Google Chromecast Ultra, Home, Wifi e Daydream View: tutti gli annunci del 4 ottobre

Durante l'evento del 4 ottobre Google ha annunciato una serie di dispositivi tutti molti diversi fra di loro, ma accomunati da un obiettivo comune. Semplificare la vita dei fruitori della tecnologia senza giungere a compromessi sul fronte delle performance. La casa diventa smart secondo l'idea di Big G, supportata dall'Assistente Google e da tutta una serie di dispositivi interconnessi
di Rosario Grasso , Nino Grasso pubblicato il 05 Ottobre 2016 nel canale PerifericheGoogle, tutti gli annunci del 4 ottobre
Non solo Google Pixel (che abbiamo trattato separatamente a questo indirizzo) all'evento di Big G tenutosi il 4 ottobre 2016, ma una serie di prodotti che sottolineano la visione della compagnia per quanto concerne l'evoluzione informatica e tecnologica in generale. Tutto passa dall'intelligenza artificiale, che è la parte fondamentale di molti dei prodotti annunciati ieri e che si concretizza adesso con l'Assistente Google. Si tratta dell'evoluzione di Google Now, l'assistente virtuale della compagnia, che si evolve sempre di più per rispondere agli utenti ancor prima che questi abbiano posto la domanda. Intelligenza artificiale e apprendimento automatico sono concetti che risaltano violentemente nel futuro di Google, ed è chiaro che per adesso quella di Big G è una scommessa vinta. Nessuna fra le compagnie interessate a questi argomenti riesce ad arrivare agli stessi livelli.
Assistente Google
Alla fine dell'evento il CEO di Google, Sundar Pichai, ha rilasciato un comunicato particolarmente accorato in cui parla dell'evoluzione delle ricerche online: "Quando Google è stata fondata, erano circa 300 milioni le persone che utilizzavano Internet. La maggior parte di loro stava seduta davanti a un PC in cerca di risposte, che si presentavano sotto forma di link blu", scrive il dirigente di origini indiane. "Oggi, ci sono circa 3 miliardi di persone connesse a Internet che cercano informazioni e aiuto di ogni tipo e ovunque si trovino: in auto o in aula, da casa o dal telefono che hanno in tasca. Indipendentemente dal contesto e dal dispositivo, le domande che possono essere poste sono ancora di più e noi possiamo fare di più per aiutarvi a ottenere le risposte che state cercando".
Un cambiamento fondamentale se si considera che il fenomeno sarà sempre più radicalizzato e la tecnologia sarà il punto di riferimento nelle vite di tutti, con l'intelligenza artificiale che sarà un vero e proprio "telecomando per organizzare le nostre vite". Da qui nasce l'esigenza di un Assistente Google, un'entità astratta che in realtà si comporta - un po' come Siri di Apple - in maniera del tutto naturale. Il software consente all'utente di imbastire una conversazione naturale con un interlocutore in grado di spaziare su qualsiasi argomento: possiamo chiedere informazioni sugli appuntamenti della giornata, conoscere informazioni sul meteo, le tempistiche di un percorso in auto, a piedi o con i mezzi pubblici, riprodurre, di mostrarci le foto dell'ultima vacanza, prenotarci dei voli o dei tavoli al ristorante.
Lo avevamo già visto sull'applicazione Google Allo solamente accennato, mentre adesso la compagnia lo ha promesso su una serie di dispositivi differenti, fra cui i nuovi Pixel, ma anche su Google Home, sulle auto del futuro e probabilmente su qualsiasi tipologia di dispositivo interconnesso. Ma cosa fa più di Cortana o Siri? Sostanzialmente nulla, se si esclude che l'Assistente Google ha dalla sua Knowledge Graph, un'intera enciclopedia che racchiude decine di milioni di voci da cui poter attingere per placare ogni nostro dubbio. Il software è anche in grado di apprendere sulla base delle specifiche esigenze dell'individuo, e di sbirciare nelle e-mail per tracciare le spedizioni, inserire eventi sul calendario e molto altro senza alcuna interazione da parte dell'utente.
Il nuovo Assistente Google è insomma un Google Now con il carattere loquace degli assistenti della concorrenza, ma in grado di attingere al sapere sconfinato di Google e dei suoi algoritmi di ricerca.
Google Home
Per sfruttare al meglio l'Assistente Google la compagnia propone Google Home, un dispositivo che, come si evince dal nome, è progettato per essere il cuore gestionale della casa. Si tratta di un'evidente alternativa ad Amazon Echo, un prodotto anticipato al Google I/O ma che diventa estremamente più concreto dopo l'evento di ieri. Sono stati di fatto annunciati disponibilità e prezzo per il mercato statunitense: il piccolo hub domestico arriverà negli USA il prossimo 4 novembre al prezzo di 129 dollari, o 299 dollari se si decide di comprarne tre assieme. Un prezzo molto allettante se consideriamo che l'unico dispositivo comparabile, Amazon Echo per l'appunto, si trova al momento a 179 dollari.
Potremmo definire Home come la personificazione hardware dell'Assistente Google. Sul piano estetico è decisamente essenziale: ha una base personalizzabile e può essere introdotto nel mobilio domestico senza che appaia fuori luogo. La parte superiore è sensibile al tocco con piccole luci nascoste che "danzano" durante l'interazione dell'utente, mentre nella parte inferiore troviamo una griglia che nasconde i tre altoparlanti integrati. La sua funzione è quella di rispondere ad esigenze di qualsiasi tipo. È un assistente sempre in ascolto che si attiva con la celeberrima frase "Ok, Google": può impostare un timer, riprodurre della musica, rispondere ai nostri dubbi.
Google Home non è portatile, e questo gli permette di essere più potente e versatile rispetto all'assistente che portiamo in tasca nello smartphone. È pensato per essere inserito in un contesto multi-room e supportare ed essere supportato da molteplici dispositivi connessi attraverso lo standard Google Cast. Può essere collegato ad una TV con Chromecast per lanciare un video su YouTube attraverso comandi vocali, con uno stereo per riprodurre musica con Google Play Music, Spotify o altre applicazioni. Non può essere collegato con più di un account Google, quindi solo un singolo utente può sfruttarne appieno le funzionalità. Ma non preoccupatevi, la feature arriverà in un prossimo futuro. Integrati nella scocca solo due microfoni, a differenza dei sette presenti su Echo.
Il punto in cui Google Home sembra superare Amazon Echo riguarda la capacità di adattamento dell'Assistente Google, che capisce anche query più complesse grazie, al solito, al pieno sfruttamento di Knowledge Graph. Se chiediamo di riprodurre la canzone di un film, Home capirà e agirà di conseguenza, e se poi chiediamo al piccolo hub di riprodurre una cover continuerà a rispondere intuendo l'esigenza come farebbe un essere umano. All'inizio il supporto a dispositivi terzi sarà molto limitato, con Google che vuole concentrarsi sul perfezionamento del riconoscimento vocale, e non sul numero di feature. Qui un elenco delle cose che può fare.
Google Chromecast Ultra
Importantissimo fra gli annunci del 4 ottobre il nuovo Chromecast Ultra, che si troverà presumibilmente nelle prossime settimane anche nel nostro mercato italiano. La peculiarità della nuova soluzione è una delle più grosse mancanze del secondo modello: Chromecast Ultra supporta il decoding in 4K, anche in HDR10 e Dolby Vision. Arriverà negli USA a novembre e presto anche sul nostro mercato europeo, anche se al momento mancano dettagli circa la piattaforma hardware integrata nel piccolo chassis. Chromecast Ultra offre una porta HDMI 2.0 con HDCP e possibilità di connessione via Ethernet attraverso la porta sull'adattatore di corrente.
Il nuovo dongle HDMI di Big G può essere utile anche per chi ha un pannello Full HD dal momento che finalmente è garantito anche il supporto ai 1080p a 60 fotogrammi al secondo. Il tutto in un form factor simile a quello del predecessore e solo un po' più grande. Sul fronte wireless Chromecast Ultra garantisce la connessione a reti Wi-Fi 802.11AC, si può collegare naturalmente a Google Home per massimizzare la semplicità d'uso e può essere gestito da uno smartphone, che diventa di fatto il telecomando. Come su Chromecast tradizionale, viene garantita la compatibilità con un parco app interminabile, fra cui Netflix e YouTube che sono già pronte per il 4K (qui la lista completa).
La voce di Chromecast Ultra è già apparsa sul Google Play Dispositivi italiano, con disponibilità prevista "a breve" in Italia. Il prezzo nel nostro paese sarà di 79 euro sul canale di rivendita ufficiale, praticamente il doppio rispetto al modello standard. Il nuovo infatti non sostituirà l'entry-level, ma sarà sostanzialmente una versione premium per chi ha bisogno delle massime prestazioni di riproduzione.
Google Daydream View
Google Daydream View è il primo dispositivo a essere espressamente basato sulla piattaforma Daydream VR, già annunciata da Google a maggio. In commercio da novembre a 79 dollari, Daydream View non è solamente un prodotto consumer ma anche un punto di riferimento per tutti i futuri visori che sfrutteranno la piattaforma Daydream.
Daydream View, che esteticamente assomiglia pericolosamente a Oculus Rift, consiste in un elegante involucro di tessuto morbido, con un pannello frontale in plastica entro il quale si può collocare lo smartphone Android. Google dice che il dispositivo pesa 220 grammi, il che lo renderebbe sensibilmente più leggero rispetto al visore a cui Daydream View assomiglia maggiormente, ovvero Samsung Gear VR. Il pannello frontale è in velcro e può essere rimosso dal resto del dispositivo e lavato a mano. Sarà inoltre possibile sostituire il pannello acquistando separatamente un ricambio.
Nella fase iniziale Daydream View funzionerà solamente con i nuovi smartphone Pixel e Pixel XL, ma è probabile che in un secondo momento la compatibilità venga estesa a tutti gli altri smartphone che supportano la piattaforma Daydream VR. Il pannello è regolabile tramite cerniere, che sono studiate apposta per adattarsi alle forme di qualsiasi smartphone. L'obiettivo di Google con Daydream View è permettere agli utenti di accedere in maniera immediata alla realtà virtuale: si installa in pochi istanti lo smartphone all'interno di Daydream View, si lancia l'app VR e l'esperienza inizia subito, senza alcuno sforzo. Quando si inserisce uno smartphone sbloccato nel pannello frontale, infatti, un chip NFC riconosce automaticamente se ci sono le condizioni per accedere alla piattaforma Daydream VR. Quando si fissa lo smartphone attraverso l'anello elastico che si trova nella parte superiore di Daydream View, inoltre, un paio di elementi in gomma permettono allo smartphone di rilevare la sua posizione e centrare automaticamente l'immagine in modo da consentire di avere la migliore esperienza di realtà virtuale possibile.
Daydream View prevede anche un'unità controller con un pulsante home e un pulsante menu, insieme a un trackpad cliccabile. C'è anche il bilanciere per regolare il volume, mentre dei sensori interni rilevano i movimenti delle mani. Il sistema non è in grado di rilevare la posizione degli utenti nello spazio come fanno Oculus Rift e HTC Vive, ma può determinare la direzione verso la quale stanno puntando le mani. Quando non lo si usa, il controller può essere riposto in una tasca che si trova all'interno della scocca in tessuto morbido del visore.
All'inizio Daydream View sarà disponibile solo nella colorazione mostrata da Google all'evento di ieri, mentre nel corso del 2017 arriveranno anche le colorazioni "snow" e "crimson", insieme a controller di colore diverso dal bianco. Google ha già mostrato un gioco ottimizzato per la nuova piattaforma, Fantastic Beasts and Where to Find Them, insieme alle versioni di Google Street View e YouTube a 360 gradi. Hulu, HBO e Netflix saranno alcune delle app a supportare Daydream.
Google Wifi
Le parole utilizzate da Google per spiegare il nuovo Wifi sono probabilmente le migliori: "Utilizzare un singolo router per diffondere il segnale Wi-Fi per tutta la casa equivale ad utilizzare una singola lampadina per illuminare ogni stanza". Google Wifi è un router che, a differenza dei modelli tradizionali, viene proposto anche in tre unità separate da posizionare in stanze diverse. L'obiettivo è quello di coprire in maniera capillare tutta la superficie domestica senza perdite di prestazioni in nessun punto. È compatibile con Google OnHub, il router avanzato che la compagnia aveva annunciato precedentemente, e come quest'ultimo è semplicissimo da configurare e aggiornare.
Il nuovo sistema utilizza una tecnologia chiamata Mesh Wi-Fi, con la quale i diversi access point si interfacciano per condividere la rete di casa. Un singolo Google Wifi può coprire fino ad un massimo di 140 metri quadrati, mentre il pacchetto da tre può coprire case da un massimo di 420 metri quadrati. Le performance della soluzione vengono monitorare e gestite continuamente da Network Assist, un software proprietario che è sempre attivo per impostare dinamicamente i canali più veloci e le opzioni dei singoli access point e per offrire le velocità di connessione più elevate possibili. Il software consente anche di monitorare il consumo di dati o avvisare l'ISP se la connessione è down.
Il router può essere gestito attraverso l'applicazione dedicata Google Wifi, con cui si può ad esempio mettere in pausa la connessione con i dispositivi posseduti dai bambini quando dormono o quando sono alle prese con attività da svolgere con particolare attenzione. Attraverso il sito on.here, invece, gli ospiti possono accedere alla rete o controllare i dispositivi smart collegati al router. Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche ogni access point è compatibile con lo standard AC1200 e dispone di un sistema di antenne 2x2 Wave 2 dual-band 2.4/5GHz. I piccoli sistemi hanno anche due porte Gigabit Ethernet configurabili sia come LAN che come WAN.
Una soluzione pensata per qualsiasi tipologia di utente, magari senza eccessive competenze tecniche, che vuole comunque sfruttare una connessione di rete stabile e performante senza perdersi in lunghe ed estenuanti configurazioni certosine. Non sappiamo purtroppo se il dispositivo arriverà anche nel mercato italiano, con Google Wifi che sarà preordinabile a partire da novembre al prezzo di 129 dollari per la singola unità e 299 dollari per il bundle da 3 access point.
Per conoscere tutti i dettagli dei nuovi smartphone vi rimandiamo al nostro articolo su Google Pixel e Pixel XL.
5 Commenti
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trasformare le proprie case in ACQUARI...con big G e gli altri furbetti del pianetino a mangiarsi pop-corn mentre sentono, vedono e appuntano tutto!!!Occhio anche alle scie chimiche, mi raccomando.
AAAAAAAH!!!! I SCII CHIMICHI!!!!
SONO TUTTI VACCINI DI BIG PHARMAAAAAAAAH!
INCREDIBILEEEEE!!!
CONIVIDI PRIMA CHE CENSURINOOOOOOH!!!!!
Beh non e' cosi' risibile come situazione.
Ovviamente non e' che c'e' un impiegato di Google che ci ascolta tipo "Le Vite degli Altri", e magari e' un viscidone che ci prova gusto a sentirci mentre facciamo sesso...
Ma non credo che la nostra bella Google home, ad esempio, non si registra quante volte la settimana diciamo la parola "Coca Cola", "Donald Trump", "Renzi".
Se diciamo "Renzi" associato a "Coglione". Quando, quante volte, in congiunzione a cosa...etc...
Cosi' che poi la Coca Coca, e Renzi, pagano i loro sghei per mandarci le pubblicita' miratissssime...
Tutto il router è quel "cosino" cilindrico...? oppure quelli sono solo i satelliti?
Ma una foto dell'eventuale base?
2 Porte ethernet T1000 ???
Bho...
_______EDIT________
Si... sta tutto lì!
Bello!
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p.s. ma come è balla la vita SMART delle famiglie degli SPOT pubblicitari...!
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