Google è libera di manipolare le ricerche e ostacolare la concorrenza
A stabilirlo è il tribunale di San Francisco, che ha rigettato le accuse mosse da CoastNews, apparentemente boicottata dal motore di ricerche di Big G
di Nino Grasso pubblicata il 20 Novembre 2014, alle 15:58 nel canale WebSecondo la legge americana, confermata da una recente sentenza del tribunale di San Francisco, Google ha il libero arbitrio sul proprio motore di ricerca e può scegliere il posizionamento dei risultati su basi assolutamente personali. Si tratta di un verdetto che farà sicuramente discutere ma che si fonda, citando Google, su uno dei principi fondamentali della stessa internet (e della società moderna): la liberta di parola ed espressione.
Il tutto ha inizio con una denuncia da parte di CoastNews, sito di informazione americano che faceva notare come il posizionamento dei propri contenuti venisse penalizzato sul motore di ricerca di Big G rispetto a quanto invece appariva sui sistemi della concorrenza, Bing e Yahoo. Secondo CoastNews, l'obiettivo di Google era quello di "eliminare CoastNews" come potenziale concorrente.
Che Google fosse impaurita da un sito web di relativa importanza è tutto da verificare, tuttavia l'argomento mosso dal sito di informazione statunitense assume particolare rilievo considerando le recenti richieste di altri servizi concorrenti. Yelp e Travelocity, fra i tanti, hanno recentemente denunciato un trattamento di favore per i servizi proprietari di Google che, di riflesso, penalizzava tutte le compagnie di terze parti.
La colpa di Google, in questo caso, ricade nell'abuso di posizione dominante, ma al tempo stesso l'operato della società è strenuamente difeso dal Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America, che difende la libertà d'espressione. Appellandosi a questo con una mozione "anti-SLAPP" (tattica legale per fronteggiare velocemente le querele che vanno contro il Primo Emendamento), Google si è liberata di tutte le accuse mosse da CoastNews.
È moralmente corretto? Il confine fra giusto e sbagliato in questi casi è molto labile, e prendere una posizione netta su un argomento del genere non è semplice, e probabilmente non sarebbe nemmeno corretto. Google viene spesso considerata come sinonimo di internet, e questo è sbagliato: parliamo infatti di un'azienda privata con finalità di lucro, che spinge sui propri servizi all'interno degli stessi. Chi non lo farebbe, soprattutto considerando la base d'utenza a cui può rivolgersi Big G?
Dall'altra, però, il Primo Emendamento può essere chiamato in causa anche per argomenti più spinosi, permettendo l'assurdo. In passato, un tribunale newyorkese si era trovato costretto a garantire la stessa libertà d'espressione a Baidu, motore di ricerca cinese, giustificando il diritto di censura per i siti web che promuovevano la democrazia in Cina in quanto mera "decisione editoriale". Paragonare le due questioni è improprio ma non del tutto, dal momento che la stessa Google ha citato quella specifica decisione giuridica per difendersi dalle recenti accuse di CoastNews.
L'uso di Google come motore di ricerca non è tuttavia imposto, né si tratta di un "servizio pubblico o fondamentale", e sapere che i risultati delle ricerche provengano da un algoritmo o da decisioni arbitrarie cambia relativamente poco l'esperienza d'uso con il motore di ricerca.
Mi viene da pensare soprattutto l'accusa di posizione dominante nei confronti di Microsoft con l'installazione di Internet Explorer (e altri programmi nativi) su Windows, sfociata nella Ballot Screen. Una schermata imposta e progettata in malo modo che probabilmente ha portato solo a penalizzare l'utente finale. Ma, dalla sua introduzione su Windows, cosa è realmente cambiato? E cosa cambierebbe se Google non "penalizzasse" i concorrenti?
52 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoqualora non lo avessero notato è una SPA e lo fa per i soldi.. non per la gloria
qualora non lo avessero notato è una SPA e lo fa per i soldi.. non per la gloria
in verità sì, lo crede molta gente
Poi il titolo sensazionalistico è da 10+
Tra "Google è libera di manipolare le ricerche e ostacolare la concorrenza" e "Google ha il libero arbitrio sul proprio motore di ricerca" ci sono almeno 1000 click di differenza
Poi il titolo sensazionalistico è da 10+
Tra "Google è libera di manipolare le ricerche e ostacolare la concorrenza" e "Google ha il libero arbitrio sul proprio motore di ricerca" ci sono almeno 1000 click di differenza
A me onestamente più di Google e dei titoli di Nino Grasso ... mi preoccupano gli utenti (vedi sopra) che commentano leggendo SOLO il titolo
Essendo Google = web per molti (e ancora devo conoscere qualcuno che non utilizzi Google), si, Big G può ostacolare la crescita di potenziali concorrenti, nonché le ricerche nel web ("se Google non lo trova, non c'è"
Edit. non calcolavo la questione USA/UE. beh queste aziende dovrebbero denunciare Google a quest'ultima magari.
Sorvolo sul titolo, me lo sarei aspettato da alcuni utenti dichiaratamente fanboy del forum, ma non da una redazione (asp... o forse qui me lo sarei aspettato? ).
Ad ogni modo, se quanto denunciato è vero, vista la posizione dominante di Google nelle ricerche, mi trovo a non condividere affatto la sentenza. In UE probabilmente avrebbe avuto esito differente.
concordo...
Poi ho scoperto duckduckgo...
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