Beyerdynamic Aventho Wireless: le cuffie che si adattano al tuo udito

Beyerdynamic Aventho Wireless: le cuffie che si adattano al tuo udito

Aventho Wireless sono la proposta di Beyerdynamic per ascoltare musica senza fili in mobilità. La caratteristica principale di queste cuffie on-ear Bluetootgh è la tecnologia dell'app MIY sviluppata dalla startup tedesca Mimi. Concettualmente il funzionamento è semplice: si esegue un test uditivo e poi l'app crea un profilo audio che va a compensare eventuali deficienze su determinate bande di frequenze restituendo un profilo audio di grande equilibrio

di pubblicato il nel canale Audio Video
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Beyerdynamic Aventho Wireless: via l'equalizzatore c'è l'app che le adatta al proprio udito

Nel panorama delle cuffie pochi prodotti sono iconici come le Beyerdynamic DT 100, consacrate dai telecronisti della BBC e da musicisti come i Pink Floyd. I prodotti dell'azienda tedesca sono stati punto di riferimento per gli appassionati e i professionisti del mondo audio per decadi, ma dalla fine del secolo scorso i tempi hanno cominciato a cambiare molto rapidamente anche in questo settore. Mp3 e riproduttori digitali portatili hanno reso l'ascolto della musica un'esperienza sempre più senza confini, portando all'estremo il concetto di mobilità creato da Sony con il suo Walkman. Nel settore della fruizione di massa molti considerano gli anni degli mp3 come il punto più basso della storia, ma riprendere in mano oggi quelle compilation su cassetta create registrando brani direttamente dalla radio potrebbe far ricredere alcuni. In ogni caso dopo anni di musica di bassisima qualità per la grande compressione degli mp3, la discesa dei prezzi delle memorie e la crescita, in termini di banda e accessibilità economica, delle connessioni in mobilità ha portato a un graduale spostamento dell'attenzione nuovamente verso il tema della qualità audio della musica che si ascolta. Brani anche di grandi dimensioni possono essere facilmente stipati in smartphone e lettori portatili e anche l'ascolto in streaming può avere una qualità impensabile fino a pochi anni fa.

In questo panorama è letteralmente esploso il mercato delle cuffie wireless Bluetooth, perfette per l'ascolto in mobilità senza l'intrancio di cavi e fili. Se ne trovano di tutti i tipi, dagli auricolari in-ear a quelli sportivi con archetto, dalle cuffie on-ear alle circumaurali, magari dotate anche di tecnologia di cancellazione del rumore Noise Cancelling. Un mercato in cui si sono buttati anche marchi storici dell'audio come Sennheiser, AKG e Bowers&Wilkins e che non ha mancato di tentare anche Beyerdynamic. La presentazione delle cuffie Bluetooth Aventho Wireless ha rappresentato per Beyerdynamic un passo decisamente importante nel cammino di modernizzazione della propria gamma in base ai rinnovati gusti del pubblico.

Una mossa che sulla carta è decisamente azzeccata sotto diversi punti di vista: si tratta di cuffie tecnologicamente avanzate, con una prima mondiale in termini di personalizzazione, ma caratterizzate da un aspetto dai richiami vintage che strizza l'occhio alla moda del momento. Le ho provate per un periodo abbastanza lungo di tempo, mettendole a confronto con proposte di altri marchi anche molto diverse tra loro, ma anche con cuffie della stessa azienda tedesca.

Senza svelare troppo i particolari che potete trovare più sotto, devo dire che il giudizio è decisamente buono. Io non sono un amante delle cuffie on-ear, trovandole una via di mezzo che a volte unisce i difetti dei sistemi più piccoli e di quelli più grossi. Preferisco in generale o gli auricolari in-ear o le grosse cuffie over-the-ear. Le Beyerdynamic Aventho mi hanno fatto in parte ricredere sul mio giudizio, probabilmente mettendo in evidenza il fatto che non avevo mai trovato un prodotto di quel tipo che mi fosse del tutto congeniale.

Sono generalmente più leggere delle cuffie circumaurali e sicuramente occupano meno spazio: pur non avendo un design ripiegabile, basta la semplice rotazione dei padiglioni per appiattirle e ridurne l'ingombro. Trovano facilmente spazio in zaini e borse e la custodia in tessuto, pur essendo meno protettiva di una rigida, grazie alla trama pesante e alla fodera offre più protezione di quei 'sacchettini' che a volte troviamo in dotazione (come per esempio sulle sorelle monitor cablate portatili DT 240 Pro).

Esteticamente la Avetho Wireless sono un prodotto ben riuscito, con ampio uso di metallo per l'archetto e per i sostegni dei padiglioni. Al metallo si alternano la plastica nera e la pelle, che può essere nera, come nell'esemplare in prova, oppure marrone. Come spesso accade in casa Beyerdynamic i cavi che vanno dall'archetto ai padiglioni sono in bella vista. Questi ultimi hanno anch'essi una parte di finitura metallica, in questo caso con una zigrinatura sul lato. La pelle di archetto e cuscinetti è molto morbida e discorso identico vale per l'imbottitura. Le cuffie risultano molto confortevoli e il fastidio di avere qualcosa appoggiato ai padiglioni auricolari si fa sentire solo dopo sessioni di ascolto abbastanza lunghe. Si può arrivare tranquillamente a superare l'ora prima di avvertire un po' di fastidio. Per qualcuno potrebbero risultare fastidiosi i cavi dei padiglioni che toccano contro la testa. I cuscinetti sono rimovibili e agganciati a incastro. Portano scritto all'interno L e R per riconoscere al primo colpo d'occhio il lato giusto da cui indossare le cuffie.

Le cuffie hanno una buona vestibilità e grazie all'archetto regolabile con passi abbastanza brevi ognuno riesce a trovare la posizione giusta. Un piccolo neo sta proprio nella regolazione della lunghezza dell'archetto: i supporti in metallo forato che sostengono i padiglioni e permettono la regolazione sebbene ben saldi una volta messi in posizione risultano un po' difficili da far scorrere, soprattutto a cuffie indossate. Le cuffie sono abbastanza salde una volta messe in testa e regolate per cui non cadono anche correndo o scendendo le scale della metropolitana a capofitto: in questa situazione sono rumorose in quanto le parti metalliche degli archetti di supporto ai padiglioni hanno un leggero gioco. Nei rapidi movimenti i particolari sbattono tra di loro, creando un fastidioso rumore.

La confezione contiene le cuffie, la sacca per il trasporto il cavo jack 3,5mm/3,5mm per la connessione in modalità passiva a computer, smartphone e riproduttori, il cavo USB Type C per la ricarica e la connessione al PC: in questo secondo caso le cuffie possono essere utilizzate al posto della scheda audio interna, sfruttando anche da 'cablate' il profilo audio personalizzato. La connessione USB permette anche di aggiornare in modo semplice il firmware.

In modalità passiva le cuffie suonano con la stessa impronta di sorelle che utilizzano la stessa tecnologia Tesla del marchio per i driver, sebbene manchino un po' di mordente. Hanno bassi importanti e percussioni molto accentuate e un po' secche (il rullante a volte emerge fin troppo), medi e alti ben presenti, deficitando forse di un po' di chiarezza alle frequenze più alte. La quantità dei bassi è decisamente superiore a quella che ci si aspetterebbe da cuffie con i padiglioni di queste dimensioni. La scena sonora non è molto ampia, ma in linea con quella di cuffie chiuse on-ear. Sono cuffie certificate Hi-Res Audio e offrono una risposta in frequenza di 10–40.000 Hz. L'impedenza nominale è di 32 Ohm. Pesano 238 grammi e - quasi naturalmente essendo dedicate alla mobilità - sono cuffie di tipo chiuso. Grazie alla batteria da 1050 mAh offrono più di trenta ore di autonomia.

È però da accese che emerge il loro vero carattere, come spesso accade per le cuffie wireless. Il DAC interno svolge un ottimo lavoro ed è ottimizzato per la curva di risposta delle cuffie: ascoltando via USB o Bluetooth le Aventho offrono un profilo più brillante, molto piacevole anche senza effettuare la personalizzazione. I bassi restano molto presenti, ma alti e medi guadagnano in dinamica e in generale aumenta anche la chiarezza.

Le cuffie sono compatibili con i flussi audio wireless Qualcomm aptX e aptX™ HD, Advanced Audio Coding (AAC) e Low Complexity Subband Codec (SBC). Con una ricarica completa di circa due ore possono, come già detto, riprodurre musica senza fili per più trenta ore. La connessione Bluetooth è abbastanza stabile anche a qualche metro di distanza, ma la copertura è inferiore rispetto modelli della concorrenza come le Sony WH-1000X M2. Possono essere connessi alle cuffie fino a otto dispositivi e due di essi possono essere attivi in contemporanea, ad esempio ascoltando la musica senza fili dal portatile e rispondendo alle chiamate telefoniche sullo smartphone senza togliere le cuffie e nemmeno cercare dov'è il telefono. Per quanto riguarda la qualità delle chiamate telefoniche le cuffie si posizionano nella media del settore: noi sentiamo molto bene la voce del nostro interlocutore, ma esso ci sente invece un po' lontani (se siete alla ricerca di una cuffia Bluetooth ottima per le chiamate telefoniche non perdetevi la recensione delle Plantronics Voyager 8200 UC).

Come già accennato la caratteristica principale delle Beyerdynamic Aventho Wireless è la tecnologia dell'app MIY sviluppata dalla startup tedesca Mimi. Concettualmente il funzionamento è semplice: si esegue un test uditivo e poi l'app crea un profilo audio che va a compensare eventuali deficienze del nostro udito su determinate bande di frequenze. L'app comincia con il chiedere l'età del proprietario delle cuffie e a creare il profilo base, che tiene conto della capacità uditive della media della popolazione. Questo profilo è utilizzabile direttamente, se non si ha tempo o voglia di effettuare il test uditivo, oppure può fare da base per la personalizzazione. Il test dura qualche minuto e va effettuato, naturalmente, in un ambiente tranquillo e silenzioso. Rispetto alla prima versione dell'app, che richiedeva quattro test separati per ogni orecchio su ogni gamma di frequenze, ora il test viene effettuato con un'unica sessione di ascolto per singolo orecchio con bip a frequenze variabili. La prova chiede di premere un bottone sul display quando si sente la serie di bip a volume crescente e decrescente e di rilasciare la pressione quando non si riesce più a distinguerne il suono: richiede davvero poco tempo, giusto qualche minuto. Il profilo viene caricato nelle cuffie ed è attivo con qualunque dispositivo Bluetooth si utilizzi per riprodurre la musica e non solo con lo smartphone con cui è stato creato

Il risultato è un suono che effettivamente risulta più equilibrato, enfatizzato il giusto dove serve, senza dover smanettare con equalizzatori o sistemi simili. Personalmente, io sono sempre alla ricerca del suono che più mi piace e mi capita spesso di utilizzare del tempo per cercare il mix di equalizzazione perfetto, salvo faticare a trovarne uno che davvero mi si confaccia. Con le Beyerdynamic Aventho il problema è risolto con un semplice test di pochi minuti. Dall'app si può comunque decidere se attivare o meno il profilo e che peso dargli, con 5 passi da 0% a 100%, in caso lo si trovasse troppo invasivo. Nel mio caso di quasi quarantenne, ha enfatizzato in modo perfetto le frequenze alte, donando grande chiarezza alla riproduzione musicale, senza però sacrificare bassi e medi. In pratica ha mimato il profilo di equalizzazione che spesso imposto sui miei dispositivi, ma l'ha fatto meglio rispetto ai risultati che generalmente ottengo 'a mano'. Anche le percussioni, che senza la personalizzazione risultano a volte un po' invadenti, dopo aver caricato il profilo nelle cuffie, rientrano perfettamente nei ranghi, con grande presenza e dinamica, senza però coprire il resto dei suoni. La bontà dell'equalizzazione 'nativa' che ottengono le cuffie è testimoniata dalla ricchezza donata alle diverse linee melodiche che compongono i brani musicali: personalmente ho scoperto linee di basso o seconde voci che non mi era mai capitato di sentire in modo così distinto.

Come detto, rispetto alle dimensioni compatte le cuffie brillano nella resa dei bassi e nella dinamica, mentre la scena sonora è quella che ci si aspetta da cuffie chiuse on-ear e anche dopo l'applicazione del profilo sonoro personalizzato dall'app non migliora.

Purtroppo la tecnologia funziona solo quando è il DAC interno delle cuffie a riprodurre i flussi musicali, per cui non è utilizzabile se non in modalità wireless. Nel momento in cui viene inserito un jack nelle cuffie queste si 'spengono' e si trasformano in cuffie 'passive' (con il vantaggio di poter essere utilizzate anche a batteria scarica, come invece non accade con altre cuffie wireless).

Abbiamo già parlato dell'indossabilità, parliamo ora dell'interfaccia: le Aventho Wireless puntano su un padiglione touch per gestire con tocchi e gesture tutti i comandi, compresi la risposta alle chiamate telefoniche e l'avvio degli assistenti vocali di Google e Apple. Come spesso accade l'idea è buona, ma nell'uso l'effettiva efficacia è decisamente inferiore, pur essendoci la possibilità di regolare la sensibilità del pannello dell'app. Regolare il volume tramite il padiglione touch è a volte un'impresa e si passa di pochi millimetri di spostamento del dito dal quasi silenzio a un volume fastidioso. Simile il discorso per lo strisciamento per mandare avanti e indietro le tracce che a volte funziona, altre no e altre ancora viene interpretato come una regolazione del volume. Ci sono poi gesture complesse come trascinamenti e pressioni prolungate che nella pratica risultano così poco affidabili da essere abbandonate dopo la prima prova. Alla fine per una regolazione del volume precisa ho sempre tirato fuori il telefono dalla tasca o utilizzato i comandi della tastiera del portatile. Il pulsante di accensione e spegnimento è poi davvero piccolo e difficile da raggiugere e premere. Tra le mancanze si segnala anche il sensore di presenza, utilizzato da alcune cuffie wireless concorrenti, che ferma la musica quando le si toglie e la fa ripartire non appena le si indossa nuovamente.

[HWUVIDEO="2548"]Beyerdynamic Aventho Wireless si adattano al tuo udito[/HWUVIDEO]

Il difetto più grande è però quello che si scopre quando si passa in cassa. Il marchio è mitico, la qualità dell'audio ottima, così come quella dei materiali, la personalizzazione dell'audio tramite test uditivo una prima mondiale (in una implementazione così integrata nelle cuffie), ma €449 per delle cuffie on-ear, la cui vocazione è quella dell'uso in mobilità, per altro prive di funzionalità Noise Cancelling, sono davvero tanti, probabilmente per molti troppi.

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1 Commenti
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recoil25 Maggio 2018, 08:51 #1
buona idea, secondo me dovrebbero brevettare la cosa e venderla ai produttori di smartphone/lettori audio in modo che la cosa si diffonda veramente
penso farebbero più soldi così che non vendendo le cuffie

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