The Unfinished Swan: sperimentazione allo stato puro

The Unfinished Swan: sperimentazione allo stato puro

Giant Games è una giovane realtà emergente proveniente dal panorama indie. Grazie agli accordi stretti con Sony, al supporto di Santa Monica Studio e alla consulenza di Kelee Santiago – co-fondatrice di Thatgamecompany – questo piccolo team composto da 12 persone ha messo a punto un titolo semplice ma che incuriosisce per la sua indubbia particolarità.

di pubblicato il nel canale Videogames
Sony
 

Sulle orme di Thatgamecompany

La strada dello sviluppo indipendente è foriera di idee sempre nuove e meritevoli di attenzione, di spunti che appaiono interessanti da esplorare e da indagare già al primo sguardo, perché capaci di trasmettere feedback inattesi, ai quali spesso il giocatore non è abituato. Un’indagine dei contenuti che peraltro non necessita di sforzi, in termini di risorse, nemmeno parificabili a quelli compiuti per le principali produzioni, mentre la ‘partita’ viene combattuta sul terreno della diversità.

Questo tipo di filosofia ha decretato nel recente passato il successo di Thatgamecompany, le cui produzioni hanno potuto godere di un’ampia base di pubblico grazie agli accordi siglati con Sony. L’azienda in questi anni ha creduto fermamente nelle idee di Jenova Chen e del suo team. Journey è stata una perla rara, un videogioco che in definitiva non è esattamente definibile come tale, ma che porta con sé una miriade di implicazioni e di possibili analisi, soprattutto legate a scelte artistiche e narrative volte a trasmettere delle emozioni e un significato metaforico efficace. Un’esperienza di brevissima durata, come avevamo spiegato questa primavera in occasione della nostra recensione, ma di un’intensità rara, di quelle destinate ad essere ricordate a lungo.

Recentemente Thatgamecompany ha annunciato di aver concluso la propria collaborazione con Sony, facendo sapere che si occuperà per la prima volta di titoli multipiattaforma. La casa nipponica sembra però avere già trovato una sorta di ‘erede naturale’, che risponde al nome di Giant Sparrow. The Unfinished Swan costituisce il primo esperimento di questa nuova software house californiana, stanziata a Santa Monica. Il titolo, nato come progetto studentesco presso l’Università della California, venne mostrato come semplice prototipo già nel corso del 2008. Per giunta, secondo il concept originario, avrebbe dovuto essere giocato con un visore da indossare (presumibilmente un’applicazione analoga a quella consentita dalla tecnologia Oculus Rift).

Nel 2009 venne presentato all’Indipendent Games Festival e fece parlare di sé per un approccio in prima persona del tutto slegato dalle meccaniche di un FPS. In questa fase preliminare la forma dei livelli poteva essere identificata lanciando delle palle di vernice nello spazio circostante, mentre alcune zone degli scenari rivelavano messaggi come ‘non avere paura’ e ‘per favore svegliati’, che veicolavano il senso di stupore del fruitore. Successivamente alle sfere di colore venne affiancato anche l’impiego di sfere d’acqua, che potevano essere impiegate per far crescere e sviluppare piante rampicanti sulle pareti.

Data l’evidente particolarità delle sue meccaniche, la creazione di Giant Sparrow ha per l’appunto attirato l’attenzione di Sony, che ha deciso di siglare un accordo di collaborazione a lungo termine in esclusiva per il PlayStation Network. Il giovane team, coadiuvato nei lavori di adattamento dai ragazzi di Santa Monica Studios, si è potuto anche avvalere della consulenza di alcuni ex-membri di Thatgamecompany, tra cui la co-fondatrice Kelee Santiago.

Come sottolineava nelle scorse settimane Ian Dallas, direttore creativo del progetto: “Abbiamo realizzato un titolo incentrato sulla creazione di un senso di stupore, il nostro obiettivo è di offrire ai giocatori esperienze belle e particolari, che non hanno mai sperimentato prima. Vogliamo offrire alle persone sorprese genuine e poi continuare a stupirli per tutta la durata del gioco. Colorare un mondo completamente bianco impegna soltanto i primi 15 minuti. Dopo di che le cose si faranno davvero bizzarre”. Mai frasi furono più azzeccate, ve lo garantiamo.

 
^