La Wi-Fi Alliance compie 15 anni: breve storia di un fenomeno globale

La Wi-Fi Alliance compie 15 anni: breve storia di un fenomeno globale

Sono passati già 15 anni dall'istituzione della Wi-Fi Alliance, il consorzio che ha regolamentato lo standard più diffuso al mondo. Ecco alcuni dei passi più importanti, e cosa ci attende nel futuro

di pubblicata il , alle 16:01 nel canale Web
 

Correva l'anno 1999 quando fu fondata la Wi-Fi Alliance (anche se il nome originario era WECA, Wireless Ethernet Compatibility Alliance), ovvero un consorzio mirato a promuovere, standardizzare e commercializzare un nuovo modello di rete senza fili, conosciuto sotto il nome di Wi-Fi. Un approccio quasi visionario per l'epoca, realizzato da un gruppo di sei aziende alcune delle quali scomparse o acquisite: 3Com, Aironet (ora di Cisco), Harris Semiconductor (oggi Intersil), Lucent (oggi Alcatel-Lucent), Nokia and Symbol Technologies (ora Motorola).

Il nome Wi-Fi viene coniato in realtà nel 2000, fissando poi lo standard di velocità di trasmissione pari a 11Mbps nella banda 2,4GHz. Bisogna attendere il 2002 per arrivare allo standard 54Mbps nei 5GHz, mentre i membri del consorzio salivano a 100. Uno degli anni cruciali è però il 2003 e non tanto per i membri (ora 200), quanto per l'introduzione da parte di Intel della piattaforma Centrino, che di fatto porta la scheda di rete Wi-Fi nella dotazione standard dei PC portatili.

Wi-Fi

Il tempo passa, e nel 2005 il termine Wi-Fi viene adottato nei principali dizionari mondiali, mentre sale il consenso e il gradimento del pubblico che apprezza la connettività senza fili. Nel 2009 sono ben 600 milioni i dispositivi venduti con Wi-Fi integrato, mentre nel 2011 si raggiunge quota 1 milione di hotspot installati a livello globale. Arriviamo quasi ai giorni nostri, ovvero nel 2012, dove il 25% delle abitazioni in tutto il mondo è dotata di una rete Wi-Fi; nel 2013 gli hotspot sono diventati 5 milioni, e i membri del consorzio sono ben 600.

Tutto il resto è il presente, con numeri in fortissima crescita anche considerando la grande diffusione di smartphone e tablet. Il futuro cosa ci riserva? Smart home, automotive e un'immensa rete in grado di connettere ogni cosa con qualsiasi cosa, servizi mirati, connettività multi Gigabit a bassa latenza e centinaia di milioni di hot spot di facile utilizzo, con buoni margini per essere ancora stupiti dalle novità. Buon compleanno Wi-Fi.

8 Commenti
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zappy08 Settembre 2014, 16:34 #1
Originariamente inviato da: Redazione di Hardware Upgrade
...11Mbps nella banda 2,4GHz. Bisogna attendere il 2002 per arrivare allo standard 54Mbps nei 5GHz...

continuo a trovare preoccupante il fatto che anche i forni a microonde funzionino a 2.4Ghz.

e prima che qualche genio blateri di "potenza diversa" (ovvio, per quanto riguarda l'effetto termico), invito a riflettere sul microscopico livello di energia elettrica con cui funzionano le cellule in generale ed il sistema nervoso in particolare (e quindi l'effetto biologico).
Rubberick08 Settembre 2014, 16:36 #2
pensassero a risolvere il problema delle interferenze.. qua non si capisce + niente ora che ci sono decine e decine di wifi..

i pc ancora ancora li cabli ma i cell è un pò difficile
albatros_la08 Settembre 2014, 18:42 #3
Originariamente inviato da: zappy
continuo a trovare preoccupante il fatto che anche i forni a microonde funzionino a 2.4Ghz.

e prima che qualche genio blateri di "potenza diversa" (ovvio, per quanto riguarda l'effetto termico), invito a riflettere sul microscopico livello di energia elettrica con cui funzionano le cellule in generale ed il sistema nervoso in particolare (e quindi l'effetto biologico).

Beh, potrebbe essere una preoccupazione mal riposta. Che io sappia, non ci sono studi che dimostrino correlazioni causali tra wifi e cancro o altre patologie.
Quanto al parallelismo col microonde, non è semplicemente questione di potenza, bensì di densità di potenza. Ad ogni modo, è stato escluso da studi scientifici che si tratti di radiazioni ionizzanti.
L'unico studio che l'OMS ha esaminato come [U]potenzialmente[/U] valido ha dimostrato una quasi insignificante correlazione con dei casi di glioma, ma gli stessi reviewer sono molto cauti sulla bonta dello studio stesso, che presenta problemi metodologici che lo rendono poco robusto. Dai un'occhiata qui.
Effetto Joule e ionizzante a parte, ad oggi non si conoscono altri modi di interazione tra campi elettromagnetici radio/microonde e cellule. Non significa che non ci sono, ma certo se non si nota/noterà alcun effetto sulla mortalità o sull'insorgenza di patologie che sia correlabile all'utilizzo di certe frequenze e a certe densità di potenza (e ad oggi, ripeto, non c'è evidenza di questo), non ci sarà nulla di cui preoccuparsi.
zappy08 Settembre 2014, 19:17 #4
Originariamente inviato da: albatros_la
Beh, potrebbe essere una preoccupazione mal riposta. Che io sappia, non ci sono studi che dimostrino correlazioni causali tra wifi e cancro o altre patologie.

Il fatto che non ci sa (ancora) una dimostrazione causale non vuol dire che non ci sia. Anche Leonardo non aveva dimostrato che l'elicottero poteva volare, ma oggi abbiamo la totale evidenza che un elicottero vola.
Stesso tema per le radiazioni ionizzanti: negli anni 20-30 qualcuno pubblicizzava sostanze radioattive come "medicine" o ancora negli anni 50-60 qualcuno considerava il fumo di sigaretta come un "disinfettante delle vie aeree".
e che dire dell'amianto?

Comunque, "non dimostrato" non vuol dire "sicuramente non esiste nessun effetto", anche se è questo che si cerca di far credere.

...
Effetto Joule e ionizzante a parte, ad oggi non si conoscono altri modi di interazione tra campi elettromagnetici radio/microonde e cellule. Non significa che non ci sono, ma certo se non si nota/noterà alcun effetto sulla mortalità o sull'insorgenza di patologie che sia correlabile all'utilizzo di certe frequenze e a certe densità di potenza (e ad oggi, ripeto, non c'è evidenza di questo), non ci sarà nulla di cui preoccuparsi.

questa è una gran cazzata. Per fare un paragone, se uno finisce in una sparatoria non deve preoccuparsi finchè non si becca una pallottola in testa? E il concetto di "rischio" o di "cautela"?
Una volta che è [U]dimostrato[/U] un effetto sulla mortalità non è che "inizi a preoccuparti", semmai butti via l'apparecchio dannoso, non "ti preoccupi". Preoccuparsi è quello che va fatto prima che qualcosa sia dimostrato. Dopo semmai devi agire.
Scusa oggi è dimostrato che l'amianto è cancerogeno... tu lo sniffi dalla mattina alla sera "preoccupandoti" o lo eviti-e-basta?
Goriuk08 Settembre 2014, 20:19 #5
Quoto Zappy in tutto e per tutto...


La cosa che più mi manda in bestia è che ci sono aziende del settore che spendono miliardi e miliardi per accaparrarsi applicazioni e brevetti per fare altre montagne di soldi, talmente tanti da essere inquantificabili..


Dico io, nel 2014, nessuno sulla faccia della terra pieno di soldi si è mai preso la briga di dire.... vabbè ora investo qualche miliardo sulla ricerca di una nuova tecnologia senza fili non dannosa... tanto di miliardi ne ho da buttare....


Questa è come la storia del petrolio.... ma almeno in tal campo qualcosina si sta muovendo...

Non capisco per quale assurda ragione dobbiamo essere costantemente bombardati da radiazioni dalla mattina alla sera...


Chi dice che non fanno male andasse a vedere cosa è successo agli abitanti delle zone dove radio vaticana ha messo le sue antenne... leucemia a fiumi.
Scasc08 Settembre 2014, 23:12 #6
Originariamente inviato da: zappy
Il fatto che non ci sa (ancora) una dimostrazione causale non vuol dire che non ci sia. Anche Leonardo non aveva dimostrato che l'elicottero poteva volare, ma oggi abbiamo la totale evidenza che un elicottero vola.
Stesso tema per le radiazioni ionizzanti: negli anni 20-30 qualcuno pubblicizzava sostanze radioattive come "medicine" o ancora negli anni 50-60 qualcuno considerava il fumo di sigaretta come un "disinfettante delle vie aeree".
e che dire dell'amianto?

Comunque, "non dimostrato" non vuol dire "sicuramente non esiste nessun effetto", anche se è questo che si cerca di far credere.


questa è una gran cazzata. Per fare un paragone, se uno finisce in una sparatoria non deve preoccuparsi finchè non si becca una pallottola in testa? E il concetto di "rischio" o di "cautela"?
Una volta che è [U]dimostrato[/U] un effetto sulla mortalità non è che "inizi a preoccuparti", semmai butti via l'apparecchio dannoso, non "ti preoccupi". Preoccuparsi è quello che va fatto prima che qualcosa sia dimostrato. Dopo semmai devi agire.
Scusa oggi è dimostrato che l'amianto è cancerogeno... tu lo sniffi dalla mattina alla sera "preoccupandoti" o lo eviti-e-basta?


Badaboom...

Le radiazioni elettromagnetiche, soprattutto quelle ionizzanti, IN BASSE DOSI sono ANCORA terapeutiche, vedere qui.

http://www.sorgentitermali.it/acque-radioattive.htm

E hanno effetti preventivi, anche quando l'esposizione avviene per cause accidentali (articolo in inglese).

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2477708/

Però, dichiararlo non è più politicamente corretto, meglio alimentare le nostre paure, continuare a usare petrolio e morire di polveri fini, siccità, alluvioni e bombe d'acqua.

http://www.andreadambra.eu/2009/04/...ivita-scompare/

L'effetto paura fu utile politicamente nel periodo della guerra fredda (gli effetti bellici del fenomeno della radioattività dovevano essere evidenziati, anche esagerati se necessario, per aumentare l'effetto deterrenza delle armi che furono protagoniste della stessa guerra fredda) ma, frenando le nuove tecnologie che ricavano energia dalla trasmutazione dell'atomo (che prevedono intrinsecamente, come le armi descritte sopra, il fenomeno della radioattività in favore delle tradizionali tecnologie che ricavano energia dalla combustione chimica, causò danni ambientali enormi (elencati sopra) e conseguenti milioni di vittime.

Per ora, come si vede, l'effetto paura continua e continuerà fino a quando la guerra fredda non entrerà definitivamente nella storia ma, per essere convincente verso la massa, si devono ora coinvolgere anche le radiazioni non ionizzanti, che hanno un'assonanza linguistica con le radiazioni ionizzanti ma che hanno meccanismi di interazione con la materia completamente diversi.

Invece, le radiazioni non ionizzanti (quelle di cui parla l'articolo) sembra che non abbiano alcun effetto.

http://it.wikipedia.org/wiki/Magnetoterapia
LMCH09 Settembre 2014, 01:37 #7
Originariamente inviato da: zappy

Comunque, "non dimostrato" non vuol dire "sicuramente non esiste nessun effetto", anche se è questo che si cerca di far credere.




Non puoi dimostrare un affermazione negativa, puoi solo (in base alle conoscenze teoriche ed empiriche disponibili) dimostrare che in base a quello che è noto non ci sono problemi. Ed è questo il caso delle bande di frequenza attualmente utilizzate dal wifi.

Effetti comunque esistono e sonos tati studiati a fondo, le radiazioni elettromagnetiche riscaldano la materia (in modo differenze in base al materiale ed alla frequenza).

La frequenza base intorno ai 2.4 GHz in particolare è una di quelle in cui si ha riscaldamente dielettrico dell'acqua e dei grassi, quindi per roba a bassa potenza basta il sistema di termoregolazione degli animali a sangue caldo (esseri umani inclusi) per neutralizzarne gli effetti.
Guardacaso la banda successiva in cui si ha massimo effetto dielettrico su acqua e grassi è poi quella intorno a 5 ... 5.8 Ghz
(e poi ci sarebbe una terza banda intorno ai 24GHz).

La banda dei 2.4Ghz è stata assegnata ai forni a microonde perche i magnetron in quella banda di frequenza erano quelli più economici (lo scopo era scaldare roba con molta acqua e grassi, ovvero la maggior parte di cibi e bevande) e ci sono decenni di studi in proposito da prima che arrivasse il wifi ad occupare la stessa banda ("schifata" per le comunicazioni sulle lunghe distanze proprio a causa dell'enorme diffusione dei microonde e dalla maggior attenuazione del segnale da parte del vapore d'acqua in aria).

I microonde a bassa potenza di solito sul settaggio più basso stanno sui 50 ..100Watt e la maggior parte tira 1KWatt e più.
Mentre un dispositivo wifi emette a frazioni di watt ( 0.1Watt irradiati isotropicamente).

Basta pensare che la schermatura non perfetta dei microonde è sufficiente a disturbare i segnali wifi e parlo di forni a microonde considerati sicuri ed in regola.

Notare che parlo di "schermatura quasi perfetta" perche un magnetron "da forno" non schermato irradia sufficiente potenza da causare ustioni gravi alla pelle e cecità permanente causa danni alla retina a persone a qualche metro di distanza.

Quelli che si preoccupano delle radiazioni del wifi dovrebbero semmai stare molto più attenti ai forni a microonde troppo vecchi o con schermatura non perfetta.

Se ricordo bene, attualmente più che sui 2.4GHz o i 5Ghz quelli che preoccupano sono i T-Ray (frequenze dai 300GHz ai 3THz) a causa di fenomeni di risonanza con molecole di DNA, ma si parla di circa un fattore 100 di differenza di frequenza e studi analoghi erano già stati fatti per le frequenze inferiori senza trovare cose preoccupanti come invece è avvenuto con i T-Ray.
zappy12 Settembre 2014, 15:12 #8
Originariamente inviato da: LMCH
...

La banda dei 2.4Ghz è stata assegnata ai forni a microonde perche i magnetron in quella banda di frequenza erano quelli più economici

"assegnata"?!? mica si parla di trasmissioni, nessuno ha assegnato un bel gnente

Quelli che si preoccupano delle radiazioni del wifi dovrebbero semmai stare molto più attenti ai forni a microonde troppo vecchi o con schermatura non perfetta.

ok, quindi ammetti che la frequenza di 2.4 è dannosa...
scusa, ma normalmente tu tieni acceso il microonde 24h/24?!?
Giusto perchè magari quando si parla di "esposizioni prolungate a basse potenze" bisognerebbe evitare di fare paragoni con roba che sta accesa 2 o 3 minuti al giorno come il forno...

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