Recensione Logitech G ASTRO A50 X: l'headset più completo per la next-gen

Da quando è nelle mani di Logitech, il brand ASTRO ha acquisito ancora più valore grazie alle numerose implementazioni fatte dalla casa svizzera. Così, dopo la tecnologia Lightspeed, arrivano anche i driver in grafene e l'innovativo sistema PlaySync 3. Tutto questo ha però un prezzo (molto salato).
di Pasquale Fusco pubblicato il 14 Febbraio 2024 nel canale PerifericheLogitechAstroPlaystationXbox
Quella proposta da Logitech G nella sempre più affollata categoria delle periferiche da gaming è, a mani basse, la soluzione più completa in assoluto. Parliamo infatti di un headset compatibile con PC, Mac, console di ultima e penultima generazione e con qualsiasi dispositivo dotato di Bluetooth e che, per giunta, può essere collegato a più piattaforme simultaneamente, offrendo un innovativo sistema di comando per lo 'switch' da un sistema di gioco all'altro.
In parole povere, le ASTRO A50 X fanno tutto - o quasi, ma a questo ci arriveremo. In altre recensioni avevamo già osato associare l'aggettivo 'definitivo' ad alcune (meritevoli) periferiche, ma le nuove cuffie high-end del marchio svizzero ci hanno fatto ricredere. L'impareggiabile versatilità, unita a prestazioni di alto livello e ad un design moderno e accattivante, rende l'ultimo headset di Logitech una delle soluzioni migliori attualmente disponibili sul mercato.
Ciononostante, non è una scelta che sentiamo di raccomandare a tutti.
Sin dalla presentazione dello scorso dicembre, il produttore ha voluto trasmettere un messaggio piuttosto chiaro: le A50 X potranno esprimersi al meglio solo con la next-gen. Questo perché, banalmente, è possibile usufruire delle feature più innovative solo sulle console di nuova generazione. C'è poi il discorso legato al comparto prestazionale e, fattore ancora più decisivo, un prezzo di listino fuori scala. Facciamo ordine con la nostra recensione.
Design e ergonomia: la qualità targata ASTRO
Partiamo, come sempre, dal design. Del resto, una volta rimosse dall'elegante confezione realizzata da Logitech G, le ASTRO A50 X conquistano immediatamente l'attenzione con la loro estetica. Chi aveva apprezzato le A50 si farà convincere anche da questo nuovo headset, che si limita a cambiare la disposizione dei loghi e ad aggiungere nuovi riferimenti al brand gaming di Logitech - sull'estremità del microfono ad asta e sulla base di ricarica, in particolare.
La qualità costruttiva rispecchia quella del modello precedente, così come la scelta dei materiali. Parliamo di plastiche leggere e sorprendentemente resistenti, oltre che piacevoli al tatto. In due mesi di utilizzo assiduo abbiamo temuto di graffiare le cuffie o di sporcarle, soprattutto vedendo la colorazione del modello arrivato in test - quella bianca, ma c'è anche una versione nera; l'headset è rimasto però immacolato e ha dimostrato un'ottima resistenza ai piccoli urti e a lievi 'maltrattamenti'. A tal proposito, l'elasticità che già caratterizzava le A50 e la possibilità di ruotare entrambi i padiglioni a 90° hanno senz'altro dato un grande contributo.
Non troviamo tasti sul padiglione sinistro, ma ad esso è agganciato il microfono omnidirezionale - che, come vedremo, si è rivelato davvero ottimo. L'intera pulsanteria è infatti concentrata sul padiglione destro, scelta che facilita non poco la gestione dei numerosi comandi delle A50 X mentre le indossiamo, grazie anche alla disposizione intuitiva dei pulsanti d'accensione, del PlaySync 3 e del pairing Bluetooth. Sempre sul lato destro troviamo anche la rotella del volume e una porta USB-C per l'utilizzo dell'headset in modalità cablata. Sul lato esterno del padiglione troviamo anche una superficie 'cliccabile' che ci consente di bilanciare l'audio durante l'utilizzo combinato con console/PC e con un dispositivo Bluetooth.
È possibile regolare l'altezza dei padiglioni facendoli scorrere lungo le due aste in metallo, elementi che donano grande solidità all'headset, oltre a dargli un look ancora più 'premium'. Potrebbe sembrare un'inezia, ma ci preme segnalare che, nonostante l'assenza di un meccanismo a scatto, queste regolazioni non rischiano di perdersi durante l'utilizzo dell'headset - cosa che avveniva, invece, con le Blackshark V2 Pro di Razer, dandoci non pochi fastidi.
Con un peso di 363 grammi, le ASTRO A50 X non sono tra le cuffie wireless più leggere che abbiamo provato, eppure ci hanno permesso di affrontare le sessioni di gioco più intense senza farci percepire la minima fatica. Le imbottiture in tessuto traspirante sono soffici e si appoggiano con delicatezza sulla testa, ma - come approfondiremo a breve - non garantiscono un buon isolamento dai suoni esterni e ciò avrà delle ripercussioni in fase di gioco.
Per il sottoscritto, che ha un 'testone' e delle orecchie leggermente più grandi rispetto alla media, le A50 X hanno dato una grande prova di forza sul fronte del'ergonomia. Un'altra critica che sentiamo di muovere riguarda le dimensioni: le nuove cuffie targate ASTRO appaiono un po' ingombranti, almeno se confrontate con le proposte più popolari della concorrenza.
Connettività e autonomia: si passa per PlaySync 3
Abbiamo già menzionato Lightspeed, tecnologia brevettata da Logitech per assicurare le migliori prestazioni nell'utilizzo wireless a bassa latenza. Una soluzione che è possibile trovare su un'ampia gamma di periferiche del brand svizzero, la quale include anche mouse e tastiere. Rimanendo in ambito headset, l'ultimo prodotto Lightspeed corrisponde alle G PRO X 2, cuffie di fascia alta da cui le A50 X ereditano i performanti driver PRO-G in grafene.
La comunicazione tra le nuove cuffie ASTRO e le piattaforme di gioco passa anche questa volta per una 'base station'. Quest'ultima svolge diverse funzioni, prima fra tutte quella di ricaricare l'headset tramite gli agganci magnetici posti su entrambi i padiglioni. L'autonomia delle A50 X si ferma a 'sole' 24 ore (a 78 dB), ma è una durata più che sufficiente per l'uso quotidiano: dopo aver utilizzato le cuffie, per ricaricarle vi basterà appoggiarle sulla base - che è collegata all'alimentazione e sarà, quindi, sempre attiva. Potrete dedurre che non sono cuffie che utilizzereste fuori casa, a meno che non viviate in simbiosi con un powerbank.
Nonostante Logitech abbia dichiarato una portata massima di 12 metri, allontanandoci di circa 5-6 metri dalla suddetta base abbiamo già iniziato a riscontrare qualche problema nella ricezione del segnale audio, mentre la chat vocale viene immediamente disturbata.
La base di ricarica è anche il cuore pulsante della nuova tecnologia PlaySync 3. È attraverso questa feature che le ASTRO A50 X propongono un'esperienza d'uso multipiattaforma senza precedenti. Sulla base possono infatti illuminarsi tre scritte - 'Xbox', 'PC', 'PS' - corrispondenti alle tre principali piattaforme compatibili con l'headset. Premendo il pulsante PlaySync situato sul padiglione destro potremo passare dal controllo di una piattaforma a quello di un'altra.
Per farla breve, con PlaySync 3 l'headset diventa una sorta di telecomando universale, ma fermiamoci per qualche istante e facciamo ulteriore chiarezza.
Dietro la 'base station' delle A50 X troviamo una moltitudine d'ingressi, nella fattispecie tre porte HDMI 2.1 e altrettante porte USB-C, tra cui quella dedicata all'alimentazione. Secondo Logitech - o, quantomeno, secondo la sua campagna promozionale - l'ambiente ideale delle A50 X è composto da un PC e da entrambe le console next-gen di Sony e Microsoft. Sembra paradossale per un headset che fa del wireless uno dei suoi principali punti di forza, ma collegando la base delle A50 X a tutte e tre le piattaforme si creerà un enorme groviglio di cavi che metterà a dura prova anche i maestri del 'cable management', ma questo è un problema secondario.
Integrando le porte HDMI, la base super-tecnologica di ASTRO permette quindi un passthrough completo del segnale video, oltre a gestire in maniera intelligente la sorgente audio. Utilizzando i cavi appropriati - HDMI 2.1, per l'appunto - è inoltre possibile usufruire del rendering in 4K a 120Hz sulle ammiraglie PlayStation e Xbox, con tanto di supporto alla modalità a bassa latenza automatica (ALLM) e al 'variable refresh rate' (VRR).
Nel nostro test abbiamo ricreato due differenti scenari d'utilizzo per le ASTRO A50 X.
Il primo è quello raccomandato da Logitech G, ovvero un setup che include sia PS5 che Xbox Series X|S (Series S, nel nostro caso specifico), oltre che un PC. Mentre il collegamento con le console avviene tramite i cavi HDMI, per connettere le cuffie al computer serve un singolo cavo USB-C. Abbiamo quindi sperimentato PlaySync 3 e dobbiamo ammettere di essere rimasti impressionati: il passaggio da una piattaforma all'altra avviene in maniera pressoché istantanea e senza alcun intoppo; basta davvero un semplice click per passare dal menu dalla schermata principale della PlayStation a quella della Xbox, conservando la risoluzione elevata e la massima fluidità in fase di gioco. Non è stato possibile effettuare lo stesso switch su PC, dove PlaySync si limita a cambiare - in maniera comunque immediata - la sorgente audio.
Nel secondo scenario abbiamo collegato le A50 X ad un monitor che supporta solo l'HDMI 2.0. Nel precedente test avevamo utilizzato un laptop, ma questa volta abbiamo potuto connettere l'headset al nostro PC desktop, affiancandogli le due console. Rinunciamo così all'output 4K@120Hz garantito dall'HDMI 2.1, così come al VRR e alla modalità ALLM. In compenso, abbiamo comunque potuto utilizzare PlaySync 3 senza problemi.
Ricordiamo che le ASTRO A50 X supportano anche la connettività simultanea Lightspeed (2,4 GHz) + Bluetooth, il che significa che possiamo utilizzare lo smartphone, il tablet o un qualsivoglia dispositivo compatibile mentre giochiamo su console o PC. Dopo una semplice configurazione iniziale, l'icona del Bluetooth s'illuminerà sulla base di ricarica per segnalarci che il pairing è avvenuto con successo. Associando l'headset al nostro iPhone abbiamo effettuato delle chiamate, ascoltato musica su Spotify e abbiamo addirittura utilizzato la chat vocale di Discord sfruttando il microfono delle A50 X, il tutto mentre eravamo ancora in gioco.
Funzionalità e prestazioni: ritornano i driver in grafene
Abbiamo già menzionato i driver PRO-G GRAPHENE delle Logitech G PRO X 2. Come suggerisce il nome scelto dalla casa svizzera, parliamo di driver realizzati in grafene, un materiale che, per le sue peculiari proprietà, può restituire un suono più fedele e privo delle tipiche distorsioni che è possibile percepire con la grande maggioranza delle periferiche.
Messa da parte la teoria, nella pratica otteniamo risultati molto convincenti.
Le cuffie top di gamma brandizzate Logitech G regalano bassi più pieni e profondi, medi puliti e, più in generale, un suono estremamente limpido. Nel caso delle G PRO X 2 parliamo però di driver da 50 mm, mentre le ASTRO A50 X qui analizzate montano dei driver da 40 mm, basati tuttavia sulla medesima architettura. Di fatto, non abbiamo notato grandi differenze sul fronte prestazionale: è vero, anche le A50 X propendono leggermente verso i bassi, ma c'è anche una riproduzione chiara e precisa dei suoni di tutte le frequenze. Ricordiamo che Logitech dichiara una risposta in frequenza compresa tra i 20 e i 20.000 Hz.
Le ASTRO A50 X sfruttano differenti tecnologie surround a seconda della piattaforma a cui sono connesse: Dolby Atmos su PC, Windows Sonic su Xbox e Audio 3D su PS5. In tutti e tre i casi le cuffie ci hanno dato grandi soddisfazioni nella gestione dell'audio spaziale, permettendoci, ad esempio, di individuare con grande precisione la direzione di provenienza e la distanza degli avversari all'interno della mappa di gioco. Tuttavia, è su PC che abbiamo ricavato la migliore esperienza, grazie al già menzionato supporto a Dolby Atmos (la licenza è inclusa) e all'audio a 24 bit/48 kHz - su PS5 e Xbox Series X|S l'output è limitato a 16 bit/48 kHz.
Senza ancora ritoccare l'equalizzazione, le A50 X si sono dimostrate eccezionali sia nel gaming che nella fruizione dei contenuti multimediali. Ci siamo goduti un film in streaming ottenendo suoni molto nitidi, ma anche corposi e avvolgenti nelle scene di maggiore intensità. Ottime anche nella riproduzione musicale, dove i bassi non rimbombano mai eccessivamente e nessun genere viene penalizzato. Abbiamo utilizzato le ASTRO A50 X persino nell'editing video, dove vogliamo promuoverle a pieni voti per l'elevata nitidezza sonora.
Volendo invece mettere mano al software si passa, come previsto, per Logitech G Hub. Se invece vorrete sfruttare appieno Dolby Atmos, almeno su Windows, vi suggeriamo di lanciare Dolby Access per accedere a diversi preset EQ e a tre profili personalizzabili.
Una volta configurato l'headset su PC/Mac, la periferica apparirà nella schermata principale di G Hub per consentirci di accedere a tutte le relative impostazioni. Possiamo quindi intervenire sull'equalizzatore per ritoccare la curva della risposta in frequenza: anche in questo caso possiamo usufruire di tre preset (Predefinito, Gaming, Media) o realizzare uno o più profili personalizzati. Il vantaggio unico di G Hub è rappresentato dalla sua community: gli utenti registrati alla piattaforma di Logitech possono condividere i propri profili EQ (e non solo), permettendo ad altri di scaricarli e applicarli alle loro periferiche audio. Abbiamo quindi trovato un profilo realizzato appositamente per le A50 X e che risulta alquanto bilanciato, quanto basta per utilizzare le cuffie sia nel gaming che nella riproduzione multimediale senza troppe paturnie.
Esplorando le altre sezioni della schermata di G Hub possiamo regolare anche l'equalizzazione del microfono e abilitare il cosiddetto 'noise gate', funzione che contribuisce alla rimozione dei rumori di fondo indesiderati. C'è poi un'intera sezione dedicata agli streamer: tramite la funzione Indirizzamento è possibile ottimizzare la gestione di diverse sorgenti sonore durante le livestream, regolando quindi l'audio di gioco, quello Bluetooth e l'input del microfono.
Per offrire tutte queste funzionalità anche agli utenti console, Logitech ha lanciato su smartphone una versione tascabile del software G Hub. L'app risponde al semplice nome di 'Logitech G' e sfoggia un'interfaccia intuitiva e visibilmente semplificata. Se saranno accese, le A50 X compariranno sulla schermata del nostro dispositivo Android o iOS per permetterci di applicare le stesse modifiche di cui sopra, senza sconti. Certo, non è un'app perfetta e c'è qualche neo, come la rotazione 'obbligatoria' della schermata durante la regolazione dell'EQ.
Sul fronte sonoro tutto sembrerebbe ineccepibile per le nuove A50 X, se non fosse per una scelta di design che non ci ha convinto del tutto.
Ci riferiamo ai cuscinetti dei padiglioni. Mancando - clamorosamente, visto il prezzo - una qualsiasi soluzione di cancellazione dei rumori esterni (ANC), l'isolamento acustico delle ASTRO A50 X è passivo ed è affidato ai soli 'earpad', che non svolgono un lavoro eccezionale. Provando le cuffie in un ambiente rumoroso si percepisce una lieve dispersione dell'audio di gioco, evidentemente disturbato dai suoni provenienti dall'esterno. Non solo, ma in chat vocale i nostri amici potevano sentire il riverbero delle loro voci proveniente dal nostro microfono, nonostante mantenessimo dei livelli di volume non propriamente alti.
La soluzione a questi problemi si è rivelata essere una sola: sostituire i cuscinetti. Abbiamo quindi rimosso gli earpad in tessuto traspirante per rimpiazzarli con dei cuscinetti rivestiti in similpelle. Nello specifico, abbiamo montato degli earpad FreeZe A50 di Wicked Cushions, progettati in origine per le ASTRO A50, ma compatibili anche per il nuovo modello - che condivide lo stesso tipo di aggancio magnetico dell'headset della scorsa generazione.
La differenza si percepisce nell'immediato: i cuscinetti in similpelle riescono a trattenere maggiormente l'audio, evitando così la dispersione sonora di cui sopra e isolandoci quasi del tutto dai rumori ambientali. Anche i nostri compagni di gioco hanno notato la differenza, il che ci ha permesso di alzare il livello di volume senza causare noie in chat.
È un peccato che un paio di cuffie 'enthusiast' come le A50 X non includano un set di cuscinetti intercambiabili e che costringano l'utente a dover effettuare ulteriori spese per sopperire a tali imperfezioni - o, semplicemente, per avere più libertà di scelta. Un'ulteriore pecca è che, nel caso specifico del modello di Wicked Cushions, i cuscinetti sostituitivi sono un po' più ingombranti di quelli montati di serie: appoggiando le cuffie sulla base non riusciamo ad 'agganciarle' immediatamente e dovremo muoverle un po' per consentire la ricarica magnetica.
Concludiamo parlandovi del microfono, per il quale abbiamo solo feedback entusiasti.
Il microfono omnidirezionale non può essere separato dall'headset, ma è molto flessibile e può essere ruotato per disattivare l'input audio ('flip-to-mute'), senza mai risultare ingombrante quando inutilizzato. A sorprendere sono però le prestazioni: con una risposta in frequenza compresa tra 60 e 20.000 Hz - e un sampling rate fino a 16 bit/48 kHz - il microfono delle A50 X si è dimostrato sempre affidabile, catturando e trasmettendo la nostra voce con un'ottima resa.
Il risultato è sensibilmente superiore a quello raggiunto dalle cugine G PRO X 2. Solo le Blackshark V2 Pro ci hanno dato più soddisfazioni con il loro microfono HyperClear a 32 kHz - che è unidirezionale e, a parer nostro, perfetto sia per la chat che per lo streaming.
ASTRO A50 X: esagerate nelle prestazioni... e nel prezzo
Tirando le somme, le ASTRO A50 X di Logitech G rappresentano senz'ombra di dubbio il prodotto più completo che un giocatore 'next-gen' possa desiderare.
Sia chiaro, è chiaramente indirizzato ad una specifica nicchia di utenti che ha la fortuna di possedere più sistemi di gioco - PS5, Xbox Series X|S e/o PC - e, al tempo stesso, un TV o un monitor che supporti le tecnologie di ultima generazione, prima fra tutte l'HDMI 2.1.
Abbiamo comunque constatato che è possibile usufruire delle feature di punta delle A50 X anche con un setup basato sul 'vecchio' HDMI 2.0, al costo di qualche piccola rinuncia sul fronte della risoluzione e del refresh rate elevato. Dopo aver visto di cos'è capace sul fronte prestazionale, ne consiglieremmo l'acquisto a tutti i giocatori che vogliono trarre il massimo dalle proprie console e non solo, ma... c'è un grandissimo ostacolo da superare: il prezzo.
Ebbene, in Italia le ASTRO A50 X vengono vendute ad un prezzo consigliato di 409,99€. Per rendere meglio l'idea, costa circa 110€ in più rispetto a una Xbox Series S (non scontata) e 140€ meno rispetto a una Series X. Concorderete con noi nel ritenerlo un prezzo esagerato per un headset, per quanto quest'ultimo sia effettivamente versatile e dotato di tutto ciò che serve per giocare in maniera spensierata su qualsivoglia piattaforma.
Certo, se il portafogli non rappresenta un problema, non avrete motivi concreti per scegliere una soluzione diversa da quella proposta da Logitech. Ricordatevi solo di ordinare un paio di cuscinetti extra - ci dispiace Logitech, ma non li abbiamo proprio digeriti questi earpad.
9 Commenti
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Io ho delle audeze mobius, che all'epoca avevano un audio, per me, molto più preciso e pulito delle a40 e a50AVREBBE senso prendere queste cuffie per usarle solo con il pc, o la qualità Audio della audeze rimane ancora superiore?
AVREBBE senso prendere queste cuffie per usarle solo con il pc, o la qualità Audio della audeze rimane ancora superiore?
sono superiori le Mobius, le astro da sempre sono un giocattolo rispetto alle Audeze, se dovessi cambiare al massimo guarda le audeze Maxwell
Invece hanno pure il problema dei cuscinetti.
Cosa che vedo anche su altre cuffie Logitech tra l'altro. Le Zone Wired per le videocall costano più di 100 euro, ma hanno cuscinetti scomodi in fintapelle che dopo un anno tra l'altro si sfoglia.
Meglio che si concentrino su tastiere e mouse.
X gabblo
Si, le Maxwell le ho provate, ms. A le Ho trovate nel surround molto meno precise delle mobius (che uso si con il loro surround ma non con il 3D di quando ruoto la testa).A questo punto spero che audeze faccia presto un aggiornamento delle mobius... (dato che maxwell è praticamente l'aggiornamento delle penrose)
AVREBBE senso prendere queste cuffie per usarle solo con il pc, o la qualità Audio della audeze rimane ancora superiore?
Da uno che ha avuto e che non ha amato le Audeze (ma era abituato a cuffie da 1000 euro), contro sta roba qua vincono 55 a 1.
Per lato gaming mi sono messo in pace con le "vecchie" Beyer dt 990 pro e ci ho messo su un Mod Mic.
A breve pensavo di provare le Senn HD 490 Pro che mi sembrano un bel allrounder.
Aggiungo che secondo me per il gaming i driver planari sono assolutamente da evitare, parlo di fps ovviamente, per casual va bene tutto.
la miglior feature
La miglior feature di queste cuffie è la possibilità di usare il bluetooth in contemporanea con il collegamento wireless, dove le cuffie fanno un mix tra i due canali. Feature molto comoda per chi usa discord.Sono poche le cuffie che offrono questa feature.
con un dongle proprietario, visti i limiti in full duplex del bluetooth (con il mic aperto, cala la qualità di riproduzione) e con anche però ANC
clamoroso non ci sia, ne su queste ne sulle pro 2
peccato, attendo ancora la cuffia perfetta (wireless, ANC e senza cali di qualità con mic aperto)
Sono poche le cuffie che offrono questa feature.
*
amen
il bluetooth putroppo ha limiti grossi, almeno su pc, in full duplex
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