Kewell
02-05-2007, 22:43
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2007/04/fisco-ires-irap.shtml?uuid=da4088ce-f6f5-11db-a1d9-00000e251029&DocRulesView=Libero
Pmi, l'amaro conto del Fisco
Un passo avanti (che ancora non si vede). E due indietro (che, invece, cominciano a vedersi benissimo). È sempre più all'insegna dell'andatura del gambero il Fisco targato 2007 per le imprese. I vantaggi del taglio Irap al cuneo fiscale ancora non si fanno sentire, e attendono un difficile disco verde dalla Commissione europea, mentre si fanno sentire benissimo — e, soprattutto, proprio in questi giorni di bilanci e didichiarazioni fiscali si cominciano a quantificare — gli effetti delle misure introdotte con il pacchetto manovra 2007 e, qualche mese prima, con il decreto legge 223/2006 di luglio.
I timori sull'aumento del prelievo fiscale sulle imprese, a partire dalle Pmi, era stato lanciato a più riprese durante i mesi caldi del dibattito parlamentare sulla manovra.
Ora le prime simulazioni danno anche una misura dell'aggravio.
Fornire valori medi e percentuali applicabili all'universo delle imprese appare certamente impossibile.
O quantomeno prematuro. La tendenza, però, sembra inequivocabile. A parità di condizioni, per l'anno di imposta 2006, le imprese pagheranno di più rispetto al 2005. Nei tre esempi qui proposti, che vogliono solo fotografare alcune tra le infinite situazioni possibili, si tratta di cifre non indifferenti, con incrementi che vanno dal 6-8% sino a quasi il 20, senza neppure scomodare la nuova versione degli studi di settore i quali, probabilmente, porteranno altre amare sorprese.
http://img472.imageshack.us/img472/5609/variazionelx4.jpg
Il tutto con simulazioni che comunque raffigurano situazioni reali, conincidenza delle diverse voci e dati di bilancio assolutamente effettivi e in linea con le abitudini delle imprese.
Ovvio, si può osservare: gli interventi varati tra l'estate e l'inverno scorso avevano l'obiettivo di correggere un andamento dei conti pubblici che destava più di una preoccupazione. E sono stati voluti dal ministero dell'Economia proprio per "fare gettito". Non a caso, per citare i dati delle misure che hanno maggior impatto sull'incremento del prelievo, la "stretta" sulle auto vale circa 4,8 miliardi di euro tra Ires/Irpef e Irap, di cui gran parte a carico delle imprese. Altri 350-400 milioni sono legati all'indeducibilità delle quote di ammortamento delle aree sulle quali insistono i fabbricati strumentali. Inoltre, l'intero Dl 223, tra limitazioni al riporto delle perdite e società di comodo, quantifica in circa 800 milioni il maggior esborso a carico delle imprese.
D'altra parte, l'andamento del gettito dell'Ires è sotto gli occhi di tutti. Nel 2006, l'incremento dell'imposta sul reddito delle società è stato superiore al 16%, rispetto al 2005 e gli incassi sono passati da 34,1 a 39,7 miliardi di euro. Stesso andamento ha avuto l'autotassazione di novembre 2006 (seconda rata per l'anno d'imposta 2006): il Fisco, in virtù dell'efficacia di molte disposizioni già nel calcolo degli anticipi, si è garantito oltre 5,5miliardi in più rispetto all'anno precedente, con un aumento ancora superiore al 16 per cento. Anche il 2007, poi, sembra confermare questi andamenti.
Che la fiscalità continui a essere una zona critica per le Pmi italiane è confermato dagli ultimissimi studi di confronto europeo;si veda il grafico in prima pagina, relativo alle imprese del settore manifatturiero).
Fatto 100 il livello del peso fiscale effettivo sulle imprese italiane si vede (l'analisi è tratta da Spengel, Wiegard, Ruocco e Reister, (2007), The effective Tax Burden of Companies in Italy -An International Comparison), che solo Francia e Germania hanno carichi più elevati.
http://img409.imageshack.us/img409/4372/pressionesc6.jpg
E che, anche ipotizzando il via libera allo sconto Irap sul cuneo, la situazione migliorerà, ma solo di poco: l'Italia resterà confinata nelle posizioni di coda, guadagnando qualche punto sulla Francia e sull'Austria, ma perdendone parecchi sulla Germania che, con la sua riforma, vedrà scendere il prelievo sulle imprese di oltre il 20 percento.
Per completezza è corretto evidenziare che la pressione fiscale sulle imprese è in aumento un po' in tutta europa, ma resta comunque spesso nettamente inferiore all'Italia.
Ricordo ancora le parole di Prodi che affermava che le imprese aveno avuto moltissimo. Eh, sì:muro:
Lo stesso afferma Visco:
http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_2136894048.html
ROMA - Nella riduzione delle tasse "é chiaro che le famiglie devono avere la precedenza sulle imprese, che hanno già avuto la loro parte".
E' quanto afferma il viceministro all'Economia, Vincenzo Visco, in un'intervista al Corriere della sera. "La riduzione delle imposte sul reddito delle persone fisiche e delle società - spiega il viceministro - dovrà essere progressiva, con l'abbassamento delle aliquote e allargando la base imponibile per mantenere il gettito. E' chiaro che le famiglie devono avere la precedenza sulle imprese, che hanno già avuto la loro parte. Naturalmente con tempi e modi adeguati".
La pressione fiscale, dice però Visco riferendosi al richiamo di Bankitalia,"ora è lievemente più alta della media europea. Se prendiamo i Paesi paragonabili all'Italia, siamo lì". Quanto allo scontro sul 'tesoretto', Visco lo considera "disdicevole" e afferma: "Stabilizziamo il risanamento e andiamo avanti, invece di fare come dieci cani intorno all'osso". Secondo Visco, in ogni caso, "ogni intervento andrebbe fatto con riduzioni di imposta a favore dei soggetti meritevoli, piuttosto che con incrementi di spesa", anche se, avverte, "la priorità è stabilizzare il bilancio in modo permanente". Il viceministro, infine, annuncia che l'aliquota unica verrà fatta "appena possibile".
Pmi, l'amaro conto del Fisco
Un passo avanti (che ancora non si vede). E due indietro (che, invece, cominciano a vedersi benissimo). È sempre più all'insegna dell'andatura del gambero il Fisco targato 2007 per le imprese. I vantaggi del taglio Irap al cuneo fiscale ancora non si fanno sentire, e attendono un difficile disco verde dalla Commissione europea, mentre si fanno sentire benissimo — e, soprattutto, proprio in questi giorni di bilanci e didichiarazioni fiscali si cominciano a quantificare — gli effetti delle misure introdotte con il pacchetto manovra 2007 e, qualche mese prima, con il decreto legge 223/2006 di luglio.
I timori sull'aumento del prelievo fiscale sulle imprese, a partire dalle Pmi, era stato lanciato a più riprese durante i mesi caldi del dibattito parlamentare sulla manovra.
Ora le prime simulazioni danno anche una misura dell'aggravio.
Fornire valori medi e percentuali applicabili all'universo delle imprese appare certamente impossibile.
O quantomeno prematuro. La tendenza, però, sembra inequivocabile. A parità di condizioni, per l'anno di imposta 2006, le imprese pagheranno di più rispetto al 2005. Nei tre esempi qui proposti, che vogliono solo fotografare alcune tra le infinite situazioni possibili, si tratta di cifre non indifferenti, con incrementi che vanno dal 6-8% sino a quasi il 20, senza neppure scomodare la nuova versione degli studi di settore i quali, probabilmente, porteranno altre amare sorprese.
http://img472.imageshack.us/img472/5609/variazionelx4.jpg
Il tutto con simulazioni che comunque raffigurano situazioni reali, conincidenza delle diverse voci e dati di bilancio assolutamente effettivi e in linea con le abitudini delle imprese.
Ovvio, si può osservare: gli interventi varati tra l'estate e l'inverno scorso avevano l'obiettivo di correggere un andamento dei conti pubblici che destava più di una preoccupazione. E sono stati voluti dal ministero dell'Economia proprio per "fare gettito". Non a caso, per citare i dati delle misure che hanno maggior impatto sull'incremento del prelievo, la "stretta" sulle auto vale circa 4,8 miliardi di euro tra Ires/Irpef e Irap, di cui gran parte a carico delle imprese. Altri 350-400 milioni sono legati all'indeducibilità delle quote di ammortamento delle aree sulle quali insistono i fabbricati strumentali. Inoltre, l'intero Dl 223, tra limitazioni al riporto delle perdite e società di comodo, quantifica in circa 800 milioni il maggior esborso a carico delle imprese.
D'altra parte, l'andamento del gettito dell'Ires è sotto gli occhi di tutti. Nel 2006, l'incremento dell'imposta sul reddito delle società è stato superiore al 16%, rispetto al 2005 e gli incassi sono passati da 34,1 a 39,7 miliardi di euro. Stesso andamento ha avuto l'autotassazione di novembre 2006 (seconda rata per l'anno d'imposta 2006): il Fisco, in virtù dell'efficacia di molte disposizioni già nel calcolo degli anticipi, si è garantito oltre 5,5miliardi in più rispetto all'anno precedente, con un aumento ancora superiore al 16 per cento. Anche il 2007, poi, sembra confermare questi andamenti.
Che la fiscalità continui a essere una zona critica per le Pmi italiane è confermato dagli ultimissimi studi di confronto europeo;si veda il grafico in prima pagina, relativo alle imprese del settore manifatturiero).
Fatto 100 il livello del peso fiscale effettivo sulle imprese italiane si vede (l'analisi è tratta da Spengel, Wiegard, Ruocco e Reister, (2007), The effective Tax Burden of Companies in Italy -An International Comparison), che solo Francia e Germania hanno carichi più elevati.
http://img409.imageshack.us/img409/4372/pressionesc6.jpg
E che, anche ipotizzando il via libera allo sconto Irap sul cuneo, la situazione migliorerà, ma solo di poco: l'Italia resterà confinata nelle posizioni di coda, guadagnando qualche punto sulla Francia e sull'Austria, ma perdendone parecchi sulla Germania che, con la sua riforma, vedrà scendere il prelievo sulle imprese di oltre il 20 percento.
Per completezza è corretto evidenziare che la pressione fiscale sulle imprese è in aumento un po' in tutta europa, ma resta comunque spesso nettamente inferiore all'Italia.
Ricordo ancora le parole di Prodi che affermava che le imprese aveno avuto moltissimo. Eh, sì:muro:
Lo stesso afferma Visco:
http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_2136894048.html
ROMA - Nella riduzione delle tasse "é chiaro che le famiglie devono avere la precedenza sulle imprese, che hanno già avuto la loro parte".
E' quanto afferma il viceministro all'Economia, Vincenzo Visco, in un'intervista al Corriere della sera. "La riduzione delle imposte sul reddito delle persone fisiche e delle società - spiega il viceministro - dovrà essere progressiva, con l'abbassamento delle aliquote e allargando la base imponibile per mantenere il gettito. E' chiaro che le famiglie devono avere la precedenza sulle imprese, che hanno già avuto la loro parte. Naturalmente con tempi e modi adeguati".
La pressione fiscale, dice però Visco riferendosi al richiamo di Bankitalia,"ora è lievemente più alta della media europea. Se prendiamo i Paesi paragonabili all'Italia, siamo lì". Quanto allo scontro sul 'tesoretto', Visco lo considera "disdicevole" e afferma: "Stabilizziamo il risanamento e andiamo avanti, invece di fare come dieci cani intorno all'osso". Secondo Visco, in ogni caso, "ogni intervento andrebbe fatto con riduzioni di imposta a favore dei soggetti meritevoli, piuttosto che con incrementi di spesa", anche se, avverte, "la priorità è stabilizzare il bilancio in modo permanente". Il viceministro, infine, annuncia che l'aliquota unica verrà fatta "appena possibile".