioranza, anzi della totalità degli altri stati, che se del caso non si fanno scrupoli e riguardi a farci piccoli e grandi sgarbi diplomatici, spesso meritati beninteso, visto lo spessore della nostra politica estera
piuttosto spero che l'amministrazione Bush abbia aperto gli occhi e capito che razza d'alleato si ritrova al fianco, a maggior ragione se rappresentato da un berlusconi, e abbia deciso di lasciarci al nostro destino, in primis per faccende che a noi stanno molto a cuore e in cui hanno promesso (gli unici a farlo) di consultarci e supportarci, come la riforma del consiglio di sicurezza onu

von Clausewitz
26-08-2005, 01:01
si certo e rischiare un incidente diplomatico con un alleato che già ha i suoi problemi con l'opinione pubblica interna... avete nei confronti degli USA meno fiducia che degli ex baathisti.

ma lo sai che non ho proprio capito di che discutete tu e onisem, rispetto a una faccenda che riguarda esclusivamente noi italiani? :confused: ;)

von Clausewitz
26-08-2005, 01:05
Ecco, un altro spunto che emerge dalle parole di Scelli: che quelli che dai nostri organi di propaganda vengono descritti come terroristi da una parte, resistenti dall'altra, hanno in realtà una composizione "un pò" più eterogenea. Rapitori alcuni, tagliagole altri, alcuni per denaro, altri per fini politici, ma spesso solo gente che avanza richieste umane come cure mediche o medicinali, che chiede un intervento per curare i propri figli, che magari non ha altro modo per avanzare simili "pretese".

ti do un altro spunto:
forse è la volta buona che viene alla luce la faccenda dei 4 milioni di dollari, che a detta del sunday times, sarebbero stati pagati per il rilascio delle due caf... ops volevo dire delle due simone ;)

von Clausewitz
26-08-2005, 01:08
io penso che il governo italiano stia capendo che l' america è al baratro e stia riversando la sua fiducia più all' europa che agli stati uniti, piano piano stiamo uscendo da un patto che ci ha legato ai paesi anglosassoni ormai da decenni, ormai l' europa stà attraversando una fase di stallo non sapendo da che parte mettersi e come sempre aspetta il vincitore...

forse non hai capito che in fondo al baratro ci siamo noi (parlo in genere di tutte le faccende d'attualità, dal caso bankitalia alla crisi economica, morale, politica ecc. che attanaglia il nostro paese), e che siamo in fondo a questo baratro ormai l'hanno capito tutti
in primis i nostri "alleati" europei, che non ci fanno mancare il loro velato, ma per lo più giustificato disprezzo

von Clausewitz
26-08-2005, 01:10
Se gli americani fossero stati più collaborativi...

continui a parlare di collaborazione, quando siamo stai noi i primi a non fornirne alcuna
boh :confused: :mc:

jumpermax
26-08-2005, 01:26
ma lo sai che non ho proprio capito di che discutete tu e onisem, rispetto a una faccenda che riguarda esclusivamente noi italiani? :confused: ;)
In effetti la questione mi sembra molto italiana... non riesco a capire che senso abbia tirare fuori questi discorsi adesso. Gli americani immagino che fossero a conoscenza della vicenda, che ovviamente crea imbarazzo al nostro governo più che a quello americano. Anzi (vedi vicenda riscatto) immagino ne sappiano anche più di quanto è stato detto. Da un punto di vista teorico una linea di maggior smarcamento dagli USA può avere un senso, chiaro dipende fatta verso chi. Il fine non può essere la liberazione di ostaggi per questioni di politica interna... avvicinare i sunniti magari sarebbe stato un obbiettivo sensato.

Onisem
26-08-2005, 01:51
Certamente che le scuse le deve il nostro governo. Si era detto o no che non si trattava coi terroristi?
Si era, chi? Pare piuttosto che qualcuno abbia deciso per tutti, e che pretenda che qualcun'altro si adegui senza possibilità di discussione e confronto, non credo si sia concordato. E comunque è una vergogna che da italiano, a proposito della vicenda Calipari tu dica che siamo noi a dovere delle scuse. Procurati una Green Card e aspetta di ottenere la cittadinanza, a questo punto.


Dove sarebbe scritto che li avevamo informati? I vertici USA non sapevano niente, sono stati avvisati solo all'ultimo momento. Chi ha scelto di tenere gli alleati all'oscuro noi o loro? Dopo quanto dichiarato da Scelli oggi con gli USA possiamo solo tacere, almeno prima c'era qualche margine di dubbio....
Calipari informò il Gen. Mario Marioli, è risaputo, il quale affermò in un primo momento di aver tempestivamente informato i vertici militari americani a Baghdad, difficile credere il contrario (siamo alleati!). In un secondo momento ha forse ritratto questa versione, ora non ricordo perfettamente, possibile che la sua versione attuale sia cambiata per ovvie ragioni di convenienza. Ribadisco: sta a vedere che dobbiamo chiedere scusa noi a chi ha ammazzato un nostro connazionale rigettando ogni responsabilità, mistificando i fatti ed intralciando le indagini, se non è sudditanza questa...

Onisem
26-08-2005, 02:03
peccato però che questo che scrivi l'ha fatto intendere scelli a riguardo dei rischi che gli iraqeni abbiano velatamente minacciato nel caso di soffiata agli americani delle trattative e non gli americani che tu in un singolare rovesciamento delle parti gli attribuisci
naturalmente la chiosa che tu ne fai derivare da questo rispetto al caso Calipari è una tua illazione fondata su questo falso presupposto
così come quando parli di alleati e di collaborazione, campi in cui abbiamo dimostrato essere i primi deficitari
Beh, le mie potranno anche essere illazioni dettate dall'ignoranza dei fatti, ma se se le può permettere un governo come quello USA parlando di auto che viaggiano a 150 Km/h... Riguardo il mio antiamericanismo: semplicemente detesto il modo di fare di quest'amministrazione di vaccari e ciò che rappresenta.

jumpermax
26-08-2005, 02:06
Si era, chi? Pare piuttosto che qualcuno abbia deciso per tutti, e che pretenda che qualcun'altro si adegui senza possibilità di discussione e confronto, non credo si sia concordato. E comunque è una vergogna che da italiano, a proposito della vicenda Calipari tu dica che siamo noi a dovere delle scuse. Procurati una Green Card e aspetta di ottenere la cittadinanza, a questo punto.

Sta mo a vedere adesso che essere italiano implichi dare ragione in base alla nazionalità. Questo è nazionalismo della peggior specie, spero che ti sia scappato nella foga del discorso...


Calipari informò il Gen. Mario Marioli, è risaputo, il quale affermò in un primo momento di aver tempestivamente informato i vertici militari americani a Baghdad, difficile credere il contrario (siamo alleati!). In un secondo momento ha forse ritratto questa versione, ora non ricordo perfettamente, possibile che la sua versione attuale sia cambiata per ovvie ragioni di convenienza. Ribadisco: sta a vedere che dobbiamo chiedere scusa noi a chi ha ammazzato un nostro connazionale rigettando ogni responsabilità, mistificando i fatti ed intralciando le indagini, se non è sudditanza questa...
Informati a cose fatte quando già l'operazione era in corso. Il che vuol dire andarsi a cercare una situazione di rischio. L'ultima cosa da fare dopo le parole di Scelli era andare a riprendere la questione Calipari. Collaborazione stretta coi terroristi. Esercito USA tenuto all'oscuro, poi abbiamo anche il coraggio di venirci a lamentare se ai check point non riconoscono le nostre auto? Avevano ben altro a cui pensare quella sera i soldati, che ai movimenti dei nostri uomini...

jumpermax
26-08-2005, 02:08
Beh, le mie potranno anche essere ilazioni dettate dall'ignoranza dei fatti, ma se se le può permettere un governo come quello USA parlando di auto che viaggiano a 150 Km/h... Riguardo il mio antiamericanismo: semplicemente detesto il modo di fare di quest'amministrazione di vaccari e ciò che rappresenta.
E ogni occasione è buona per dargli contro no? Era una buona intervista per dar contro il governo italiano invece, e vedrai che l'opposizione non se la fa scappare... ;)

Onisem
26-08-2005, 02:10
ti do un altro spunto:
forse è la volta buona che viene alla luce la faccenda dei 4 milioni di dollari, che a detta del sunday times, sarebbero stati pagati per il rilascio delle due caf... ops volevo dire delle due simone ;)
Non ho molte difficoltà a credere che ciò sia avvenuto, non vedo perchè dovrei. Trovo del tutto legittimo che un governo utilizzi ogni sua facoltà per salvare la vita dei propri cittadini, che lo taccia all'opinione pubblica per ovvi motivi.

jumpermax
26-08-2005, 02:12
Non ho molte difficoltà a credere che ciò sia avvenuto, non vedo perchè dovrei. Trovo del tutto legittimo che un governo utilizzi ogni sua facoltà per salvare la vita dei propri cittadini, che lo taccia all'opinione pubblica per ovvi motivi.
quindi se si iniziassero a rapire qua in Italia persone a caso chiedendo il riscatto al governo bisognerebbe pagare, giusto? :mbe:

Onisem
26-08-2005, 02:13
E ogni occasione è buona per dargli contro no? Era una buona intervista per dar contro il governo italiano invece, e vedrai che l'opposizione non se la fa scappare... ;)
Ogni occasione no, tante volte ne ho tessuto le lodi.

Onisem
26-08-2005, 02:13
quindi se si iniziassero a rapire qua in Italia persone a caso chiedendo il riscatto al governo bisognerebbe pagare, giusto? :mbe:
Shh, non dirlo a nessuno.

Onisem
26-08-2005, 02:22
Sta mo a vedere adesso che essere italiano implichi dare ragione in base alla nazionalità. Questo è nazionalismo della peggior specie, spero che ti sia scappato nella foga del discorso...
Non mi è scappato, la vicenda Calipari è per me un nervo ancora scoperto, e per quanto mi riguarda il ricordo non si conclude con la fine dei servizi nei TG. Che sapessero o non sapessero hanno commesso un errore, hanno sparato a chi non dovevano (i check points non sono postazioni di tiro), hanno gestito la vicenda mistificando i fatti, intralciando le indagini, rigettando ogni responsabilità. In tutto questo non credo che siamo noi a dover chiedere scusa.

jumpermax
26-08-2005, 02:22
Shh, non dirlo a nessuno.
c'è tutta una storia di sequestri, tra terrorismo e criminalità, che dice l'esatto opposto. La questione è semplicissima: se il governo italiano paga per ogni italiano sequestrato, tutti gli italiani che si trovano in zone pericolose sono a rischio sequestri. Non soltanto afghanistan o Irak... l'opinione pubblica adora le storie a lieto fine, ma un governo ha il dovere di scegliere la cosa più giusta da fare per il paese, che non sempre coincide con quello che è più giusto da fare per il sequestrato.

Onisem
26-08-2005, 02:27
continui a parlare di collaborazione, quando siamo stai noi i primi a non fornirne alcuna
boh :confused: :mc:
Mezzi, soldati e morti per una guerra voluta da loro, più collaborazione di così...

jumpermax
26-08-2005, 02:29
Non mi è scappato, la vicenda Calipari è per me un nervo ancora scoperto, e per quanto mi riguarda il ricordo non si conclude con la fine dei servizi nei TG. Che sapessero o non sapessero hanno commesso un errore, hanno sparato a chi non dovevano (i check points non sono postazioni di tiro), hanno gestito la vicenda mistificando i fatti, intralciando le indagini, rigettando ogni responsabilità. In tutto questo non credo che siamo noi a dover chiedere scusa.
questo è un altro discorso, la tua affermazione di prima suonava come, "se non dai ragione a Calipari non sei degno di essere italiano".

Onisem
26-08-2005, 02:29
c'è tutta una storia di sequestri, tra terrorismo e criminalità, che dice l'esatto opposto. La questione è semplicissima: se il governo italiano paga per ogni italiano sequestrato, tutti gli italiani che si trovano in zone pericolose sono a rischio sequestri. Non soltanto afghanistan o Irak... l'opinione pubblica adora le storie a lieto fine, ma un governo ha il dovere di scegliere la cosa più giusta da fare per il paese, che non sempre coincide con quello che è più giusto da fare per il sequestrato.
Guarda che su questo sono d'accordo Jumper, ne abbiamo già parlato altre volte. Semplicemente ho una visione un pò più flessibile in merito: pur non essendo l'opzione preferibile per il liberamento di un'ostaggio, anzi, non escluderei comunque a priori il pagamento di un riscatto per salvare la vita di un connazionale.

Onisem
26-08-2005, 02:32
questo è un altro discorso, la tua affermazione di prima suonava come, "se non dai ragione a Calipari non sei degno di essere italiano".
La mia affermazione credo suanasse chiara: se in merito alla vicenda ritieni che noi dobbiamo delle scuse al governo USA, tanto vale che ti procuri una Green Card ed aspetti di ottenere la cittadinanza. E' quello che penso.

Onisem
26-08-2005, 02:38
non saprei quantificare quanto freghi agli americani d'incidenti diplomatici col nostro paese
non so, probabilmente sarà anche poco, ma sicuramente di più della maggioranza, anzi della totalità degli altri stati, che se del caso non si fanno scrupoli e riguardi a farci piccoli e grandi sgarbi diplomatici, spesso meritati beninteso, visto lo spessore della nostra politica estera
piuttosto spero che l'amministrazione Bush abbia aperto gli occhi e capito che razza d'alleato si ritrova al fianco, a maggior ragione se rappresentato da un berlusconi, e abbia deciso di lasciarci al nostro destino, in primis per faccende che a noi stanno molto a cuore e in cui hanno promesso (gli unici a farlo) di consultarci e supportarci, come la riforma del consiglio di sicurezza onu
Questo è vero, ma è come paragonare gli sputi in faccia (Francia e Germania), con uno che si gira scrollando le spalle (USA). Voglio dire, sai che soddisfazioni...

jumpermax
26-08-2005, 04:06
La mia affermazione credo suanasse chiara: se in merito alla vicenda ritieni che noi dobbiamo delle scuse al governo USA, tanto vale che ti procuri una Green Card ed aspetti di ottenere la cittadinanza. E' quello che penso.
E allora non venirti a lamentare se ti viene bollata come propaganda nazionalista...

tatrat4d
26-08-2005, 18:24
dall'altro topic
Prologo

ROMA (Reuters) - Le autorità italiane avrebbero prestato cure mediche a "quattro presunti terroristi iracheni" per favorire la liberazione di Simona Pari e Simona Torretta, le due operatrici umanitarie rapite in Iraq nel settembre 2004 . Lo scrive oggi il quotidiano La Stampa citando l'ex commissario della Croce Rossa Maurizio Scelli.

"I mediatori ci chiesero di curare e salvare la vita a quattro presunti terroristi ricercati dagli americani. Li nascondemmo e li portammo ai medici della Croce Rossa, che li operarono. Curammo anche quattro loro bambini malati di leucemia", ha detto Scelli secondo quanto riportato dal giornale, senza indicare se per la liberazione delle due italiane fu pagato anche un riscatto in denaro.

L'operazione, ha spiegato Scelli, fu condotta in totale segreto, senza comunicarla alle autorità Usa, e fu autorizzata dal sottosegretario alla presidenza Consiglio Gianni Letta, che ha la delega ai servizi segreti.

Simona Pari e Simona Torretta, operatrici dell'Organizzazione non governativa "Un Ponte per", furono rapite insieme a due colleghi iracheni il 7 settembre a Baghdad e rilasciate tre settimane dopo, consegnate allo stesso Scelli.

"Il tacere agli americani i nostri tentativi di liberare gli ostaggi fu una condizione irrinunciabile per garantire l'incolumità degli ostaggi e nostra... che trovò d'accordo, quando gliela rappresentai, anche il sottosegretario Gianni Letta", ha detto l'ex numero uno della Cri.

"A Baghdad, quando si trattò di riportare in Italia le due Simone, Nicola Calipari, consapevole di questa direttiva, si raccomandò con me di non parlarne neppure al generale Mario Marioli, italiano, vicecomandante delle forze alleate in Iraq".

Il funzionario del Sismi Nicola Calipari fu ucciso il 4 marzo scorso da colpi d'arma da fuoco sparati da soldati Usa a un checkpoint a Baghdad, mentre accompagnava all'aeroporto la giornalista del "Manifesto" Giuliana Sgrena, liberata dai suoi sequestratori in Iraq appena qualche ora prima.

Secondo la ricostruzione dell'ex commissario della Croce Rossa raccolta dalla "Stampa", a mettere in contatto Scelli coi rapitori delle due ragazze sarebbe stato Mohammed al Kubaysi, vicepresidente del Consiglio degli Ulema iracheni, attraverso un medico iracheno, Nawar.

Scelli ha raccontato al giornale che la Croce Rossa inviò un'ambulanza per raccogliere i quattro feriti eludendo e trasportarli in un ospedale di Baghdad in cui operavano medici italiani eludendo la sorveglianza delle truppe Usa.

Scelli ha aggiunto che prima di ottenere la liberazione delle due italiane è stato trattenuto dai rapitori per sei ore insieme a Nawar.

Contattata da Reuters, la presidenza del Consiglio non ha per il momento rilasciato dichiarazioni.


Epilogo

Guido Ruotolo per La Stampa

«Ma Scelli è impazzito...». Era ancora presto, ieri mattina, quando a palazzo Chigi è arrivato Gianni Letta. Aveva letto l’intervista a “la Stampa” del commissario straordinario della Croce Rossa, Maurizio Scelli, ed era rimasto senza parole. Chi l’ha incontrato o ci ha parlato racconta di non averlo mai visto così furioso: «Ma come - si è lasciato andare Letta - abbiamo fatto tanto per ricostruire un rapporto con gli americani, dopo le note vicende di Calipari, e adesso arriva Scelli e butta tutto all’aria? E’ un ragazzino con l’ansia di protagonismo».

Il sottosegretario Letta, il grande protettore di Maurizio Scelli, si è sentito «tradito», non ha apprezzato di non essere stato avvertito che sarebbe uscita l’intervista su “la Stampa”, e di fronte alle «pressioni» dell’opposizione, ma anche di esponenti di governo e degli apparati di intelligence, lo ha chiamato invitandolo «a fare tutto quello che era nelle sue possibilità per ridurre il danno». Letta era stato chiaro con Scelli: palazzo Chigi l’avrebbe «scaricato». E difatti, dopo una laboriosa stesura, Palazzo Chigi ha dato il via libera a un comunicato di presa di distanze da Maurizio Scelli. E non solo per non irritare gli alleati - nei confronti dei quali si è voluto riaffermare «la collaborazione piena e leale» - ma per alleggerire la pressione di una opposizione che sin dalle prime ore della mattina chiedeva il dibattito parlamentare.

«In tutti gli incontri riservati - ha ripetuto il sottosegretario alla Presidenza del consiglio - l’opposizione ci ha sempre detto di fare tutto quello che era necessario fare per ottenere la liberazione degli ostaggi, delle due Simone. Sarebbe assurdo che adesso manifestasse tutto il suo stupore...».

L’opposizione non è mai stata tenera con Maurizio Scelli, accusato una volta di «protagonismo», un’altra di essere «compromesso» con il governo, con la maggioranza. Scelli è diventato negli ultimi mesi una calamita di accuse, spesso ingenerose. E ieri l’opposizione ha avuto buon gioco nel prenderne le distanze, nel calcare la mano sulle contraddizioni interne alla maggioranza. Addirittura, l’ufficio di presidenza del Copaco, il Comitato parlamentare di controllo sui Servizi, ha manifestato tutto il suo «stupore», sostenendo di non aver mai avuto sentore di ciò che afferma Scelli.

«La verità - sostiene però un autorevole esponente istituzionale dell’opposizione - è che naturalmente sapevamo in linea di massima come si muoveva la Croce Rossa di Scelli. E quello che è riuscita a fare: operazioni coperte che tali dovevano rimanere, ma che Scelli ha voluto rendere pubbliche».

Per tutto il giorno, negli ambienti politici e istituzionali si è posto un solo interrogativo: «Perché Scelli è uscito allo scoperto?». E la risposta pressoché unanime è stata che «Scelli si è sentito abbandonato dal governo e si è voluto vendicare».
Lui, il commissario uscente della Cri, dall’alba sulla graticola, ha risposto alle domande dei giornalisti, precisando e confermando i contenuti dell’intervista a “la Stampa”, per tentare di ricucire lo «strappo» con palazzo Chigi, e a sua volta ha rilanciato manifestando tutto il suo «stupore»: «Ma perché questa animosità nei miei confronti? Le cose che ho detto non sono mica una novità. Le avevo accennate a suo tempo, adesso ho avuto la possibilità di approfondirle».

Palazzo Chigi nel suo comunicato non ha potuto smentire di essere stato informato delle iniziative della Cri dal commissario Scelli, limitandosi a sottolineare l’autonomia e la neutralità della Croce Rossa e negando di avere autorizzato chicchessia a non informare gli americani. Che Letta sapesse che Scelli si stava muovendo per la liberazione delle due Simone non è mai stato negato dallo stesso Letta. Gli episodi sono noti dal novembre scorso, quando è uscita nelle librerie l’ultima fatica di Bruno Vespa («Storia d’Italia. Da Mussolini a Berlusconi»). Pagina 696. Arriva la telefonata delle due Simone a Scelli nella quale si chiede di fare quello che era stato promesso, e cioè operare i quattro presunti terroristi ricercati dagli americani. Scelli, nonostante che la Cri fosse stata invita a non occuparsi del sequestro, si precipita da Letta, a palazzo Chigi: «A questo punto - scrive Vespa - il sottosegretario non può escludere la Croce Rossa dalla trattativa: “Va’ avanti nella riservatezza più assoluta, visto che dovevi star fuori dalla storia” dice a Scelli. “Tienimi informato”».


Insomma, fanno notare ambienti vicini alla Croce Rossa, se palazzo Chigi non ha «smentito» le affermazioni di Vespa è «curioso» che oggi dica di non avere mai saputo nulla dell’iniziativa autonoma di Scelli. Sapeva perfettamente quello che stava accadendo, compreso che gli americani non dovevano sapere, come del resto lo sapeva l’opposizione.

zerothehero
26-08-2005, 18:48
Ma Scelli non poteva stare zitto? :confused:

tatrat4d
26-08-2005, 18:56
Ma Scelli non poteva stare zitto? :confused:

no, o è un ingenuo (la storia della coppietta terrorista al meeting con Berlusconi depone per questa versione) o voleva creare casino alla maggioranza.

Grande blu
26-08-2005, 19:00
Ma Scelli non poteva stare zitto? :confused:

Forse è incazzato perche non gli rinnovano il mandato?

jumpermax
26-08-2005, 19:02
Forse è incazzato perche non gli rinnovano il mandato?
anche se fosse il suo è stato un sucidio politico....

Grande blu
26-08-2005, 19:14
anche se fosse il suo è stato un sucidio politico....
A milano c'è un detto: prima de parlà, se tas. (prima di parlare, bisogna saper tacere)

zerothehero
26-08-2005, 19:17
no, o è un ingenuo (la storia della coppietta terrorista al meeting con Berlusconi depone per questa versione) o voleva creare casino alla maggioranza.

Mi chiedo dove sia finita la responsabilità..per certe cose sarebbe meglio essere riservati per evitare di danneggiare il paese..... :(

Grande blu
26-08-2005, 19:20
Mi chiedo dove sia finita la responsabilità..per certe cose sarebbe meglio essere riservati per evitare di danneggiare il paese..... :(

quoto
non bastano i casini che già ci sono, ci voleva pure questa.

LittleLux
26-08-2005, 19:38
anche se fosse il suo è stato un sucidio politico....

In Italia? Ma va! Da noi ci sarà sempre bisogno di gente come Scelli.

zerothehero
27-08-2005, 00:53
quoto
non bastano i casini che già ci sono, ci voleva pure questa.

Tra l'altro se la croce rossa ha curato dei terroristi in cambio della liberazione delle due Simone, ci è andata di lusso..non conosco lo statuto della croce rossa, ma è plausibile che quest'organizzazione curi senza distinzione chi è bisognoso di cure mediche a prescindere che sia un terrorista o un criminale.
Invece di pagare 5 milioni di dollari quindi come in ogni trattativa si è scelta la via meno dolorosa.. Scelli si è comportato bene.
Quello che mi fa veramente arrabbiare è sbandierare ai 4 venti l'esito delle trattative con la plausibile motivazione di essere stato scaricato dai politici o quant'altro..così quello che ha fatto di buono lo ha totalmente sputtanato. :doh: