Astro A50 Gen 5 dopo 6 mesi: sono davvero le migliori? Si poteva fare di più

Sono ormai sei mesi circa che utilizzo le Astro A50 come headset quotidiano per contenuti multimediali, musica e gaming ed è arrivato il momento di tirare le somme su quello che è un headset top di gamma con caratteristiche effettivamente ai vertici della categoria, ma che in questo lasso di tempo si è macchiato (anche in senso letterale) di alcune scelte fatte da Logitech non proprio ottimali
di Vittorio Rienzo pubblicato il 13 Giugno 2025 nel canale PerifericheLogitechAstrogaming hardware
Lo scorso dicembre abbiamo recensito le Astro A50 Gen 5, headset top di gamma marchiato Logitech G e Astro che si differenzia dalle più costose A50 X esclusivamente per l'assenza dello switch HDMI integrato nella base. Le cuffie si sono guadagnate un "posto fisso" sulla mia scrivania dove risiedono tuttora e sono senza dubbio tra le migliori cuffie che abbia mai provato.
A distanza di sei mesi, però, ho avuto modo di approfondire la mia esperienza con le cuffie, affrontarne alcuni limiti e, soprattutto, scoprirne alcuni aspetti che proprio non sono riuscito ad apprezzare. Questo cambia la valutazione proposta in sede di recensione? Direi di no.
Le Astro A50 Gen 5 sono ancora le cuffie che utilizzo quotidianamente per tutto, vantano un ventaglio di funzionalità divenuto ormai per me irrinunciabile, ma vi sono indubbiamente aspetti per i quali da Logitech, in considerazione della sua lunga e solida esperienza, mi sarei aspettato di più.
Qualità costruttiva: gioie e dolori
Quando parliamo di robustezza, le Astro A50 si sono rivelate un vero carrarmato resistendo a maltrattamenti vari e alcuni smontaggi. Le plastiche sono molto flessibili e al contempo leggere, caratteristiche che si fanno apprezzare quotidianamente.
Peraltro, proprio in merito allo smontaggio, ho apprezzato l'utilizzo di corone in metallo nelle sedi delle viti. Un particolare che non va dato per scontato, dato che non è raro imbattersi in cuffie di fascia alta dove le giunture dei padiglioni, dopo anni di sollecitazioni, cedono. La ragione è semplice: l'avvitamento avviene direttamente nella plastica, il che la rende più debole oltre che più soggetta alle sollecitazioni quotidiane di cui sopra.
Sia nella recensione delle A50X che successivamente in quella delle A50, però, abbiamo manifestato la nostra delusione nei confronti delle imbottiture che apparivano davvero sottotono rispetto alle altre parti dell'headset. Ebbene, non posso che confermare quanto detto in precedenza, tanto da sentirmi costretto a sostituire sia l'archetto che i padiglioni.
Il risultato è una spesa di circa 40 euro aggiuntivi, più o meno il costo dei buoni vecchi Mod Kit di Astro che, tuttavia, sono praticamente introvabili. Certo, non è una spesa obbligata e le cuffie sono godibili anche senza aggiungere questo budget. Ma la schiuma utilizzata per le Astro, in combinazione a un materiale del rivestimento a mio avviso piuttosto "cheap", mi ha convinto dopo poco tempo a cambiare tutto.
La differenza è evidente: i padiglioni e l'archetto non si sono deformati a distanza di un paio di mesi, il rivestimento tende a far sudare meno e, soprattutto, non è una spugna per sebo e sudore che in questi periodi di caldo presentano il conto.
Sfortunatamente, non è tutto. Se c'è qualcosa che davvero non sopporto, è il rivestimento "soft touch", un materiale in gomma che dona quell'effetto premium davvero gradevole al tatto, ma che nel lungo periodo tende a deteriorarsi diventando appiccicoso e incredibilmente antiestetico (oltre che fastidioso).
Con le Logitech Astro A50 Gen 5, questo rischio quasi non si corre, perché il rivestimento in gomma inizia a sbriciolarsi quasi subito. Dai profili angolati, ad esempio, il rivestimento ha impiegato davvero poco per iniziare a cedere e salutare le plastiche. Sul resto del corpo, invece, ancora resiste in parte.
Peraltro, si tratta di un rivestimento che attrae molto efficacemente lo sporco e ha assunto una curiosa colorazione tra il rosso e il marroncino che ancora adesso fatico a spiegarmi. No, non ci sono fumatori in casa e, se ve lo steste chiedendo, non le ho mai utilizzate mentre versavo il ketchup nei panini. Il risultato, però, è quello di un aspetto incredibilmente vissuto, quasi vintage.
In conclusione, scelte poco felici da parte di Logitech che non influenzano in alcun modo la bontà funzionale del prodotto né sulla durabilità in termini di "longevità di servizio", ma incidono indubbiamente sulla qualità percepita per la quale si sarebbe potuto fare di più vista la fascia di prezzo in cui l'headset si colloca.
Funzionalità: i limiti a cui non riesco a rinunciare
Delle funzionalità ne abbiamo parlato approfonditamente nella nostra recensione delle A50X e successivamente in quella delle A50. Ad oggi, ritengo che la proposta di Logitech G Astro sia ancora tra le migliori per i giocatori su PC e la ragione è semplice: la base di ricarica.
Nessuna batteria da sostituire o cavo da lasciare in giro, finita la nostra sessione si appoggiano le cuffie senza neanche prendersi la briga di spegnerle. Basta alloggiarle nella base e, grazie a una velocità di ricarica piuttosto elevata, saranno pronte a offrire oltre 20 ore di utilizzo ininterrotto alla sessione successiva.
È impossibile non menzionare il Bluetooth simultaneo che non richiede alcun intervento manuale dopo aver eseguito l'accoppiamento: basta sollevare le cuffie e automaticamente si connetteranno all'ultimo dispositivo Bluetooth utilizzato.
Connettività e autonomia sono indubbiamente punti di forza e la praticità nel rispondere alle telefonate mentre si guarda un film o si gioca, senza neanche dover collegare ogni volta il proprio smartphone, sono confort davvero irrinunciabili.
Tuttavia, le Astro A50 posizionano tutto ciò che riguarda la connessione con i dispositivi proprio all'interno della base di ricarica: senza la base collegata, le cuffie diventano di fatto inutilizzabili. Questo significa, ad esempio, l'impossibilità di utilizzarle in salotto in abbinata al proprio smartphone se la base è lontana. Inoltre, sono sostanzialmente impossibili da trasportare, a meno che non decidiate di portarvi dietro anche la base, con la premessa però di poterla collegare a un PC o una console fissa.
In sintesi, le Astro A50/A50X sono pensate per una postazione fissa e non prevedono alcun utilizzo in mobilità. Se da un lato nella quotidianità questo non si è mai rivelato un problema, dall'altro, in quelle rare occasioni in cui mi sono rilassato in altri ambienti della casa, mi sarebbe piaciuto portare con me la qualità del suono di Astro.
Sì, perché anche sostituendo i padiglioni che hanno inevitabilmente apportato un suono più ovattato, la pulizia e il soundstage del design open-back, combinati con una messa a punto specifica dell'equalizzatore, offrono una qualità del suono che davvero poche alternative possono vantare.
Tiriamo le somme
Le Astro A50 sono cuffie controverse, che offrono il massimo sotto diversi punti di vista (robustezza, qualità del suono, funzionalità) per poi offrire il minimo su altri fronti (imbottiture, rivestimento, flessibilità). A fronte di un prezzo di listino di 329,99 euro (che diventano 409,99 euro per le A50 X) continuerei a consigliarle?
Sostanzialmente sì, purché si accettino i compromessi di cui sopra. Se siete giocatori PC o console, o magari entrambi, alla ricerca di una qualità del suono senza compromessi e un sistema per tutte le vostre piattaforme, allora le A50 sono una scelta ideale. Dal microfono broadcast alla connettività simultanea, la proposta di Astro offre probabilmente la migliore esperienza di gioco disponibile sul mercato al momento.
Dall'altra parte, se cercate un headset all purpose e siete disposti a rinunciare a un livello di dettaglio estremo e a un microfono che non fa rimpiangere un ingombrante cilindro dedicato alla voce, allora si può pensare di orientarsi verso altro.
In ogni caso, vi suggerisco di puntare alla versione nera che, per quanto presenti sfortunatamente il medesimo rivestimento, difficilmente trasmetterà la stessa sensazione di usura che, invece, emerge chiaramente con la variante bianca.
8 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQuesto si che fa ridere.
Non esiste un solo headset da gaming che suoni bene.
Se volete la qualità dovete prendere delle cuffie con filo Hi-Fi di un certo livello più amplificatore esterno e allora ne riparliamo.
La differenza è semplicemente mostruosa a livello di resa della scena e tutto il resto.
Da ex possesore di Astro, facendo il passaggio ad un set di Hifiman Arya S + DAC AMP esterno Chord...beh non c'è paragone, non torneò mai più indietro nonostante gli indubbi vantaggi di un set specifico da gaming wireless.
Vero anche che parliamo anche di cifre nettamente diverse.
Questo si che fa ridere.
Non esiste un solo headset da gaming che suoni bene.
Se volete la qualità dovete prendere delle cuffie con filo Hi-Fi di un certo livello più amplificatore esterno e allora ne riparliamo.
La differenza è semplicemente mostruosa a livello di resa della scena e tutto il resto.
Da ex possesore di Astro, facendo il passaggio ad un set di Hifiman Arya S + DAC AMP esterno Chord...beh non c'è paragone, non torneò mai più indietro nonostante gli indubbi vantaggi di un set specifico da gaming wireless.
Vero anche che parliamo anche di cifre nettamente diverse.
Ma anche rimanendo su prezzi paragonabili, a mio parere, si trova di meglio (non gaming).
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