SaMu
10-08-2004, 20:23
Sono stato il weekend scorso a Varsavia con la mia famiglia, da Venerdì a Domenica.
Grazie al cambio relativamente favorevole, abbiamo potuto soggiornare e mangiare a livello "4 stelle" con poco meno di quel che in Italia si spende in 3 stelle.
In città convivono vari caratteri: il centro storico ricostruito dopo la II guerra mondiale, con costruzioni medioevali/rinascimentali e i palazzi dei sovrani del 1600-1700; appena fuori dal centro gli edifici in stile sovietico, grigi e rettangolari, testimoni di 40 anni di comunismo; la modernità consumista che avanza, colorando con grandi manifesti le facciate grigie, inserendo edifici del III millennio (prima di tutto gli alberghi) in mezzo ai palazzi sovietici.
E' comunque una città moderna, intendiamoci: accettano la VISA dappertutto, i taxisti girano in Mercedes, in inglese ci si intende, tra i negozi non manca nulla, l'aereoporto ha tutto ciò che serve.
Fortunatamente, senza che lo programmassimo, siamo capitati proprio nel giorno della commemorazione per i 60 anni della rivolta di Varsavia (1944). La città insorse contro gli occupanti nazisti, cercando di liberarsi autonomamente prima che arrivassero i russi, per poter discutere da liberi e non da liberati il proprio futuro.
La rivolta costò 200.000 morti tra gli abitanti e fallì: i russi non l'appoggiarono, gli alleati paracadutarono i pochi uomini disponibili su quel fronte. Dall'insuccesso nacque la successiva occupazione russa, e i polacchi considerano la loro seconda guerra mondiale finita effettivamente nel 1989.
Alle manifestazioni ufficiali, molto toccanti, a cui abbiamo partecipato (nella notte tutto il centro era illuminato con millemila candele, per terra, per strada, sulle finestre, dappertutto.. poi di giorno parata e manifestazioni con i reduci all'altare del Milite ignoto) significativo che i reduci non abbiano applaudito la delegazione tedesca, ne' quella russa, mentre grandi applausi ha ricevuto una delegazione di San Francisco ed una irlandese, pare particolarmente eroici in quei giorni di guerra: per i polacchi insomma la storia è ancora viva, vive nel presente, non è ancora un ricordo sopito.
Ho trovato la gente generalmente disponibile, le ragazze carine, tutti girano per la città senza "atteggiarsi" e l'impressione che si ha è quella di una freschezza mentale propositiva verso il futuro, che vedono come un'opportunità e non una minaccia.
Ecco "opportunità" è la parola che meglio descrive Varsavia e i suoi abitanti per come li ho potuti vedere in soli 3 giorni: da 15 anni vivono un cambiamento veloce, ma non sembrano esserne intimoriti ne' straniati. Li ho visti manifestare valori patriottici senza trionfalismo, ma con orgoglio.
Ho trascurato fin qui un aspetto importante: i polacchi sono cattolici, molti i praticanti. Le chiese sono meno ricche di addobbi di quelle italiane, ma più ricche di persone son le funzioni. In Polonia cattolicesimo fa rima con libertà, non è un caso se tutti i moti rivoluzionari (contro i nazisti, contro i russi) storicamente orbitavano intorno e persino dentro le chiese.
Il polacco tipo crede in Dio e partecipa alla messa, è orgoglioso di essere polacco e lavora per migliorare la sua condizione: più di una volta nel corso della visita ho percepito questi valori, ad essere sincero invidiandoli un po'.
La città vale una visita: ve la consiglio. Con volo e pernottamento in 4 stelle (2 notti) abbiamo speso 1300 euro in 4. Con la stessa cifra si acquista solo il volo verso molte altre città europee
Ciao!
Grazie al cambio relativamente favorevole, abbiamo potuto soggiornare e mangiare a livello "4 stelle" con poco meno di quel che in Italia si spende in 3 stelle.
In città convivono vari caratteri: il centro storico ricostruito dopo la II guerra mondiale, con costruzioni medioevali/rinascimentali e i palazzi dei sovrani del 1600-1700; appena fuori dal centro gli edifici in stile sovietico, grigi e rettangolari, testimoni di 40 anni di comunismo; la modernità consumista che avanza, colorando con grandi manifesti le facciate grigie, inserendo edifici del III millennio (prima di tutto gli alberghi) in mezzo ai palazzi sovietici.
E' comunque una città moderna, intendiamoci: accettano la VISA dappertutto, i taxisti girano in Mercedes, in inglese ci si intende, tra i negozi non manca nulla, l'aereoporto ha tutto ciò che serve.
Fortunatamente, senza che lo programmassimo, siamo capitati proprio nel giorno della commemorazione per i 60 anni della rivolta di Varsavia (1944). La città insorse contro gli occupanti nazisti, cercando di liberarsi autonomamente prima che arrivassero i russi, per poter discutere da liberi e non da liberati il proprio futuro.
La rivolta costò 200.000 morti tra gli abitanti e fallì: i russi non l'appoggiarono, gli alleati paracadutarono i pochi uomini disponibili su quel fronte. Dall'insuccesso nacque la successiva occupazione russa, e i polacchi considerano la loro seconda guerra mondiale finita effettivamente nel 1989.
Alle manifestazioni ufficiali, molto toccanti, a cui abbiamo partecipato (nella notte tutto il centro era illuminato con millemila candele, per terra, per strada, sulle finestre, dappertutto.. poi di giorno parata e manifestazioni con i reduci all'altare del Milite ignoto) significativo che i reduci non abbiano applaudito la delegazione tedesca, ne' quella russa, mentre grandi applausi ha ricevuto una delegazione di San Francisco ed una irlandese, pare particolarmente eroici in quei giorni di guerra: per i polacchi insomma la storia è ancora viva, vive nel presente, non è ancora un ricordo sopito.
Ho trovato la gente generalmente disponibile, le ragazze carine, tutti girano per la città senza "atteggiarsi" e l'impressione che si ha è quella di una freschezza mentale propositiva verso il futuro, che vedono come un'opportunità e non una minaccia.
Ecco "opportunità" è la parola che meglio descrive Varsavia e i suoi abitanti per come li ho potuti vedere in soli 3 giorni: da 15 anni vivono un cambiamento veloce, ma non sembrano esserne intimoriti ne' straniati. Li ho visti manifestare valori patriottici senza trionfalismo, ma con orgoglio.
Ho trascurato fin qui un aspetto importante: i polacchi sono cattolici, molti i praticanti. Le chiese sono meno ricche di addobbi di quelle italiane, ma più ricche di persone son le funzioni. In Polonia cattolicesimo fa rima con libertà, non è un caso se tutti i moti rivoluzionari (contro i nazisti, contro i russi) storicamente orbitavano intorno e persino dentro le chiese.
Il polacco tipo crede in Dio e partecipa alla messa, è orgoglioso di essere polacco e lavora per migliorare la sua condizione: più di una volta nel corso della visita ho percepito questi valori, ad essere sincero invidiandoli un po'.
La città vale una visita: ve la consiglio. Con volo e pernottamento in 4 stelle (2 notti) abbiamo speso 1300 euro in 4. Con la stessa cifra si acquista solo il volo verso molte altre città europee
Ciao!