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View Full Version : Il lato oscuro del web: Information Overload & Internet Addiction


Dj Antonino
04-12-2010, 20:25
“Less is more”

Apro questo thread per parlare di problematiche nate o aumentate esponenzialmente con il cosidetto web 2.0, aggravate ulteriormente con l'avvento di social network come Facebook. Sto parlando di “information overload", “internet addiction” e del generale abuso della tecnologia nella vita di tutti i giorni.

Parto con delle brevi definizioni dei problemi in questione:

INFORMATION OVERLOAD
Information overload is the overwhelming amount of data you encounter each day, which is accelerated by vehicles like email, web-based research, file attachments, online news, smart phones and social media. The more information you receive, the more difficult it is to decipher what’s credible and useful, and harder it is to perform tasks and make decisions.
Fonte: http://www.xerox.com/information-overload/enus.html
Link:

INTERNET ADDICTION
In questi ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di una nuova tecnologia che ha ampliato le possibilità di comunicazione e di accesso alle fonti di informazione fino ad ora sconosciuto. Il processo che stiamo vivendo apre scenari che fino a poco tempo fa erano impensabili e sicuramente i vantaggi che si trarranno da questo nuovo mezzo tecnologico permetteranno all'uomo di sviluppare capacità e potenzialità fino ad ora neanche immaginate. Ma, purtroppo, ogni medaglia ha il suo rovescio; infatti sembra che il rapido sviluppo di questo processo stia producendo dei fenomeni psicopatologici che si esprimono con una sintomatologia simile a quella che osserviamo in soggetti dipendenti da sostanze psicoattive. Un'analisi delle più recenti pubblicazioni internazionali su questo argomento sta evidenziando da varie parti del mondo come l'inadeguato utilizzo della Rete possa indurre in una situazione di dipendenza psicologica con conseguenti danni psichici e funzionali per il soggetto. I.A.D. (Internet Addiction Disorder) indica la sigla psichiatrica con cui si definisce tale patologia; l'internet Addiction Disorder si manifesta sotto forma di sintomi astinenziali e di tolleranza. Il termine si deve allo psichiatra americano Ivan Goldberg che propose dei criteri (diagnostici) mutuati dalla diagnostica per le dipendenze dal DSM. Goldberg con la sua proposta ha dato avvio ad una riflessione che ha incuriosito numerosi psicologi e psichiatri ed ha imposto all'attenzione del mondo il rischio di dipendenza da Internet.
Questi sono i principali sintomi patognomici che caratterizzano l'IAD:
1. bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per ottenere soddisfazione;
2. marcata riduzione di interesse per altre attività che non siano Internet;
3. sviluppo, dopo la sospensione o diminuzione dell'uso della rete, di agitazione psicomotoria, ansia, depressione, pensieri ossessivi su cosa accade on-line, classici sintomi astinenziali;
4. necessità di accedere alla rete sempre più frequentemente o per periodi più prolungati rispetto all'intenzione iniziale;
5. impossibilità di interrompere o tenere sotto controllo l'uso di Internet;
6. dispendio di grande quantità di tempo in attività correlate alla rete;
7. continuare a utilizzare Internet nonostante la consapevolezza di problemi fisici, sociali, lavorativi o psicologici recati dalla rete.
Fonte: http://www.dipendenze.com/nuovedipendenze/internet.asp
Links:

Questo invece e’ un estratto di un articolo a mio parere molto significativo:

IS GOOGLE MAKING US STUPID? – NICHOLAS CARR
...Over the past few years I’ve had an uncomfortable sense that someone, or something, has been tinkering with my brain, remapping the neural circuitry, reprogramming the memory. My mind isn’t going—so far as I can tell—but it’s changing. I’m not thinking the way I used to think. I can feel it most strongly when I’m reading. Immersing myself in a book or a lengthy article used to be easy. My mind would get caught up in the narrative or the turns of the argument, and I’d spend hours strolling through long stretches of prose. That’s rarely the case anymore. Now my concentration often starts to drift after two or three pages. I get fidgety, lose the thread, begin looking for something else to do. I feel as if I’m always dragging my wayward brain back to the text. The deep reading that used to come naturally has become a struggle.
I think I know what’s going on. For more than a decade now, I’ve been spending a lot of time online, searching and surfing and sometimes adding to the great databases of the Internet. The Web has been a godsend to me as a writer. Research that once required days in the stacks or periodical rooms of libraries can now be done in minutes. A few Google searches, some quick clicks on hyperlinks, and I’ve got the telltale fact or pithy quote I was after. Even when I’m not working, I’m as likely as not to be foraging in the Web’s info-thickets’reading and writing e-mails, scanning headlines and blog posts, watching videos and listening to podcasts, or just tripping from link to link to link. (Unlike footnotes, to which they’re sometimes likened, hyperlinks don’t merely point to related works; they propel you toward them.)
For me, as for others, the Net is becoming a universal medium, the conduit for most of the information that flows through my eyes and ears and into my mind. The advantages of having immediate access to such an incredibly rich store of information are many, and they’ve been widely described and duly applauded. “The perfect recall of silicon memory,” Wired’s Clive Thompson has written, “can be an enormous boon to thinking.” But that boon comes at a price. As the media theorist Marshall McLuhan pointed out in the 1960s, media are not just passive channels of information. They supply the stuff of thought, but they also shape the process of thought. And what the Net seems to be doing is chipping away my capacity for concentration and contemplation. My mind now expects to take in information the way the Net distributes it: in a swiftly moving stream of particles. Once I was a scuba diver in the sea of words. Now I zip along the surface like a guy on a Jet Ski....
Fonte: http://www.theatlantic.com/magazine/archive/2008/07/is-google-making-us-stupid/6868/


Tutto questi problemi non rappresentano in qualche modo un fallimento del cosidetto web 2.0? tutta questa integrazione della tecnologia nella nostra vita ci sta portando veramente dei benefici? Discorso della dipendenza a parte, al momento e’ sotto gli occhi di tutti che c'e' un enorme sbilanciamento della quantita’ di contenuti rispetto alla qualita’ di questi (pensate a Facebook). Abbiamo si una valanga di informazioni a disposizione, ma spesso e volentieri sono di scarsa qualita’ e presentate in maniera frammentata, confusa e “piatta”, ovvero senza una vera selezione a prori dei contenuti migliori. Lo sforzo maggiore quindi che bisogna costantemente fare e’ di selezionare tutte queste informazioni da noi, processo che pero’ toglie parecchio tempo all’apprendimento e alla riflessione vera e propria. Il fatto e’ che con il moltiplicarsi di contenuti e di persone connesse in rete il problema sta davvero peggiorando, non so voi ma rispetto a qualche anno fa la mia esperienza di navigazione e’ peggiorata parecchio purtroppo.

Questi sono problemi reali e secondo me se ne parla troppo poco, trovo paradossale che una tecnologia cosi' potente come la ricerca e la fruizione di informazioni in tempo reale puo' portare anche danni e in generale ad una qualita' della vita minore. Chissa’ se un ipotetico web 3.0. riuscira’ a fornire una soluzione migliore per filtrare le informazioni, senza ovviamente applicare tecniche di censura o altro, facendoci passare meno tempo su internet e allo stesso tempo focalizzando la nostra attenzione verso le informazioni veramente importanti. E’ questa secondo me la vera sfida del futuro ;)

jumpjack
04-12-2010, 21:15
purtroppo tutto il tempo che hai speso a scrivere questo interessante post risulterà totalmente sprecato, perche' l'argomento è di attualita', non tecnicno-scientifico, quindi il thread verrà chiuso. :muro:

Pensa che anch'io volevo scrivere una cosa del genere, proprio ispirato da wikileakes & facebook... ma non è questo il posto giusto. :rolleyes:

FreeMan
04-12-2010, 21:25
purtroppo tutto il tempo che hai speso a scrivere questo interessante post risulterà totalmente sprecato, perche' l'argomento è di attualita', non tecnicno-scientifico, quindi il thread verrà chiuso. :muro:

Pensa che anch'io volevo scrivere una cosa del genere, proprio ispirato da wikileakes & facebook... ma non è questo il posto giusto. :rolleyes:

sempre a parlare a sproposito per fare il grande.. (grande cosa poi non si sa)

la sezione dove parlarne c'è, la sezione che tratte il web/internet.. ma guarda...

CLOSED!!

>bYeZ<